Venerdì 20 ottobre 2017

20 ottobre 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 20 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
In evidenza
L'ATENEO PROMUOVE IL LAVORO NEL SULCIS

È stato firmato dalla rettrice Maria Del Zompo l'atto costitutivo della fondazione Aria: la sede è nella sede del centro servizi per l'innovazione e l'imprenditorialità di UniCa - ed ha come scopo la promozione dell'occupazione nel Sulcis Iglesiente.

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 20 ottobre 2017 / Lettere e opinioni (Pagina 42 - Edizione CA)
IL DIBATTITO
Per fermare l’emigrazione
AIUTARE I GIOVANI QUI IN SARDEGNA

L’Unione Sarda ha riportato dati importanti sui flussi migratori della Sardegna. È un tema che ha riempito spesso le pagine dei giornali negli ultimi mesi. Solo che, per una volta, vediamo il problema dall’altro lato, quello dei nostri territori che vedono andare via i giovani che aspirano ad un futuro migliore. Il rapporto appena pubblicato dall’Ocse certifica le difficoltà dei giovani a trovare un’occupazione dignitosa. Su questo fronte la Sardegna condivide con gran parte dell’Italia la poca chiarezza dei percorsi di selezione, che troppo spesso passano più per i contatti personali o per la disponibilità ad accettare condizioni che poco hanno a che fare con il profilo professionale. Ci dispiace e ci preoccupa soprattutto che ad andarsene sono perlopiù giovani preparati e pronti a confrontarsi con gli altri, a crescere e a sviluppare non solo la propria carriera ma soprattutto le proprie capacità professionali, il che inevitabilmente sottrae quegli stessi giovani dal processo di sviluppo della nostra isola.
Ora, visto che spesso si propone giustamente di aiutare a casa loro i giovani nordafricani e mediorientali che cercano un futuro migliore passando per l’Italia, e visto che non possiamo imporre ai nostri ragazzi di rinunciare al loro futuro, perché non ribaltiamo questo suggerimento, aiutando a casa nostra i nostri giovani? Magari possiamo iniziare facendo in modo che quando si sceglie un candidato per un posto di lavoro si valutino le sue capacità professionali, il suo curriculum e le sue potenzialità. Ogni volta che accettiamo il “suggerimento di un amico” stiamo invitando un giovane bravo ad andare via. E invece non bisogna dimenticare mai che i giovani sono il futuro della nostra comunità.
Stefano Zedda
Docente di matematica finanziaria Università di Cagliari

 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 20 ottobre 2017 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Per gli studenti solo posti in piedi. L'assessore prepara la riforma
AUTOBUS VECCHI E AFFOLLATI  «Ma dal 2019 si cambia»

Sulla linea 107, da Cagliari a Maracalagonis, i posti in piedi sono ormai routine. Soprattutto all'ora di pranzo, quando migliaia di studenti finiscono le lezioni e tornano a casa. «È una delle tratte più affollate, insieme a quella che collega il capoluogo a Sestu. Da lunedì cercheremo di risolvere il problema. Se non completamente, almeno in parte, aumentando le capienze», spiega Carlo Poledrini, direttore generale dell'Arst.
AUTOBUS VECCHI Le difficoltà, per l'azienda regionale che gestisce la fetta più grande del trasporto pubblico locale (367 Comuni su 377, 4200 corse al giorno) sono legate ai pullman: l'età media degli autobus è di 12,5 anni secondo i calcoli della società, addirittura sfiorerebbe i 14 stando alle stime della Cgil Trasporti. Di sicuro, il parco mezzi di una qualsiasi azienda italiana o europea è molto più verde. L'età media nella Penisola è di 11,4 anni, mentre in Germania scende a 6,9. Da poco la Regione ha acquistato un centinaio di nuovi autobus per il trasporto pubblico locale. All'Arst ne arriveranno 65, ma non prima del 2018: le buste della gara d'appalto per la fornitura sono state aperte nei giorni scorsi e il bando, una volta aggiudicato, prevede 3 mesi per la consegna.
I FINANZIAMENTI L'azienda però non è in grado di pianificare uno svecchiamento del parco mezzi: per sostituire i pullman e mantenere un'età media più vicina agli standard europei sarebbe necessario cambiare ogni anno 100-120 autobus, degli oltre 800 a disposizione dell'Arst. Un'operazione del genere costerebbe ogni dodici mesi 30 milioni, che non si possono trovare nel bilancio attuale: il servizio complessivo costa circa 120 milioni all'anno, dalla Regione arrivano 88 milioni di compensazioni, dai biglietti circa 24 milioni, non c'è spazio per gli investimenti.
GLI STUDENTI Ad aggravare la situazione, per quanto riguarda l'affollamento delle corse dedicate agli studenti, c'è la scarsa collaborazione delle scuole: «Abbiamo chiesto all'inizio dell'anno di comunicarci il numero degli alunni e altri dati, ma le risposte sono state pochissime», spiega Poledrini. L'Arst così ha dovuto programmare al buio le frequenze: «Ma rispetto all'anno scorso non è stata soppressa nemmeno una corsa», assicura il direttore generale dell'azienda, rispondendo alle lamentele che in questi giorni sono arrivate da mezza Sardegna. I problemi non riguardano solo l'azienda regionale: «Anche la linea University express del Ctm è sempre affollata», racconta Carlo Sanna, rappresentante degli studenti di Unica 2.0. «In generale i mezzi pubblici hanno pochi posti liberi a disposizione, soprattutto negli orari di punta. Molte altre fasce sono completamente scoperte: ad esempio di notte le corse sono quasi inesistenti, eppure i laboratori nella cittadella universitaria di Monserrato chiudono tardi, in città molte biblioteche rimangono aperte fino a mezzanotte. Servirebbe un maggior confronto con le aziende perché non sono sincronizzate con le nostre esigenze».
LE SOLUZIONI Per risolvere i problemi del Tpl servirebbero più soldi. Per l'Arst e le sue sorelle la situazione potrebbe cambiare «se aumentasse il rimborso chilometrico, soprattutto per le aziende che effettuano il servizio extraurbano, perché quello attuale e totalmente insufficiente», sostiene Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Filt Cgil. Il contratto prevede 1,5 euro a chilometro, contro i 2,7 euro appena concessi in Abruzzo per un servizio molto simile. Poi ci sono le prospettive future: «Bisogna affidare in house il servizio di trasporto pubblico locale alla aziende pubbliche urbane ed extraurbane, magari obbligandole a consorziarsi, per almeno 9 anni», dice Boeddu.
LA RIFORMA Nelle prossime settimane l'assessore ai Trasporti incontrerà i rappresentanti dei territori e delle aziende per preparare il terreno a una riforma che definisce «epocale», perché «entro il 2019 dobbiamo individuare i nuovi bacini di traffico, affidare i collegamenti e decidere come governare la rete. Sarà una rivoluzione, che ci consentirà di risolvere le attuali criticità».
Michele Ruffi

Denuncia dei sindacati. L'azienda: cambi di programma richiesti da Comuni e scuole
Corse sospese in Marmilla: «Ci sono pochi autisti»

Alla Marmilla la maglia nera del trasporto locale nelle province di Cagliari e Oristano. Corse cancellate o che saltano per scarso personale. Problemi per studenti e pendolari che si spostano verso gli ospedali. Alcune emergenze sono state risolte, altre rimangono. Dalla zona di Asuni non c'è un pullman per Cagliari con disagi per gli universitari che studiano nel capoluogo. Soppressa la tratta mattutina fra Mogoro e Ales, utile per i pazienti diretti verso il poliambulatorio alerese. Inoltre gli autobus che partono da Ales e Laconi verso Oristano non passano più dentro Silì. Chi è diretto alla frazione oristanese è costretto a raggiungere Oristano e poi prendere un altro pullman per Silì. Qualche settimana fa gli studenti di Gonnoscodina e Gonnostramatza avevano lamentano un pullman per Oristano vecchio e con guasti frequenti.
Dopo la loro protesta l'Arst ha sostituito il mezzo con un autobus nuovo ed efficiente. Alcuni mesi fa per due giorni sono saltate alcune corse in Marmilla e Sarcidano per poco personale per infortuni e malattie improvvise. Poi il problema era rientrato. Ma Augusto Corona, segretario regionale della Faisa Cisal, ha ribadito: «Il personale non è ancora sufficiente». Il direttore dell'Arst Carlo Poledrini ha spiegato: «La corsa Mogoro-Ales è stata sospesa per la chiusura momentanea delle superiori mogoresi. Inoltre se il percorso per Silì è stato modificato è dovuto alle disposizioni di qualche Comune. Il personale è distribuito con la stessa percentuale in tutte le aree. Ma in alcune zone è più alto il tasso di assenteismo, legato a permessi, malattie e infortuni».
Un mese fa un quattordicenne era stato scaricato ad Ales, dopo le lezioni, da un autista, perché non aveva biglietto e non gli è stato consentito di farlo a bordo. Ma l'Arst si era scusata immediatamente con la famiglia. Inoltre gli studenti del Barigadu sono costretti a fare trenta chilometri in più ogni giorno per raggiungere le scuole superiori di Ghilarza perché il ponte di Santa Chiara di Busachi è chiuso per problemi di sicurezza. La Provincia ha assicurato un pronto intervento. I ragazzi ringraziano.
Antonio Pintori

 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 20 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
L'ospedale Civile non ha gruppo elettrogeno, martedì esami saltati
Black out elettrico di ore: radiografie e tac sospese

Sono apparecchiature diagnostiche costose e preziosissime, perché consentono in pochi minuti di fare luce su molte patologie. Certo, a patto che la luce ci sia, stavolta nel senso dell'energia elettrica. Martedì mattina, ad esempio, la cabina Enel di una parte di Stampace alto - dove si trova l'ospedale “San Giovanni di Dio” - si è guastata, provocando un lungo blackout. Una Tac aperta di medio livello e una buona apparecchiatura per le radiografie del Civile sono rimaste cieche per circa cinque ore: non c'è gruppo elettrogeno nella Radiologia dell'ospedale progettato dal Cima. I pazienti più pazienti che erano tra i sei in lista per l'esame diagnostico, hanno atteso il ritorno dell'energia elettrica e a mezzogiorno e mezza hanno avuto quel che avevano prenotato. Gli altri sono stati, come si dice in gergo, “riprogrammati”: hanno cioè ottenuto un nuovo appuntamento. Un disagio piuttosto pesante, che ha però colpito pochissime persone ma che si ripeterà a ogni blackout.
IL PRIMARIO «Il paziente è sempre al centro del nostro mondo», allarga le braccia Luca Saba, direttore della struttura complessa di Radiologia dell'Aou (Azienda ospedaliero-universitaria), «quindi anche il disagio di pochi ci rincresce moltissimo. Aggiungo che queste apparecchiature consumano molta energia elettrica e che servirebbe un gruppo elettrogeno estremamente potente, dunque costoso». Un investimento che l'Aou non ritiene utile fare, perché il San Giovanni di Dio si avvia a essere un agglomerato di ambulatori, con il progressivo trasferimento dei reparti al Policlinico di Monserrato: la Radiologia principale e già lì, con le sue macchine migliori. «Al Civile», aggiunge Saba, «gli accertamenti sono fatti solo su pazienti non ricoverati, in base alle prenotazioni che giungono al Cup. Nessuna urgenza, dunque, come avviene invece al Policlinico di Monserrato, dove sono attive anche le sale operatorie». Con i loro gruppi elettrogeni, ovviamente.
L'AOU Fatti i conti, e l'Azienda li ha fatti, il costo da sostenere per un generatore di energia elettrica sarebbe eccessivo, rispetto al numero di prestazioni giornaliere: nove Tac e cinque accertamenti radiografici. Significa che il problema legato ai blackout, al San Giovanni di Dio che si avvia a diventare un “ospedale di giorno” (prestazioni ambulatoriali e piccoli interventi, con rarissime degenze notturne), non sarà risolto. Farlo, costerebbe troppo.
Luigi Almiento

 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 20 ottobre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 11 - Edizione CA)
Giovanni Betza di Codrongianos, 45 anni, una volta chiusa la fabbrica ha ripreso a studiare
IL CASSINTEGRATO DIVENTATO MEDICO
Nel 2010 occupò l'Asinara con i colleghi di Vinyls, ieri la laurea

Nel 2010 occupava per protesta una cella nell'isola dell'Asinara assieme agli altri colleghi della Vinyls. Cassintegrati, disperati. Ieri ha discusso la tesi di laurea in Medicina e chirurgia, votazione finale 110 e lode. Giovanni Betza ha 45 anni, un passato al petrolchimico di Porto Torres fatto di illusioni, speranze, sconfitte. Ora, ha un futuro da medico, generico o internista. La decisione è ancora da prendere e sarà legata anche all'esito dei test di ingresso delle scuole di specializzazione.
LA SVOLTA In viale San Pietro, nell'aula magna della facoltà di Medicina, con la madre, il fratello, gli amici di Codrongianos, dov'è nato e dove abita, c'erano i colleghi che sette anni fa avevano dato vita con lui a una vertenza ironica e originale. Si erano trasferiti in massa all'Asinara per autorecludersi e mettere in scena una parodia dei reality televisivi. Titolo: “L'isola dei Cassaintegrati”. Se ne occupò la stampa nazionale mentre i politici fecero la fila per incontrarli, promettere e farsi fotografare. Dopo diverse vicissitudini la Vinyls è fallita ugualmente. Giovanni Betza era entrato al petrolchimico nel 1994. Il sogno raggiunto del posto fisso da operaio prima, e quindi da quadrista, capoturno, vice capo impianto. Nel 2010 come altri colleghi ha capito che davanti si stava spalancando il vuoto. «Durante la permanenza nell'Isola ho deciso di riprendere gli studi. Ho comprato i libri e ho preparato il test d'ingresso».
IL SOGNO È stata anche una sfida personale, perché voleva dire riprendere in mano un sogno che da giovane era stato costretto ad abbandonare. «Mi ero iscritto, ma dopo pochi giorni mi ero accorto che non sarei mai riuscito a seguire tutte le lezioni. Andai anche dal Rettore, ma mi disse che la Facoltà non era adatta agli studenti-lavoratori. Lasciai subito gli studi, e dentro mi restò sempre il rimpianto». Il destino gli ha concesso una seconda possibilità. La conferma con il superamento del test. «Mi hanno aiutato le mie conoscenze di chimica e del mondo del lavoro. Sono stato avvantaggiato». La tesi è stata discussa sei anni e otto mesi dopo l'iscrizione, fuori corso di pochissimo. «Il momento più duro è stato quello iniziale». C'era da reinventare una vita. «Avevo una montagna da scalare». L'esame più difficile? «Anatomia II, ci sono voluti undici mesi». Il rischio di mollare era sempre dietro l'angolo: «Non ho passato Psichiatria, un esame considerato facile. Mi sono detto: cosa mi succede?. Poi ho preso trenta e lode».
I COMPAGNI DI STUDIO Dopo la laurea i primi a festeggiare Giovanni Betza sono stati i colleghi più giovani, alcuni appena iscritti. «Mai avuto problemi, ero uno di loro. Qualche docente trovandosi davanti un adulto è rimasto perplesso, ma anche con loro il rapporto è stato splendido. Ho voluto ringraziarli personalmente nella mia tesi».
LE DIFFICOLTÀ Nei primi anni in cassa integrazione Giovanni Betza ha dovuto dividere il tempo per lo studio e le lezioni con le ore da passare in fabbrica, la mente ormai era altrove. E in casa c'era l'impegno per accudire il padre, a letto da 14 anni. «Una volontà unica», racconta orgoglioso il fratello Filippo, «sapevo che ce l'avrebbe fatta». «Guardi che non ho fatto nulla», spiega il neo medico, presentando una neo laureata come lui. «Maddalena: infermiera e mamma, faceva i turni di notte. Abbiamo condiviso gioie, ansia e tensione. Scriva di lei, non di me. Io almeno a casa trovavo il pranzo pronto». La madre Filomena, subito dopo la proclamazione, l'ha abbracciato con qualche lacrima e molti sorrisi.
GLI EX COLLEGHI A sistemargli la corona d'alloro sulla testa sono stati i vecchi colleghi, prima però l'hanno incollata al suo caschetto da lavoro. Giovanni Betza gli ha dedicato la tesi di laurea: «Ai colleghi di Porto Torres che in questi anni mi sono stati vicini e mi hanno incoraggiato nonostante la grave condizione umana e lavorativa». Loro hanno risposto con una scritta sul camice: «A te la laurea da dottore, a noi quella da pazienti. Non ti dimenticare di noi».
Franco Ferrandu

 

6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 20 ottobre 2017 / Provincia di Oristano (Pagina 35 - Edizione CA)
SORRADILE
Rimborso tasse universitarie

Entro oggi si possono presentare in Comune le domande per il rimborso delle tasse universitarie.
(a.o.)

 

7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 20 ottobre 2017 / Provincia di Oristano (Pagina 36 - Edizione CA)
SOLARUSSA
Tesi di laurea in biblioteca
Nella biblioteca di Solarussa verrà istituito un archivio delle tesi di laurea.

L'idea è dell'amministrazione comunale che ha approvato anche il regolamento. «Si tratta di un modo semplice per valorizzare un'attività di raccolta che promuove la cultura locale - ha detto il sindaco Mario Tendas - Saranno prese in considerazione tutte le tesi prodotte dai cittadini che raccontano il nostro territorio al fine di costituire un patrimonio culturale disponibile a tutti».
Verrà istituita anche una commissione esterna «che curerà gli aspetti gestionali e che potrà disporre di fondi di bilancio sia per istituire alcuni premi a favore dei laureati che per organizzare delle iniziative pubbliche nel corso delle quali verranno illustrate solamente le tesi che rivestono maggiore interesse», conclude Tendas. ( s. p. )

 

8 - L’UNIONE SARDA di venerdì 20 ottobre 2017 / Economia (Pagina 15 - Edizione CA)
Iniziativa di Coldiretti sull'universo femminile: cinque riconoscimenti in vari settori produttivi
“Féminas”, un premio per le donne

Sono Francesca Columbu (direttrice del giornale online Donna Sarda), Pasqua Salis Palimodde (Su Gologone), Chiara Obino (record del mondo in apnea), Lucia Gemma Delogu (la ricercatrice che ha scoperto il “killer dei tumori”) e Marianna Virdis (azienda agricola Sa Laurera) le vincitrici della prima edizione di “Féminas”, il premio di Coldiretti Sardegna e Coldiretti Donna Impresa. La premiazione a Sanluri, nelle cantine Su'Entu.
«Cinque donne sarde, cinque storie diverse, ma che nei loro settori di competenza - impresa, scienza, comunicazione, sport e agricoltura - hanno raggiunto importanti obiettivi a livello regionale, nazionale e internazionale», si legge in una nota. Il premio “Sardo 100%”, categoria “Ritorno alla Campagna”, è invece andato al padrone di casa Salvatore Pilloni «Eccelliamo in tante discipline, ne abbiamo avuto una ennesima prova, ma spesso non sappiamo riconoscercelo», hanno sottolineato Battista Cualbu e Luca Saba, presidente e direttore di Coldiretti Sardegna. «Spesso siamo bravi e far emergere i difetti, meno a dire grazie a chi merita».

 

9 - L’UNIONE SARDA di venerdì 20 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Consolato Belarus
Lingua russa, Cagliari capitale per un giorno

Cagliari, ancora una volta, capitale della Lingua Russa grazie al “III° Forum Internazionale della Lingua Russa in Sardegna” che si terrà domani mattina nell'Aula magna del liceo Scientifico “Alberti” in via Ravenna.
Occasione per fare il punto sull'offerta formativa nel territorio, le collaborazioni internazionali con le istituzioni accademiche della Federazione Russa e della Repubblica di Belarus, le opportunità di lavoro soprattutto nel settore dei servizi turistici.
Nello studio del russo come come lingua straniera o nelle attività didattiche finalizzate alla conservazione delle radici linguistiche nella popolazione di origine russofona, convivono nuove tecnologie multimediali e risorse online che saranno illustrate da Tatiana Kortava Prorettore dell'Università di Mosca.
Previsti interventi anche della professoressa Iryna Shastsitka, dell'Università di Minsk e della direttrice del Centro di Lingua Russa di Cagliari Inna Naletko.

La Nuova Sardegna

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 20 ottobre 2017 / Sardegna - Pagina 4
La maggioranza soffre ma trova l'accordo sui punti critici. Martedì il voto finale
Accolte le richieste su Nuoro, La Maddalena, il Mater Olbia e Lanusei
PASSA LA RIFORMA DELLA RETE
Salvi tutti gli ospedali

di Umberto Aime
CAGLIARI Sul filo di lana è cambiato tutto o almeno molto nella rete ospedaliera. Così quello che sembrava impossibile fino a due giorni fa, all'improvviso s'è materializzato in Consiglio regionale. Grazie al contributo di almeno tre maggioranze ibride, modulari, nate e disfatte, che si sono alternate fra vittorie e sconfitte, dentro un labirinto di emendamenti. Ecco cronologia e sintesi: una trentina di consiglieri del centrosinistra - contrari solo i quattro della sinistra Mpd, più le astensioni di Campo progressista - ha votato insieme al blocco del centrodestra il via libera ufficiale al Mater Olbia che sarà. Poco dopo, all'unanimità, in 52 hanno resuscitato il punto nascita di La Maddalena: non chiuderà, sarà potenziato, con il sostegno continuo dell'ospedale pubblico della Gallura e del prossimo elisoccorso. Infine, in tarda mattinata e a macchia di leopardo, sostenuto da una larga e inaspettata maggioranza, è passata anche la promozione sul campo degli ospedali di Nuoro e Lanusei. Il primo avrà sette super specializzazioni, neurochirurgia, cardiologia vascolare, rete ictus e traumi fra le altre, elevate al livello delle eccellenze di Cagliari e Sassari. Mentre Lanusei, nei fatti, non sarà solo una «base» della Rete, ma il «nodo centrale» dell'Ogliastra, con ad esempio anestesia e centro traumi, uguali a quelli degli ospedali più grandi di, Oristano e San Gavino. Caos e sollievo. Ognuno di questi quattro casi da settimane era diventato un problema per il centrosinistra, che però nel concedersi poi mani e piedi alla volontà dell'aula, ha riattaccato cocci, recuperato dovunque un bel po' di alleati, alcuni necessari, altri ininfluenti, e alla fine di slancio è schizzato fuori dalle sabbie mobili. Anche se ormai della proposta originaria dell'assessorato alla sanità è rimasto gran poco, qualcuno sostiene solo la buccia. Fra qualche mese però bisognerà vedere quante delle correzioni dell'ultim'ora passeranno indenni all'esame del ministero della salute. Che da martedì prossimo in poi (è il giorno in cui ci sarà il voto finale in Consiglio) riceverà sul tavolo la mappa della Rete definitiva e duratura, l'ultima risaliva a trent'anni fa, dei 39 ospedali pubblici, privati, più quello in embrione, il Mater Olbia. Passerà, a Roma, l'ultima versione, oppure sarà bocciata o rimandata per eccesso di libertà, fantasie e deroghe? Chissà.Mater Olbia. Sull'ospedale del Qatar s'è consumato, in aula, un clamoroso strappo fra Pd e Articolo1- Mdp. È stato quando il partito di maggioranza relativa ha deciso che l'emendamento sul riassetto della sanità privata, esistente e futura, non sarebbe più potuto essere rinviato. Ll' ha messo ai voti, per evitare anche la sicura rivolta compatta, a sinistra e a destra, dei consiglieri regionali galluresi e di quanto sostengono che il Mater è un'occasione unica per la Sardegna e quando aprirà «cambierà tutto in meglio, dalla sanità alla ricerca». È stato Luca Pizzuto, Mdp, a intuire per primo che la richiesta di rinvio nel frattempo era stata già dichiarata irricevibile nel segreto di chissà quale stanza. Ha insistito: «Dobbiamo soprassedere, non possiamo votare a favore o contro un ospedale fantasma. Chi sa con esattezza cosa voglia fare e a cominciare chissà da quando l'accoppiata Qatar-Gemelli? Nessuno». Ma quando si è acceso il tabellone, è stato ricacciato indietro da una valanga di sì. Tanto da commentare: «Centrosinistra e centrodestra finora se le sono date di santa ragione su tutto, però sul Mater hanno votato compatti e questo mi fa sospettare che sia in atto una privatizzazione tutt'altro che sotterranea dell'oncologia e della radioterapia (sono le specializzazioni su cui punterà il Gemelli) in Sardegna». A bloccare la requisitoria non era bastata poco prima neanche questa frase dell'assessore Luigi Arru: «Abbiamo approvato solo la cornice tecnica, quando ci sarà il quadro spetterà all'aula dire quali saranno le regole che il Mater dovrà rispettare». Per ora si sa solo che nella mappa regionale il Gemelli avrà a disposizione 241 posti letto però in realtà saranno 204 ma dovrà inaugurarli per forza entro due o tre anni altrimenti li perderà. Quelli in più, 37, saranno restituiti al Giovanni Paolo II di Olbia e a proposito di scambi, d'ora in poi quelli fra sanità pubblica e privata passeranno dal 4 al 6 per cento.La Maddalena. Sostenuto sempre con forza da Pierfranco Zanchetta dell'Upc, il punto nascita non chiuderà. Il reparto di ostetricia sarà potenziato, nonostante sia molto al di sotto delle soglie imposte dal ministero. Oltre alla certezza che al Merlo i bambini potranno continuare a nascere, sarà potenziato il «percorso gravidanza», aumenteranno le trasferte dell' equipe chirurgiche in missione dal Giovanni Paolo II. Poi, in attesa dell'elisoccorso, cresceranno gli standard di sicurezza nel trasferimento della donna e del bambino prima, in prossimità e dopo il parto. In più riaprirà il reparto di pediatria, tre posti letto, e manterrà anche la camera iperbarica. Poi - e sarebbe un miracolo - il Merlo potrebbe ottenere persino una deroga speciale dal ministero: sarà sollecitata dalla Regione. A leggere le prime carte, è comunque un trionfo. Sarà la realtà a dire, con la riforma a regime, se Maddalena ha vinto dopo la rivolta delle pance.Nuoro e Lanusei. Non ha più senso la lunga disputa sul secondo livello, chiesto a gran voce da Emilio Usula dei Rossomori, e sul primo, preteso per l'Ogliastra da Franco Sabatini del Pd. Con l'emendamento presentato dal capogruppo Pietro Cocco, dem, e dai relatori di maggioranza Raimondo Perra e Gigi Ruggeri, i due ospedali passeranno subito di grado seppure solo nei servizi. La doppia promozione va spiegata meglio: pur non potendo ottenere il passaggio di categoria, non avevano i requisti, al loro interno avranno o nuove specializzazioni o quelle esistenti saranno potenziate fino a essere le stesse degli ospedali di livello superiore. In altre parole, Nuoro sarà più che rinforzato e si avvicinerà moltissimo alle prestazioni assegnate a Cagliari e Sassari. Diventerà, ed è ufficiale, il terzo polo sanitario con i suoi reparti, una quarantina, e in più neurochirurgia, chirurgia vascolare, terapia intensiva cardiologica, emodinamica ad alta specializzazione, radiologia interventistica e rete ictus d'interesse regionale. Sono servizi che finora avevano solo il Brotzu a Cagliari e l'Azienda universitaria di Sassari. Anche Lanusei, oltre agli attuali reparti tutti confermati, avrà il suo bonus con anestesia, rianimazione, terapia intensiva cardiologica e centro traumi: sono quattro servizi di categoria superiore. È pure questa una vittoria? Per il centrosinistra sì, no secondo l'opposizione, che subito dopo il giochetto delle maggioranze ibride sono ritornati a pestarsi come fabbri e riprenderanno a farlo da martedì in poi.

 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 20 ottobre 2017 / Sassari - Pagina 30
GRADUATORIE AOU: SE NE PARLA IN REGIONE
Proposta di legge del consigliere Daniele Cocco: chiede che gli elenchi in scadenza vengano prorogati per tutto il 2018
SASSARI La beffa dei vincitori di concorso Aou approda in consiglio regionale. Tutti gli idonei della selezione pubblica che compaiono in elenco, e che dal 2012 ad oggi non sono mai stati stabilizzati, dal 31 dicembre perderanno ogni titolo e chance per una futura chiamata o stabilizzazione. Infatti le graduatorie scadranno ed equivarranno a carta straccia. Il consigliere regionale di "Sinistra per la Democrazia e il Progresso" Daniele Cocco ha scritto una interrogazione che successivamente si tramuterà in una vera e propria proposta di legge da portare in Consiglio, con l'obiettivo far prorogare quelle graduatorie a tutto il 2018.C'è una considerazione. Dal 2014 la Regione ha imposto nella sanità il blocco del turnover, e nella Aou sino a qualche giorno fa mancava un nuovo piano aziendale che riorganizzasse gli assetti gestendo anche in maniera funzionale l'accorpamento tra Cliniche e Ospedale. A breve il direttore generale Antonio D'Urso dovrà provvedere a una nuova ricognizione dell'organico, e dovrà stilare il fabbisogno del personale per i prossimi tre anni. Il quadro completo farà emergere in maniera chiara le eventuali carenze, finora lamentate dai vari settori, e darà la possibilità di colmarle. Si parla di buchi da 80 infermieri, 120 Oss, 15 anestesisti e anche qualche amministrativo. Ecco che gli elenchi dei vincitori di concorso rappresentano il miglior bacino dal quale attingere. E anche quello più economico, dal momento che il frequente ricorso alle agenzie interinali e le chiamate dirette di nuovo personale sono costate all'azienda mediamente un 30 per cento in più. «La legge 30 ottobre 2013, n.125, prevede che, oltre all'immissione in servizio dei vincitori di concorsi, anche lo scorrimento della graduatoria degli idonei al fine di limitare le proroghe di contratti a tempo determinato e l'uso del lavoro flessibile nel pubblico impiego - scrive il consigliere regionale Daniele Cocco - la Regione dispone che le aziende sanitarie e le aziende ospedaliere della Sardegna utilizzino, nel rispetto dell'ordine di posizione, le graduatorie vigenti nelle aziende per concorsi pubblici a tempo indeterminato piuttosto che l'indizione di nuove procedure selettive per assunzioni a tempo determinato. La Giunta regionale il 12 maggio 2015 ha approvato s le direttive relative alla proroga delle graduatorie concorsuali». E prosegue: «Per troppo tempo si è cercato di sopperire alle carenze in organico attraverso il reclutamento di personale amministrativo e infermieristico tramite la somministrazione di lavoro interinale e a tempo determinato». Perciò la richiesta rivolta al governatore Pigliaru e all'assessore alla Sanità Arru sono le seguenti: «Quali azioni intendano adottare, o far adottare, al fine di limitare il ricorso alla somministrazione di lavoro interinale per il personale sanitario delle aziende sanitarie e delle aziende ospedaliere universitarie e permettere un graduale scorrimento delle graduatorie vigenti per i diversi profili professionali. E quali azioni intendano adottare al fine di incentivare gli accordi tra le amministrazioni, le aziende sanitarie e le aziende ospedaliere universitarie della Sardegna in relazione all'assunzione di personale tramite lo scorrimento delle graduatorie di concorsi espletati da altre amministrazioni, per profili analoghi o equivalenti». (lu.so.)

 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 20 ottobre 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 36
LE INIZIATIVE DELLA NUOVA
Dal 27 ottobre arriva in edicola “La Storia di Sardegna” di Francesco Cesare Casula
L'autore racconta il suo lungo viaggio nelle vicende storiche dell'isola
INTERVISTA ALL’AUTORE «Dai sardi nuragici a oggi il filo della nostra identità»

di Andrea Massidda
Non la "Storia della Sardegna" (cioè quella della regione), ma la "Storia di Sardegna", «ossia la ricostruzione primaria degli Stati che si sono formati sull'isola nel corso del tempo dopo l'evo antico». Come i regni giudicali di Càlari, Torres, Gallura e Arborèa, «ciascuno con le proprie strutture statuali, le proprie leggi, le proprie espressioni artistiche e grafiche, i propri governanti, le proprie paci e le proprie guerre». Francesco Cesare Casula - dal 1980 fino al 2008 ordinario di Storia medievale alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari e per ventotto anni direttore dell'Istituto sui rapporti italo-iberici e dell'Istituto di Storia dell'Europa mediterranea del Cnr - presenta così la sua opera divisa in otto volumi che sarà pubblicata dal nostro giornale per altrettante settimane a partire da venerdì 27 ottobre. Una narrazione che lui preferisce definire con la locuzione latina "res gestae", i fatti accaduti, perché - chiarisce - ha un'ottica diversa rispetto alla storiografia tradizionale, che parla di una Sardegna sempre conquistata, dominata, sfruttata da parte dei Fenici, dei Punici, dei Romani, dei Vandali, dei Bizantini, dei Pisani, dei Genovesi, degli Aragonesi, degli Spagnoli e infine dei Piemontesi». Vicende che a suo avviso dovrebbero essere apprezzate e studiate al pari di quelle di tutti gli altri Stati del mondo. «Per non parlare - continua Casula - della parte che racconta la storia dello Stato chiamato Regno di Sardegna, poi Regno d'Italia, oggi Repubblica italiana, nato a Cagliari-Bonaria il 19 giugno del 1324, pregnato dal sangue e dal sudore di noi sardi per ben 537 anni, senza il quale non ci sarebbe l'Italia odierna, non ci sarebbero gli attuali italiani». Ma è sin dal principio che si capisce come "Storia di Sardegna" sia un'opera differente dalle altre. Casula, tanto per intendersi, l'epoca nuragica la sfiora soltanto. «Salto il periodo preistorico - spiega - perché altrimenti andrei a toccare un mito ingenuo che abbiamo noi sardi e che francamente non condivido. Del resto le pietre non parlano e sul quel periodo tutti possono dire quello che vogliono. Per questo non entro nell'argomento». In pratica si parte dallo sbarco dei Fenici. «Era un popolo - racconta - che arrivava dal Libano e viveva di commercio. I Fenici si muovevano con le loro imbarcazioni da Tiro e Sidone e altre città per far carico in Egitto di materie lavorate come collanine, vasi o pelli e, una volta passato lo Stretto di Gibilterra, dirigersi verso la Bretagna e tornare indietro con le navi cariche di stagno. Durante il loro tragitto allestivano nei luoghi incontrati lungo la rotta quelle che ora potremmo chiamare fiere itineranti. Quando arrivavano in Sardegna, dove barattavano la loro merce, specie con il sale, chiedevano appunto a qualche nuragico l'autorizzazione a mettere un emporio». Emporio che però col tempo si amplia a tal punto da diventare cittadina. «E qui iniziano i guai - continua Casula -, nel senso che una popolazione di cinquemila abitanti ha bisogno di lavorare la terra e andando verso l'interno dell'isola alla ricerca di questa terra finisce inevitabilmente per scontrasi con i nuragici. Nasce così un conflitto che vede i Fenici alleati con i "cugini" cartaginesi: i Giganti di Mont' e Prama non sono altro che la rappresentazione degli eroi della resistenza contro quegli eserciti occupatori».La "Storia di Sardegna", tuttavia, è - per usare le parole del suo autore - fondamentalmente una storia della statualità italiana. E Casula raccontando tutti i fatti storici punta dritto su quell'obiettivo. Tanto che quattro degli otto volumi sono dedicati al periodo giudicale. «È un'epoca cruciale perché nell'isola ci sono ben quattro regni. E sia chiaro: non si tratta di una torta divisa in quattro, ma di quattro torte molto differenti tra loro, anche nella lingua, che si sono fatte una guerra feroce. Mi rendo conto che questo è un concetto istituzionale molto complesso e non facile da comprendere. Ma tant'è. Dal punto di vista culturale direi che il Giudicato di Torres era quello più importante e del resto se Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero, ha fatto sposare suo figlio Enzo con la giudicessa Adelasia di Torres, un motivo ci sarà. Dal punto di vista politico, invece, direi che emergeva il Giudicato di Arborea». Inevitabile, dunque, parlare di Eleonora: «È una figura bella e importante come donna, ma anch'essa mitizzata da noi sardi. Per dirla tutta: non era certo Giovanna d'Arco».L'opera prosegue nel cuore della dottrina di Casula quando tocca l'argomento Regno di Sardegna. «Documenti alla mano - ripete sempre lo storico -, l'attuale Stato italiano non è altro che il Regno di Sardegna ampliato nei suoi confini. Non si tratta di un dettaglio trascurabile, anzi, ha un enorme valore politico. Noi sardi dobbiamo mettercelo in testa: è la Sardegna che ha fatto l'Italia, non il contrario».

 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 20 ottobre 2017 / Salute e benessere
IL DATO
Dal 1996 al 2015 gli studiosi del nostro Paese sono stati i più produttivi e quelli maggiormente citati
RICERCA, ITALIA LEADER NELLE PUBBLICAZIONI

L’Italia è il primo paese al mondo per numero di citazioni per ricercatori e detiene anche il primato globale per produttività della ricerca in termini di pubblicazioni per ricercatore. Le citazioni per ricercatore, infatti, nel ventennio 1996-2015 sono ben 238. «La difficoltà dei nostri ricercatori a trasformare in impresa l’innovazione generata dalla propria ricerca è una caratteristica nota del sistema della ricerca italiana», spiega Elena Sgaravatti, componente del Comitato di Presidenza di Federchimica Assobiotec e amministratore delegato di Demethra Biotech Srl. L’Italia così si posiziona all’ultimo posto per numero di domande di brevetto presentate rispetto a Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti (meno di metà rispetto alla Svizzera e meno del 20% rispetto alla Germania), mostrando una bassissima capacità di valorizzazione della propria ricerca. «Questa situazione è imputabile certamente alla ridotta presenza di collegamenti e processi di Technology Transfer tra mondo universitario e industriale - prosegue Sgaravatti - ma soprattutto alla mancanza di una cultura della valorizzazione della ricerca accademica». Tuttavia, in un contesto che offre ampi margini di miglioramento, l’Italia vanta un’assoluta leadership nel settore delle terapie avanzate: delle cinque attualmente autorizzate in Europa (altre tre sono state ritirate o sospese), ben tre sono il frutto di attività di ricerca, sviluppo e produzione nazionali. Per migliorare il sistema organizzativo sanitario e aiutare quindi la ricerca, un contributo può arrivare dalla capacità del Servizio Sanitario Nazionale di selezionare medical device e tecnologie elettromedicali in relazione al valore generato nel sistema. Il sistema sanitario deve spingersi nella direzione di essere sempre più selettivo. Per questo è indispensabile un’azione: adottare l’approccio dell’Health Technology Assessment per identificare le opzioni assistenziali che si sono dimostrate maggiormente costo-efficaci.

 

15 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 20 ottobre 2017 / Agenda - Pagina 22
AULA MAGNA
Oggi è la “giornata del medico”

SASSARI  Questo pomeriggio alle 16, nell’aula magna dell’università, in piazza Università 21, si terrà la “Giornata del Medico”, l’appuntamento annuale organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Sassari. La cerimonia, arrivata alla 62ª edizione, sarà articolata in tre importanti momenti: la consegna delle medaglie di benemerenza a 15 medici che hanno compiuto 50 anni di laurea; la consegna del sigillo d’onore “Custode e divulgatore dei nostri valori” ad un sanitario che si è distinto nello svolgimento della professione e il Giuramento professionale che presteranno gli 86 medici chirurghi e i 7 odontoiatri che si sono iscritti all’Ordine nell’ultimo anno.

Questionario e social

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