Martedì 17 ottobre 2017

17 ottobre 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 17 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ
Le selezioni per il master in Bioedilizia energetica

Giovedì 26 ottobre alle 9, nella sala riunioni di Architettura, si terranno i colloqui per la selezione dei quasi 40 candidati per i 20 posti disponibili per il master di II livello europeo in Bioedilizia ed efficienza energetica. Dopo il successo della prima edizione, parte dunque la seconda edizione, proposto dall'Università di Cagliari in collaborazione con l'Ausi di Iglesias, nella cui prestigiosa sede (la palazzina Bellavista, un tempo direzione della miniera di Monteponi) si terrà in prevalenza la didattica e il coordinamento operativo.
La riedizione del master deriva dalla necessità sempre crescente di formare progettisti e tecnologi altamente qualificati in grado di rispondere efficacemente alle direttive e agli obiettivi strategici comunitari: durante le lezioni frontali verranno affrontate tematiche quali il miglioramento del patrimonio edilizio, metodologie e strumenti per la progettazione e la verifica di edifici performanti, la scelta di materiali e tecniche costruttive ecocompatibili, l'integrazione delle fonti rinnovabili.

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 17 ottobre 2017 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Nel capoluogo decine di spazi e progetti mai attuati
Tre nodi a Cagliari: Villa Asquer, Monte Urpinu e l'ex Moderno

La lista è lunga, il totale plurimilionario. Si parte dagli “ex”: ex aree militari, ex alberghi, ex carceri. Si prosegue con negozi, ville di pregio, aree edificabili. Il patrimonio immobiliare della Regione - a Cagliari - è sconfinato, e in gran parte inutilizzato da anni. I progetti in molti casi ormai neanche si contano più, peccato siano rimasti sulla carta.
DEPOSITO CARBURANTI Apre la rassegna l'ex deposito carburanti dell'Aeronautica militare, ai piedi di Monte Urpinu. Posizione di tutto rispetto e circa 150mila metri quadri di terreno, un gioiellino che per ora ha solo costi: 200mila euro, che vanno via ogni anno per il servizio di guardiania. Ceduta dal Demanio all'ente regionale, c'erano grandi progetti per l'area di via Is Guadazzonis: già nel 2015 sarebbe dovuta diventare una Cittadella della solidarietà e del volontariato. Eppure, a distanza di due anni, continua a essere inutilizzata.
CASA DELLO STUDENTE E che dire della Casa dello studente di via Roma? Centoquarantaquattro posti letto nel cuore pulsante di Cagliari, realizzati lì dove un tempo c'era l'albergo Moderno. La struttura venne acquistata nel novembre del 1997, per la modica cifra di dodici miliardi di lire. Investimento forse sbagliato, considerando che, tra allagamenti e disguidi vari, i giorni di pace sono stati davvero pochi. Tanto da portare alla chiusura, con conseguente trasferimento degli studenti fuori sede nelle altre strutture a disposizione dell'Ersu. Il sindaco Massimo Zedda tempo fa ipotizzò un ritorno alla vocazione originale, riconvertendo l'edificio in un albergo. Ma da anni tutto tace.
VILLA ASQUER Terzo caso: Villa Asquer. Venne lasciata in eredità alla Regione dal conte “rosso”, nel 1962, che la designò erede universale di tutti i suoi beni. Un gesto decisamente generoso, che prevedeva un solo onere: l'obbligo - per la Regione - di realizzare un collegio per studenti meritevoli e bisognosi. Volontà che non venne rispettata. Ci vollero ben 24 anni prima che la Regione assegnasse alcune borse di studio a nome di Asquer, altri 6 prima che la Giunta regionale concedesse finalmente lo stabile in uso all'Università.
L'obiettivo era ambizioso: realizzare un centro culturale per studenti italiani e stranieri. Per qualche anno l'Università ci mantenne i suoi uffici, sino al 2007, quando il rettore decise di trasferirli a Castello. Da quel momento il declino. Rifugio di sbandati prima, occupata da abusivi poi, la bella Villa ancora non ha trovato la sua strada. E poi c'è il vecchio carcere di Buoncammino, sul cui futuro non ci sono ancora certezze.
Sara Marci

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 17 ottobre 2017 / Borsa (Pagina 14 - Edizione CA)
SARDEGNA 5.0. Annunciata l'apertura di una sede a Cagliari con quindici operatori
SE LA MAPPA ARRIVA DAL FUTURO
Informazioni geospaziali: Esri Italia scommette sull'Isola

Un luogo dove lo spazio fisico e quello digitale si uniscono e pongono al centro l'uomo, dove si sperimenteranno forme innovative che agevoleranno il sistema dei trasporti, la gestione dei rischi e delle emergenze, la comunicazione, la logistica, la sanità. Ecco “Sardegna 5.0”, il nuovo laboratorio di Esri Italia, l'azienda tecnologica da 15 anni presente nell'Isola con il sistema informativo ambientale e regionale Sira e specializzata nella “scienza del dove”, che adesso scommette in modo più deciso in Sardegna.
COLLABORAZIONI «Dopo Roma e Milano, apriamo una sede a Cagliari e cominciamo con una quindicina di persone super specializzate», dice Emilio Misuriello, amministratore delegato di Esri Italia. «Abbiamo scelto la Sardegna perché qui esiste una classe politica sensibile all'innovazione, ci sono università prestigiose, istituti di ricerca di alto livello e in queste condizioni possiamo sperimentare e lavorare insieme ad altri player importanti nella scienza del dove ». Quando si parla di mappe e di geolocalizzazione, Esri è un punto di riferimento per amministrazioni pubbliche e aziende private che gestiscono reti di distribuzione, e istituzioni che si occupano di emergenza.
Il mercato delle tecnologie geospaziali vale oltre 500 miliardi di dollari in tutto il mondo. Con Sardegna 5.0 si faranno sperimentazioni in agricoltura con l'utilizzo di tecniche di precisione che consentono un monitoraggio in remoto delle colture, migliorando i processi produttivi. «La tecnologia impiegata nell'agricoltura di precisione diventa anche strumento di supporto contro lo spopolamento delle zone interne della Sardegna», afferma Massimiliano Pirino, direttore Esri Italia-Cagliari.
LA REGIONE «La Sardegna ha tutti i requisiti per diventare, nell'ambito dell'Agenda digitale, uno dei poli strategici in grado di offrire servizi di carattere telematico a tutto il territorio nazionale», afferma Filippo Spanu, assessore regionale agli Affari generali: «Sarebbe una nuova opportunità sulla base di una tradizione ormai consolidata nell'informatica e nelle nuove tecnologie».
La Regione sta facendo la sua parte per lo sviluppo di sistemi di georeferenziazione in contesti che coinvolgono la vita dei cittadini, come l'urbanistica, la tutela dell'ambiente, la protezione civile. «Per migliorare questi sistemi - conclude Spanu - c'è bisogno di connessioni internet veloci che solo la fibra ottica può garantire. Stiamo lavorando, con risorse pubbliche, per una diffusione capillare in tutto il territorio regionale della nuova rete in fibra ottica».
Mauro Madeddu

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 17 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
FILM E STUDENTI
Saranno proiettati domani al Cinema Odissea in viale Trieste 84 i due cortometraggi realizzati dagli studenti dell'Università di Cagliari nell'ambito delle attività didattiche del Centro di ricerca sulla formazione agli audiovisivi diretto dal docente Antioco Floris. Prima proiezione alle 21 per gli invitati; seconda alle 22,20 con ingresso libero fino a esaurimento posti. Tra gli attori più noti, Tino Petilli, Mario Faticoni e Massimiliano Medda. Le opere: “L'ultimo miracolo”, regia di Enrico Pau, e “Futuro prossimo” di Salvatore Mereu.

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 17 ottobre 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 39 - Edizione CA)
Cinema Mercoledì la prima a Cagliari
Poveri Cristi nei corti di Pau e Mereu

Sulla breve distanza, il cinema sardo arriva lontano. “L'ultimo miracolo”, diretto da Enrico Pau, e “Futuro prossimo”, di Salvatore Mereu - due cortometraggi - hanno infatti partecipato alla 74ma edizione della Mostra internazionale del cinema di Venezia. “L'ultimo miracolo” ha chiuso la 32ma Settimana internazionale della critica, sezione SIC@SIC - Short Italian Cinema; “Futuro prossimo” è stato invece scelto per la sezione Orizzonti.
LA PRIMA La prima cagliaritana è attesa per domani al Cinema Odissea in viale Trieste 84. Due le proiezioni: alle 21, riservata agli invitati; alle 22.20 con ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. A entrambi gli spettacoli saranno presenti i registi, gli attori e le troupe. Fra gli attori segnaliamo Tino Petilli, Mario Faticoni e Massimiliano Medda. Ma un'altra ragione accomuna i due cortometraggi: sono stati realizzati dagli studenti dell'Università di Cagliari - coinvolti in tutte le diverse fasi del progetto - e prodotti dall'Ateneo nell'ambito delle attività didattiche del Centro di ricerca sulla formazione agli audiovisivi (Celcam), diretto dal profossor Antioco Floris.
L'ULTIMO MIRACOLO È stato il saggio finale del laboratorio di regia diretto da Enrico Pau, noto al grande pubblico per “L'accabadora”. “L'ultimo miracolo” è una fiaba urbana che amalgama silenzi e scorci di inaspettata bellezza. Il montaggio alterna con misura due storie che a tratti vanno ad intersecarsi. Da una parte c'è un Cristo con la barba bianca che ha dimenticato come si fanno i miracoli (lo accompagna Pietro, altrettanto vecchio e acciaccato), dall'altra, una serie di persone comuni alle prese con le difficoltà del vivere: un giovane cantante che non sa più fischiare, dei pescatori in crisi per via di un misterioso pescecane, dei ladri imprigionati su un fico nella calura. Cristo si aggirerà per Cagliari e nei dintorni, entrerà in una chiesa, cercherà addirittura il soccorso di un mago. Forse la sua amnesia è il sintomo di un'epoca in cui la gente ha smesso di credere, un'epoca in cui la parola del Signore stenta di più ad arrivare.
FUTURO PROSSIMO E se giungeva dal mare il Cristo de “L'ultimo miracolo”, vengono dal Mediterraneo anche Rachel e Mojo, le protagoniste del cortometraggio di Salvatore Mereu, “Futuro prossimo”, realizzato all'interno di un progetto di collaborazione fra gli Atenei di Cagliari e Sassari, il Master per FilmMaker. Incontreremo una donna e una bambina che di giorno cercano lavoro per le strade di Cagliari e che di notte si rifugiano nella cabina di uno stabilimento al Poetto. Una sera la troveranno chiusa. Negli intensi dialoghi fra Rachel e Mojo si intravede il dramma di chi ha perso tutto ma vuole continuare a lottare, anche in un Paese come l'Italia che stenta a riconoscere i migranti come individui e che non riesce a sbloccare la questione dello ius soli. L'evento al Cinema Odissea è stato realizzato in collaborazione con Notorius - Circolo Universitario Cinematografico, Viacolvento e Francesco Piras Studio.
Luca Mirarchi

 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 17 ottobre 2017 / Provincia di Sassari (Pagina 36 - Edizione CA)
SASSARI. Sì alla Laurea in Scienze dell'alimentazione: padrino lo chef Petza
CIBO BUONO E RICERCA: NUOVO CORSO UNIVERSITARIO

Cibo buono, agricoltura e ricerca, salute. È tutto legato. Indissolubilmente. Perciò sono molto richieste le figure del biologo nutrizionista e del ricercatore nel campo dell'alimentazione.
Ha sbocchi occupazionali promettenti il nuovo corso di laurea in "Scienze dell'alimentazione, salute e benessere dell'uomo" come spiegato dal coordinatore Pier Andrea Serra. All'inaugurazione nell'Aula Magna dell'Università di Sassari, guest star lo chef stellato Roberto Petza del ristorante "S'Apposentu" di Siddi, che al termine della presentazione ha preparato nei locali della ex Biblioteca Universitaria un brodo con ingredienti poveri ma genuini e locali (cipolle, carote, patate, sedano e altro), tanta creatività (uovo cotto a bassa temperatura e gelato ricavato dai gusci dei gamberi) e l'utilizzo persino delle bucce delle verdure, che solitamente finiscono nella pattumiera dell'umido, in linea con la "Giornata mondiale dell'alimentazione", lanciata per promuovere un migliore impiego delle risorse disponibili per la produzione sostenibile di alimenti.
Imparare a riconoscere la qualità e genuinità degli alimenti è importante. Così come l'innovazione per aiutare l'agricoltura, abbassando i costi di produzione. Come ad esempio sta facendo l'ateneo sassarese col progetto Maslowaten finanziato dall'Unione Europea presso un'azienda di Uri, dove viene testato un sistema di irrigazione a energia solare e tecniche di irrigazione automatica con sensori che decidono quando e quanto irrigare la coltivazione. Con risparmio di energia elettrica e del 30% di acqua. Dopo il saluto del rettore Massimo Carpinelli, sono intervenuti tra gli altri, Ermanno Mazzetti, direttore di Coldiretti Sassari, Gian Battista Fressura della sede locale di Slow Food, Mauro Solinas, docente dell'Istituto agrario "Pellegrini" coinvolto in un progetto con l'Università.
Giampiero Marras

 

7 - L’UNIONE SARDA di martedì 17 ottobre 2017 / Provincia di Oristano (Pagina 30 - Edizione CA)
ORISTANO. TOURING E STUDENTI
Carmine, chiesa e convento aprono le porte

La città conserva un gioiello architettonico conosciuto ancora da pochi: la chiesa e il convento del Carmine. Sabato 21 dalle 10 alle 18, su progetto organizzato e realizzato da 18 studenti del corso di laurea in Economia e gestione dei servizi turistici in collaborazione con il Touring club oristanese, il complesso spalancherà le porte.
Sulle tracce, spiega il console regionale Touring Salvatore Ferraro «del progetto nazionale “Civis-Wow” volto a favorire la valorizzazione di monumenti normalmente esclusi dai circuiti turistici che ad incentivare il volontariato dei giovani verso la tutela dei luoghi d'arte».
La chiesa e il convento del Carmine sorgono nel 1785 su progetto dell'architetto Viana e per volontà di don Damiano Nurra marchese d'Arcais. La visita, gratuita e pilotata dagli studenti che per un anno hanno studiato le antiche carte, muove dalla chiesa del Carmine, messa a disposizione dal parroco monsignor Giuseppe Sanna. A seguire il “racconto” dei tre momenti della vita del monastero. Il piano terra per un secolo vissuto dai Carmelitani, il primo piano caserma dei carabinieri dal 1860 al 1960 e infine il secondo piano attualmente sede dell'università. Il lavoro, supervisionato da Giuseppe Melis, docente di marketing turistico, si avvale di Nicolò Pozzetto e Erika Iotta del Touring nazionale, del professor Salvatore Ferraro, di Giuliano Nocco studioso della storia cittadina, dall'architetto Mario Loi che negli anni '80 curò il restauro del monastero, dei carabinieri Sardegna e dall'associazione dell'Arma di Norbello. ( a. m. )

 

8 - L’UNIONE SARDA di martedì 17 ottobre 2017 / Provincia Ogliastra (Pagina 35 - Edizione CA)
TORTOLÌ. I giovani fuggono, ma i dati Istat incoraggiano la speranza
L'ottimismo della Regione: «Disoccupazione in calo»

In Ogliastra tremila giovani cercano lavoro. Sebbene lo scorso anno in 690 lo abbiano trovato il dato resta allarmante. Il rebus del lavoro che non c'è è stato al centro del seminario che si è tenuto ieri nell'aula dell'ex Provincia. Franco Sabatini, promotore dell'incontro, ha snocciolato i numeri. La ricetta per vincere la disoccupazione? Personale qualificato e quindi corsi di formazione.
I NUMERI I dati Istat elaborati dall'Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro certificano che il tasso di disoccupazione in Ogliastra è inferiore rispetto al resto dell'Isola. Nel 2016 il tasso regionale era al 17,3 per cento mentre da queste parti si attestava al 12,2, quattro punti in meno rispetto al 2015 e allo stesso livello del 2008. I settori che richiedono più figure lavorative sono alberghi e ristoranti (27 per cento), servizi alle famiglie (17), agricoltura e pesca (15), industria (7) e altri settori (34). «Nel nostro territorio - ha detto il consigliere dem - registriamo un calo notevole della disoccupazione. È un dato importante, ma ci sono ancora troppi giovani in cerca di lavoro». Tanti con la valigia in mano. La testimonianza di una mamma di Lanusei, che ha visto partire i suoi tre figli, è emblematica. Secondo Sabatini per invertire la tendenza «occorre potenziare la formazione professionale e utilizzare i voucher per accedere ai corsi».
CORSI DI FORMAZIONE Tuttavia capita spesso che i disoccupati non possiedano i requisiti richiesti. «In tanti non parlano le lingue straniere. Quindi i corsi sono indispensabili», ha aggiunto Sabatini. Dalla progettazione dei corsi all'avvio delle lezioni però passano anche due anni e mezzo: «Periodo lunghissimo e purtroppo - ha dichiarato Luca Mereu, capo di gabinetto dell'assessore regionale del Lavoro - i tempi tra chi offre e cerca lavoro e quelli della formazione non coincidono. Insieme all'Aspal si cercherà di tagliare i tempi d'avvio dei corsi».
I PROGETTI Al seminario è intervenuto anche Giacomo Cao, presidente del Distretto aerospaziale, che ha illustrato l'importanza dell'aeroporto di Tortolì per la sperimentazione con i droni e mezzi senza pilota. Andrea Cacciaro, direttore di Insignia formazione, ha presentato i corsi Seavoyager e Aerodron. Alla tavola rotonda hanno preso parte Massimo Cannas e Davide Burchi, sindaci di Tortolì e Lanusei, e Rocco Meloni presidente dell'Agenzia formativa.
Giovanna Falchetto

 

La Nuova Sardegna

9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 17 ottobre 2017 / Prima pagina
FUORI DALL’ISOLA: DOPO UN SOLO ANNO MOLTI RIENTRANO
Universitari in fuga, il 50% torna
E nel Meilogu una borsa di studio aiuta i talenti del futuro

Uno studente sardo su quattro va via, uno su 2 ritorna a casa dopo un anno. Il motivo: la scelta della facoltà non era azzeccata, vivere lontano è complicato e costoso. Ma quasi sempre il rientro alla base rappresenta l’inizio di un percorso universitario positivo. Intanto nel Meilogu una borsa di studio aiuta gli studenti di talento.  ALLE PAGINE 4 e 5

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 17 ottobre 2017 / Sardegna - Pagina 5
ISTRUZIONE Più facoltà e corsi mirati: così gli atenei sardi conquistano gli studenti
UNIVERSITARI FUORI DALL'ISOLA  LA METÀ TORNA DOPO UN ANNO

di Silvia Sanna
SASSARI Uno su quattro va via, uno su 2 ritorna a casa dopo un anno. Il motivo: la scelta della facoltà non era azzeccata, vivere lontano è complicato e molto costoso. Quindi si ricomincia, nel 50 per cento dei casi. E quasi sempre il rientro alla base rappresenta l'inizio di un percorso universitario positivo. Se è vero che un quarto degli studenti isolani sceglie di immatricolarsi oltre mare, è altrettanto vero che negli anni i due atenei sardi hanno saputo diversificare la loro offerta, con l'apertura mirata di facoltà particolarmente gettonate e adeguando le proposte alle richieste che arrivano dal mercato del lavoro. In questo modo, si è riusciti a tamponare l'emorragia verso la Penisola. «Perché - spiega Rossella Filigheddu, docente di ecologia vegetale alla facoltà di Agraria e delegata del rettore Carpinello all'Orientamento per l'Università di Sassari - le esperienze in altre realtà sono sempre positive. È giusto confrontarsi, uscire dal "nido". Un ragazzo sardo che si iscrive all'Università è una vittoria a prescindere dalla scelta geografica. Questa è la nostra missione principale: diffondere l'amore per la cultura e per la formazione continua, a tutte le età. E naturalmente trattenere gli studenti qui e formarli nel nostro territorio rappresenta un arricchimento collettivo».Missione Orientamento. L'ufficio Orientamento ha messo in ordine i numeri, ha analizzato le preferenze degli studenti, il grado di popolarità di facoltà e destinazioni, la resistenza fuori casa, i punti di forza e le criticità del sistema universitario. E ha dimostrato, grazie a progetti mirati nelle scuole superiori, che i ragazzi hanno bisogno di essere stimolati e indirizzati. Il progetto Unisco si prepara alla seconda edizione forte del risultato della prima: «L'università è andata in missione nelle scuole, coinvolgendo 35 istituti per un totale di 1800 studenti. L'obiettivo era aiutare i ragazzi ad acquisire i cosiddetti "saperi minimi", fondamentali per esempio per affrontare i test per l'ammissione in facoltà a numero chiuso - spiega Rossella Filigheddu - Ma anche per ragionare sulle scelte e sulle attitudini di ciascuno, così da individuare il percorso universitario più adatto senza perdere tempo in una facoltà "sbagliata"». Tra i partecipanti al progetto Unisco, il 10% ha scelto l'Università di Sassari. Ma la notizia più confortante è che quasi tutti hanno proseguito gli studi dopo il diploma. Missione compiuta.I numeri. In attesa di conoscere i dati dell'anno appena iniziato (oggi scadranno le iscrizioni a Sassari), dai numeri dell'anno accademico 2016-2017 viene fuori una fotografia molto chiara delle preferenze degli studenti isolani. La prima notizia è che sono stati 12.761 gli immatricolati sardi, un numero in netta crescita rispetto all'anno precedente. Il 75 per cento ha scelto di restare a casa, iscrivendosi all'Università di Sassari o di Cagliari. Quest'ultima da sola attira quasi la metà del totale (49%), Sassari il 26%, mentre il rimanente 25% si immatricola in una Università della Penisola. Sulla base dello studio dell'ufficio Orientamento, sono due i principali poli d'attrazione: «Ingegneria a Torino e in misura ridotta a Milano e Pisa, Scienze motorie a Urbino», spiega Rossella Filigheddu. In particolare Pisa è la destinazione prescelta dai galluresi e dagli ogliastrini. Mentre il Politecnico di Torino, grazie ai diversi corsi di laurea, è gettonato da ogni angolo della Sardegna e fa concorrenza alla facoltà di Ingegneria a Cagliari. Da un anno è diminuita la fuga verso Padova, sino a poco tempo fa in pole position tra gli aspiranti psicologi. «Con l'apertura di Psicologia anche a Sassari, la Sardegna è in grado di diventare un polo di attrazione. All'indirizzo tradizionale già presente a Cagliari si aggiunge l'indirizzo neurobiologico presente a Sassari che in poco tempo ha conquistato un grande consenso». Al momento sono quasi 10mila gli studenti sardi iscritti in atenei della Penisola, poco meno di 600 quelli arrivati da oltre mare per studiare in Sardegna. «Pochi? Non scherziamo. Venire da noi non è facile, chi decide di iscriversi qui fa una scelta "di campo". Significa che apprezza la nostra offerta, coglie i collegamenti con il territorio, con le richieste che arrivano dal mercato del lavoro. Quei quasi 600 studenti - aggiunge Rossella Filigheddu - sono una conquista, un enorme tesoro».Casa dolce casa. Sfuggono dalle statistiche, perché è complicare ricostruire la storia di ciascuno. A breve a farlo sarà un data base, al centro di un progetto ancora in cantiere. Per ora si sa che almeno la metà degli studenti che si immatricolano nella Penisola, l'anno dopo rientra a casa e sceglie un ateneo del suo territorio. Sono i cosiddetti immatricolati "generici" o impuri, cioè non provenienti dalla scuola superiore. Tra i circa 3mila che 12 mesi fa si sono iscritti oltre mare, circa 1500 quest'anno farà marcia indietro.

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 17 ottobre 2017 / Sardegna - Pagina 5
IL PROGETTO
ForMed, Sardegna idolo del Maghreb

Le università sarde sono molto popolari nel Nord Africa. A Rabat, dice Rossella Filigheddu, siamo molto più famosi di qualsiasi altro ateneo. Merito del progetto progetto Sardegna ForMed, partito nel 2015 grazie al finanziamento della Fondazione Sardegna con l'obiettivo di promuovere il livello di internazionalizzazione dei due atenei. Come? Attraverso lo stanziamento di 100 borse di studio per studenti provenienti da Marocco, Algeria e Tunisia. Gli assegni coprono l'intero percorso di studi, triennale o magistrale. A luglio sono state celebrate a Sassari le prime lauree di 9 neodottori provenienti dall'Algeria, dal Marocco e dalla Tunisia. E il progetto va avanti con successo: tra le facoltà scelte spiccano Pianificazione ambiente e territorio, agraria, lingue e archeologia.

 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 17 ottobre 2017 / Sardegna – Pagina 4
FONDAZIONE PINNA >> IL PREMIO AL TALENTO
I ragazzi del tecnico di Thiesi seguiti fino a laurea e master
Tra i premiati Mario Porqueddu, economista alla Bce
UNA BORSA DI STUDIO PER I FUORICLASSE: SCOMMESSA SUL FUTURO

di Giovanni Dessole
THIESI Rita Soro è nata nel 1984, nel 2003 si è diplomata all'Istituto Tecnico Commerciale "Musinu", si è laureata e specializzata alla Bocconi di Milano e oggi lavora per la Bartec: è una specialista della finanza. Mario Porqueddu è del 1979, diploma di ragioneria, laurea in Economia anche lui alla Bocconi, un master in Economia e Statistica a Bruxelles e, oggi, un lavoro alla Banca Centrale Europea. Uomini e donne del Mejlogu, regione di una Sardegna alle prese - da tempo - con una crisi asfissiante e capace di trasformare in un miraggio il posto di lavoro. Uomini e donne che hanno avuto una possibilità ma, soprattutto, se la sono meritata prima sui banchi di scuola e poi nelle aule delle più prestigiose università italiane.Ci sono poi altri due di quei ragazzi, Pier Paolo Pittalis e Luca Falchi che, terminato il loro percorso di alta formazione, sono tornati a "casa" e oggi lavorano per la Fratelli Pinna Spa, a Thiesi. E poi, ancora, Gavina Morittu, Valeria Campus, Alessia Spada, Giovanni Soggia, Marta Morittu, Isabella Cocco, Daniela Sanna, Antonella Angius, Laura Brancazzu, Federico Muzzo, Irene Tanca, Giulia Tanda e Martina Spanedda: sono diciassette, dodici ragazze e cinque ragazzi, gli studenti che negli anni, grazie alla borsa di studio istituita nel 1998 da Serafino Pinna e sostenuta dal Rotary Club Sassari, hanno potuto studiare e trovare impiego in importanti realtà all'estero (Banca Centrale Europea) e in Italia (Banca d'Italia, KPMG, Bnl, Reconta, Ernst & Young ). Da allora sono stati stanziati oltre 450mila euro: un vero e proprio investimento in cultura e formazione, una scommessa vincente. Martina Spanedda, studentessa thiesina dell'Istituto "Musinu"(indirizzo turistico) ha vinto la borsa di studio nel 2016. Un'opportunità trasformata in iscrizione al primo anno del corso di laurea di "Economia per i Servizi" presso l'università Cattolica di Roma.L'intuizione e la generosità di Serafino Pinna, uomo che assieme alla sua famiglia ha lasciato forte e indelebile la sua firma sul fare impresa in Sardegna, si trasformano così in motore e spinta verso un domani da affidare alle nuove generazioni, preparate e pronte alla sfida. Ogni anno, a partire dal 1998, il miglior studente del Tecnico commerciale thiesino riceve in dono l'opportunità di studiare, di migliorarsi e di crescere secondo quanto stabilito dal primo articolo dello statuto della Fondazione, redatto ormai quasi 20 anni fa da Mario Faedda. Condizione indispensabile per mantenere la borsa di studio della Fondazione "Serafino e Pina Pinna" è, da sempre, sostenere tutti gli esami in corso con una votazione non inferiore alle media del 27/30 per il primo anno e di 28/30 per tutti gli anni successivi, con voto minimo riportato mai inferiore al 24/30. La borsa di studio accompagna lo studente per l'intero corso di studi, compresa la laurea specialistica e un ulteriore anno di master, il tutto alla ricerca della piena eccellenza.

 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 17 ottobre 2017 / Attualità - Pagina 9
NEL TEAM IL MEGA TELESCOPIO SARDO
Srt di San Basilio, staff di 70 specialisti: «Il nostro ruolo destinato a crescere»

di Mario Frongia
CAGLIARI Un pezzo importante di Sardegna - che studia sperimenta, ricerca e osserva - fa parte della rivoluzione dell'astronomia. Il Sardinia radio telescope (Srt) di San Basilio e i ricercatori della struttura sono partner scientifici di pregio del progetto ha scosso la comunità mondiale di astrofisica. Nello staff di circa settanta specialisti (tra fisici, ingegneri, tecnici e amministrativi), sono tanti i sardi provenienti e formatisi nei laboratori dell'ateneo di Cagliari, con numerosi tirocinanti iscritti alla facoltà di Ingegneria che prendono parte ai processi di sviluppo tecnologico dell'antenna. Dall'hardware al software, giovani competenze di primo piano spendibili su scenari internazionali. Con un diametro di 64 metri e un'altezza di settanta, il radiotelescopio di San Basilio e il più grande d'Italia e tra i più avanzati al mondo. Inaugurata nel settembre 2013, con le prime osservazioni scientifiche di riguardo che risalgono al 2015, l'antenna è pilastro e riferimento scientifico ineludibile delle osservazioni e delle ricerche di astrofisica coordinate dall'Osservatorio astronomico di Cagliari Inaf-Oac. Ieri, il rafforzamento della visibilità e dell'accreditamento internazionale. Con i potenti interferometri di Ligo (Stati Uniti) e Virgo (Cascina), a caccia di misteri stellari da risolvere, anche Srt ha contribuito a catturato le onde gravitazionali. «La contemporanea osservazione di onde gravitazionali e di onde elettromagnetiche emesse da uno stesso evento cosmico è evento di straordinaria portata» dice Andrea Possenti, direttore uscente dell'Osservatorio di Cagliari. Un contesto in cui Srt, con le recenti osservazioni, ha competenze di alto profilo. «Il ruolo dei ricercatori operanti nell'isola è destinato a svilupparsi e crescere in quello che viene riconosciuto come uno degli ambiti più innovativi della ricerca astronomica internazionale» aggiunge Emilio Molinari, neo direttore dell'Osservatorio di Cagliari, proveniente dalla direzione del telescopio nazionale Galileo, situato alle Canarie. Nel dettaglio, l'Inaf ha partecipato alle campagne osservative mettendo in campo sia le elevate capacità dei ricercatori, sia la qualità dei propri strumenti. Il Sardinia radio telescope di San Basilio è stato puntato su NGC 4993 il 7, 8, 9, 19 e 22 settembre scorso, dopo che il radiotelescopio americano Vla (Very large array) ha annunciato l'osservazione di un'emissione radio proveniente dalla regione di cielo dove ha avuto luogo l'evento. Lo scopo di questo lavoro, che ha coinvolto con Srt una dozzina dei migliori radiotelescopi del mondo, è di misurare le variazioni nel tempo del flusso di onde radio. Con queste osservazioni, Sardinia radio telescope ha compiuto un fondamentale passo avanti ulteriore nella propria carriera scientifica. Ed è entrato nella ristretta cerchia degli strumenti mondiali qualificati per svolgere un ruolo importante nella innovativa astrofisica multi-messaggero.

IL COSMO SENZA PIÙ SEGRETI
La danza a spirale delle due stelle scrutata a 130 milioni di anni luce

Si sono avvicinate l'una all'altra in una pericolosa danza a spirale fino a fondersi in un'esplosione ascoltata e vista all'unisono da 70 strumenti, come un fuoco d'artificio a festeggiare la nascita della nuova astronomia. La coppia di stelle più osservate, «ascoltate» e fotografate di tutti i tempi si chiama AT2017gfo e sono fra gli oggetti più bizzarri ed estremi del cosmo. Sono relitti cosmici, quello che resta di stelle molto antiche e gigantesche giunte alla fine della loro vita ed esplose come supernovae. Dopo l'esplosione sono collassate, diventando incredibilmente compatte. Per avere un'idea della loro densità «potremmo immaginare l'intera umanità schiacciata in una zolletta di zucchero», ha osservato Paolo D'Avanzo, dell 'osservatorio di Brera dell'Istituto Nazionale di Astrofica (Inaf). I 70 telescopi sono stati puntati su questa coppia di stelle distante 130 milioni di anni luce.

 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 17 ottobre 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 37
SASSARI
Alla Biblioteca universitaria "Le ragazze sono partite" di Mameli

SASSARI Giovedì prossimo, con inizio alle 17.30, la Biblioteca universitaria di Sassari, in piazza Fiume, ospiterà l'autore Giacomo Mameli che parlerà del suo libro "Le ragazze sono partite" insieme a Domitilla Mannu. L'evento è proposto in collaborazione con il Club Inner Wheel Sassari Centro. "Le ragazze sono partite" è la storia di una ascesa sociale, individuale e di gruppo. Dietrina, Clelia, Evelina, Maretta, Erminia, Bonaria, Silvana, Carrula, sono alcune delle protagoniste del libro di Giacomo Mameli: ragazze che emigrano in particolar modo da Perdasdefogu, verso il Continente, a Roma e Milano, a partire dal secondo dopoguerra, per fare "le seraccas" (le serve) in alcune famiglie benestanti.Una narrazione corale, un intreccio di storie di donne nell'arco di più generazioni, che partono e raccontano la loro esperienza migratoria. In questo libro le donne sono narrate come protagoniste. L'autore mostra una non comune capacità di entrare nei mondi femminili, di dar voce alle donne, di umanizzare i personaggi e la narrazione tanto che sembra di vivere con Pietrina e con le altre donne dentro alle loro storie.Storie esemplari, che parlano più di saggi di sociologia come afferma Martina Giuffrè, antropologa non sarda, allieva del grande studioso cagliaritano Pietro Clemente, che spiega alla luce delle recenti ricerche australiane e statunitensi, il fenomeno dell'acculturazione delle ragazze partite senza valigia (senza: perché tanto povere che le poche cose personali stavano nel lenzuolo a mo' di sacca da portare sulle spalle).Un libro emozionante pieno di dettagli concreti che delineano il senso drammatico della rottura tra i due mondi, il dolore dello strappo, la nostalgia inestinguibile del paese e dell'infanzia.

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