Martedì 4 luglio 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 luglio 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 4 luglio 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Il Censis valuta borse di studio, servizi e strutture. Del Zompo: «Siamo soddisfatti»
UNIVERSITÀ, CAGLIARI E SASSARI AL TOP
Cagliari e Sassari si avvicinano alla vetta nella classifica dei grandi e medi Atenei statali. I primi sono quelli con un numero di iscritti che varia dai 20mila ai 40mila. L’Università del capoluogo sardo rientra in questa categoria e si posiziona al sesto posto (due anni fa aveva conquistato l’ottavo) con un punteggio di 86,0 dopo Perugia (94,8), Pavia (91,6), Parma (89,6), Modena e Reggio Emilia (87) e la Calabria (con 86,4), ma prima di atenei di peso come quello di Genova, Roma Tor Vergata e Milano Bicocca. Le variabili considerate dalla fotografia del Censis sono le borse di studio, l’internazionalizzazione, comunicazione e servizi digitali, le strutture, i servizi. Cagliari registra il punteggio più alto (101, seconda è Pavia) proprio sulle borse di studio.
«Pur considerando il valore relativo di queste classifiche, che considerano solo alcuni aspetti della vita universitaria e ne tralasciano altri, siamo soddisfatti che finalmente si evidenzi il buon lavoro fatto in questi ultimi anni - è il commento del rettore Maria Del Zompo - osservare i singoli parametri di valutazione utilizzati permette di accertare il miglioramento ottenuto su aspetti, borse e internazionalizzazione, su cui il nostro Ateneo, con il sostegno della Regione, sta investendo in maniera convinta». Sassari non è da meno nella sua categoria, quella dei medi Atenei (da 10mila a 20mila iscritti), dove si classifica addirittura terza con un punteggio di 97,8, dopo Siena (99,4) e Trento (99,2), ma prima di prestigiose facoltà come quelle di Trieste, Urbino Carlo Bo, Napoli L’Orientale. Lo storico Ateneo del Nord Sardegna eccelle soprattutto nelle strutture (primo con 110 punti) e in Comunicazione e Servizi digitali (primo con 110 punti a pari merito con Trento). Nella classifica del mega Atenei statali (oltre 40mila iscritti) prevale invece Bologna, seguita da Firenze e Padova.
Roberto Murgia
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 4 luglio 2017 / Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
INDUSTRIA 4.0. Al tavolo imprenditori, sindacati, Regione e Università. Scanu: «Tempi stretti»
LAVORO DA SALVARE, FUTURO DIGITALE
Nell’Isola è corsa alla formazione e all’innovazione tecnologica
L’industria 4.0 c’è sulla carta, nella realtà invece «è un processo ancora tutto da governare», dicono gli esperti. C’è una legge, quella voluta dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che incentiva le imprese a innovarsi. C’è poi l’avanzata dell’automazione, braccia meccaniche che fanno quello che fino a ieri facevano i lavoratori. E qui il pensiero prende due direzioni opposte: c’è chi sostiene che l’innovazione tecnologica creerà nuovi mestieri. In parte è già vero perché ci sono lavori che un tempo non esistevano (per esempio, quelli legati al web). Ma c’è anche chi teme che il lavoro così come lo abbiamo conosciuto finora sia destinato a scomparire.
LA NUOVA RIVOLUZIONE Trasferendo la nuova rivoluzione industriale nella dimensione locale, si pone il problema di capire come si muove il sistema “Sardegna 4.0”. Orario, salario, mansioni, tipologia: come cambierà il lavoro organizzato nell’Isola nel 2030 quando la rivoluzione sarà nel pieno della sua espansione? Sindacati, industriali, università e politica si interrogano a Cagliari nell’ambito di un convegno dal titolo “Nuovi confini del lavoro nell’impresa 4.0”, organizzato da Filctem Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil. «Nell’area industriale di Sarroch-Macchiareddu, le persone coinvolte da questo passaggio epocale sono 4.000», dice William Schirru, segretario provinciale della Filctem.
TAVOLO DI CONFRONTO Per governare i nuovi processi c’è bisogno di tutti, su questo c’è unanimità: università, imprese, politica, sindacati. «Lo schema classico studio-lavoro-pensione non esiste più», dice Alberto Scanu, presidente regionale di Confindustria. «Bisogna governare il processo per evitare che alla fine il saldo occupazionale risulti negativo». «La rivoluzione è anche nelle relazioni sindacali», sottolinea Michele Faioli, dell’università di Tor Vergata. «Per la gestione della flessibilità interna», retribuzione, orario di lavoro, mansioni etc, «lo strumento più adatto è proprio la contrattazione collettiva».
LA REGIONE Al cambiamento lavora anche la Regione. «Lo Sportello unico dei servizi, il Sistema informativo regionale ambientale, lo Sportello unico per le attività produttive e per l’edilizia e la prossima ridefinizione dei portali nell’ottica dell’unitarietà e del coordinamento, sono risposte alle esigenze di cittadini e imprese», spiega Filippo Spanu, assessore regionale agli Affari generali. Non basta, naturalmente, un macchinario o un software per fare industria 4.0. «Occorrono anche politiche incentivanti, per esempio di natura fiscale, che possono essere fatte sia a livello nazionale che regionale», aggiunge.
LA FORMAZIONE Un cambiamento di questo tipo non si gestisce senza università. Su questo terreno, quello della formazione, la Sardegna è un passo più avanti. «Learning from data», è la strada indicata dal prorettore di Cagliari Francesco Mola. «Le macchine non potranno sostituire l’uomo, ma possono fornire una quantità di dati molto utili sui quali lavorare». La professionalità sarà indispensabile. «Non dobbiamo cadere nella trappola delle competenze», spiega Mola. «Senza conoscenza, anche le competenze sono destinate a diventare obsolete. Con la conoscenza, invece, gli studenti apprendono un metodo che permetterà di sviluppare sempre nuove capacità».
Mauro Madeddu


 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 4 luglio 2017 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Mauro Coni, esperto di viabilità: in città più rischi
Il rapporto tra auto e asfalto: «Manca la manutenzione»
«Il giudizio sulle strade dei mie colleghi stranieri e della Penisola che vengono in Sardegna è positivo. Ne sono convinto anch’io, ma sentirlo da loro che non siamo messi così male, è confortante». Mauro Coni, ingegnere, docente di Strade, Ferrovie e Aeroporti all’Università di Cagliari, è chiarissimo. «Il nostro è un patrimonio povero - dice - rispetto ad altre regioni però dobbiamo considerare i volumi di traffico che sono abbastanza bassi».
Insomma, l’Isola non avrebbe di che lagnarsi. «Beh, non esageriamo. Si sta mettendo a posto la 131, la Olbia-Sassari sta prendendo forma, ma i veri problemi sono le strade comunali e i collegamenti dell’interno. Le prime perché sono completamente dissestate dai continui lavori per i sottoservizi, le altre perché, è solo un esempio, andare da un centro dell’Ogliastra all’altro è un fatto che riguarda poche persone. E i trasferimenti dello Stato sono proporzionali ai residenti».
Non è comunque solo una mera questione di soldi. «In Italia, quindi anche qui, manca la cultura della manutenzione. Credo che il nostro Paese sia l’unico a realizzare grandi opere che costano una marea di soldi per poi abbandonarle. Questo vale per gli edifici e, ovviamente, per le strade. Se si trascurano è normale che alla fine le risorse necessarie a rimetterle in sicurezza aumentino».
Una critica all’Anas: «Bisogna cercare di riequilibrare la spesa su tutte le strade. L’Anas, per esempio, non ha finanziato la Olbia-Sassari, lo ha fatto la Regione, allora dovrebbe cercare di intervenire non solo nella grande rete viaria ma anche in quella minore. Abbiamo visto che negli ultimi anni per la Sardegna sono stati destinati 2,5 miliardi di euro, che non sono pochi: 970 milioni per la Sassari-Olbia, 233 milioni per la 554, altri per la 195 e per altri tracciati più o meno importanti».
Invece, per le strade comunali, pochi spiccioli. «Non si ragiona sul fatto che il 70 per cento degli spostamenti avviene in città, così come il 75 per cento degli incidenti automobilistici. È qui che ci si dovrebbe concentrare e si dovrebbero recuperare risorse finanziarie. Le strade sfasciate sono responsabili di molti incidenti anche mortali nei centri abitati».
Il problema è anche un altro: «È un dilemma risolvere la situazione sarda. Da un lato le strade sono sottodimensionate come estensione, dall’altro siamo pochi per pretendere attenzione e investimenti diversi. Sono sicuro che la manutenzione, con dei costi abbordabili se fatta regolarmente, potrebbe andar bene e mantenere le strade in sicurezza per la serenità di tutti». ( v. f.)
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 4 luglio 2017 / Cronaca di Oristano (Pagina 30 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ
Maschera d’argento al Consorzio Uno
La maschera d’argento 2017 è stata attribuita al Consorzio Uno. È stato il responsabile della Confartigianato Marco Franceschi a consegnare il premio al presidente Gian Valerio Sanna, nel corso dei festeggiamenti per il ventennale della nascita dell’università di Oristano. Una piccola maschera d’argento, dal valore simbolico visto che poi al Consorzio Uno verranno donate attrezzature per i laboratori e computer.
Alla manifestazione, svolta nel salone del Museo diocesano, hanno partecipato centinaia di persone, tra alunni, docenti, autorità e il personale dell’ateneo. Dopo la messa celebrata dall’arcivescovo Ignazio Sanna, hanno preso la parola lo stesso arcivescovo, Gianvalerio Sanna, il prefetto Giuseppe Guetta, il sindaco Andrea Lutzu e il direttore Fransco Asquer.
Un documentario, realizzato dagli studenti, ha raccontato i 20 anni di attività dell’ateneo. Dal 20 gennaio 1997 a oggi oltre mille studenti hanno conseguito la laurea. ( e. s. )
 
 

redazioneweb@unica.it
 


LA NUOVA SARDEGNA
 
 
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 4 luglio 2017 / Prima pagina
L’INCHIESTA CENSIS
Le università di Sassari e Cagliari al top delle classifiche
La classifica Censis 2017 sul livello qualitativo degli atenei italiani statali e non, promuove a pieni voti Sassari proiettandola sul podio al terzo posto dopo le prestigiose università di Siena e Trento. Sesto posto per Cagliari. Grimaldi a pagina 7

 
clicca per ingrandire

6 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 4 luglio 2017 / Sardegna - Pagina 7
ISTRUZIONE
ARRIVA LA RIVINCITA DELLE UNIVERSITÀ SARDE AL TOP DELLE CLASSIFICHE
Sassari si piazza al terzo posto tra gli atenei medi
Cagliari raggiunge il sesto tra quelli di grandi dimensioni
di Gabriella Grimaldi
SASSARIPrendi e porta a casa. La classifica del Censis 2017 sul livello qualitativo degli atenei italiani statali e non, promuove a pieni voti Sassari proiettandola sul podio al terzo posto dopo le prestigiose università di Siena e Trento. Non solo. L’ateneo turritano risulta essere al primo posto per alcune delle componenti del giudizio generale - espresso con 97,8 punti - anche in assoluto, cioè al di fuori della propria categoria "università medie", dove medio è il numero degli iscritti (da 10mila a 20mila). È prima, al pari di Bologna, per quanto riguarda l’internalizzazione ma anche nei settori della comunicazione e servizi digitali e per quanto riguarda le strutture.Anche Cagliari, tra le università grandi (20-40mila iscritti), può vantare un sesto posto nella classifica generale con 86 punti e un picco di 101 punti nel numero di borse di studio erogate agli studenti. Un trend fortemente in salita negli ultimi due anni che stride con il crollo di erogazioni che in questo campo si è invece registrato ai danni degli studenti sassaresi.Tutti aspetti che la classifica del Censis tiene in considerazione per fornire alle famiglie italiane indicazioni importanti per le scelte di formazione per i propri figli e agli stessi ragazzi che devono scegliere dove studiare. Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario italiano (consultabile interamente nel sito www.censis.it) attraverso la valutazione degli atenei (statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensione) relativamente alle strutture disponibili, ai servizi erogati, al livello di internazionalizzazione e alla capacità di comunicazione 2.0.A questa classifica si aggiunge la valutazione della didattica nei raggruppamenti di classi di laurea triennali e dei corsi a ciclo unico rispetto alle dimensioni della progressione in carriera e del grado di internazionalizzazione. E qui arrivano altre buone notizie per l’ateneo turritano che può vantare, ed è una conferma, la migliore facoltà italiana di Architettura che, per quanto riguarda la didattica, totalizza 104,5 di punteggio generale e che è prima in assoluto quanto a internazionalizzazione. Altro ottimo piazzamento quello di Veterinaria al primo posto come laurea a ciclo unico e al quinto (fra le triennali) dopo università come Modena-Reggio Emilia, Bologna, Padova e Marche mentre è al top nei rapporti internazionali. Ma che cosa si intende per internalizzazione che è il punto di forza dell’università di Sassari? Vengono considerati il numero degli iscritti stranieri, il numero di studenti che nell’anno precedente hanno trascorso un periodo all’estero di studio o tirocinio e la spesa sostenuta dall’ateneo a favore della mobilità internazionale. Fra gli altri fattori che contribuiscono a rendere più o meno appetibile un ateneo i servizi (pasti erogati, posti letto e contributi alloggio), le strutture, altro punto di forza di Sassari (i posti aula, i posti nelle biblioteche e i posti nei laboratori) e la comunicazione e i servizi digitali (punteggio assegnato ai siti internet sulla base della funzionalità e dei contenuti, valutazione della possibilità di accedere ai vari servizi online e utilizzo dei social).
 

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 4 luglio 2017 / Sardegna - Pagina 7
SASSARI
Carpinelli: un risultato per nulla scontato
Scontata la soddisfazione del rettore Massimo Carpinelli (foto) per i risultati ottenuti dall’ateneo di cui ha preso le redini nel 2014. «L’università di Sassari si conferma al terzo posto in Italia tra i medi atenei statali. Siamo primi fra tutti gli atenei italiani per Internazionalizzazione (99 punti come Bologna), Comunicazione e servizi digitali (110) e Strutture (110). Rispetto all’anno scorso, l’ateneo ha conquistato due punti in più, passando da 95,8 a 97,8 punti. Un risultato non scontato, ottenuto in un contesto sempre più competitivo nel quale tutti gli atenei stanno lavorando molto per migliorarsi - commenta Carpinelli -. L’incremento, peraltro, riguarda anche le immatricolazioni: con un +19,5% rispetto allo scorso anno, siamo tra i primi cinque atenei in Italia per aumento del numero dei primi immatricolati». E il rettore sottolinea comeci sia stata una crescita proprio nell’internazionalizzazione e nel miglioramento dei servizi digitali, settori che rientrano esplicitamente nel suo Piano strategico. Ma non mancano le note amare. «Negli ambiti di attività che non si trovano direttamente sotto il controllo dell’ateneo, purtroppo i punteggi sono più bassi, ed è per questo motivo che abbiamo ottenuto 79 punti per l’indicatore Servizi e 91 per le Borse di studio, questo fatto ci fa capire che è necessario ripensare complessivamente il sistema del diritto allo studio in Sardegna, assieme alle altre istituzioni coinvolte.Soddisfazione anche per i "riconoscimenti" della qualità della didattica delle lauree triennali, magistrali e a ciclo unico, suddivise per gruppo disciplinare. «Per quanto riguarda le lauree triennali, per il quinto anno consecutivo l’università di Sassari è al primo posto con Architettura sopra il Politecnico di Milano, Venezia Iuav e il Politecnico di Torino. Tra le magistrali a ciclo unico, spicca il primo posto del corso di Medicina veterinaria (seguono Padova, Teramo e Torino), il quinto posto di Odontoiatria e il settimo posto di Medicina e chirurgia. Insomma, una spinta a fare sempre meglio». (g.g.)
 
 


 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 4 luglio 2017 / CAGLIARI
Del Zompo: riconosciuti i nostri sforzi
Cagliari batte tutti nelle borse di studio: con 101 punti tiene a bada persino la rinomata Perugia. L’ateneo del capoluogo, tenendo conto anche degli altri parametri, dalle strutture ai servizi passando per uso delle tecnologie e internazionalizzazione, è sesto nella classifica di Repubblica-Censis dei grandi atenei, quelli che possono contare su un numero di iscritti compreso tra i ventimila e i quarantamila studenti. Con l’internazionalizzazione Cagliari (oltre 31mila iscritti) non può certo competere con la tradizione di un colosso come Perugia. Ma anche in questo settore sono stati fatti dei grandi passi avanti. «Pur considerando il valore relativo di queste classifiche- spiega il rettore Maria Del Zompo (foto) - che considerano solo alcuni aspetti della vita universitaria e ne tralasciano altri, siamo soddisfatti che si evidenzi il buon lavoro fatto in questi ultimi anni». Un’università che cresce. La graduatoria conferma il balzo in avanti rispetto all’ottavo posto ottenuto due anni fa. Borse e internazionalizzazione sono i fattori migliori nella classifica di quest’anno. Già detto del primato sulle borse, l’internazionalizzazione è in crescita: Cagliari è più giù, oltre che della regina Perugia, degli atenei del nord. Ma regge il confronto è batte altre Unversità del centro e del sud. «Osservare i singoli parametri di valutazione utilizzati- continua Del Zompo- permette di accertare il miglioramento ottenuto su aspetti - borse e internazionalizzazione - su cui il nostro Ateneo, con il sostegno della Regione, investe in maniera convinta. Significa che gli investimenti fatti in termini di politiche d’Ateneo premiano i nostri sforzi». (stefano ambu)


 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 4 luglio 2017 / Attualità - Pagina 12
UNIVERSITÀ
Ricercatori italiani assunti «a casa»
di Monica Nardone
ROMA Dai Big Data arriva la prima mappa del nepotismo nelle università, nella quale l’Italia supera di gran lunga Francia e Stati Uniti. Ovunque, invece, restano marcate le differenze di genere. La ricerca, pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), indica che gli accademici italiani tendono a lavorare nella regione in cui sono nati e la tendenza è più marcata nel Sud; anche se il nepotismo darebbe qualche segno di declino, l’unica scelta per i giovani di talento resta lasciare il Paese.Condotto dagli italiani Jacopo Grilli e Stefano Allesina, dell’università americana di Chicago, lo studio si basa sull’analisi di cognomi e informazioni geografiche relativi a oltre 133.000 ricercatori. I dati italiani sono stati raccolti sul sito del Consorzio Cineca e riguardano gli anni 2000, 2005, 2010 e 2015. «Prendiamo ciascun dipartimento e contiamo il numero di cognomi ripetuti. In Francia, il numero di cognomi ripetuti è spiegato dalla distribuzione geografica, mentre negli Stati Uniti da una immigrazione specifica in alcuni settori scientifici. In Italia, anche tenuto conto di questi fattori, alcune discipline e regioni presentano anomalie» ha detto all’ANSA Allesina. «Grazie a ulteriori test - ha aggiunto - dimostriamo come le anomalie siano compatibili con assunzioni nepotistiche». Queste riguardano Campania, Puglia e Sicilia per il 2015, ma negli anni precedenti si osservano anche in Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Lombardia, Toscana, Sardegna. La stessa cosa vale per le discipline: nel 2015 le anomalie sono più evidenti per Chimica e Medicina e in precedenza anche per Legge, Ingegneria, Biologia, Economia e Agraria. Dall’analisi emerge inoltre che i ricercatori italiani, a differenza di quelli di Francia e Stati Uniti, tendono a lavorare dove sono nati e cresciuti. L’analisi è stata ripetuta anche usando i nomi di battesimo ed è emerso che ovunque ci sono differenze di genere in Ingegneria, Fisica e Medicina. Lo studio nasce anche dalla volontà di verificare gli effetti in Italia della riforma universitaria del 2010, che proibisce di assumere parenti dei docenti. È emerso che il nepotismo nelle università italiane sembra essersi ridotto dal 2000 a oggi. Tuttavia il fenomeno era in calo, suggerendo che la diminuzione osservata sia dovuta più ai pensionamenti e alla riduzione delle assunzioni che non all’effetto della norma.
 
 
 
 
redazioneweb@unica.it


RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI


Link: rassegna stampa MIUR

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie