Venerdì 9 giugno 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 giugno 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 9 giugno 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
La classifica
Atenei, tra i migliori quattro italiani
ROMA Quattro università italiane tra le prime duecento al mondo. E per la prima volta, anche la Scuola Normale Superiore di Pisa e la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa entrano in una delle più note classifiche internazionali, il QS World University Rankings , entrambe al 192°.
Le italiane sono il Politecnico di Milano (170° posto), Università di Bologna (188esima) e poi le due scuole universitarie di Pisa. Al vertice della classifica quattro università americane e al primo posto si afferma per il sesto anno consecutivo il Massachussett Institute of Technology (Mit). Mantengono il secondo e terzo posto Stanford e Harvard, mentre il California Institute of Technology (Caltech) sale al quarto posto.
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 9 giugno 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Lo spot dei ragazzi del Bacaredda contro la piaga degli incendi
Uno spot sull'uso illecito e criminoso del fuoco, costruito e girato da giovani studenti delle scuole superiori, per sensibilizzare su un tema importante e attuale per l'Isola. Oggi nella sala consiliare del Municipio di via Roma dodici ragazzi dell'Istituto Bacaredda presenteranno il filmato da loro stessi realizzato nell'ambito del programma “Cinema e legalità”, rassegna cinematografica di 13 incontri (andata in scena dal novembre 2016 allo scorso marzo) ai quali hanno partecipato diverse scuole e rappresentanti della città. Il progetto, finanziato dalla Regione, ha l'obiettivo di sensibilizzare sul problema della piromania e il rispetto dell'ambiente.
La conferenza stampa è in programma per le 11. Sarà proiettato il video realizzato dagli studenti, che in due minuti hanno cercato di rappresentare l'idea dell'uso criminoso del fuoco. Interverranno anche l'assessore comunale alla Pubblica istruzione Yuri Marcialis e i ragazzi dell'Ussm (l'Ufficio servizio sociale per i minorenni) che hanno collaborato al progetto.
Saranno presenti all'appuntamento la docente Elisabeth Piras Trombi Abibatu, Pier Paolo Porcu (preside dell'Istituto Bacaredda), Silvia Casacca dell'Ussm, Giampaolo Cassitta del Centro di giustizia minorile del ministero della Giustizia, e Maria Del Zompo, Rettrice dell'Università. Interverranno inoltre i registi Tore Cubeddu e Valentina Corona, che con il loro ruolo di docenti formatori durante i cineforum di “Cinema e legalità” hanno dato una mano ai ragazzi per la realizzazione dello spot.
 Laura Sau
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 9 giugno 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
ASSEMINI. Il pm affida l'incarico al Dipartimento di chimica dell'Università
Fluorsid: altre aree inquinate, via alle analisi dei consulenti
Altre due aree sulle quali sarebbero state gettate sostanze pericolose, residui delle lavorazioni industriali alla Fluorsid di Macchiareddu. È quanto trovato dagli uomini del Nucleo investigativo provinciale della Forestale negli ultimi giorni: i terreni si troverebbero non distanti dallo stabilimento finito nell'occhio del ciclone tre settimane fa, quando i ranger al comando del commissario Fabrizio Madeddu su ordine della gip Cristina Ornano hanno eseguito 7 arresti per associazione a delinquere, inquinamento e disastro ambientale a carico di dirigenti dell'azienda di Tommaso Giulini (il proprietario del Cagliari calcio però non è coinvolto nelle indagini) e dei vertici di altre ditte collegate.
LE ANALISI Nel frattempo, cristallizzato il quadro accusatorio grazie alle dichiarazioni rese da numerosi testimoni e da alcuni degli indagati, il pm Marco Cocco ha nominato la squadra di consulenti che effettuerà le analisi sulla natura dei prodotti sversati e interrati, secondo la ricostruzione investigativa, in circa 23 ettari di zona industriale. Sono componenti del Dipartimento di chimica dell'Università di Cagliari, cominceranno la settimana prossima.
 I VELENI L'individuazione dei terreni sarebbe avvenuta grazie alle indicazioni di Simone Nonnis, oggi ai domiciliari, ex dipendente della società Ineco di Armando Bollani (a sua volta sotto accusa per la stessa vicenda) che si occupava, secondo il pm, di trasportare le sostanze pericolose. I veleni dovevano essere trattati per ridurne la pericolosità e invece, per risparmiare, venivano buttati in terreni privati. In un caso la Forestale ha trovato un'area di 3,5 ettari che la stessa Ineco ha dovuto bonificare fino a due metri di profondità, e solo la scorsa settimana ha scoperto una distesa di 35 mila tonnellate di fanghi acidi.
 RIESAME Presto il magistrato inquirente potrebbe sentire nuovamente alcune delle persone sotto indagine (ci sono anche Michele Lavanga, Sandro Cossu, Marcello Pitzalis, Fabrizio Caschili e Giancarlo Lecis), mentre il 22 giugno è in programma il Riesame chiesto dall'avvocato Alberto Ippolito per discutere della revoca dei domiciliari a carico di Nonnis.
 Andrea Manunza
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 9 giugno 2017 / Borsa (Pagina 12 - Edizione CA)
La ricerca bussa nei forni:
il diabete si cura col pane
Il pane buono che fa bene alla salute è di Settimo San Pietro: cotto nei tradizionali forni a legna, preparato dalla farina ottenuta dai grani Cappelli e Karalis, frumenti rigorosamente coltivati nelle aree agricole circostanti il paese e macinati, come si faceva una volta, nell'antico molino a pietra, è realizzato esclusivamente con lievito madre e opportuni tempi di lavorazione.
Si potrebbe dire niente di nuovo, almeno rispetto alle ricette dei pani tipici tradizionali della nostra regione, se non fosse che, anni di studi condotti dalle aziende ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari, insieme alle agenzie regionali Agris e Laore, hanno ormai certificato gli straordinari benefici nutrizionali e medico sanitari derivanti da un'alimentazione condotta con l'uso regolare di questo semplice quanto fondamentale nutrimento.
 GLI ESAMI Gli esiti delle analisi condotte su decine di pazienti affetti da diabete e su altri sani, alimentati esclusivamente con questo pane, dicono che favorisce una riduzione della glicemia nei pazienti con diabete e pre-diabete. I risultati clinici forniti dalla dottoressa Francesca Spanu, diabetologa dell'Aou di Cagliari, non lasciano dubbi: questo pane ha un basso indice glicemico, merito della qualità del grano e della sua lavorazione; riduce il consumo e di conseguenza anche la produzione d'insulina dal pancreas; esercita un'importante azione preventiva non soltanto a favore dei tantissimi malati di diabete2, molti dei quali non sanno neppure di essere malati, ma anche dei pazienti affetti da patologie cardiovascolari e persino tumorali.
«Lavorare sulla prevenzione medico sanitaria», fa notare Spanu, «produce benessere alle persone e uno straordinario risparmio economico per le casse del servizio sanitario pubblico», se poi il sacrificio richiesto è semplicemente mangiar bene e mangiar sano, allora prevenire diventa facile e gradevole.
Il progetto di ricerca di cui si è parlato in Casa Dessì, a Settimo San Pietro, si chiama Cereal 14/20, coordinato dal direttore scientifico Costantino Palmas, è finanziato in parte dalla Fondazione Sardegna e si avvale della consulenza tecnica di Agris e Laore per la scelta del tipo di grano e la sua coltivazione.
 I RISCHI La creazione della filiera corta del grano è importante per tante ragioni, tra le quali la messa al riparo dal rischio che deriverebbe dall'utilizzo di altri frumenti: spesso dalle proprietà incerte, provenienti da altri continenti e in viaggio da chissà quanto tempo. E per questo, spesso infestati da micotossine, di cui sono privi, invece, i frumenti coltivati e controllati nelle nostre terre. I funghi attaccano il nostro sistema immunitario e rendono il nostro intestino più esposto a disturbi e malattie.
 GLI SVILUPPI Coldiretti e Caritas hanno stipulato con Agris un protocollo d'intesa per promuovere il “ritorno alla terra”, un progetto nel solco di Cereal 14/20 attraverso il quale verranno utilizzati centinaia di ettari di terreni, localizzati in diverse zone della Sardegna, vocati alla produzione di grano e oggi inutilizzati, messi a disposizione gratuitamente da enti pubblici o privati cittadini per la coltivazione del grano da utilizzare, appunto, nella filiera corta del pane. Per questo scopo il Consiglio regionale ha approvato un emendamento alla Finanziaria proposto dal Pd Cesare Moriconi che stanzia 150 mila euro. «Non mero assistenzialismo ma utilizzo responsabile delle risorse pubbliche», spiega Moriconi, «un contributo finalizzato a sostenere ed incentivare queste buone prassi di solidarietà e ad impatto socio economico importante sul territorio, con l'impegno di verificare i risultati finali e comprendere se si tratta di una formula di successo da ampliare negli anni successivi».
 Antonio Serreli
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 9 giugno 2017 / Sport (Pagina 45 - Edizione CA)
Europei indoor da lunedì a Terramaini con 14 nazioni
Sarà Cagliari a ospitare il 5º Campionato Europeo Open di Apnea Indoor. Dal 13 al 18 giugno, prossimi l'Italia si contenderà dodici titoli continentali con altre tredici nazionali: Austria, Cipro, Croazia, Danimarca, Francia; Germania, Grecia, Repubblica Ceca, Russia, Serbia, Slovenia, Spagna e Turchia, oltre all'Ecuador, ospite fuori classifica. Tra i sedici atleti della squadra azzurra, guidata dal capo delegazione Stefano Floris, la punta di diamante è Alessia Zecchini, campionessa mondiale in carica di quattro specialità diverse.
Dal 14 giugno, dopo la cerimonia d'apertura prevista per martedì 13 alle 18 a Marina Piccola, la piscina olimpionica comunale di Terramaini ospiterà tutte le competizioni delle sei specialità: apnea statica, Speed (cento metri), Endurance (sedici vasche da cinquanta metri), ma anche apnea dinamica con monopinna, con due pinne e senza attrezzi.
Il campionato, presentato ieri dal presidente regionale della Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, Roberto Demontis, dal responsabile nazionale della disciplina dell'apnea Stefano Floris e dall'assessore allo Sport di Cagliari Yuri Marcialis, è organizzato dalla Fipsas in collaborazione con la Federazione Internazionale e il Comitato “Underwater Activities International Events”. Durante l'Europeo, Fipsas e Università di Cagliari condurranno uno studio scientifico sugli effetti dell'apnea prolungata.
 Vanna Chessa
 
 

6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 9 giugno 2017 / Spettacoli e Società (Pagina 39 - Edizione CA)
Leggendo Metropolitano Marco Lutzu e Vincenzo Santoro oggi al Civico di Castello
Nei passi di argia e taranta l'antica memoria collettiva
Memoria e oblio - temi della nuova edizione del festival cagliaritano Leggendo metropolitano - segnano i passi delle danze tradizionali. Ritmi e coreografie custodiscono l'eredità della storia collettiva, retaggio di avi contadini e pastori. Dal moto dei ballerini e dalla musica che lo accompagna, riflesso della mentalità del vivere, il tempo ha rimosso invece il senso di riti e preghiere legati in maniera sincretica alla terra.
La lettura delle due opposte tendenze - memoria e oblio, appunto - è al centro dell'incontro “La ballerina variopinta: Sardegna e Salento” che si terrà questa tasera (appuntamento alle 19,30) al Teatro di Castello. L'appuntamento sarà anche occasione per riflettere, alla luce dell'eccezionale fioritura di scuole di ballo sardo e del forte ritorno d'interesse per il patrimonio tradizionale, su prospettive di valorizzazione a fini turistici. La “Notte della Taranta”, il festival di musica popolare più famoso d'Europa su cui la politica investe massicce risorse, richiama in Puglia decine di migliaia di persone.
 SARDEGNA-SALENTO Protagonisti dello spazio l' etnomusicologo Marco Lutzu, assegnista di ricerca all'Università di Cagliari, studioso di ballo e musica sarda nelle sue espressioni contemporanee e dinamiche, e Vincenzo Santoro. Impegnato nell'organizzazione di eventi sulle musiche popolari del Sud, l'ospite pugliese è autore di saggi sulle tradizioni del Salento, la terra della pizzica e della taranta. Conduce l'incontro Piero Cannizzaro, regista di “Tradinnovazione una musica glocal. Viaggio nella musica etnica tra Salento-Sardegna e Piemonte”. Il film - che seguirà la performance degli ensemble Ballade Bois e Li Strittuli (in scena alle ore 22.30) - sarà proiettato (alle 3.30, Hostel Marina di piazza Santo Sepolcro) durante la maratona cinematografica notturna che sta accompagnando ogni notte il festival.
LA TERRA DEL RIMORSO Le riflessioni sui legami tra culture saranno anche omaggio indiretto alla memoria di Ernesto De Martino, padre della scuola antropologica cagliaritana. Il libro “La terra del rimorso” (1959) è documento della ricerca che l'équipe del professore (di cui per la prima volta fecero parte musicologo e psichiatra), compì nel Salento per studiare il tarantismo, «formazione religiosa “minore” prevalentemente contadina (…), caratterizzata dal simbolismo della Taranta che morde e avvelena, e della musica, della danza e dei colori che liberano da questo morso avvelenato».
ARGIA E TARANTA Obiettivo principale della conversazione non sarà l'excursus nella storia degli studi. «Il filo rosso - dice Lutzu - è rappresentato dall'esistenza, anche nella Sardegna del passato, di rituali di guarigione che prevedevano musica e danza». Studiato da Clara Gallini, allieva di De Martino, il parallelo sardo della taranta è su “ballu 'e s'argia”, pratica che sopravvive nel ricordo di rari testimoni. «Per guarire la vittima del morso del ragno - prosegue l'etnomusicologo - non si ricorreva a danze o forme musicali specifiche, ma a quelle diffuse e comuni. Il testo (sono documentati “i muttettus” per s'argia) era invece legato al potere terapeutico del rito».
L'IDENTITÀ La ricostruzione del ballo dell'argia è frutto dell'indagine nella memoria. Più che mai vivo invece il legame profondo con le espressioni artistiche della cultura tradizionale che, pur nella complessità, mostrano un livello di accessibilità superiore a quello della lingua. «Se alcune funzioni della musica e del ballo sono perdute - precisa Lutzu -, sopravvive la consapevolezza che ballare, suonare e cantare non significa intrattenersi o dedicarsi alla contemplazione estetica. Vuol dire entrare in rapporto con la storia e con l'identità ricca e sfaccettata delle singole comunità».
IL PUNTO DI VISTA ESTERNO La ricchezza del patrimonio tradizionale sardo, rispetto alla maggiore semplificazione che caratterizza il Salento, è anche nella percezione di Vincenzo Santoro. «Rispetto alla complessità dei repertori tradizionali e alle sue numerose espressioni, ci sono migliaia di esecutori di altissimo livello. Apprezzabile anche il legame profondo, non violato dai turisti, con le comunità. Qui - in Puglia non esiste la cattedra di etnomusicologia - si può inoltre contare sull'azione positiva dell'Università, penso al lavoro di Ignazio Macchiarella e Marco Lutzu. Il Salento sa però vendere bene il suo patrimonio. La Sardegna, se vuole, può apprendere il modello di valorizzazione».
 Manuela Arca
 
IL PROGRAMMA DI OGGI. A Cagliari
Da Hannah Monyer e Bernard Guetta
Ad Hannah Monyer, capo del dipartimento di Neurobiologia clinica della facoltà di Medicina di Heildeberg, è affidato il compito di declinare dal punto di vista scientifico il tema al centro della nona edizione di Leggendo metropolitano. Oggi alle 21 (Teatro Civico di Castello) terrà una lezione dal titolo “La memoria geniale”, ispirata alle sue ricerche sui meccanismi cellulari alla base dell'apprendimento.
Della memoria tra competenze e tecnologie si parlerà alle 18, Teatro di Castello. Protagonisti Roberto Cubelli e Franco Lorenzoni. Conduce Andrea Gavosto. Alle 18.30 (Giardini pubblici) spazio alla prospettiva letteraria. Adriano Favole e Caterina Soffici parleranno di “Storie sottratte all'oblio”. Alle 19, nello stesso spazio, toccherà a Franco Lo Piparo, docente di filosofia del linguaggio, terrà una lezione su Gramsci. Alle 20 (Galleria dei Giardini pubblici) Bernard Guetta e Bernardo Valli saranno protagonisti dell'appuntamento “Nessun testimone”. (m.a.)
 
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 9 giugno 2017 / Attualità - Pagina 14
LA CLASSIFICA
UNIVERSITÀ, QUATTRO ITALIANE AL TOP
Gli atenei si piazzano nel ranking dei primi duecento al mondo

ROMA Per la prima volta quattro università italiane sono tra le prime 200 al mondo secondo una delle più note classifiche internazionali, il QS World University Rankings: sono il Politecnico di Milano, che si posiziona al 170mo posto guadagnando 13 posizioni e confermandosi il primo ateneo italiano; segue l'Alma Mater di Bologna (188ma, sale di 20 posizioni) e per la prima volta entrano nella classifica la Scuola Superiore Sant'Anna Pisa e la Scuola Normale Superiore (entrambe al 192mo posto). «L'Italia deve essere orgogliosa», ha detto la ministra dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Valeria Fedeli, spiegando che «il nostro è un sistema accademico con molte eccellenze e realtà storiche prestigiose, è una risorsa fondamentale, un volano di crescita per il Paese. Per questo dobbiamo valorizzarlo e sostenerlo, proseguendo il percorso avviato con l'ultima Legge di Bilancio che ha incrementato il Fondo di finanziamento ordinario degli atenei, ha aumentato le risorse per il diritto allo studio e stanziato fondi per i migliori dipartimenti che potranno essere utilizzati per l'assunzione di docenti, ricercatrici e ricercatori. Ci complimentiamo con gli atenei inseriti nel ranking, ma lavoriamo per l'eccellenza complessiva delle nostre università». Al vertice della classifica Qs non mancano le novità: si trovano, infatti, per la prima volta quattro università americane e al primo posto si afferma per il sesto anno consecutivo il Massachussett Institute of Technology (Mit). Mantengono il secondo e terzo posto le università di Stanford e Harvard, mentre il California Institute of Technology (Caltech) sale al quarto posto.

 
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 9 giugno 2017 / Sardegna - Pagina 5
POLITICA REGIONALE
Nuova rete ospedaliera l'ok prima delle vacanze
CAGLIARI Se il clima è davvero cambiato e sta per ritornare la pace nel centrosinistra, stavolta a uscire dal pantano potrebbe essere anche un pezzo importante della sanità. Davanti al governatore Francesco Pigliaru, i consiglieri di maggioranza hanno preso questo impegno: «Entro fine luglio la commissione licenzierà il testo definitivo della riorganizzazione degli ospedali e prima delle ferie l'approveremo in aula». È di sicuro un miracolo, perché è proprio sui posti letto, destinati a essere spostati da un reparto all'altro, che finora il centrosinistra s'è quasi scannato. Non accadrà più, è stato l'accordo raggiunto nel secondo vertice chiarificatore in appena due giorni. La soluzione è stata trovata in questa formuletta: il Consiglio potrà mettere mano alla bozza di riorganizzazione della rete ospedaliera proposta dalla giunta, mentre finora sembrava blindata, e nel frattempo la commissione sanità - presieduta da Raimondo Perra del Psi - darà il via libera alle linee guida che permetteranno all'Asl unica, al Brotzu e alle due universitarie di preparare il piano con cui dovranno risparmiare diversi milioni. Con in più anche questa clausola, sollecitata più volte dal Partito dei sardi, «i poteri del direttore generale resteranno tecnici e non ci potranno essere scorciatoie perché intervenga sulle prerogative del Consiglio». Una su tutte: la riorganizzazione della rete ospedaliera, appunto.Ottimismo. Pigliaru dal vertice è uscito soddisfatto: «Abbiamo fatto un importante passo in avanti e sono convinto che da questo momento inpoi anche nella sanità andremo sicuri e veloci fino al traguardo». Certezza ribadita dal presidente Perra: «Abbiamo pronto un fitto calendario di lavori e se rimarremo compatti, possiamo rispettare i tempi che ci siamo imposti». Alla prova dei fatti, le riunioni della commissione dovrebbero cominciare dalla settimana prossima, si capirà se tutti manterranno l'impegno preso. «Ci riusciremo, siamo uniti», ha detto Pietro Cocco, capogruppo del Pd.Bisturi e cesello. Non dev'essere stato semplice mettere tutti d'accordo. Per esempio sugli effetti del decreto ministeriale che detta le regole sull'apertura e la chiusura degli ospedali, i partiti hanno litigato fino all'altro giorno: cos'è cambiato? Questo: ora «quei criteri saranno applicati solo se non provocheranno danni e disservizi nell'attuale distribuzione dei posti letto», ha assicurato chi ha partecipato all'incontro. Oppure: i piccoli ospedali destinati a essere chiusi, «garantiranno comunque il servizio di pronto soccorso» e «gli interventi di chirurgia semplice, come può essere un'operazione all'appendice o alle tonsille, saranno assicurati comunque in tutte le strutture in attività grazie a equipe itineranti presenti in giorni stabiliti». E questa riorganizzazione potrebbe funzionare soprattutto perché l'assessore alla sanità Luigi Arru ha chiuso un accordo con i sindacati sulla mobilità del personale. Altri particolari sul futuro degli ospedali di La Maddalena, Tempio, Bosa e Ozieri, quelli a rischio, saranno più chiari fra qualche settimana. «Ci sono i margini per ottenere buoni risultati», è stato il commento di Pierfranco Zanchetta, Upc e Augusto Cherchi, Pds.In pillole. La bozza approvata ormai molti mesi fa dalla giunta prevede: i posti letto da 5.901 scenderanno a 5.790, con un taglio di 111. Gli ospedali di riferimento regionale saranno due: il Brotzu, a Cagliari, e quello Universitario a Sassari. Sempre nell'area del Nord-Ovest, il Civile di Alghero avrà il pronto soccorso, dovranno essere convertiti in «strutture extraospedaliere» il Marino, ad Alghero, e il Segni a Ozieri. In Gallura, l'ospedale del territorio sarà il Giovanni Paolo II, Olbia, da riconvertire Tempio, mentre La Maddalena resterà aperto come struttura di area disagiata. Nel Nuorese, a far da guida sarà il San Francesco, lo Zonchello diventerà «presidio per la riabilitazione» e Sorgono «presidio di area disagiata». È la stessa qualifica prevista per Lanusei, mentre nell'Oristanese sarà capofila il San Martino, da «riconvertire» Bosa. Infine nel Cagliaritano, intorno al Brotzu ruoteranno sette ospedali, con Isili però ancora a rischio.


 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 9 giugno 2017 / Lettere e commenti - Pagina 33
I prodotti omeopatici?
Solo acqua e zucchero
L’INTERVENTO di Matteo Floris, Ricercatore di Genetica all'Università di Sassari
 La morte del bambino curato con farmaci omeopatici non sarà stata inutile se si aprirà una riflessione seria sull'omeopatia. L'intervento di Eugenia Tognotti ha cominciato a farlo, richiamando una realtà al centro di varie iniziative di scettici e razionalisti che dimostrano pubblicamente come i rimedi omeopatici non siano altro che pure e semplici pillole di zucchero. È memorabile la performance del brillante e autorevole James Rendi, noto agli appassionati di arti magiche per aver smascherato il sedicente sensitivo israeliano Uri Geller (quello del famoso trucco delle posate piegate con la forza del pensiero), all'inizio di una conferenza pubblica tenuta nel 2007 ingurgitò un intero barattolo di pillole senza dire di che si trattasse. Al termine del suo intervento, suscitò una fragorosa risata rivelando che si trattava di sonniferi omeopatici. Basterebbe questo episodio per concludere che in quel caso l'effetto di induzione del sonno era paragonabile a quello che si può ottenere bevendo un bel bicchiere d'acqua fresca.Ma aldilà della facile ironia, l'equivalenza tra prodotti omeopatici e acqua è chimicamente fondato. Il processo di diluizione con cui sono preparati gli omeopatici è così spinto che nel prodotto finale non rimane alcuna traccia delle eventuali molecole bioattive di partenza. A titolo di esempio, la scheda informativa di un noto prodotto per la prevenzione e la cura delle sindromi influenzali - commercializzato dalla multinazionale leader del settore - riporta esplicitamente che 1 grammo di prodotto è stato ottenuto diluendo 1 a 100 per ben 200 volte il "principio attivo", e unendo il risultato ad 1 grammo di zuccheri. In sintesi, il consumatore ignaro finisce per curarsi assumendo zucchero pagato a peso d'oro, pur nella convinzione che questo sia efficace.I sostenitori dell'omeopatia talvolta ribattono che si, è vero, probabilmente il prodotto acquistato non contiene più tracce delle molecole "curative", ma ne conserverebbe "la memoria". Non è difficile controbattere che questa affermazione non ha alcun fondamento scientifico.Eppure, anche di fronte all'assenza di evidenze sperimentali rigorose e serie, in tanti curano i propri figli e addirittura i propri animali con questi medicamenti alternativi, giustificandosi col fatto che "l'omeopatia ha funzionato in tanti casi". Ma è vero che funziona? In realtà, gli omeopatici hanno successo perché sempre "per caso" si può guarire di influenza velocemente in maniera spontanea e senza postumi, o addirittura non si contrae il virus influenzale, e così via. Così, sfruttando la casualità, i produttori di omeopatici vendono eventi che si verificheranno in ogni caso, nel silenzio generale. A meno che, come nel caso del bambino morto pochi giorni fa, non vi siano complicazioni serie che portino finalmente in evidenza questa stortura. Per fortuna il fenomeno dell'omeopatia sembrerebbe subire un forte ridimensionamento. Infatti il 10 aprile, in occasione della giornata mondiale delle cure omeopatiche, l'Ansa ha informato che per la prima volta si è registrato un drastico calo del consumo di questi prodotti in Italia, in cui il fatturato rimane comunque importante (quasi 300 milioni di euro nel 2016). Nonostante le imprese del settore parlino di un calo fisiologico, ulteriori riduzioni sono previste nel prossimo futuro, per una stretta sulle autorizzazioni all'immissione in commercio. Per spiegare il successo di queste cure alternative si potrebbe facilmente scomodare la cronica mancanza di cultura scientifica nell'italiano medio. Sono circa 8 milioni gli italiani che acquistano omeopatici: la promozione della cultura scientifica in Italia, vero e definitivo antidoto a questo successo, è un processo che richiede tempo; nell'immediato, l'auspicio è che il ministero della Salute non commetta l'errore di concedere proroghe deleterie al previsto iter del rinnovo delle autorizzazioni.
 
 
 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 9 giugno 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 37
La neuroscienziata Hannah Monyer oggi ospite del festival
Lezione sugli straordinari meccanismi del nostro cervello
"LA MEMORIA GENIALE"
Come ricordiamo, perché dimentichiamo
di Alessandra Pigliaru
CAGLIARI «La memoria non esiste per nascondere il vissuto dentro ai suoi "cassetti" e per tenerlo lì, bensì per rielaborarlo costantemente e quindi renderlo utile per il futuro». È ciò di cui sono convinti Hannah Monyer e Martin Gassman, neuroscienziata lei e filosofo lui, autori di un volume rivolto ad addetti ai lavori e non. Lo stile utilizzato in "La memoria geniale. Come ricordiamo. Perché dimentichiamo" (Rizzoli, 380 pagine, euro 20, traduzione di Manuela Carozzi) è infatti fruibile, esito di una collaborazione cominciata all'Università di Heidelberg e condotta poi negli anni tra ricerca di base e scienze umane. Hannah Monyer, vincitrice del prestigioso premio Leibniz nel 2014, questa sera a Cagliari (alle 21.00, al Teatro Civico di Castello) nell'ambito del festival Leggendo Metropolitano, terrà una lezione sul funzionamento e gli straordinari meccanismi della memoria. «Mi occupo da più di trent'anni del tema - racconta la neuroscienziata raggiunta per qualche domanda -; tutto ha avuto inizio con la mia tesi di dottorato, dedicata a La ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. Da allora l'approccio interdisciplinare non mi ha mai abbandonata. Trovo cruciale la contaminazione tra vari punti di vista, le fonti, i diari, le corrispondenze, capire di quali idee fosse a conoscenza l'autore. Con Martin Gassman, filosofo versatile e curioso, abbiamo pensato di scrivere il libro per fare il punto su alcune questioni, già trattate precedentemente in un articolo firmato a quattro mani». Quali sono le ragioni che vi hanno spinto a scrivere proprio adesso un libro così? Avete forse intravisto una urgenza del presente?«Insieme alla passione per la memoria c'è l'avanzare di malattie come l'Alzheimer che ci fanno capire che con la memoria si perde tutta la propria personalità. Tutto ciò che ci rende chi siamo e cosa vogliamo diventare dipende dalla capacità di avere ancora delle prospettive sul passato e sul futuro. La possibilità di utilizzare una lettura che attraversi le varie rappresentazioni di un concetto ci è sembrata fondamentale oltre che utile per leggere quello che sta capitando. Bisogna capire i contesti storici, politici e sociali entro cui i vari concetti assumono significati diversi. Malattie comprese». Non più un deposito di vissuti ma una connessione dinamica e in costante trasformazione?«Da circa vent'anni la ricerca si concentra sull'osservazione delle connessioni più complesse, sperimentando l'interazione tra prestazioni specifiche e reti neuronali. Questo consente di pensare alla memoria non più come una sorta di "magazzino" in cui mantenere i ricordi. L'idea è che dobbiamo invertire la comune concezione della memoria, rivoluzionarla. Il suo ruolo principale consiste infatti nel programmare la vita, è una facoltà posseduta dall'essere umano che ci permette di gestire compiti complessi e costantemente mutevoli».Voi legate la memoria al futuro, alla capacità di progettare in avanti. In che modo si lega al desiderio?«Nei nostri esperimenti (con i topi, ndr) abbiamo verificato che, nonostante l'immobilità del corpo, le cellule che da lì a pochi istanti si attiveranno, in realtà lo sono già. C'è una proiezione in avanti. Possiamo utilizzare molte parole per spiegare questa evidenza laboratoriale, tuttavia di ciò che accade siamo certi. Nel desiderio invece intervengono altre strutture del cervello, tutte umane. Potremmo avanzare delle ipotesi ma si tratterebbe di una speculazione complicata».I "falsi ricordi" non sono mai casuali né innocui. Quando sono praticabili e quando invece determinano dei rischi nella costruzione di una realtà parallela?«Ciò che ricordiamo non aderisce mai a quel che è accaduto, assume la fisionomia di qualcosa di già mutato e collocabile nel nuovo contesto presente. C'è una funzione positiva ed efficace dei falsi ricordi, per esempio in alcune terapie, quindi in uno scenario di cura, quando per esempio il vissuto è troppo doloroso da sostenere. Questo ce lo dice già la psicologia, ma il vero punto di novità, di cui parliamo nel libro, è l'evidenza sperimentale che proviene dalla ricerca di base. Il cervello, lo sappiamo, tende a completare ciò che gli risulta, cerca di dare un senso al mondo non solo da un punto di vista cognitivo ma anche incosciente, non volontario. Riguardo i ricordi, il pericolo può certo provenire dall'esagerazione o in situazioni specifiche che dipendono dal ricordo di qualcuno». La memoria si può migliorare tecnicamente fino a farla diventare, come in molti auspicano, simile a quella di una macchina? «Al momento sappiamo cosa possiamo evitare per fare in modo di aumentare la capacità della nostra memoria: una vita sregolata. E tutto ciò che nel senso comune non ci conduce a dormire bene, fare una buona attività fisica e via di seguito. La sensibilità della nostra memoria tuttavia, la sua creatività, non può essere imitabile da un robot. C'è sempre qualcosa che sfugge. Interrogandoci in generale sulla nostra relazione con la tecnologia, oggi non abbiamo più bisogno di memorizzare i numeri di telefono della rubrica del nostro cellulare, c'è uno strumento che lo fa per noi. Questo può essere un bene, ci è utile. E mentre non abbiamo più bisogno di memorizzare quei dati, possiamo liberare il tempo per esercitarci in altro, quello a cui scegliamo di dedicarci. Quando non si muove più il corpo, i muscoli si atrofizzano; altrettanto succede alle cellule del nostro cervello, le sinapsi si devono utilizzare».

 
IL PROGRAMMA DI STASERA
Guetta e Valli sulle fake news di guerra
Il programma della seconda giornata di Leggendo Metropolitano prevede oggi, alle 21 al Teatro Civico di Castello, un incontro con la neuroscienziata Hannah Monyer, Premio Leibniz, direttrice del Dipartimento di neurologia clinica all'Università di Heidelberg e autrice de "La memoria geniale. Come ricordiamo, perché dimentichiamo" (Rizzoli), che introduce il pubblico al funzionamento e agli straordinari meccanismi della memoria.Tra gli altri appuntamenti, alle 20 nella Galleria Giardini Pubblici l'incontro con due grandi giornalisti e inviati, Bernard Guetta e Bernardo Valli, che, intervistati dall'editorialista dell'Espresso Gigi Riva, si confrontano sul tema dell'oblio, in uno scenario, quello delle guerre attuali, dove se i giornalisti sono esclusi dai campi di battaglia emergono solo le verità imposte dagli uffici di propaganda e le fake news diventano realtà. A scavare nelle fake news tramandate come storia è invece il linguista Franco Lo Piparo, che rilegge la biografia di Antonio Gramsci alla ricerca delle troppe post-verità sul conto dell'autore dei "Quaderni". Appuntamento alle 19 in viale dei Giardini Pubblici.
 
 

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