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Mercoledì 26 aprile 2017

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26 aprile 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 26 aprile 2017 / Salute (Pagina 13 - Edizione CA)
Incontro aperto domani alle 18,30 a L'Unione Sarda
LA TIROIDE, PATOLOGIE E PREVENZIONE

Una farfalla vive nel nostro collo. È la tiroide. Ed è una ghiandola fondamentale da prima della nascita alla terza età in quanto regola importanti processi come lo sviluppo neuropsichico, l'accrescimento nell'età evolutiva e la funzione cardiovascolare, il metabolismo basale, lipidico, glicidico e osseo nelle fasi successive. «Le malattie tiroidee sono di frequente riscontro nella popolazione generale, soprattutto nelle donne, e possono colpire qualsiasi fascia di età. Fortunatamente la maggior parte di esse può essere prevenuta e curata nelle fasi iniziali senza importanti conseguenze sulla salute». A ricordare, con queste parole, l'importanza di un organo basilare per mantenere il benessere è Stefano Mariotti, direttore della cattedra di Endocrinologia dell'Università di Cagliari, protagonista dell'incontro aperto alla popolazione “Come mantenere in salute la tiroide, una farfalla delicata”, in programma domani alle 18,30 a Cagliari, presso l'Unione Sarda, in Piazza Unione Sarda, con il contributo non condizionante di Ibsa. Insieme a Mariotti risponderanno alle domande Guido Almerighi, responsabile Uoc di Endocrinologia della Assl di Cagliari, Guido Sanna, di Medicina Generale e Giorgio Congiu, presidente regionale di Federfarma.
GOZZO E TUMORI «Le patologie tiroidee, sia quella nodulare (gozzo e tumori) che le alterazioni della funzione tiroidea (ipotiroidismo e ipertiroidismo), sono piuttosto frequenti negli adulti e negli anziani», precisa Mariotti. «Anche se non ci sono dati epidemiologici precisi, si ritiene che in Sardegna la prevalenza di malattie tiroidee tenda a essere più elevata che in altre regioni italiane per il sommarsi della carenza iodica (che persiste ancora in ampie fasce di popolazione, seppure in forma lieve) e una elevata predisposizione, verosimilmente ereditaria, alle malattie autoimmuni (particolarmente nota l'elevata incidenza di diabete mellito giovanile autoimmune di tipo 1), con aumento del rischio di tiroidite di Hashimoto e morbo di Basedow».
CARENZA DI IODIO La prevenzione è ovviamente fondamentale per ridurre i rischi. «La causa più frequente della patologia tiroidea - ricorda Almerighi - è la carenza di iodio, che può provocare, a seconda dell'età della vita in cui si verifica, riduzione del quoziente intellettivo, deficit neurologici “minori”, gozzo, ipotiroidismo (insufficiente produzione di ormoni tiroidei), formazione di noduli o anche ipertiroidismo (eccessiva produzione di ormoni tiroidei). Garantire un adeguato apporto di iodio con l'alimentazione - prosegue lo studioso - rappresenta pertanto il più efficace mezzo di prevenzione per queste patologie».
MEDICO DI FAMIGLIA Sul fronte delle cure, ovviamente, bisogna partire da una diagnosi corretta e poi la gestione del malato può passare, in molti casi, al medico di medicina generale. Un esempio classico di questa situazione è dato dall'ipotiroidismo. «Secondo un sondaggio condotto da Metis Fimmg (Federazione italiana medici di Medicina Generale) il medico di famiglia - sottolinea Sanna - può gestire le patologie tiroidee. Bisogna però ricordare che è importante che il malato rispetti le cure, specie in caso di ipotiroidismo e conseguente trattamento con ormone tiroideo. Stando all'indagine solo il 49,15 per cento dei medici ritiene che il paziente rispetti le giuste modalità di assunzione del farmaco (30 minuti prima della colazione), con conseguente possibile riduzione dell'assorbimento del farmaco per le interferenze con il cibo. Quasi otto medici su dieci, poi, riferiscono difficoltà nel gestire, con la formulazione in compresse, pazienti ipotiroidei in politerapia».
Federico Mereta
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 26 aprile 2017 / Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
Insegnanti  Sostegno, pochi posti e tirocinio troppo caro
Si chiama Tfa, e per gli insegnanti è un acronimo da brivido: tirocinio formativo attivo. Il bando tanto atteso per l'accesso ai corsi universitari che danno l'abilitazione all'insegnamento sul sostegno (scadenza 11 maggio) rischia di scontentare tutti: professori e sindacati. I primi, perché dovranno pagare 3.000 euro per frequentare i corsi. I secondi, perché «i posti assegnati dal ministero alla Sardegna», 240 tra le università di Cagliari e Sassari, «non coprono neanche il 10% di quelli che sarebbero necessari», spiega Ivo Vacca, segretario regionale della Flc-Cgil.
Il Tfa si articola in un percorso di esami e di ore di lezione in classe che non prevede retribuzione, né alcuna forma di rimborso spese per gli insegnanti. L'accesso al test preliminare costa 100 euro, ma la mannaia si abbatte nel momento in cui i futuri insegnanti di sostegno devono perfezionare l'iscrizione. «In Sardegna occorrono 3.000 euro», spiega Ivo Vacca, «ma in altre realtà, le cifre sono inferiori. Vero è che all'università di Palermo, per esempio, occorrono 3.700, ma all'Aquila bastano 1.800 euro, a Pisa e Bari 2.500». L'aspetto economico, però, è solo uno dei problemi. In Sardegna, ha stabilito il Miur, i corsi si svolgeranno solo nelle università di Cagliari e Sassari. «Questo penalizza moltissimo gli insegnanti che non vivono né lavorano in quelle città perché oltre ai soldi per il corso devono mettere in conto i costi dei trasporti». (ma. mad.)
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 26 aprile 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
SA DIE DE SA SARDIGNA
Dopodomani (10.30), nei locali del polo umanistico Sa Duchessa, conferenza storica sul 28 Aprile 1794. Appuntamento nella sala Maria Carta dell'Ersu, in via Trentino. Ospite lo storico e saggista Omar Onnis. Alle 20 concerto per Sa Die. Sul palco Menhir, dr.drer & crc posse e Bujumannu. Il Comitato spontaneo per Sa Die invece organizza una manifestazione (alle 10) in piazza Palazzo «con la bandiera dei quattro mori e altri simboli tipici d'identità sarda».
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 26 aprile 2017 / Cronaca di Nuoro (Pagina 38 - Edizione CA)
Conferenza sul cyberbullismo
“Una nuova, devastante forma di stress e trauma: il cyberbullismo” è il tema dell'incontro con Giovanni Biggio, ordinario di Neuropsicofarmacologia dell'università di Cagliari, in programma oggi alle 10 nell'istituto Ciusa. Organizza l'osservatorio sul bullismo coordinato dalla Questura con l'ufficio scolastico provinciale.
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 26 aprile 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Domani il laboratorio di comunicazione politica
Le presidenziali francesi e il futuro dell'Europa
“Presidenziali francesi: protagonisti e comprimari nella corsa all'Eliseo”. È il titolo del primo incontro della quarta edizione del laboratorio di comunicazione politica, organizzato dal professor Marco Pignotti, docente di Storia contemporanea e promosso dal corso di laurea in Lingue e comunicazione dell'Università. L'appuntamento è fissato per domani alle 10 nell'Autorium B del campus Aresu: interverrà il professor Riccardo Brizzi, dell'università di Bologna, esperto di storia della Francia contemporanea francese e docente di comunicazione politica che, dopo un excursus sulla V Repubblica, svolgerà un'analisi sulle incognite lasciate irrisolte dal primo turno elettorale.
LO SCENARIO Il secondo turno delle elezioni presidenziali francesi è al centro dell'attenzione in tutti i Paesi europei. Il motivo è semplice: l'esito della consultazione influenzerà in un modo o nell'altro il futuro dell'Unione europea. Tutto ciò avviene in un momento particolarmente difficile per il Vecchio Continente, scosso da populismi, crisi economica e terrorismo. Proprio quest'ultimo ha condizionato gli ultimi tempi in Francia, creando reazioni e paure che inevitabilmente si sono riverberate sul voto di domenica scorsa. Difficile prevedere quanto peserà anche sulle urne che si apriranno domenica 7 maggio.
L'ANALISI Incognite e prospettive saranno inquadrate dal docente di storia contemporanea e storia della comunicazione politica all'Università di Bologna, Brizzi insegna Storia dell'opinione pubblica e del giornalismo al Master in giornalismo dell'Università di Bologna ed è visiting professor presso Sciences Po Lyon. I suoi interessi di ricerca si sono concentrati prevalentemente sulla storia politica europea, con particolare attenzione al contesto francese.
 
 
 

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 26 aprile 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
25 APRILE. Migliaia di persone per i festeggiamenti del 72° anniversario della Liberazione
Un corteo con pochi giovani
Zedda: «Coinvolgiamo i ragazzi»
«La Festa della Liberazione è più che mai attuale e noi abbiamo il dovere di trasmettere alle nuove generazioni i valori della democrazia». Alle 9,30, nello slargo tra via Alghero e via Garibaldi, risuonano già le note di Bella ciao e le bandiere rosse sventolano agitate dal vento di scirocco. Marco Sini, presidente del Comitato 25 Aprile, fazzoletto tricolore al collo, sta per dare il via al corteo per il 72° anniversario della festa. Dietro di lui poche decine di persone (più poliziotti che manifestanti), qualche stendardo di curdi e palestinesi e uno striscione rosso per ribadire il No alle guerre. Alla spicciolata arrivano il sindaco Massimo Zedda, l'assessore comunale Paolo Frau, la vice sindaca Luisa Anna Marras, l'assessore regionale Filippo Spanu, il vice presidente del Consiglio regionale Eugenio Lai, il senatore Luciano Uras e il deputato Michele Piras.
IL CORTEO Alle 10 il corteo, aperto dal gonfalone della città di Cagliari, si muove verso via Sonnino. Dietro, una decina di donne con la bicicletta in ricordo delle partigiane, spesso impiegate come staffetta, che hanno sacrificato la vita nella lotta contro i nazifascisti.
In pochi minuti, come un fiume che più avanza più si ingrossa, quelle poche decine di persone diventano migliaia e raggiungono il Parco delle Rimembranze. Ad attenderle la prefetta Giuliana Perrotta, il presidente della Regione Francesco Pigliaru e lo storico comandante partigiano Nino Garau. Viene deposta la corona di alloro per i caduti durante la guerra. Poi, dopo l'Inno di Mameli e Il silenzio d'ordinanza, di nuovo in marcia verso via Roma. Il colpo d'occhio è impressionante: sotto i portici centinaia di crocieristi appena sbarcati, sul lastricato il fiume umano. Tutto fila liscio. Neanche il traffico, grazie all'impegno dei Vigili urbani, Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, ne risente. Alle 11,20 i giornalisti Vito Biolchini e Alessandra Addari dal palco di piazza Del Carmine danno il via agli interventi di giovani e studenti dell'università e delle scuole cittadine.
I MESSAGGI Pochi i giovani che hanno partecipato al corteo. «Studiate la storia, le vicende della Liberazione, la Costituzione che è il presidio delle libertà fondamentali», afferma Marco Sini. «Bisogna coinvolgere i ragazzi. È necessario che siano loro a organizzare la festa», ribadisce il sindaco Massimo Zedda, che proprio nei più giovani aveva trovato i più convinti sostenitori della sua campagna elettorale. «Conosco tanti rappresentanti d'istituto, partecipo alle consulte degli studenti, loro esprimono i valori della democrazia. La Liberazione portò anche il diritto allo studio». Sulla stessa linea la prefetta Perrotta: «Richiamare i valori della Resistenza in un momento come questo è importante. Come è importante coinvolgere le scuole». Anche per il presidente Pigliaru la memoria va coltivata: «È nostro dovere raccontare quello che i nostri padri raccontarono a noi e i nostri nonni hanno vissuto, trasferire ai nostri figli l'amore per la libertà, che non è scontata né acquisita, che va difesa ogni giorno e rivendicata per tutti i popoli, anche per chi cerca in Europa una vita migliore».
Andrea Artizzu

7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 26 aprile 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
VIA DARWIN. Iniziativa promossa dal Panathlon
Metafore del linguaggio sportivo
Rombo di tuono, melina o veronica sono solo alcune espressioni che dal mondo calcistico sono passate al linguaggio. “Lo sport come metafora” è il titolo dell'iniziativa in programma domani, alle 20,30 al Caesar's Hotel, in via Darwin, 2. Ospite d'onore sarà Aldo Accardo, già titolare della cattedra di Storia Contemporanea all'Università, che dialogherà con i presenti sullo sport visto non solo come attività che porta benessere fisico e psichico, ma anche capace di influenzare la vita di tutti i giorni in molti aspetti fondamentali. Una serata durante la quale si citeranno, come detto, varie metafore sorte nel nostro linguaggio comune: dalla veronica alla melina, passando per l'indimenticabile Rombo di Tuono, «utilizzato non solo in riferimento al mitico Gigi Riva, protagonista dello storico scudetto rossoblù, ma anche per descrivere una cosa forte, poderosa», afferma Francesco Cicero, presidente dell'associazione non governativa. «L'influenza del calcio è stata determinante anche nel modo di esprimersi di tutti i giorni», afferma Cicero. Fanno parte del Consiglio direttivo dell'associazione Panathlon anche Antonio Mura, Maurizio Farci, Renato Figari, Gesualdo Gorini, Giuliano Lodes, Luigi Cossu, Giorgio Onano.
Per informazioni sulla manifestazione in programma domani: panathloncagliari@gmail.com.
 

8 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 26 aprile 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
VIALE BONARIA. Esperti a confronto sulle dipendenze
Alcol e gioco: convegno al Cis
È dedicato all'alcolismo e al gioco d'azzardo l'incontro che si svolgerà domani nell'auditorium del Cis in viale Bonaria. “Prigionieri senza sbarre. Dalla dipendenza alla libertà” questo il titolo del secondo convegno regionale organizzato dall'associazione di volontariato e promozione sociale onlus “Cui Prodest” in collaborazione con la Assl di Cagliari e il Dipartimento di salute mentale. L'appuntamento è fissato per le 15. A moderare il dibattito sarà Augusto Contu, direttore del Dipartimento di Salute mentale, che introdurrà gli interventi della direttrice della Clinica psichiatrica dell'Università di Sassari, Liliana Lorettu (Alcolismo e violenza familiare), e di quello dell'Ateneo cagliaritano Bernardo Carpiniello. Toccherà poi al professore emerito di psichiatria Giancarlo Nivoli con una relazione sulla “Personalità del giocatore d'azzardo” e al giudice del tribunale dei minori Cristina Ornano con un intervento sugli “Effetti criminogeni della dipendenza da alcol e da ludopatia”. Chiuderanno Graziella Boi, direttrice del Centro per i disturbi psichiatrici correlati ad alcol e gioco d'azzardo, che parlerà di “Alcolismo e gioco d'azzardo patologico” e Maria Grazia Pani, direttrice psicologa del Dipartimento Assl, con l'illustrazione dell'evoluzione di Cui Prodest e del libro “Prigionieri senza sbarre. Dalla dipendenza alla libertà”.
 


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LA NUOVA SARDEGNA
 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 26 aprile 2017 / Oristano - Pagina 20
Iniziativa al Chiostro del Carmine dell’Avis e del Consorzio Uno per l’Università
I 90 anni dell’associazione e l’importanza delle scorte di sangue per la Sardegna
LA CULTURA DELLA DONAZIONE Ecco i giovani in prima fila
ORISTANO La sensibilità, l’altruismo, la solidarietà sono qualità che dovrebbero prendere forma nelle menti dei più giovani e consolidarsi col tempo. Agire nel volontariato è una buona palestra per allenare queste caratteristiche e potenziarle. A Oristano, tra le tante associazioni che fanno volontariato, spesso nell’ombra e in silenzio, c’è un gruppo di persone che cerca di diffondere il concetto della donazione: l’Avis Giovani provinciale. Questo gruppo, insieme al Consorzio Uno che gestisce i corsi universitari a Oristano, ha organizzato per domani alle 18, al Chiostro del Carmine, l’iniziativa: “M’Ama - Avis 90 anni nel sociale”, sui novant'anni dell'Associazione volontari italiani sangue. «La donazione, gesto d’amore per eccellenza, ha contribuito in novant'anni di storia allo sviluppo della società sarda e italiana. Ciò è stato reso possibile dall’azione dell’Associazione volontari italiani sangue, che proprio nel 2017 soffierà 90 candeline. In questa giornata andremo a raccontarvi quanto la nostra associazione è stata importante nel passato, quanto è importante oggi e quali sono le prospettive future», dicono i ragazzi dell’Avis Giovani Durante la conferenza verranno messe in luce le tappe fondamentali del percorso storico compiuto da Avis nei suoi novant'anni. Rispondendo poi alla domanda “Quanto è importante Avis oggi?”, si parlerà della situazione odierna con un ampio focus sulla situazione sarda, segnata spesso da gravi emergenze e da carenze di sangue continue. «Verranno affrontate inoltre le tematiche legate alla comunicazione e social network, oggi cuore pulsante dell'operato dell’Avis e della vita delle persone - spiegano gli organizzatori -. L’incontro si concluderà infine cercando di capire quali possono essere le prospettive future dell’Avis». All'iniziativa parteciperà Rina Latu vicepresidente nazionale di Avis, Claudia Firenze responsabile nazionale della comunicazione Avis ed il medico Pierfrancesco Simbula. Modererà l’incontro Stefano Orrù, membro dell’Avis Giovani provinciale. Al termine dell’incontro è previsto un aperitivo a km zero, offerto dalle imprese agroalimentari locali. L’evento è inserito nel circuito di eventi nazionale “Avis 90” che comprende tutte le iniziative svolte per festeggiare i novant’anni dell’Avis.
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 26 aprile 2017 / Cultura e spettacoli - Pagina 34
Il lavoro nelle campagne e i siti archeologici le risorse contro la crsi
Una nuova “green economy” per non perdere il futuro
di GIACOMO MAMELI  Al bar Ghentiana (nome di un villaggio antico alle porte di Ruinas) trovate passato, presente e futuro. Allo stesso tavolo Luigi Arru di 83 anni parla di lavoro nelle miniere di carbone in Belgio e Francia. «Ero partito nel 1954, qui non si moriva di fame ma di disoccupazione, ero finito a Péruwelz, alle porte di Bruxelles, quanta fatica, ma con quel calvario mi son fatto la pensione e oggi ci vivo». A fianco Sarah Fadda, 40 anni, sorridente ingegnere chimico venuta da Londra a trovare il padre Attilio: «Lavoravo come ricercatrice all’Imperial College, ho cambiato casacca, sono alla Process System Enterprise, ho paura di quanto è successo con Brexit, certo non potrò tornare in Sardegna dove nessuno si occupa di ricerca scientifica, base per lo sviluppo». Ascolta Davide Floris, 23 anni, studi di agraria, gregge al pascolo sui costoni di Masoni Obràda: «Lo sviluppo di queste zone è quello agropastorale. Ma va unito alla ricerca di cui parla Sarah. Credo nella scienza. Non posso condurre l'azienda come mio nonno. E basta col latte versato per 55 centesimi al litro. Ogni pastore deve trasformare il suo latte e vendere il suo formaggio, ogni falegname deve lavorare il suo legno, ogni cestinaio deve produrre i suoi cestini con le canne del suo torrente. Perché le donne non lavorano le lane? Perché si mangia solo pasta comprata a bottega e mai fatta a casa? Va ridata centralità all'economia locale pur sapendo bene che non basta per uscire dalla crisi. Ma oggi le campagne sono abbandonate, non abbiamo terreni per i pascoli, le capre sono animali liberi, hanno bisogno di spazi. Se pensiamo locale, se rimettiamo l'agricoltura al centro degli interessi politici anche comunali le cose potranno cambiare».
GREEN ECONOMY Al bar si fa programmazione da green economy. Omar Tatti, 29 anni, scuole professionali ad Ales, proprietario di cento pecore: «Incrementerò il gregge e creerò un minicaseificio. Voglio vendere Ruinas, pecorini del mio paese. E ci posso vivere, perché nei nostri paesi il costo della vita è abbordabile». Di pecore ne ha 150 anche Antonello Vargiu, 31 anni: «Oggi si può fare zootecnica moderna, sarebbe bene che vendessimo anche le carni ovine anziché importarle dall'Albania o dalla Romania, ma con prezzi adeguati perché il lavoro dei campi è tutto sottopagato. E possiamo proporre carni in zone di eccellenza ambientale». Se uscite dal bar e andate verso le campagne - belle, colline dolci, tutte verdi, qua e là distese di sulla disegnano quadri d'incanto - trovate la vera sorpresa con giovani, sì, con giovani, con ragazzetti che vogliono vivere di campagna.
SEMPER PASTORES È il terzetto da battezzare in sardo-latino “Semper pastores”. Figli d'arte, d'accordo, riuniti con le loro greggi nella zona di Pirèna. Emanuele Fadda ha 15 anni, frequenta la seconda all'Istituto alberghiero di Oristano: «Ma di sera, a compiti ultimati, sono fisso in campagna dove voglio vivere da grande. So già di avere un reddito, devo solo migliorare la conduzione dell'azienda. Oggi la condivido con mio padre Gennaro che di sera fa il pizzaiolo. Ma così restiamo in paese e non contribuiano a spopolarlo». Marco Secci di anni ne ha 18, è felice di guidare il suo fuoristrada. «A Oristano frequento il quarto anno del Tecnico Sergio Atzeni. Ma il mio domani è qui, una stalla funzionale e un mini stabilimento per i formaggi. Li venderò io, a Oristano e Cagliari, a Nuoro e Sassari. I clienti li trovo, sicuri». Il senior del trio è Nicola Marceddu, 20 anni: «Andò a vedere aziende francesi, voglio prendere lezioni dai migliori ma lavorando sotto il Grighine. E vivrò bene».
I PAESI-BONSAI A Ruinas si arriva da Cagliari attraversando paesi-bonsai. Si passa da Ussaramanna, Baradili (85 abitanti, il più piccolo della Sardegna), Usellus, Escovedu, Siddi, Albagiara, Mogorella. Samugheo, che dista quindici chilometri, appare una metropoli. Trovare gente per strada è l'eccezione. Vedete più finestre chiuse che aperte. E serrande abbassate. In uno dei pochi negozi in attività un manifestone: «Si paga a spesa fatta prima di uscire, qui non sappiamo segnare». Paesi comunque decorosi, certamente fra i più puliti, fra i più ordinati e fioriti della Sardegna. Sono più graziosi di quelli della Barbagia e dei Campidani dove il non finito edile, e le cartacce per strada, con le periferie zeppe di rifiuti, tutto aggravano. A Ruinas hanno dedicato una piazza ad Arnaldo Tatti, un giovane sindaco ucciso mezzo secolo fa.
TRIONFO DI COLORI La piazza è un trionfo di colori. Fiori anche davanti al bel negozio della parrucchiera Luciana Turru di 32 anni, mamma di Alessia. Ha il diploma di tecnica del turismo. Serve donne e ragazzi. «Ho iniziato dieci anni fa, qui ci sono da cinque, mi trovo benissimo. Ho una clientela affezionata anche dai paesi vicini. Certo, seguo la moda e le mode, mi aggiorno, faccio corsi professionali, c'è sempre da imparare. E alla fine del mese il mio stipendio è sicuro. Molto più di alcune colleghe che lavorano in città. Certo: non vivo nell'oro. Ma, tranne quelli baciati dalla fortuna, oggi chi vive nell'oro?».
TASSE INIQUE Un negozio di generi alimentari. Lo gestisce Maria Pina Marceddu, ha in braccio la figlia Marika: «Se lo Stato non ci massacrasse di tasse vivremmo molto meglio, riusciamo a competere anche con i prezzi dei supermercati. Lo Stato, la Regione non possono però non tener conto degli svantaggi di chi ha un'attività commerciale in un piccolo paese dove posso arrivare a venti, trenta scontrini fiscali al giorno. Un esempio: è giusto che io paghi la corrente elettrica come chi gestisce un ipermercato in città dove di scontrini fiscali ne emette duemila?». Tornate per strada e, nelle vacanze tra la Pasqua e il 25 aprile, trovate bambini (elementari a Villa sant'Antonio, qui le medie anche per gli alunni di Mogorella, Villa sant'Antonio, Asuni, Assolo e Senis). La banca, la posta, la farmacia, il panificio di Giacomo e Lorenzo Ledda, al verde pubblico pensa Alessandro Marras, la trattoria di Walter Vargiu, l'ultimo impresario edile è Tigellio Pusceddu che di anni ne ha ottanta. C'è una cava di trachite gestita dai fratelli Frau di Fordongianus. E poi? E poi punto e basta. Passa il parroco in condominio don Ernesto Roka, rumeno, va e torna a piedi da Mogorella. Ma vi riemmergete subito nell'economia agropastorale. Su un trattore passa Antonio Secci di 81 anni. «Ho ancora venti mucche e cento pecore, una figlia insegna, un altro è forestale. Ma io la campagna non l'abbandono anche perché mi piace lavorare all'aria libera e senza padroni». Mai avuti? «Anche troppi. Ho lavorato in Europa e in Africa, in Asia e in Australia, anche negli Stati Uniti, sono un emigrato dei cinque continenti. Ma qui sto bene. Starebbero bene in tanti se l'agricoltura fosse più diffusa e più moderna. I giovani però devono studiare, stare dietro un gregge non basta più». Reggono bene le aziende pastorali dei Lostia (originari di Ortotelli), dei Duras (Fonni) e di Saverio e Antonello Murgia. Ecco un altro allevatore, Carmelino Setzu,70 anni. «Ho trenta pecore, io ci vivo, ma mi so accontentare».
COME SOPRAVVIVERE Ci sono fiori anche davanti al municipio, retto da una donna, Ester Tatti. Il bilancio comunale viaggia su cifre di un milione e 400 mila euro. L'ufficio anagrafe documenta che nel 1951 c'erano 1482 abitanti, oggi sono 671. Sulla bacheca, l'elenco con 23 nomi per essere assunti come manovali edili, ci sono richieste anche da parte di Giovanna Maria, Francesca, Giovanna, Romina, date di nascita fra il 1952 e il 1995. «Ne abbiamo assunto tre», dice la sindaca. «Il vero problema è la mancanza di lavoro». Può sopravvivere Ruinas? «Sì. Con un impegno maggiore verso cultura e formazione. Va sradicata la sfiducia, fatta sopire l'apatia. Faremo iniziative per coinvolgere la popolazione: incontri, presentazioni di libri come è successo con Bachisio Bandinu. Mi piace far ritrovare i miei paesani seduti uno affianco all'altro proprio perché ci si senta paese». Un settore vincente? «L'uso sapiente del territorio, facendo rete. Penso a oliveti produttivi, vigneti produttivi, orti oltre il consumo domestico». Ottimista o pessimista? «Mi danno speranza i giovani, hanno studiato o studiano. Se poi ci dà una mano la storia, l'archeologia e l'artigianato potremmo sognare un paese vivibile». Ignazio Puddu, 62 anni, edicolante: «Resisterò ancora qualche anno, poi passerò la mano. Ma pochi giovani vogliono stare dietro un bancone». Davanti al Comune passa festante la ricercatrice londinese: «Casa mia è qui, non Londra. Ma a Londra ho il lavoro». Passa in auto il trio “semper pastores”. Invitano la sindaca e Sarah al Ghentiana affollato. Il barista, Jonhatan Vargiu, è felice: «Tra birra e succhi di frutta questo è un centro di aggregazione sociale».
 
 

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