Lunedì 10 aprile 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 aprile 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 10 aprile 2017 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Studenti universitari ma ignoranti
 “Ondivago”? Il 95 per cento degli studenti non sa cosa significhi. “Coacervo” mette in crisi l'88 per cento. Lo dice una ricerca condotta fra gli studenti del corso di Linguistica a Cagliari, lo conferma un test che nei mesi scorsi ha coinvolto istituti superiori di dieci regioni. Se ne è parlato al Festival dell'italiano in corso a Siena: ne è direttore artistico Massimo Arcangeli, docente all'università di Cagliari, che lancia l'allarme sullo stato di salute della lingua nazionale.  NOCE A PAGINA 12
 
Cronaca di Cagliari (Pagina 12 - Edizione CA)
Gli strafalcioni degli universitari cagliaritani protagonisti al festival della lingua, a Siena
Un coacervo di parole ondivaghe: gli studenti zoppicano in italiano
Abulico, adepto, afflizione, biasimare, caparbio, coacervo, collimare, desueto, esimere, fedifrago, giubilo, indigente, inebriante, inetto, intrepido, lungimirante, mentore, menzionare, millantatore, modico, morigerato, nugolo, ondivago, ostico, pusillanime, redimere, sagace, smussare, tergiversare, visibilio. Sono le trenta parole che hanno messo in crisi serissima gli studenti del corso di Linguistica a Cagliari: il significato di ondivago era ignoto al 95 per cento del campione, quello di coacervo all'88 per cento. E a leggere certe spiegazioni c'è da ridere, o mettersi le mani nei capelli: per uno redimere significa licenziare, per un altro si possono esimere spiegazioni, per un altro ancora il fedifrago è, né più né meno, un cannibale.
 IL DOCENTE La ricerca, condotta dal docente dell'ateneo cagliaritano Massimo Arcangeli e i cui risultati sono illustrati in un libro pubblicato dallo studioso (“Cercasi Dante disperatamente. L'italiano alla deriva”, edizioni Carocci) è finita sotto le luci della ribalta in questi giorni perché se ne è parlato a Siena, nel festival dell'italiano e delle lingue d'Italia intitolato Parole in cammino e diretto proprio da Arcangeli, e ha trovato eco sia sul quotidiano La Repubblica che sul tg satirico Striscia la notizia. «Sono parole dell'italiano colto, certo, ma non coltissimo», commenta il linguista. «E sono termini non desueti».
Arcangeli è preoccupato: «Si pensa che per un certo numero di parole che vanno a morire ce ne siano altrettante che entrano nell'uso. Ma in realtà non c'è compensazione. E fra le parole che molti ragazzi non capiscono ce ne sono diverse, per esempio “indigente” che si trovano in testi che è importante saper decodificare: leggi, regolamenti, bandi, articoli di giornale».
 I TEST ALLE SUPERIORI I dati sulle ignoranze lessicali dei ragazzi cagliaritani coincidono (o collimano), con quelle degli studenti di licei e istituti superiori di una decina di regioni, sottoposti allo stesso test (ma con parole diverse) nei mesi scorsi. Per esempio, uno studente di un liceo linguistico di Siena ha cercato di spigare il verbo “collimare” tirando in ballo il mare e le colline. «Nei prossimi mesi - dice il linguista - intendiamo estendere la ricerca alle regioni mancanti: l'adesione da parte delle scuole è entusiastica».
OSSERVATORIO Quando parla al plurale, il professor Arcangeli si riferisce all'Osservatorio linguistico che ha aperto nell'ambito dell'Ateneo del capoluogo isolano: un laboratorio in cui coinvolge i suoi studenti. Quelli del primo anno, per esempio, sono impegnati nella redazione di un dizionario del Renzese, la lingua parlata dall'ex presidente del Consiglio dei ministri: «È quasi pronto». Uno strumento che potrebbe essere utile a tutta Italia, l'Osservatorio cagliaritano: «Se ai ragazzi fossero somministrati periodicamente dei test si avrebbe un quadro aggiornato dello stato di salute della lingua». Che, a questo punto lo si è capito, non è buono.
LE CAUSE Di chi le colpe? I ragazzi non leggono abbastanza? «La lettura - risponde Arcangeli - c'entra ma fino a un certo punto». La scuola? «Anche. Occorre che qualcuno si faccia carico della qualità del lessico dei ragazzi. Ma non si può dare alla scuola tutta la responsabilità». La rete e i social? «Incidono: tutti, frequentandoli, sappiamo che c'è quel pizzico di superficialità nel modo di comunicare sui social network. Ma è un errore pensare che tutto il male stia lì: la rete, se usata bene, è uno strumento eccezionale». Fatto sta che i ragazzi non sono in grado di capire parole nemmeno troppo rare. Come intervenire? «Scuola, università ed editoria dovrebbero unirsi e pensare a un progetto comune».
 Marco Noce
 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 10 aprile 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 11 - Edizione CA)
NERO SU BIANCO
di Boucar Wade
Quei festeggiamenti fuori luogo
Nei perimetri ospedalieri è vivamente raccomandato il silenzio, perché rappresenta un elemento fondamentale per la serenità dei malati, soprattutto per quelli ricoverati. Fare rumori in tali posti sembrerebbe un atto di grande incoscienza. Nei centri universitari, come Monserrato, dopo aver indossato la tanto attesa corona d'alloro, alcuni neo laureati in compagnia di amici e familiari sono soliti festeggiare la gioia con grande enfasi. In tutta l'area circostante si sentono boati di petardi, suoni striduli delle vuvuzela e urla di gruppo che richiamano a un goal durante una partita di calcio. È naturale festeggiare con le persone care il premio di lunghi pesanti anni di studio come primo passo verso il mondo concreto della pratica professionale ma farlo in un contesto adatto sarebbe preferibile, ossia spostare i festeggiamenti in un'altra sede più adeguata. Ci sono modi e modi ma ci sono anche posti e posti. Amici e parenti di futuri laureati della Cittadella, occhio a non farvi trascinare dall' euforia e dalla bellezza del momento; negli edifici a fianco qualcuno lotta tra la vita e la morte su un letto di ospedale. Auguri ai nuovi dottori e buona guarigione ai malati.
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 10 aprile 2017 / Libri - Pagina 21
Archivio storico spegne cinquantuno candeline
La rivista della Deputazione di Storia patria per la Sardegna raggiunge il suo cinquantunesimo numero, un volume di quasi 600 pagine diviso in tre sezioni. La prima, dedicata a «Saggi e memorie», si apre con un articolo di Silvia Seruis su documenti relativi alla Sardegna del Trecento conservati in Toscana; e altri di Mauro Dadea, Andrea Lai, Aldo Pillittu e Fabrizio Tola su altri temi e problemi della storia isolana. La seconda sezione riporta gli atti di tre convegni, tra cui quello che si è svolto a Orroli in memoria dello storico Tito Orrù e quello su Emilio Lussu organizzato nel suo paese natale, Armungia. In chiusura un ricordo di Pinuccio Sciola firmato da Renata Serra.
Archivio storico sardo - dir. Luisa D'Arienzo - AV - s.i.p.
 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 10 aprile 2017 / Sardegna - Pagina 2
Verso la firma del primo contratto di fiume
Il Coghinas per rilanciare l’economia di quattro Comuni
VALLEDORIA Il fiume Coghinas al centro dell'organizzazione, dello sviluppo e dell'economia locale di quattro comuni, che uniscono le forze per mettere a punto un progetto strategico di rilancio dell'intero territorio. Partendo proprio dal fiume che diventa forte attrattore turistico e moltiplicatore economico. Con l'assessore regionale ai lavori pubblici Paolo Maninchedda, i sindaci di Badesi, Santa Maria Coghinas, Valledoria e Viddalba hanno sottoscritto ieri un protocollo d'intesa che attraverso un tavolo tecnico porterà alla firma del primo contratto di fiume della Sardegna, quello per la Bassa Valle del Coghinas. Il tavolo sarà allargato a tutti gli imprenditori e ai rappresentanti istituzionali ed economico-sociali che ne sono interessati: «L'iniziativa dei sindaci si basa su una visione tutta nuova del territorio, che pensa al fiume non più solo come a un elemento geografico ma come al fulcro di un progetto economico e territoriale nuovo e all'avanguardia - spiega Maninchedda - Il contratto di fiume, riconosciuto a livello giuridico, è un accordo di programma negoziato che parte dal basso, ovvero dalla volontà dei comuni e dei portatori d'interesse della bassa valle del Coghinas che individuano i punti di forza del territorio e li mettono al centro di un progetto di rilancio, riconoscendo il ruolo centrale del sistema acqua nelle politiche di governo del territorio. Il fiume diventa così l'elemento naturale centrale intorno al quale costruire lo sviluppo e l'economia di un intero territorio». L’iniziativa è supportata dalle università di Sassari (il Dipartimento di Architettura di Alghero) e Cagliari (Dipartimento di Idraulica) e dal Centro Italiano di Riqualificazione Fluviale.
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 10 aprile 2017 / Olbia - Pagina 18
Careddu, Pd: «Al di là delle bufale elettorali di Nizzi resta la nostra pianificazione»
In Consiglio il Pul “da rottamare”
OLBIA Il Pul della giunta Giovannelli non è più una delle piaghe della città. Il piano dei litorali che doveva essere rottamato rappresenta il 90 per cento di quello che tra due settimane andrà in aula. «Nizzi in piena campagna elettorale aveva dichiarato che tra le altre cose da cestinare c’era il mio Pul – dichiara Carlo Careddu, ex assessore all’Urbanistica e oggi capogruppo di opposizione – perché prevedeva lo spostamento di alcune concessioni. Una scelta che a suo dire avrebbe danneggiato i concessionari. Nel suo programma elettorale aveva scritto che nei primi 30 giorni di mandato lo avrebbe abrogato e ne avrebbe fatto uno nuovo, completamente diverso dal nostro. In realtà la nuova amministrazione ha iniziato ad occuparsene dopo quasi un anno e non a 30 giorni dall'insediamento. Ora scopriamo anche che il Pul non sarà affatto abrogato come promesso, ma sarà semplicemente modificato attraverso uno spostamento ulteriore di alcune concessioni. Viene dunque mantenuto l’impianto della nostra pianificazione, evidentemente perché al di là delle balle della campagna elettorale era ed è una pianificazione seria e lungimirante alla quale hanno collaborato non a caso anche le due università sarde». Poche le modifiche. L’aumento delle distanze delle concessioni dalla linea di battigia. Non più 5 metri ma 8,10 o 12. Quintuplicati i corridoi di lancio per gli sport del vento. Pulizia di tutta la spiaggia per i concessionari. «Nizzi, in sostanza, con la trovata di alcuni interventi di chirurgia estetica vorrebbe intestarsi il lavoro altrui – conclude Careddu –. Ormai il suo è un protocollo collaudato, basti pensare all'intervento di riqualificazione tra la Sacra Famiglia e Poltu Quadu. Anche in quel caso si tratta di un lavoro interamente riconducibile alla precedente amministrazione spacciato come frutto dell’intuizione dell’attuale giunta. Ma siamo fiduciosi: prima o poi vedremo qualcosa di originale, qualcosa di nuovo interamente riconducibile alla giunta Nizzi. Quanto al Pul, in aula faremo valutazioni più approfondite, e solo se sarà utile alla città, alla tutela del litorale e dei servizi alla balneazione lo sosterremo responsabilmente e senza pregiudizi». (se.lu.)

 

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