UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 19 luglio 2017

Mercoledì 19 luglio 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 luglio 2017

RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO


1 – L’UNIONE SARDA

Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)

VIALE SANT’IGNAZIO. Opere da leggere e scambiare al fresco

Ecco le librerie verdi

Una nuova proposta dell’Orto botanico

Per gli amanti del genere c’è “La solitudine dei numeri primi”, magari da leggere all’ombra del cipresso calvo. Oppure si può ripiegare su “Buoni cattivi”, di Enzo Biagi. In alternativa “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”, da sfogliare nello scenario magico della cava romana. Ma le opzioni sono tante, racchiuse in una biblioteca d’eccezione: l’Orto Botanico, pronto a offrire un nuovo e originale servizio.

LIBRERIE VERDI Si chiamano librerie verdi, e non poteva essere diversamente, considerato che sono disseminate nel paradiso green di viale Sant’Ignazio. «Siamo il primo Ateneo d’Italia a offrire questo servizio ai nostri studenti e a tutti i visitatori», sottolinea con orgoglio la Rettrice Maria Del Zompo. Che per l’inaugurazione non arriva a mani vuote: posiziona quattro libri in una delle quattro postazioni a disposizione del pubblico. Fornite di decine di letture di ogni genere e per tutti i gusti, alle quali dedicarsi in mezzo alla natura e al fresco. Alternativa alle classiche biblioteche al chiuso, e perché no?, per chi riesce a farne a meno, anche al mare.

IL DIRETTORE «Tutti i visitatori dell’Orto potranno sceglierne un libro, da leggere qui oppure da portare a casa scambiandolo con un altro», spiega il direttore Gianluigi Bacchetta. «Per il momento abbiamo predisposto quattro punti di lettura ma è nostra intenzione crearne anche di nuovi», anticipa. «Procediamo nella direzione di creare un Orto condiviso e vivo, che offre la possibilità di godere dei quattro gradi in meno e della pace che regala». Del Zompo annuisce: «Questa è una delle tante iniziative che confermano la missione del nostro Ateneo al servizio del territorio e un’Università che interagisce con la città», ribadisce. «Siamo solo all’inizio. Intanto invito ogni docente e ricercatore a regalare un libro».

PREZZI E ORARI Il nuovo servizio delle biblioteche verdi è gratuito, così come lo è l’ingresso per gli studenti universitari. Sconto del cinquanta per cento per i residenti cagliaritani, e abbonamenti di vario tipo per tutti gli altri. Per quanto riguarda gli orari, l’Orto botanico è aperto tutti i giorni (escluso il lunedì, tranne quando arrivano le navi da crociera), dalle 9 alle 18. Per ora si potrà leggere ma in futuro potrebbe anche diventare una location per matrimoni. «Perché no?», commenta la Rettrice. Un’idea, per ora, che sicuramente troverà il consenso di tanti promessi sposi.

Sara Marci

 

 

2 – L’UNIONE SARDA

Sport (Pagina 44 - Edizione CA)

Accordo tra Coni e Università

Studenti e bravi atleti

Cagliari, progetto al via

Più studenti che praticano sport agonistico e più atleti che studiano. È questo l’obiettivo sotteso dall’accordo che l’Università di Cagliari e il Coni Sardegna hanno siglato nei giorni scorsi. La stretta di mano tra il rettore Maria Del Zompo e il presidente Gianfranco Fara ha dato il via a un protocollo che assicura agli atleti di interesse nazionale nelle rispettive discipline (compresi i professionisti del calcio e del basket) una serie di agevolazioni.

Sarà un modo per favorire un’armonica coesistenza delle carriera universitaria con quella sportiva, spesso sacrificata per ragioni pratiche: problemi economici, coincidenza degli impegni agonistici con lezioni ed esami, per citare i più frequenti ai quali si cerca di ovviare nei dieci articoli dell’accordo. «La crescita culturale dei nostri ragazzi non deve ostacolare lo sviluppo delle loro ambizioni sportive», ha detto Del Zompo, ex pallavolista, «e al tempo stesso, i risultati sportivi sono sempre molto importanti per l’identità di una società». ( c.a.m. )

 

 

3 – L’UNIONE SARDA

Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)

Il caso della donna ferita al Poetto: le regole di sicurezza e il tema delle responsabilità

Pericoli in spiaggia, chi paga?

Le norme per evitare che ombrelloni e lettini diventino armi

A chi non è capitato di vedere, almeno una volta nella vita, un ombrellone sfrecciare a tutta velocità lungo la spiaggia inseguito dall’incauto proprietario in una giornata di forte vento? Scene quasi ordinarie soprattutto sulle coste sarde che possono però sfociare, per fortuna molto raramente, in gravi incidenti, come dimostra il caso della donna cagliaritana - Marcella Santus, 40 anni (è stata operata ieri e l’intervento è perfettamente riuscito) - che ha perso un occhio dopo essere stata colpita il 24 giugno al Poetto da uno di questi “proiettili” fuori controllo. E la stessa cosa può capitare anche per sdraio, lettini e ogni altro oggetto potenzialmente pericoloso che ci si porta dietro per rendere la giornata al mare più comoda.

LE RESPONSABILITÀ Ma la domanda è: in questi casi di chi è la colpa? E chi paga i danni? Bisogna innanzitutto fare una distinzione tra stabilimenti balneari titolari di pubbliche concessioni e privati che occupano porzioni di spiaggia libera. I primi (ma per certi versi anche i secondi) sono tenuti a rispettare le regole dettate dalla Capitaneria di Porto ancorando bene gli ombrelloni al terreno, in modo da evitare che gli stessi possano “volare” in caso di forti raffiche di vento. Non ci sono criteri precisi, basta che l’ancoraggio sia adeguato. Se questo non avviene e qualcuno subisce lesioni, ecco che scatta l’obbligo di risarcimento e spesso anche la responsabilità penale.

GLI STABILIMENTI «Per questo motivo noi abbiamo in ogni caso l’obbligo di una polizza di responsabilità civile - spiega Alberto Bertolotti, presidente regionale del sindacato balneari e titolare di uno stabilimento a Chia -, qualunque tipo di problema possa provocare la nostra attrezzatura il danneggiato viene risarcito dall’assicurazione. Naturalmente in ogni stabilimento a norma gli ombrelloni devono essere ben ancorati al suolo e ci vuole l’intensità prodotta da una tromba d’aria per sradicarli». La regola principale resta comunque quella del buonsenso: «In caso di vento intenso i bagnini hanno il dovere generale di vigilare e i gestori degli stabilimenti di chiudere gli ombrelloni e mettere in sicurezza lettini e sdraio - spiega il comandante della Capitaneria di Porto Roberto Isidori -, ma questo vale anche per i privati, se si alza il vento e vediamo che l’ombrellone inizia a ondeggiare il buonsenso dovrebbe imporci di chiuderlo per evitare che si trasformi in un potenziale pericolo per gli altri bagnanti».

LE NORME Proprio per questa ragione, sia per gli stabilimenti che per i privati, vale sempre la responsabilità sancita dall’articolo 2051 del codice civile, secondo la quale il risarcimento è dovuto dal custode del bene, salvo che lo stesso provi il caso fortuito. Caso fortuito che - così ha stabilito la Cassazione nel 2014 - è escluso se l’ombrellone viene sradicato dal vento, anche se forte, in quanto non si tratta di un evento imprevisto e imprevedibile. «In Sardegna può essere considerata imprevedibile una tromba d’aria - spiega Carlo Pilia, professore di diritto privato all’Università di Cagliari -, non certo una raffica di vento che è invece un evento consueto. Piuttosto, si dovrebbe tenere conto del fatto che l’attività di balneazione è configurabile come attività pericolosa e dunque si può profilare anche una responsabilità aggravata - sia civile che penale, pure in capo agli enti preposti al controllo - perché in questi casi esiste un obbligo di garanzia e precauzione totale. Ecco, in questo senso forse sarebbe bene che qualcuno verificasse se l’attrezzatura offerta negli stabilimenti di Cagliari risponda a standard di qualità e di sicurezza adeguati: personalmente ho qualche dubbio».

Massimo Ledda

 

 

4 – L’UNIONE SARDA

Cronaca di Nuoro (Pagina 34 - Edizione CA)

MACOMER. Un piano da tre milioni di euro che punta a clienti mirati

La scommessa anticrisi:

più qualità e nuovi mercati

Contro la crisi economica e lo spopolamento del Marghine il Gal scommette sulla ricetta bocconiana che punta sui prodotti di alta qualità. Il progetto sta trovando consensi tra allevatori e produttori, superando lo scetticismo di tanti. Formaggi e carni di qualità prima di tutto, da inserire nel mercato isolano, in particolare nelle prestigiose aree turistiche e resort. Si punta a posizionare meglio sul mercato quanto si produce, con la certificazione e la qualità. Di fatto, l’azione che il Gal Marghine porta avanti punta sulla sensibilizzazione, che finora ha interessato sette Comuni su dieci del territorio (mancano Silanus, Bortigali e Sindia dove regna scetticismo). L’idea del Gal ruota attorno a un progetto di tre milioni di euro, di cui un milione e ottocento mila sono risorse attinte dalle casse dell’ente.

IL PROGETTO «Occorre testare e certificare la qualità dei prodotti - spiega il presidente Sergio Sulas, bocconiano di Bolotana - tutto deve essere correlato con la biodiversità vegetale e con la numerosità delle essenze dei pascoli. È estremamente utile promuovere commercialmente i prodotti, dimostrando che sono unici e di elevatissima qualità. Permette di indirizzarli verso una clientela che è disponibile a riconoscere un prezzo più alto, che non deve essere necessariamente quello di molti prodotti con caratteristiche simili. Il progetto del Gal, con l’azione 1 - dice Sulas - ha questa specifica finalità. Se aiutiamo le imprese agricole e zootecniche a posizionarsi meglio sul mercato, i benefici arriveranno per tutto il territorio».

I PRODOTTI Per Sulas le carni del Marghine sono uniche a livello nazionale. «Si tratta di valorizzare i prodotti del settore tradizionale - dice Sulas - quindi creare economia, per dare una risposta allo spopolamento. I giovani vanno via perché non c’è economia. Occorre dare un senso al lavoro in campagna, che dia soddisfazione economica e anche morale». Il Gal Marghine si avvale della collaborazione e del coordinamento di studiosi, quale Sebastiano Banni, fisiologo e nutrizionista dell’università di Cagliari, che con analisi chimiche approfondite dei prodotti e con la somministrazione a un campione opportunamente selezionato di persone ha dato spiegazioni scientifiche agli allevatori.

Francesco Oggianu

 

 

5 – L’UNIONE SARDA

Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)

 “Sulla terra leggeri” e i Buoni Maestri:

Luciano Marrocu racconta la Deledda

La Rassegna inizia oggi a Neoneli

 “ I Buoni Maestri - insegnare, imparare, contagiare passioni”, ecco il tema della decima edizione di “Sulla terra leggeri”, festival di letteratura capace di far dialogare fra loro linguaggi diversi. «Sembra che oggi i festival abbiano ancora un senso solo se sanno parlare anche a studenti e a insegnanti», sottolinea Flavio Soriga, direttore artistico della rassegna con Paola Soriga, e Geppi Cucciari.

Si comincia stasera alle 20 a Neoneli, in piazza Italia, con un evento per i più piccoli: “Le ribelli. Storie in musica di donne straordinarie”, a cura di Chiara Murru e Angela Colombino. Alle 21,30 Luciano Marrocu, professore di Storia contemporanea all’Università di Cagliari, traccerà un ritratto di Grazia Deledda al di fuori degli abusati stereotipi. Chiude la serata alle 22,30 il collettivo degli Scrittori da Palco, che presenteranno tante Sardegne diverse accompagnati dal duo post-punk dei Pussy Stomp, in collaborazione con Here I Stay festival.

Domani, il festival itinerante approda a Uta, all’antica Casa Orrù in via Grazia Deledda, con un doppio appuntamento dedicato a due Grandi Maestri scomparsi nel 2017. A partire dalle 19,30 Cristina Lavinio, docente di linguistica educativa all’Università di Cagliari, parlerà della vita del grande linguista Tullio De Mauro; a seguire, l’antropologo e docente universitario Francesco Bachis, con Giacomo Casti, attore e performer, racconteranno la lezione di Giulio Angioni, antropologo e scrittore.

Venerdì 21 si resta a Uta, dove alle 11, al Rocksy bar, il giornalista Nicola Muscas parlerà di donne emigrate in Italia con Giacomo Mameli, autore di “Come figlie, anzi”. Dalle 20, all’antica Casa Orrù, tornano gli Scrittori da Palco insieme al duo Filastrocche’n roll (Renzo Cugis e Gianfranco Liori). Alle 21, il giornalista e romanziere Giovanni Maria Bellu si occuperà di immigrazione con Francesco Bachis e Mamadou M’Bengas, scrittore e operatore culturale. Il premio Strega Walter Siti, alle 22, dialogherà con Paola e Flavio Soriga su attualità e letteratura. Per finire con i palermitani Dimartino e Fabrizio Cammarata, alle 23, che faranno risuonare la musica della cantante Chavela Vargas.

Il festival proseguirà dal 25 luglio al 2 agosto tra Sassari e Alghero.

Luca Mirarchi

 

 

6 – LA NUOVA SARDEGNA

ATLANTIESTATE – pagina 2

Cagliari, all’Orto botanico quattro piccole librerie in punti strategici del giardino

Il piacere di leggere immersi nel verde

di Sabrina Zedda

CAGLIARI Chi non sogna in queste giornate di caldo afoso un po’ di relax in qualche luogo d’incanto, magari al fresco dell’ombra degli alberi? A Cagliari il sogno è diventato realtà grazie all’apertura, nell’Orto botanico, delle "librerie verdi": quattro piccole librerie colme di libri da leggere durante la propria permanenza nel giardino, o da portarsi via. Ieri la rettrice dell’università, Maria Del Zompo, e il direttore dell’Orto, Gianluigi Bacchetta, hanno presentato l’iniziativa. Per ora è la prima volta in Italia che un Orto botanico offre un simile servizio.L’idea è stata proposta da Bacchetta alla rettrice dell’ateneo, dopo che un gruppo di lavoratori ha cominciato a far girare qualche libro e a dire quanto sarebbe stato bello che in quel paradiso si potesse anche promuovere la lettura. Da lì a dare gambe alla proposta il passo è stato breve e ora, in quattro punti strategici del giardino, sono sistemate quattro piccole casette colorate di giallo e di blu dove non c’è che l’imbarazzo della scelta: dal thriller di Dario Argento "Profondo thrilling", a classici della filosofia come Nietzche, sino a biografie che raccontano storie che sono un po’ anche quella del nostro Paese, senza dimenticare grandi del giornalismo italiano come Enzo Biagi o Vittorio Zucconi, passando per l’audacia di Colette. In molti hanno già dato una mano al progetto regalando i propri libri. Come la direzione dei Servizi bibliotecari dell’ateneo, o il centro yoga Shunya che ieri ha approfittato dell’inaugurazione per donare un libro sul respiro. La stessa rettrice ha voluto dare l’esempio: «Ho donato quattro volumi- racconta soddisfatta- Mi piace l’idea che qualcuno venendo qua possa leggerli. Ma sarei contenta anche se qualcuno se li volesse portare via per finire di leggerli a casa». Perché l’idea di fondo è quella dello scambio. «Chi viene qui, il libro può anche portarlo via e restituirlo in un altro momento- spiega Pierluigi Bacchetta- Ma può anche scegliere di tenerlo e di portarne magari uno suo». La prima libreria è quella sistemata sotto il gazebo, a pochi passi dell’ingresso. Ma ce n’è una anche vicino alla vasca centrale (dove cresce il fiore di loto), una nel delizioso salottino riciclato, e circondato dai grandi alberi tropicali di ficus e fitolacca. La quarta è vicino alla vasca del cipresso calvo, l’albero più alto dell’Orto, che con i suoi 150 anni è anche tra i più vecchi. Un servizio nuovo, pensato non solo per gli studenti, ma per l’intera cittadinanza, sino ai turisti, numerosissimi in questo periodo.

 

 

7 – LA NUOVA SARDEGNA

SASSARI E PROVINCIA – pagina 19

Applausi scroscianti e tifo da stadio per i primi nove studenti laureatisi ieri

Sono parte del progetto Formed dedicato alla cooperazione internazionale

Dal Maghreb a Sassari per diventare dottori

di Antonio Meloni

SASSARI Applausi scroscianti e tifo da stadio per i primi nove studenti magrebini che ieri, nell’aula magna dell’Università, sono stati proclamati dottori dal rettore Massimo Carpinelli. Sette studentesse e due studenti, provenienti da Marocco, Tunisia e Algeria, si sono laureati brillantemente dopo avere partecipato al progetto Formed, finanziato dalla Fondazione di Sardegna con l’intento di contribuire alla internazionalizzazione dell’Università di Sassari. Elemento determinante del nuovo corso, avviato dal rettore Carpinelli, il collegamento dell’ateneo turritano con il resto del mondo rappresenta una delle sfide più importanti dei prossimi decenni. La cooperazione internazionale, in particolare con la sponda sud del Mediterraneo, costituisce infatti una delle priorità del programma su cui l’università di Sassari sta lavorando ormai da qualche anno. Lo ha ricordato lo stesso rettore aprendo la cerimonia che ha preceduto il seminario incentrato proprio sulla nascita di una nuova generazione mediterranea: «Ricerca, studio e innovazione non possono avere confini - ha spiegato Carpinelli - lavoriamo per sostenere le contaminazioni positive, l’apertura e il collegamento con il mondo a cominciare dalla parte sud del Mediterraneo». Quanto sia importante il programma lo ha rimarcato anche il presidente della Fondazione, Antonello Cabras, che durante i saluti ha annunciato il sostegno permanente al progetto come: «risposta migliore ai problemi del nostro tempo - ha aggiunto - esempio virtuoso di cooperazione che vede la Sardegna parte integrante fra i popoli del Mediterraneo». Sulla stessa frequenza il presidente di Unimed (Università del Mediterraneo), Wail Benjellun, quando ha detto a chiare lettere che «La conoscenza reciproca è il deterrente più efficace contro il caos di questa travagliata stagione». Benjellun ha evidenziato, però, che il successo di questi programmi è garantito solo se studenti e docenti dimostrano di avere la necessaria apertura mentale e altrettanto desiderio di conoscenza. Quanto sia grande il loro desiderio di apprendere e integrarsi è dimostrato dai temi delle tesi di laurea, una per tutte, quella di Mohamed Jendoubi, tunisino, classe 1987, che ha lavorato sulla riqualificazione della valle del Rosello dalla quale, secondo la sua valutazione, dovrebbe partire il rilancio della città. Lo studente ha lavorato sul campo realizzando, fra l’altro, una serie di interviste tra cui quella al sindaco Nicola Sanna. Assieme a lui, hanno raggiunto l’ambito traguardo della laurea Chemli Nesrine (Tunisia); Ferram Salia (Marocco); Lambrati Fettah (Marocco); Djedid Hanane (Algeria); El Garbi Hamza (Algeria); Maziz Zahia (Algeria); Dahou Hind (Algeria)e Meddeb Sirine (Tunisia). A loro va non solo l’augurio della comunità accademica e di una città intera, ma anche il sostegno dei loro compagni, molti connazionali, che fanno parte del progetto e che si laureeranno nelle prossime sessioni. Certo è che ieri pomeriggio l’aula magna di piazza Università poteva essere quella di un qualsiasi ateneo del Mediterraneo. E questo, oltre alla proclamazione delle lauree dei primi nove dottori magrebini, è uno dei risultati tangibili della nuova stagione.

 

 

Questionario e social

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