Venerdì 4 agosto 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 agosto 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 agosto 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Università
Nuovi corsi per consulenti del lavoro
Da quest’anno l’Università di Cagliari formerà i consulenti del lavoro, con un indirizzo specifico a loro dedicato e in accordo con l’Ordine professionale. Il corso di laurea triennale in Scienze dei Servizi giuridici, traccerà il profilo professionale degli studenti fin dall’iscrizione, dando loro la possibilità di scegliere tra tre differenti indirizzi di studio: Consulente del lavoro, Giurista d’impresa e Giurista delle amministrazioni pubbliche.
Secondo il rettore Maria Del Zompo, anche in questo modo l’Università di Cagliari si avvicina al mondo delle professioni, rispondendo alle esigenze del territorio e permettendo agli studenti di costruire il proprio futuro lavorativo fin dalla laurea triennale. Il curriculum “Consulente del lavoro” sarà il primo nell’Isola a formare liberi professionisti. Il Giurista d’impresa - altra figura nuova introdotta quest’anno - sarà invece un consulente legale in uffici legali, commerciali e amministrativi delle imprese, o nelle attività propedeutiche di organizzazione e sviluppo delle imprese. Il “Giurista delle amministrazioni pubbliche”, infine, curerà e tutelerà gli interessi giuridici di enti pubblici.
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 agosto 2017 / Speciale (Pagina 17 - Edizione IN)
A San Basilio il futuro dell’astrofisica
Le chiamiamo Stelle di Neutroni, ma questi corpi celesti sono in realtà quello che resta di una grande stella. Le giganti blu, con una massa dalle otto alle dieci volte quella del Sole, nelle fasi finali della loro vita diventano super giganti rosse e poi esplodono. L’esplosione è chiamata Supernova e in quell’istante, l’energia che viene emessa è pari a quella di 100 miliardi di stelle. Nelle fasi iniziali della loro vita, queste stelle emettono un fascio di radiazione visibile nelle onde radio, nei raggi gamma e nei raggi X e sono chiamate Pulsar. Ad oggi sono state individuate 2613 Pulsar. Molte di queste sono state scoperte e studiate dal gruppo Pulsar dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari e dal gruppo di Astrofisica delle Alte Energie dell’Università di Cagliari. Fra queste da segnalare un particolare sistema di due Pulsar, individuato nel 2005 dalla ricercatrice Marta Burgay, che nel tempo permetterà di scoprire i limiti della teoria della Relatività Generale di Einstein. Osservando con il nuovo radiotelescopio SRT (Sardinia Radio Telescope) situato a San Basilio, nel futuro forse qualche giovane studente sardo potrebbe scoprire un segnale periodico, magari quello di una Pulsar in orbita attorno ad un buco nero, una “luce radio” che ci permetterebbe di svelare i misteri dei buchi neri e dare un Nobel scientifico alla Sardegna. ( m. f. )
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 agosto 2017 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Rimandati 3 studenti su 10
Folla di bocciati, gli studenti sardi i peggiori d’Italia
I risultati degli studenti sardi sono i peggiori d’Italia: i rimandati sono stati il 28,6% e i bocciati l’11,4 %. E davanti al 77% di promossi di Umbria e Puglia viene da chiedersi: abbiamo alunni pigri o insegnanti troppo severi? Né una cosa né l’altra, spiega un prof di lungo corso: abbiamo un contesto demotivante, chi studia sa che non troverà l’impiego per cui si è preparato. PIBIRI A PAGINA 9
 
Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Il prof: non parliamo di docenti severi o allievi pigri, la demotivazione nasce dalla crisi
I PEGGIORI STUDENTI D’ITALIA
Bocciati oltre 11 su 100, all’Isola anche il record di rimandati
Arriva la pagella della scuola sarda. Il Ministero ha pubblicato online i dati sulle bocciature e gli alunni rimandati. E gli studenti sardi registrano i dati peggiori tra le venti regioni.
Nella scuola Secondaria di secondo grado il 28,6 per cento ha la sospensione di giudizio, cioè rimandato e ora sta studiando (o ha studiato, nel caso di esame a luglio) per recuperare le materie insufficienti, l’11,4 è stato bocciato, il 60 per cento promosso.
CLASSIFICA L’Isola è seguita dalla Campania con l’8,6 per cento di bocciati e dalla Sicilia con l’8,2. La regione dei “super bravi”, con il record positivo di promossi, è l’Umbria con 77,3 per cento di ammessi alla classe successiva, il 19,2 di rimandati e il 3,5 di bocciati. Seconda posizione per la Puglia con il 77 per cento di promossi e il 16,1 di sospesi, terza la Calabria con il 76,1 di ammessi alla classe successiva.
Il numero più alto di alunni bocciati si registra nelle scuole professionali con il 17,3 per cento: significa che quasi uno su cinque ripete lo stesso anno, mentre il 31% è rimandato. Sale il dato nei Tecnici dove i rimandati sono il 32,8 per cento e il 14,4 per cento i non ammessi alla classe successiva. Nelle Secondarie di Primo grado si leggono sempre risultati negativi per l’anno scolastico appena terminato: in Italia la percentuale degli ammessi alla classe successiva è il 97,7, in Sardegna si sta sotto la media con il 97,2 e il 2,8 per cento di bocciati.
 
I numeri si possono leggere in diversi modi, docenti sardi troppo severi oppure studenti poco inclini allo studio e all’impegno.
IL DIRIGENTE Roberto Pianta, dirigente scolastico del liceo classico Dettori di Cagliari, legge i dati appena snocciolati dal Ministero: «La nostra scuola non rientra all’interno di questi numeri, per la prima volta abbiamo avuto 10 bocciati su 750 alunni e ci sono stati 20 “cento” all’esame su 150 maturati. Ma in generale gli studenti sardi non sono poco studiosi, né i docenti troppo severi: le bocciature e le sospensioni di giudizio così alte vanno lette in funzione delle opportunità che il territorio e la società offrono e del contesto di apprendimento».
L’INSEGNANTE Non dissimile l’analisi di Andrea De Giorgi, che è docente da 33 anni, insegna Storia e Filosofia al Liceo Siotto di Cagliari e ha fatto Esami di Stato anche a Torino, Milano, Venezia e Firenze. «La mia interpretazione del fenomeno del maggior tasso di non promozioni, sospensioni del giudizio e abbandoni, si fonda sulla convinzione che i docenti sardi non siano più severi, ma che le cose non vadano bene nel processo di integrazione degli studenti nella scuola. Alla fine del processo il livello di apprendimento di molti studenti è effettivamente scolasticamente basso. Dipende da una mancanza di attrazione dell’impegno scolastico, cioè da demotivazione e senso di lontananza dalla scuola: per un gran numero di ragazzi e ragazze non è una attività né gratificante, né divertente o attraente, né immediatamente utile o spendibile», spiega il docente.
LA CRISI PROPAGA IL VIRUS Secondo il professore in Sardegna «abbiamo alle spalle una lunga storia di mancata integrazione tra scuola e società, che ci caratterizza rispetto al Nord Italia dove i ragazzi sono mediatamente meglio integrati. Il disagio aumenta in un contesto di crisi economica di cui i giovani sono le “vittime privilegiate”: un contesto economicamente poco accogliente per i giovani aumenta la demotivazione allo studio. I giovani sanno che i più non faranno un lavoro coerente con i loro studi, e allora il virus del disimpegno si propaga. E il contesto di disoccupazione accentua questo atteggiamento. In ultimo, abbiamo un sistema scuola complessivamente male organizzato per l’integrazione e il recupero, che dovrebbe essere motivazionale prima che culturale».
Maura Pibiri
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 agosto 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Salve le strutture dei piccoli centri e delle zone di montagna. Pigliaru: «Modifiche migliorative»
RETE OSPEDALIERA, RIFORMA A UN PASSO
Via libera dalla commissione: la legge in aula entro metà settembre
Il pronto soccorso con la chirurgia programmata negli ospedali di sede disagiata, la formula del presidio unico per mantenere le specialità e un cambiamento di ruolo per alcune strutture. La riorganizzazione della rete ospedaliera si avvicina al traguardo con il via libera da parte della commissione Sanità del Consiglio regionale. Un percorso accidentato a causa della ricerca dell’equilibrio tra il rispetto degli standard minimi previsti per la sopravvivenza delle strutture e la necessità di non lasciare le zone più periferiche prive di punti di riferimento. Nonostante questo non mancano le polemiche e qualche problema deve ancora essere risolto per evitare spaccature o sorprese in aula.
«PASSO AVANTI» Soddisfatti il presidente Pigliaru e l’assessore, Luigi Arru, che parlano di «un ulteriore importante passo avanti». Il testo approvato dalla commissione è «fedele all’impostazione data dalla Giunta e, allo stesso tempo, contiene qualche modifica migliorativa». Il riferimento è soprattutto alla «salvaguardia degli ospedali dei piccoli centri e la specificità delle zone di montagna». La tabella di marcia impone metà settembre come termine ultimo per l’approvazione definitiva in Consiglio regionale.
IL PRINCIPIO Ci saranno ospedali ad alta specializzazione e altri in grado di garantire il primo intervento e curare le patologie più lievi. Il principio cardine della rete ospedaliera è che non si può avere ogni specialità dappertutto, perché calerebbe la qualità delle cure. Due poli ad alta specializzazione a Cagliari e Sassari saranno di riferimento regionale, classificati come Dea (dipartimento d’emergenza e accettazione) di II livello. Nuoro, invece, avrà un primo livello rinforzato per garantire il servizio nel centro Sardegna.
PRESÌDI UNICI L’altra novità riguarda i presìdi unici in Gallura e nel Sulcis che grazie a una rete di più strutture ottengono un primo livello, che suddivide le specialità. In attesa di capire quale sarà il proprio futuro ci sono il Civile di Alghero e il Segni di Ozieri, per i quali verrà avviato il monitoraggio delle attività per capire se ci sia la possibilità di ottenere il primo livello.
ZONA DISAGIATA Rispetto alla dotazione originaria, per gli ospedali di Sorgono, Bosa, Isili, Muravera e La Maddalena qualcosa è cambiato. Avranno il Pronto soccorso con un organico medico dedicato all’emergenza-urgenza e 20 posti letto di medicina generale, con propri medici e personale sanitario non medico. Ci sarà una chirurgia programmata per patologie non immediatamente pericolose per la vita. Nella struttura sarà possibile avere servizi di radiologia, farmaceutico, emodialisi e un laboratorio di analisi. Gli ospedali di base avranno i Punti di primo intervento gestiti invece dall’Areus mentre per l’ospedale di Ghilarza è stata scelta la classificazione di Centro d’emergenza territoriale.
LA POLITICA Il presidente della commissione, Mondo Perra (Psi), parla di «riforma storica, attesa da oltre 30 anni. Non ci sono tagli e miglioriamo la qualità dei servizi». Di parere opposto il suo vice, Edoardo Tocco (Fi): «L’opposizione ha votato contro perché il testo non risponde ad alcune richieste dei territori. In aula cercheremo di modificarlo». L’esponente del Riformatori, Michele Cossa, critica la chiusura del punto nascita della Maddalena perché «espone i residenti a rischi che confliggono con i livelli essenziali di assistenza garantiti dalla normativa nazionale».
POLEMICA L’ipotesi di soppressione del Distretto sanitario di Siniscola scatena la polemica da parte di Roberto Deriu (Pd) ed Emilio Usula (Rossomori). Il consigliere dem attacca: «Il territorio farà valere le proprie ragioni e otterrà il mantenimento della struttura, indispensabile per una efficace erogazione dei servizi ai cittadini». Usula parla di «ennesima aggressione contro i territori già svantaggiati».
Matteo Sau

 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 agosto 2017 / Provincia Sulcis (Pagina 34 - Edizione CA)
Accordo Comune-Università
Assestamento generale del bilancio e convenzione tra Comune e Università di Cagliari per l’utilizzo di alcuni locali del centro di educazione ambientale di Candiani, a Porto Pino. Questi alcuni degli argomenti che il Consiglio comunale di Sant’Anna Arresi discuterà oggi a partire dalle 19 in aula consiliare.
 
 

6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 4 agosto 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 10 - Edizione CA)
Il libro del professor Massimo Pittau riscrive la storia della civiltà nuragica
Quando i sardi erano “giganti”
e colonizzavano il Mediterraneo
Un brivido antico, pari a quello che ci afferrava leggendo di Achille ed Ettore, di Aiace Telamonio e di Ulisse, un richiamo scatenante e un refolo di dimenticata libertà hanno attraversato la sala quando il professor Massimo Pittau ha raccontato che i Tirreni di Sardegna, i famosi Costruttori di Torri, i dominatori delle tecnologie di allora, i sardi insomma, avevano addirittura organizzato - nel 650 avanti Cristo - una spedizione per conquistare Madeira, l’isola dell’Atlantico.
Dall’alto dei suoi splendidi 96 anni, forte di una memoria prodigiosa e di uno spirito tagliente e mai piegato, il professor Pittau ha illustrato con vigore le sue ultime scoperte storiche, raccolte nel libro “L’Espansione Coloniale dei Sardi Nuragici”, presentato giorni fa al Monte Ortobene di Nuoro presso il ristorante Sacchi.
L’evento è stato organizzato dalla nuova associazione culturale “I Custodi del Monte” formata da residenti e operatori dell’Ortobene. Il giornalista Antonio Rojch, che ha curato la prefazione del libro, ha moderato l’interessante dibattito. Gli intermezzi musicali sono stati pezzi di bravura del Tenore e del Coro Grazia Deledda.
«Le parole parlano» ripete il professor Pittau riannodando i fili della sua ricostruzione storica. E pian piano la verità viene alla luce. Non quella forzata dalle ideologie al potere, che volevano trionfante un’idea di Italia tout court (l’Istituzione difende sempre se stessa, per definizione) e marginali le civilizzazioni che proprio l’unità d’Italia ha contribuito a nascondere; non quella di raggruppamenti di sardi selvaggi, isolati e occupati a difendersi in rozzi nuraghi-fortezze, prede di popolazioni più civilizzate; non della razza delinquente di niceforiana memoria, con i teschi deformati e scimmieschi, chiusa in riti e vendette.
Invece, ecco la verità dei Giganti di Monte Prama (non per caso tenuta per trenta anni accuratamente nascosta in uno scantinato) e che ancora oggi tarda a imporsi per «mancanza di mezzi» quando in un qualsiasi paese normale darebbe da mangiare a decine di migliaia di persone; la verità della coltivazione della vite e del melone migliaia d’anni prima di Cristo - eppure era facile dedurre che per edificare quasi ottomila nuraghi le popolazioni locali avessero bisogno di nutrimento nobile, non di erbe o bacche. Il nutrimento base degli egiziani era la birra; dei sardi probabilmente il vino, non quello di adesso, ovvio, ma mischiato con frutta e sostanze proteiche.
Pian piano questi sardi preistorici si rivelano per quelli che effettivamente erano: giganti capaci di costruire torri incredibili in numero, precisione, altezza e bellezza, non abitative o fortezze, ma «edifici pubblici cerimoniali», entro e attorno ai quali si svolgevano tutte le funzioni principali che scandivano la vita comunitaria: cerimonie e riti della nascita, della pubertà, dei matrimoni, dell’incubazione, del vaticinio, la stipulazione di contratti e di patti, i rimedi contro le calamità e le malattie, cerimonie di morte.Giganti che padroneggiano tecnologie raffinate come la fusione a cera persa e la produzione e forgiatura del bronzo. Le loro armi, gli strumenti di lavoro e i bronzetti sono sofisticati, ricercati, all’avanguardia.
Il professor Pittau riscrive finalmente la storia e descrive i Sardi Nuragici (che lui chiama Sardiani, «provenienti dalla Lidia, nell’Asia Minore, dalla cui capitale Sard(e)is avevano derivato il loro nome») come un popolo non certo atteggiato a difesa, isolato, ma invece di grande personalità storica, forza e intelligenza. Sono essi i Tirreni (Costruttori di Torri) che invadono la Corsica meridionale lasciando innumerevoli tracce, e dalla Corsica sbarcano in Etruria e in particolare nella città etrusca di Populonia (Piombino). Poi invadono le Baleari, le isole "tirreniche" - 195 talayot (sottospecie di nuraghi) nella sola Minorca testimoniano l’impronta sarda -, la penisola iberica e la Gallia Narbonese, risalendo la strada dell’ambra e soprattutto dello stagno (componente fondamentale del bronzo). Di tutto ciò, il professor Pittau porta prove documentali e considerazioni illuminanti.
E ancora: questi giganti che riemergono dalla terra a dispetto dei santi (politici), questi arcieri, soldati e pugili che indossano strani braccialetti avveniristici e sembrano avere auricolari come le attuali guardie del corpo, questi imponenti eroi così plastici, muscolari, dritti come fusi, ben diversi dallo stereotipo del sardignolo tramandatoci dai piemontesi, non si fermano ai dintorni della Sardegna, ma navigano, commerciano e pirateggiano - certo, navigare allora significava anche pirateggiare, come da lunga tradizione marinara - verso occidente oltre le Colonne d’Ercole e verso oriente sino alla Turchia e la costa africana.
Consiglio caldamente la lettura de “L’Espansione Coloniale dei Sardi Nuragici”: ogni capitolo è una sorpresa, uno scrigno di notizie e spiegazioni, un collegamento con tante nozioni apprese e mai sufficientemente chiarite.
Ciriaco Offeddu
 
IL PERSONAGGIO. Un glottologo di fama mondiale e nemico delle verità di comodo
MEMORIA DI FERRO A 96 ANNI
Erudiva i giovani, loro lo aiutavano a visitare i nuraghi
Una domenica mattina sull’Ortobene battuto dal vento di scirocco. Nel parco del monte il professor Pittau cerca un po’ di refrigerio sotto lecci e cedri d’età venerabile, come la sua. Novantasei anni, professore emerito dell’Università di Sassari, libero docente dal 1959, glottologo di fama internazionale, collaboratore a suo tempo di Max Leopold Wagner, questo nuorese dalla tempra di ferro è autore di oltre 400 pubblicazioni storiche e linguistiche di grande spessore. La sera prima ha presentato la sua ultima fatica, un libro con il quale squarcia definitivamente il velo su alcuni presunti misteri della civiltà nuragica, demolendo verità di comodo e teorie che, alla luce delle scoperte degli ultimi anni, non stanno più in piedi. Pittau ha affascinato l’uditorio col suo eloquio fluente, soddisfacendo le curiosità del pubblico. Giusto qualche attimo di riflessione, poi l’estrazione dei “files” giusti dai cassetti di una memoria prodigiosa.
«In realtà ho tanti acciacchi - mi confessa - ma quando mi siedo davanti al computer non li sento più. Sto già scrivendo un altro libro, il tema è analogo, i sardi dominatori del Mediterraneo in un periodo remoto ma fondamentale per la nostra civiltà». Poi racconta un piccolo segreto: «Ho visitato migliaia di nuraghi, entrandoci dentro. E sa come? Quando facevo la spola in auto tra Cagliari e Nuoro e tra Nuoro e Sassari davo volentieri un passaggio ai giovani autostoppisti. Io li erudivo e in cambio mi facevo aiutare nel visitare siti impervi. Così sono riuscito a visitare più nuraghi di quanto abbiano fatto alcuni archeologi».
Si starebbe ora ad ascoltarlo, parlare con lui è come calarsi in un pozzo di scienza. Mi congedo con una semplice stretta di mano. Evito di fargli il classico augurio “a chent’annos” perchè per lui, oltre che banale, sarebbe anche un po’ riduttivo.
Massimo Crivelli
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 4 agosto 2017 / Sardegna - Pagina 5
La commissione dà l'ok per Tempio e Lanusei, reparto anche alla Maddalena
Rete ospedaliera, primo sì
I punti nascita sono salvi
CAGLIARI La rete ospedaliera è fatta. Se alla fine sarà quella ufficiale, è ancora presto per giurarlo, ma fra settembre e ottobre dovrebbe essere approvata dal Consiglio regionale. Arrivare sotto il traguardo dell'ultimo chilometro, è stata un'impresa per la maggioranza di centrosinistra. S'è scannata al suo interno come sempre accade quando c'è di mezzo la sanità, ma alla coalizione va riconosciuto il merito di aver tenuto la barra dritta e, con qualche cambio di rotta in corsa, superato gli ostacoli. Non è così per il centrodestra e neanche per il resto dell'opposizione alla sinistra di Pigliaru e Luigi Arru, l'assessore alla Sanità, per loro questa riorganizzazione è solo un disastro. Conferme e novità. Rispetto a quanto trapelato in questi mesi, non ci sono clamorosi stravolgimenti. Il Brotzu, a Cagliari, e l'Azienda mista, a Sassari, saranno i due ospedali di riferimento regionale e sono quelli in cui ci saranno tutti i reparti, compresa l'eccellenza della cardiochirurgia. Subito dopo Nuoro, con il San Francesco, che sarà un gradino appena più sotto, ma - secondo la mappa quasi definitiva - sarà «lo snodo della sanità per la Sardegna centrale», con un reparto ancora più avanzato per la cura dell'ictus e uno nuovo di oncologia destinato soprattutto alla diagnosi precoce e agli interventi per i tumori al seno, con in appoggio l'indispensabile medicina nucleare. Cagliari, Sassari e se si vuole anche Nuoro saranno dunque i tre ospedali capofila in Sardegna.Nord-Ovest. Detto dell'Azienda mista, che ha accorpato da mesi il Santissima Annunziata, l'altro nodo sarà il distretto di Alghero-Ozieri. L'Ospedale civile catalano non ha ottenuto la promozione al primo livello, cioè un'autonomia piena da Sassari, ma secondo le previsioni avrà gli stessi reparti che ha ora con in più l'oncologia, la lungodegenza e quello nuovo di terapia semi-intensiva. Di fatto dal giorno dell'approvazione della mappa, comincerà il monitoraggio che, stando alle previsioni, entro un anno dovrebbe portare e all'apertura dei reparti per le malattie tempo dipendenti, ictus e infarto, e quindi della rianimazione. L'ospedale Segni di Ozieri continuerà ad avere come punto di riferimento Alghero, dove invece il Marino sarà riconvertito in centro riabilitazione, mentre quelli di Ittiri e Thiesi faranno parte della rete territoriale.
Nord-Est. In attesa di capire il futuro del Mater Olbia, è un ospedale privato che comunque entrerà a far parte del sistema sanitario regionale, sarà il Giovanni Paolo II a essere a capo del distretto Gallura, con a fianco quello di Tempio, in cui sono stati confermati il punto nascita e i servizi d'emergenza. All'interno di questo reticolo è compreso il Merlo di La Maddalena: non avrà il punto nascita, ma un percorso nascita per il monitoraggio continuo della gravidanza con un reparto in cui sarà possibile partorire, mentre i casi più complicati verranno trasferiti a Olbia. Confermati, sempre a La Maddalena, il pronto soccorso e i reparti di medicina generale, 20 posti letto, e chirurgia in cui potranno essere effettuati interventi di routine programmati grazie alla presenza del reparto di anestesia.
Nuorese-Ogliastra. Se il San Francesco sarà l'ospedale principale, lo Zonchello diventerà centro di riabilitazione. Diverso il discorso per Sorgono, come ospedale di sede disagiata e di montagna, avrà il pronto soccorso garantito 24 ore su 24 ore, la medicina generale e il reparto di chirurgia, cioè le strutture in grado - secondo la mappa - di garantire le urgenze e anche gli interventi di routine. A Lanusei e quindi in Ogliastra lo snodo sarà l'ospedale Nostra Signora della Mercede, con i reparti confermati, compreso il punto nascita, e in più la rete rinforzata per ictus e malattie cardiovascolari, grazie all'emodinamica, e la traumatologia potenziata.
Oristano. Il distretto farà capo al San Martino, ospedale di primo livello, mentre a Bosa sono stati confermati pronto soccorso, medicina generale e chirurgia. Sono gli stessi reparti previsti in tutti gli ospedali di sede disagiata. Il Delogu di Ghilarza garantirà le emergenze territoriali.Sulcis e Campidano. Nel primo territorio lo snodo sarà il Sirai di Carbonia, con satellite il Cto di Iglesias, e insieme saranno potenziati con l'apertura di alcuni reparti, per garantire il massimo dell'assistenza. Nel Medio Campidano sarà il Nostra Signora di Bonaria, a San Gavino, l'ospedale capofila e sarà dato il via libera per costruire quello nuovo.
Cagliari. Il Brotzu sarà un ospedale regionale e continuerà a gestire il Microcitemico e il Businco, che a loro volta saranno in Sardegna i centri di riferimento per le patologie pediatriche e quelle oncologiche. L'Azienda mista di Monserrato, con l'apertura del pronto soccorso, sarà l'altro polo del Cagliaritano, mentre il Binaghi, continuerà a essere il centro regionale per la sclerosi multipla. Infine: il Santissima Trinità sarà l'ospedale cittadino, il Marino trasformato in centro per la riabilitazione, mentre a Muravera e a Isili continueranno a esserci pronto soccorso e chirurgia. (ua)

RAIMONDO PERRA, presidente della commissione sanità del Consiglio: «Dopo 30 anni, la Sardegna avrà finalmente una rete ospedaliera efficiente, appropriata, capillare e diffusa nel territorio. È un evento storico e gli effetti positivi saranno immediati». FRANCESCO PIGLIARU, presidente della Regione: «La rete ospedaliera è un passo avanti decisivo per far crescere gli standard di qualità». LUIGI ARRU, assessore alla sanità: «Abbiamo dato risposte concrete a tutte le istanze che ci sono arrivate dai territori». EDOARDO TOCCO, Forza Italia: «Il centrosinistra ha distrutto il sistema sanitario con operazioni scriteriate che putroppo ricadranno sui cittadini». EMILIO USULA, Rossomori: «Il distretto di Nuoro è stato trattato malissimo e scrivere nella riforma che il San Francesco sarà un primo livello potenziato non vuol dire nulla ed è peggio di una beffa». ROBERTO DERIU, Pd: «Accorpare il distretto di Siniscola con Nuoro è un errore clamoroso». GIORGIO OPPI, Udc: «Il centrosinistra ha provato a tenere insieme la maggioranza con alcuni trucchi, ma non c'è riuscito. In aula sarà il finimondo». ATTILIO DEDONI, Riformatori: «Il centrosinistra ha tenuto conto solo degli interessi della politica, non dei sardi».

 

 

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