Venerdì 19 maggio 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 maggio 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 maggio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
SANITÀ. Oggi e domani congresso medico internazionale
Disfunzioni neurogene, pediatri a confronto

Si parlerà di Disfunzioni neurogene in pediatria nel congresso in programma oggi e domani, dalle 8,30, all’Hotel Regina Margherita. Il corso internazionale “Pediatric and young adults bladder & bowel days” è curato da Giuseppe Masnata con alcuni dei principali esperti della materia. Tra questi, i luminari del Bambin Gesù di Roma, Giovanni Mosiello e Mario De Gennaro. Ai lavori prende parte anche la rettrice, Maria Del Zompo.
IL TEMA «Il corso fornisce una panoramica sulla disfunzione neurogena vescicale e intestinale e uno sguardo approfondito sulle tendenze attuali nella gestione di vescica e intestino nei bambini e nei giovani adulti affetti da spina bifida e lesioni del midollo spinale» spiega Masnata (presidente regionale della Società italiana pediatria). Il corso - previsti 13 crediti Ecm per medici, infermiere professionale e pediatrico, terapista della riabilitazione - dà un aggiornamento nella cura medica e chirurgica della continenza e si soffermerà sull’importanza dell’irrigazione trans anale e sulla gestione farmacologica dell’iperattività neurogena del muscolo detrusore. Il gruppo target è composto principalmente da pediatri, urologi pediatrici, chirurghi pediatrici, urologi, fisiatri, infermieri, terapisti e l’insieme delle figure sanitarie professionali coinvolte nella cura dei pazienti con vescica e intestino neurogeno. Il corso dà anche l’opportunità ai professionisti e alle famiglie di confrontarsi sul rapporto cure/qualità di vita.
RELATORI Nutrita e qualificata la presenza dei principali specialisti isolani. Tra questi, Luigi Mascia, Maurizio Zanda, Ambra Iuculano, Mauro Frongia, Vassilios Fanos, Antonello Pani, Michele Boero, Grazia Bitti, Pietro Braina e Giangiorgio Crisponi.
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 maggio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Ricordo di Falcone e Borsellino:
studenti in diretta Rai da Palermo
Voleranno a Palermo per le manifestazioni in onore dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, partecipando anche alla diretta da via D’Amelio di martedì prossimo condotta da Fabio Fazio in ricordo dei due magistrati uccisi dalla mafia. Un gruppo di studenti del dipartimento di Giurisprudenza è stato invitato dalla Fondazione Giovanni Falcone dopo aver partecipato a un progetto - coordinato dalla Cattedra di diritto processuale dell’Università - sul confronto tra la criminalità mafiosa e vecchia anonima sequestri.
E ieri pomeriggio, nella biblioteca Aldo Marongiu del Palazzo di Giustizia, si è tenuto un convegno organizzato dal Dipartimento a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche l’ex magistrato Ettore Angioni (pm al processo sulla Superanonima), Luigi Concas (difensore di molti sequestratori), Francesco Sette (il giudice che presiedette il maxi-processo) e il professore Leonardo Filippi. Partiranno a Palermo gli studenti Giorgia Oppo, Gemma Pilia, Michela Tangianu, Eleonora Dessì, Daniela Schirra, Federica Balconi, Erica Brau e il cultore della materia di diritto processuale penale, Raffaella Atzori. «Ci siamo dedicati», hanno spiegato gli studenti, «allo studio dell’anonima sequestri analizzando la genesi, le caratteristiche e il confronto con il fenomeno della mafia siciliana».
Francesco Pinna
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 maggio 2017 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
LAVORI A CAGLIARI
Piazza Yenne e il campus, come cambia il capoluogo

Iniziati i lavori di sistemazione della piazza Yenne. «Tornerà alla visione che ne avevano i cagliaritani a inizio ’900: uno spazio interamente pedonale, porta d’accesso alla città fortificata e crocevia di una grande passeggiata cittadina da Stampace fino a San Benedetto», dice il presidente della Commissione urbanistica Matteo Lecis Cocco-Ortu. Il cantiere sarà chiuso fra due-tre settimane. Via i gazebo di bar e ristoranti, spazi definiti per ogni concessionario.
Siglata la convenzione fra Ersu e Comune di Cagliari per la costruzione del campus universitario di viale La Playa. Sorgerà un caseggiato da 50 posti letto. Inizio dei lavori entro il 2017 anche se, vista la lunga gestazione del progetto, il presidente dell’Ersu preferisce non sbilanciarsi con le date. MATTA, ZASSO ALLE PAGINE 15, 18
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
VIALE LA PLAYA. Ora serve il via libera ai lavori. L’assessora Ghirra: daremo priorità assoluta
PRIMO OK AL CAMPUS UNIVERSITARIO
Ersu e Comune siglano la convenzione: previsti 50 posti letto

Ersu e Comune hanno siglato la convenzione per il campus di viale La Playa. È l’ennesima svolta in questa complicata vicenda e nessuno vuole sbilanciarsi con le date, perché troppe volte le previsioni non si sono rivelate veritiere. Però la doppia firma apposta mercoledì da Comune ed Ente regionale per il diritto allo studio universitario getta le basi concrete per la realizzazione del campus da 50 posti letto per gli studenti. La volontà politica di arrivare a un accordo tra Comune, Ersu, Regione e Università era nota, ma è servito del tempo perché ogni aspetto tecnico fosse definito.
ORA IL CONTRATTO «Quello appena siglato è un atto fondamentale in questa procedura perché stabilisce gli impegni reciproci e gli oneri tra il Comune e l’ente appaltante», spiega Antonio Luca Funedda, presidente del cda dell’Ersu, «la convenzione era uno degli scogli più importanti sotto il profilo tecnico, con due amministrazioni pubbliche che hanno il dovere di agire nel modo più corretto e sicuro possibile». Ora che la firma è arrivata, l’Ersu dovrà chiedere all’amministrazione cittadina il permesso per costruire il primo lotto. «Daremo priorità assoluta alla pratica, così come facciamo per le più importanti opere pubbliche», assicura Francesca Ghirra, assessora all’Urbanistica, «ci sono dei tempi da rispettare per concedere il via libera ma faremo il possibile per ridurli, e se tutto sarà presentato così come è stato concordato non ci saranno problemi». Con quel documento in mano l’Ersu potrà firmare il contratto con la Pellegrini, società che si è aggiudicata l’appalto. «A quel punto loro dovranno completare la progettazione esecutiva», spiega il numero uno dell’Ersu, «poi ci saranno tutte le verifiche e finalmente il cantiere potrà essere avviato».
IL PROGRAMMA Il crono-programma prevede l’inizio dei lavori entro il 2017, ma vista la lunga gestazione del progetto il presidente Funedda preferisce non sbilanciarsi con le date. «Quella sul campus è stata una delle nostre prime delibere nel 2011», ricorda a sua volta Ghirra, «ora si è finalmente arrivati alla convenzione, che prevede cinque anni per il primo lotto. Ma potrebbe essere tutto pronto per il 2020». La firma di mercoledì non è il fischio d’inizio, ma almeno sono state definite tutte le regole del gioco e i compiti delle due squadre. «Sono contenta sia stata firmata la convenzione, è un ottimo risultato per la città: un intervento che attendevamo da anni», conclude la titolare dell’Urbanistica, «auspico vengano rispettati i tempi per dare finalmente risposte ai tanti universitari che cercano spazio in città».
Marcello Zasso
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 maggio 2017 / Provincia Medio Camp (Pagina 27 - Edizione CA)
SAMASSI. Intesa con Regione
C’è il via libera sui centri storici in terra cruda

Architettura sostenibile e uso di materiali ecosostenibili e tradizionali. È il tema del protocollo d’intesa firmato, giovedì, a Casa Pittau a Samassi, tra la Regione e l’associazione “Città della Terra cruda”. L’Università di Cagliari, attraverso il Dipartimento di architettura, sarà l’interlocutore privilegiato per la definizione e l’attuazione di un programma che promuova i temi dell’architettura in terra cruda. «Per la Sardegna le costruzioni in terra cruda rappresentano una componente del patrimonio identitario, in quanto sono diffuse in vaste aree del territorio regionale, in particolare nel Campidano di Oristano e Cagliari, nel Sarrabus e nel Cixerri», afferma l’assessore regionale dell’Urbanistica Cristiano Erriu, che ha firmato il protocollo insieme al presidente dell’Associazione Città della Terra cruda e sindaco di Samassi, Enrico Pusceddu.
Nel mondo sono un centinaio i Comuni che ancora preservano un riconoscibile centro storico costruito in terra cruda: 35 di essi sono in Sardegna, un’altra decina sono sparsi nella Penisola. «Una parte di questi centri storici versa in stato di abbandono, pertanto è necessario intervenire al più presto con lavori di manutenzione straordinaria e interventi di recupero finalizzato al riuso sia residenziale che produttivo, come peraltro è previsto dal Piano paesaggistico regionale», ha aggiunto Erriu. «L’obiettivo comune è non soltanto quello della promozione dei materiali tradizionali ma anche la valorizzazione e la riscoperta di saperi e culture connesse all’utilizzo dei prodotti e delle tecniche costruttive locali».
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 maggio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
SEMINARIO AL DETTORI Oggi alle 17.30 si terrà al liceo Dettori un seminario di studi in ricordo di Marcella Bonello, docente di storia romana dell’ateneo cagliaritano, scomparsa due anni fa. L’associazione italiana di cultura classica, organizzatrice del seminario, ha invitato per gli interventi: Roberto Pianta, dirigente scolastico del Dettori, Rossana Martorelli, presidente della facoltà degli studi umanistici, Antonio Maria Corda e Piergiorgio Floris dell’università di Cagliari, Antonio Ibba dell’ateneo sassarese e l’archeologo Mauro Dadea. Presenta Mariella Nuvoli, presidente dell’associazione italiana di cultura classica e coordina la docente del liceo Dettori Fatima Carta.
(m.p.)
 
 

6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 maggio 2017 / Provincia di Sassari (Pagina 36 - Edizione CA)
SASSARI. Cambia nome: si chiamerà “Smac” e accoglierà le pazienti I manager
Aou alle donne: avanti sulla Breast unit
Si chiamerà “Smac”, sinonimo di bacio. Un bacio che sostituirà l’innominata Breast Unit, il centro per i tumori al seno. Le tante donne che c’erano ieri sera, davanti a manager dell’azienda mista ospedaliera e camici, in direzione generale, sono andate via per una volta rassicurate ma sempre decise a vigilare, dopo tante delusioni. Certo, non di Breast si parla, ma comunque di un Centro multidisciplinare di senologia, che non lasci sola una donna che si ritrova in un percorso che non avrebbe mai voluto affrontare. La conquista più importante, ieri, è stata un numero verde, una sorta di Cup, di centro di prenotazione dedicato a chi è già paziente. «Significa smettere di fare le trottole - dice una paziente - significa avere una persona che si occupa solo di questa patologia, che in pochi minuti cerca, controlla, fissa l’appuntamento e ti richiama. Un alleggerimento non da poco anche per il Cup stesso».
LOGISTICA Per i locali si dovrà aspettare: i tempi, lì, si dilatano. Ma con un po’ di buona volontà, in una quarantina di giorni potrebbero essere pronti. I soldi ci sono, hanno assicurato ieri i vertici dell’Aou. «Fa piacere saperlo - commenta un’altra paziente - le associazioni non devono sostituirsi allo Stato, devono essere soltanto di supporto, ma nell’emergenza, non certo nella quotidianità. Per acquistare arredi e poltrone per i pazienti oncologici non si devono organizzare gran galà».
PALLIATIVI Soddisfatte ma con prudenza. Per le pazienti della Breast mancata, sino a ieri non era cambiato nulla. E molte di loro nemmeno credevano al decreto del 17 febbraio, che istituiva un Centro “provvisorio e strumentale”. «Quello che è successo - dicono - è stata solo l’individuazione delle due stanze alle cliniche e, finalmente, il concorso bandito per prendere un’altra farmacista». Piccoli passi.
BUONE NOTIZIE Fino a quando non ci sarà l’atto aziendale, cioè il piano di riordino della sanità regionale, le bocce si muoveranno a rilento, e gli addetti ai lavori lo sanno bene. Fra una proroga e l’altra si corre il rischio di arrivare a settembre. Tutto starà all’abilità dei vertici Aou di razionalizzare, prima che tagliare. Anche perché la Sardegna, con questa politica, è diventata la triste detentrice della mobilità ospedaliera passiva: vuol dire che i sardi volano altrove, per farsi curare. Ma nessuno viene in Sardegna. Qui, nella mobilità attiva, siamo gli ultimi.
Patrizia Canu
 
 

7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 maggio 2017 / Cultura (Pagina 38 - Edizione CA)
IL LIBRO
L’ultimo lavoro di Giacomo Mameli “Come figlie”
Le vite di badanti 
Ci sono libri che non si finisce di leggere perché, arrivati all’ultima pagina, le storie raccontate continuano a scavare l’anima. Tanto sono forti, commoventi. Poche righe: «Siamo in mezzo al mare. Mi vengono in mente pensieri terribili (...) mi immagino in un’aula dell’università, penso alla poesia “Il volo di Mohammed”. Ripeto alcuni versi nella mia memoria, non posso parlare. E come se leggessi, piano, piano. Mi consola pensare in poesia». È la voce di Feimata, una giovane eritrea, laureata in Lettere all’Asmara, costretta a fuggire dal suo paese per ragioni politiche, dopo una notte di violenze contro la sua famiglia. Pensieri intimi di chi è salito su un barcone con la sola speranza di arrivare in un’altra terra. E cominciare un’altra vita. Per lei, i versi di Hamid Barole Abdu sono davvero il corrimano a cui aggrappare un cuore gelato dal terrore. Anche Maricica allontana i brutti ricordi cullandosi con le rime “Il cuore altrove” di Gabriela Livinia Ninou, poetessa romena. «Con quella poesia - racconta, finalmente al sicuro del calore di una casa cagliaritana dove lavora come badante - tornavo alla voce di mamma quando andavamo nel bosco a piedi dei Carpazi a cercare legna e foglie, che fanno fiamma ». Versi come radici della terra natale, bagaglio dello spirito di donne che hanno lasciato tutto, famiglie, affetti, violenze, miseria, per ricominciare altrove. Sono “come figlie, anzi”, protagoniste, lo dice il titolo, dell’ultimo lavoro del giornalista Giacomo Mameli, pubblicato dalla Cuec (16 euro, postfazione di Sabrina Perra) che debutta oggi alle 18.30 al Salone del Libro di Torino nello Spazio Eventi del Lingotto.
Dopo “Le ragazze son partite”, Mameli torna a illuminare con sensibile intelligenza il lavoro femminile. Non sono più le giovani sarde che lasciano l’Isola per andare a servizio dalle signore del Continente, ma sono mogli, madri, spesso istruite, arrivate in Italia e in Sardegna da quattro angoli del mondo, in fuga da dolori e soprusi. Dalla fame di lavoro. C’è anche chi arriva per amore. Ma è l’eccezione. Da vero cronista, l’autore riesce a portare in superficie i segreti del cuore di ciascuna delle dodici “figlie” di cui tratteggia la storia. Amori, botte, tradimenti, il troppo alcol, il primo bacio, i sogni, le paure, la famiglia, la scuola, la casa dove si è nati e quella nuova, gli anziani che accudiscono e curano. Lo fa con una delicatezza, una grazia misurate, sorrette da una scrittura lieve e insieme incalzante, piena di ritmo, per consegnarci un romanzo di confessione e di documenti dell’anima. Un omaggio al coraggio di donne che si reinventano in terre sconosciute, governando paure e nostalgia. Integrandosi.
Un racconto ad alta voce sul nostro presente. Ciascuna è un frammento dello specchio nel quale si riflette la società. Una geografia composita, incerta, mutevole. Fatma ha sposato Efisio, che è andato in Senegal a conoscerla. Non fa più la badante ma grazie a internet commercia in strumenti di bellezza. Raluca è arrivata in Italia dalla Transilvania, vive a Fonni, lei lavora, Pierpaolo, il marito, il lavoro l’ha perso. Deise invece è brasiliana, fisioterapista, badante, baby sitter, gira in moto, col suo casco nero, uno scudo per il mondo. Larisa ha un primato tutto suo, ogni dieci anni ha cambiato nazionalità: nata in Urss, è diventata moldava, e ora nuorese moldava. Ma a dirci con accecante chiarezza l’oggi, è Gonaria, la sarda. Laureata in Lingue sogna di lavorare in un’agenzia viaggio, nella sua terra. Ci riuscirà, ma a Londra. Dopo aver fatto la badante. «Mi domando - dice - se non sia arrivato il momento di mettere tutti i lavori sullo stesso piano».
Caterina Pinna
 
 
 
 

8 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 maggio 2017 / Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
In Italia 7 su 10 vivono coi genitori, nell’Isola va anche peggio: «Poche politiche di sviluppo»
GIOVANI: A CASA DI PAPÀ O EMIGRATI
La drammatica alternativa per gli under 35 sardi senza lavoro

Non basta che siamo una delle regioni più anziane d’Italia, con pensioni tra le più povere di tutto il Paese. La Sardegna è anche la terra in cui i giovani con meno di 35 anni fanno più fatica a abbandonare la casa dei genitori. Sono 7 su 10, oltre 8 milioni a livello nazionale, quelli che si trovano in questa condizione, dice l’Istat. «Date le condizioni economiche della Sardegna», tra cui la disoccupazione giovanile oltre il 54%, «pur in assenza di dati certi, è verosimile che i giovani adulti sardi tra i 15 e i 34 anni che sono costretti a vivere a casa dei genitori siano di più», afferma Ignazio Ganga, segretario regionale della Cisl. «Quelli che, invece, non restano con mamma e papà sono addirittura costretti a scappare via da un’Isola che non gli garantisce futuro», aggiunge Michele Carrus, leader della Cgil.
ALTERNATIVA SGRADEVOLE Forse non hanno lavoro o quello che hanno è instabile. O forse la retribuzione non basta a coprire le spese di una vita autonoma. O ancora, qualcuno potrebbe non sentirsi sicuro di abbandonare il nido familiare per andare a vivere da soli. I motivi possono essere tanti, ma resta il fatto che sono sempre di più i giovani sardi costretti a restare sotto lo stesso tetto dei genitori o, in alternativa, a lasciare l’Isola. «Questo fenomeno ha un’evidente corrispondenza con i dati sulla crescita», spiega Ganga. «I giovani restano a casa dove la disoccupazione è più alta, dove il welfare è debole e supplisce, finché si può, la famiglia».
A pesare su questa condizione contribuisce anche il «divario tra istruzione, formazione e lavoro», sottolinea ancora Ganga. «In Sardegna il tempo di attesa che passa tra la fine degli studi e l’assunzione con un contratto a tempo indeterminato è tra i più lunghi del Paese e raggiunge punte di 10 anni». Eppure, il paradosso è che questi Millennials (cioè i nati tra i primi anni Ottanta e il Duemila), «nonostante abbiano in generale un livello di istruzione e formazione maggiore rispetto alle precedenti generazioni, si trovano a vivere una condizione peggiore», dice ancora il segretario Cisl.
STRATEGIE Per questo motivo la Sardegna è chiamata a ripensarsi. Come? Intanto «rivedendo quelle politiche di sviluppo che sappiano valorizzare le competenze acquisite, evitando di far scappare i giovani o di costringerli a restare a casa con i genitori», spiega Michele Carrus. Ma anche «facendo un tagliando alle politiche attive regionali per il lavoro», aggiunge Ganga. «Oltre trenta misure, infatti, non hanno dato i risultati attesi, nonostante siano state investite importanti risorse economiche».
Sotto accusa finisce, per esempio, la Flexsecurity, il programma della Regione che propone azioni combinate, finalizzate ad accompagnare lavoratori svantaggiati in un percorso di reinserimento nel mercato del lavoro, tirocini e un bonus alle imprese per l’assunzione. «In una fase economica di depressione, con poche risorse investite, quel programma si è rivelato inadeguato», dice Carrus. I sindacati puntano il dito anche contro Garanzia giovani, il programma del governo riservato ai giovani tra i 15 e 29 anni (che non studiano e non lavorano) che «in Sardegna ha coinvolto circa 50.000 persone ma alla fine ha garantito occupazione stabile a meno di 300 giovani», conclude Carrus.
Mauro Madeddu
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 19 maggio 2017 / Economia - Pagina 15
LAVORO, NELL’ISOLA CRESCONO LE ASSUNZIONI La Sardegna in controtendenza: più contratti a tempo indeterminato. A livello nazionale 400mila posti fissi in meno
SASSARI La Sardegna in controtendenza. Mentre in tutta Italia con l’esaurimento degli sgravi contributivi per le assunzioni si registra un crollo dei contratti a tempo indeterminato, l’isola registra un più 4,4 per cento. Il secondo miglior risultato d’Italia, dopo la Valle d’Aosta, che tra i primi tre mesi del 2016 e i primi tre del 2017 ha visto aumentare le assunzioni a tempo indeterminato del 21,6 per cento. In un’Italia che ha visto ridursi pesantemente il ricorso al posto fisso la Sardegna dunque sembra essere un’isola felice. I dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps delineano una brusca frenata a livello nazionale. Nei primi tre mesi del 2017 i nuovi contratti a tempo indeterminato, incluse le trasformazioni da apprendistato o da contratti a termine, sono pari a 398.866, con una flessione del 7,46 per cento, ovvero 32.182 nuovi posti stabili in meno rispetto al primo quarto del 2016. Un crollo che non contagia la Sardegna. Anzi. Nell’isola rispetto allo stesso periodo di un anno fa, quando le assunzioni a tempo indeterminato furono 6.040, tra gennaio e marzo sono stati firmati 6.307 contratti. Un incremento pari al 4,4 per cento. Anche se nettamente inferiori ai 9.349 del 2015, quando era possibile a usufruire degli incentivi contribuitivi. I numeri della Sardegna sono in controtendenza rispetto alle altre regioni. In Umbria il calo è stato del 17,5 per cento, nel Lazio del 15,3, nella Marche del 14,5. Calo in doppia cifra anche in Abruzzo e Campania. Contratti a termine. Dati positivi per la Sardegna anche sul fronte dei contratti a termine. È vero che da questo punto di vista tutta l’Italia è in positivo, ma nell’isola l’incremento è uno dei più alti. Più 18,8 per cento, secondo solo a Lazio e Friuli Venezia Giulia. Nello specifico, le assunzioni a termine sono passate da 15mila a 18.813, le stagionali da 1.696 a 1707. Ma bisogna anche considerare che in Sardegna il ricorso ai contratti stagionali è molto più diffuso nei due trimestri successivi. Licenziamenti. Nei primi tre mesi del 2017 i licenziamenti sono stati pari a 143.200, in aumento del 2,8 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un incremento concentrato però in quelli per motivi disciplinari (giusta causa e giustificato motivo soggettivo), ovvero le cause di rottura del contratto sulle quali è intervenuto il Jobs act cancellando la possibilità di reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento giudicato illegittimo. I rapporti a tempo indeterminato, come differenza tra i nuovi e le cessazioni, ammontano così a 17.537 contro i 41.731 del primo trimestre 2016. Il tasso di licenziamento, calcolato sull’occupazione a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti, è risultato per il primo trimestre 2017 pari a 1,4 per cento, in linea con quello degli anni precedenti. Ma il maggior contributo è dovuto alle assunzioni di apprendisti (più 29,5) e a quelle a tempo determinato (più 16,5) mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (meno 7,6). Cessazioni. Le cessazioni di contratto complessive tra gennaio e marzo 2017 sono state 1,1 milioni, 381.329 delle quali da contratti a tempo indeterminato. Nel solo mese di marzo le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono state 102.757 in aumento su febbraio (89.948) ma in calo su marzo 2016 (107.830). Le cessazioni da contratto stabile nel mese sono state 131.177, in aumento sia su febbraio che su marzo 2016. In pratica se si guarda al saldo per i contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni) nel primo trimestre è stato positivo per 17.537 unità ma il dato è dovuto alla variazione positiva di gennaio (26.575) trainata probabilmente dalla registrazione delle assunzioni stabili di dicembre con gli sgravi previsti per il 2016 mentre a febbraio e marzo il saldo è negativo
 
 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 19 maggio 2017 / Attualità - Pagina 11
Oggi l’ok finale. Ultimi ritocchi su licenziamenti e visite fiscali
Contro i furbetti del cartellino scattano controlli a campione
LA RIFORMA MADIA ARRIVA AL TRAGUARDO
Più posti per i precari
di Marianna Berti
ROMA La riforma degli statali arriva in Consiglio dei ministri per ricevere il via libera finale. E’ uno dei capitoli più pesanti dell’intera riforma della P.a e uno dei più attesi, visto che senza le nuove regole non si riuscirebbe a sbloccare i contratti, fermi da otto anni. I decreti Madia intervengono su licenziamenti, assunzioni, premi: una sorta di nuovo Statuto del pubblico impiego. E non mancano ritocchi dell’ultima ora. Si ampliano le chances d’ingresso per i precari e si chiariscono le conseguenze di una «pagella negativa», che può portare fino al licenziamento. L’ultima versione dei testi riserva infatti qualche sorpresa, come l’inclusione nel piano straordinario di assunzione dei lavoratori che rischiavano di essere fuori per essere diventati «ex», a causa della cessazione del contratto, prima dell’entrata in vigore del decreto. Saranno, infatti, ammessi al piano tutti coloro che risultano titolari di un rapporto di lavoro dal momento in cui è scattata la riforma «madre», da cui i provvedimenti in questione discendono (28 agosto 2015). Vengono superati alcuni ostacoli nella ricostruzione dell’anzianità necessaria, tre anni, per cui si dovrebbero poter sommare i periodi di servizio maturati in diverse amministrazioni. Inoltre si può essere anche chiamati da un ufficio diverso da quello in cui si lavora, ampliando così le chances. Buone notizie anche per i lavoratori socialmente utili (come bidelli, custodi o addetti alle pulizie), con una proroga delle stabilizzazioni. Agli altri lavoratori «flessibili», compresi i somministrati, sarà riconosciuto un vantaggio rispetto agli esterni (punti in più nei concorsi). Novità last-minute si registrano anche in fatto di valutazione, gli effetti di una «pagella negativa» saranno determinati su un doppio binario: per quel che riguarda il lato economico deciderà il contratto, mentre le ricadute disciplinari, che possono arrivare fino al licenziamento, spettano alla singola amministrazione, in base al piano delle performance adottato (in cui dovrà essere specificata l’ipotesi di scarso rendimento). Nel decreto sarà inoltre prevista una fase ponte per la rivoluzione sulle visite fiscali, che non partirà prima di settembre. Intanto, invece, il ministero ha pubblicato una direttiva che prevede controlli a campione sulle assenze. Per completare l’intero progetto di riordino contenuto nella delega Madia mancano ancora i decreti bis sui licenziamenti lampo e sulle partecipate. Ma per dare l’ultimo sì a entrambi c’è ancora tempo. Sta quindi per chiudersi un lavoro lungo, iniziato più di tre anni fa, e complesso, visto che in mezzo c’è stata anche la sentenza della Consulta che ha rischiato di far traballare tutto l’impianto. Una strada che è stata messa a punto anche con i sindacati, pur se le categorie del pubblico impiego avanzano ancora richieste (in mattinata c’è stato un sit in dei ricercatori di Cgil, Cisl e Uil).

 

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 19 maggio 2017 / Attualità - Pagina 11
LE NOVITÁ
Il travet che cambia
Premi e assunzioni
Assunzioni mirate, tetti per idonei. Si passerà da un’impostazione rigida delle assunzioni, basata su piante organiche, a un modello che guarda alle esigenze concrete. Piano straordinario per i precari storici. Viene disegnata una roadmap, che si snoderà tra il 2018 e il 2020, per assorbire chi da tre anni, anche non continuativi, degli ultimi otto è a servizio della P.a. Stop premi a pioggia ma saltano gabbie su pagelle. I contratti dovranno assicurare una differenziazione dei giudizi, per mettere fine a una distribuzione a pioggia dei premi. Saltano però i vincoli della legge Brunetta, che prevedeva una rigida divisione all’interno di ogni amministrazione, per cui ci doveva sempre essere un 25% che restava a secco. Sanzioni per furbetti del weekend lungo. Si colpirà chi «marina» puntualmente il lunedì e il venerdì o i casi di assenze in date da «bollino rosso». Visite fiscali a Inps, controlli a ripetizione. Viene creato un polo unico per pubblico e privato. Garantita un’armonizzazione delle fasce orarie di reperibilità e dei criteri per una «cadenza sistematica e ripetitiva».
 
 
 

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