UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 27 settembre 2017

Mercoledì 27 settembre 2017

27 settembre 2017

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 27 settembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Ezeadi, primo nigeriano a laurearsi a Cagliari
Il calciatore è dottore in Economia

L'argomento della tesi di laurea è un omaggio alla Sardegna: un business plan di un'azienda che esporti in Nigeria vini sardi. «Magari sarà il mio futuro», ha detto dopo la discussione Simeon Ezeadi, 30 anni tra due settimane, entrato nella storia dell'Università cagliaritana per essere il primo nigeriano a laurearsi a Cagliari.
Ieri mattina nella facoltà di Economia, davanti alla commissione presieduta da Ernestina Giudici, ha esposto la tesi concordata con la relatrice Francesca Cabiddu. Poi il voto, gli applausi e l'abbraccio della fidanzata Anna e degli amici. Presenti alcuni giocatori, allenatori e dirigenti di calcio (nell'aula magna di via Sant'Ignazio anche l'ex rossoblù Lulù Oliveira): Ezeadi, neo dottore in Economia e gestione aziendale, è arrivato in Italia più di dieci anni fa per giocare a calcio. E continua a farlo a ottimi livelli (attualmente veste la maglia del Guspini Terralba in Eccellenza, dopo aver disputato diverse stagioni tra serie D e Promozione, con Sant'Elia, Muravera, Orrolese e un anno nella serie A maltese). «Avevo promesso alla mia famiglia», ha aggiunto, «rimasta in Nigeria, che non avrei mai abbandonato gli studi. Ho impiegato un po' di anni perché, per mantenermi all'Università, ho sempre giocato a calcio e anche lavorato. Ora finalmente ho tagliato questo traguardo importante». Poi un grazie a tutti: «Non pari berusu», ha concluso in sardo. (m. v.)

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 27 settembre 2017 / Cronaca Italiana (Pagina 10 - Edizione CA)
FIRENZE. Il caso dei concorsi truccati nelle Università
Il rettore: «Punizione esemplare»

FIRENZE «Noi siamo i primi a volere che siano accertate quanto prima le responsabilità e, se accertate, che la punizione sia severa, rigorosa ed esemplare. Nella comunità universitaria italiana ci sono migliaia di professori e ricercatori che lavorano con onestà e hanno come faro il merito, la valutazione e la trasparenza. Siamo doppiamente feriti perché non vogliamo che una malattia sia scambiata per un'epidemia». Parole del rettore dell'Università di Firenze, Luigi Dei, in riferimento all'inchiesta della procura su presunti concorsi truccati in ambito accademico. Tra i docenti indagati figura anche un professore del'Università di Sassari.

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 27 settembre 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
GUASILA 
Festival letterario

Il paese di Giulio Angioni rende omaggio allo scrittore e antropologo scomparso in gennaio. Il Comune di Guasila prepara il “Festival dell'altrove”, un concorso letterario che si svolgerà dal 27 al 29 ottobre.
Sarà assegnato il primo premio “Giulio Angioni” per autori di racconti brevi. La giuria sceglierà i finalisti, le tre opere vincitrici saranno premiate domenica 29. Le dieci opere finaliste comporranno la prima antologia dei racconti di Fraus, di cui il Comune curerà l'edizione e la diffusione.
Il ricordo di Giulio Angioni ha ispirato anche la rassegna “A su scurigadroxu in bixinau”, la scorsa estate, per ricordare l'autore e docente universitario. (sev. sir.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 27 settembre 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 39 - Edizione CA)
IN AGENDA. Ciak, si gira con Pau
GLI STUDENTI DI PAU Dopo l'esperienza alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia, in cui l'Università di Cagliari ha visto in cartellone due film realizzati nell'ambito delle attività didattiche, gli studenti dell'Ateneo tornano sul set per concludere la Film Summer School. Fino a domani il regista Enrico Pau sta guidando una troupe composta da studenti e professionisti per realizzare un cortometraggio scritto e progettato durante il laboratorio di regia iniziato a luglio e a cui partecipano 18 studenti. Il protagonista, un vecchio cantante ormai abbandonato da tutti, è interpretato da Giampaolo Loddo, che si aggira per la città cercando di sbarcare il lunario con la vendita di improbabili ricordi. In scena, negli altri ruoli, Mario Faticoni, Tino Petilli, Franco Beccini, Alberto Sanna, Massimiliano Medda e il giovane Rimau Grillo Ritzberger, protagonista di “Un bacio” l'ultimo film di Ivan Cotroneo. I costumi sono di Marco Nateri, la scenografia di Pietro Rais, la fotografia di Francesco Piras, il montaggio di Andrea Lotta e la produzione di Antioco Floris.

 

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 27 settembre 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 40 - Edizione CA)
CITTADELLA. Presentazione domani
Un volume dedicato al Centro Man Ray

La preziosa esperienza del Centro Man Ray è ora raccolta in un ricco volume nel quale, l'artista Wanda Nazzari, anima di quello spazio crocevia di tanti artisti, ripercorre venti anni di storia dell'arte contemporanea in Sardegna.
Il corposo lavoro di 400 pagine, arricchito da mille fotografie e intitolato “Quel Centro al centro - un posto in trincea” (con la prefazione di Maria Paola Masala) sarà presentato domani pomeriggio alle 17, nell'aula Coroneo della Cittadella dei Musei a Cagliari.
Di quella stagione così fertile e importante per la città e per la Sardegna, parleranno Maria Luisa Frongia, già ordinario di Storia dell'Arte Contemporanea, Università degli Studi di Cagliari; Rita Pamela Ladogana, docente di Storia dell'Arte Contemporanea, Università degli Studi di Cagliari; Marcella Serreli, direttrice della Pinacoteca Nazionale di Cagliari; Mariolina Cosseddu, consulente scientifico del Centro Culturale Man Ray e l'artista-autrice Wanda Nazzari.

 

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 27 settembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
LIBRO DI WANDA NAZZARI
Domani alle 17, nell'aula Coroneo della Cittadella dei musei in piazza Arsenale, sarà presentato il libro “Quel centro al centro” di Wanda Nazzari, grafica e fotografia di Stefano Grassi, prefazione di Maria Paola Masala. Organizza il Centro Man Ray.

 

La Nuova Sardegna

7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 27 settembre 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 36
Brexit ed elezione di Donald Trump negli Stati Uniti riportano al centro dell’attenzione le dinamiche legate alle diseguaglianze e agli squilibri di potere.
DA GIOVEDÌ UN CONVEGNO INTERNAZIONALE A CAGLIARI
Un'identità complessa, oltre le etnie e i generi

LA LINGUA DEI MEDIA
L'INATTESO RITORNO DELLE CLASSI SOCIALI

Linguisti da tutto il mondo per mostrare come ciò che si muove negli strati profondi delle società occidentali si riflette nel discorso pubblico
di Daniela Paba
CAGLIARI Ha senso oggi parlare di classi sociali? E come si riflette l'appartenenza di classe nella lingua che parliamo e che scriviamo? Di questi temi, in un'ottica globalizzata e quindi mondiale, si occupa "Lingua e classe sociale", il convegno internazionale che animerà le aule del corpo aggiunto della Facoltà di Lettere a Sa Duchessa da giovedì 28 a sabato 30. Realizzato in collaborazione con il Centro di ricerca interuniversitario I-Land, che dall'Orientale di Napoli riunisce gli atenei di Cagliari e diSassari, il convegno è sponsorizzato dalla Cgil sarda e organizzato in collaborazione con l'associazione culturale "Antonio Gramsci" di Cagliari. La proposta di discutere di "Lingua e classe sociale" nasce dagli studi sulla vulgata neoliberista e antisindacale di questi ultimi decenni, che ha eclissato il conflitto di classe come manifestazione di interessi e di visioni politiche contrapposti. «Nella nostra società la divisione tra le classi sociali è stata negata dalla fine degli anni Sessanta - spiega Claudia Ortu, docente di Lingua inglese nel Dipartimento di Filologia Letteratura e Linguistica dell'Università di Cagliari - e se il discorso egemonico nega l'esistenza delle classi sociali diventa difficile recuperare coscienza delle differenze. Per questo abbiamo deciso di rimettere al centro il concetto di "classe" allargando la sfera degli interventi dagli studi di linguistica alle arti e alla letteratura».Delle classi sociali e di come gli uomini si raccontano e rappresentano si sono occupati spesso i sociolinguisti in un'ottica descrittiva, attenta, ad esempio, al fenomeno delle migrazioni. Più in generale, la sociolinguistica ha indagato l'utilizzo diverso della lingua tra differenti classi sociali, ma il convegno ha l'ambizione di aprire il campo di analisi alle classi sociali così come vengono descritte nei mass media o nella letteratura, nei discorsi egemonici ma anche in quelli di resistenza e opposizione. Il tema scelto dagli organizzatori del convegno, poco battuto e trascurato dall'accademia, con la Brexit e con l'elezione di Donald Trump negli Usa ha riportato in auge la parola "classe" sui giornali, in particolare su quelli di area anglofona. «Nei commenti dei mass media si torna a parlare di classe, seppure per incolpare la working class, la classe operaia bianca, di aver votato Trump e la Brexit perché abbandonata e dimenticata dalla politica - spiega ancora Claudia Ortu -. Riemerge quella stessa classe operaia che fino a poco prima per i media non esisteva».Un'altra novità è legata al fatto che ora, dopo anni in cui gli studi sul discorso pubblico si sono soffermati soprattutto sulle questioni identitarie e di genere, sembra che finalmente le politiche sull'identità si possano leggere unite a quelle di classe. Si torna dunque a un'identità sfaccettata, che, senza negare differenze di etnia e di genere, riprende a essere analizzata in una dimensione che tiene conto del sistema di produzione e dei rapporti tra le classi. Tra gli interventi più attesi, giovedì alle 15,30, quello di Mosa Phadi, che ha per titolo "Pakhati. Soweto's Middling Class" e che è supportato da un docufilm girato dalla stessa studiosa in Sudafrica. Colpita dal fatto che nelle interviste tante persone si definivano classe media, Phadi ha realizzato un filmato in cui segue due donne - una che vive in una casa di lamiera col marito disoccupato e alcolizzato, l'altra che vive in un quartiere residenziale e gira su un'auto di lusso - che pure si definiscono entrambe middle class. Il film segue le due donne con un montaggio a contrasto.Venerdì alle 9 il linguista olandese Teun Van Dijk analizzerà le prassi linguistiche dei movimenti contemporanei in una prospettiva capovolta rispetto alle interpretazioni del discorso "razzista" che è il campo di indagine dello studioso. Alle ore 15 dello stesso giorno, Héctor Muñoz, sociolinguista messicano, racconterà il plurilinguismo dei migranti latini, che riflettono un'aspettativa di equilibrio e insieme una simbiosi asimmetrica nella diseguaglianza di classe. Sabato mattina alle 9, Mauro Pala, docente di Letteratura inglese, offrirà una lettura dell' "Ulisse" di Joyce attraverso le categorie gramsciane di rappresentazione delle classi sociali. Attorno alle sezioni plenarie che danno conto dell'ampio spettro di approcci al tema del convegno, nei tavoli paralleli si affronteranno altri argomenti. Tra i quali, le canzoni nate intorno alle lotte operaie e il rapporto tra musica colta e musica popolare, ma anche la variegata auto rappresentazione dei popoli nelle gerarchie operanti in America latina, in Africa e in Medio Oriente. Insieme con una rivisitazione dei classici - Marx, Gramsci, Benjamin e Brecht - troveranno spazio una lettura semiotica dei murales sardi, un'analisi del discorso televisivo dei programmi della BBC, uno studio della rappresentazione di classe in alcuni film interpretati da Anna Magnani.

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 27 settembre 2017 / Sardegna - Pagina 4
Il nigeriano del Guspini qualche anno fa dovette vendere fazzolettini per vivere
Col pallone e i lavori estivi si è pagato gli studi: è dottore in economia aziendale
LA STORIA
Calciatore e ora laureato
la favola di Simon Ezeadi

di Alessandro Bulla
CAGLIARI Deve avere una volontà di ferro, Simon Ezeadi Chukwuneme, per passare in pochi anni dal vendere fazzolettini di carta per strada sino alla laurea. Quella del calciatore nigeriano del Guspini-Terralba, campionato di Eccellenza regionale, è una storia esemplare di come lottando e dando fondo a tutti i propri talenti sia possibile dare una svolta alla propria vita. Ieri mattina ha coronato il suo principale sogno che ha realizzato grazie a tanti sacrifici, rinunce, impegno e determinazione. A pochi giorni dal 30° compleanno ha conseguito nell'università degli studi di Cagliari, la laurea triennale in economia e gestione aziendale. Un'impresa fuori dal comune, quella di Simon. Ha presentato e discusso in lingua inglese nell'aula magna della facoltà di scienze economiche giuridiche e politiche una tesi sulla "Imprenditorialità nei Paesi in via di sviluppo. Un businnes plan per la creazione di un'impresa che possa esportare vini sardi in Nigeria". Un'impresa perché Ezeadi aveva rischiato di essere travolto dalla vita e per sopravvivere si era aggrappato a ciò che meglio sa fare: giocare a pallone, riuscendo poi a conciliare sport e studio. «Non pari berusu - commenta Ezeadi in campidanese - . Sono infinitamente contento» dice commosso, tra gli abbracci della fidanzata Anna, degli amici e dei compagni di squadra. «I miei genitori, che non vedo da tanto, saranno di certo orgogliosi di me. Mi hanno sempre raccomandato di studiare». Simon è in Europa dal 2003. Faceva parte di una rappresentativa nazionale della Nigeria che partecipava alla Nike Cup a Vienna, dove fu notato da un procuratore di giocatori suo connazionale: «Mi portò all'Inter per fare un provino. Mi trovai a contatto con gente come Pandev, Vieri, Adriano, Batistuta, Crespo. Andò bene, ma non avevo permesso di soggiorno, mentre i miei documenti erano scaduti: non se ne fece niente». Dal grande sogno di giocare a Milano alla necessità di dover sopravvivere. «Presi il treno per Roma dove sapevo che viveva un mio zio, ma scoprii che si era trasferito. Trascorsi diverse notti alla stazione Termini. Raggranellavo qualche soldo aiutando gli anziani a sistemare in auto la spesa fuori dai supermercati. Poi sono andato a vendere fazzolettini e accendini a Colleferro e Velletri. Qui ho conosciuto un mio connazionale, Obinna, che mi ha ospitato e aiutato». Provini per varie squadre, l'aiuto del presidente delal Scafatese, Corrado Scarlato, che gli pagò il viaggio per la Nigeria per regolarizzare i documenti. L'attività di calciatore poteva avere inizio. Gioca in varie squadre, approda nell'isola e indossa la maglia di Muravera, Budoni, Orrolese e Guspini-Terralba. E in estate, con i campionati fermi, si presta a fare qualsiasi lavoro. Nel frattempo studia, e fa studiare i familiari in Nigeria. «Nonostante i magri guadagni ho aiutato la mia famiglia - spiega -. Ho permesso ai miei fratelli di laurearsi e avere un futuro». Un ragazzo educato, solare - così lo descrivono - , sempre disponibile e altruista. Anche verso il suo Paese: «Non appena appenderò le scarpe vorrei tornare dove sono nato per dare il mio contributo a far crescere la Nigeria».

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 27 settembre 2017 / Primo piano - Pagina 2
LA RIFORMA APPRODA IN AULA
Ospedali, ecco la mappa
Il nuovo volto della sanità

di Umberto Aime
CAGLIARI La rete ospedaliera è zeppa di hub, spoke, breast unit e tanto altro inglese è dappertutto. Tant'è che, con ironia, l'opposizione ha sibilato in Consiglio regionale: «I sardi di una certa età non ci capiranno nulla». Discorso che ha fatto sobbalzare sulla seggiola l'assessore alla sanità Lugi Arru, che seppure pare non sbagli un accento nella lingua della Regina Elisabetta, per spiegare la nuova rete ospedaliera è affezionato da sempre a un disegno molto più italiano e semplice: la ruota della bicicletta. Lo schema. L'hub, od ospedale di interesse regionale, in Sardegna saranno il Brotzu di Cagliari e a Sassari l'Azienda universitaria, sono di fatto i due mozzi della ruota, il resto del sistema è formato dai raggi. Che poi sono gli ospedali di primo livello, Olbia, Nuoro, tra l'altro rinforzato nell'offerta sanitaria, Oristano e San Gavino. Poi ci sono altri raggi e sono gli ospedali di base, come Alghero, che l'anno prossimo potrebbe essere promosso, e Lanusei, rinforzato anche questo, fino a scendere quelli delle zone disagiate, La Maddalena, Bosa, Sorgono, Ghilarza e Isili, col loro pronto soccorso H24, e quelli di comunità, tenuti assieme dalle case della salute, che tra l'altro - fra medici e pediatri di famiglia, più gli infermieri - saranno i più vicini ai pazienti. Le reti. La logica della ruota è molteplice: ogni ospedale pubblico, sono ventinove, farà parte di una, più, oppure tutte le dieci reti previste dalla riforma: urgenze cardiovascolari-infarto, traumatologia, indispensabile per i feriti in un incidente stradale, ictus, neonatologia e punti nascita, pediatria e oncologia, trapianti, emergenza-urgenza, terapia del dolore e malattie rare. All'interno di ogni rete c'è un ospedale capofila, e sarà quella la struttura di riferimento delle «aree omogenee», che sono otto: Sassarese, Gallura, Oristanese, Nuorese, Ogliastra, ex provincia del Medio Campidano, Sulcis e Cagliari con i Comuni della Città metropolitana. Poi attorno, gli ospedali satelliti per gli interventi di primo soccorso, la stabilizzazione del paziente, che - nei casi più complessi - dovrà essere «trasferito, in tempi brevi, nell'ospedale ad alta specializzazione», il capofila appunto. Gli obiettivi. Sono almeno cinque quelli della ruota di Arru: evitare la parcellizzazione del sistema, finora gli ospedali lavorerebbero ognuno per conto loro, azzerare i reparti doppione fra strutture spesso abbastanza vicine, ridurre al massimo i ricoveri inappropriati, sono una sciagura per la Sardegna, e «far sì che alla fine - ha ripetuto più volte l'assessore - chiunque e dovunque abiti, in città o nei Comuni montani, abbia la certezza di essere preso in carico e curato al meglio dalla rete». Il quinto obiettivo è diffondere le conoscenza fra i medici, evitare che ci siano strutture sovraffollate e altre dove invece le sale chirurgiche restano vuote, e ancora «esaltare le eccellenze».Corsa contro il tempo. Per fare un esempio: nelle malattie in cui è decisiva la prima ora dall'evento per salvare la vita del malcapitato, è il caso dei politraumatizzati, gli infartuati o i colpiti da ictus, la struttura satellite prenderà in carico il paziente, si occuperà dell'urgenza, emetterà la prima diagnosi e poi in un battibaleno deciderà se trasferirlo o meno nell'ospedale capofila. Stando alla ricostruzione di Arru: «Con quest'organizzazione, nessun sardo sarà tagliato fuori dal sistema e tanto meno gli verrà negato il diritto di essere ricoverato nel miglior ospedale possibile». Con l'Areus a regime, è un altro passaggio decisivo nella ricostruzione dell'assessore, il sistema dovrebbe funzionare ancora meglio «non più a compartimenti stagni, bensì sarà un gioco di squadra». Con la rete territoriale - di cui però la mappa è ancora da definire nel dettaglio, l'assessore sostiene di averla pronta da mesi - dovrebbe essere più efficiente anche la fase di recupero dopo il ricovero, e infatti sono stati diminuiti i posti letto per gli acuti, meno 657, e aumentati quelli destinati alla riabilitazione, più 395. Favorevoli e contrari. Per smontare e rimontare il sistema, la Sardegna ha dovuto derogare più volte, «abbiamo fatto il massimo possibile», ha detto Arru, al decreto del ministero della salute. È quello che, in base alla popolazione di ogni bacino, cioè l'insieme delle aree e sotto aree omogenee, avrebbe imposto tagli molto più drastici: «Allora sì che avremmo dovuto degradare più della metà dei nostri ospedali». Chi contesta invece la riforma dice e sostiene tutt'altro. C'è una forte concentrazione di quantità e qualità nei poli di Sassari e Cagliari, il Centro Sardegna è stato penalizzato, le competenze fra le struttura non sono ancora chiare e infine senza l'Azienda dell'emergenza-urgenza in attività c'è il «rischio di un pericoloso salto nel buio». Poi c'è anche un ultimo mistero: l'innesto nelle reti dell'ospedale privato Mater Olbia, che si andrà ad aggiungere alle altre 10 case di cura presenti in Sardegna, ma questa è tutta un'altra storia.

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 27 settembre 2017 / Attualità - Pagina 12
L’INCHIESTA SUI CONCORSI TRUCCATI
Il professore al Gip: «Mai fatto scambi»

FIRENZE Al tribunale di Firenze, tra un'udienza e un interrogatorio, ieri l'argomento principe è solo l'inchiesta sui concorsi truccati all'Università. Quasi tutti gli avvocati conoscono, e magari sono stati esaminati, da alcuni dei docenti finiti nel mirino dell’indagine dopo le dichiarazioni di Philip Laroma Jezzi, il tributarista fiorentino che con il suo esposto ha dato il via a tutto, denunciando lo scambio di favori tra i docenti di Diritto tributario di mezza Italia per far andare avanti i propri delfini. Laroma, oggi eroe nei social e che il suo mentore, il professore Luigi Russo (uno degli indagati), riconosceva come uno dei più preparati nella materia, era stato messo da parte perché quel posto era destinato a un altro ricercatore. A dirglielo fu proprio Russo, che ora si difende ricordando di essere in pensione dal novembre 2010. Davanti al gip Angelo Pezzuti, per l'interrogatorio di garanzia, è comparso ieri il primo dei 7 docenti ai domiciliari (22 quelli interdetti e 59 gli indagati). È stato l'ex docente dell'Università di Bologna Adriano Di Pietro, proprio quello con cui Russo, intercettato dalla Gdf, parla di Laroma. Di Pietro, difeso dagli avvocati Giovanni Flora e Luigi Stortoni che hanno chiesto la revoca della misura, ha reso una dichiarazione spontanea sostenendo «di aver fatto sempre il bene della scienza» e i non aver mai fatto scambi. Eppure nelle intercettazioni alla base dell'ordinanza del gip sono molte le frasi carpite ai docenti di tributario, tra loro anche l'ex ministro Augusto Fantozzi, che sembrano «decidere a tavolino» chi deve avere una cattedra, e dove. L'inchiesta andrà avanti anche con l'analisi del materiale sequestrato dai finanzieri coordinati dai pm Paolo Barlucchi e Luca Turco.

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 27 settembre 2017 / Innovazione - Pagina 16
CONTAMINATION LAB
venerdì a Sassari ci sarà la finale

SASSARI. Tutto pronto all'università di Sassari per il gran finale del Contamination lab. La prima edizione del laboratorio di idee innovative si concluderà venerdì sera in piazza Castello, a Sassari, con la finale che incoronerà la migliore start up. Il programma prevede l'apertura della manifestazione alle 18.30 con la presentazione dei dieci gruppi finalisti. Si tratta di Beat it; Stubbox, Carry me, Easy plant, Fwd diagnostic, Oleander+, Receipt0, Relicta, Smart'affitto e So green. Alle 20.15 sarà la volta degli interventi di alcuni esperti sul ruolo del Contamination lab dalla prima edizione verso la dimensione internazionale. I relatori sono Gabriele Mulas (università di Sassari), Alberto Carpaneto (Brunel university London), Nicola Redi (Vertis Sgr), Leo Italiano (I3p), Giuseppe Serra (Sardegna ricerche) e Lorenzo Stievano (université de Montpellier). A seguire sul palco della manifestazione dedicata all'innovazione salirà anche il presidente della Dinamo basket, Stefano Sardara, che racconterà la sua esperienza nella società sportiva che dirige e spiegherà a giovani innovatori come si crea una squadra vincente. Il momento clou, sicuramente il più atteso dalle decine di startupper in corsa, è previsto alle 21.40, quando i giudici incoroneranno la migliore idea nata nella culla durante la prima edizione del Contamination lab e quindi nell'unità di Trasferimento tecnologico dell'università di Sassari. (s.s.)

ECCO OLEANDER PLUS
LO SPRAY PROFUMATO CHE SCACCIA I CINGHIALI
L'invenzione di quattro ricercatori per aiutare gli agricoltori
«L'essenza tiene lontani gli animali dalle campagne»

di Salvatore Santoni
SASSARI  Rispetta l'ambiente, è profumato e promette di scacciare i cinghiali con gentilezza. Si chiama Oleander plus ed è la nuova ricetta di uno spray ecosostenibile, a base di essenza di oleandro, studiato per tenere gli ungulati lontani dalle campagne. Gli inventori sono quattro giovani laureati che con la loro start up sono in corsa nel Contamination lab dell'università di Sassari. L'idea. La start up è nata sulla scia delle notizie dei danni economici causati dai cinghiali in Italia e nell'isola. «Tramite un'indagine svolta dal nostro team - spiega il Ceo di Oleander plus, Gaetano Piras - è emerso che molti agricoltori esasperati utilizzassero metodi non proprio ortodossi per contrastare questo problema. E abbiamo cercato di dare una soluzione migliore». A quel punto gli startupper hanno attinto ai saperi tramandati nelle campagne, quando gli agricoltori utilizzavano l'oleandro legandolo attorno agli alberi da frutto per evitare che i daini e i caprioli mangiassero i germogli. «In questo modo siamo riusciti a generare un collegamento tra tradizione e innovazione - aggiunge lo startupper - con l'invenzione di un prodotto spray che ricordasse questo metodo». Che cos'è. Oleander plus è un prodotto - lo dice già il nome - a base di oleandro, e di altri ingredienti top secret per questioni di segreto industriale, che viene spruzzato nel perimetro degli appezzamenti di terra che si vuole "difendere" dagli animali indesiderati. Il prodotto - creato da Luca Seddone (di Nuoro), Andrea Beccu (Sassari), Viola Farci (Dolianova) e Gaetano Piras (Biancareddu, Sassari) - funziona come una barriera olfattiva che funge da repellente per la maggior parte degli ungulati. Funziona bene soprattutto con i cinghiali, ma anche con caprioli, cervi e daini. Lo spray è del tutto naturale e rispetta i parametri di legge in materia di sicurezza. Infatti, anche se l'oleandro è una pianta tossica, la quantità di essenza che viene impiegata è veramente minima. Questo perché l'olfatto dei cinghiali è particolarmente sviluppato. «La peculiarità del nostro prodotto sta nelle altre piante officinali che non hanno tossicità - spiega il Ceo della start up - bensì un profumo gradevole che si limita a spaventare l'animale. E infatti si tratta di un prodotto cruelty free».Strade sicure. Il campo d'azione di Oleander plus è prevalentemente agricolo ma può spaziare anche in altri settori. Funziona molto bene per esempio anche per evitare la contaminazione degli allevamenti di suini da parte dei cinghiali selvatici. E promette grandi cose in tema di sicurezza stradale. «Per far un esempio - conclude Gaetano Piras - il repellente può essere spruzzato ai bordi delle carreggiate così da evitare incidenti stradali dovuti all'attraversamento improvviso delle strade da parte dei cinghiali».

La start up Stubbox: totem per raccogliere i mozziconi di sigaretta e avviare il processo di riciclo
Dalle cicche, mattoni e montature per occhiali

SASSARI I mozziconi di sigarette sono senza dubbio uno dei rifiuti più dannosi e difficili da smaltire. Ma hanno anche un bel potenziale di riciclo tutto da sfruttare. E su questa possibilità che è nata Stubbox, una start up lanciata da Alessandro Pettazzi, Eugenio Marras e Luca Nuvoli, tre giovani in corsa nel Contamination lab dell'università di Sassari. La loro idea è quella di commercializzare un totem nel quale conferire le cicche e avviare una filiera del riciclo per creare nuovi oggetti come pallet, montature per occhiali e anche mattoni. L'idea. Stubbox ha l'obiettivo di tutelare e salvaguardare l'ambiente, partendo da aree naturali protette come parchi e spiagge, ma anche spazi condivisi come centri commerciali, aeroporti, stazioni, piazze e punti di ristoro. «Ci siamo ispirati al modello canadese di Terracycle - spiega Alessandro Pettazzi - e abbiamo deciso di lanciare un progetto per sensibilizzare la collettività, affinché la differenziazione di questo rifiuto sia ritenuta alla pari di quella della plastica, del vetro e dell'alluminio». Il totem. Il progetto prevede la creazione di alcuni totem per la raccolta dei mozziconi che verranno posizionati nei luoghi più affollati. Per agevolare la raccolta, tramite un distributore automatico verranno distribuiti dei pratici posacenere portatili in modo da rendere il processo più funzionale e igienico. Inoltre, il manufatto avrà un design innovativo, sarà ecosostenibile e autosufficiente dal punto di vista energetico, così da facilitare e semplificare la differenziazione. E ancora, tramite un monitor touchscreen verranno proiettate le dinamiche del riciclo e del risultato finale, e le informazioni sugli eventi della città, le indicazioni dei trasporti, i video dei luoghi turistici della città e le eventuali inserzioni pubblicitarie. (s.s.)

Una App indica quando seminare, irrigare e concimare il terreno
Orto rigoglioso grazie a EasyPlant

SASSARI Chi crede di non avere il pollice verde, molto presto potrà farsi dare una mano digitale. Si tratta di EasyPlant, un'app che semplifica la coltivazione dell'orto sia a casa sia in campagna. Il sistema - progettato dagli startupper Gavino Sotgia (di Porto Torres), Stefania Pinna (Sassari), Rita Usala (Arzana) e Salvatore Manca (Alghero) - è studiato per offrire indicazioni che migliorano la qualità e la quantità dei prodotti che si vogliono raccogliere, garantendo risparmio di risorse, tempo e denaro. L'idea è fiorita nel Contamination lab dell'università di Sassari, dove i quattro giovani startupper hanno deciso di lanciare una app pensata anche per l'utente meno esperto, così da guidarlo dalla semina alla raccolta. Il sensore posizionato nel terreno invia all'app i valori di pH, umidità, temperatura e condizioni climatiche esterne. Il software prevede anche un calendario, un quaderno di campo virtuale dove verranno annotate operazioni come semina, rincalzatura, irrigazione e concimazione. In base ai dati rilevati dal sensore e a quelli che verranno inseriti nel calendario, EasyPlant darà indicazioni specifiche per il periodo e per il momento fisiologico della coltura, inviando notifiche per i trattamenti da effettuare. Per fare un esempio, se nei giorni successivi è prevista pioggia, l'app consiglierà di non irrigare. Ci saranno anche schede tecniche per riconoscere i patogeni più comuni e consigli su come combatterli, oltre a un forum che potrebbe diventare una community per gli appassionati e un ponte con esperti settore per ottenere consulenze specifiche. (s.s.)

 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 27 settembre 2017 / Agenda - Pagina 22
UNIVERSITÀ SASSARI
Venerdi 6, alle 16,30, nella sede della facoltà di Lettere, via Zanfarino (Piano terra), la prof. M. Sechi, terrà una conferenza sul tema "La Carta anonima della Sardegna". Ingresso libero.

 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 27 settembre 2017 / Lettere e commenti - Pagina 35
LA NOSTALGIA
Il lavoro in Norvegia, la Sardegna nel cuore

Dalla Sardegna alla Norvegia. È un bel salto. Seduta al tavolo di una caffetteria di un centro commerciale mi guardo attorno e rifletto. Lontana dalla mia terra da due mesi! Penso e ripenso, e mi perdo osservando il via vai della gente che va da un negozio all'altro o si ferma a bere un caffè. Chissà cosa fanno nella vita, se hanno una famiglia o studiano. Se sono veramente felici visto che si dice che in Norvegia sono i più felici del mondo.Ripenso alla mia vita: sono andata fuori casa per studiare all'università, ma restando sempre in Sardegna. Una laurea triennale, quindi una laurea magistrale, più tanti sogni nel cassetto a fare da cornice. Il sogno principale? Quello di trovare un lavoro e diventare indipendente. Mandi curriculum su curriculum ma non ricevi quasi mai risposta, e quando le ricevi ti senti dire che col personale sono al completo. Allora opti per un master, nel mentre valuti l'idea di andare all'estero. Alla fine presa anche dalla delusione, dalla rabbia e dallo sconforto della situazione, decidi di fare questo passo. E così da due mesi mi ritrovo a fare la ragazza alla pari in Norvegia. Sono partita molto carica, con tante aspettative ma anche con alcune paure. Sull'aereo che lasciava l'isola avevo già le lacrime che mi rigavano il volto. Mi rendevo conto di quanto sia doloroso lasciare la propria terra. Dopo due mesi in Norvegia posso dire di aver capito sulla mia pelle cosa vuol dire nascere col marchio di fabbrica. All'inizio è tutto bellissimo, ma dopo un po' ti ritrovi a fare i conti con la nostalgia della tua terra. Ed è cosi che inconsciamente ti ritrovi a paragonare qualsiasi cosa o paesaggio a ciò che i tuoi occhi sono abituati a vedere in Sardegna. E per quanto i posti che tu vedi siano bellissimi, stupendi e mozzafiato, alla fine il pensiero che rimbomba nella tua testa è " ma la mia Sardegna resta comunque più bella".Ti rendi conto anche di quanti aspetti della tua terra dai per scontati. Quando inizi a vivere in una città nella quale piove perennemente pensi a quanto sia bello che la tua terra sia soleggiata e con un bellissimo cielo azzurro. Anche se un bel po' di pioggia servirebbe anche da noi. In alcuni momenti di malinconia ti mancano i genitori, tua sorella, tuo cognato, i parenti, gli amici, il nonno! Caspita quanto mi manca mio nonno. Grazie alla tecnologia puoi stare sempre in contatto con tutti, ma il calore di un abbraccio di una persona cara non può essere sostituito da nessuna tecnologia. Vivere una nuova avventura, conoscere persone nuove, una lingua, abitudini di vita e alimentari completamente diverse dalle tue, tutto questo è bellissimo. Ti arricchisce e ti fa crescere tantissimo, ed è un'esperienza che tutti dovrebbero fare. Al tempo stesso ti domandi che paese è un paese che non si sa tenere stretti i giovani e li costringe a scappare. Tanti, troppi giovani in fuga. Cervelli in fuga. Anche se per i sardi il cordone ombelicale non si taglierà mai. «Puoi togliere un sardo dalla Sardegna, ma non toglierai mai la Sardegna da un sardo». E se potessi scegliere tra tutti i paesi del mondo un posto nel quale vivere serenamente, e con un lavoro che ti permetta di vivere dignitosamente, la mia scelta ricadrebbe sempre sulla Sardegna. Il messaggio che voglio lanciare a tutti i giovani è questo: non lasciate che la paura di lasciare la vostra terra, i vostri amici e i vostri cari vi impedisca di partire. Salite su quell'aereo e partite. Aprite la mente, arricchitevi scoprendo nuovi posti e conoscendo nuove terre, nuove culture. Anche facendo un lavoro umile come la ragazza alla pari, giusto per iniziare. Ammirate e apprezzate la bellezza e la maestosità dei nuovi paesaggi che vedrete, ma non dimenticate mai quali sono le vostre origini e le vostre radici. Potrete essere in qualsiasi parte del mondo, la Sardegna sarà sempre li ad aspettarvi a braccia aperte. Finché sentirete vivo questo legame ancestrale verso la vostra terra non vi sentirete mai cosi lontani e sopratutto non vi sentirete mai persi.
Gianfranca Pintus Oslo

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