Martedì 8 agosto 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 agosto 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
 
1 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 agosto 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
SESTU. Discusse a Casa Ofelia le tesi del laboratorio Lab6.stu dell’Università
La nuova città disegnata da giovani architetti
Il recupero dell’area occupata ora dal torrente ma anche impianti sportivi futuristici e una nuova viabilità. Alcuni studenti della facoltà di Architettura si sono laureati con una tesi su Sestu, pensando la città come potrebbe essere in un prossimo futuro.
Le prime quattro tesi del laboratorio Lab6.stu, coordinato dai docenti Giovanni Battista Cocco e Adriano Dessì (della scuola di Architettura dell’Università di Cagliari), sono state discusse nei giorni scorsi e presentate nello spazio di Casa Ofelia. I quattro giovani futuri architetti sono Stefano Mombelli, Nicola Melis, Marco Pala e Matteo Medda che hanno lavorato sul recupero dell’area del rio Su Pardu e del Rio Matzeu, oppure hanno ipotizzato un quartiere tutto per gli anziani, studiando anche come promuovere nuovamente il territorio agricolo e le antiche tradizioni contadine sestesi.
Proprio il lavoro di Marco Pala ha cercato di immaginare un progetto che possa, garantendo la sicurezza, far rimarginare la ferita che divide le due parti della città: gli argini ricoperti di arbusti in mezzo ai quali scorre il Rio Matzeu e che sarebbero dovuti diventare un parco mai nato. Il giovane studente l’ha ripensato come uno spazio lineare pubblico, una sorta di piazza per accogliere l’intera popolazione nella quotidianità ma ospitare anche eventi e manifestazioni.
«La città metropolitana», spiega l’assessore Andrea Pisu, «è fatta di rapporti tra comunità e territori. I ragazzi laureati l’altro giorno in Architettura che hanno pensato e riprogettato il paesaggio sestese sono stati eccellenti». Anche la sindaca Paola Secci ha espresso entusiasmo per il lavoro svolto dagli studenti di architettura che hanno partecipato al laboratorio sestese, concentrandosi su come diventerà la città nell’imminente futuro. «Il nostro è uno Comuni più popolosi dell’area metropolitana», chiarisce la prima cittadina, «vogliamo credere fortemente nel ruolo di primo piano che la nostra comunità deve assumere nelle dinamiche economiche e sociali, anche oltre i nostri confini. Per questa ragione l’intesa con la scuola di Architettura di Cagliari è uno degli atti più importanti che derivano da questa rinnovata consapevolezza. Il Lab6.stu ha prodotto risultati molto importanti. I progetti saranno presto presentati alla cittadinanza e diventeranno stimolo di nuova riflessione sui caratteri di un territorio dalle eccezionali potenzialità».
Francesco Pinna
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 agosto 2017 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
La mostra “Futuro prossimo”, “L’ultimo miracolo” e “Nausicaa. L’altra Odissea”
MEREU, PAU, VIGNA A VENEZIA
Primavera del cinema sardo
Stavolta perfino i più scettici sulle capacità del cinema sardo di farsi apprezzare oltre i confini dell’Isola dovranno ricredersi. La settantaquattresima Mostra del cinema di Venezia, dal 30 agosto al 9 settembre, quest’anno guarda con attenzione alla Sardegna. “Futuro prossimo” di Salvatore Mereu, e “Nausicaa. L’altra Odissea” di Bepi Vigna, si vanno ad aggiungere a “L’ultimo miracolo” di Enrico Pau fra i cortometraggi selezionati nel panorama della rassegna.
“Futuro prossimo” sarà proiettato nella sezione “Orizzonti. Cortometraggi Fuori Concorso”. Per il regista di Dorgali si tratta della quinta presenza in laguna dopo “Ballo a tre passi”, “Sonetàula”, “Tajabone” e “Transumanza”.
MIGRAZIONE “Futuro prossimo”, girato a Cagliari, affronta la storia di due migranti, Rachel e Mojo, che di giorno vagano per la città in cerca di un lavoro e che di notte trovano rifugio in uno stabilimento balneare. «È un tema di scottante attualità, molto difficile da affrontare senza cadere nella retorica consolatoria o nel “già detto” - prosegue il regista. Ci siamo documentati parlando a lungo con i migranti di un centro di accoglienza, che hanno scelto di condividere con noi le loro drammatiche esperienze». Il cast è interamente composto da attori non professionisti: «Io parto da ciò che chiede la storia e poi vado in cerca delle facce e dei luoghi; il curriculum non è la prima cosa osservo. Mi muovo lungo il solco tracciato dai registi del neorealismo, che offre esempi di grandezza assoluta come Roberto Rossellini».
MIRACOLI METROPOLITANI «Sono davvero felice che una vetrina così importante venga offerta a un progetto realizzato dai giovani studenti, nato interamente nell’ambito del Master per Filmmaker delle Università di Cagliari e Sassari, coordinato da Lucia Cardone e Antioco Floris». Si unisce a queste parole Enrico Pau, che ha realizzato il film come coronamento di un corso universitario promosso dal Centro di ricerca sulla formazione agli audiovisivi del Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio (il Celcam, che ha sostenuto anche il film di Mereu): «“L’ultimo miracolo” è un lavoro nel quale i ragazzi hanno potuto partecipare a tutti i livelli della macchina realizzativa filmica. La più grande gioia è constatare che alcuni di loro porteranno avanti una carriera nel settore che amano». «La storia, che ha l’andamento di una fiaba metropolitana, parla delle peripezie di un Cristo vecchio e cadente che si aggira per Cagliari senza ricordare più come si fanno i miracoli - spiega il regista de “L’accabadora”. “L’ultimo miracolo” è stato selezionato nella Settimana Internazionale della Critica, una sezione autonoma inserita nell’ambito della Mostra del Cinema che vede anche la presenza di “Nausicaa. L’altra Odissea”, per la regia di Bepi Vigna.
UN’ALTRA NAUSICAA Sarà una prima volta a Venezia, come regista, per Bepi Vigna, maestro del fumetto, creatore di personaggi come Nathan Never e Legs Weaver, ma capace di spaziare in tutti gli ambiti della scrittura, dalla TV e al romanzo. “Nausicaa. L’altra Odissea” è un cortometraggio tratto dall’omonima graphic novel uscita per Pavesio editore, con i disegni di Andrea Serio. «Anche per la versione animata il suo stile di disegno a mano evocativo, quasi pittorico, saturo di colori caldi e in controtendenza rispetto all’animazione digitale che va per la maggiore è stato determinante per la scelta della giuria» - spiega Vigna. «Un altro punto di forza è rappresentato dalla storia, che rilegge in chiave inedita il mito dell’Odissea: stavolta la giovane principessa Nausicaa non si limita ad essere “sedotta e abbandonata” da Ulisse, ma lo segue nelle tappe della sua avventura compiendo un viaggio iniziatico che la farà diventare una donna. È il prevalere del femminile, uno stato dell’animo aperto alla solidarietà e alla tolleranza che ha caratterizzato la storia del Mediterraneo».
La pellicola (prodotta da Zena Film) ha ricevuto il sostegno del MiBact e può inoltre contare sulle musiche di Matteo Martis e sulla voce narrante di attori come Mariano Rigillo. «In Sardegna - sottolinea ancora Pau - il cinema sta vivendo un grande momento ed è destinato a crescere ancora».
Luca Mirarchi
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 agosto 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
I consigli di Rosanna Laconi, direttrice del Pronto soccorso del Policlinico
L’esperta: «Di calore si muore,
cuore a rischio sopra i 40 gradi»
«Servono cinque giorni perché il corpo si abitui a un forte incremento della temperatura, ma noi stiamo otto-dieci ore in ambienti chiusi con l’aria condizionata e poi ci troviamo di colpo in mezzo all’aria torrida, non riusciamo ad adattarci». Il caldo record di questa estate sta creando problemi e la direttrice del Pronto soccorso del Policlinico spiega come ci si deve proteggere per non correre rischi perché il corpo non riesce a gestire bene le alte temperature.
«Il nostro organismo riesce a sopportare abbassamenti di temperatura anche di dieci gradi, senza andare in arresto cardiaco, mentre non sopporta aumenti superiori di 5 gradi - spiega Rosanna Laconi - considerando che la nostra temperatura corporea è sui 37 gradi, quando ci troviamo a 40 siamo già in difficoltà». Impossibile non accorgersi che il caldo di questo periodo sia stato estremo, ma è possibile lo stesso morire di caldo. «Tecnicamente si chiama morte per colpo di calore, una situazione che si verifica quando c’è una prolungata esposizione al sole, quando le temperature sono molto alte accompagnate dall’aumento del tasso di umidità: queste condizioni impediscono che ci sia dissipazione del calore nel corpo e c’è una forte vasodilatazione per coprire l’aumento del calore che può portare a sincopi o stati di choc». I pazienti con varie patologie e gli anziani sono i soggetti più predisposti a subire il colpo di calore, ma non sono requisiti indispensabili perché gli effetti negativi si possono manifestare anche su una persona in forma.
La sudorazione, secondo l’esperta, è la miglior arma che il corpo usa per cercare di affrontare le temperature troppo elevate. «Con l’umidità elevata non riusciamo a dissipare il calore e per ottenere questo scopo il sudore è uno degli elementi fondamentali, per questo è importante indossare vestiti larghi e comodi, quelli stretti e attillati non permettono una buona sudorazione - spiega Rosanna Laconi - è importante sudare perché le goccioline fanno aumentare la superficie corporea e contribuiscono a eliminare molto calore. Infatti spruzzarsi acqua sul corpo non dà solo un beneficio psicologico ma aumenta la capacità di smaltire il calore, come capita con la sudorazione». Se la sudorazione contribuisce a trovare la giusta dimensione del corpo con la temperatura molto alta, bisogna però stare attenti a compensare i liquidi che si perdono col sudore. «L’idratazione è fondamentale, ma anche questa va fatta nel modo corretto infatti l’acqua fredda non aiuta, andrebbe bevuta tiepida per idratare nel modo giusto. Nei Paesi abituati al caldo, sanno come comportarsi: se uno si trova nel deserto non gli offriranno mai un bicchiere d’acqua ghiacciata, per dissetarsi bevono il tè caldo». Secondo la dirigente del Pronto soccorso dell’azienda ospedaliero-universitaria, che ha appena abbandonato l’ospedale civile di Cagliari per trasferirsi al Policlinico di Monserrato, anche la temperatura dell’acqua della doccia va tenuta sotto controllo: «Come per l’acqua da bere, non deve essere troppo calda ma neanche troppo fredda, la doccia tiepida è quella che idrata di più».
Per evitare problemi col caldo eccessivo bisogna stare attenti ai pasti. D’estate chi è in vacanza tende a mangiare di più, ma quando si superano i quaranta gradi bisogna tenerne conto. «L’alimentazione va adeguata a situazioni del genere, non bisogna mangiare tanto e soprattutto puntare su cibi facilmente digeribili, frutta e verdura sono l’ideale mentre il consumo di carne va ridotto al minimo. Col grande caldo l’organismo affronta un grande impegno nella termoregolazione e porta a una vasodilatazione a livello cutaneo che toglie sangue agli altri apparati, l’intestino ha maggiori difficoltà a lavorare».
Nel tempo libero cresce la buona abitudine di praticare uno sport e c’è chi decide di non rinunciare neanche davanti a una collina di mercurio che raggiunge il 40. «Non bisogna mai smettere di fare sport, ma non va fatto nelle ore più calde perché il fisico non riesce a dissipare abbastanza il calore e si possono avere problemi - conclude il medico - ma con le alte temperature bisogna stare attenti anche al mare, se si resta per molto tempo esposti al sole non ci si deve mai buttare in acqua di colpo perché si rischia lo choc termico».
Marcello Zasso

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LA NUOVA SARDEGNA
 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 7 agosto 2017 / Sardegna Pagina 6
La riforma dei posti letto
tagli a Sassari e Cagliari
SANITÀ

 

CAGLIARI Giusta o sbagliata che possa essere, a deciderlo sarà il Consiglio regionale, la riorganizzazione della rete ospedaliera ha una sua logica: riequilibrare i posti letto nella sanità pubblica. Perché - stando a un’indagine del 2014, è l’ultima disponibile - quelli destinati al ricovero dei pazienti acuti da sempre sono troppi, superano i 4.750, mentre sono sottodimensionati quelli per i post acuti e la riabilitazione, appena 147. Stando alla tabella approvata a maggioranza dalla commissione del Consiglio, il travaso c’è stato eccome. I primi, quelli per gli acuti, scenderanno a 4.101 (-657), gli altri aumenteranno fino a 542 (+395). In totale per gli ospedali pubblici ci sarà un saldo negativo, sono 262 posti letto in meno, e il taglio o redistribuzione che sia - almeno secondo le intenzioni dell’assessore alla sanità Luigi Arru e della maggioranza di centrosinistra - dovrebbe portare a un risparmio di 134 milioni in tre anni, con soprattutto una drastica riduzione dei cosiddetti ricoveri impropri: quasi 15mila su un totale di oltre 190 mila.Macro aree. Al netto della sanità privata, la riorganizzazione di quella pubblica punta con la riforma a decentrare i posti letto nelle zone che finora avevano i maggiori buchi fra reparti e specializzazioni. Tant’è che i tagli più netti - sempre secondo l’ultima tabella - sono stati previsti nel grande distretto del Nord Ovest, è quello di Sassari, con un meno 146, (da 1.155 a 1.009) e soprattutto nel Sud Est, Cagliari e dintorni, con meno 171: da 2.005 a 1.834. Che di contro saranno le due aree con gli unici ospedali di riferimento regionale: l’Azienda universitaria, a Sassari, e il Brotzu a Cagliari. È consistente (-58) anche il taglio nell’area del Nord Est, la Gallura, ma in parte dovrebbe essere compensato dall’apertura - chissà quando - del Mater Olbia. L’aumento più consistente di posti letto sarà invece nell’Oristanese, da 331 a 376, con un +45, nel distretto di Nuoro, da 450 a 485 +35, nel Medio Campidano, da 182 a 212 +30, e in Ogliastra, da 109 a 112 +3. Il Sulcis-Iglesiente continuerà ad avere gli stessi posti letto: 317.I reparti in crescita. Proprio nella logica che nella sanità pubblica devono aumentare i posti per i post acuti, è la riabilitazione il reparto che in assoluto cresce di più, con più 241. Al secondo posto il lungodegenti (+91) e al terzo cardiologia (+75). In doppia cifra aumentano anche le disponibilità e regionali di neuroriabilitazione (+57), terapia sub intensiva (+48), nefrologia (+34), chirurgia vascolare (+28), cardiochirurgia(+18), ematologia (+14), oncologia (+12) e chirurgia plastica (+12). Sotto la doppia cifra, chirurgia toracica (+7), onco-ematologia pediatrica (+7), unità spinale (+6) unità coronarica (+3). Infine reumatologia e odontoiatria con un posto letto in pi più a testa.I reparti in calo. Per ridurre al massimo i ricoveri impropri, la tabella non poteva che incidere su questi due reparti: medicina generale e chirurgia generale. Sono quelli a più bassa specializzazione e infatti il primo ha un nuovo saldo negativo, sempre nella sanità pubblica, con 269 posti letto in meno, mentre chirurgia generale si assesta a -231. In questa classifica al ribasso, al terzo posto c’è ostetricia ginecologia, con -99, e al quarto pediatria, -88. Poi gli altri reparti ridimensionati: otorinolaringoiatria (-365), oculistica (-27), nefrologia (-23), ortopedia (-20), neurologia (-19), chirurgia pediatrica (-16), neuropsichiatria infantile (-15), gastroenterologia (-13) e geriatria (-12). Sotto la doppia cifra, malattie infettive (-9), urologia (-8), medicina nucleare (-7), chirurgia maxillo facciale (-5), dermatologia (-5) endocrinologia (-3), neurochirurgia (-3) e infine due posti letto in meno ciascuno per terapia intensiva, terapia intensiva neonatale, pneumologia e psichiatria. I contrari. Il Consiglio delle autonomie locali deve dire no alla riorganizzazione degli ospedali come proposta dalla commissione sanità. A sollecitare il parere contrario è Edoardo Tocco, Forza Italia: «Sono convinto - sostiene - che i Comuni non accetteranno una riforma destinata a emarginare ancor di più le zone svantaggiate, con un evidente ridimensionamento delle specialità e una sforbiciata netta in diversi ospedali». Per il movimento Sardigna libera, la «nuova mappa è zeppa d’inganni e a pagare le conseguenze di quella che purtroppo passerà alla storia come una spaventosa legge truffa saranno ancora una volta i cittadini». (ua)


 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 7 agosto 2017 / Nuoro - Pagina 16
A settembre la prima data utile per la firma dell'accordo di programma tra Regione ed enti
Tra gli obiettivi polo universitario e verde
NUORO Il piano dell'amministrazione comunale per le periferie ha una lunga storia che nel corso degli anni ha subito diversi aggiustamenti. Il perché in queste parole del sindaco Soddu: «La città - spiega il primo cittadino - lungo gli anni è cresciuta ma senza mettere dentro il suo sviluppo elementi condivisi o, per meglio dire, un'anima civica. Per questi motivi, la reintegrazione tra centro e periferia doveva basarsi su quella che viene definita l'urbanistica atavica, ossia attraverso l'impiego dei caratteri specifici del centro urbano. Lo scopo è quello di fare di Nuoro una città verde, sostenibile, europea, con il valore aggiunto delle peculiarità che le derivano dalla storia e dalla cultura locale». La parte riguardante il potenziamento delle attività del polo universitario ha una sponda decisiva proprio nella Regione e la cabina di regia, coordinata dall'assessore degli Affari generali, Filippo Spanu. Vicino al progetto tanto da chiedere e ottenere nel tavolo del partenariato un canale veloce nella discussione e valutazione della scheda sull'area vasta. L'assessore regionale: «Manderemo i documenti ai diversi componenti del partenariato, che poi potranno inviare eventuali osservazioni via mail. Vanno infatti allineati i tempi del progetto regionale con quello più ampio per Nuoro del bando nazionale per le periferie».Sulla tempistica voluta da Spanu l'ultimo ostacolo da superare è l'esame del gruppo di valutazione, con i responsabili alla Regione dei fondi europei: «Si tratta di scegliere quali risorse destinarvi e verificare la stessa sostenibilità finanziaria». Il principio di settembre è la prima data utile per la firma dell'accordo di programma con Comune e Provincia, secondo il cronoprogramma dell'assessore. Invece le risorse del piano nazionale sulle periferie sono già disponibili, dopo la delibera del Cipe. (f.p.)


 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 7 agosto 2017 / Economia - Pagina 12
L'isola prima in Italia: da gennaio a giugno nate 1.756 nuove aziende. Il record a Nuoro e Oristano
Imprenditori under 35, la Sardegna vola
SASSARI Le imprese guidate dai giovani spingono sull'acceleratore e trainano la crescita del tessuto imprenditoriale italiano. E tra le regioni spicca la Sardegna. L'isola è quella in cui, nel primo semestre 2017, le imprese giovanili hanno accelerato di più il passo: più 10,4 per cento il saldo tra iscrizioni e cessazioni e più 1.756 le imprese. A seguire la Basilicata (più 9, più 605) e il Trentino Alto Adige (più 7,9, più 740). A livello provinciale, spicca l'intraprendenza dei giovani nuoresi (più 491 imprese nel periodo gennaio-giugno 2017, per un tasso di crescita del 13,9 per cento), seguiti dagli oristanesi (più 562, più 16,4) e dai reatini (più 179, più 11,4). Non solo: in percentuale sul numero assoluto delle imprese spiccano alcune regioni del sud: sopra la media nazionale sono infatti la Calabria con il 13,3 delle imprese, la Campania (12,8), la Sicilia (12,2).Nei primi sei mesi dell'anno, quasi una nuova impresa su 3 (il 30,4) è guidata da imprenditori under 35. Rispetto alla fine del 2016, il loro numero è aumentato del più 6,1, contro lo 0,3 del totale delle imprese, mettendo a segno tra gennaio e giugno un saldo positivo di 36.965 unità. Sale così a 566.268 il numero delle imprese capitanate da giovani con meno di 35 anni presenti a fine giugno 2017 nel Registro delle imprese delle Camere di commercio. È quanto emerge dall'analisi di Unioncamere-Infocamere. Complessivamente, al 30 giugno scorso era under 35 quasi una impresa italiana ogni dieci, con punte di maggior presenza in settori come le attività di lotterie, scommesse e case da gioco (1 su 4), i servizi postali e attività di corrieri (1 su 5) e i servizi per gli edifici e il paesaggio (pulizia e giardinaggio), dove il 15 per cento del totale delle imprese è giovanile. Ma guardando le nuove iscrizioni emerge una mappa dei settori produttivi sui cui i giovani stanno ora maggiormente scommettendo. Al primo posto c'è il settore telecomunicazioni, in cui quasi una nuova impresa su due (48,2) di quelle aperte tra gennaio e giugno è guidata da under 35. Vicinissime (47,5) le attività nei servizi finanziari e oltre il 40 le attività delle lotterie, i servizi postali e di corriere e i servizi alla persona.


 


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