Martedì 24 ottobre 2017

24 ottobre 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 ottobre 2017 / Lettere e opinioni (Pagina 10 - Edizione CA)
IL DIBATTITO
Ottime novità da Sassari
STUDIARE LA SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE

Nei giorni scorsi all’Università di Sassari è stato presentato un nuovo corso di laurea in Scienze dell’alimentazione, un percorso universitario a nostro parere molto interessante per più motivi. Prima di tutto, in generale, un Paese come l’Italia, con la sua tradizione e il suo prestigio nel settore alimentare, ha bisogno come il pane di professionisti del cibo, esperti che conoscano a fondo la qualità degli alimenti che consumiamo e che soprattutto siano in grado di monitorare il delicato processo della filiera produttiva che porta i cibi sulle nostre tavole. Purtroppo abusi e sofisticazioni sono sempre dietro l’angolo e più aumentano i controlli più i furbi e i delinquenti trovano gli strumenti per rifilare bufale. C’è poi bisogno di esperti di nutrizione che sappiano operare al meglio in funzione della salute e del benessere dell’uomo. Un proverbio non a caso recita che “siamo quello che mangiamo” però troppo spesso tutti noi siamo vittime delle nostre abitudini, di peccati di gola che ci fanno prediligere determinati alimenti e sapori rispetto ad altri. Soprattutto oggi imperano mode e tendenze che sanno più di ideologia che di reale competenza in ambito alimentare. Last but not least, ci sembra un’ottima cosa il fatto che la nuova laurea punti a creare esperti nella valorizzazione turistica del patrimonio alimentare sardo, tema importante per la nostra regione e per il quale si fa ancora poco. Le nostre materie prime e i nostri prodotti sono apprezzati un po’ ovunque e quindi bisogna trovare strategie per farli diventare marchi di tendenza, catalizzatori per il turismo e gli investimenti. In questo modo si tutela il settore agricolo regionale, si aiutano i produttori, si crea indotto e nuovi posti di lavoro.
Roberto Roveda, Storico e giornalista

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
La nuova tecnologia è stata messa a punto da una società che nasce dentro l'Università
Una app contro le bollette pazze
Sistema di certificazione sicura delle fatture: stop agli errori

Per alcuni è la nuova frontiera di Internet, anzi la Nuova Internet . Si chiama “Blockchain” ed è una piattaforma tecnologica di ultima generazione che consente a tutti i cittadini, fra l'altro, di verificare e controllare, in totale trasparenza, qualsiasi tipo di transazione monetaria, ma anche di creare archivi nel tempo non modificabili, inalterabili ma soprattutto immuni da ogni forma di corruzione.
BOLLETTE SICURE FlossLab, spinoff dell'Università, «prima in Italia, fra le prime in Europa» - afferma il professor Michele Marchesi, del dipartimento di Matematica e Informatica - «ha infatti elaborato un'applicazione, già funzionante e operativa sul mercato, grazie alla quale la società Abbanoa certificherà la lettura dei contatori dell'acqua nella assoluta certezza del consumo, assicurando puntualità e correttezza della fatturazione».
Si tratta di un sistema, il primo assoluto sul territorio nazionale, in grado di certificare 10.000 letture di contatori dell'acqua al giorno, quindi milioni su base annua.
LEADER IN ITALIA «Il fatto di assoluta rilevanza», aggiunge ancora il professor Marchesi, «è che questo sistema di certificazione sicura è frutto di una società sarda che ha commissionato a un'altra ditta sarda questo lavoro».
Cagliari e la sua Università stanno puntando molto su questa tecnologia che, fosse anche pervasiva un quinto di quello che ha rappresentato Internet, rappresenterebbe un mercato dalle dimensioni infinite. «Noi ci stiamo puntando molto come ricerca e come didattica: assieme a Sardegna Ricerche stiamo cercando di candidare Cagliari e la Sardegna a diventare polo di riferimento nazionale di questa tecnologia».
CONTATORI Mai più bollette pazze di Abbanoa né, in futuro, di altri enti gestori, telefonici o energetici (gas, luce). L'idea di questa “app” rivoluzionaria parte proprio dalla lettura dei vecchi contatori dell'acqua. «Oggi», dice Marchesi, «il “letturista” legge e fotografa queste centraline. Il tutto viene archiviato ma capita che - magari per un errore di trascrizione o una banale disattenzione - nascano contestazioni che spesso si traducono in contenziosi che finiscono in Tribunale, con costi a carico delle parti. Tutto questo appartiene ormai al passato remoto».
Perché con la tecnologia “Blockchain“ «siamo in grado di certificare in maniera inoppugnabile», precisa Sandro Murtas, direttore generale di Abbanoa, «il consumo registrato al contatore: e questo è il primo di una serie di interventi tecnologici che porteranno l'Ente gestore della risorsa idrica a generare una bolletta dinamica gestita direttamente dai nostri clienti».
DIECIMILA AL GIORNO Il sistema adottato da Abbanoa è stato sviluppato in collaborazione con “FossLab srl”, una spinoff dell'Università, società all'avanguardia nello studio e nella fornitura di soluzioni basate su Blockchain. Le registrazioni delle fotografie delle letture avvengono regolarmente ogni giorno feriale, in media sono 10.000.
«In questo modo Abbanoa può certificare - anche a grande distanza di tempo - le letture in caso di contestazioni, evitando spiacevoli contenziosi oltre che costose audizioni di testimoni», dice ancora Murtas.
MARGINE DI ERRORE Blockchain è una tecnologia che permette la creazione e la gestione di un grande database strutturato in blocchi (Block) collegati fra loro (Chain) in modo da permettere la tracciabilità di tutte le transazioni, garantendone l'esistenza alla data dell'operazione che la sua integrità.
«La probabilità di una coincidenza casuale», assicura il professor Marchesi, «è minore di 1 diviso un numero di 77 cifre».
Paolo Matta

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Università
Talassemia, istituite due borse di studio

Tremila euro ogni anno da riconoscere agli studenti che preparino due tesi, in ambito medico e in ambito psicosociale, sulla talassemia. È quanto previsto dal premio di laurea “Alessandra e Valentina Marini” istituito ieri, con la firma sulla convenzione della rettrice Maria Del Zompo, dal docente universitario Franco Marini e dalla moglie Elisabetta Picci. «Ci auguriamo che anche altri si uniscano», il commento di Marini, «sulla talassemia sta calando l'interesse della società. Da parte nostra proseguiremo con determinazione, è un'iniziativa che punta a riconoscere il merito dei giovani laureati e a tenere alto l'interesse per una patologia che affligge il nostro popolo».
La cifra sarà disponibile ogni anno per coprire le due borse, che saranno assegnate dopo la pubblicazione di un bando e la selezione dei lavori. «È una donazione importante che mostra il rapporto tra privati e Ateneo su un tema così importante e che testimonia l'interesse della società per la ricerca», ha detto la rettrice.

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 ottobre 2017 / Lettere e opinioni (Pagina 10 - Edizione CA)
LA STRUTTURA DI EMATOLOGIA
In riferimento all’articolo pubblicato giorni fa riguardante il trasferimento della Unità operativa di Ematologia dell’ospedale Binaghi all’ospedale Oncologico, vorrei fare alcune precisazioni. Nell’articolo infatti si parla di un semplice trasferimento di una unità operativa in altra sede più congrua. In realtà si tratta della fusione dell’Ematologia del Binaghi, di più recente istituzione, con la struttura di Ematologia e centro trapianti midollo osseo dell’ospedale Oncologico Businco, fondata 40 anni fa dal prof. Giorgio Broccia. Questa struttura, mai citata nell’articolo e nell’intervista all’assessore Arru, è oggi centro di riferimento regionale per le malattie ematologiche: ha al suo attivo la cura di migliaia di pazienti provenienti da tutta l’isola e oltre 1000 trapianti di midollo osseo.
Dottoressa Francesca Adamo

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 ottobre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
Cambia il modello dell'assistenza territoriale, a Cagliari, Sassari e Nuoro i poli d'eccellenza
RETE OSPEDALIERA, OGGI IL BATTESIMO
Salvo imprevisti, il Consiglio regionale approverà la riforma

La rete ospedaliera è a un passo dal traguardo. Dopo mesi di scontri, dibattito e trattative, la nuova geografia delle cure in Sardegna potrebbe diventare realtà se il Consiglio regionale riuscirà a dare il via libera definitivo questa sera. Un nuovo modo di concepire le cure in Sardegna, attraverso il modello di rete che si basa su tre grandi poli specializzati (Cagliari, Sassari e Nuoro) e gli ospedali che a seconda della classificazione garantiranno le cure nei territori. È probabile sia necessario qualche giorno in più per chiudere la vicenda della direzione generale dell'Areus, l'Azienda per l'emergenza-urgenza che vede in prima linea Giorgio Lenzotti e Piero Delogu.
SICUREZZA L'assessore alla Sanità, Luigi Arru, ha sempre difeso la riforma, respingendo le accuse di macelleria sociale o di atteggiamento ragionieristico. Durante i confronti e il dibattito in Consiglio regionale, Arru ha sempre sottolineato l'importanza di garantire la qualità delle cure. Molto spesso la richiesta di avere gli stessi servizi si è scontrata con la necessità che questi garantissero qualità, data anche dal numero degli interventi.
IL PUNTO NASCITA L'assessore ha ribadito questi concetti durante un incontro con le associazioni di pazienti. «La sicurezza viene al primo posto» dice l'assessore che ricorda la battaglia delle mamme per il punto nascita della Maddalena: «Mi ha colpito molto la loro protesta. Mi hanno chiesto cosa avrei fatto se al loro posto ci fosse stata mia figlia e la risposta è che l'avrei fatta partorire nel posto che dà maggiore garanzia per lei e per il nascituro». Dunque, anche sui punti nascita «la prima parola è sicurezza e non ci sono calcoli. Nel 2012 una donna ha rischiato di morire alla Maddalena per un evento avverso legato al parto, non per un problema di risorse umane, ma di organizzazione». Il punto nascita dell'isola è rimasto in vita grazie a un emendamento, ma le parole dell'assessore sono un monito: «Non dobbiamo aspettare la tragedia per essere conseguenti con le nostre azioni».
IL TRAGUARDO Quello della riforma non è stato un percorso semplice. Negli ultimi mesi ci sono state numerose proteste. Sindacati, sindaci, operatori e associazioni hanno contestato l'idea di sanità della Giunta. Alla base c'è il timore che il nuovo modello fondato su poli d'eccellenza e una rete di ospedali più o meno specializzati, renda difficoltoso l'accesso alle cure da parte di chi vive nelle zone più periferiche. E anche oggi, dalle 16, la Rete sarda in difesa della sanità pubblica sarà sotto il Consiglio regionale per «protestare contro i tagli della Giunta e contro il cinismo della maggioranza».
OSPEDALI E TENSIONI La rete prevede la concentrazione di reparti ad alta specializzazione nei poli con un maggiore bacino di abitanti. Per questo motivo sono stati scelti il Brotzu di Cagliari e l'Aou-SS Annunziata di Sassari come presìdi d'eccellenza. Dopo le trattative in Consiglio regionale, anche il San Francesco di Nuoro, vista la sua posizione di riferimento per tutto il centro Sardegna, è stato dotato di qualche servizio specializzato in più. Attorno a questi tre poli, ci sono altri ospedali che assumono la classificazione di primo livello che avranno anche i reparti di rianimazione, terapia intensiva, cardiologia e radiologia intensiva. Nel resto del territorio ci sono gli i nodi della rete, ospedali che garantiscono le cure primarie in collegamento con i poli sanitari specializzati del territorio.
LE ZONE DISAGIATE Infine, ci sono gli ospedali di zona disagiata che hanno il compito di levare la paura nei territori più periferici. Sono i presìdi di Sorgono, Bosa, La Maddalena, Muravera e Ghilarza. Avranno un punto di pronto soccorso in grado di garantire una chirurgia programmata e il primo intervento, mentre per la Maddalena è stata inserita anche la camera iperbarica e la pediatria. (m. s.)

 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
POLICLINICO. Auto parcheggiate negli stalli per disabili e nei corridoi
MALEDUCATI IN OSPEDALE L'Aou: il servizio rimozioni sarà presto riattivato

Maleducati senza freni e nessuno può fare niente: è la paradossale situazione con la quale bisogna fare i conti, tutti i giorni, al Policlinico. Nonostante, a non più di cento metri dai padiglioni ci siano centinaia di parcheggi, negli spazi davanti all'ingresso centrale (e non solo lì, a dire il vero) regna l'anarchia. Colpa della solita schizofrenia della burocrazia italiana: in uno “spazio privato” non possono intervenire le forze dell'ordine. Ma chi gestisce quello spazio non ha gli strumenti giuridici per fare qualcosa.
LA SITUAZIONE Un caos che penalizza le categorie più disagiate: davanti all'ingresso principale c'è un corridoio pedonale che viene usato da tutti e, in particolare, dai disabili per raggiungere le strisce pedonali. O, forse, è il caso di dire che verrebbe usato da tutti. Perché, quasi sempre, è occupato da qualche auto: chi cammina sui suoi piedi aggira l'ostacolo. Chi, invece, è costretto a muoversi su una sedia a rotelle è costretto a fare lunghi giri per arrivare all'ospedale. Problemi anche nella curva che porta al pronto soccorso: nonostante ci sia il divieto di sosta, tanti parcheggiano e costringono le ambulanze a difficili manovre per evitare l'ostacolo. Non solo: anche la strada che dal pronto soccorso porta alla terapia intensiva pediatrica nel padiglione Q si trasforma in uno stretto budello. Quasi inutile dire che anche gli stalli per i disabili vengono, talvolta, occupati abusivamente.
L'AZIENDA Sino a qualche tempo fa, era operativa un'autogrù che rimuoveva i veicoli parcheggiati male. Una sentenza della Cassazione ha, però, convinto l'azienda ospedaliero-universitaria a rimettere il mezzo in garage: la Suprema corte ha dato ragione a un automobilista cui era stata rimossa l'auto nel parcheggio di un'azienda sanitaria di Frosinone. «Sarebbe una beffa», spiegano dal Policlinico, «se, dopo aver sanzionato un incivile, ci ritrovassimo a essere condannati».
IL FUTURO La situazione è destinata a cambiare in tempi brevi. «Abbiamo allo studio», dice il direttore generale Giorgio Sorrentino, «un percorso amministrativo che ci potrà portare nuovamente a utilizzare il servizio di rimozione. Gli automobilisti devono capire che sostare nelle aree adibite al passaggio delle ambulanze e nei parcheggi riservati ai disabili non è solo riprovevole socialmente ma è anche causa di problemi e pericoli per chi è più sfortunato di noi o ha bisogno di soccorso. L'azienda scende in campo quotidianamente contro gli incivili. Lo fa con il suo personale, lo farà con i dissuasori che saranno posizionati nelle aree di parcheggio».
Marcello Cocco
 

7 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
IN EVIDENZA Mem e Università, si parla di fumetti  Spazio e fumetti a confronto nella tre giorni di “Spaced out/Spazi tra le nuvole. Lo spazio nel Fumetto”. Se ne parlerà da giovedì a sabato tra la facoltà di Studi Umanistici di via Is Mirrionis e la Mediateca del Mediterraneo di via Mameli 164.

 
8 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
FRANCESCO PIU AL MUSE Domani, alle 17, nell'Aula 5 di Sa Duchessa, l'associazione musicale dell'Università di Cagliari MusE organizza una serata con il chitarrista Francesco Piu.

 
9 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 ottobre 2017 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
MOSTRE. Oggi al Ghetto di Cagliari
Quelle assonanze con Pavel Florenskij

Verrà inaugurata questa sera alle 18 al centro comunale Il Ghetto, a Cagliari in via Santa Croce, l'esposizione di un'opera dedicata a Pavel Florenskij dal titolo “Sofia Azzurra. Assonanze con Pavel Florenskij” dell'artista senese Marcello Aitiani.
L'allestimento, curato da Carlo Crespellani (organizzato dalla Soprintendenza Archeologia di Cagliari in collaborazione con il Comune e i Musei civici), accompagna il convegno internazionale dedicato al pensatore russo, promosso dall'Università di Cagliari e dalla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna e in programma domani e giovedì nella Facoltà di Studi umanistici in occasione dell'ottantesimo anniversario della morte del «Leonardo da Vinci russo«. Tra i relatori Silvano Tagliagambe, Ignazio Sanna, Dario Antiseri, Lubomir Žak, Natalino Valentini, Paolo Zellini, Donatella Ferrari Bravo, Adriano Dell'Asta, lo psicanalista brasiliano Gilberta Safra, Vladislav Shaposhnikov, Oleg V. Marchenko, Nikolaj N. Pavljuchenkov, Francisco José López Sáez. (gr.pi.)

 
10 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 ottobre 2017 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Festival dell'Altrove
LETTERATURE L'omaggio di Guasila ad Angioni

Giulio Angioni fu un intellettuale capace di interpretare lo spirito del suo tempo, un docente che raccolse l'eredità di Ernesto de Martino e Alberto Mario Cirese per sviluppare la Scuola antropologica di Cagliari, uno scrittore che insieme a Sergio Atzeni e a Salvatore Mannuzzu inaugurò la stagione della Nuova letteratura sarda . Sull'onda emotiva per la sua scomparsa, lo scorso gennaio, nasce l'idea del Festival dell'Altrove, in programma a Guasila, il suo paese d'origine nella Trexenta, da venerdì 27 a domenica 29 ottobre. Angioni, con i suoi studi sul mondo contadino e i suoi romanzi ambientati nel paese immaginario di Fraus, riconducibile a Guasila, seppe dare valore universale alla vicenda di una comunità di poche anime.
VENERDÌ «Ecco perché chiamarlo il Festival dell'Altrove, un luogo geografico immaginario ma realistico come la Macondo di García Marquez», spiega Gianluca Medas, direttore artistico. A questi luoghi è dedicato il convegno di venerdì 27 nell'Auditorium comunale, alle 17, coordinato da Duilio Caocci con il regista Salvatore Mereu, il docente Pierpaolo Argiolas, lo sceneggiatore Bepi Vigna e Riccardo Plaisant, organizzatore dello Skepto film festival. Alle 20,30, al Teatro Fratelli Medas, si potrà assistere allo spettacolo messo in scena dagli studenti delle scuole superiori di Guasila e Serramanna, nell'ambito del progetto Giovani CreatiVità. «Le scuole sono state coinvolte anche per il concorso La Forma, che premierà le migliori schedature di libri realizzate dagli studenti, coronando un percorso di avvicinamento alla lettura che ha coinvolto attivamente anche i rioni di Guasila», sottolinea la sindaca, Paola Casula.
SABATO Ancora al Teatro Fratelli Medas, il 28 alle 10,30, un convegno dal tema “Pane e formaggio - l'uso intelligente della parsimonia”, coordinato da Giacomo Mameli, con la partecipazione dell'agronomo Antonio Pirellas, del fiduciario di Slow Food Cagliari Raimondo Mandis, di Maria Ibba (direttrice di Laore), di Emiliano Deiana (presidente Anci Sardegna) e del giornalista Giovanni Fancello. Alle 16, da Piazza Municipio, inizia la passeggiata nei luoghi raccontati dallo scrittore. Alle 18 presentazione del romanzo di mameli “Come figlie, anzi...” con la giornalista Manuela Arca. Letture di Claudia Atzori. alle 20:30 al Teatro Fratelli Medas, reading musicale da “Anninora”. Letture Lia Careddu e musiche di Mauro Palmas.
DOMENICA Stesso punto di partenza, domenica 29 alle 10, per il percorso “Guasila: il paese di Fraus”, che inaugura un parco letterario costellato da frasi scelte dello scrittore, rese in forma di murales da Lorenzo Muntoni nei luoghi ai quali si riferiscono. Alle 11 (Auditorium Comunale), spazio per il convegno intitolato a etnografia e scrittura, condotto da Flavio Corda con il docente Carlo Maxia e i ricercatori Paolo Bravi e Francesco Bachis. Finale previsto per le 18, ancora al teatro, con la premiazione del concorso letterario per racconti brevi intitolato ad Angioni.  Luca Mirarchi

 
11 - L’UNIONE SARDA di martedì 24 ottobre 2017 / Provincia di Sassari (Pagina 35 - Edizione CA)
Sassari Il cinema di Antonio Simon Mossa:
spuntano le scenografie dell'architetto

«Dovevo trasferirmi di casa. Sono salito in soffitta e ho scoperto che mio padre oltre che architetto, giornalista, politico era anche appassionato di cinematografia». Sono le parole di Pietro Mossa, figlio del celebre Antonio Simon Mossa, che ieri durante la conferenza stampa in merito all'evento “Il cinema di Antonio Simon Mossa”, ha raccontato di aver trovato una serie di documenti fra corrispondenza e scenografie cinematografiche. Archivio che ha messo a disposizione per la realizzazione del progetto di ricerca e studio dedicato alla figura dell'architetto sassarese Simon Mossa. La società Filosofica italiana, sezione Università di Sassari, in collaborazione con il Laboratorio di Antropologia Visuale “Fiorenzo Serra” della Società Umanitaria-Cineteca Sarda, ha presentato, infatti, un progetto di ricerca che verrà presentato venerdì a partire dalle 10 presso l'aula A del dipartimento di storia. Interverrà, Andrea Mariani dell'università di Udine per spiegare il testo “Prassi e cinema” scritto da Simon Mossa nel 1941. Alle 17, invece, nell'aula magna dell'Accademia delle Belle Arti verrà proiettato l'inedito “La donna del peccato” film drammatico a cui Simon Mossa contribuì per la realizzazione. (i. t.)

 

La Nuova Sardegna

  

12 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 24 ottobre 2017 / Sardegna - Pagina 9
LA SFIDA DELLE RIFORME  Demuro: sì a un'autonomia seria
L'ex assessore: «La specialità è un valore: va sfruttata. Indipendenza? È vietata»

SASSARI «Finalmente si ricomincia a parlare di autonomia». Il costituzionalista Gianmario Demuro, fino a qualche mese fa assessore della giunta Pigliaru, guarda con interesse a quanto accaduto domenica in Lombardia e in Veneto. «Innanzitutto, è un referendum previsto dalla normativa costituzionale - precisa -. La regioni del Nord hanno sempre posto il problema dell'autonomia. Un principio che è alla base della nostra Costituzione. Ecco perché sono felice che si riprenda un discorso che si era interrotto con l'arrivo della crisi economica». In effetti, per tutti gli anni Novanta e il primo decennio del Duemila il federalismo è stato uno dei temi più dibattuti dalla politica, salvo poi arenarsi con l'inizio della recessione. «Purtroppo in questi anni abbiamo assistito a un forte accentramento di poteri. Ora invece anche grazie a questi referendum si ricomincia a parlare di autonomia. E di federalismo fiscale. Che però deve essere sempre inserito in un contesto di solidarietà nazionale. Nessuno può pensare di tenere per se le tasse, verrebbe meno la base dello Stato. In tutto il mondo ci sono un nord e un sud, aree più ricche e aree più povere. Ma stiamo attenti a non sottovalutare le richieste del Nord. Ha ragione Massimo Cacciari quando dice che esiste una "questione settentrionale". Chi lavora non può tollerare che il frutto del suo lavoro venga troppo spesso sperperato. Un problema che ovviamente riguarda il Nord quanto il Sud, perché le risorse pubbliche vanno usate bene ovunque». Nei due anni e mezzo al governo della Regione Demuro è stato testimone di un rapporto non sempre idilliaco tra Cagliari e Roma. «In questi anni l'autonomia ha sofferto per la crisi, oggi finalmente se ne può parlare perché c'è la ripresa. Ma l'autonomia deve essere seria ed efficiente. Per la Sardegna a Roma c'è un rispetto generale perché sanno di avere a che fare con persone serie. Ma soprattutto c'è una mal sopportazione delle Regioni a statuto ordinario nei confronti di quelle a statuto speciale. Il Veneto, per esempio, si trova tra il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige e vede gli effetti della specialità. Essere speciali è un valore, non dimentichiamocelo». Per Demuro, dunque, avanti con la autonomia, ma senza sfociare nella indipendenza. «È vietata dall'articolo 5 della Costituzione, il problema neanche si pone. Io sono per una autonomia responsabile e seria che, però, deve essere ancora realizzata». (al.pi.)

 
13 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 24 ottobre 2017 / Cultura e Spettacoli - Pagina 36
ITACA DI SARDEGNA  Un concorso letterario per ricordare lo scrittore
GIULIO ANGIONI E LA SUA GUASILA La sindaca Paola Casula punta sulla cultura

di Giacomo Mameli
GUASILA L'Altrove era Macondo per Gabriel Garcia Marquez, Bandusia per Orazio, Arasolè per Francesco Masala. Per Giulio Angioni, l'antropologo-scrittore di Guasila morto lo scorso gennaio a Settimo San Pietro, è Fraus, mito come l'Itaca di Ulisse. In questo fine settimana rivive nel suo paese che, con un tempismo insolito in Sardegna nel valorizzare i "profeti", gli dedica un festival letterario proprio in occasione del compleanno (era nato il 28 ottobre 1939). E nelle campagne della Trexenta, verso Serrenti, in un tratturo bianco tra colline e pianori, a cinque chilometri dalla casa dove Angioni era nato (rione Funtana Idda fra muri fatti di marna e mattoni fango-paglia) è stata sistemata una pietra-scultura di calcare biancastro, quasi un trapezio a punta, tutta irregolare, rimasta come natura ha creato. Ha la firma di Cherubino Mungianu che, con mazzuola e scalpello, l'ha personalizzata con una scritta in vernice nera e una targa in ceramica dedicata "A Giulio Angioni, cantore di Fraus", c'è lo stemma del Comune e la data di posa, "24 ottobre 2017". Spiega la sindaca Paola Casula: «La pietra usata è del Miocene, antica di quindici milioni di anni. Così in questa pietra-oggi monumento leggiamo la preistoria e la storia della Sardegna che tanto interessava al nostro Giulio». Parlando ieri del primo festival alla Feltrinelli di via Paoli a Cagliari, Casula ha detto che «Guasila vuol rispondere alla crisi economica, allo spopolamento dei piccoli paesi proprio puntando sulla cultura anche perché questa sarebbe stata la ricetta del nostro illustre concittadino». Ed ecco il festival che parte venerdì 27 e si chiude domenica 29 ottobre con dibattiti, spettacoli teatrali, presentazioni di libri e soprattutto "con il coinvolgimento dei giovani, degli studenti di Guasila e del Tecnico di Senorbì e con la partecipazione dei residenti nei nove rioni del paese". C'è stato del metodo nell'organizzare l'evento. Una giuria popolare sceglierà e decreterà i vincitori di un concorso letterario, sono stati presentati 68 racconti brevi, gli studenti (coordinati dalla professoressa Simona Demontis) hanno letto 116 libri, annuncia l'assessore alla Cultura Ignazio Marras. Fra gli organizzatori c'è l'attore-regista Gianluca Medas: «Nelle tre giornate puntiamo a far rivivere Giulio Angioni nella sua duplice veste di scienziato e di scrittore, sarà ricordato a tutto tondo, a 360 gradi, con la sua statura antropologica e narrativa, con la proposizione della versione inedita di Anninora, con la lettura di brani dai suoi testi». La cultura in primo piano. La sindaca: «Puntiamo soprattutto a diffondere l'importanza e la bellezza della lettura, di tanti, di tutti gli scrittori del mondo per dare il senso universale della letteratura». E ancora: «Ci interessa che la nostra cultura contadina - che fermenta tutte le opere di Angioni - venga valorizzata ed esaltata. La terra può, deve anche segnare una svolta economica. Ma vogliamo questa rivoluzione promuovendo il turismo culturale che mira alla circolazione delle idee e alla condivisione di valori positivi quali la passione per i romanzi, la poesia, il teatro, il cinema, creando i percorsi del luoghi angioiani, passeggiando fino a Fraus o a Santa Igia raccontata nelle pagine di Sulla faccia della terra. Vogliamo esaltare la cultura georgica e bucolica camminando, con i turisti, con i giovamni, tra orti e campi di grano, fra palme e distese di asfodeli». Il festival dell'Altrove è stato preceduto da altre iniziative. Angioni era stato già ricordato con le tappe "A scurigradoxiu in bixinau". Era stato bello vedere, all'imbrunire, gli abitanti di Guasila, per nove sere consecutive, rione per rione, riunirsi per ascoltare letture da opere dello scrittore vicino di casa. Anche poesie, nel bel sardo campidanese della Trexenta che Angioni parlava benissimo e che non voleva contamirare con gli algoritmi della limba sarda comuna. Paola Casula: «Il paese ha manifestato attenzione, curiosità e partecipazione dimostrando che non occorre essere necessariamente lettori forti per assistere a questo genere di eventi, ma semplicemente amare storie, narrazioni. E in ogni piazza si è ricreato il senso di comunità che purtroppo rischia di sparire dai nostri centri, grandi o piccoli poco importa. Crediamo che la cultura, la lettura e - lo ripeto - il teatro e il cinema possano cementare rapporti fecondi. In collaborazione con le scuole puntiamo a diffondere il concetto della necessità di potenziare in ogni modo le iniziative culturali». Dimensione locale ma non solo. «Abbiamo necessità di far capire quanta cultura c'è nei nostri territori. Ma - aggiunge la sindaca - miriamo ad attivare processi significativi di scambio e di dialogo con altre realtà, coinvolgendo scuole, enti, associazioni». L'assessore Marras: «Il target di riferimeto sono i ragazzi. Vogliamo integrare i percorsi formativi con attività esterne per sviluppare lo spirito critico, la creatività, l'interesse verso il sapere e il mondo universitario dove Angioni ha passato la vita. Giulio ha collegato Fraus-Guasila al mondo, alla sua Europa tedesca, alla sua Torino». Casula: «Premieremo i giovani più studiosi, è la cultura che può cambiare verso all'economia dell'isola». Giulio Angioni non sapeva distaccarsi dal paese natale che lo ricorda con la pietra Fraus che vuol dire Guasila e vuol dire mondo. Aveva scritto: «Io qui spero solltanto un'altra primavera, davanti a un grande campo bianco di asfodeli, qui, dove scorgo più alto dei tetti il ciuffo verde della palma del cortile».

 
14 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 24 ottobre 2017 / Cultura e Spettacoli - Pagina 36
Due giorni di studi a Cagliari a 80 anni dalla morte dello scienziato e mistico russo
Florenskij, un maestro riscoperto

di Daniela Paba
CAGLIARI Matematico e teologo, fisico e storico dell'arte, ingegnere elettrico, filosofo e mistico, Pavel Florenskij, il Pascal russo, ha unito i contrari e per questa libertà è stato ucciso nel 1937. Negli ottant'anni dalla morte, l'Università di Cagliari e la Facoltà Teologica gli dedicano due giornate di studi - 25 e 26 ottobre, a Sa Duchessa - dal titolo "Pavel Florenskij oltre Amleto". Nell'interdisciplinarietà di Florenskij si cerca "una risposta alle sfide del presente" lungo tre direttrici: il superamento delle antinomie, cioè delle contraddizioni (apparenti o reali che siano), il dialogo interreligioso con la Chiesa ortodossa, una visione della crisi come opportunità. Tra gli ospiti ci saranno Nikolaj N. Pavljuchenkov, Lubomir Zák, Oleg V. Marchenko, Vladislav A. Shaposhnikov, il vescovo di Oristano Monsignor Ignazio Sanna, lo psicanalista brasiliano Gilberto Safra, Natalino Valentini e Vincenzo Rizzo e ancora Silvano Tagliagambe, docente di Filosofia della Scienza che qui spiega l'importanza di Florenskij e del suo "pensiero polifonico". La prima cosa che colpisce di Florenskij è la sua storia personale. La può raccontare in breve?«Appena laureato in matematica alla scuola di Bulgaev, Florenskij aveva davanti la carriera universitaria e invece diventa prete ortodosso ma non rinuncia a occuparsi di scienza e tecnologia. S'interessa d'ingegneria elettrica al punto che verrà chiamato da Lenin a far parte del team che avrebbe realizzato l'elettrificazione della Russia a cui si presentava sempre in abito talare. Studia le icone e diventa uno dei massimi esperti di storia dell'arte. Collabora alla Grande Enciclopedia sovietica della tecnica per la quale scrive molte voci. Quando a Lenin succede Stalin il quadro cambia rapidamente: Florenskij comincia ad essere guardato con sospetto, i suoi amici espatriano in Francia ma lui rifiuta: "Voglio contribuire alla crescita culturale del mio paese". Così viene arrestato e subisce un primo processo in seguito al quale viene liberato per intervento della moglie di Gorkij. Verrà imprigionato e spedito in Siberia. Nel 1937 viene fucilato in un bosco vicino a Leningrado. La famiglia non verrà neanche informata e soltanto in anni recenti è stato pubblicato il certificato di morte». Il lungo oblio e la riscoperta sono forse un segno del bisogno di mettere insieme analisi della realtà e senso del mistero come esperienza?«La cosa interessante di Florenskij da un punto di vista filosofico sta nella valorizzazione dell'antinomia e dell'ambiguità. L'ambiguità viene considerata ancora oggi una sorta d'incrinatura del pensiero razionale, qualcosa da eliminare dal campo scientifico. L'antinomia era considerata una contraddizione in termini che il discorso scientifico non poteva tollerare. Lui invece, a partire dallo studio di Amleto nel 1905, mette in rilievo il blocco paralizzante di "essere o non essere", vendicare il padre o indugiare nell'attesa. Florenskij si chiede "E' l'unico sbocco possibile dell'antinomia?". La sua risposta negativa è basata su un'analisi molto raffinata dell'uomo: un essere bifronte, profondamente antinomico per sua natura. Con i piedi piantati per terra e lo sguardo verso il cielo. L'uomo per realizzarsi compiutamente deve saper combinare senso della realtà e senso della possibilità altrimenti sarebbe condannato alla rassegnazione. Questa duplicità si esprime nell'antinomia tra percezione e immaginazione, l'uomo deve nutrire la sua percezione della realtà con l'immaginazione altrimenti non riuscirebbe a esprimere un pensiero progettuale. D'altra parte la conoscenza scientifica, la risorsa migliore di cui l'uomo possa disporre, prospera nel disordine. Quando si trova di fronte a situazioni di crisi e ci sono due teorie contrastanti che si fronteggiano la scienza non esce mai paralizzata ma riesce a trovare una via d'uscita e a far crescere la conoscenza. Da questo quadro Florenskij fa emergere la sua idea della verità come antinomica: la razionalità non potrebbe avanzare se non si nutrisse dell'intuizione e questo gli permette di conciliare ragione e fede».

 
15 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 24 ottobre 2017 / Cultura e Spettacoli - Pagina 38
Un convegno sulla passione dell'intellettuale sassarese per la "settima arte"
Nuovi documenti ritrovati nell'inesauribile archivio custodito dal figlio Pietro
SIMON MOSSA E IL CINEMA Storia di un amore ingrato

di Roberto Sanna
SASSARI Architetto, giornalista, amante della cinematografia. Dall'inesauribile archivio custodito dal figlio Pietro, riemerge una nuova dimensione di Antonio Simon Mossa che verrà sviscerata in un convegno intitolato "Il cinema di Antonio Simon Mossa dall'esperienza del Cineguf a 'proibito'", in programma venerdì a partire dalle ore 10 nell'aula a del Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione dell'Università di Sassari. Un'iniziativa che nasce dal progetto presentato dalla sezione dell'Università di Sassari della Società filosofica italiana in collaborazione col Laboratorio di Antropologia visuale "Fiorenzo Serra" della Società umanitaria-Cineteca sarda, dedicato alla figura di Antonio Simon Mossa e patrocinato dalla Fondazione Sardegna. Il Laboratorio, tramite una convezione con gli eredi che hanno concesso l'intero fondo cinematografico, sta così lavorando a un progetto di ricerca sul cinema di Simon Mossa. Passione nata a Firenze. Proprio nel capoluogo toscano, dove studiava architettura, Antonio Simon Mossa si è innamorato del cinema avvicinandosi al Cineguf (Centro cinematografico universitario fascista) dove insieme a un altro sassarese, Fiorenzo Serra, scrive le prime sceneggiature. Al Guf diventa allievo e docente dei corsi di sceneggiatura e tecnica delle riprese, dirige film sperimentali e scrive soggetti. Attività che confluiscono nell'opera "Praxis und Kino", manuale di tecnica cinematografica unico nel suo genere. Nel 1942 lavora come aiuto regista del film di propaganda "Bengasi" e collabora alla scrittura e realizzazione del film drammatico "La donna del peccato" diretto dal regista tedesco Harry Hasso.Il ritorno in Sardegna. L'armistizio lo riporta nell'isola, dove comincia a collaborare con Radio Sardegna, distinguendosi per alcune riflessioni critiche sullo stato del cinema contemporaneo e nel 1945, assieme ad altri intellettuali sardi tra i quali Fiorenzo Serra, coltiva il grande sogno di una casa di produzione sarda che avrebbe dovuto chiamarsi "Sardegna Pictures". Nei programmi un lavoro a supporto della campagna antimalarica e una serie di film destinati a promuovere la Sardegna e la sua cultura, ma la "Sardegna Pictures" resterà sempre una pazza idea. L'esperienza romana. A un certo punto Antonio Simon Mossa pensa al cinema come un vero e proprio lavoro e arriva a collaborare per la logistica del film "Proibito" di Mario Monicelli, girato poi tra Tissi, Ittiri, Cargeghe e Codrongianos e tratto dal romanzo di Grazia Deledda "La madre". Film che, di fatto, segnò l'inizio della carriera del regista romano che proprio con questa opera, interpretata da Amedeo Nazzari e Lea Massari, raggiunse la notorietà. Il brusco addio. A un passo dal successo, Antonio Simon Mossa non riesce a sfondare nel mondo del cinema e lo abbandona amareggiato. Si riavvicinerà solo a metà degli anni Sessanta nel ruolo di giurato nel Premio Sardegna di cinematografia all'interno del Festival internazionale del Film d'amatore di Olbia. A quel punto era già un architetto di grande fama e quell'esperienza servì solo a mettere la parola fine alla sua esperienza nel campo della cinematografia. Il convegno. Servirà ad ampliare la dimensione della figura di questo grande intellettuale sardo, capace di esprimersi in più campi. Venerdì, dopo i saluti del direttore del Dipartimento di storia Marco Milanese, sono previsti gli interventi di Giuseppe Mascia (Società filosofica italiana), Alessandra Sento (Società Umanitaria Sardegna), Andrea Mariani (Università di Udine), Simone Ligas, Joseph Pintus e Alessandro Doneddu (Società Umanitaria Sardegna), Riccardo Campanelli (Università di Sassari), Antonello Nasone (Società filosofica italiana). Si parlerà anche del nuovo sito web dedicato con gli interventi di Luca Delogu (Graphicart) e Antonello Carboni. Chiuderà la giornata Pietro Simon, figlio di Antonio.

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