Domenica 30 luglio 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 luglio 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 luglio 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 48 - Edizione CA)
Festival Paolo Mancosu a Perdasdefogu svela la travagliata pubblicazione del libro
Un poeta russo, Kgb e Cia: l'odissea del Dottor Zivago
«L'unica cosa della mia vita di cui non sono pentito è “Il Dottor Zivago”. Ho scritto quello che pensavo. E penso ancora»: per quel romanzo, colpevole di non uniformarsi al realismo socialista, Boris Pasternak si mise contro l'intero regime sovietico. Il libro fu al centro di manovre opposte della Cia e del Kgb, che fece di tutto per impedirne la pubblicazione. Uscì in anteprima mondiale in Italia nel 1957, grazie all'intraprendenza dell'editore Giangiacomo Feltrinelli.
Paolo Mancosu, oristanese, ordinario di Logica e Filosofia della matematica a Berkeley, in California, ha dedicato alle avventure editoriali del capolavoro di Pasternak un saggio acuto e coinvolgente, “Zivago nella tempesta”, che si basa su una ricerca dettagliata tra archivi e fonti storiche. L'autore ne parlerà con Luciano Marrocu, docente di storia contemporanea all'Università di Cagliari, stasera alle 21 a Perdasdefogu, in Piazza Biblioteca, per l'appuntamento conclusivo del vivace e seguito festival SetteSere SettePiazze SetteLibri. A seguire: la documentarista free lance Laura Silvia Battaglia presenterà il libro “La sposa yemenita”.
Da dove nasce il suo interesse per le peripezie editoriali del “Dottor Zivago”?
«Da un incontro fortuito e fortunato (un caso di serendipidy, come dicono gli inglesi) con la prima edizione in russo del romanzo, che acquistai in una libreria dell'usato a Berkeley per venti dollari. Vidi che su internet poteva raggiungere i cinquemila».
Questa vicenda quanto è rappresentativa di un periodo storico ancora dominato dalle ideologie?
«Il caso Zivago mette in luce le prime crepe nell'adesione incondizionata all'ideologia di Mosca, sulla scia del discorso “segreto” di Chruscëv al XX congresso del Pcus e dell'insurrezione ungherese repressa nel 1956».
Guardando alla sinistra italiana di allora, quanti conoscevano effettivamente la realtà dell'Urss?
«Sicuramente Togliatti, Longo, Amendola, Spano, Secchia, Robotti ed altre figure di alto calibro del Pci. Gli elettori comunisti avevano un'immagine molto limitata di quello che succedeva in Unione Sovietica. La “cecità” era anche legata al fatto che l'oro di Mosca finanziava il partito».
La diffusione delle notizie era davvero così limitata?
«Certamente. Basti pensare che la pubblicazione del “Dottor Zivago” avviene in Urss nel 1988».
In che misura furono coinvolti i servizi segreti sovietici e americani?
«Con ampi mezzi. Il Kgb, nel 1956, infor mò il Comitato Centrale del Pcus che Pasternak aveva inviato il dattiloscritto del “Dottor Živago” in Italia. Il caso Pasternak divenne un affare di Stato, che coinvolse il Pcus, Il Kgb e l'Unione degli Scrittori Sovietici che esercitarono pressioni dirette e indirette, tramite il Pci, affinché Feltrinelli - che era tesserato - restituisse il dattiloscritto. La Cia finanziò una pubblicazione pirata del testo russo nel 1958. Ci fu poi un'edizione tascabile l'anno dopo che permise di trafugare il libro nei paesi dell'Est e in Urss».
Chi era, davvero, Giangiacomo Feltrinelli?
«Un personaggio da romanzo e un visionario che ebbe il coraggio di schierarsi contro l'Urss in un momento decisivo della storia politica del '900».
Dopo la pubblicazione del libro, ci sono stati sviluppi?
«Sì. La Cia non aveva mai ammesso la partecipazione all'operazione Zivago. È stata quindi una grande soddisfazione quando l'agenzia ha desecretato 99 documenti che confermano la storia esattamente come è ricostruita nel mio libro. Tuttavia i documenti non rivelano i nomi dei personaggi coinvolti nell'operazione di pirataggio dell'edizione russa o l'origine del dattiloscritto che arrivò alla Cia. Risolvo quest'ultimo problema nel mio ultimo libro “Zhivago's Secret Journey” (Hoover Press, Stanford, 2016) mostrando che il dattiloscritto giunto alla Cia non era quello di Feltrinelli. Restringo anche il cerchio dei sospetti su chi possa aver dato il dattiloscritto alla Cia. Un vero poliziesco».
Luca Mirarchi
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 luglio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
PROFILO STUDENTE CTM
È già operativo il servizio di rinnovo del profilo studenti del Ctm. L'abbonamento studenti costa 21 euro al mese e l'abbonamento annuale 175. Per creare o rinnovare il profilo studente: Ctm point in viale Trieste 151. Lunedì, martedì e giovedì dalle 8.15 alle 13 e dalle 14.30 alle 18, mercoledì e venerdì dalle 8.15 alle 13.
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 luglio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Mongiu: Fai, addio
senza rancore
Un addio imprevisto. Ingentilito nella forma, definitivo nelle dichiarazioni, incerto nelle cause. Pur sempre una separazione rumorosa, quella tra Maria Antonietta Mongiu e il Fondo Ambiente italiano. «L'incarico era di tre anni. Un periodo più che sufficiente. In questa attività di volontariato ho riversato tutto ciò che so fare, il massimo dell'impegno che potevo profondere. È tempo di cambiare».
Sessantotto anni e numerose vite alle spalle: archeologa, assessora di spicco della Giunta Soru, presidente regionale del Fai. «Guardo avanti, corro, so che il mio tempo non è infinito e mi comporto di conseguenza». Donna di grandi passioni corroborate da una vasta rete di relazioni, sostiene che «il vero potere è quello che deriva dal pensiero».
Cosa l'ha spinta a rifiutare un altro mandato?
«Evitare l'identificazione di una persona con una sigla e viceversa».
Da vent'anni Vincenzo Tiana è l'uomo di punta di Legambiente, Stefano Deliperi è l'omologo del gruppo di intervento giuridico.
«Non voglio più andare a incontri-dibattiti-convegni e sentir dire che una tale posizione è stata espressa dalla presidente del Fai, anche su argomenti non pertinenti. Ciò che penso lo dico come Maria Antonietta Mongiu».
Pentita?
«Non rinnego alcunché: io e le persone che ho coinvolto nel comitato scientifico - assieme alle delegazioni di Nuoro, Sassari e Cagliari - abbiamo fatto un lavoro di pedagogia sociale che ha dato frutti importanti. Settantaduemila sardi hanno votato per scegliere un luogo del cuore, un risultato straordinario. Abbiamo dimostrato quanto sia errata la convinzione che chi vive nell'Isola sia disinteressato al paesaggio».
Problemi con i vertici nazionali?
«Rapporti ottimi. Per sincerità dico che non ho seguito la vicenda della saline Conti Vecchi perché viaggiava su un livello diverso».
Avrebbe sottoscritto quell'accordo con l'Eni?
«No. L'avrei costruito su basi completamente diverse. Prima avrei chiesto all'Eni quale fosse lo stato dell'arte sulle bonifiche, lì e da altre parti».
E invece?
«Non l'ha fatto neppure la Regione, che ha l'obbligo di farlo. Se ti confronti con questi giganti, discuti col cappello in mano? Dai per scontato che possano avvelenarti e ucciderti? Oppure prima pretendi che riparino ai danni causati in decenni e poi parli del resto? Non sta andando così. Non ho tempo per aspettare il tempo degli altri. Sono contenta di aver fatto quest'esperienza durante la quale ho imparato tanto e siamo riusciti ad aprire l'ex carcere di Buoncammino ai cagliaritani e l'ospedale Zonchello ai nuoresi».
Fluorsid?
«La mamma di Cagliari - che si chiama Santa Gilla - è molto malata, al di là delle ultime vicende giudiziarie. Purtroppo nessuno ne ha ancora preso atto, soprattutto la classe politica che delega troppo spesso la ricerca di soluzioni alla magistratura».
Il Fai è l'ala snob dell'ambientalismo.
«Non è per nulla snob e tutela il paesaggio. Si batte per una causa giusta e, come nel caso delle trivelle, vince alcune battaglie di civiltà».
Quanti frequentano le associazioni ambientaliste per godere dei benefici dati dal potere di veto?
«Penso che, per alcuni, sia un elemento importante».
Lei è stata l'assessora alla Cultura di Renato Soru: un rapporto finito?
«I rapporti politici si devono storicizzare. Dopo gli anni in Regione l'ho seguito dentro Sardegna democratica, a un certo punto mi sono chiesta cosa stessi facendo, perché?»
Qual è stata la risposta?
«Che non facevo parte del Pd ma in realtà ero dentro un sistema in cui ormai la tattica era di gran lunga più importante degli obiettivi in cui mi riconoscevo e che avevano dato vita a un'esperienza di governo - sanità, ppr, istruzione - che ho condiviso sino in fondo».
D'accordo con le scelte del presidente Pigliaru?
«Sulla scuola siamo scivolati all'ultimo posto della graduatoria Invalsi e in quella Ocse-Pisa - cioè la valutazione dei quindicenni - la sorte non è stata migliore».
La legge urbanistica?
«Al netto dei tecnicismi tenta solo di smontare il piano paesaggistico regionale, è solo un mega piano casa. Una scelta antistorica».
Zedda?
«Aspettiamo da sei anni l'adeguamento del piano urbanistico comunale al piano paesaggistico. Solo compiendo questo passo si potrà mettere fine alle singole intese che sono state la rovina dell'Italia. Per il resto, siamo davanti a una rimasticatura di idee già viste, e discutibili».
Un esempio?
«La strada règia che partiva dal largo Carlo Felice diretta a Sassari è stata trasformata in una casbah, il centro storico in periferia di se stesso».
L'anfiteatro?
«Avevamo ragione a fare la battaglia contro le coperture di legno. Oggi è male in arnese, molti danni strutturali sono stati fatti. Mi auguro che sia restaurato e usato per piccoli spettacoli».
Floris candidato del centrodestra alle Regionali?
«È il suo sogno, ha grandi possibilità economiche per reggere la campagna elettorale, non gli fanno difetto neppure i rapporti in tutta la Sardegna, ma penso che alla fine Berlusconi potrebbe scegliere Giuseppe Fasolino, sindaco di Golfo Aranci e consigliere regionale».
La rettrice?
«Ben felice che sia una donna. Una valutazione sul suo lavoro la può dare molto più compiutamente chi è dentro l'ateneo. Di sicuro Maria Del Zompo ha dato una visibilità molto alta all'università, penso che l'istituzione dovrebbe avere più autonomia rispetto alla politica».
Dicono che lei: 1) punta a candidarsi alle prossime regionali.
«Non ci si candida, ti devono candidare. Forse è tempo di scegliere una donna, ne conosco una decina in grado di fare un ottimo lavoro in tutti gli schieramenti. Nel frattempo il Consiglio regionale vari la doppia preferenza».
2) Usa il frequentatissimo blog Sardegnasoprattutto.com come trampolino per la politica.
«La presenza di una rivista è nella storia degli intellettuali».
3) Ipercritica su tutto.
«Essere coscienza critica è una bellissima cosa, significa analizzare e dare un contributo perché una società complessa e sana è figlia delle critiche, non del consenso, e quindi di un processo di analisi».
4) È troppo vicina ai potenti.
«A un uomo non si direbbe mai che è vicino al potere. Noi donne dobbiamo rivendicare autorità rispetto al potere».
I potenti le riconoscono un'autorità?
«Sì, sui temi nei quali ho competenze specifiche mi riconoscono come interlocutrice».
Premi e rassegne, una in ogni piazza sarda: è vera cultura?
«È industria culturale, che sicuramente stipendia molta gente, spesso in termini insoddisfacenti. La presenza di molti scrittori, registi e attori - una vacanza in Sardegna non si nega a nessuno - non garantisce la reciprocità culturale: non aumentano i lettori e non migliorano gli indicatori scolastici».
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 luglio 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
MONSERRATO. All'ex Cries
Casa della salute, l'opposizione vuole accelerare
Pressing dell'opposizione per la Casa della salute a Monserrato. La struttura medica all'avanguardia dovrebbe nascere nell'edificio dell'ex Cries, zona Cortis: la volontà e i quasi 2,5 milioni di euro della Regione per completarla ci sono, e anche l'impegno della Asl per aggiudicare i lavori entro novembre 2017. Ma il progetto rimane fermo, in attesa di un accordo tra gli enti interessati.
«Invito il sindaco, prima di scegliere uno studentato a discapito della Casa della salute», spiega l'ex sindaco Gianni Argiolas, «a rileggersi gli atti ufficiali esecutivi prodotti da Comune, Università e Policlinico, Asl 8 e Regione, nonché dalle organizzazioni sindacali di categoria. Le risorse ci sono, manca invece la volontà politica di portare avanti un progetto importante per la città, tra l'altro sostenuto dai Riformatori, partito presente nell'attuale Giunta. Prima viene la tutela della salute e poi il mattone sociale».
Una struttura medica con diversi servizi: dalla guardia medica al centro di salute mentale, uno sportello per il ritiro dei farmaci, presidi per l'assistenza domiciliare integrata. Ancora, ambulatori di medicina generale, pediatri, il servizio di neuropsichiatra infantile, un consultorio familiare e un presidio del 118. «Sarebbe un grave errore rinunciare a una serie di servizi sanitari di qualità, utilissimi per i nostri concittadini e per tutta la città metropolitana», sottolinea Rosalina Locci, del Pd. Per il gruppo consiliare del M5S, «una struttura importante per Monserrato, che attirerebbe un bacino di utenza fino al Parteolla».
F. L.
 
5 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 luglio 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
Villaputzu
Via Nazionale diventa a senso unico
Il nuovo piano della viabilità sarà presentato domani pomeriggio alle 15,30 nell'aula polifunzionale delle scuole elementari. Il piano è stato predisposto dal professore Mauro Coni (ex assessore del Comune di Cagliari) insieme ad un team di esperti dell'università di Cagliari e dovrebbe prevedere, fra le altre cose, l'istituzione del senso unico in un breve tratto della via Nazionale.
«L'obiettivo principale - ha detto il sindaco Sandro Porcu - è quello di rendere Villaputzu più sicura, più vivibile e più bella».
In base a quanto preannunciato in un primo incontro con la popolazione che si è tenuto nel mese di febbraio le modifiche riguarderanno anche la via Sulis. Quanto invece alla via Nazionale il tratto interessato dal senso unico dovrebbe essere quello compreso tra l'ufficio postale e il ponticello per una lunghezza complessiva di poco più di trecento metri.
I cittadini, nel corso del primo incontro, si erano detti disponibili alla sperimentazione di una nuova viabilità. Domani la presentazione del piano completo. (g.a.)
 

redazioneweb@unica.it


RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI


Link: rassegna stampa MIUR

 

 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie