Giovedì 19 ottobre 2017

19 ottobre 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Piante di Forestas nelle aree di Ingegneria, Economia e Policlinico
IL TESORO VERDE DELL'ATENEO
Gli studenti lavorano al recupero di giardini e cortili

Questa è una bella notizia. Quando i ragazzi iniziano un percorso virtuoso finalizzato al bene della città, dei suoi spazi, della sua cultura non può che essere una bella notizia. Gli studenti universitari sono i protagonisti del recupero delle aree verdi dell'ateneo cagliaritano. Quindici spazi, di varie dimensioni e tipologie, da valorizzare o, come nel caso del Policlinico, da far nascere, che si estendono per circa 170 mila metri quadri. Campi incolti, giardini e cortili che si trasformano in laboratori, aule o angoli immersi nella natura dove poter studiare in santa pace e con profitto, ma anche aperti a turisti e cagliaritani.
STUDENTI PROTAGONISTI Scelta delle piante, cartellonistica, analisi delle aree. Le proposte progettuali arrivano dalle tesi dei ragazzi laureati in Scienze naturali. Ricerche approfondite sulla storia e sulla possibilità di utilizzo di aree spesso dimenticate e, quindi, abbandonate. Gli studenti sono stati affiancati dal responsabile del Verde dell'Ateneo Luca Iiriti e hanno il nulla osta della rettrice Maria Del Zompo. Le tesi non sono rimaste solo sulla carta: ognuna fa riferimento a uno spazio specifico. Sono state elaborate proposte sul verde storico e sul verde recente . Due tipologie completamente diverse: una con vegetazione già strutturata, come l'ex Giardino dei sordomuti (Polo giuridico economico) o l'ex Clinica Aresu (giardini sospesi) che hanno necessità di cartellonistica, attrezzature e valorizzazione dell'esistente; l'altra con terreni incolti, dove vanno scelte le piante e la piantumazione (Policlinico).
VERDE SOSTENIBILE Gli studenti e Iiriti hanno basato i loro studi partendo da un principio base: i giardini devono essere sostenibili. Che tradotto vuol dire: poca manutenzione, poca acqua e pochi costi. Banditi quindi i prati verdi che hanno necessità di essere bagnati con regolarità, o piante che poco o niente hanno a che fare con la nostra Isola. Come le jacarande che arrivando da parti del mondo dove il vento non soffia così forte, hanno tessuti elastici poco resistenti, le palme, attaccate inesorabilmente dal punteruolo rosso , o i pini con radici poco profonde, che danneggiano i marciapiedi. La scelta proposta da studenti ed esperti è indirizzata sulle specie autoctone: piante e arbusti della macchia mediterranea.
UN MILIONE DI ALBERI Un ruolo fondamentale nel recupero delle aree verdi dell'Ateneo ce l'ha l'Agenzia Forestas che gratuitamente ha messo a disposizione 1.700 piante dei suoi vivai nell'ambito del progetto “Un milione di alberi”. Venti specie diverse, piante e arbusti in grado di crescere in terreni poco fertili e di rispettare il criterio di sostenibilità. Per il momento la piantumazione è in corso nel giardino del Polo economico giuridico, nel giardino della facoltà di Ingegneria e nel Policlinico di Monserrato, dove presto nei 130 mila metri quadri di terreno potrebbe nascere un parco geologico.
LE AREE VERDI I quindici spazi di proprietà dell'Università nei quali verranno piantumate sono sparsi sul territorio del capoluogo, a Macchiareddu e Monserrato (Policlinico): Orto botanico, Cittadella universitaria, Sa Duchessa/Geologia, polo Giuridico-economico (giardino sordomuti), segreteria studenti Giurisprudenza (via Nicolodi), Istituto di zoologia (ponte Vittorio), Cittadella dei musei (gestione comunale), Macchiareddu, Rettorato (palazzo Balice), Centro sportivo universitario (Cus), Architettura, Anatomia patologica (via Ospedale), ex Clinica Aresu, Palazzo delle scienze e istituti biologici (via Porcell).
Andrea Artizzu

L'INIZIATIVA. Luca Iiriti coordina il progetto “UnicaVerde”
«PIANTEREMO CARRUBI E CORBEZZOLI»
Luca Iiriti, quando parla di piante, giardini o affini, si illumina. Il responsabile del progetto “UnicaVerde” è il motore dell'iniziativa che ha coinvolto gli universitari cagliaritani.
Che piante utilizzerete?
«Il carrubo, l'olivastro, il rosmarino, il lentisco, il viburno, il leccio, il corbezzolo e numerose altre essenze tipiche della flora spontanea della Sardegna. Si tratta perlopiù di piante che vegetano in armonia con la fascia fitoclimatica della costa sarda e la loro piantumazione verrà eseguita rispettando l'ecologia delle singole specie».
Perché?
«Sono piante sempreverdi, capaci di regalare i tipici profumi della campagna sarda, richiedono poca acqua e resistono ai forti venti, tutte caratteristiche che permettono di progettare e realizzare aree verdi sostenibili, facili da gestire in termini economici. Va considerato anche che l'Università nelle diverse sedi è frequentata da numerosi ospiti internazionali e, se riusciamo anche a mostrare la bellezza e i profumi delle piante sarde, credo che sia un valore aggiunto non trascurabile».
Niente palme?
«Solo palme nane, le uniche spontanee in Sardegna. Altre specie assolutamente no. In città sono ancora evidenti i segni lasciati dal punteruolo rosso con numerose palme abbattute». (a. a.)

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Open day su menopausa
Sabato al Policlinico: per una visita telefonare (10-12.30) allo 070\5109\3251 o all'indirizzo gineca.rcollu@tiscali.it

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Il Consiglio comunale si schiera sulla riforma sanitaria
«La Regione non tocchi gli ospedali della città»

Il Consiglio comunale si schiera per la difesa della sanità cagliaritana con un ordine del giorno votato all'unanimità. L'esponente dei Centristi per l'Europa Federico Ibba ha portato in Aula un ordine del giorno in cui chiedeva una presa di posizione di tutto il Consiglio sulla condizione degli ospedali cagliaritani e sugli effetti della riforma della rete ospedaliera voluta dalla Giunta regionale.
OSPEDALI «Ci stiamo preoccupando per la chiusura del Marino, punto di riferimento per una parte di Cagliari ma anche per Quartu e tutta la zona costiera. Ci impensierisce lo smantellamento del San Giovanni di Dio, perché in ogni città turistica c'è un pronto soccorso in centro e i nostri flussi lo giustificano. E non vediamo positivamente l'accorpamento dei servizi al Policlinico, conoscendo bene i problemi di viabilità della 554», commenta Federico Ibba che ha smussato gli angoli della sua proposta iniziale ed è riuscito a far convergere i colleghi.
«Sul San Giovanni di Dio ho fatto una battaglia già dalla scorsa consiliatura per chiedere di non svuotarlo, lì possono restare presìdi di carattere ospedaliero ma servono centri di eccellenza e la riforma in questo senso è epocale e doverosa», commenta il capogruppo Pd Fabrizio Rodin, «se si riesce ad abbassare i costi della sanità elevandone la qualità non possiamo che essere felici perché avremo recuperato fondi per lo sviluppo». La proposta di Federico Ibba era arrivata in Aula col sostegno del centrodestra, ma il lavoro di diplomazia con la maggioranza si è rivelato determinante perché al momento del voto ci sono state assenze tra i banchi dell'opposizione che avrebbero potuto penalizzare la sua iniziativa.
PIRRI Da mesi non piove e cresce la preoccupazione per il timore che si possano verificare di nuovo disagi. Il problema è stato sollevato in Aula da Lino Bistrussu della Base. «In piazza Italia e via Balilla ci sono caditoie ancora ostruite, questa prolungata siccità alimenta la paura che possano arrivare violenti acquazzoni e gli abitanti di Pirri vorrebbero sentirsi più sicuri - spiega Bistrussu - l'assessora Marras mi ha assicurato che stanno intervenendo, ma ci sono zone a rischio».
Marcello Zasso

 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 ottobre 2017 / Provincia Sulcis (Pagina 31 - Edizione CA)
CARBONIA. ACCORDO CON L'ATENEO DI CAGLIARI
Architettura del paesaggio: un master post universitario nella miniera di Serbariu

Carbonia cerca ancora una volta di imporsi come uno dei poli della cultura e dell'architettura del paesaggio.
Grazie ai fondi della Fondazione Sardegna (80 mila euro all'anno per tre anni) la città organizzerà l'anno prossimo il Festival internazionale “Notti a Monte Sirai”, il Festival nazionale “Nuvole Parlanti”, un master in Architettura del Paesaggio e il Centro studi Mediterraneo del Paesaggio. Tutto ciò è sancito nel protocollo d'intesa che prevede un finanziamento complessivo di triennale di 240 mila euro. a favore della città di 80 mila euro all'anno. Il finanziamento riguarda quattro progetti proposti dalla Giunta e ritenuti ammissibili e realizzabili concretamente.
Dei quattro programmi, due hanno uno spessore davvero notevole: si tratta del master post universitario di alta formazione in architettura del paesaggio e dell'istituzione del centro studi Mediterraneo dedicato al medesimo argomento. Troveranno casa nella Grande miniera di Serbariu: Festival internazionale “Notti a Monte Sirai”; teatro musica danza; Festival nazionale di fumetto, satira e cinema d'animazione “Nuvole Parlanti”; Master in Architettura del Paesaggio; Istituzione del Centro Studi Mediterraneo del Paesaggio.
«Nei prossimi tre anni - sottolinea l'assessore all'Urbanistica Luca Caschili - Carbonia potrà avere un ruolo di primo piano nel settore dell'architettura e della pianificazione del territorio». Analoghi master in architettura erano già stati ospitati da Carbonia una quindicina di anni fa, poi l'esperienza si interruppe. La nuova sfida prevede invece un programma curato dall'Università di Cagliari in collaborazione col Politecnico di Barcellona, la Scuola di architettura di Marsiglia e la European Foundation for Landscape Architecture (Fondazione europea per l'architettura del paesaggio). La sede del master nel Sulcis consentirà di formare giovani professionisti in grado di operare a livello locale e nazionale. «In questo contesto - aggiunge Caschili - si inserisce l'istituzione del Centro studi Mediterraneo che svolgerà ricerche, studi e consulenze sulle politiche di sostenibilità ambientale e urbana».
Ma il finanziamento della Fondazione Sardegna rilancia in un senso, e consolida per un altro, due importanti eventi culturali. «La notizia - ammette l'assessore alla Cultura Sabrina Sabiu - è il ritorno, dopo circa venti anni, della rassegna nazionale di fumetto, satira e cinema di animazione “Nuvole Parlanti”: negli anni d'oro aveva ospitato artisti di spessore internazionale».
Il secondo è invece la conferma del Festival Notti a Monte Sirai, dedicato al teatro, alla musica e in parte pure alla danza. (a. s.)

 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Le navi colate a picco nel corso dei secoli restituiscono un'immensa risorsa turistico-culturale
Sott'acqua c'è un patrimonio
Barche, anfore, armi e monete raccontano duemila anni di storia

A volte riaffiorano, liberando i legni dal sedimento che li ha imprigionati per secoli. In quei casi le navi restituiscono il carico di anfore e manufatti che trasportavano nelle stive. È il tesoro sommerso, l'immenso “libro di storia” che consente di tracciare le rotte delle antiche imbarcazioni colate a picco nel mare dell'Isola. È lì, e lì resta. Lasciato al suo destino.
I FONDI Soldi ce ne sono pochi, per valorizzare questi relitti, tanto meno per recuperarli. Anfore e manufatti sono una ricchezza a portata di mano che potrebbe giocare un ruolo importante non solo nel campo della cultura ma anche del turismo. La Soprintendenza non dispone di risorse, Comune e Regione non prestano particolare attenzione mentre in molte altre parti d'Italia, e soprattutto d'Europa e del mondo, l'archeosub ha una corsia preferenziale.
I SITI Relitti, anfore, cannoni, monete sono riemersi un po' alla volta. Come i siti individuati dentro il porto, celati nel fango per duemila e rotti anni, e poi riaffiorati durante campagne di indagine obbligatorie prima di interventi di costruzione o manutenzione di strutture portuali. «Quasi per ironia della sorte - scrivono gli archeologi Laura Soro (Università) e Ignazio Sanna (Soprintendenza) - sono proprio le nuove opere e la manutenzione dei fondali che stanno creando l'opportunità di condurre nuove ricerche subacquee». Ebbene, dal 2005 a oggi le scoperte si sono succedute velocemente nei circa 200 mila metri quadrati di area portuale indagata. Cifre che rappresentano appena il venti per cento della superficie complessiva dello scalo cagliaritano. Quindici lunghi anni di ricerca hanno attraversato un periodo di tempo racchiuso tra il VII secolo avanti Cristo e il Settecento. Si va attestazioni della frequentazione del Golfo delle “nere navi” di età fenicia (così le chiamava Omero) nelle acque davanti a Sant'Elia o nelle vicinanze del molo di Levante, fino ai rinvenimenti punici, romani, di età tardoantica e medievale.
LE SCELTE Insomma, il tesoro resta in fondo al mare. «Bisogna fare delle scelte, in primo luogo c'è la necessità di intervenire per mettere in sicurezza le emergenze. I fondi a disposizione sono limitati e in Sardegna il patrimonio è consistente», spiega Gianfranca Salis, coordinatrice dell'area archeologica della Soprintendenza. Verità amara che colloca la ricerca subacquea nei gradini bassi della programmazione.
L'ATTENZIONE «La Regione, in questa fase - spiega l'assessora al Turismo, Barbara Argiolas - sta investendo molto su Monte Prama che si apre ad un flusso turistico importante. L'archeologia subacquea è un segmento di nicchia anche molto costoso. Questo non vuol dire che non si debba prestarle attenzione. Lo dimostra l'impegno dell'Università di Sassari ma anche la scuola di Oristano». Per l'assessora comunale Marzia Cilloccu «la valorizzazione del patrimonio sommerso è una prerogativa essenziale per rimanere nella rete dell'agenda Unesco, uno dei punti indicati nell'accordo tra i Comuni del sud Sardegna, gli stessi che hanno sposato le direttive delle Nazioni unite». Un progetto che potrebbe, questo sì, aiutare la ricerca nel mare del Golfo.
Andrea Piras

 

6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 ottobre 2017 / Sport (Pagina 52 - Edizione CA)
Il sodalizio universiatrio ha presentato il progetto scattato con la B maschile
Schiacciata del Cus Cagliari
Con la Sandalyon per riaprire alla pallavolo

Ha ricominciato dalla serie B maschile sul parquet di Sa Duchessa, dopo una trentina d'anni. Con una sconfitta, è vero, ma soltanto al quinto set contro la Fenice Pallavolo Roma, una delle squadre più attrezzate del campionato. Il battesimo del Cus Cagliari Sandalyon, la formazione maschile con cui il presidente del Cus Marco Meloni ha riaperto le porte del capoluogo al grande volley (l'ultima volta aveva tra le protagoniste Maria Del Zompo, oggi rettrice dell'università di Cagliari) è una festa: primo punto conquistato e classifica già mossa da una formazione che «quest'anno ha come obiettivo la salvezza», dice coach Simone Ammendola.
IL PRESIDENTE «Si tratta di un progetto ambizioso», aggiunge il presidente Marco Meloni, «che ci permette di aprire un nuovo settore di attività. Questo sarà un anno di lancio per la pallavolo a Cagliari», che ritorna dopo l'esperienza in A1 nel 2005 con la Cagliari pallavolo. «È nostro auspicio fare del Cus, già un patrimonio della città aperto a tutti, un punto di riferimento per il volley», aggiunge.
UN PUNTICINO All'esordio da neopromossi, già alle prese con l'infermeria dove è finito uno dei suoi giocatori più rappresentativi, Federico Moretti, infortunatosi nella sfida con la Fenice, il Cus Sandalyon oltre il primo punto ha conquistato anche il pubblico. Gli appassionati sono, infatti, tornati in massa a Sa Duchessa, a conferma del fatto che a Cagliari c'era voglia di pallavolo di alto livello.
IL COACH Per portare avanti il progetto, la società ha confermato un allenatore di esperienza come Simone Ammendola, al quale ha affidato una squadra composta prevalentemente da giovani (la gran parte sono universitari). A questi si aggiungono tre “senatori”: il capitano Yuri Orrù e Gabriele Cristiano, che hanno giocato alcune stagioni in A con la Cagliari pallavolo, e Federico Moretti. Lo schiacciatore di Fermo, dopo aver calcato i parquet di mezza Italia (compreso quello del PalaPirastu di Cagliari, nel 2005 in A1), è tornato “a casa”, nonostante quest'anno avesse deciso che a 34 anni fosse arrivato il momento di dire basta. «Ho detto sì solo perché è Cagliari», dice, «qui vive la mia famiglia. È una specie di secondo inizio per me, ho tanto entusiasmo, spero di divertirmi e alla fine festeggiare la salvezza». «Quest'anno gettiamo le basi», sottolinea l'allenatore Ammendola, «sarà un campionato difficile ma abbiamo l'entusiasmo e un gruppo che può fare bene».
Mauro Madeddu

 

7 - L’UNIONE SARDA di giovedì 19 ottobre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Selargius: maestre aggredite, il bimbo è restato a casa
Sostegno da rafforzare dopo la violenza in aula

In aula mancava solo lui: ieri tutti i compagni di classe erano nei loro banchi, tranne il bambino iperattivo con deficit dell'attenzione che due giorni fa, nell'Istituto comprensivo di Su Planu, Selargius, ha picchiato due maestre facendone finire una all'ospedale. «Mi dispiace», ha commentato il vice preside, Tore Serra: «Speravo di poterlo riabbracciare già da oggi. Avevo anche chiesto di stare almeno un'ora nella sua classe per monitorare la situazione. Mi auguro che rientri presto».
GLI ALTRI BIMBI Martedì mattina l'aggressione improvvisa. Ieri, nella scuola di via Ariosto, sembrava essere tornata la calma. Tutti d'accordo sul fatto che il bambino non abbia colpe, tantomeno il padre e la madre o la scuola, che tutti vantano come esempio di integrazione. «L'unica cosa positiva - commentava, dietro promessa dell'anonimato, una mamma fuori dai cancelli prima dell'inizio delle lezioni - è che tra i compagni di classe nessuno si è accorto dell'accaduto. Mio figlio ha visto l'ambulanza ma non ha capito cosa fosse successo, e forse è stato meglio così».
POTENZIAMENTO L'obiettivo dei vertici dell'istituto, ora, è il potenziamento del sostegno: «Stiamo valutando tutte le possibili soluzioni con il dirigente per dare maggiore supporto al bambino, alla famiglia e ai docenti», ha aggiunto Serra: «E, ovviamente, daremo supporto anche ai compagni di classe, in modo da garantire un equilibrio giornaliero nell'aula. I genitori del bambino sono delle persone con un cuore enorme, molto coraggiosi, pronti ad aiutare e soprattutto ad essere aiutati: Stiamo cercando di risolvere il problema insieme».
Sulle cause dell'esplosione improvvisa di violenza, non ci sono spiegazioni. «Non sappiamo bene cosa scateni questi stati d'animo non controllati», ha ammesso il vice preside: «Gli psicologi ci hanno dato qualche suggerimento su come comportarci: magari cercando di assecondarlo e dandogli maggiori attenzioni. Alla fine, è un bambino come gli altri, solo con delle reazioni improvvise che dobbiamo capire come contrastare».
L'UFFICIO SCOLASTICO Il vero problema rimane il fatto che al momento non esistono i mezzi per gestire questo bambino sfortunato. «Le risorse si danno sulla base di una certificazione che viene presentata e da cui risultano determinate caratteristiche», precisa il direttore dell'ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani: «Se in una scuola c'è un alunno disabile per cui viene richiesto un insegnante, l'ufficio ne può assegnare uno, e così è stato fatto in questo caso. Stiamo invece verificando se nella scuola di Su Planu ci sono bambini certificati per i quali non sono stati ancora assegnati i docenti di sostegno: se così dovesse essere risolveremo subito».
POCHI INSEGNANTI La carenza di insegnanti di sostegno nelle scuole sarde è stata rimarcata più volte. «Negli ultimi anni - sottolinea Feliziani - ci siamo attrezzati per ridurre al minimo i tempi dell'iter per l'assegnazione. Quest'anno partirà un corso universitario per 250 specializzazioni di sostegno: l'auspicio è che i corsi di formazione continuino e questa carenza venga colmata».
IL SINDACATO Solidarietà ai docenti dell'istituto di Selargius da parte della Flc Cgil di Cagliari e regionale. «Ormai viene violato il diritto degli alunni ad avere un insegnante di sostegno per il numero di ore necessario», fanno sapere dal sindacato: «Emerge che il mondo della scuola nel suo complesso si trova ad affrontare queste situazioni in solitudine, mentre occorrerebbero interventi urgenti: più ore di sostegno, docenti specializzati e più educatori, e una maggiore attenzione degli enti locali. Serve, insomma, un investimento sul nostro futuro, perché lasciare soli i docenti significa, purtroppo, lasciare soli i loro studenti».
Federica Lai
 

La Nuova Sardegna

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 19 ottobre 2017 / Sassari - Pagina 30
Il reset degli elenchi sarà il 31 dicembre:
«Un'ingiustizia: mai stabilizzati, scavalcati da interinali e anche dagli ex Sgb»
SCADONO LE GRADUATORIE, VINCITORI BEFFATI

di Luigi Soriga
SASSARIQuel concorso superato e quella graduatoria per loro significava una buona griglia di partenza per il futuro. Le porte della sanità, con un posto sicuro come amministrativo, come infermiere ecc., prima o poi si sarebbero spalancate. Ora quell'elenco (datato addirittura 2012) sta per diventare carta straccia, perché le graduatorie scadranno il 31 dicembre. E moltissimi di coloro appesi a quella classifica sono rimasti appesi anche nella vita, mai con un lavoro sicuro, nell'eterno otto volante del precariato, con brevi chiamate a tempo determinato e poi la speranza della proroga del contratto. Scavalcati negli anni da orde di colleghi arrivati per chiamata diretta da quell'enorme bacino di manodopera e voti che sono le agenzie interinali. Dove attingere è più molto più semplice, attraverso contratti di somministrazione e co.co.co., ma dove il reclutamento costa mediamente un 30 per cento in più rispetto alle selezioni pubbliche. Molti vincitori di concorso dal 2014 in poi hanno ingoiato troppi rospi (nell'agosto del 2014 il blocco totale del turnover è stato imposto dall'assessorato alla Sanità per il solo personale tecnico ed amministrativo). Chiamate interinali. L'ultima chiamata interinale dell'Aou risale al marzo 2017 (deliberazione n. 114) per assumere otto interinali di categoria BS per cinque mesi. «La Aou in questo caso - spiega uno dei vincitori di concorso - aveva mani libere. Infatti la categoria bs non era prevista nelle graduatorie. Ma c'è un ma: un bs interinale costa molto più di un cat d preso da un concorso. Che senso ha dunque? E siamo sicuri che i bs stiano svolgendo le mansioni da bs e non superiori?».Ex Ipb. E poi c'è l'altro boccone indigesto riguarda l'incorporazione del personale ex Ipab del San Giovanni Battista di Ploaghe. «L'ennesimo "schiaffo" al merito per gli idonei delle graduatorie - prosegue - un'operazione gestita dai sindacati e dalla politica, e avvallata non si sa con quali criteri dalla Regione. Nella Asl di Sassari (al momento a tempo determinato, con l'obiettivo di farli diventare a tempo indeterminato) sono transitati degli amministrativi che non hanno mai sostenuto un concorso pubblico. E lo stesso vale per qualche infermiere. Un'operazione palesemente illegale». La legge regionale n. 32 del 2015 prevede esplicitamente il trasferimento alla ASL soltanto dei beni e delle funzioni, non derogando al principio costituzionale dell'accesso al pubblico impiego tramite concorso. «Anche gli ex dipendenti dell'Sgb dovevano passare attraverso una selezione pubblica. E non mi vengano a dire che gli amministrativi sono tuttora impiegati esclusivamente nella gestione della contabilità dell'Sgb, perché sono distribuiti in uffici dove si occupano di tutt'altro. Quanto ad alcuni infermieri sono stati assunti a tempo indeterminato partecipando a delle selezioni di mobilità dalle quali ovviamente dovevano essere esclusi». Graduatoria strana. Vincere un concorso e stare dentro una graduatoria paradossalmente si è rivelato talvolta penalizzante: «La Asl ha chiamato a tempo determinato dalla graduatoria di categoria C e D, per periodi iniziali brevi, anche solo sei mesi, prevedendo poi delle proroghe corte per gli idonei di graduatoria -anche tre consecutive da tre mesi- che si sono rivelate una palla al piede a causa del limite delle 5 proroghe. In alcuni casi gli idonei di graduatoria hanno lavorato presso la Asl di Sassari anche per quasi due anni e mezzo. Ma mai oltre, perché il raggiungimento dei 36 mesi, precluso dalla brevità delle proroghe, permetterebbe la stabilizzazione». Al contrario diversi interinali hanno lavorato anche per due o tre anni. «Si è sempre preferito bloccare gli scorrimenti a tempo indeterminato e mandare a casa delle professionalità già formate, la cui mancata assunzione definitiva rischia di causare notevoli disservizi. Gli interinali sono tipologie di contratti che potrebbero funzionare per figure come infermieri e OSS che non devi formare e sono subito operative. E soprattutto per fronteggiare situazioni di criticità temporanee. Se i contratti atipici e le chiamate dirette sono la norma, allora c'è qualcosa che non va nel sistema». Ora il reset delle graduatorie del 31 dicembre sarebbe la beffa finale: la distruzione di ogni speranza, un'ingiustizia davvero insopportabile.

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 19 ottobre 2017 / Agenda - Pagina 22
ALGHERO 
Chiara, studentessa dei record diventa avvocato a 24 anni
La giovane esperta di Diritto societario ha superato l’esame di Stato a Milano con il punteggio di 298/300 Al liceo partecipò a un concorso letterario e fu premiata da Umberto Eco

di Gian Mario Sias
ALGHERO Che fosse bravissima si era già capito ai tempi della scuola, quando ha chiuso il liceo con riconoscimenti, attestati e menzioni. Che fosse speciale, invece, l'aveva rivelato a tutti con quella laurea quinquennale in Giurisprudenza presa in tre anni. Ma questa volta Chiara Venditti, 24 anni, algherese, ha veramente esagerato. Se non è record poco ci manca: la giovane esperta di diritto societario, nonostante la sua età, è già avvocato. Nei giorni scorsi Chiara Venditti ha superato l'esame di Stato a Milano, davanti a una commissione semplicemente sbalordita, con un punteggio che dice tutto sul suo livello di preparazione: 298/300. Con questo risultato straordinario ha commosso e riempito di orgoglio il padre Angelo e la madre Rosemarie, entrambi medici, ma soprattutto ha mostrato quanto la determinazione, la volontà e le idee chiare - oltre a un grande spirito di sacrificio e a capacità eccellenti - possono fare la differenza. Ha sempre avuto un grande obiettivo, Chiara, e l'aveva dichiarato già da piccola: laurearsi, fare l'avvocato e specializzarsi in Diritto societario. Ora nel Foro di Milano, città in cui vive e lavora, tutti sanno di che pasta è fatta. Il primo a notare le sue doti straordinarie è stato Umberto Eco. Quando ancora era una giovane allieva del liceo Manno, aveva partecipato a un concorso letterario nazionale finanziato dal Ministero dell'Istruzione. Selezionata tra i 30 finalisti su 1600 partecipanti, Chiara aveva vissuto l'emozione di essere premiata da Umberto Eco. Lo scrittore ammise di essere rimasto in qualche modo colpito dal racconto dell'allora ragazzina di Alghero. Da lì una raffica di riconoscimenti: quando ha finito il liceo, Chiara è stata ricevuta al Quirinale dall'allora presidente Napolitano che l'ha premiata con una medaglia e un attestato come migliore studentessa d'Italia, assegnandole il titolo di "Alfiere del lavoro". Subito dopo la maturità, Chiara si è iscritta a Giurisprudenza a Sassari. Cinque anni di corso di laurea completati in tre anni accademici: un record che l'Università sassarese, durante la cerimonia delle "Lauree in piazza", aveva deciso di celebrare con un premio e il riconoscimento come studentessa più brillante di tutto l'ateneo.

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