Sabato 22 luglio 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 luglio 2017

RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO


 

1 - L’UNIONE SARDA

Cronaca di Cagliari (Pagina 28 - Edizione CA)

UNIVERSITÀ. Maria Chiara Di Guardo al posto della Bonfiglio

Nuova prorettora per l’innovazione

Maria Chiara Di Guardo è il nuovo prorettore all’innovazione dell’Università di Cagliari. La responsabile del Contamination Lab, docente di Organizzazione aziendale, prende il posto della collega Annalisa Bonfiglio che è appena stata nominata presidente del CRS4.

Grande soddisfazione del rettore Maria Del Zompo per l’incarico affidato a Maria Chiara Di Guardo. «La nomina ha lo scopo di confermare una ricercatrice di alto spessore scientifico e di indiscusso livello internazionale a prorettore per il Territorio e l’Innovazione e consente di mantenere inalterata la presenza femminile nella squadra di governo del nostro Ateneo», commenta il rettore che punta sulla continuità «e a potenziare i rapporti con il territorio e il trasferimento tecnologico.

Di Guardo ringrazia chi l’ha preceduta: «È un grande onore per me ricoprire questo ruolo. Il lavoro della collega Bonfiglio è stato eccellente, mi impegnerò al massimo per continuare a valorizzare sempre più il ruolo dell’ateneo all’interno del nostro territorio». (m.z.)

 

 

 

2 –L’UNIONE SARDA

Agenda Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)

UNIVERSITÀ. Importante studio sui meccanismi del cervello

Scienziati cagliaritani e il gene della memoria

C’è anche un gruppo di ricercatori dell’Università di Cagliari nel team che ha svelato i meccanismi alla base della memoria a lungo termine e del “multitasking”, applicazioni nel campo della medicina personalizzata e nel trattamento di schizofrenia e sindrome da stress post-traumatico. È una variazione genetica presente nel 25% della popolazione che determina le capacità di memorizzazione a lungo termine o di svolgere più compiti contemporaneamente.

Un contributo decisivo per l’esito della ricerca è stato fornito dal gruppo dell’Università di Cagliari guidato dalla professoressa Maria Antonietta De Luca, che, attraverso la microdialisi cerebrale, ha misurato la trasmissione dopaminergica nella corteccia prefrontale che è alla base di emozioni, attenzione e apprendimento e sembra essere finemente regolata anche dal gene Comt.

Il team di ricerca guidato da Francesco Papaleo dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ha appena pubblicato sulla rivista “Molecular Psychiatry” uno studio che svela i meccanismi genetici alla base del multitasking e della memoria a lungo termine. Secondo lo studio essere in grado di ricordare in modo efficiente il passato e l’abilità di compiere con successo più operazioni contemporaneamente non possono convivere negli stessi soggetti per ragioni legate alla genetica. Numerose le applicazioni nel campo della medicina personalizzata per il trattamento di patologie legate al sistema nervoso.

Grazie ai risultati di questo studio sarà possibile sviluppare nuove strategie terapeutiche in grado di trattare patologie quali schizofrenia o disturbi post-traumatici da stress - malattie caratterizzate da alterazioni cognitive, del multitasking e della capacità di immagazzinare informazioni a lungo termine - personalizzando la terapia.

 

 

 

3 – L’UNIONE SARDA

Cronaca di Nuoro (Pagina 48 - Edizione CA)

Dibattito dopo l’apertura di Regione e ministero dell’Ambiente

Gennargentu, sì e no

Gli imprenditori turistici divisi sul nuovo parco

L’entusiamo è a metà, perché sul parco nazionale del Gennargentu e del golfo di Orosei da rifare o meno la prudenza è diffusa e le resistenze non mancano. Sensibilità frastagliate emergono tra gli operatori turistici di Nuorese e Ogliastra dopo l’apertura della Regione e del ministero dell’Ambiente.

I MONTI Uno slancio a favore dell’area protetta arriva da Donnortei, cuore del Gennargentu, versante di Fonni . «Siamo assolutamente favorevoli, il parco creerebbe un importante indotto nella valorizzazione dei prodotti locali con un unico marchio», dice Annamaria Pirellas che col marito porta avanti un’azienda modello: al tradizionale allevamento delle pecore affianca la fattoria didattica e il bosco di meraviglie con i daini a cui collaborano le università di Cagliari e Sassari. «I vincoli - spiega - già ora esistono con l’area Sic e Zps. Noi riusciamo a lavorare, già viviamo la dimensione del parco che può essere estesa a tutti dando un valore aggiunto».

LA COSTA Piero Loi, imprenditore di Orosei a capo dell’impero alberghiero Iti hotel, è netto: «Il parco è una delle poche idee su cui investire, non vedo altre opportunità. È l’unica, pur complessa e difficile, perciò d’obbligo». Ma - aggiunge - bisogna studiare un modello di integrazione che altrove, come in America, è già consolidato: la vacanza prevede tappe nelle aree interne, per esempio per scoprire la cultura maya, e poi il soggiorno sulla costa. «La porta d’ingresso della Sardegna è sempre il mare», puntualizza.

LA GESTIONE Il parco piace a Massimiliano Troncia, imprenditore di Dorgali dello storico hotel “Il querceto”, presidente della rete regionale dei consorzi turistici. Pone una condizione: «Il progetto va bene, purché fuori dal modello politicocentrico». Spiega: «La centralità politica della gestione spaventa e crea problemi. In altre realtà, come in Canada, la gestione è organizzata in modo che tutti i portatori di interesse abbiano potere decisionale unitamente alla classe politica. In Italia tutte le decisioni sono demandate alla classe politica, gli altri hanno potere consultivo. Si crea una frattura».

CONDIVISIONE «È necessaria una sinergia tra le popolazioni e i politici che devono creare le condizioni perché questo succeda», auspica Pietrina Lecca, imprenditrice di Villagrande . Con le sorelle gestisce l’hotel Orlando, realtà di successo nell’Ogliastra montana. «Il parco porta benessere, può aiutare le zone interne e le produzioni tipiche, la valorizzazione dell’identità, della cultura - dice -. Bisogna creare le condizioni per poter lavorare bene sapendo che da soli non si va da nessuna parte».

PROGETTO INUTILE Chi non ci sta a parlare di parco è Ivan Puddu, imprenditore di Santa Maria Navarrese e assessore comunale di Baunei . «In questi anni abbiamo studiato e siamo oltre il parco». Come? «L’area Sic è la risposta alla gestione intelligente dell’ambiente. È una realtà scientifica e tecnica, non politica». Risponde a una direttiva che protegge specie faunistiche come falco della regina, marangone col ciuffo, gabbiano reale e geotritone, come pure ginepri, falesie a picco sul mare. E - precisa Puddu pensando alle attività ecocompatibili - «dice quello cosa si può fare. Riparlare di parco del Gennargentu è inutile».

Marilena Orunesu

 

 

 

4 – L’UNIONE SARDA

Salute (Pagina 20 - Edizione CA)

I consigli degli esperti sugli alimenti più indicati per mantenere una buona igiene orale

«Prevenire la carie a tavola? Mangiate cioccolato»

Per un sorriso perfetto non c’è solo lo spazzolino o il filo interdentale. Lavarsi i denti dopo i pasti resta la prima regola per una buona igiene orale, ma in pochi sanno che si può prevenire la carie anche a tavola. Esistono infatti alimenti che bloccano o mitigano l’azione dei batteri che intaccano lo smalto dentale. E a sorpresa, tra i più efficaci cibi anticarie compare pure il cioccolato.

L’apparente paradosso è emerso da un recente Congresso Nazionale dei Docenti Universitari di Odontoiatria. Gli esperti sono stati unanimi nel dare al cioccolato la capacità di prevenire la carie e ritardare la fisiologica perdita di smalto con l’età avanzata. Anche se ricco di zuccheri, i primi responsabili di una dentatura malata, il cioccolato, rigorosamente fondente, contiene in realtà sostanze antibatteriche capaci di arginare in maniera naturale la diffusione dei batteri patogeni. Anche il caffè, nonostante la capacità di macchiare lo smalto dei denti se bevuto in dosi eccessive, conterrebbe determinate sostanze utili all’igiene orale.

Ma il menù ideale per un sorriso bello e sano anche in età avanzata non finisce qui. Alcuni ricercatori dell’Università di Pavia sostengono che particolari sostanze contenute nel vino rosso avrebbero un’azione profilattica. Restando nel campo delle bevande alcoliche perfino la birra darebbe una mano ai dentisti: dal Giappone son convinti che la porzione del luppolo scartata nella produzione della bevanda avrebbe effetti positivi su denti e gengive grazie ai suoi antiossidanti naturali.

Dagli specialisti è arrivato il via libera anche a cicorie e funghi, ricchi di un altro antibatterico naturale: l’acido chinico. Semaforo verde anche per i mirtilli rossi e agli antiossidanti in essi contenuti; e a latte e yogurt, perfetti per nutrire lo smalto. Infine la verdura cruda: le fibre, una volta masticate, simulano l’effetto pulente del filo negli spazi interdentali.

E le gomme da masticare senza zucchero? Mantengono davvero le promesse fatte contro la carie? Così sembrerebbe secondo una ricerca condotta su un campione di 153 bambini dalla Clinica odontoiatrica dell’Università di Sassari in sinergia con il Centro di collaborazione Oms per l’epidemiologia e l’odontoiatria dell’ateneo di Milano. Il tanto osannato xilitolo riduce effettivamente la presenza nella saliva dello streptococcus mutans, il batterio identificato dai dentisti come nemico numero uno nella guerra alla carie. (l.m.)

 

 

 

5 – LA NUOVA SARDEGNA

SASSARI – pagina 24

Tumori al seno, la Smac è realtà

In un mese di attivazione del servizio dell’Aou sono già 112 le donne prese in carico per le terapie

di Paoletta FarinawSASSARIPrimi passi verso la realizzazione della Breast Unit, il centro multidisciplinare per la diagnosi e la cura del tumore al seno. Sono già 112 le pazienti seguite dall’Azienda ospedaliero universitaria nella Smac, l’«affettuosa» sigla che rappresenta l’embrione della struttura fortemente voluta e sollecitata dalle donne del territorio che riunite in comitato hanno attuato e continuano ad attuare manifestazioni di sensibilizzazione e protesta. Complice il numero verde istituito per favorire le ammalate o sospette ammalate di carcinoma alla mammella nella presa in carico presso il servizio, la creazione di un team di medici e operatori sanitari che vanno dal chirurgo all’oncologo fino allo psicologo, una migliore organizzazione e collaborazione tra medici, le pazienti hanno finalmente un punto di riferimento nato per evitare di sottometterle all’umiliante peregrinazione da un reparto all’altro con l’impegnativa stretta in mano.I risultati raggiunti in un mese di lavoro (si è partiti il 5 giugno) sono stati illustrati ieri mattina dal direttore generale dell’Aou, Antonio D’Urso, dai medici responsabili - il chirurgo Alberto Porcu e l’oncologo Antonio Pazzola - e dalla coordinatrice infermieristica Maria Corongiu, presente anche il responsabile del servizio produzione, qualità, risk management Roberto Foddanu. All’appuntamento non è mancato l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, che ha messo alcuni puntini sulle " i" della riforma di cui è autore e sull’assistenza sanitaria generale. Nessun trionfalismo da parte di Antonio D’Urso e dell’assessore per la partenza della Smac (Senologia multidisciplinare aziendale coordinata): entrambi hanno affermato di aver mantenuto l’impegno morale preso con le associazioni femminili alcuni mesi fa. D’Urso ha umilmente ammesso che ancora molto resta da fare ma che la Breast Unit non è in discussione, «tanto che ho inserito il progetto nell’atto aziendale che presenterò alla Regione entro il 15 agosto». E ha ringraziato sia gli operatori sanitari che il comitato e i gruppi femminili per il contributo dato «nella condivisione del progetto che deve diventare il metodo con cui affrontare l’assistenza ai malati: tutta l’organizzazione deve ruotare intorno a loro».In cifre, «la Smac ha già prodotto un aumento di pazienti del 20 per cento», ha evidenziato il professor Alberto Porcu. Casi quindi sottratti alle spese per le cure in altre regioni (si calcola che siano 5000 i sardi colpiti da tumori che vanno a curarsi altrove). «Abbiamo professionalità ed eccellenze, su queste dobbiamo puntare», ha detto l’assessore Arru. Che insieme a D’Urso ha dichiarato la disponibilità a risolvere i problemi recenti legati alla mancanza di farmaci chemioterapici , ma anche alla necessità di attrezzature. Spesso strumenti diagnostici come la risonanza vanno in tilt, eppure in Sardegna c’è il più alto numero di queste apparecchiature, ha affermato l’assessore, «ma per Sassari ci sono 190 milioni per il nuovo ospedale che elimineranno le difficoltà finora riscontrate».

 

 

Questionario e social

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