Venerdì 16 giugno 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 giugno 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 16 giugno 2017 / Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
LA PARTNERSHIP
Bielorussia e Sardegna più vicine

Le relazioni tra Sardegna e Bielorussia e le prospettive di un rapporto che ha già prodotto proficui risultati. Sono i temi dell’incontro promosso dalla Regione per domani alle 10.30 nel seminario arcivescovile di Cagliari, in via Monsignor Cogoni 9. La partnership riguarda attività e iniziative in diversi settori: turismo, Ict e aerospazio. Solidi anche i rapporti nel campo agroalimentare. E va avanti la collaborazione nel campo scientifico e culturale, sulla base dell’accordo stipulato nell’ottobre del 2016 tra Sardegna e Bielorussia, rappresentate dalle università di Cagliari e Minsk e dai rispettivi distretti aerospaziali.
Al convegno interverranno l’assessore agli Affari generali Filippo Spanu, l’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, padre Nikolay Volskyy, della Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca, Eugenio Lai, vicepresidente del Consiglio regionale, Micaela Morelli, prorettore dell’Università di Cagliari, Angelo Cau, consigliere d’amministrazione della Fondazione Sardegna, e Giuseppe Carboni, console onorario della Repubblica Belarus a Cagliari. Modera i lavori Marco Sechi. «La Bielorussia - sottolinea l’assessore Spanu - si colloca tra i Paesi più interessanti dell’Europa orientale per quanto riguarda le concrete possibilità di realizzare opportunità commerciali e di rafforzare i rapporti sul fronte della cooperazione territoriale».
 
 

L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 16 giugno 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Il progetto prevede anche tirocini nelle aziende
Nuovi corsi per diventare esperti in tecnologie web
Una specializzazione nell’informatica, un corso che punta a preparare tecnici per la programmazione di applicazioni nelle categorie “web mobile” (l’uso del web con tablet, telefoni cellulari e smartphone) e “l’Internet of things” (apparecchiature e dispositivi, diversi dai computer, connessi a Internet). È il progetto dell’Università di Cagliari, che ha predisposto due percorsi formativi di tre mesi ciascuno rivolti a diplomati e laureati anche in discipline non scientifiche. Sono previsti un tirocinio nelle aziende e due percorsi di ingresso e accompagnamento al mondo del lavoro della durata di 35 ore (sarà indetta una selezione pubblica).
L’obiettivo è «promuovere innovative certificazioni di competenze e formare figure professionali esperte nei settori emergenti della Ict», la tecnologia su informazione e comunicazione. Il corso rientra nel Por Sardegna Fse 2014-2020 (il Programma operativo regionale del Fondo sociale europeo) “Green & Blue Economy” e punta «a offrire una figura specializzata» che entri «rapidamente nel mondo del lavoro».
I due percorsi formativi prevedono 312 ore di attività didattiche e laboratori e 312 di tirocinio. Al termine del corso ogni allievo realizzerà un progetto finale e diventerà un “Tecnico per la programmazione di Web/Mobile Applications e Internet of Things”. Già dalla fase di selezione parteciperanno aziende del settore dell’Ict. Le attività si svolgeranno nel Dipartimento di matematica e informatica in via Ospedale 72. Le domande di iscrizione devono arrivare entro il 3 luglio, la prova si svolgerà il 4 alle 10 e sarà valutata per la selezione con voto di diploma, curriculum vitae e colloquio. Saranno ammessi 25 partecipanti per ciascun percorso. L’indirizzo del bando: http://dipartimenti.unica.it/matematicaeinformatica/files/2017/06/114.Bando-WTA-e-IOT.pdf.
 
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 16 giugno 2017 / Primo piano - Pagina 2
Debole ripresa economica nel 2016 con il Pil che cresce dello 0,4%
L’ISOLA DEI DISOCCUPATI PROVA A RIPARTIRE
L’unico settore vivace è il turismo ma più di un terzo dei giovani non ha lavoro
di Umberto Aime
CAGLIARISe tutti i sardi sapessero che cos’è il Pil e poi a ciascuno fosse annunciato che dal 2015 al 2016 è cresciuto dello 0,4 per cento, forse tutt’insieme organizzerebbero chissà quale pirotecnica festa di ringraziamento. Ma quelle tre lettere che stanno per Prodotto interno lordo, banalizzando è il fatturato di un territorio, sono importanti e sacrosante solo per gli economisti, la gente comune è molto più spiccia. Così per accontentare subito i primi: l’anno scorso la Sardegna ha cominciato a uscire dalle secche della grande crisi e a vedere uno spiraglio di luce. Lentamente, ma l’economia almeno ha ripreso a risalire dopo aver perso dal 2007 in poi, uno dopo l’altro, 11 punti in percentuale di Pil e ancora un altro 0,4 nel 2015. Per fortuna - com’è scritto nel rapporto annuale della sede regionale della Banca d’Italia - l’anno scorso c’è stato lo scatto in avanti e qualcosa la Sardegna ha recuperato. Lo 0,4 per cento non sarà molto, ma se si seguono le parole del direttore della banca delle banche, Luigi Bettoni, «c’è stata una crescita seppure a tassi modesti». Scritto del sussulto, forse i comuni mortali potrebbero essere più interessati ad altri numeri del report numero 20. Purtroppo non sono buoni, perché riguardano il lavoro. Il contenuto di una delle tabelle, sono cinquanta in tutto, fa male quanto cadere dalle scale a peso morto e pestare la schiena su tutti i gradini: oltre la metà dei giovani nella fascia 15-24 anni è disoccupato e solo il 10 per cento ha un posto di lavoro non sempre fisso, spesso precario o autonomo, ma qualcosa riesce a portarla a casa. La disoccupazione giovanile è il problema dei problemi, in Sardegna, anche per la Banca d’Italia. Se serve un’altra prova schiacciante, eccola: dai 25 ai 34 anni, gli occupati salgono è vero fino al 47,6 per cento, ma resiste uno zoccolo duro di disoccupazione che sfiora i 30 punti, mentre nel periodo pre-crisi, fino al 2006, era del 15,8. «Nel 2016 - ha detto Bettoni - il mercato del lavoro s’è fermato dopo l’aumento registrato nel biennio precedente, con una diminuzione sia del numero degli occupati sia delle ore lavorate». Per poi entrare nel dettaglio: «C’è stato un calo dei lavoratori autonomi e anche tra i dipendenti a tempo indeterminato per via della riduzione degli sgravi nei contributi alle aziende rispetto al 2015. Però nel complesso il tasso assoluto di disoccupazione è rimasto stabile, intorno al 17 per cento, ma è aumentata la quota dei disoccupati di lunga durata, cioè chi cerca un impiego da più di 12 mesi». La debolezza del mercato del lavoro - è scritto in un altro passaggio della relazione - «ha influito sui giudizi delle famiglie sarde sulla percezione della loro condizione economica: resta buona, ma in calo, anche se dimostrano fiducia e i consumi sono di nuovo in crescita». Se, a questo punto, fosse possibile un salto triplo dal sentire comune a quello più specialistico degli economisti, potrebbero starci bene le cifre sullo stato dell’economia in Sardegna. Le tabelle della Banca d’Italia, come quelle recenti pubblicate dal centro di ricerche universitario Crenos, confermano che in Sardegna a prendere quota nel fatturato è stato solo il turismo. Nella classifica regionale del Prodotto interno lordo, l’agricoltura è scesa del 2 per cento, il commercio del 4, l’industria è crollata dell’11 e le costruzioni sono andate a picco: meno 14,7. Nella successiva, quella sul numero delle imprese attive per ogni settore, è invece proprio il commercio a prendersi la rivincita: sale al primo posto con 39mila aziende, davanti all’agricoltura, 34mila, alle costruzioni, quasi 20mila, e alle 12mila dei «servizi alloggio e ristorazione». Nel report manca un capitolo dedicato alle zone interne, ma il direttore Bettoni ha confermato «che a difendersi meglio - come si sapeva - sono i Comuni costieri, mentre quelli centrali continuano a essere stritolati dalla crisi sociale ed economica, dallo spopolamento e dall’emigrazione dei giovani». Però c’è sempre il Pil con cui consolarsi: è comunque aumentato e per gli appassionati dei numeri assoluti quello della Sardegna, nel 2015, è stato di 32 miliardi e 61 milioni. Vuol che da un anno all’altro i sardi hanno prodotto 128 milioni in più. Non è molto, ma può valere una festicciola in casa.

 
LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 16 giugno 2017 / Primo piano - Pagina 2 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA

4 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 16 giugno 2017 / Primo piano - Pagina 3
Michele Carrus (Cgil): «Appalti pubblici veloci e in grado di creare occupazione»
Alberto Scanu (Confindustria): «Puntare sulla scuola e sulla tecnologia digitale»
LE RICETTE PER LA RINASCITA: INVESTIMENTI E ISTRUZIONE
di Claudio Zoccheddu
SASSARILa timida ripresa del Pil sardo non può tranquillizzare nessuno. L’economia non riparte e tutti i settori produttivi (a eccezione del turismo) producono dati che preoccupano i sindacalisti e gli industriali. Il rapporto della Banca d’Italia ha fotografato un’isola che non riesce a scrollarsi di dosso la crisi economica e che perde terreno nei confronti di molte altre regioni. Secondo Michele Carrus, segretario regionale della Cgil, anche le note positive, per quanto quasi insignificanti, devono essere contestualizzate: «Il dato che segna la ripresa è comunque inferiore a quello nazionale e le stime per il futuro non possono che essere comprese negli stessi limiti. il Pil nazionale crescerà dell’1,4 per cento mentre quello sardo rimarrà staccato aumentando il divario che già ci separa con alcune zone d’Italia». Tra le ricette che garantirebbero la rinascita Carrus ne sceglie una in particolare: «La Sardegna potrà pensare di rinascere solo se ripartirà la spesa per gli appalti pubblici che devono garantire la manutenzione del territorio e la soluzione del problema dei trasporti, interni ma anche verso l’esterno. Certo, il ritardo nell’approvazione della legge di bilancio e il nuovo codice degli appalti non hanno aiutato». Per velocizzare i procedimenti servirebbe una task force: «Che affianchi gli enti locali, ormai incapaci di pianificare per colpa dell’esiguità delle risorse disponibili, e che sia in grado di tradurre velocemente i progetti in appalti». La svolta occupazionale potrebbe arrivare anche dall’agricoltura «ma dobbiamo continuare a investire» e nelle nuove forme produttive «come la blue economy, le biotecnologie e la chimica verde» ma anche «cancellando la contrapposizione tra l’industria e l’agricoltura perché alla Sardegna serve la capacità di trasformazione». Carrus, poi, pensa alla disoccupazione giovanile: «Dobbiamo investire sulla formazione e seguire l’esempio delle start-up che però, secondo me, devono essere derivazioni dei centri di ricerca». C’è poi la questione del rapporto con le istituzioni: «La Sardegna deve reclamare le misure di sostegno che ci spettano allo Stato e all’Unione europea». Alberto Scanu, presidente di Confindustria Sardegna, parte dal divario con il resto della nazione: «Il rapporto della Banca d’Italia ha confermato come la Sardegna faccia parte del Sud Italia anche dal punto di vista economico. La timida ripresa non mi tranquillizza». Scanu, poi, entra nel dettaglio: «Non si può pensare di rinascere con un ricetta per ogni settore, serve una strategia d’insieme. Poi, pensare che l’industria manifatturiera sia finita è un altro errore». Il rilancio, secondo il presidente di Confindustria, passa obbligatoriamente dalla tecnologia digitale: «L’industria 4.0 può essere applicata a qualsiasi settore produttivo e la Sardegna dovrebbe sfruttare la tradizione che vanta nel campo della tecnologia investendo nella formazione di nuove competenze». Secondo Alberto Scanu l’istruzione rimane un campo fondamentale anche per la crescita occupazionale nell’isola: «Purtroppo abbiamo una bassissima percentuale di laureati e, al contrario, un’alta percentuale di ragazzi che abbandonano gli studi. Anche la disoccupazione giovanile è preoccupante ma abbiamo le capacità per invertire questa tendenza e le università sono i luoghi ideali in cui affrontare e risolvere questi problemi».
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA

5 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 16 giugno 2017 / Pagina 22 - Agenda
UNIVERSITÁ
Crisi bancarie, come gestirle
Il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Sassari, in collaborazione con quello di Perugia, ha organizzato nell’Aula Magna dell’Ateneo, oggi e domani, il convegno dal titolo "La gestione delle crisi bancarie. Strumenti, processi, implicazioni nei rapporti con la clientela", momento conclusivo di un progetto di ricerca avviato dalle due Università. Dopo il saluto del rettore Massimo Carpinelli e le presentazioni dei responsabili del progetto di ricerca Vincenzo Troiano e Giovanni Maria Uda, i lavori vedranno la partecipazione in qualità di relatori di alcuni tra i massimi esperti in materia, come Francesco Capriglione, iRainer Masera, Guido Alpa, e di esponenti delle istituzioni come l’avvocato generale della Banca d’Italia . Marino Perassi. Il tema è di grande attualità in considerazione delle difficoltà in cui attualmente versano numerose istituzioni bancarie, alcune delle quali, anche di rilevanti dimensioni, sono incorse in situazioni di dissesto nell’ultimo biennio.
 
  

LA NUOVA SARDEGNA
6 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 16 giugno 2017 / Economia - Pagina 17

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