Lunedì 26 giugno 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 giugno 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
 
1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 giugno 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Workshop all’Università
Oggi nell’Aula magna della Facoltà di Ingegneria e Architettura workshop “Spazi pubblici e pianificazione urbana”
 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 giugno 2017 / Calcio (Pagina 35 - Edizione CA)
L’incontro Ad Assemini
Le neuroscienze e le prove sul campo di calcio
Le neuroscienze applicate al calcio. Se ne discuterà questa mattina nel centro sportivo del Cagliari ad Asseminello, durante un incontro presieduto da Roberto Civitarese, mental coach di giocatori professionisti come, tra gli altri, De Silvestri, Borini, Saponara e l’ex rossoblù Bittante. Durante l’incontro, che prenderà il via alle 10.30, verrà presentato anche il pre ritiro estivo per calciatori professionisti, che si terrà, sempre ad Asseminello, dall’1 al 6 luglio. All’incontro parteciperà anche il professor Giovanni Biggio, in rappresentanza dell’Università e del centro italiano di Neuroscienze. Al centro dell’attenzione le prove scientifiche di come il cervello possa condizionare le performance degli atleti, determinando i risultati. (al.m.)
 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 giugno 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 11 - Edizione CA)
Anche medici, ingegneri e avvocati tra coloro che hanno presentato domanda
PROFESSIONISTI SEMPRE PIÙ POVERI,
IN MOLTI A CACCIA DI UNA SUPPLENZA
C’è il medico che guadagna 600 euro lavorando con le guardie mediche, c’è l’avvocato che dopo la laurea, un master, e l’esame di Stato continua a essere precario, e c’è il geologo che ha provato anche ad aprire un box di frutta e verdura al mercato di San Benedetto, a Cagliari.
Basta alzare lo sguardo sulla fila per scoprire che tra coloro che si sono presentati negli uffici dei sindacati per chiedere un aiuto a compilare la domanda per entrare nelle graduatorie scolastiche di istituto, ci sono anche giornalisti, avvocati, biologi, commercialisti, architetti. Liberi professionisti che in questi anni hanno lavorato senza garanzie, spesso nulla più di un contratto a partita Iva che un giorno c’era, mentre quello seguente chissà.
ULTIMA OCCASIONE Ogni tre anni, la scuola apre il bando che consente a chiunque abbia conseguito una laurea di presentare domanda per l’insegnamento, come supplente, nelle scuole medie e superiori. Non una novità, quindi. Quest’anno, però, sarà l’ultima finestra concessa dalla legge sulla Buona Scuola perché dal prossimo triennio cambieranno i criteri di reclutamento. Sarà per questo, allora, che a presentare la domanda per tentare di “strappare” «un contratto sicuro, seppure precario», naturalmente, in Sardegna sono stati qualche migliaio («400 domande sono arrivate solo al Convitto Nazionale di Cagliari», dice Marinella Pau , segretario Cisl Scuola Cagliari).
ESERCITO DI PROFESSIONISTI Un esercito di professionisti, tra i 30 e i 60 anni, che per lungo tempo ha marciato nel buio, e a cui la crisi ha sfilato tutte le certezze da sotto i piedi. Adesso guardano alla scuola quasi fosse l’ultima speranza. «È la testimonianza che la crisi ha colpito duro», spiega Andrea De Giorgi , rappresentante dei Cobas. «Tantissimi di coloro che hanno una laurea e hanno tentato di lavorare come liberi professionisti, adesso ci provano», aggiunge.
LE STORIE Le storie di chi si rimette in gioco ripartendo dalla scuola sono segnate da un comune denominatore: l’assoluta mancanza di certezze per il futuro. «Il settore privato non dà più le stesse garanzie di una volta», dice Gianluca Spina 31 anni, ingegnere edile cagliaritano. «Oggi non ci sono grossi studi di ingegneria che ti assumono, al massimo ti fanno lavorare chiedendoti di aprire con la partita Iva, perché costa meno. La scuola, adesso, può rappresentare una sicurezza economica e, almeno nel mio caso, può permettermi di continuare a esercitare la libera professione». Lo stesso motivo spinge Barbara Pau , 35 anni, ingegnere di Capoterra, laurea e dottorato col massimo dei voti. «È una opportunità che vale la pena cogliere e che ti lascia la possibilità di continuare a esercitare la libera professione», sottolinea. «L’insegnamento è un’attività che mi è sempre piaciuta e mi appartiene. Quando ero studentessa, “strappavo” un paio di euro con le ripetizioni. Poi, dopo la laurea ho lavorato come tutor e assistente all’università. Certo, se avessi dovuto immaginare un futuro da insegnante, avrei pensato più all’università». Giovanni Demontis , 48 anni di Escalaplano, ma da 20 anni residente a Monserrato, giura di averci provato in tutti i modi. «Come geologo non si riesce a lavorare con continuità. Per questo ho anche provato ad aprire un box di frutta e verdura. Ma adesso», dice, «voglio comunque provare a spendere la laurea». Due figli piccoli, una moglie, anche lei insegnante, spiega che «spesso pur di lavorare ci ho rimesso un po’ di soldi. Una condizione ormai diventata insostenibile, speriamo di trovare un po’ di stabilità». «Io non avevo mai pensato di insegnare nella scuola», dice Daniela Cardia , 46 anni, laurea in Scienze Motorie, «perché non pensavo di lavorare con gli adolescenti, ma con persone più adulte. Adesso, invece, con il futuro che si è fatto più incerto, il pubblico può rappresentare un’opportunità. Economica, certo. Ma non solo», aggiunge. «La scuola, portando l’esperienza che ho costruito nel privato mi potrebbe consentire di coniugare l’attività scolastica con quella nelle palestre».
Tra quelli che ci “provano” c’è anche un’insegnante che è già assunta, e quindi di ruolo. Simona Loddo , 47 anni, 3 lauree, docente di sostegno alla primaria. Lei è una di quelle docenti per le quali l’algoritmo della legge 107, Buona Scuola, ha individuato una cattedra lontana da casa. «Prima a Como, poi a Sassari, infine con le assegnazioni temporanee sono riuscita a insegnare a Quartu Sant’Elena». Perché ha deciso di presentare la domanda per le supplenze? «Nel caos delle assegnazioni temporanee», che quest’anno non dovrebbero comunque offrire a tutti i docenti trasferiti la possibilità di rientrare, «preferisco rinunciare a un anno di contratto per ricominciare daccapo, stando però vicina alla mia famiglia». Archiviata la fase delle domande, ora la palla passa alle scuole «che entro la prossima settimana e col personale ridotto all’osso», avverte Marinella Pau , Cisl-Cagliari, «dovranno fare i salti mortali».
Mauro Madeddu
 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 giugno 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 11 - Edizione CA)
Barbara Pau, ingegnere
«Cerco una cattedra per stare tranquilla»
«Perché questa scelta ora? Perché, in un periodo in cui le entrate non sono fisse mentre le spese sì, la scuola mi permette di stare un po’ più tranquilla, anche se precaria naturalmente, e di continuare a esercitare la libera professione. L’insegnamento mi piace molto. Con la didattica ho sempre avuto un feeling particolare, prima come studentessa, quando tenevo “ripetizioni”, poi come tutor e assistente all’università. Ho presentato la domanda sia per le scuole medie che per le superiori. Io ci spero». (ma. mad.)
 

5 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 giugno 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
CENTRO STORICO. Quale futuro per i grandi volumi oggi vuoti? «Pensiamo subito ai giovani»
UNA PERIFERIA NEL CUORE DELLA CITTÀ
Dall’ospedale militare a Buoncammino: ecco le idee in campo
Ingegneri, artisti, uomini di legge e di penna. Ma anche fruttivendoli, ambulanti, artigiani del legno e del ferro. Nelle stradine di Stampace e di Villanova è facile imbattersi nel regista e nell’uomo di spettacolo come nel principe del foro o nell’affermato commerciante, straordinario miscuglio capace di sbriciolare, nel quotidiano, barriere di censo e di cultura. Perché solo fra queste contrade riesce a sopravvivere una qualità della vita più tenace dell’inesorabile processo di desertificazione in atto nei vecchi rioni.
CITTÀ-MUSEO Il futuro del centro storico è diventare un grande museo? «No, nella maniera più assoluta», dice Donatella Mureddu già direttore del museo archeologico. «Questi grandi contenitori, dal carcere all’ospedale militare, non sono mobili o soprammobili che si possono spostare a piacimento. Cagliari deve interrogarsi sulla sua vocazione, se turistica, universitaria o quella terziaria avanzata. Di certo non si può pensare di trasformare tutto in museo, sarebbe un suicidio prima di tutto economico oltre che politico e programmatico».
PERIFERIA IN CENTRO La fuga dei servizi sanitari e scientifici dal cuore cittadino di fatto certifica la nascita di un “centro-periferia”», afferma Pierluigi Mannino , membro di Giunta all’Ascom. «Da anni», aggiunge «il centro storico non è più il “figlio prediletto” dei commercianti. Una sua riqualificazione, a partire da questi grossi contenitori, non potrà che avere ricadute positive. Fondamentale sarà la creazione di un tavolo di concertazione dove tutti i protagonisti possano mettere sul tappeto le loro proposte a favore di una città che - anche se in tanti fanno finta di accorgersene - sta languendo miseramente».
SET NATURALE «Mi sembra incredibile che Cagliari», interviene il regista Enrico Pau , «città che può vivere di bellezza riflessa, non riesca a dare una sede stabile al suo Liceo artistico e che i suoi 900 studenti siano sparsi qua e là. Così come manca anche un’Accademia delle Belle arti: perché non pensare a unificare queste due esigenze? Esistono risorse europee in tal senso: Cagliari sia più rapida e tempestiva e non si lasci scappare questa opportunità.
SPAZI MAGICI In quelle pietre è scritta la storia della città. «Oltre l’aspetto storico», dice lo scrittore cagliaritano Pierluigi Serra «in questi luoghi aleggia una suggestione che sfiora la sacralità. Il “San Giovanni di Dio” è luogo magico per eccellenza, non a caso scelto dal Cima con intuito e oculatezza: se è lecito sognare lo vedrei - in un’ottica di restituzione della memoria cittadina - come location ideale per un centro di alta formazione interdisciplinare o per un campus urbano universitario.
CANTIERI DI IDEE «La mia speranza», interviene Marco Camboni , attore dei Lapola, «è che questi vuoti non rimangano delle “cattedrali nel deserto”. Il mio sogno nel cassetto è quello di vederli trasformati in cantieri di lavoro e di idee per i giovani della nostra città, tutti funzionanti e funzionali allo sviluppo della città».
L’EX PEDIATRIA Fra i luoghi della memoria più venerati dai cagliaritani c’è sicuramente l’ormai ex clinica Macciotta. Intere generazioni sono state ricoverate, curate e guarite fra quelle mura. Nostalgie familiari a parte, davvero non c’è più ossigeno per una destinazione pediatrica di questo storico stabile? «Stando alle dichiarazioni di intenti sembrerebbe proprio di no», dice Giuseppe Macciotta , avvocato, figlio di Aniello e nipote dell’omonimo professore fondatore della clinica che porta il suo nome. «L’Università infatti starebbe pensando a una riqualificazione dell’immobile a completamento della storica Biblioteca, a far nascere cioè fra quelle corsie e cameroni una sorta di “Polo del libro” e non quella “Cittadella del fanciullo”, ipotesi più vicina alla memoria storica dell’edificio».
Paolo Matta
 

6 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 giugno 2017 / Esteri (Pagina 13 - Edizione CA)
INTERVISTA. Parla Giovanni Razzu, preside di economia all’università di Reading
IL PROF SARDO E IL REBUS BREXIT
Più diritti o meno infermieri
Oggi Theresa May dirà quale destino ha in mente quanto a welfare, sanità e più in generale diritti di cittadinanza per i tre milioni di europei che vivono nel Regno Unito. Una partita delicatissima per la premier, che finora ha sbagliato disastrosamente tanto la convocazione anticipata delle elezioni quanto la campagna elettorale. Nei giorni scorsi ha lanciato anticipazioni più concilianti nei toni che pienamente rassicuranti nella sostanza, e ora sono in molti ad aspettare con estremo interesse la proposta formale. Nell’elenco c’è anche Giovanni Razzu. Sardo di Sorso, uno dei pezzi più pregiati del nostro export intellettuale: preside del dipartimento di economia dell’università di Reading, già consulente della Commissione per le uguaglianze istituita da Blair, ha molti motivi e molti strumenti per analizzare il testo che verrà licenziato da Downing Street.
«Per ora - spiegava ieri - sappiamo che May propone di garantire sostanzialmente i diritti dei cittadini britannici a chi ha la residenza permanente da almeno cinque anni: alcuni leader Ue lo definiscono un buon punto di partenza, ma ci sono aspetti che vanno definiti e capiti meglio».
Per esempio?
 «Penso a chi è qua da tre o quattro anni: che cosa accadrà nella fase di transizione? E non è chiaro neppure come si risolveranno le situazioni familiari. Da persona coinvolta anche a livello emotivo - vivo qui da 15 anni e sono sempre stato cittadino europeo - mi domando perché Theresa May non abbia offerto le stesse le condizioni proposte dall’Ue il 12 giugno, che laburisti e liberaldemocratici condividono. È come se avesse scelto di offrire un po’ meno di quel che ci si aspettava, e al tempo stesso volesse lasciare una porta aperta. C’è un altro elemento che dà questa sensazione, ma anche in questo caso bisognerà attendere che venga confermato: in caso di controversie, la Gran Bretagna non accetterebbe il giudizio della Corte di giustizia dell’Unione Europea ma non insisterebbe perché siano corti britanniche a giudicare».
E quale sarebbe il compromesso?
 «Far giudicare l’Aia, e quindi vendere al paese l’idea che ci si è sottratti al controllo della giustizia europea, ma al tempo stesso rinunciare al pieno controllo. La mia impressione è che si tratti di un atteggiamento puramente tattico. Nei giorni scorsi c’è stato il primo incontro del negoziato sulla Brexit, e la Gran Bretagna ci è arrivata ribadendo di voler affrontare contestualmente le condizioni del divorzio e gli accordi sui rapporti futuri, mentre la posizione dell’Ue era: chiariamo le regole del divorzio, poi ci accorderemo sul futuro. Bene, nel giro di due ore è passata la linea europea. Ora Theresa May offre un po’ meno del previsto per non accettare da subito la linea Ue anche al secondo incontro».
Il premier irlandese dice che se Londra cambiasse idea verrebbe riaccolta nell’Ue a braccia aperte. È un’idea folle?
 «Lo hanno detto anche Macron e, nella sostanza, Tusk. E così pure Gentiloni e Tajani. Servirebbe un ripensamento britannico, certo, ma non la definirei più un’ipotesi folle: alcuni sondaggi dicono che oggi il referendum darebbe un esito diverso, e lo suggerisce anche il fatto che alle elezioni dell’8 giugno ci sia stata un’alta affluenza dei giovani, molto più europeisti degli anziani. Mi sembra che il paese sia letteralmente a un bivio, non solo per i rapporti con l’Ue ma sulle politiche per i prossimi anni: può darsi che davvero la gente voglia rafforzare welfare e servizi pubblici e avere relazioni stabili con l’Ue, oppure la stanchezza per le diseguaglianze si rivelerà un fenomeno transitorio, e ci si attesterà su una linea di chiusura. Di certo oggi il paese è diviso su più fronti: giovani-vecchi, laburisti-conservatori, campagne-zone urbane e, naturalmente, filo-Ue e anti-Ue. Ripeto: siamo a un bivio».
Crollo dell’immigrazione e svalutazione: il conto della Brexit è già arrivato?
 «I prezzi sono già aumentati considerevolmente, le cose vanno come gli economisti avevano previsto a larga maggioranza. Alcuni però ipotizzavano un effetto negativo immediato, e questo ha consentito a Boris Johnson e ad altri di dire che il buon andamento dei consumi confermava che era giusto uscire dall’Ue. In realtà i salari sono inferiori ai livelli di prima della crisi del 2007, nonostante il record nell’occupazione, e a questo si aggiunge l’inflazione: ne consegue il calo del potere d’acquisto. Quanto all’immigrazione, nei giorni scorsi il Guardian citava un dato semplice e scioccante, non ho avuto modo di verificarlo ma mi pare significativo: il numero di cittadini Ue arrivati in un anno in Gran Bretagna per fare gli infermieri è passato da circa 1400 a 46».
Celestino Tabasso
 

7 - L’UNIONE SARDA di lunedì 26 giugno 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
A Elmas la tappa italiana del giro del mondo di Shaesta Waiz, nata in un campo profughi
«Sono l’unica donna pilota afgana e faccio volare i sogni dei ragazzi»
I sogni devono volare. «E io fornisco le ali», sorride Shaesta Waiz, 29 anni, nata in un campo di rifugiati afgano dal quale i genitori l’hanno portata via quando aveva un anno (a Richmond, in California), per sottrarre la famiglia alla guerra con l’Unione Sovietica. Che i sogni volino, lo dimostra lei stessa: è la prima pilota donna afgana dell’aviazione civile nella storia, sta compiendo il giro del mondo solitario con un monomotore a elica Beechcraft Bonanza. È un velivolo a pistoni, quindi datato, ma la giovane afgana con quell’aereo ha perfino trasvolato l’Oceano Atlantico. «Nelle mie 34 tappe in 19 Paesi di cinque continenti», spiega nel primo pomeriggio di ieri, dopo l’atterraggio a Elmas (unica località italiana del suo tour) proveniente da Madrid, «incontro i ragazzi e le ragazze». Stamattina ripartirà per Atene. A Elmas è stata ricevuta dal direttore regionale dell’Enac, Marco di Giugno, dal vicepresidente di Sogaer, Gabor Pinna, e dall’assessora alla Cultura di Elmas, Marcella Sitzia.
Che cosa dice ai ragazzi?
 «Promuovo le materie Stem, cioè scienza, tecnica, ingegneria e matematica, e spiego loro che volere è potere. Non a caso, la mia iniziativa si chiama Dreams Soar, cioè il volo dei sogni».
Fa tutto da sola?
 «No, volo da sola, ma mi supporta l’International civil aviation organization con i fondi che l’associazione no profit che rappresento raccoglie su Internet con il sito www.dreamssoar.org».
I sogni volano davvero?
 «Ma certo. Ho vissuto l’intera vita negli Usa, quindi sono americana, ma anche orgogliosamente afgana. Quando avevo 13 anni parlavo e leggevo solo il pashtu e vestivo all’afgana. I miei genitori capirono che non potevo crescere così in California e la famiglia cambiò lingua: in casa solo inglese, abbigliamento più internazionale. Soprattutto, un destino da scegliere, diverso da quello imposto di madre di famiglia. Mi sono laureata in Aeronautica e ho dei master. Quindi sì, i sogni volano, e ora trasporto quelli dei ragazzi nel mondo».
Paura in volo?
 «Paura, no. Durante la traversata dell’Atlantico ho pensato: “Nessun aereo, nessuna nave o barca: oddio, sono completamente sola”. Ma subito mi sono tranquillizzata: non ero sola, perché c’ero io con me».
Mai tornata in Afghanistan?
 «Una volta, e ho trovato una situazione triste. Le ragazze sembrano più vecchie, moltissime non sanno leggere. Il mio messaggio a loro è: non fatevi dire che cosa fare bensì fate le cose giuste, soprattutto istruitevi. Combatto affinché le afgane abbiano il diritto all’istruzione, senza la quale emanciparsi è impossibile».
Domani è un altro giorno, come si usa dire davanti a un aereo a elica in moto. Quel domani è già stamattina, con il decollo verso Atene e nuovi ragazzi da incoraggiare. Sarà così fino a metà settembre: l’ultima tratta è Hawaii-California.
Luigi Almiento
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 26 giugno 2017 /  Sardegna - Pagina 10
Saranno a favore di disabili e studenti in difficoltà economiche
BORSE DI STUDIO ECCO I CONTRIBUTI
CAGLIARI L’accesso all’Università agli studenti con disabilità o provenienti da famiglie con basso reddito da oggi in poi dovrebbe essere più garantito. La giunta Pigliaru ha approvato i criteri generali per concedere da parte dell’Ersu di Cagliari e Sassari delle borse di studio da 18 milioni di euro per l’anno accademico 2017/2018. Come proposto dall’assessore della pubblica Istruzione Giuseppe Dessena, la Regione parteciperà al finanziamento complessivo con 3 milioni di euro cui si aggiungono 3,4 milioni di gettito dalla tassa regionale per il diritto allo studio universitario incassati dagli Ersu nel 2017. Ulteriori 7,5 milioni arrivano dal Fondo integrativo statale e altri 4 dal Fondo sociale europeo 2014-2020. La giunta ha chiesto inoltre agli Ersu di destinare l’avanzo di amministrazione del 2016 proprio alle borse di studio. «Le risorse stanziate per il diritto allo studio e che questa Giunta sostiene attraverso azioni e progetti come Iscol@ , Tutti a Iscol@ e le varie forme di finanziamento destinate all’Università, compreso l’Orientamento - ha detto l’assessore - serviranno a garantire massimi livelli di accessibilità alle Università, Con questo finanziamento - ha proseguito Dessena - diamo un sostegno agli studenti più meritevoli con disabilità o difficoltà finanziarie, perché non sia loro precluso l’accesso agli studi universitari e all’alta formazione». Tra i requisiti per accedere alle borse di studio ci sono i limiti degli indicatori Isee per 20mila euro e Ispe 50mila. Per gli studenti fuori sede sono previsti 3.778 euro, per i pendolari 2.134 euro e per gli studenti in sede 1.459 euro.
 
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 26 giugno 2017 /  Sardegna - Pagina 10
Sostegno ai giovani che dopo un’esperienza all’estero vogliono tornare nell’isola
L’assessore Paci: «L’iniziativa riguarda vari settori: dal turismo all’agricoltura»
STARTUP E NUOVE IMPRESE
5 MILIONI DALLA REGIONE
CAGLIARI La giunta stanzia 5 milioni di euro per startup e nuove imprese innovative, aiutandole a diventare più competitive sul mercato. Un milione è destinato agli aiuti alle start up già nate, 3 alle nuove imprese innovative e un milione al programma strategico "Entrepreneurship and Back" per i giovani che dopo un’esperienza imprenditoriale all’estero hanno deciso di tornare in Sardegna e realizzare la loro idea imprenditoriale. «La giunta sostiene con tantissimi strumenti il processo di innovazione delle imprese, che considera prioritario e che non si applica solo ai settori ad alta tecnologia, ma anche all’edilizia, all’agricoltura, all’artigianato, al turismo, al sociale - afferma l’assessore Raffaele Paci -. Mettiamo a disposizione finanziamenti per le imprese e le accompagniamo in tutto il loro percorso sin dalla nascita dell’idea, appunto con il sostegno alle startup, ma anche con strumenti come il fablab, l’agenda digitale, il contamination lab».
Startup. I fondi, che rientrano nella programmazione del Por Fesr 2014-2020, sono messi a disposizione con il meccanismo del bando a sportello, che garantisce procedure più rapide e snelle ma allo stesso tempo efficienti. Il milione per le start up si aggiunge ai 2 milioni e mezzo già stanziati e destinati esclusivamente alle start up del sociale.
Nuove imprese. Tre milioni sono invece destinati alle nuove imprese innovative. Quelle che, una volta superata la fase di startup vera e propria, sono ancora in un momento iniziale e dunque hanno necessità di essere supportate e rafforzate per poter "aggredire" i mercati in modo più consistente. Per ogni domanda che sarà valutata positivamente è previsto un finanziamento fino al 70 per cento sul totale dell’investimento.
E&b. Un altro milione è dedicata al programma Entrepreneurship and back. I partecipanti all’E&B - studenti universitari o neolaureati - dopo aver accresciuto le loro competenze attraverso la partecipazione a un intenso e qualificante percorso formativo in centri di eccellenza specializzati in formazione all’imprenditorialità, avranno la possibilità di inserirsi nel contesto produttivo della Sardegna valorizzando l’esperienza acquisita, con il sostegno economico e l’accompagnamento per la realizzazione della propria idea di impresa.
 
 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 26 giugno 2017 /  Agenda di Sassari - Pagina 16
"DesignDuo" del Dadu domani nel complesso di Santa Chiara
Due grandi grafici a confronto
ALGHERO "DesignDuo" riparte al Dadu (dipartimento di Architettura e design dell’Università di Sassari) con un appuntamento d’eccezione in programma domani 27 giugno alle ore 18.30 nell’aula VII del complesso di Santa Chiara ad Alghero. Jonathan Barnbrook incontra e dialoga con Isidro Ferrer. Modera il docente Nicolò Ceccarelli. Jonathan Barnbrook è uno dei grafici più in vista sulla scena internazionale. «Uno degli aspetti di maggiore interesse del suo lavoro - si legge in una nota - è l’invenzione di elementi visuali per una grammatica elementare e aperta». Isidro Ferrer è più legato alla grafica editoriale e all’uso combinato di fotografia e tipografia e «ripercorre in chiave contemporanea - scrivono all’Università - il nobilissimo filone di grandi interpreti che, tramite l’assemblaggio e la composizione sperimentale di figure, oggetti e tecniche differenti, hanno elevato la grafica di copertine e poster a raffinato racconto per immagini, producendo artefatti emblematici e senza tempo». Il 30 giugno l’evento sarà riproposto anche a Cagliari.


 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 26 giugno 2017 / Agenda di Sassari - Pagina 16
UNIVERSITÀ
Erasmus compie trent’anni
Martedì 27 giugno alle 10 nell’aula magna dell’Università, i vertici dell’ateneo e tanti ospiti partecipano a "Una pietra miliare per l’Europa" per il trentennale del programma Erasmus. Modera il dibattito la giornalista Cristina Nadotti. Si esibirà il "Saxonos Quartet" del Conservatorio "Luigi Canepa".
 


 

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