Sabato 19 agosto 2017

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19 agosto 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di sabato 19 agosto 2017 - Cronaca Regionale (Pagina 9)
In Sardegna riguarderà oltre 7mila studenti. Il rettore di Sassari: meno risorse per gli atenei
REDDITI BASSI, UNIVERSITÀ LOW COST
Via libera del governo all'esenzione totale sotto i 13mila euro

Per migliaia di studenti universitari sardi è la notizia attesa da tempo: molti di loro da quest'anno saranno esentati dal pagamento delle tasse universitarie, mentre altri beneficeranno di un considerevole sconto. Il Governo ha approvato la “no tax area” sulle tasse universitarie riservando nella legge di Stabilità 55 milioni per il 2017 e 110 per il 2018 per coprire le minori entrate degli atenei.
I BENEFICIARI Tutti i nuovi immatricolati - ma sono compresi anche gli studenti già iscritti - che hanno un Isee inferiore ai 13.000 euro non dovranno pagare le tasse, mentre chi supera questa soglia ma non arriva a 30.000 euro pagherà al massimo 1.100 euro. Complessivamente, tra no tax area e fascia calmierata, in Sardegna saranno coinvolti 7.657 studenti: 5.257 nell'ateneo di Cagliari (che diventano quasi 10.000 se si considerano gli esoneri già previsti), e 2400 nell'ateneo sassarese che registrerà (anche in questo caso si devono aggiungere gli studenti già esonerati, parzialmente o completamente, prima dell'entrata in vigore delle nuove regole).
I REGOLAMENTI Le università nei mesi scorsi hanno approvato i regolamenti sulla contribuzione studentesca che in molte occasioni migliorano anche le condizioni previste dal Governo. È il caso proprio delle università di Cagliari e Sassari, dove mediamente si pagano tasse tra le più basse d'Italia: l'ateneo cagliaritano, per esempio, ha approvato un regolamento che prevede un una tassazione inferiore per chi ha un Isee inferiore ai 20.000 euro, mentre chi ha un indicatore di situazione economica compresa tra 20 e 30.000 euro gode già di un contributo che è più basso di quello agevolato previsto dalla legge di Stabilità. Seguendo questa politica, negli ultimi anni l'università di Cagliari ha introdotto ulteriori misure per abbattere o scontare le tasse a diverse categorie di studenti: per esempio, oggi, sono ricompresi tra gli esonerati totali anche coloro che hanno conseguito la maturità con voto 100, mentre in passato occorreva anche la lode. «L'introduzione di una no tax area e di un contributo agevolato per l'iscrizione all'università è un'ottima iniziativa», spiega il rettore di Cagliari, Maria Del Zompo. «Si tratta di una decisione importante che va verso l'attuazione del diritto allo studio e verso un sostegno reale al sistema universitario nazionale pubblico aperto a tutti. Adesso molti ragazzi sardi saranno incentivati a proseguire gli studi in un ateneo come il nostro, che si sta rinnovando con l'attivazione di corsi di laurea più moderni e l'offerta di maggiori servizi e opportunità».
A SASSARI «Lo Stato con questo provvedimento intende garantire il diritto allo studio anche ai meno abbienti, idea che ovviamente condividiamo», sottolinea il rettore di Sassari Massimo Carpinelli, «tuttavia una parte considerevole del costo di questa misura viene posto a carico del bilancio degli atenei, ai quali è lasciata la libertà di aumentare le tasse agli altri studenti per compensare il mancato introito. Questa non è la scelta dell'università di Sassari che continua nella sua politica di contenimento delle tasse» .
I REQUISITI Per accedere alla no tax area occorre rispettare alcuni requisiti, anche di merito. L'esenzione totale delle tasse universitarie (resta quella per il diritto allo studio) riguarderà coloro che in passato pagavano in media tasse tra i 100 e i 500 euro. I nuovi immatricolati dovranno dimostrare di avere un Isee fino a 13mila euro. Coloro che sono già iscritti, invece, avranno diritto all'esenzione solo se hanno acquisito un certo numero di crediti (almeno 10 per il primo anno e 25 dal secondo in poi) e non siano fuori corso (o al massimo di un solo anno). Per chi ha un Isee superiore a 13.000 euro ma inferiore ai 30.000, l'importo massimo da pagare è pari al 7% della quota di Isee eccedente i 13mila euro. L'importo sale per i fuori corso da più di un anno, e può arrivare fino al 50%.
Mauro Madeddu


2 - L’UNIONE SARDA di sabato 19 agosto 2017 / Provincia Medio Camp
Villacidro
“A ottant’anni dalla morte quel cervello pensa ancora. Spettri di Gramsci”, è l’iniziativa degli “Amici del cinema di Villacidro” e dell’assessorato alla Cultura del Comune, con Fondazione Dessì, Gazzetta e Ficc Sardegna.Fino a settembre, nella casa dello scrittore Giuseppe Dessì, proiezioni e forum. Il 25 agosto il dibattito “La diffusione del pensiero gramsciano nel mondo arabo” con Patrizia Manduchi e Alessandra Marchi, dell’Università di Cagliari. Il primo settembre la proiezione di “Gramsci, film in forma di rosa” di Gabriele Morleo, il 6 settembre il convegno “Antonio Gramsci, la passione di essere nel mondo” con la partecipazione di Diego Fusaro direttore scientifico dell’Istituto alti studi strategici e politici di Milano. Le prime serate hanno visto un’incoraggiante partecipazione di pubblico. (g. pitt.)

 
 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 19 agosto 2017 / Provincia di Sassari
Progetto dell’Area protetta
All’Asinara i difensori dell’aragosta
L’area marina protetta dell’Asinara diventa zona di ripopolamento per le aragoste rosse. Studiare e tutelare la specie Palinirus Elephas, quella di piccole dimensioni non commerciabile, con l’obiettivo di marcarla e rilasciarla nella zona dove risiede. È il progetto "Difendiamo l’aragosta" messo a punto dal Parco nazionale dell’Asinara che coinvolge gli specialisti del Crama e del dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari con la partecipazione dei pescatori professionisti appartenenti alle marinerie di Porto Torres e Stintino. «La pesca all’aragosta rossa rappresenta un’importante attività e fonte di reddito per i nostri pescatori - afferma il vicepresidente del Parco, Antonio Diana - e vorremmo fare in modo di proteggere quelle di piccola taglia, così che diventino pescabili al momento opportuno». Un monitoraggio per preservare la biodiversità dell’area protetta, con una duplice finalità: difendere il pregiato crostaceo e stimare la popolazione delle aragoste misurandone lo stato di salute. «I pescatori - aggiunge Diana - avranno un ruolo importante perché consegneranno i crostacei sotto taglia pescati agli specialisti del Crama e avranno un rimborso sul pescato a prezzo di mercato. Uno stimolo a preservare la specie». Compito del Crama sarà quello di rilevare peso, sesso e lunghezza del carapace, oltre la metodologia di pesca. Si passerà poi alla marcatura e al rilascio dopo tre giorni. Le potenziali ricatture potranno fornire dati sui tassi di crescita e di spostamento rispetto alle zone di rilascio.
Mariangela Pala


 
 
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LA NUOVA SARDEGNA


 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 19 agosto 2017 / Pagg. 22/23
Mereu nella sezione Orizzonti con "Futuro prossimo"
«Raccontiamo le vite sospese dei migranti»
di Fabio Canessa
SASSARI Salvatore Mereu e Venezia, una lunga storia d’amore. Il regista di Dorgali torna al Lido, primo (prestigioso) palcoscenico di gran parte dei suoi lavori. Dal lungometraggio d’esordio "Ballo a tre passi", nel 2003 miglior film alla Settimana della critica e menzione speciale come miglior opera prima, a "Bellas mariposas", che cinque anni fa vinse il premio Schermi di qualità, passando per "Tajabone", mediometraggio presentato nel 2010 che per caratteristiche produttive si avvicina a "Futuro prossimo" con il quale Mereu torna ancora una volta Venezia. Scelto nella sempre ricca sezione Orizzonti, il breve film del regista sardo nasce come esperienza didattica, nell’ambito del master per filmmaker delle università di Cagliari e di Sassari coordinato da Antioco Floris e Lucia Cardone. Un cortometraggio che prova a raccontare la difficile condizione di chi vive nei centri di accoglienza, in attesa di un futuro che stenta ad arrivare, tramite la storia di Rachel e Mojo. «Una donna e una ragazza più giovane che arrivano dal Kenya» spiega il regista che da tempo lavora con i ragazzi per laboratori di cinema: «Ogni anno - racconta Mereu - tengo un corso di cinema all’interno dell’università di Cagliari, ma in questo caso grazie alla collaborazione con l’ateneo di Sassari si è sviluppato un vero master di formazione per filmmaker. Ho seguito un gruppo di ragazzi per un certo periodo e provato a vedere con loro come si può raccontare una storia attraverso delle immagini. Come sempre le idee sono tante, ma a conquistarci è stata soprattutto questa». Da un soggetto di una ragazza del corso, Rossana Patricelli, si è così sviluppata la sceneggiatura che ha attinto a piene mani dalla realtà: «L’idea parte da lei - sottolinea il regista - e poi approfondendo, come sempre avviene, siamo entrati in contatto con questa piccola comunità che vive nell’ex Gioia hotel che sta sull’asse mediano a Cagliari. Le protagoniste stanno lì. Parcheggiate. Il termine che mi sembra più adatto per definire il loro stato. Siamo entrati in contatto con questa comunità tramite un lavoro d’inchiesta, come si faceva ai tempi del Neorealismo. Zavattini diceva: "Quando non avete più idee prendete un autobus". Così abbiamo fatto, siamo andati nel centro di accoglienza, per conoscere e cercare di capire questa umanità. Provando a interrogarci sulle vite di questi giovani che ormai vediamo in tutta l’isola». Con Salvatore Mereu una troupe di ragazzi, impegnati un po’ in tutte le mansioni che il fare cinema prevede: «In pratica l’unica eccezione - sottolinea il regista - è stata quella del direttore della fotografia che richiede una competenza così alta da non poter essere affidata a chi fa per la prima volta un’esperienza di questo tipo». Un’esperienza che sicuramente i giovani del corso di cinema non dimenticheranno, anche per il tema trattato da "Futuro prossimo", così attuale e importante. «Dobbiamo anche ringraziare le persone che dirigono il centro di accoglienza - aggiunge Mereu - Persone molto preparate che sono state disponibilissime, ci hanno dato la possibilità di incontrare gli immigrati e non sempre è così facile. Lì abbiamo iniziato a parlare con alcuni degli ospiti del centro e sentendo le loro storie abbiamo anche modificato quello che era il soggetto originale. La testimonianza diretta di chi la vive in prima persona arricchisce la base da cui partire, una cosa che il cinema ha sempre fatto quando cerca di raccontare la realtà». Pur così ancorato alla realtà, "Futuro prossimo" non è però classificabile come un documentario. «Ci siamo presi tutta la libertà della finzione - evidenzia Salvatore Mereu - Partendo da un contesto reale abbiamo provato a inventarci un episodio che comunque parte da fatti che hanno molto a che fare con la quotidianità di queste persone. Nel film Rachel e Mojo cercano di uscire dal centro che li accoglie, prendere di petto la situazione nei limiti delle loro possibilità. Cercando un futuro». Il futuro del breve film (17 minuti), prodotto dallo stesso Mereu con Antioco Floris ed Elisabetta Soddu per Celcam e Viacolvento (in collaborazione con le università di Cagliari e Sassari e il supporto della Regione), passa per Venezia. Prima proiezione per il pubblico il 31 agosto di pomeriggio.
 
Enrico Pau presenta "L’ultimo miracolo" nella Settimana della critica
«La mia nuova favola urbana»
SASSARI «Un’esperienza straordinaria. Non solo per gli allievi, anche per me. Lavorare con i ragazzi mi dà grandi stimoli. E la loro visione del mondo, il loro coraggio, mi arricchisce». Enrico Pau racconta il progetto che ha dato vita al cortometraggio "L’ultimo miracolo", nato come saggio finale di un laboratorio di regia svoltosi all’università di Cagliari per iniziativa del Centro di ricerca sulla formazione agli audiovisivi del Dipartimento di storia, beni culturali e territorio (Celcam) diretto da Antioco Floris. Non il primo laboratorio condotto da Enrico Pau che però in questa occasione aggiunge alla soddisfazione come insegnante quella di regista per la partecipazione del breve film alla Mostra del cinema di Venezia. "L’ultimo miracolo" è stato infatti scelto come proiezione di chiusura della Settimana internazionale della critica. Appuntamento al Lido per la prima proiezione dedicata a pubblico l’8 settembre, alle 14 (la sera precedente ci sarà l’anteprima stampa). Il cortometraggio, della durata di venti minuti, racconta la storia di un Cristo rimasto sulla Terra dopo la resurrezione che ormai vecchio e cadente ha dimenticato come si fanno i miracoli. Davanti alla macchina da presa, attori ben conosciuti in Sardegna come Tino Petilli e Mario Faticoni, nei panni rispettivamente di Gesù e di Pietro, ma anche Francesco Origo, un mago eccentrico e inquietante, e Massimiliano Medda per il quale Pau ha ritagliato un cammeo. A firmare la sceneggiatura, insieme al regista, cinque ragazzi del corso: Giovanni Marceddu, Simona Loddo, Michele Carta, Andrea Perra, Gianluca Caboni. «Gli allievi- sottolinea Enrico Pau - sono stati impegnati nei vari ruoli, come fossero dentro una troupe. Credo sia stata per loro un’esperienza molto formativa, vedere da dentro le difficoltà del fare cinema, di trasformare le idee in qualcosa di concreto, in un processo che per me ha sempre molto di artigianale. Nell’attenzione ai dettagli mi piace paragonarlo al lavoro di un ebanista. Inoltre sono stati affiancati sul set da professionisti come il talentuoso direttore della fotografia Francesco Piras e da altri miei abituali collaboratori come l’aiuto regista Roberta Aloisio».Riprese a Cagliari - «in particolare nelle zone di Sant’Elia e di Calamosca» specifica Pau - che come sempre diventa protagonista nel cinema del regista, quest’anno tornato nelle sale con il lungometraggio "L’accabadora", recentemente premiato anche al festival di Bobbio. «In pochi giorni di riprese, alla fine dell’anno scorso, è stato fatto un gran lavoro che poi è proseguito al montaggio con Andrea Lotta». Il tutto per raccontare una storia che parte da una favola popolare siciliana. «Per me - conclude il regista cagliaritano - si tratta di un ritorno alla favola urbana. In qualche modo al mio primo lavoro, "La volpe e l’ape". Credo che attraverso questo tipo di favole si possa parlare anche del presente, affrontare tematiche importanti, dare voce agli ultimi, a chi vive ai margini». (f.c.)
 

 
 

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