Venerdì 23 giugno 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 giugno 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 23 giugno 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
«I tirocinanti negli uffici giudiziari
esclusi dalle borse di studio»
Dal 2015 le borse di studio da 400 euro per l’affiancamento negli uffici giudiziari di un tirocinante a un magistrato per un anno e mezzo sono assegnate solo a chi ha un reddito Iseeu inferiore a 42 mila euro. «Nel 2016, a causa dell’incremento del numero dei tirocinanti in tutta Italia, i fondi sono risultati insufficienti con la conseguenza che 200 laureati cagliaritani sono rimasti esclusi», scrive in una nota Francesco Accardo, del centro studi Riformatori sardi.
Accardo contesta questa scelta. «Coadiuvare i magistrati assegnatari nel loro lavoro quotidiano è una opportunità formativa unica che consente ai giovani laureati che accedono allo stage presso gli uffici giudiziari di confrontarsi in prima persona con il lato pratico e la dimensione applicativa del diritto. Questa esclusione - aggiunge Accardo - appare ingiusta poiché la formula della borsa di studio basata sul valore Iseeu equipara lo stage al percorso universitario». Per Accardo «il tirocinio è di fatto equiparabile a una effettiva posizione lavorativa dalla quale mutuano le modalità di svolgimento, l’obbligo di performance nonché il regime tributario». Questo perché «la borsa di studio è equiparata sul piano fiscale alle retribuzioni derivanti da lavoro dipendente e concorre a formare reddito».
 
 

L’UNIONE SARDA
  

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 23 giugno 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. A Sa Duchessa un convegno sulla settima arte
SE LA MAGIA DEL CINEMA DIVENTA MATERIA DI STUDIO
Oggi e domani la Facoltà di Studi umanistici dell’Università ospiterà il convegno “Cinema come disciplina”, un seminario di studio sulla storia della filmologia e dell’insegnamento del cinema e della televisione in Italia, focalizzato sul periodo compreso tra il 1970 e il 1990.
GLI OBIETTIVI Verranno affrontate le questioni del metodo, quali quelle relative alle fonti (molti archivi delle università e della ricerca sono oggi frammentari o incompleti) e al quadro legislativo e istituzionale (come si è strutturata l’università in quegli anni e come ha trovato spazio al suo interno lo spettacolo cinematografico, arte “povera”), e questioni tipicamente disciplinari, con ricerche sulle figure di primo piano (i grandi critici che hanno anche insegnato in Università, come Lino Micciché o Mario Verdone), le scuole (la stagione della semiotica, applicata al cinema da tanta critica e da tante cattedre), i problemi di filiera (la nascita degli studi sulla televisione), il rapporto con l’industria del cinema.
L’INIZIATIVA La prima edizione del seminario, dedicata al momento fondativo delle discipline dello spettacolo tra il 1945 e il 1970, si è svolta nel maggio del 2014.
L’ORGANIZZAZIONE Il convegno che si svolgerà nell’aula multimediale numero 5 della Facoltà di Studi umanistici a Sa duchessa in via Is Mirrionis 1, è promosso dal Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio e dal Celcam dell’Università di Cagliari, dal Dipartimento di Studi umanistici e del Patrimonio culturale dell’Università di Udine e dal Dipartimento di Scienze della comunicazione e dello spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro cuore, di Milano con il patrocinio della Consulta universitaria del Cinema e il sostegno dell’Assessorato della Pubblica istruzione della Regione.

 

L’UNIONE SARDA
 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 23 giugno 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 40 - Edizione CA)
PREMIO SOLINAS
Domani a La Maddalena il gran finale della trentaduesima edizione
NEL SEGNO DI SORRENTINO
Questo è cinema da grandi
D omani notte, al cinema teatro Primo Longobardo di La Maddalena, si svolgerà la consegna dei premi dei vincitori del trentaduesimo Premio Franco Solinas e del Cantiere delle Storie. La manifestazione cinematografica è dedicata al regista Paolo Sorrentino, che fu tra i premiati delle lontane edizioni del 1997 e del 1999.
Nei quattro giorni di manifestazioni di quest’anno vengono proiettate, su autorizzazione di Sky e Wildside, dieci puntate di “The Young Pope”, la serie televisiva italo-franco-spagnola da Sorrentino ideata e diretta.
Due manifestazioni importanti - quella del Premio Solinas (che ritorna nella sede storica e che da molti è ritenuta naturale, considerato quanto lo sceneggiatore fosse affezionato alla “sua” isola), con la premiazione degli autori delle migliori 8 sceneggiature selezionate dalla giuria su un totale di 217 pervenute - e quella del Cantiere delle Storie, che cadono nell’anno delle celebrazioni dei 250 anni della comunità di La Maddalena.
Proprio in quest’isola nacque questo premio, nel 1985, a pochi anni dall’immatura scomparsa dello sceneggiatore, su idea del suo grande amico, l’attore e regista Gian Maria Volonté - che tanto considerò sua questa terra (così come la considerava Franco Solinas), che qui ha voluto trovare sepoltura - idea del premio assecondata nella realizzazione da Felice Laudadio.
Protagonisti Stefano Rulli, Giorgio Arlorio, Silvia Napolitano, Gloria Malatesta, Salvatore de Mola, Mimmo Rafele. Ancora: Paolo Zucca, Agostino Ferrente, Giovanni Piperno, Mariangela Barbanente, Paola Randi, Graziano Diana, Lorenzo Vignolo. E Federico Scardamaglia, Barbara Dall’Angelo, Gianandrea Pecorelli e Marcantonio Borghese. L’occasione è ghiotta non solo perché pone costoro in relazione con tanti giovani talenti finalisti del premio ma anche perché in questo mese di giugno, particolarmente generoso dal punto di vista meteorologico, consente loro di utilizzare il tempo del lavoro e dell’impegno anche per una apprezzabile vacanza su isole che sono Parco Nazionale.
Il Premio Solinas è abbinato quest’anno al Cantiere delle Storie, che nasce dalla collaborazione tra l’Università di Cagliari, l’Università di Sassari e e l’Università di Roma Tor Vergata, insieme al Comune di La Maddalena, CINEMED - Festival International du Cinéma Méditerranéen de Montpellier e l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid. Scopo dell’iniziativa è la co-progettazione di un Centro di Alta Formazione Multimediale per il Cinema e le Arti, con un focus sulla scrittura cinematografica, con sede proprio alla Maddalena. Da mesi gli studenti di cinema e di architettura dei tre atenei sono coinvolti (anche dopo alcuni sopralluoghi presso l’ex-Arsenale e nella residenza Carlo Felice - dove si sarebbe dovuto svolgere il G8 poi dirottato all’Aquila - e altri edifici del centro storico), nello sviluppo di progetti cinematografici originali e nella co-progettazione del Centro di Alta Formazione. I criteri impartiti sono quelli che gli elaborati rispondano a determinati requisiti, quali quelli di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, e di flessibilità.
Claudio Ronchi
 
 

L’UNIONE SARDA
  

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 23 giugno 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
CENTRO STORICO. Così sparisce la “cittadella” scientifica e sanitaria
Cinque vuoti a perdere
L’assessora: un laboratorio per le nuove idee
La prima passeggiata dei ministri del G-7 è partita dal Buoncammino, davanti a un panorama-cartolina di una Cagliari, mai come in queste giornate estive, la città del sole cantata da Francesco Alziator.
PRIMO VUOTO Nel colle domina, massiccio e imponente l’ex carcere: vuoto . Il primo di un filotto che unisce Castello con Stampace. Dalle curve di via Anfiteatro (o an fu teatro?) si staglia il monumentale Palazzo delle Scienze, originale pianta ottagonale, presidio di quella cittadella scientifica sorta attorno a via Porcell fra istituti di fisica, chimica e matematica: vuoto . Solo pochi metri e dall’ultima ansa verso via Ospedale le linee semplici e razionali della Clinica pediatrica “Macciotta”: vuota .
CIVILE E MILITARE La sua breve scalinata quasi finisce in uno degli ingressi del vecchio ospedale civile, “stella” disegnata dal Cima, avviata a spegnersi: quarto vuoto . Non resta che discendere la via Ospedale verso la Torre degli Alberti per chiudere il cerchio con il complesso che comprende la chiesa di san Michele dei Gesuiti e il Noviziato della Compagnia di Gesù divenuto nel 1848 Ospedale Militare: vuoto . Il quinto nel raggio di poche centinaia di metri.
DIALOGO ISTITUZIONALE Il Piano particolareggiato del centro storico ha focalizzato il problema di questi grandi contenitori nella prospettiva di restituirli alla città con funzioni rinnovate. «Parliamo di volumi di enorme importanza storica, ambientale e sociale non in capo all’Amministrazione cittadina», dice l’assessora all’Urbanistica Francesca Ghirra, «sarà fondamentale mantenere sempre vivo dialogo e confronto nell’ottica di una loro fruizione ottimale».
SCHEDE DEDICATE Elaborate - all’interno dello strumento pianificatore - alcune schede dedicate per un loro possibile reimpiego. A cominciare dal San Giovanni di Dio, che manterrebbe la sua funzione socio-sanitaria come centro diurno, destinazione museale invece per il Palazzo delle Scienze. Per l’ex carcere si pensa a una finalità ricettiva per studenti, con un’ipotesi alberghiera mentre per l’ex Macciotta si profila un futuro legato all’espansione della Biblioteca universitaria. «Confidiamo molto», aggiunge Ghirra, «nel laboratorio del centro storico, in fase di apertura nell’ex Artistico di via san Giuseppe, luogo di confronto e partecipazione attiva con la cittadinanza».
TROPPI VINCOLI «Stiamo parlando di volumetrie in grado di contenere una gran parte dei residenti dell’attuale centro storico», afferma Pasquale Mistretta, urbanista ed ex rettore dell’Università di Cagliari. «Il vero problema è dato dalla presenza di vincoli che non permette una loro facile riconversione. Penso solo alla battaglia condotta al “San Giovanni di Dio” per controsoffittare alcuni reparti per il condizionamento dell’aria».
Se da un lato - per Mistretta - è giusto che si completi il Policlinico di Monserrato con Pronto soccorso e rianimazione, dall’altro resta la preoccupazione di lasciare scoperta da questo servizio una grande parte della città.
FANTASIA «C’è una infinità di vuoti urbani, pubblici e privati inutilizzati», aggiunge Mistretta. Che chiede più coraggio per «collassarli e restituire spazi alla città». Fantasia e utopia al potere? «Non è più aria, perché i rischi sono enormi: se non ti ferma la burocrazia ci pensa la magistratura», osserva amaro l’ex rettore.
Paolo Matta
 

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LA NUOVA SARDEGNA

5 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 23 giugno 2017 / Prima pagina
ALL’UNIVERSITÀ ESAME IN LIMBA
La prima volta per dieci studenti all’ateneo di Cagliari
M.A. COSSU A PAGINA 27
 
CULTURA >> La sfida dell’identità
Uno studente di Busachi, insieme ad altri nove colleghi, ha sostenuto scritto e orale in lingua sarda con il professor Virdis
LIMBA ALL’UNIVERSITÀ: ECCO IL PRIMO ESAME
di Maria Antonietta Cossu
BUSACHI Sa Limba sale in cattedra e l’università la eleva ufficialmente a materia di studi e d’esame. È successo ieri alla facoltà di Lettere di Cagliari, dove due studenti hanno sostenuto la prova scritta e gli orali di Lingua sarda esprimendosi rigorosamente nell’idioma isolano. A conquistare il primato italiano sono stati una decina di studenti provenienti da varie zone dell’isola: Antonio Cordella di Busachi, Elisa Palmas di Segariu, Lorenzo Orsini di Ardauli, Maria Soddu di Oniferi, Carmen Angioni di Sestu, Elisabetta Muscas di Sestu, Fabio Usala di Cagliari, Francesca Corrias di Cagliari, Marta Salis di Oristano. Questi ragazzi potrebbero aver contribuito a gettare le basi per un definitivo sdoganamento dell’uso del sardo nelle istituzioni. «Mi inorgoglisce il fatto di essere stato il primo e spero vivamente che un corso universitario svolto interamente in sardo possa favorire l’introduzione della nostra lingua d’origine in tutti gli ambiti della comunicazione, istituzionali e non», ha detto Antonio Cordella, laureando in Lettere a indirizzo storico. Il suo approccio al corso tenuto dal professor Maurizio Virdis non è stato casuale, ma la naturale evoluzione di un’antica passione verso i codici delle lingue romanze che ha condizionato persino la scelta della tesi sulla linguistica sarda. La stessa predisposizione anni addietro aveva portato Cordella a modificare le abitudini della famiglia, non particolarmente avvezza all’uso del busachese: «Ricordo che mi imposi perché in casa si parlava solo l’italiano», racconta lo studente che, a dispetto della giovane età, aveva acquisito in maniera del tutto autonoma piena consapevolezza dell’importanza di salvaguardare la lingua madre dei sardi. «Ritengo sia necessario recuperare l’abitudine di parlarla nella quotidianità perché è una pratica che si sta perdendo. Allo stesso modo auspico venga inserita come materia di studio sin dalla scuola primaria e nell’intero ciclo di istruzione - afferma Cordella -. Lo studio dei fenomeni fonologici, sintattici e morfologici della lingua sarda condotto in facoltà è stato molto utile sotto diversi aspetti». Secondo Cordella «ha dimostrato come qualunque testo possa essere reso in lingua sarda e la comparazione con le altre lingue romanze ha esaltato i tratti peculiari di quello che qualcuno a torto ancora considera una lingua rozza. Preservare questo tratto identitario della nostra cultura attraverso l’insegnamento nelle scuole, dunque, è fondamentale perché offre la possibilità di far conoscere il sardo a chi non lo parla affatto». Un processo avviato e rimasto in sospeso: «Credo che per questo ci vorrà del tempo - osserva Cordella -. L’istituzione politica ha un ruolo fondamentale in questo percorso ma è anche vero che non tutte le responsabilità sono ascrivibili alla Regione, che non può imporre l’uso di una lingua se prima non si adotta un modello standard. Credo sia questo il nodo cruciale della questione e spero che le istituzioni continuino a lavorarci». Il corso, tenuto durante l’anno accademico dal professor Virdis, ha avuto una durata di 60 ore e ha consentito l’acquisizione di 12 crediti formativi. «Importante e basilare - si legge nel programma del corso in riferimento all’esame orale - è la conoscenza e la capacità di leggere, tradurre e analizzare criticamente i testi presentati a lezione e di inquadrarli storicamente; nonché la capacità di saper sostenere una conversazione in lingua sarda su argomenti non specialistici, ma comunque relativi alla cultura della Sardegna».
 

 

LA NUOVA SARDEGNA

6 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 23 giugno 2017 / Prima pagina
Parliamone
IL CONSORZIO UNO RICCHEZZA DA SOSTENERE
Il fatto che un territorio abbia la capacità di riconoscere le sue eccellenze, di difenderne l’esistenza e di spendersi per favorirne lo sviluppo, è indice di lungimiranza politica. Che Oristano abbia prodotto in questi anni una eccellenza assoluta, l’Università amministrata dal Consorzio Uno, è un dato incontrovertibile. Quest’anno si celebrano i venti anni dal primo corso universitario (gennaio 1997).
di SIMONETTA SELLONI, a pagina 28

Lettere e commenti - Pagina 28
PARLIAMONE
Oristano e l’Università
ricchezza da sostenere
Il fatto che un territorio abbia la capacità di riconoscere le sue eccellenze, di difenderne l’esistenza e di spendersi per favorirne lo sviluppo, è indice di lungimiranza politica. Che Oristano abbia prodotto in questi anni una eccellenza assoluta, l’Università amministrata dal Consorzio Uno, è un dato incontrovertibile. Quest’anno si celebrano i venti anni dal primo corso universitario (gennaio 1997), e il Consorzio Uno dedicherà la festa al suo patrimonio più grande: gli studenti. Se ne sono laureati 1050. Sono un patrimonio di una città che negli anni quasi senza accorgersene è diventata universitaria. Ha 750 iscritti, almeno duecento fuori sede fissi. Per trenta di loro ci sono le stanze di un albergo che sostituisce la Casa dello studente, mentre per la mensa, gli studenti che fanno capo ai corsi afferenti all’ateneo cagliaritano mangiano da una parte, quelli dei corsi dell’Università di Sassari da un’altra. I commenti non servono, è uno degli aspetti legati ai servizi, ancora in gran parte da costruire, relativi al diritto allo studio erogati dagli Ersu di Cagliari e Sassari, che infatti crollano nelle valutazioni degli studenti. Gli stessi studenti che promuovono con percentuali bulgare le strutture didattiche e i servizi a loro supporto. Serve invece capire che quasi il 65 per cento dei laureati ha trovato un lavoro, che nella percentuale analoga è coerente con il percorso formativo compiuto. Il Consorzio Uno che amministra questo miracolo di efficienza apparentemente invisibile, sta provando a riorganizzarsi per soddisfare i criteri di partecipazione dei soggetti, soprattutto pubblici, che ne sono soci. Provincia e Comune, essenzialmente; la prima, titolare della sede del Chiostro del Carmine, al centro di una diatriba sul canone d’affitto richiesto al Consorzio. Il secondo, che, negli intendimenti degli amministratori la cui vigenza cesserà domenica prossima, uscirà dalla gestione, per la normativa che prevede la dismissione delle quote nelle partecipate che non rientrerebbero nelle finalità dell’ente. In tutti questi anni la Regione ha dimostrato nei fatti di voler sostenere i corsi universitari decentrati. I cui benefici, monotono ripeterlo, ricadono sui territori; e così l’Università di Oristano è un patrimonio della città e della sua collettività, fa parte di quella ricchezza che buonsenso suggerirebbe di difendere, stimolare, far crescere. Il primo luglio si brinderà ai venti anni e ai mille laureati del Consorzio Uno. Raccontano, gli uni e gli altri, un po’ la storia ultima di questa città. È lì, davanti agli occhi di tutti. Non basta solo leggerla. Servirà un impegno politico per dare un futuro solido e duraturo a questo brillante presente.


 
 

LA NUOVA SARDEGNA

7 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 23 giugno 2017 / Sassari e provincia Pagina 19
Olive da mensa
un corso all’Università
SASSARI Informare studenti, operatori del settore e liberi professionisti per rilanciare e incrementare la produzione delle olive da mensa nel territorio. Per questo il dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari ha promosso "Novel approaches for improving quality and safety of table olives", un corso internazionale che il 27 e 28 giugno, a partire dalle 9, nell’aula magna del Dipartimento, metterà a confronto esperti italiani e spagnoli. Il corso è organizzato grazie al finanziamento della Fundacion General del CSIC (Siviglia) che consente annualmente ai suoi ricercatori di tenere corsi di formazione in altre istituzioni di alta formazione in giro per il mondo. Il corso è a numero chiuso, limitato a 80 partecipanti (gratuito per gli studenti del Dipartimento di Agraria, ai quali saranno conosciuti 2 CFU). La richiesta di iscrizione dovrà essere inviata entro le 12 di oggi all’indirizzo unissolivedamensa@gmail.com. L’intento del corso è quello di informare i partecipanti sui risultati più recenti ottenuti dalla ricerca e dal trasferimento tecnologico per rilanciare la produzione del prodotto nel territorio.
 
 
 

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