Giovedì 27 luglio 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 luglio 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA
  
1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 luglio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Per i corsi di laurea magistrale
disponibili 25 borse di studio
Venticinque borse di studio da 1.500 euro ciascuna per chi ha una laurea triennale e si iscrive dal prossimo anno a uno dei 34 corsi di laurea magistrale. È quanto messo a disposizione dall’Università con l’obiettivo di «fare in modo che i giovani sardi restino qui», ha sottolineato la rettrice Maria Del Zompo. Altre borse di studio saranno assegnate «in funzione degli immatricolati nei diversi corsi», spiegano dall’Ateneo.
Per ciascun corso di laurea magistrale sarà stilata una graduatoria che terrà conto di alcuni criteri: il tempo impiegato per conseguire il titolo, il voto di laurea, la media dei voti, l’eventuale periodo di mobilità svolto all’estero, l’aver organizzato le attività gestite dalle associazioni studentesche, l’aver fatto parte gratuitamente di organi dell’Università o l’aver partecipato attivamente ad iniziative organizzate dall’Ateneo, l’avere una certificazione linguistica superiore al livello B2 e diversa da quella nel caso richiesta come requisito di accesso al corso di laurea magistrale.
Il bando sarà pubblicato entro settembre, le domande dovranno essere presentate dal primo al 15 novembre. Dopo le graduatorie provvisorie e quelle definitive, le borse saranno erogate entro febbraio. «In questo modo il nostro Ateneo si affianca ad altre grandi Università italiane che prevedono iniziative simili», ha spiegato Del Zompo, «l’obiettivo è favorire il territorio perché puntiamo a incentivare la permanenza dei nostri ragazzi in Sardegna e contiamo che un numero più elevato di loro trovi occupazione. È previsto il potenziamento di tirocini e stage svolti anche in aziende non sarde, così i nostri studenti, una volta laureati, potranno riportare nella nostra regione ciò che avranno imparato e metterlo a frutto».
 
2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 luglio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Studio e ricerca sull’economia fino a domani
LA CRISI FINANZIARIA: UNA CONFERENZA MONDIALE
Cinquecento ricercatori provenienti dalle Università di tutto il mondo sono a Cagliari per confrontarsi sulla crisi finanziaria e sulle politiche di gestione delle banche e della finanza, sia a livello globale, sia nelle principali aree geografiche mondiali. La World Finance Conference, iniziativa di studio e ricerca sull’economia finanziaria, si svolgerà fino a domani nei locali della facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche di viale Sant’Ignazio, con la presentazione di 420 lavori scientifici.
L’inziativa ha preso il via ieri mattina, dopo i saluti della rettrice Maria Del Zompo e del direttore del dipartimento di Scienze economiche e aziendali Paolo Mattana.
«Si tratta di un incontro quasi unico», ha detto Beniamino Moro, docente ordinario di Economia politica, organizzatore locale e co-presidente della conferenza, «che mette insieme ricercatori da tutte le università del mondo e da tutte le aree del pianeta».
La conferenza è presieduta da João Paulo Vieito, direttore della School of Business studies del polytechnic institute of Viana do Castelo in Portogallo. Sono stati programmati interventi di Peter Tufano, preside e professore di Finanza della Saïd business school dell’Università di Oxford, e di Elroy Dimson, professore emerito di Finanza della London business school, nonché presidente del Newton centre for endowment asset management della Cambridge judge business school dell’Università di Cambridge.
«Il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali, che insieme alla Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche ospita il convegno», si legge in una nota dell’Ateneo, «partecipa attivamente ai lavori della conferenza con la presentazione di cinque lavori scientifici».
 
3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 luglio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Il piano di abbattimento delle barriere architettoniche
UN MONTASCALE PER LA CITTADELLA
Va avanti il programma dell’Università sull’abbattimento delle barriere architettoniche e il miglioramento dell’accessibilità delle strutture.
Nei giorni scorsi, presente il direttore del Museo archeologico Roberto Concas, è stato inaugurato un “montascale a piattaforma” all’interno della Cittadella dei Musei. L’impianto, installato sulla scala al lato destro dell’ingresso del Museo, collegherà il piano terra con la parte alta dell’edificio. Gli studenti con disabilità potranno quindi non soltanto raggiungere il Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio ma anche visitare la Pinacoteca Comunale e accedere alla Collezione del Museo di Arte Siamese “Stefano Cardu”.
Il sistema, installato dalla Direzione per le Opere pubbliche dell’Ateneo cagliaritano, destinato al pubblico in ambiente esterno, è dotato di requisiti di affidabilità e resistenza all’usura, e di alcune particolarità user-friendly come le guide progettate per diventare un corrimano ergonomico per chiunque percorra la scala.
 
4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 luglio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
L’INIZIATIVA. Stasera alle 18 l’inaugurazione al Teatro civico di Castello con Zedda e Pigliaru
IL PAESAGGIO, LA CITTÀ E LO SVILUPPO
Da oggi a domenica incontri e dibattiti sull’urbanizzazione
Cos’è il paesaggio? In quale relazione si pone col territorio e, soprattutto, con l’urbanizzazione? Qual è la strada che l’architettura oggi deve seguire per il giusto sviluppo nelle città? E ancora: cosa deve essere fatto per gestire e rivisitare aree dismesse, zone industriali abbandonate, periferie? Cagliari e i suoi quartieri come si inseriscono in questo contesto?
L’INIZIATIVA Nel tentativo di rendere comprensibile anche ai meno esperti la (vasta) complessità degli argomenti e indicare il domani del capoluogo, da oggi a domenica Comune, Università e Fondazione di Sardegna hanno messo in piedi incontri e dibattiti - inseriti in un programma più ampio di mostre, visite guidate, esibizioni musicali, letture e giochi - ai quali prenderanno parte alcuni tra i più noti paesaggisti (il portoghese João Nunes, il tedesco Michael Jacob, la slovena Ana Kucan e Gunther Vogt, originario del Lichtenstein), progettisti (Barbara Aronson), geografi (Franco Farinelli, Maurizio Memoli, Silvia Aru), urbanisti, fotografi, registi, architetti (Christof Girot), sociologi e ingegneri: l’iniziativa, “CagliariPaesaggio”, sarà inaugurata alle 18 al Teatro civico di Castello con gli interventi del sindaco Massimo Zedda, del governatore Francesco Pigliaru, della rettrice Maria Del Zompo, del presidente della Fondazione di Sardegna Antonello Cabras, del direttore del Dicaar dell’Università Antonello Sanna e dell’assessore comunale alla Cultura Paolo Frau.
«PUNTO DI PARTENZA» L’appuntamento «è solo un punto di partenza», ha spiegato ieri l’assessore Frau durante la presentazione del cartellone, «un’occasione di collaborazione col tessuto culturale cagliaritano e non solo. Questo mese abbiamo organizzato 55 appuntamenti teatrali, musicali e letterari, discusso di paesaggio urbano con un’attenzione particolare al quartiere di Sant’Elia e alle piazze principali, messo in piedi eventi nei parchi e in spiaggia». Si discuterà dei processi di costruzione del paesaggio e della relazione dell’uomo con l’ambiente. Perché il capoluogo dell’Isola sia stato scelto come sede degli incontri sarà spiegato da Nunes nel primo incontro in programma oggi alle 19. La città, hanno sottolineato Antonello Sanna (direttore del Dicaar), Barbara Cadeddu (del comitato di direzione della manifestazione) e Alessio Alias (presidente della commissione comunale Cultura), è stata «oggetto di studio e luogo privilegato da cui osservare i fenomeni di trasformazione nel mondo e nel Mediterraneo».
I TEMI Così ecco che domani dalle 17 si parlerà del progetto comunale su Sant’Avendrace (26 milioni per servizi e infrastrutture, il recupero dell’ex Mattatoio e un parco urbano, sportivo ed educativo) ma anche di Milano, Taranto, Gerusalemme e delle piazze torinesi; sabato dalle 16 saranno mostrati i progetti del “Laboratorio internazionale di architettura e paesaggio” e si discuterà di Sicilia e Sardegna e dei paesaggi rurale, agricolo e minerario sardi; domenica dalle 17 le metropoli e Venezia con la sua laguna.
«UN’EMERGENZA» «C’è una vera emergenza nazionale, forse mondiale, vista la pressione sul territorio dovuta a infrastrutture e mala gestione», ha sottolineato ieri Michael Jacob, condirettore del meeting: «La manifestazione vuole invitare tutti a riflettere sul paesaggio, il cui valore è soprattutto estetico. Sarà un laboratorio per affrontare i problemi, partendo dal concetto di natura: quella che noi conosciamo in Europa è costruita, l’uomo ha cominciato a trasformarla duemila anni fa. Pensare a lei come a qualcosa di puro è solo una proiezione, e ipotizzare che basti portarla in città è un’aberrazione. Che vuole dire oggi essere rispettosi della natura? Per rispondere servono specialisti e strumenti nuovi». Con una convinzione: «Un luogo morto può essere trasformato in qualcosa che dà vita».
IL PREMIO Domenica alle 19,45 sarà consegnato un premio alla carriera all’architetto Peter Latz, capace di riconvertire in parco un’area dismessa di 200 ettari a Duisburg, in Germania. Oggi alle 20 si terrà l’incontro con lo scrittore Pasquale Ruju in via Alghero; domani alle 18,30 è in programma la visita agli scavi archeologici; sabato alle 8 una mattina a Molentargius.
Andrea Manunza
  
5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 luglio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Il secondo evento estivo del “10lab”
Ingegneri per una notte: un domino meccanico nella passeggiata del porto
Un grande domino meccanico, fatto di biglie, legno, cartone e piccoli motori: è la chain reaction (reazione a catena) che sarà costruita oggi nella passeggiata del Porto di Cagliari a partire dalle 19.30, e che coinvolgerà i partecipanti in una sfida di ingegno, creatività e capacità di lavorare in gruppo.
ESTATE 10LAB È il secondo evento dell’estate del 10lab, “Idee fresche per teste calde”, la rassegna estiva organizzata dal centro di Sardegna Ricerche dedicato alla promozione della cultura scientifica e dell’innovazione con sede al Parco scientifico e tecnologico di Pula.
La passeggiata del porto di Cagliari si trasformerà dal tramonto fino a notte in una vera e propria officina, con attrezzi, legno e cartoni grazie ai quali ci si potrà sentire ingegneri per una sera, realizzando un’attività unica che unisce arte, scienza e problem solving .
INGEGNERI PER UNA NOTTE E i veri ingegneri, studenti o professionisti, saranno i benvenuti nella singolare “bottega di Archimede”: il grande macchinario sarà un’opera collettiva a cui ognuno darà il suo contributo con la propria inventiva e il proprio sapere. E alla fine dell’evento la grande invenzione sarà messa in moto e si attiverà pezzo dopo pezzo con un grande “effetto domino”.
SECONDO APPUNTAMENTO La manifestazione è il secondo appuntamento della rassegna dopo l’evento di esordio a Pula, lo scorso 6 luglio, nella cornice di Casa Frau, dove famiglie e ragazzi hanno potuto divertirsi con le sfide di ingegno e creatività proposte dal team del “10lab”.
La rassegna, inserita anche nel cartellone estivo del Comune di Pula, nel mese di agosto proseguirà con uno dei passatempi estivi più affascinanti: l’osservazione delle stelle.
COL NASO IN SÙ L’1 e il 24 agosto, a partire dalle 21.30 e fino alle 23.30, nella sede del 10lab, all’interno della suggestiva location del Parco scientifico e tecnologico di Piscinamanna, turisti e visitatori potranno ammirare le stelle, i pianeti e le costellazioni in una cornice notturna unica. Durante la serata “Dalle stelle al 10lab”, telescopi e raggi laser saranno a disposizione dei visitatori per scoprire le meraviglie del cielo in due dei giorni estivi più favorevoli all’osservazione degli astri.
REAZIONE A CATENA All’interno della struttura, poi, un’altra proposta per mettere alla prova la propria creatività: ci si potrà cimentare nella costruzione di una chain reaction , questa volta non semplicemente meccanica ma luminosa: con l’utilizzo di led, lenti di vario tipo, prismi, specchi, motori azionati da fotosensori e barre luminose, i visitatori dovranno fisicamente "trasportare" il segnale luminoso dall’inizio della catena di tavoli fino al punto finale. Un modo unico per scoprirsi scienziati e artisti nello stesso tempo.

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
6 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 27 luglio 2017 / Sassari - Pagina 26
SCONTRO TRA ARCHITETTURA ED ERSU
Case dello studente, scoppia la polemica
SASSARIDue case dello studente ancora da approvare, una alternativa all’altra, e il polverone è già bello alto. Gli alloggi per gli studenti di Architettura ad Alghero sono la causa del cortocircuito istituzionale che da qualche giorno si è generato lungo la linea Alghero-Sassari. In pratica è andata così: Architettura ha attaccato l’Ersu, che ha scaricato le responsabilità sul rettore Massimo Carpinelli, sul quale si è buttato a capofitto - dalla sua pagina facebook, manco a dirlo - anche il sindaco di Alghero, Mario Bruno. Con il risultato che ora è difficile capire dove stia esattamente la verità, quale sia la scelta definitiva compiuta dal sistema accademico, che comprende ateneo ed ente per il diritto allo studio, per rispondere adeguatamente alla richiesta di alloggi e servizi che arriva dalla Riviera del corallo. Nei giorni scordi Nicola Sechi, direttore del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari, che ha orgogliosamente base ad Alghero, avrebbe confidato ad alcuni organi di informazione che a suo parere «ad Alghero manca completamente l’Ersu» e che «non ci sono alloggi, mense e strutture sportive». Un’affermazione che ha fatto balzare dalla sedia il presidente dell’Ente regionale per il diritto allo studio universitario, Giovanni Poggiu, che non le ha mandate certo a dire. Tra le altre cose, Poggiu ha spiegato che «in un recente incontro avvenuto durante il cda dell’Ersu, abbiamo chiesto al rettore Massimo Carpinelli di esprimersi sulla possibilità, caldamente voluta dai vertici dell’Ersu, di realizzare una residenza studentesca e una mensa ad Alghero con un finanziamento comunitario». Ebbene, rivela Poggiu, «il rettore Carpinelli e la componente universitaria in consiglio di amministrazione hanno espresso riserve su questa ipotesi progettuale, preferendo un altro tipo di intervento a Sassari, come la ristrutturazione dell’ex brefotrofio, per incrementare il numero dei posti letto in città, nonostante si arriva a circa mille posti letto con i progetti attualmente in corso di realizzazione». Secco l’intervento di Mario Bruno. «Se fosse vero sarebbe sbagliato, ingiusto, inaccettabile». (g.m.s.)
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 27 luglio 2017 / Sassari - Pagina 26
Aou, un tavolo per gestire "il fabbisogno"
SASSARI  Rappresenta un approccio sfidante e innovativo, utile alla direzione strategica per condividere con la tecnostruttura amministrativa e sanitaria l’andamento economico dell’azienda, per analizzare le scelte fatte in passato e le ricadute delle azioni e degli eventi futuri. È il tavolo dei gestori del fabbisogno che ieri è stato presentato al direttore generale dell’assessorato regionale della Sanità, Giuseppe Sechi, in visita all’Aou di Sassari assieme al direttore del Servizio di programmazione sanitaria Francesca Piras.L’obiettivo del tavolo è quello di creare e diffondere la cultura amministrativa, gestionale e innovativa all’interno di un gruppo multidisciplinare che vede lavorare, gomito a gomito, sanitari, amministrativi e tecnici assieme. Un team chiamato ad avere una visione trasversale della gestione aziendale, attraverso l’analisi di indicatori tra i quali il bilancio di gestione, la produzione, i ricavi quindi beni, servizi, personale e investimenti.«Una vera e propria novità nel sistema di gestione - ha spiegato il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso - che fa parte di una serie di strumenti che la direzione ha adottato in questi mesi, quali il piano della performance, il piano degli investimenti e la negoziazione di budget». Al tavolo dei gestori del fabbisogno, oltre al direttore generale e ai direttori amministrativo Lorenzo Pescini e sanitario Nicolò Orrù, erano seduti i direttori delle strutture amministrative, tecniche, del presidio ospedaliero e delle professioni sanitarie.
 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 27 luglio 2017 / Lettere e commenti - Pagina 30
L’ANALISIDI ANTONIO CANU
Sempre più spesso alcuni volontari affiancano gli esperti
Raccolta dati e progetti di ricerca soprattutto in biologia
ECCO I CITTADINI RICERCATORI E LA SCIENZA ESCE DAI LABORATORI
Si può contribuire alla ricerca scientifica, senza avere un titolo d’istruzione adeguato? Si può essere parte di un programma di studi, anche internazionale, aderendo solo per il piacere di farlo? Si chiama citizen science, la scienza dei cittadini. Il dizionario Oxford English, l’ha definita come «la raccolta e l’analisi di dati relativi da parte di un pubblico, che prende parte a un progetto di collaborazione con scienziati professionisti». Un’attività sempre più diffusa, più organizzata ma certo non nuova, almeno come idea. Già nel secolo scorso infatti molti cittadini, soprattutto americani e britannici, erano chiamati a partecipare al conteggio degli uccelli in particolari momenti dell’anno. Una chiamata all’osservazione della natura - e non solo - che si è sempre più propagata nel resto del mondo. Soprattutto in alcune discipline, il contributo dei semplici cittadini è parte fondamentale nell’acquisizione delle conoscenze. Pensiamo ai milioni di appassionati di birdwatching che partecipano a censimenti e monitoraggi finalizzati allo studio delle migrazioni o alla presenza o meno di alcune specie di uccelli. O ai tanti entomologi che dedicano il proprio tempo libero a riconoscere specie già segnalate o a scoprirne di nuove. O ai tanti botanici dilettanti che si dedicano a censire piante e luoghi di fioritura. Per non parlare della schiera di micologi, gli esperti di funghi, una vera passione e non solo per l’aspetto alimentare che la caratterizza. Ci sono milioni di appassionati che osservano le stelle e altrettanti che vanno in giro alla scoperta di resti antichi sul territorio. Insomma un esercito di cittadini che nell’insieme costituisce un serbatoio di dati, informazioni, scoperte che hanno arricchito e arricchiscono la scienza ufficiale. Nel caso della citizen science, il passo in avanti è il coinvolgimento di ricercatori volontari su programmi strutturati, dove le informazioni seguono protocolli condivisi, vengono validate dai promotori e quindi selezionate secondo gli obiettivi. Perché una ricerca che vuole coinvolgere il pubblico deve garantire affidabilità di reclutamento, robustezza delle informazioni e replicabilità.La diffusione e il progresso degli strumenti tecnologici ha favorito il reclutamento di molti cittadini e allo stesso tempo ha facilitato la raccolta dei dati. Da questo punto di vista, il mondo accademico può utilizzare un’opportunità di coinvolgimento che in altro modo sarebbe costoso e forse nemmeno realizzabile. Il fine ultimo dei progetti di citizen science è infatti quello di raccogliere più informazioni possibili sull’obiettivo della ricerca e allo stesso tempo responsabilizzare i cittadini nell’applicazione e anche nella destinazione dei risultati.Una forma di partecipazione diretta che può avere effetti anche nelle decisioni finali. Pensiamo per esempio ad un programma di ricerca sull’inquinamento o magari in campo medico. Un esempio è, tra i tanti, la lotta globale contro le malattie trasmesse da zanzare, responsabili ogni anno dell’infezione di oltre 500 milioni di persone e della morte di quasi 2.7 milioni di esse. Da maggio è stato lanciato il programma "Global Mosquito Alert", che riunisce il Dipartimento Ambiente delle Nazioni Unite, organizzazioni di citizen-science e gruppi di ricerca entomologica impegnati nel monitoraggio della distribuzione e abbondanza delle specie di zanzare vettori di virus patogeni per l’uomo, quali la febbre gialla, la chikungunya, la dengue, il virus West Nile e Zika, e dei parassiti della malaria. L’obiettivo è quello di portare il contributo dei cittadini a servizio di esperti in grado di analizzare le segnalazioni ricevute e ricavarne informazioni utili al controllo delle zanzare e delle malattie da queste trasmesse. Ad oggi, a livello generale, la maggior parte dei progetti di citizen science ha come tema la biologia (72%), con una preferenza di coinvolgimento nei monitoraggi della distribuzione delle specie. Seguono l’astronomia e altri temi ambientali, legati più all’impatto dell’uomo. La medicina è la nuova arrivata, avendo introdotto progetti di citizen science solo a partire dal 2012. Il bello di questa scienza diffusa è che aperta a tutti e può essere svolta ovunque. È una scienza libera e partecipata, con il solo vincolo - fondamentale - di rispettare le regole. E di conoscere i risultati e la loro applicazione. Valori non da poco.
 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 27 luglio 2017 / Lettere e commenti - Pagina 31
Distretto biodiversità
per salvare l’isola
di Salvatore Buttu
Il dossier de Il Sole 24 ore del 17 luglio e, ancor prima, le analisi della Banca d’Italia, Crenos, Uffici studi dei sindacati Istat e altri hanno rappresentato la drammatica situazione socio-economica della Sardegna che rischia di trasformarsi in "polveriera sociale". Registriamo sofferenze in tutta la Sardegna centrale, la più penalizzata, che ha bisogno di un significativo segnale politico. Va definita una strategia correlata al nuovo "piano delle opportunità", capace di dare risposte attraverso il coinvolgimento delle comunità quali elemento autentico di riscatto del proprio destino. La materia prima per l’industria del futuro parte dall’impiego delle risorse autoctone di pregio presenti, che vanno orientate a sistema per renderle "produttive" e foriere di sensazionali opportunità.Le comunità del Marghine, Goceano, Barbagia e Gennargentu hanno finora salvaguardato l’integrità del territorio, mantenuto gli equilibri naturali, esaltato con pochi strumenti le diversità e specificità biologiche, conservando il patrimonio storico-culturale e urbanistico, sperimentando modi di vita e attività economiche in un’ottica di sviluppo in stretta armonia con la natura. Oggi lo scenario si presenta diverso e la gestione di una qualsiasi attività economica impone di coniugare i bisogni produttivi con le esigenze di tutela e conservazione dell’ambiente. Il nuovo processo di sviluppo sociale, educativo-formativo, scientifico ed economico passa attraverso la realizzazione di un ente sovra comunale che tragga linfa dalle proprie radici storico-antropologiche. Le caratteristiche straordinarie naturalistico-paesaggistico-ambientali possono essere catalogate in termini potenziali come il più ampio e importante "sistema naturale" del bacino del Mediterraneo e fra i più suggestivi a livello internazionale. L’istituzione di un sistema di area protetta può rappresentare una occasione storica irripetibile per il riscatto e lo sviluppo economico e socio-culturale con strumenti di tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio ambientale, di sicurezza delle campagne e di promozione e sviluppo di flussi turistici di indubbia potenzialità. Il progetto integrato d’area "Marghine, Goceano, Barbagia e Gennargentu" deve porre fine in primis alla monocultura pastorale per dare spazio ad aziende capaci di conseguire nel medio periodo l’autosufficienza, creare ambienti sinergici, favorire attività ricreative e turismo, protezione idrogeologica, biodiversità, ricerca scientifica, educazione ambientale, processi ecologici e valori futuri.L’elemento innovativo può essere rappresentato da una solida piattaforma scientifica attraverso la realizzazione di un "Distretto della Biodiversità" che consentirebbe, in un periodo di complessi temi ambientali, di monitorare e governare le dinamiche correlate alla riduzione della Biodiversità e, quindi, della Biosfera. E’ fondamentale che la popolazione mantenga la sua "vitalità riproduttiva" poiché la Biodiversità rappresenta "la diversità della vita sulla terra". Gli specialisti sostengono che la Biodiversità sia una preziosa "biblioteca genetica" sostenuta dagli ecosistemi naturali. L’uomo ha attinto ampiamente da questa "biblioteca" per sviluppare l’agricoltura, l’allevamento, le medicine e l’industria. Anche in futuro la biodiversità sarà uno straordinario "giacimento" di informazioni per la vita del nostro pianeta. Il "Distretto della Biodiversità" deve avere come "mission" quella di mantenere la funzionalità degli ecosistemi. Nel caso specifico il "Distretto della Biodiversità" sarebbe il supporto scientifico al progetto integrato d’area che deve svilupparsi e articolarsi per filiere di pregio (vitivinicola, orticola, cerealicola, olivicola, frutticola, delle carni bianche e rosse ecc.) con certificazione e tracciabilità che garantiscano un alto valore aggiunto sotto l’aspetto economico. L’impegno politico è quello di coinvolgere tutti i soggetti attivi trovando la condivisione territoriale ed impegnando le Istituzioni Regionali, Statali ed Europee nel sostenere finanziariamente un Polo Agro-alimentare da ubicare nella piana del Tirso dove esistono già strutture ed infrastrutture sottoutilizzate (che con modesti interventi di riconversione sarebbero prontamente disponibili) e dare finalmente un’ opportunità dopo il fallimento economico della filiera industriale.*Responsabile economico Psi regionale
 

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