Giovedì 24 agosto 2017

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24 agosto 2017
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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 24 agosto 2017 / Cronaca - Pagina 9
L’UNIONE SARDA di giovedì 24 agosto 2017 / Cronaca - Pagina 9

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 24 agosto 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Chirurgia generale, Medicina dello sport e Nefrologia a rischio esclusione del Ministero
BOCCIATE TRE SCUOLE PER MEDICI
L’Università dice: «Si è trattato di un errore, lo risolveremo»
Numeri insufficienti, convenzioni mancanti e cattedre vacanti. Per questo tre scuole di specializzazione di Medicina dell’Università di Cagliari sono state inserite nella lista nera compilata dall’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica che ne ha chiesto l’esclusione ai Ministeri di Salute e Istruzione. Accreditamento sospeso, dunque, per Chirurgia generale, Medicina dello sport e dell’esercizio fisico e Nefrologia. Mentre le ultime due sembrano destinate a perdere un anno, ci sono buone speranze per un eventuale ripescaggio di Chirurgia generale. «Si è trattato di un errore nel caricamento dei dati, la scuola di specializzazione di Chirurgia generale vanta delle eccellenze e non deve passare il messaggio sbagliato», spiega Francesco Marongiu, pro rettore per le attività sanitarie.
LE SCHEDE I parametri sui quali si sono basati gli accademici sono due: la qualità scientifica, ovvero la valutazione del corpo docente, e quella delle prestazioni che viene quantificata in base al numero di ricoveri e di interventi chirurgici eseguiti durante l’anno con una soglia di sbarramento che si aggira intorno ai 5.000 casi. «La scuola di specializzazione di Chirurgia generale supera i 10 mila pazienti perché contempla non solo le tre chirurgie dell’ateneo (d’urgenza, specialistica e del colon-retto), ma anche quelle degli ospedali di Iglesias, San Gavino, Carbonia, del Santissima Trinità e le due del Brotzu. I dati sono stati caricati in un’unica casella e quindi la struttura non è stata riconosciuta come valida, ma sarebbe bastata una comunicazione per chiarire le cose. Ci si è mossi fin da subito per risolvere tutto». Un qui pro quo insomma che non dovrebbe far perdere all’ateneo i cinque posti destinati agli specializzandi. Diversa la situazione delle altre due scuole. «Il problema di Medicina dello sport è legato alla mancata stipula della convenzione con il Sistema sanitario regionale. Non ho indicazioni sui tempi ma di sicuro quest’anno resterà chiusa». Saltano così tre posti per i neolaureati.
PROFESSORE CERCASI Potrebbero esserci tempi persino più lunghi per la regolarizzazione del corso in Nefrologia. Finora il direttore indicato dall’ateneo (e ancora presente nell’elenco disponibile sul sito internet) è quello di Antonello De Lisa, professore sì ma di Urologia. «Fino allo scorso anno si poteva fare, ma ora non è più possibile, il direttore di Nefrologia deve essere un nefrologo ma visto che non ne abbiamo uno né come professore ordinario né come associato sarà necessario bandire un concorso», continua Marongiu. L’iter si annuncia lungo. Prima il Dipartimento universitario di Scienze mediche e sanità pubblica deve porre la questione al Senato accademico e al rettore e solo dopo il via libera del Consiglio si potrà procedere alla selezione per la quale dovrà essere formata una commissione nazionale. Finora gli specializzandi di Nefrologia si erano dovuti dividere tra il Brotzu e l’università di Genova, perché l’ateneo cagliaritano si era appoggiato a quello ligure. «Ma quest’anno la scuola non potrà essere aperta», conclude il pro rettore.
UNICA 2.0 Gli studenti affidano a un comunicato dell’associazione Unica 2.0 le loro preoccupazioni per eventuali tagli da parte del Governo. «Chiediamo l’accesso alle scuole di specializzazione di medicina generale per tutti gli studenti e un potenziamento della rete formativa e assistenziale qualora risultasse deficitaria. Siamo assolutamente contrari a qualsiasi chiusura perché crediamo che investire sulla qualità della formazione dei medici abbia un significativo impatto sulla salute della popolazione sarda», sostiene Giuseppe Esposito, studente di medicina rappresentante di Unica 2.0 nel consiglio d’amministrazione dell’Università.
Mariella Careddu
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 24 agosto 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
MONSERRATO. L’assessore: edifici inagibili, colpa della vecchia Giunta
«Così si uccide lo sport»
Impianti non assegnati, associazioni all’attacco
«Sullo sport siamo all’anno zero: ancora nessun bando per affidare gli impianti comunali». Duro attacco dell’ex sindaco Gianni Argiolas, che alcuni giorni fa ha depositato un’interpellanza rivolta al sindaco e all’assessore allo sport, e richiesto un accesso agli atti. «Volevo capire - spiega Argiolas - se ci fossero almeno dei bandi in itinere per assegnare campi e palestre: non esiste niente, finora solo trionfalismi. La realtà è che lo sport a Monserrato sta morendo».
SUL PIEDE DI GUERRA Tra le società sportive cresce il malcontento. Se alle associazioni di pallacanestro monserratine Condor e Panda sarà affidata provvisoriamente la cupola geodetica di Riu Saliu, La Salle basket per ora rimane senza campo. «Quello che sta succedendo - sottolinea il presidente Sandro Corona - è di una gravità assoluta: si stanno favorendo alcune associazioni a discapito di altre. Se chi di dovere non interviene al più presto mi vedrò costretto a chiudere la più vecchia associazione di basket monserratina che, nonostante le difficoltà di questi anni, ha continuato a far praticare attività sportiva a decine di persone». Polemico anche il presidente della società Calcio allenando, Ignazio Argiolas. «Da parte dell’amministrazione - dice - c’è un atteggiamento di sufficienza e mancanza di responsabilità. L’impiantistica va messa a disposizione di tutti». Dello stesso parere Raffaele Farci, presidente della Monserrato calcio: «L’anno scorso abbiamo perso trenta bambini perché il campo ci è stato assegnato a febbraio: siamo dovuti andare a giocare nei paesi dell’hinterland, coi disagi e le spese che questo ha comportato. E quest’anno ci aspettiamo la stessa cosa».
AGIBILITÀ «Stiamo risolvendo dei problemi strutturali creati dalla vecchia amministrazione», si difende l’assessore allo sport, Franco Ghiani: «Molti impianti non sono agibili e necessitano di lavori per essere affidati: a breve pubblicheremo i bandi. Inoltre servono 40mila euro per l’omologazione del campo di calcio del Comparto 8, che pensiamo di affidare temporaneamente in attesa di un bando definitivo». Nessun accordo, invece, col Sant’Elena calcio che, secondo voci di corridoio, dovrebbe giocare il prossimo campionato a Monserrato. Ghiani annuncia infine l’apertura degli impianti sportivi scolastici all’Università: «Daremo anche alle associazioni universitarie la possibilità di utilizzare le palestre cittadine».
Federica Lai
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 24 agosto 2017 / Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
Lecis Cocco Ortu (Sardarch): più azioni di contrasto. Il sociologo: perdiamo capitale umano
L’ISOLA CONTINUA A SPOPOLARSI
Nel 2016 cinquemila abitanti in meno, la popolazione invecchia
In un anno la Sardegna ha perso 5000 abitanti: lo spopolamento prosegue e neppure tanto lentamente. Il bilancio drammatico del 2016 è dato soprattutto dal continuo calo delle nascite e dal fatto che gli immigrati non riescono a compensare il flusso di emigrazione verso altre regioni italiane e verso l’estero.
I DATI Sono i numeri Istat dello scorso anno, ripresi dal Sole 24 Ore online, che descrivono un quadro negativo in tutto il Paese (-76.106 unità), con una natalità sempre più bassa anche per gli stranieri - il tasso di crescita naturale degli immigrati nell’Isola è il più basso d’Italia, del 7,7 per mille, contro una media nazionale del 12 per mille - e un altro aspetto da tenere in conto: l’invecchiamento inesorabile della popolazione e la necessità di studiare strategie ad hoc.
L’ARCHITETTO «C’è bisogno di azioni mirate, chi lascia sono le giovani generazioni, chi resta è sempre più anziano. Stato, Regione e Comuni devono coordinarsi, lavorare in sintonia, la politica deve mettere questi temi al centro delle proprie scelte». Matteo Lecis Cocco Ortu, consigliere comunale del Pd a Cagliari, con i colleghi ingegneri-architetti Nicolò Fenu e Francesco Cocco ha dato vita a Sardarch, gruppo che studia fenomeni di trasformazione urbana e territoriale e ha di recente pubblicato “Spop”, una ricerca sulla Sardegna dei luoghi a rischio scomparsa e una serie di ricette di resistenza e sopravvivenza applicate. «Ecco, in molte zone si stanno sperimentando azioni di contrasto che partono dal basso, penso ad esempio alle amministrazioni che investono in asili e nella creazione di posti di lavoro nei settori del turismo, dell’ambiente e dell’agricoltura».
IL CAMPUS Dal canto loro i componenti di Sardarch, oltre a girare per i territori animando dibattiti e festival, hanno organizzato a Nughedu Santa Vittoria (480 anime) dal 5 al 9 settembre, il “Campus Omodeo”, un workshop sullo spopolamento al quale interverranno ventiquattro studenti e giovani professionisti sardi con percorsi formativi diversi. C’è ad esempio un dottorando in geografia alla University of Sussex, un altro ragazzo frequenta il master in antropologia culturale in Svezia all’Università di Uppsala, un’altra partecipante è esperta nella conservazione dei beni architettonici e ambientali e amministratrice locale a Siddi. Al termine dell’esperienza, presenteranno proposte concrete per «riattivare il tessuto economico e sociale del territorio intorno al lago Omodeo, nelle due Unioni dei comuni del Barigadu e del Guilcer».
L’ESPERIENZA GALLURESE Altra “sperimentazione” alla quale tutti guardano con interesse è quella relativa all’accordo di programma (il primo in ordine di tempo) siglato nei giorni scorsi tra le Unioni dell’Alta Gallura e della Gallura (15 Comuni) e la Regione. «Abbiamo fatto un’analisi delle criticità e da lì è partito il discorso su dove indirizzare i fondi», sottolinea Toni Stangoni, vice sindaco di Badesi, «nei nostri paesi, che hanno complessivamente 70mila abitanti, ci sono solo tre asili nido, dunque le risorse in arrivo (32 milioni di euro) serviranno anche per crearne di nuovi. Ancora: faremo tanta formazione, spesso i giovani hanno difficoltà a entrare nel mercato del lavoro perché non hanno le competenze giuste. Da noi, servono professionisti per le strutture alberghiere a 5 stelle e tecnici per il distretto delle energie rinnovabili».
LO STUDIOSO Marco Zurru, professore associato di Sociologia economica all’Università di Cagliari, avverte: «Abbiamo un problema serio, stiamo perdendo i laureati, il capitale umano. Chi va fuori a studiare per il 60 per cento non torna, il Master and Back in dieci anni ha finanziato emigrazione qualificata. E anche le famiglie fanno sui loro figli due tipi di investimento: la triennale qui, la magistrale fuori. E non riusciamo a invertire la tendenza, anche perché il tessuto produttivo è inadeguato per accogliere persone altamente qualificate, oppure sottoutilizza queste preziose risorse».
Cristina Cossu
 

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LA NUOVA SARDEGNA

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 24 agosto 2017 / Sardegna - Pagina 2
Lai, Uras e Capelli al ministro: indispensabile salvare le scuole universitarie sarde
SPECIALIZZAZIONE, POLITICI IN CAMPO
SASSARI «Siamo spesso il Paese dei rinvii, ma in questo caso se fosse necessario chiedo al ministro di consentire un tempo definito per dare la possibilità alle scuole fuori standard di mettersi in regola». Il Pd Silvio Lai anticipa i contenuti di una interrogazione dei senatori sardi sul caso delle Scuole di specializzazione in medicina verificate dall’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica. «Dai dati diffusi da alcuni media l’Osservatorio nazionale, forse per la prima volta, mette nero su bianco il fatto che su 1.433 scuole di specializzazione il 47 per cento è in regola, il 43 da autorizzare con alcune osservazioni mentre per il 9, ben 135 Scuole per 1200 specialisti, distribuito equamente in tutto il territorio nazionale, si dà indicazione per la sospensione dell’accreditamento - spiega il senatore dem -. Il lavoro dell’Osservatorio è importante, ma chiediamo al ministro di aprire alla possibilità che il prossimo anno l’attività si svolga regolarmente e si possa consentire alle Scuole fuori standard di fare gli interventi necessari, anche finanziandoli appositamente e con urgenza. Il Servizio sanitario nazionale è un delicato meccanismo che funziona in strettissimo raccordo con quello dell’alta formazione». All’appello di Lai fa eco la richiesta al ministro del senatore Luciano Uras, Campo progressista, e del deputato Roberto Capelli, Centro democratico, di scongiurare «l’annunciata soppressione della scuola di specializzazione di Nefrologia di Cagliari, unica in Sardegna, a causa di una decisione dell’Osservatorio». I due parlamentari ricordano «l’impegno profuso dall’Università per rispettare integralmente i due principali requisiti richiesti: quello formativo, nella sua articolazione ed ampiezza e quello dei docenti. La Scuola riveste un’importanza strategica nella formazione e nella assistenza sanitaria in Sardegna. Le nostre università da tempo subiscono criteri standardizzati a livello nazionale senza un’adeguata considerazione dello stato di insularità che determina conseguenze negative sulla popolazione studentesca».
 
 
 

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