Giovedì 12 ottobre 2017

12 ottobre 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Incontro per le matricole
Nella facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche il benvenuto domani alle 9 agli studenti dei corsi magistrali

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
SARDINIA 5.0
La Sardegna come isola-laboratorio dove gli spazi fisici e digitali si uniscono mettendo al centro l'uomo. È l'obiettivo del progetto Sardegna 5.0 che sarà presentato oggi nell'aula magna della facoltà di Ingegneria, in via Marengo.

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
In un convegno le riflessioni su come smontare gli stereotipi che discriminano le donne
Parità tra i generi: il ruolo decisivo dell'informazione

I giornalisti hanno una grande responsabilità. A loro è affidata un'importante funzione pedagogica, rispetto a una società in cui si diffondono stereotipi, letture deformanti della realtà, bufale e false informazioni, diseguaglianza e violenza. È uno dei messaggi emersi dall'incontro che si è svolto nella facoltà di Studi umanistici dell'Università di Cagliari davanti a un folto pubblico, e presieduto da Elisabetta Gola, coordinatrice del corso di laurea in Scienze della comunicazione. L'appuntamento, nato dall'iniziativa di Giulia giornaliste Sardegna (acronimo di Giornaliste, indipendenti, unite, libere e autonome) era intitolato “La preda e il cacciatore: stereotipi sociali, i linguaggi dei media”. È stato concepito come un «laboratorio» - definizione di Alessandra Sallemi, giornalista della Nuova Sardegna - da cui ricavare un rinnovato impegno professionale e civile. E ancora trarre riflessioni per favorire l'emancipazione dal pregiudizio di cui la società, confusa dalla rivoluzione mediatica e dalla cattiva informazione che si è piegata allo scadimento della domanda, spesso si nutre. L'emergenza, con le ricadute che produce nella rappresentazione delle donne e del loro mondo, è stata al centro della relazione di Susi Ronchi. Già notista politica del Tg3 regionale e coordinatrice della neonata sezione sarda di Giulia nazionale, Ronchi ha evidenziato il trinomio attorno a cui i giornalisti devono incentrare il loro operato: istruzione, formazione e informazione. «L'informazione entra nelle case, fa opinione, scuote le coscienze, veicola informazioni», ha sottolineato, «e sceglie i linguaggi». «Siamo le parole che usiamo», ha aggiunto Roberta Celot, responsabile Ansa Sardegna, che ha dedicato il suo intervento al linguaggio di genere, «strumento della lotta alla diseguaglianza». Principio fondante del bisogno di riconoscersi uguali nelle opportunità e nei diritti, ma differenti per sensibilità ed emotività.
Di linguaggio figurato ha parlato Francesca Erdas, docente di Filosofia del linguaggio, smascherando gli stereotipi che abitano nelle metafore. Gallina, chioccia, dolcetto, coniglietta o gattina: sono alcuni dei termini riconducibili alla rappresentazione delle donne. Al dibattito hanno contribuito anche gli interventi di Renato Troffa (psicologo sociale), Riccardo Porcu (dirigente Servizi comunicazione della Regione), Luca Lecis (docente di Storia del giornalismo) e di Federica Ginesu, Paola Cireddu e Alessandra Addari, giornaliste Giulia.
Manuela Arca

 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
La piattaforma ideata da un team cagliaritano
Una semplice applicazione per comprare il biglietto del bus

Tempi duri per i portoghesi che continuano a salire sui pullman cittadini ed extraurbani, ma anche i controllori dovranno presto adeguarsi alla nuova frontiera del biglietto per viaggiare sui mezzi pubblici.
Il team cagliaritano di GreenShare ha festeggiato un altro traguardo: nei giorni scorsi è stata presentata “SmarTicket Sardegna”, un'applicazione che permette agli utenti di acquistare il biglietto del trasporto urbano ed extraurbano grazie ad una applicazione sul proprio smartphone in modo semplice e veloce.
Tra i primi a utilizzare il servizio è stato il gruppo “Fara Viaggi” , importante azienda del trasporto pubblico extraurbano in Sardegna che utilizzerà per i propri biglietti l'innovativo sistema di bigliettazione digitale disponibile sia per Android che per iOS.
Una piattaforma intelligente a disposizione del passeggero (che può comprarsi in qualunque momento il suo biglietto dal proprio smartphone attraverso questa semplice applicazione) ma anche delle aziende di trasporto pubblico e privato che possono così monitorare in tempo reale le statistiche di acquisto e validazione dei biglietti. L'applicazione SmarTicket è stata realizzata e sviluppata dalla GreenShare (www.greenshare.it/), spin-off dell'Università degli Studi di Cagliari, nata nel 2013 con sede a Sa Illetta e specialista nella progettazione, sviluppo e gestione di sistemi e applicazioni per diversi settori tra cui tecnologie nel campo dell'infomobilità, del mobile ticketing e del mobile payment.
GreenShare nasce nel maggio 2013 grazie alle competenze di un team di professionisti nel settore ICT (Information Communication Technology).
«In questi anni», scrivono i ricercatori cagliaritani, «abbiamo portato avanti la progettazione, lo sviluppo e la gestione di sistemi e applicazioni per diversi settori, riservando sempre una attenzione specifica alle tecnologie applicate al campo dell'informatica nel settore della mobilità, in particolare all'aspetto dell'acquisto e del pagamento del ticket di viaggio, avendo come target di riferimento il mondo giovanile, quello che ha una maggiore facilità e destrezza nell'uso degli smartphone».
Testimonianze di questo impegno del team cagliaritano sono prodotti come Clacsoon, SmarTicket e BusFinder, scelto dal Consorzio di Trasporto Mobile di Cagliari.

 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Slitta anche la decisione sull'accorpamento tra il Brotzu e il Policlinico universitario
OSPEDALI, L'INTESA SALTA ANCORA
Troppe tensioni in maggioranza: rinviato il voto su Lanusei

La maggioranza preferisce aggirare l'ostacolo e rimanda gli argomenti più scottanti. La seduta di ieri del Consiglio regionale ha confermato che nel centrosinistra su alcune voci della rete ospedaliera non è possibile trovare un accordo. Tanti, troppi i malumori per rischiare la conta e costringere la Giunta a una sconfitta in aula: e così la discussione sul futuro dell'ospedale di Lanusei e sull'ipotesi di un percorso per unire l'azienda Brotzu e il Policlinico universitario viene rinviata. Dunque la soluzione meno indolore è far slittare il confronto e procedere nella discussione, che si arena ancora sugli ospedali di Alghero-Ozieri e sul San Francesco di Nuoro.
TENSIONI È il consigliere regionale del Pd, Franco Sabatini, a resistere per ottenere la classificazione di primo livello per l'ospedale di Lanusei. Una posizione mantenuta sino all'ultimo, che evidenzia i timori della maggioranza costretta a trovare un paracadute con il rinvio al momento in cui si voterà definitivamente la riforma.
«Non sto facendo un atto di arroganza», dice Sabatini, «troppo spesso la Regione si è dimenticata dei territori marginali della Sardegna e l'Ogliastra è uno di questi». Il consigliere dem ribadisce che la sua richiesta «non punta a nulla di particolare, ma chiede soltanto il diritto alla salute che è stato negato a questi territori».
Vista la determinazione di Sabatini la maggioranza preferisce non arrivare alla conta e si accorda per un rinvio. Sulla questione Lanusei si sofferma il consigliere del Partito dei sardi, Augusto Cherchi: «Sono stati conservati i servizi da primo livello, anche se non ne avrebbe le prerogative e i requisiti minimi. Non facciamo battaglie sulle etichette ma sui servizi».
L'ASSESSORE Il titolare della Sanità, Luigi Arru, percepisce il momento di tensione nella sua maggioranza e interviene per rispondere direttamente a Sabatini. «Capisco il suo disagio, ma il mio impegno per le zone interne è forte». Concetti più volte ripetuti durante il dibattito di ieri sera ma che non riescono a tranquillizzare gli animi. Arru continua nella sua strada per «trovare l'equilibrio tra le cure sul territorio e le specializzazioni che impongono scelte precise sulla loro allocazione».
L'AFFONDO Arrivano ancora dagli scranni di Campo progressista le frecciate sulla riforma. Un emendamento presentato da Francesco Agus crea subbuglio in aula. La richiesta mira a eliminare la possibilità di affrontare un percorso per verificare la fattibilità di unire il Brotzu al Policlinico universitario. «Su un tema così importante non sono possibili posizioni ambigue», dice Agus, «il testo approvato dalla commissione apre la strada al passaggio di tutta la sanità della Città metropolitana all'Azienda ospedaliero-universitaria. Un'eventualità da scongiurare».
CLASSIFICAZIONE Durante il dibattito si riprende il discorso sugli ospedali di Alghero e Ozieri e sulla classificazione di primo livello. A sollevare il problema è il leader dell'Udc Giorgio Oppi, che chiede «un riferimento preciso alla data in cui questo diventerà presidio di primo livello». Rimane ancora uno strascico di polemica sul futuro dell'ospedale San Francesco di Nuoro e la mancata classificazione di secondo livello.
L'INVITO Il centrodestra cavalca le incertezze della maggioranza e chiede a più riprese di sospendere la discussione della riforma per evitare forzature. Per la maggioranza sarebbe un'ammissione di debolezza. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, è convinto che «la riforma sarà il suggello del fallimento delle politiche di questa Giunta». Poi un avviso ai colleghi del Consiglio: «Non si può permettere di approvare in maniera affrettata provvedimenti delicati. Fermiamoci e prendiamo qualche giorno in più per riflettere e non mortificare i territori».
Sulla stessa linea anche il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, che parla di «riforma sbagliata nella forma e nei tempi». Infatti per Dedoni «sarebbe servita la rete delle cure territoriali, poi l'attivazione dell'elisoccorso e infine la rete ospedaliera».
Matteo Sau

 

6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Oggi il primo seminario in viale Sant'Ignazio
L'Autonomia ha 70 anni: un ciclo di incontri

Un ciclo di seminari sul 70° anniversario dello Statuto speciale della Sardegna si apre oggi pomeriggio nella facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, in viale Sant'Ignazio 74. L'iniziativa è del dipartimento di Scienze sociali e delle istituzioni dell'Università e proseguirà nei mesi di novembre, dicembre e gennaio. I seminari sono organizzati da Maria Rosa Cardia, docente di Storia delle istituzioni politiche e di Storia della pubblica amministrazione. Il primo appuntamento è appunto per oggi alle 16, nell'aula Baffi in viale Sant'Ignazio, con la tavola rotonda “Evoluzione e prospettive delle istituzioni formative e culturali nella Sardegna autonomistica».
L'INIZIATIVA È rivolta soprattutto ai giovani, per conoscere meglio le questioni che hanno caratterizzato lo sviluppo regionale in campo politico, sociale, economico e culturale, in ambito nazionale e internazionale. L'articolazione del Dipartimento consente un approccio che abbraccia diverse discipline e comparativo, indispensabile per l'analisi e il bilancio della fase precedente all'Autonomia e della lunga fase successiva, per riflettere sul futuro della specialità della Sardegna.
I RELATORI Il seminario sarà introdotto dal presidente della facoltà di Scienze giuridiche, economiche e politiche, Stefano Usai, e dalla direttrice del dipartimento di Scienze sociali e delle istituzioni, Cecilia Novelli. Alla tavola rotonda interverranno la rettrice Maria Del Zompo, Giuseppe Dessena (assessore regionale della Pubblica istruzione, Beni culturali, Spettacolo e Sport), Francesco Feliziani (direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale), Filippo Maria Gambari (segretario regionale del ministero dei Beni culturali), Paola Mura (direttrice del Musei civici di Cagliari) e Maurizio Virdis, docente di Lingua e Linguistica sarda dell'Università.

 

7 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Convegno col presidente della Corte costituzionale
Terre civiche, Grossi a Nuoro

Il presidente della Corte costituzionale, Paolo Grossi, sarà oggi a Nuoro, ospite del convegno organizzato dal centro studi della Sardegna sulle terre civiche, dal consorzio universitario nuorese e dall'Ordine dei dottori agronomi e forestali. A confronto esperti di rango sul tema delicato delle terre civiche, versante critico del nuovo piano paesaggistico regionale. Nuoro è sede del centro studi Usi civici della Sardegna, diretto da Francesco Nuvoli. Perciò sede naturale per un confronto ad hoc.
Grossi alle 11 incontrerà il sindaco Andrea Soddu che gli donerà una targa. «Il presidente della Corte costituzionale si occupa da sempre di beni collettivi ed è per noi un onore riceverlo», ha detto Soddu. Alle 11.30, in Municipio vedrà gli studenti del polo universitario. Alle 15.30, nell'auditorium dell'Isre, il convegno. Grossi, ospite del capoluogo barbaricino per la seconda volta in due anni, legato alla città anche per l'amore verso l'opera dello scrittore-giurista Salvatore Satta, è uno dei massimi esperti di beni collettivi. Con lui intervengono Maria Agostina Cabiddu del Politecnico di Milano, Carlo Alberto Graziani dell'università di Siena e Paolo Fois dell'ateneo di Sassari. Domani si riprende alle 9 con l'ex ministro Paolo De Castro, dell'università di Bologna, e Pietro Nervi dell'ateneo di Trento.

 

8 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Primo Piano (Pagine 2/3 - Edizione CA)
Sono immigrati tre sardi su cento
Tre sardi su cento sono immigrati, provengono soprattutto dalla Romania, e in misura decisamente minore da Senegal e Marocco, sono costantemente in aumento e di solito si stabiliscono nell'Isola prendendo, in molti casi, la cittadinanza italiana. Aumentano i bambini, i richiedenti asilo o protezione internazionale, crescono di sette volte rispetto al 2011 gli stranieri che diventano italiani a 18 anni, calano coloro che arrivano per motivi di lavoro.
È l'Istat a fornire una fotografia del fenomeno migratorio italiano e di quello sardo. Un quadro dal quale emergono differenze territoriali. Se a livello nazionale i paesi più rappresentati sono Marocco, Albania, Cina, Ucraina e Filippine, nell'Isola quasi trenta immigrati su cento sono rumeni, poco meno di 9 sono senegalesi o marocchini, quasi sette sono cinesi, seguiti dai filippini e via elencando.
L'APPRODO NEL SASSARESE Dei 50.346 immigrati con regolare permesso di soggiorno che risiedono stabilmente in Sardegna (qui non si parla dei 5500 migranti ospiti dei centri di accoglienza), 21.739 (il 43,2%) hanno scelto di stabilirsi nell'attuale provincia di Sassari, soprattutto in Gallura, mentre Cagliari ospita meno di trenta stranieri su cento (14.242), solo dieci su cento si insediano nel Nuorese, nell'Oristanese si contano 3.140 stranieri (il 6,2%) mentre nella provincia sud Sardegna risiedono 5.841 immigrati (l'11,6%).
L'INTEGRAZIONE Come si integrano? Trattandosi in prevalenza di persone che provengono da paesi economicamente più arretrati, hanno bisogno di imparare la lingua, i costumi, le leggi fondamentali, un mestiere. «Se prima venivano spontaneamente perché avevano fretta di integrarsi, oggi non è così. L'integrazione viene imposta dalle istituzioni e così spesso quando arrivano da noi non seguono le lezioni, chiacchierano, disturbano», racconta Eugenia Maxia, presidente dell'associazione Alfabeto del mondo, 400 stranieri assistiti. In dieci anni ha visto cambiare tutto. «Sino a tre-quattro anni fa venivano da noi dieci minori in un anno, oggi sono cento». Non a caso tra i corsi che organizzano sono aumentati quelli per le mamme con figli: «Imparano l'italiano, i fondamenti di informatica mentre i bambini vengono accuditi o, se sono in età scolare, vengono supportati per potersi inserire». In dieci anni sono aumentate anche le nazionalità: «Avevamo persone di 40 nazionalità diverse, oggi sono 63».
IL FENOMENO Del resto l'integrazione è un fenomeno complesso e va governato come tale. Secondo Aide Esu, docente di Sociologia al dipartimento di Scienze sociali e delle Istituzioni dell'università di Cagliari, c'è molto da fare. «Nella nostra regione assistiamo a contrapposizioni sociali accentuate da una condizione economica critica, con una disoccupazione e una povertà più diffuse di quanto si percepisca. Per questo occorre governare meglio il fenomeno dell'immigrazione, ad iniziare da una comunicazione con i cittadini da parte delle istituzioni mirata anch a rassicurarli. Oggi, invece, la governance è fragile, disorganizzata. Insomma, stiamo affrontando un cambiamento epocale ma la nostra società non è ancora pronta. Ormai viviamo in una società aperta e giocoforza dobbiamo confrontarci», aggiunge.
«CULTURE DINAMICHE» «Le culture non sono più blocchi statici ma dinamici che garantiscono un arricchimento. A proposito di comunicazione, dovremmo spiegare meglio che molte delle popolazioni che oggi vengono da noi sono quelle a cui abbiamo sottratto risorse nell'era dell'industrializzazione. Governare il fenomeno», conclude Aide Esu, «significa anche formare adeguatamente i nostri studenti perché imparino a gestire situazioni nuove. Un medico, ad esempio, deve sapere che il corpo di un musulmano va trattato in modo diverso, un mediatore culturale deve sapere che se una donna non guarda l'interlocutore negli occhi lo fa per rispetto e non per la mancanza di esso».
Fabio Manca

Fuggito dalla Palestina, si è laureato a Cagliari
I sacrifici del dottor Omar Zaher

Ultimo di undici figli, cinquantacinque anni e un desiderio: «Mi piacerebbe visitare la Palestina. Conoscere i luoghi dove è cresciuta la mia famiglia, quella che un tempo era la loro casa e dove adesso hanno costruito una falegnameria israeliana». Omar Zaher, consigliere comunale di Selargius con una breve parentesi anche in Provincia, fa parte dei tantissimi stranieri che in Sardegna hanno trovato la seconda casa. «Nel ‘48 purtroppo la mia terra è stata occupata. Sono finito in Giordania, orfano di padre quando avevo sei anni e mezzo», racconta. «Volevo studiare, per questo sono arrivato in Italia, grazie ai sacrifici dei miei fratelli. Avevo diciotto anni e mezzo, sono stato qualche mese a Perugia dove ho frequentato un corso d'italiano. Dopo un po' ho raggiunto alcuni parenti a Cagliari», spiega. «Sono stato molto fortunato. Mi sono laureato in Farmacia, specializzato in Tossicologia e Farmacologia chimica, e sono riuscito a trovare lavoro come informatore medico scientifico. Dopodiché mi sono sposato con una sarda, da cui ho avuto una splendida figlia, che ora ha quattordici anni», dice con orgoglio. «Penso che per raggiungere una reale integrazione si debba fare un lavoro complesso, che non può fare a meno dell'interazione e del confronto. La comunità palestinese nella provincia di Cagliari è ben inserita, anche se spesso per mancanza di cultura più che per razzismo qualcuno cade in facili generalizzazioni. Penso che il cammino sia ancora molto lungo». (sa. ma.)

I filippini, gli ucraini, i cinesi
Qui per una scelta di vita o per la ricerca di un riscatto
Nella Sardegna multietnica ci sono storie di ogni tipo. Ci sono marito e moglie filippini che hanno lasciato la loro terra per garantire i migliori studi ai figli, e l'infermiera Ucraina che a Cagliari ha trovato lavoro e marito (sardo). Un imprenditore che ammette di sentirsi più sardo che cinese e lo skipper tedesco con laurea in ingegneria.
FILIPPINI FACTOTUM «Lasciare la propria terra non è facile, ma alla fine ci si abitua anche la lontananza. Oggi mi sento anche un po' sardo». Virgilio Garcia ha sessant'anni, è arrivato a Cagliari nel 1987 - insieme alla moglie - quando ancora i filippini in città si contavano sulle dita di una mano. «La situazione da noi era insostenibile e gli stipendi erano così bassi da non consentire di mantenere una famiglia», racconta. «Solo chi ci è passato può capire cosa si prova. Nelle Filippine ho lasciato il cuore e anche un figlio. Ma devo essere onesto: la Sardegna mi ha dato tanto, un altro figlio e un lavoro che mi ha consentito di pagare gli studi a entrambi», dice con orgoglio. «Carlo ha 34, è cresciuto con i nonni e fa l'ingegnere a Manila. Bernardo ha venticinque anni, è nato qui ma ha frequentato l'università a Manila, dove fa il doganiere».
L'INFERMIERA UCRAINA «In Sardegna ho trovato lavoro e un marito meraviglioso (cagliaritano)». Oxana Piven ha quarantatré anni e una qualifica da infermiera professionale, ottenuta con sacrifici in Ucraina ma che in Italia è carta straccia. «Sono a Cagliari dal Duemila, ho fatto la badante per sette anni, ora sono una collaboratrice domestica». Una scelta obbligata. «Ho lasciato la mia patria a malincuore. All'epoca avevo venticinque anni, desideravo solo uno stipendio che mi consentisse di sopravvivere», spiega. «Sento spesso parlare d'integrazione, per ciò che mi riguarda posso dire che è un cammino difficilissimo. Anche perché le proprie origini e abitudini non si dimenticano», sentenzia. «La lontananza è pesante, non passa neanche dopo tanto tempo. Ma oggi sto bene qua, aiuto economicamente i miei genitori e mio fratello e soprattutto mi sento felice. Non sono ricca ma non mi manca niente. Ho un marito bravo e bello e sono in salute. Sono queste le cose importanti».
L'IMPRENDITORE CINESE Chen Ren Feng fa l'imprenditore, ha quarantun anni e quattro figli, dai quattro ai ventun anni. La sua storia è simile a quelli di tanti altri stranieri partiti dalle loro città d'origine. «Sono arrivato a Cagliari nel 1990 per cercare lavoro. Ho raggiunto i miei genitori che gestivano un ristorante in città, ma posso assicurare che soprattutto nel primo periodo è stato complicato», sottolinea.
«Mi sono ritrovato in una realtà completamente diversa da quella in cui sono cresciuto. A combattere con una lingua che non conoscevo e con una burocrazia che sembra fare di tutto per rendere ogni cosa più difficile», osserva. «Ci vuole tempo e pazienza per integrarsi. Dopo quasi trent'anni trascorsi nella vostra terra posso dire di avercela fatta. Se dovessi fare una percentuale direi che mi sento al sessanta per cento sardo e al quaranta cinese. La nostalgia c'è sempre, ma alla fine s'impara a conviverci».
LO SKIPPER TEDESCO Lunga chioma bionda e una certezza: «Venire in Sardegna è stato come realizzare un sogno. Avevo dieci anni, mi sembrava di aver raggiunto la terra promessa». La storia di Mathias Andreas Reiter, 54 anni, tedesco, inizia nel ‘73. «Papà lavorava alla base Nato di Decimo, ci trasferimmo con lui», chiarisce. «L'anno dopo alcune vicende familiari mi posero davanti a una scelta: tornare in Germania o stare in Sardegna. Nessun dubbio: scelsi Cagliari».
Laurea in ingegneria architettonica ambientale, qualche anno come ricercatore in un istituto parauniversitario, dottorato di ricerca in Architettura, poi la la svolta. «La burocrazia è diventata tanta e tale che ho detto basta: ho venduto la casa e mi sono comprato la barca. Ora faccio lo skipper e sono felicissimo».
Sara Marci

È la comunità più diffusa nell'Isola. «A Olbia ci troviamo bene, siamo uniti e integrati»
I rumeni di Gallura: badanti, colf, operai e cuochi

Fanno parte della comunità straniera più numerosa della provincia e dell'Isola. Molti risiedono a Olbia da più di dieci anni e la stragrande maggior parte in città ha ormai stabilito definitivamente le proprie radici, chiedendo addirittura di vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana.
Sono gli immigrati provenienti dalla Romania. Un numero, il loro, che supera di gran lunga quello degli altri stranieri che a Olbia è di casa: oltre 2500 quelli regolarmente residenti in città e censiti dal Comune. E anche se il dato è ampiamente sottostimato - molti sono coloro i quali non hanno una regolare registrazione di residenza domiciliare - la distanza tra il numero di cittadini rumeni e quello dei senegalesi, altra comunità molto presente nell'ex provincia Olbia-Tempio, è notevole. Poco più di 500 sono infatti gli immigrati registrati negli uffici comunali e provenienti dal Senegal, seguiti da quelli originari del Marocco che sono 385.
LE STORIE Badanti, collaboratrici domestiche, operai, cuochi, ma non solo: se Melania Mocanu, 56enne madre di due figli è dal 2003 che assiste gli anziani a domicilio tra Tempio Pausania e Olbia, Mary Neculita invece, ex ginnasta e atleta olimpica vincitrice con la nazionale della Romania della medaglia di argento a squadre, in città ha da tempo aperto un palestra in zona industriale. Lei, sposata con un olbiese originario di Nuoro, Olbia l'ha scelta «per la sua bellezza e il fatto che sta sul mare». Non è arrivata in Sardegna per motivi economici, ha deciso di lasciare la Romania per seguire la migliore offerta di lavoro che avrebbe potuto portarla anche in Inghilterra. «Non sono stata io a cercare lavoro in Italia, - racconta Mary Neculita - ma sono stata contattata per fare da istruttrice fitness e personal trainer. Non siamo tutte badanti e non tutte scappiamo da situazioni di disagio o degrado nel nostro paese». Per Melania invece è stata la necessità di far completare gli studi universitari ai suoi figli a spingerla a lasciare la Romania e, dopo una breve esperienza a Roma, approdare ad Olbia. «Ho sempre fatto la badante e la collaboratrice domestica e con tanto lavoro e molti sacrifici ho permesso ad entrambi i miei ragazzi di laurearsi», spiega Melania Mocanu. Molti dei residenti in città frequentano la chiesa ortodossa di Santa Lucia guidata dal prete Vasile Pavalasc. «Ci riuniamo per celebrare le messe e per feste e incontri, siamo una bella comunità unita e integrata nella città».
Antonella Brianda


 

9 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Benessere psicologico
Pari opportunità nelle professioni: un dibattito

Angela Quaquero, Presidente dell'Ordine degli psicologi della Sardegna, ha presentato il programma delle Settimane del benessere psicologico 2017 che proseguiranno fino all'11 novembre. «Centinaia di psicologi offriranno consulenze gratuite e organizzeranno workshop e seminari per far conoscere la psicologia oltre gli stereotipi».
Domani e sabato è in programma “Sui generis 2017. Professioniste per le pari opportunità», a partire da un incontro nell'Aula magna del liceo Pacinotti su Donna e Scienza; saranno presenti Micaela Morelli, Anna Oliviero Ferraris e Monica Toraldo di Francia.
Domani pomeriggio e sabato, nei locali del polo economico e giuridico, si terranno tavole rotonde interdisciplinari aperte al pubblico su temi quali professioniste, innovazione e internet; fine vita, disabilità e sessualità; violenza in rete. sabato pomeriggio si parlerà di cyberbullismo a Oristano, mentre domenica è previsto un torneo di calcio solidale a Nuoro. Da segnalare anche un momento più leggero, l'Aperijazz alla Mediateca il 25 ottobre.
Luca Mirarchi

 

10 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
CONFERENZA CON HERAT
Un collegamento in videoconferenza con Herat, in Afganistan, per discutere della “Corruzione nella pubblica amministrazione”. È l'iniziativa organizzata dalla Camera penale di Cagliari in programma oggi nella biblioteca dell'ordine degli avvocati in Tribunale dalle 15. Parteciperanno il generale Massimo Biagini, il governatore, il sindaco e il procuratore capo di Herat, il rappresentante speciale per il segretario generale della Nazioni Unite (Tadamichi Yamamoto), la procuratrice Maria Alessandra Pelagatti, il pm Paolo De Angelis, la presidente degli avvocati Rita Dedola, il presidente della Camera penale di Cagliari Rodolfo Meloni, il direttore della scuola della Camera penale Giuseppe Ledda e il docente di diritto costituzionale Gianmario Demuro.

 

11 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
ZONA FRANCA AL CONSUMO
È il tema del convegno di oggi alle 12, aperto a tutti, alla Biblioteca universitaria in via Università. Ne parla Maria Rosaria Randaccio, ex intendente di finanza e presidente del Movimento Sardegna zona franca, con Francesco Scifo, segretario politico del Movimento, alcuni componenti del Consiglio direttivo e docenti universitari.

12 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
LIBRO SU CARLO FELICE
È in programma domani la presentazione del libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi” di Francesco Casula. L'opera, giunta alla quarta edizione, verrà presentata nel corso di un incontro che si svolgerà nell'istituto dei Salesiani in via don Bosco, alle 14, dal docente universitario Giuseppe Melis assieme all'autore.

 

13 - L’UNIONE SARDA di giovedì 12 ottobre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
L'iniziativa dei Riformatori piace a Pd e Forza Italia. In campo anche intellettuali e giuristi
ASSE BIPARTISAN SULL'INSULARITÀ
Referendum consultivo: «Abbiamo già raccolto 15mila firme»

Il referendum è solo consultivo, quindi più sono le firme raccolte maggiore sarà il peso della consultazione. E per la richiesta di inserimento del principio di insularità in Costituzione, il Comitato promotore ha già raggiunto quota diciottomila in appena venti giorni, mentre diecimila sono quelle sufficienti per indire un referendum consultivo in Sardegna.
LA CAMPAGNA «L'obiettivo è arrivare a centomila entro l'anno, in questo modo il peso di tutta l'operazione aumenta in modo esponenziale», ha spiegato il presidente del Comitato promotore, Roberto Frongia (Riformatori), che ieri, per annunciare quella che ha chiamato «fine della prima fase della campagna referendaria», ha riunito tutti i componenti del Comitato promotore, dai Riformatori che hanno lanciato la battaglia, ai consiglieri regionali di Forza Italia, del Pd, personalità del mondo della cultura e del diritto, ambientalisti. «Abbiamo raggiunto e superato l'obiettivo minimo, che ci consente di dire che i sardi voteranno nella prossima primavera - ha detto - Ora vogliamo che il progetto sfondi in tutta l'Isola, e diventi realmente una battaglia di tutti, nella quale non ci sia alcun copyright, una battaglia intorno alla quale si uniscano tutti i sardi. L'obiettivo è così importante e centrale per la nostra isola che non ci possono essere primogeniture, né gelosie, né diserzioni».
ASSE BIPARTISAN Roberto Deriu (Pd), ha parlato di un «obiettivo che potremmo definire in controtendenza, giacché nasce non per dividere me per unire, e si muove sul piano costituzionale, com'è corretto che sia». In ogni caso, «con questa iniziativa riprende vigore l'iniziativa riformatrice». Sempre sul fronte Pd, Franco Sabatini ha posto l'accento sul fatto che «sono temi che per loro natura sono trasversali, ed è significativo che ci siano consiglieri regionali di diverse parti politiche. Accanto ad essa tuttavia è necessario mettere in campo una forte azione politica rivolta all'Europa». Pietro Pittalis (Fi) ha ringraziato i Riformatori per “la lungimiranza” e ha ricordato che «i referendum lombardo e veneto di ottobre ci impongono di batterci per riaffermare la nostra specialità», ma ha anche ricordato «la battaglia fatta nel Parlamento europeo dal nostro Salvatore Cicu, che ha portato ad una importante risoluzione del parlamento europeo».
«BATTAGLIA COMUNE» Tra gli altri consiglieri presenti, Alessandra Zedda (Fi) ha aggiunto che «l'affermazione del principio di insularità all'interno della Costituzione ci consentirà una revisione totale sia del concetto di aiuto di Stato, che di concorrenza», mentre per Giuseppe Fasolino (FI) «si tratta di una battaglia comune per la nostra terra, ma non dimentichiamo che è solo un punto di partenza». Una battaglia sposata anche da intellettuali, storici, giuristi e ambientalisti. Per Enrico Altieri, già presidente della Sezione tributaria in Corte di cassazione, il referendum «apre la strada a una serie di opportunità sinora negate, soprattutto sul piano della fiscalità di vantaggio».
SIGNIFICATO COSTITUZIONALE Vanni Lobrano, docente di Diritto romano, ha definito l'iniziativa di «grandissimo significato costituzionale». Per Maria Antonietta Mongiu, già presidente del Fai, «lavoriamo perché la maggior parte della popolazione sia con noi. Se riusciremo, la battaglia sarà vinta». Stefano Altea, avvocato ed esperto di diritto europeo ha spiegato che «la costituzionalizzazione del principio di insularità sia una questione di particolare interesse per la Sardegna per due motivi. Il primo risiede nella necessità di affermare le pari opportunità, il secondo riguarda la questione fondamentale per riaffermare la specialità della nostra Regione in ambito nazionale». Ha tratto le conclusioni a presidente dell'ordine avvocati di Cagliari, Rita Dedola: «Il traguardo di firme raggiunto conferma che avevamo visto lungo e giusto: in Sardegna è indispensabile una svolta culturale che individui un nuovo percorso di sviluppo, che unisca tutti i sardi, dando diritti di cittadinanza pari agli altri italiani».
Roberto Murgia

La Nuova Sardegna

 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 12 ottobre 2017 / Attualità - Pagina 13
MALATTIA Fido? È come un figlio
Università concede permesso a dipendente ROMA Assistere un animale domestico che deve essere operato è un «grave motivo famigliare e personale», e giustifica un permesso retribuito dal lavoro. La decisione innovativa è stata presa dall'Università la Sapienza di Roma, su richiesta di una dipendente, che era assistita legalmente dalla ong animalista Lav (Lega anti vivisezione). La dipendente, una impiegata amministrativa single, ha un cane che aveva subito una paralisi della laringe. Era necessaria una operazione urgente: la donna doveva portare l'animale dal veterinario e assisterlo in continuazione per almeno un paio di giorni. L'impiegata vive sola e non poteva delegare a nessuno la cura del cane. Così ha chiesto all'ufficio del personale due giorni di permesso retribuiti. Il contratto collettivo dei dipendenti pubblici li concede per gravi motivi personali o famigliari. L'Università non aveva mai avuto richieste simili per gli animali domestici, e ha chiesto alla dipendente di motivare meglio l'istanza. La Lav ha rintracciato alcune sentenze della Cassazione secondo cui la mancata cura di un animale configura i reati di abbandono e maltrattamenti. L'impiegata ha potuto sostenere che, se non avesse assistito il cane, avrebbe commesso un reato. I «gravi motivi» per assentarsi c'erano tutti.

 

15 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 12 ottobre 2017 / Agenda - Pagina 22
OGGI il seminario
Il prefetto Giuseppe Marani parla di sicurezza e cooperazione

SASSARI Nuovo appuntamento con i seminari del corso di laurea dell'università di Sassari in "Sicurezza e cooperazione internazionale". Oggi dalle 17 alle 19, in aula Mossa (dipartimento di Giurisprudenza in viale Mancini 5), il prefetto di Sassari Giuseppe Marani (nella foto) terrà una lezione sul tema "Il ruolo del prefetto in materia di immigrazione ed emergenze di protezione civile". Anche questo seminario, come i precedenti, è aperto alla partecipazione di tutti gli interessati, oltre che agli iscritti al corso.Il prefetto concorre ad assicurare la tutela della integrità della vita, dei beni, degli insediamenti derivanti da calamità naturali. Secondo il principio della leale collaborazione e considerato che gli interventi di protezione civile richiedono l'apporto di diverse componenti, di livello statale, regionale, provinciale, comunale ed anche dei privati, il prefetto svolge un fondamentale "ruolo di cerniera", con funzioni di impulso e di garanzia della presenza dello Stato sul territorio. La prefettura esercita anche funzioni in materia di difesa civile.Giuseppe Marani è nato nel 1954 a Roma, dove si è laureato in Giurisprudenza. Entrato in carriera nell'ottobre 1985 dal 13 febbraio 2017 ha assunto le funzioni di Prefetto di Sassari.

 

16 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 12 ottobre 2017 / Agenda - Pagina 22
L'EVENTO
Studenti in festa al Quadrilatero per il Matricola day

SASSARI Questa sera a partire dalle 19 torna, nel cortile dello stabile del Quadrilatero in viale Mancini, il "Matricola Day", giunto alla sua quarta edizione.L'evento costituisce ormai un appuntamento fisso nel calendario della vita universitaria, non solo per i nuovi iscritti all'Ateneo di Sassari, bensì per tutti gli studenti, e registra sempre il "tutto esaurito".Il "Matricola Day" è frutto della collaborazione delle tre associazioni studentesche aventi sede nel polo di Scienze Sociali: Ase (Associazione Studenti Economia), Asp (Associazione Scienze Politiche) ed Elsa Sassari (The European Law Students' Association), le quali hanno avviato un progetto, consolidatosi negli anni con il fondamentale sostegno dei rispettivi Dipartimenti di riferimento al fine di offrire un caloroso benvenuto a coloro che si affacciano oggi a un percorso universitario pieno di aspettative e sogni.L'evento si inserisce in un panorama vivo e ricco, che è quello dell'associazionismo studentesco, e costituisce l'atto finale di una settimana durante la quale docenti e studenti lavorano fianco a fianco per accompagnare e aiutare le matricole ad inserirsi nel contesto accademico. L'obiettivo che si prefiggono le associazioni è anche quello di far conoscere agli studenti il loro punto di vista sulle molteplici sfaccettature e opportunità che il percorso universitario offre durante il suo svolgimento.Durante la manifestazione, che si protrarrà fino alla mezzanotte, verranno allestiti dai membri delle tre associazioni organizzatrici stand di accoglienza, e la musica dei dj Marco Arca e Luigi Pilo accompagnerà con allegria lo svolgersi della serata.I consigli delle tre associazioni e i loro Presidenti, Alessio Cabizzosu, Chiara Novelli e Bianca Mannironi invitano tutte le matricole e gli studenti universitari in genere a partecipare, come ogni anno, numerosi alla manifestazione.
 
 

17 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 12 ottobre 2017 / Logudoro Goceano - Pagina 29
Figli e nipoti di pastori dopo gli studi all'estero sono rientrati per lavorare nei caseifici di famiglia
LA SFIDA DI 5 GIOVANI LAUREATI: «LA CAMPAGNA È IL NOSTRO FUTURO»
«Il segreto del successo? Entusiasmo e ricerca delle tradizioni e di sapori quasi dimenticati»

di Francesco Squintu
OZIERI Veronica, Annalisa, Agnese, Mario e Salvatore hanno tutti il volto sorridente e una passione comune: la campagna. Hanno anche un'altra caratteristica che li lega: sono figli, nipoti e pronipoti di pastori e sono andati via per studiare e seguire la propria strada che dopo giri più o meno ampi li ha pian piano riaccompagnati a casa per continuare la tradizione familiare nella conduzione della azienda agricola e soprattutto nella produzione di formaggio. Il caseario è la croce e delizia del settore agropastorale isolano, traino per l'economia ma spesso zavorra pesante per l'allevatore che a causa del rapporto "malato" tra pecorino romano e prezzo del latte si trova a vivere periodi altalenanti quasi come un giro sulle montagne russe. A dare un taglio netto alla catena e tentare un nuovo percorso, con risultati sino a ora certamente soddisfacenti, ci hanno pensato nel territorio di Ozieri i giovani figli di famiglie tradizionalmente impegnate nel settore che dopo aver studiato e fatto esperienze all'estero hanno deciso di scommettere senza tentennamenti sulla campagna. «Dopo la laurea in Agraria, un dottorato di ricerca e un'esperienza di sei mesi negli Stati Uniti - ha detto Agnese, 31 anni, figlia di Peppino Cabigliera e Franca Zidda - ho capito che dovevo affiancare i miei e dare una spinta all'azienda di famiglia. La presenza sui social, il rapporto d'amicizia instaurato con i nostri clienti, il pecorino e le perette genuine, la lavorazione manuale con rame e legno e soprattutto la libertà dei nostri animali sui pascoli incontaminati, ci permettono di mandare avanti il nostro mini caseificio - ha concluso la giovane imprenditrice - con entusiasmo e buoni risultati». In effetti la strada per cercare di ritagliarsi un spazio nei mercati cosiddetti di nicchia e uscire fuori dalla mischia selvaggia è proprio la ricerca delle tradizioni e di sapori quasi dimenticati. Mario Piras e suo figlio Salvatore hanno riscoperto la "greviera" di Ozieri, antico formaggio vaccino dalla stagionatura di sei/otto mesi e ne hanno fatto la forza dell'azienda. Non solo. A fronte di un prezzo del latte di vacca che si attesta oggi intorno ai trenta o trentadue centesimi per litro, Mario riesce a pagare ai suoi conferitori cinquanta centesimi, quasi una magia. «Nessun trucco ma solo una politica di valorizzazione spinta dei nostri prodotti - ha detto - che riescono ad avere un alto valore aggiunto e ci permettono di stare bene persino sul mercato nazionale anche grazie alla partecipazione a Sardigna.it un consorzio a tutela del mangiare sardo e per la commercializzazione estera dei prodotti». Veronica e Annalisa Demarcus invece sono tornate a casa la prima con una laurea e un titolo di dottore agronomo e la seconda dopo una lunga esperienza all'estero e l'inglese in tasca, ad affiancare i due fratelli e il padre nell'azienda di famiglia da cui nel 2014 è nato il caseificio. L'e-commerce, il lavoro manuale, una conduzione tutta familiare e le idee innovative hanno portato le due sorelle ad inventarsi la "PeCOretta", una peretta di solo latte di pecora unica nel suo genere. «La vera forza è la famiglia - dicono all'unisono - ed è questo il vero motore che porta l'azienda a crescere». Differenti modi di lavorare, magari, ma con obiettivi comuni per i ragazzi delle tre realtà che su un punto sono d'accordo: «Se dovessimo fare una richiesta alla politica vorremmo che si dicesse basta a finanziamenti fini a se stessi e che si pensasse invece a investire di più in promozione e visibilità. Abbiamo delle peculiarità uniche, dobbiamo solo farlo sapere al mondo!».

Questionario e social

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