Giovedì 6 aprile 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 aprile 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Un'app su pc, tablet e smartphone: i medici dialogheranno sui casi di tumore
TUTTI GLI ONCOLOGI SARDI IN RETE: «UN'ÉQUIPE PER OGNI PAZIENTE»
Si chiama web conference , e in sé non sarebbe una novità, ma il fatto che a usare questa preziosa opportunità offerta dalla tecnologia siano gli oncologi degli ospedali sardi, beh, più che novità è una sorta di rivoluzione. Anglicismi a parte, per i medici la rete diventerà un luogo di confronto, di aggiornamento. Valuteranno quotidianamente caso per caso, e insieme, sino alla decisione finale sui protocolli da seguire nell'interesse dei pazienti. La “disumanizzazione” del malato, considerato semplicemente un numero per la sanità, con il nuovo sistema potrebbe cominciare a essere rivista.
 IL PROFESSORE «C'era l'esigenza di metterci in contatto - spiega Mario Scartozzi, docente di Oncologia all'Università e direttore del reparto oncologico dell'Azienda ospedaliero-universitaria - ma dovevamo fare i conti con le difficoltà oggettive dei colleghi che dovevano sobbarcarsi centinaia di chilometri per un incontro. Con questa piattaforma gestiremo diversamente, e meglio, i casi clinici e l'aggiornamento sarà continuo, soprattutto sarà meno costoso e faticoso».
 IL SISTEMA Si inizia con l'invito alla conferenza attraverso una email che contiene l'argomento da trattare e un link. Un semplice clic e nello schermo si possono vedere i colleghi delle altre città pronti a discutere il caso e a osservare ogni sfaccettatura. «In sintesi, abbiamo creato un'équipe per ogni singolo paziente, ciò significa che il problema e la sua soluzione non sono più affidati a un solo medico. Con tutto il rispetto, se a esaminare un caso ci sono più medici è meglio, per loro e soprattutto per il paziente il quale, in generale, guarda con sospetto al cambio del medico senza rendersi conto di quanto, invece, possa avere effetti positivi».
 STILI DI VITA Il professor Scartozzi, anconetano, ha 46 anni e una grande passione: il suo lavoro. Nello studio ha una massima di Ippocrate in bella vista per non fargli dimenticare le ragioni che lo hanno indotto allo studio della medicina. «Oltre il 60 per cento dei casi di tumore sono legati al fumo e all'alimentazione, per questo dovremo pensare alla prevenzione in maniera più incisiva, a partire dalla scuola. Uno stile di vita adeguato riduce il rischio tumorale. Ippocrate ne parlava 2500 anni fa, oggi è più che mai attuale».
 IL POLICLINICO Non è un caso che l'idea della piattaforma informatica sia nata al Policlinico “Casula”, nel contesto più ampio dell'Azienda ospedaliero universitaria. All'iniziativa hanno aderito Daniele Farci (Oncologia Businco-Brotzu), Sergio Pili (direttore sanitario di Carbonia), Antonio Pazzola (direttore della Clinica Oncologica di Sassari), Salvatore Ortu (Olbia), Giuseppina Sarobba (Nuoro) e anche gli ospedali di Oristano, Alghero e Lanusei. All'inaugurazione, in realtà si è trattato di una presentazione ufficiale, era presente Sara Ruggiu per l'assessorato della Sanità.
 COSA CAMBIERÀ Dopo il necessario e inevitabile periodo di prova, che durerà ancora per questa settimana, si partirà con la fase pratica del progetto. «Abbiamo testato più volte la procedura - prosegue Scartozzi - e la sua semplicità ci è stata di grande aiuto per accelerare la fase preparatoria. L'applicazione creata ad hoc ci permette di entrare velocemente nel sistema e cominciare a lavorare sul campo. L'ultimo test è previsto per la prossima settimana, poi saremo operativi».
 TERAPIE E PROTOCOLLI A quel punto, tutti i giorni sarà analizzato un diverso tipo di tumore, ogni medico illustrerà i casi che ha seguito o sta seguendo, mostrando esami e immagini radiologiche. Da qui, ovvero dall'esperienza di ognuno, nascerà il confronto in tempo reale. Al termine della discussione, collegialmente, sarà decisa la terapia che il paziente dovrà seguire. Un risparmio di tempo importante, spesso determinante.
ESPERIENZA «Così - dice ancora Scartozzi - siamo in grado di ragionare e scegliere il trattamento per tutti i nostri pazienti, utilizzando la vasta esperienza delle oncologie sarde». Per il primario di Oncologia del Policlinico Duilio Casula, «il sistema è molto intuitivo, servirà ad aiutare il paziente, ovunque si trovi, nel percorso di cura e guarigione. Inoltre siamo in grado di discutere i casi con esperti nazionali e internazionali che si collegheranno da qualunque parte del mondo».
 L'AZIENDA Soddisfatto il direttore generale dell'Azienda ospedaliero universitaria Giorgio Sorrentino: «In Sardegna c'è ottima sanità, dimostriamo che l'unione fa la forza: tutti gli oncologi insieme per assicurare il meglio ai pazienti». Per il direttore sanitario Nazzareno Pacifico, si tratta «di una vera e propria rivoluzione, l'Aou crede nell'innovazione e nella tecnologia».
 Vito Fiori
 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Le potenzialità del progetto dell'Azienda universitaria di Cagliari. «Modello replicabile»
COSÌ SI ACCORCIANO TEMPI E DISTANZE
«Il progetto dell'Azienda ospedaliero universitaria è molto interessante e altrettanto importante nell'ottica di una sanità migliore e più vicina alle esigenze dei pazienti». Parole di Roberto Pili, oncologo, che ha accolto positivamente l'iniziativa del professor Mario Scartozzi. «Tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli Ottanta - aggiunge Pili - c'era stato un tentativo simile, certo non con le tecnologie attuali, con Alberto Pellegrini, docente universitario e primario del “Businco”. Io ero un giovane medico ma ricordo questa esperienza con la quale si era cercato di unire le professionalità dell'intera Sardegna con incontri e discussioni a cadenza settimanale».
Il progetto, accolto allora con grande entusiasmo (era un'epoca quasi pionieristica per i tumori), anche perché il Businco rappresentava un'eccellenza non solo per l'Isola, andò avanti per quattro cinque anni per poi fermarsi. Oggi, però, grazie a Internet, l'idea di una rete isolana di oncologi può essere sviluppata senza particolari ostacoli.
«Anzi - sottolinea ancora il medico - con questa piattaforma si annullano lo spazio e il tempo. La condivisione del problema è immediata e immediata è la risposta. Credo davvero sia il modo migliore per affrontare la malattia nei suoi molteplici aspetti. Sono sempre stato convinto che occorra uscire dagli schemi canonici per avere quel dinamismo necessario nella soluzione dei problemi. La sanità, nel suo complesso, è una macchina complessa e gigantesca. Semplificare i meccanismi aiuterebbe innanzitutto i pazienti, lavorare in équipe è sempre meglio che farlo da soli, e poi la comunità, grazie a un abbattimento sostanziale dei costi. Spero che l'idea venga replicata in altre branche della medicina». ( v. f. )
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
BINAGHI. I tre medici sono stati rimpiazzati con cinque borsisti in “prestito” dall'Università
NEUROLOGI VIA, DENTRO I RICERCATORI
Caos nel Centro sclerosi multipla: «Il personale è insufficiente»
Cinque ricercatori a tempo “in cambio” di tre neurologhe (andate in pensione e non ancora rimpiazzate). Al Centro sclerosi multipla del Binaghi i conti non tornano. E il rischio chiusura continua a far paura.
ASSOCIAZIONI IN RIVOLTA «Parliamo di una struttura di riferimento regionale, che segue oltre quattromila pazienti di tutta la Sardegna», premette Paolo Kalb, presidente regionale della Vo.s.m (Onlus che riunisce persone affette da Sclerosi e i loro familiari). «Il personale non è sicuramente sufficiente a garantire i livelli di assistenza necessari, oltre agli evidenti disagi che questo comporta si aggiunge la preoccupazione diffusa sul futuro del Centro: l'assessore a parole dice che non verrà smantellato, ma di scritto non esiste alcun documento in questo senso», sottolinea. «Ricevo segnalazioni da tutta la Sardegna, le famiglie sono fortemente preoccupate e hanno bisogno di garanzie». Interviene anche Marzia Casula, presidente provinciale dell'Aism (Associazione italiana sclerosi multipla): «Sicuramente la convenzione con l'Università, che ha consentito il reintegro dei ricercatori, può aiutare in un momento tragico come quello appena passato, ma chiaramente la consideriamo una soluzione temporanea», commenta. «Capiamo che per procedere con le sostituzioni si debbano aspettare i tempi previsti dal concorso, chiediamo che l'iter proceda nel più breve tempo possibile».
IL PRECEDENTE «Ci scusiamo per i disagi, ma a causa della definitiva assenza di tre neurologhe abbiamo difficoltà nel prenotare le visite di controllo», recitava il cartello comparso all'ingresso del reparto all'inizio di marzo. «La disponibilità da parte dei medici neurologi rimasti verranno riservate a Day Hospital, visite urgenti, controlli RM (risonanza magnetica) con variazione rispetto alla precedente e cambio terapia. Siamo in attesa delle sostituzioni del personale mancante e della stipula della convenzione tra azienda ospedaliera e università per i ricercatori universitari che effettuano attività di ricerca al centro». Stipulata la convenzione, è sparito il cartello e sono arrivati cinque ricercatori. Ma i problemi non sembrano essere finiti. Il "caso Binaghi", è sociale (vista l'altissima incidenza della patologia nell'Isola), e pure politico. Perché il futuro incerto dell'Ospedale di via Is Guadazzonis - minacciato dal programma di riordino della Sanità sarda - preoccupa le associazioni e fa discutere la politica. Posizione unanime: perché l'ipotesi di trasferimento, con annesso declassamento (a servizio ambulatoriale), non sembra essere svanita.
CASO POLITICO «Nonostante le continue rassicurazioni dell'assessore Arru, sembra andare avanti il processo di ridimensionamento sottotraccia del Centro», polemizza Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori Sardi - Liberaldemocratici in Consiglio regionale. «Al di là delle parole permangono tutti i disservizi denunciati dai malati negli ultimi mesi, su tutti, la drastica riduzione del personale: tre neurologhe sono andate in pensione e, per sostituirle, non si è trovato niente di meglio che siglare una convenzione con l'Azienda ospedaliera-universitaria per il prestito di alcuni ricercatori che vengono retribuiti con appena 2 euro per ciascuna visita e non possono fornire un livello di assistenza sufficiente ad assicurare la piena operatività della struttura», ribadisce. «Il Centro di fatto ha già smesso di operare come reparto ospedaliero di degenza per diventare la struttura ambulatoriale prevista nella riorganizzazione».
 L'ASSESSORE ARRU «Stiamo procedendo nell'ottica di migliorare non di tagliare», replica Luigi Arru, assessore regionale alla Sanità. «Le procedure per la sostituzione del personale mancante sono state già avviate, il Binaghi non verrà depotenziato, semplicemente si procederà verso una rete regionale più equa, che non lasci nessun territorio privo di assistenza».
 Sara Marci
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
MISTRETTA RACCONTA CARCASSI
Oggi nella sala settecentesca della biblioteca universitaria (via Università 32), Pasquale Mistretta, rettore emerito dell'Università di Cagliari, parlerà, per gli Amici del Libro, di “Ugo Carcassi: l'uomo, il medico, l'organizzatore”.
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Le visite nell'Isola
Oggi D'Alema, domani Nannicini, sabato Tajani
Inizia oggi, con la visita di Massimo D'Alema, l'arrivo dei big della politica in Sardegna. Domani sarà a Cagliari l'ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Tommaso Nannicini e sabato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. D'Alema a mezzogiorno sarà a Selargius per un incontro a sostegno di Francesco Lilliu, candidato del centrosinistra alle amministrative di giugno. Alle 16 la visita di Casa Gramsci a Ghilarza per poi concludere alle 18 a Sassari con un incontro organizzato da Articolo Uno, il progetto politico degli scissionisti Pd.
Domani, Nannicini parteciperà all'iniziativa “Dal Lingotto ai territori”, alle 17.30 nella sala Universo in piazza Unione Sarda. Presenti i due candidati alla segreteria Pd, Francesco Sanna e Giuseppe Luigi Cucca. Sabato, il presidente, Antonio Tajani terrà a Cagliari una serie di incontri con il mondo politico, economico e universitario. Accompagnato dall'eurodeputato Salvatore Cicu, Tajani alle 9.30 saluterà il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. Alle 10.30 sarà nell'Aula Magna della facoltà di studi umanistici per l'inaugurazione dell'anno accademico. Dalle 15 alle 16.15, Tajani sarà all'Unione Sarda prima di incontrare, alle 18, le associazioni di categoria nella sede di Confindustria. (m. s.)
 
 

6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
L'accusa di uno degli esclusi
«Dalle scartoffie alla burocrazia telematica»
«Mi sono sentito ignorante, io che per lavoro progetto applicazioni per i miei clienti non sono riuscito a muovermi dentro una piattaforma informatica». Gianfranco Damiani è uno dei tanti imprenditori che non sono riusciti a partecipare al contestatissimo bando regionale per i finanziamenti ai progetti di ricerca e sviluppo annullato ieri da Sardegna Ricerche in autotutela. «Un sistema che dovrebbe essere concepito per facilitare l'utente - è la sua accusa - si è invece rivelato un machiavellico e infernale percorso a ostacoli».
Ingegnere, 69 anni, titolare della Sagana, Damiani aveva già deciso di rivolgersi alla Procura della Repubblica per chiedere di azzerare la procedura. «L'esposto era già pronto - conferma -, ma vedo che si sono resi conto anche loro di aver combinato un colossale pasticcio». Il bando ripartirà dunque da zero e il titolare della Sagana potrà finalmente presentare il progetto sulla mobilità sostenibile che ha elaborato in collaborazione con il Dipartimento di meccanica ed elettronica dell'Università di Cagliari.
L'arrabbiatura però non gli è affatto passata. «Rifare il bando era doveroso - spiega -, ma resta il problema delle modalità con cui viene gestito, che purtroppo saranno le stesse». Cioè attraverso la piattaforma informatica Sipes andata in tilt il 27 marzo, che è gestita da SardegnaIt e viene utilizzata da Sardegna Ricerche per ricevere on line le domande di finanziamento. «Per non andare oltre il buongusto la definirei farraginosa, capziosa e poco comprensibile - attacca il titolare della Sagana che poi aggiunge -. Io e il mio team una volta che ci siamo trovati dentro non capivamo cosa fare: gli avvisi di errore erano continui e ciò che si faceva veniva rigettato, un loop infernale».
E conclude con una stilettata: «L'applicazione per un telefonino è studiata in modo che la sappia usare anche un bambino, in questo caso invece bisogna avere una laurea ad hoc tanto che esistono società che si offrono agli imprenditori per caricare le loro domande, naturalmente a pagamento, in quanto esperte dei machiavellismi del Sipes. In altre parole siamo passati dalla burocrazia delle scartoffie a quella telematica, ma l'effetto è identico». (m. le.)
 
 

7 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
La storia In libreria “Sgrammaticando”, figlio delle lezioni di italiano fatte su You Tube La maestrina del web
Fiorella Atzori dalla rete al mondo di carta
«Un libro? È come un temporale improvviso. Col cielo sereno. Bello». Fiorella Atzori, 28 anni, di Arborea, parla con la gioia di chi è felicemente stordita dal bizzarro contrappasso che la sorte le ha riservato: ha puntato le sue carte sulla rete ed è approdata «senza rendermene ben conto», al vecchio, profumato mondo di carta. «Non avrei mai pensato che i miei consigli di grammatica italiana potessero diventare un libro. Non è un manuale, né io sono una professoressa». È un'appassionata di grammatica italiana, amore coltivato fin dal liceo. Un diploma di maturità classica al De Castro di Oristano in tasca e la certezza che la strada del giure non era quella giusta, Fiorella si laurea in Scienza della comunicazione, a Cagliari. «“Sgrammaticando”, il mio canale You Tube - racconta - nasce negli anni universitari e sposa le mie passioni: la comunicazione e l'amore per le regole della nostra lingua messe in pericolo da messaggi veloci sui cellulari e ignoranti T9».
Senza essere una specialista della materia, ma piena di quel talento di chi sa stare davanti a una telecamera e catturare l'attenzione, Fiorella è diventata la maestrina dalla penna rossa del web, pronta a spiegare che l'articolo indeterminativo maschile è allergico all'apostrofo proprio come qual è, e che po' è una parola tronca, da poco, e non chiede l'accenta. Sessanta anni fa era il maestro Manzi, nella tv in bianco e nero, a insegnare all'Italia analfabeta a leggere e a scrivere; ora a farlo è anche l'intraprendente cultrice dell'italiano, cresciuta come la sua generazione con una grande confidenza con un mondo veloce, accessibile, capace di parlare a tanti come You Tube.
Così «i piccoli video di grammatica italiana, semplici pillole, sono diventati sempre più utili, importanti». Il riscontro è immediato. I primi alunni di Fiorella sono i suoi fratelli minori, «meno sensibili al fascino delle regole grammaticali», poi via via la classe virtuale si allarga e, segno dei tempi, diventa multietnica. «Le statistiche delle visualizzazioni dicono che i giovanissimi cercano altro, mentre gli stranieri vogliono capire perché usiamo spesso l'interiezione magari o chiedono di sapere come si usa l'avverbio piuttosto».
Coraggiosamente, con l'aiuto di piccoli schemi, Fiorella cerca di spiegare la differenza tra un verbo transitivo e uno no, quelli riflessivi, i verbi pronominali e via cliccando, tra le montagne russe di una delle lingue più complesse al mondo. In cinque anni (nel frattempo ha passato il mare per amore, facendosi adottare dalla Toscana dove vive vicino a Montecatini) ha collezionato 400 video, diventando un'apprezzata youtuber, professione del terzo millennio. Fino all'offerta della Centauria edizioni di tradurre in un libro un lavoro «dal quale c'è chi riesce a campare, io con la grammatica, ancora no». «Temevo di dover scrivere un manuale - confessa - mi sono rassicurata quando ho capito che mi chiedevano di portare su carta ciò che dico nei video». Battezzato con lo stesso nome del canale web, “Sgrammaticando”, in libreria dal 23 marzo, ha il ritmo veloce e leggero dei vlog (videoblog). «Il libro - aggiunge con gioia - è qualcosa di più alto». Al codice delle regole ha affiancato curiosità sui modi di dire come “in bocca al lupo” o “essere in gamba”. «L'ispirazione arriva dalle persone che mi scrivono sulla pagina Facebook, chiedendomi spiegazioni». O sono i (discutibili) tormentoni della rete a dare spunto per lezioni grammaticali e di senso civico. Vedi alla voce “éscile”, verbo intransitivo usato per chiedere a una donna di mostrare il seno. Fiorella, che ha il merito di aver sempre giocato a carte scoperte e che sabato sarà a Siena al Festival della lingua italiana, ha sottolineato con la sua virtuale matita rossa e blu, entrambi gli errori.
 Caterina Pinna
 
 

8 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Provincia Sulcis (Pagina 32 - Edizione CA)
SANT'ANNA ARRESI. Francesca Locci, 30 anni, premiata alla Camera
Sull'Olimpo dei laureati
per un futuro nel turismo
«Non penso di essere mai stata il classico esempio di studentessa modello, ma proprio per questo oggi sono ancora più felice». E di motivi per esserlo Francesca Locci, 30 anni, di Sant'Anna Arresi, ne ha da vendere.
 LA PREMIAZIONE Martedì, nell'aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, a Roma, tramite Almalaurea, è stata premiata tra i migliori mille laureati italiani del 2016 dall'importante “Fondazione Italia Usa” che da anni promuove e coltiva lo stretto legame che unisce gli italiani al popolo americano. E per lei, oltre alla pergamena di merito, c'è anche un ricco premio: una borsa di studio gratuita per un master in Global Marketing Comunicazione e Made in Italy.
 LA GIOIA«È una bellissima soddisfazione. Ancora più bella perché mi ritengo una persona e una studentessa normale», sottolinea. Non così però per Almalaurea, il consorzio interuniversitario a cui aderiscono 74 atenei italiani e il Miur, che ha sottoposto decine di migliaia di studenti a un questionario di valutazione su percorso di studio, esperienze lavorative e quant'altro, per conto dell'importante istituzione che opera tra Italia e Stati Uniti d'America.
 IL PERCORSO Tra i profili esaminati quello della studentessa di Sant'Anna Arresi, che ha conseguito un voto di laurea con 110 su110 e può già vantare esperienze professionali nel turismo (ha lavorato a Porto Pino e ora è impiegata in un hotel di Sant'Antioco), è stato inserito tra i migliori mille d'Italia e meritevole di premio. E che martedì, nello scaglione dei cento premiati, l'ha vista unica rappresentante della Sardegna a Montecitorio. Un riconoscimento salutato con gioia dalla comunità di Sant'Anna Arresi e, naturalmente dai genitori Graziano e Pierangela, il fratello Claudio e il fidanzato Mattia Uccheddu, anch'egli impiegato nel settore dei servizi e della promozione turistica a Sant'Antioco. «Mi pare ancora tutto surreale, però - confessa - non nego che sono orgogliosa di questo premio».
 IL LAVORO Ora, seppure con il master già avviato («Ho già iniziato a studiare»), c'è già il mondo del lavoro che l'aspetta. «A Pasqua si riparte e si profila una nuova stagione. E spero sia più lunga di quelle che mediamente caratterizzano il nostro territorio. Perché il Sulcis è uno scrigno di bellezze incredibili e, se solo si programmasse bene, - sottolinea - si potrebbe vivere e lavorare ben più dei tre mesi estivi». Magari curando sempre più le infrastrutture e valorizzando le professionalità. «Perché, al di là delle scelte personali, - conclude - ritengo che ci siano le potenzialità per restare e lavorare per far crescere il territorio, anche e soprattutto nei mesi meno gettonati, piuttosto che essere costretti a lasciare tutto e a partire per realizzare i propri sogni».
Maurizio Locci
 
 

9 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Provincia di Oristano (Pagina 36 - Edizione CA)
Marrubiu
Is Bangius, archeologi al lavoro nel sito antico
La prossima estate studiosi di nuovo al lavoro nel praetorium romano de Is Bangius. La notizia è arrivata nei giorni scorsi al municipio di Marrubiu: il Ministero dei beni culturali ha autorizzato la terza campagna di scavo nel sito. «Si inizierà a lavorare in estate» ha detto il sindaco Andrea Santucciu . «Gli archeologi saranno impegnati a sinistra del praetorium vero e proprio. Una concessione di scavo che arriva dopo il riconoscimento ministeriale per il nostro sito». Is Bangius rappresenta l'unico praetorium romano ritrovato in Sardegna, struttura di servizio alla viabilità e utilizzata come soggiorno temporaneo per i procuratori e i prefetti dell'impero romano. Il direttore dello scavo sarà Piergiorgio Spanu, professore dell'università di Cagliari, mentre il funzionario incaricato dalla Soprintendenza Massimo Casagrande .
Santucciu ha concluso: «Contiamo di reperire altro materiale del periodo romano da esporre poi al museo de Is Bangius». ( an.pin.)
 
 

10 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Provincia di Sassari (Pagina 41 - Edizione CA)
Sassari
Caria all'Università: così la Regione sostiene l'incontro fra ricerca e produttori
«Per un'agricoltura moderna, produttiva, al passo con l'innovazione tecnologica non si può fare a meno di rivolgere l'attenzione al ruolo dell'istruzione e della formazione. E quale luogo migliore dell'Università per parlare di una agricoltura istruita e capace di competere sui mercati extra regionali?».
Così si è espresso l'assessore dell'Agricoltura, Pier Luigi Caria, intervenendo ieri nell'aula magna della Facoltà di Agraria di Sassari al workshop dedicato a “Innovazione e competitività nelle filiere agroalimentari: dal progetto al reddito”.
Caria ha ricordato che la Regione ha stanziato sul Programma di sviluppo rurale per il 2014-2020 ben 13,5 milioni. «La Regione sta creando le condizioni per avvicinare, sempre di più, l'Università e la Ricerca al mondo produttivo», ha concluso Caria.
I lavori, organizzati da Agris e Università di Sassari, sono stati aperti dall'intervento di Giuseppe Pulina, docente di agraria e amministratore dell'Agenzia Forestas. Di "Politiche nazionali ed europee per il rilancio della competitività del settore agroalimentare attraverso l'innovazione tecnologica", ha parlato Claudio Lorenzini del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.
 
 

11 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
INCONTRO L'antropologo visivo David MacDougall illustra a Nuoro il suo cinema
Tradizione e globalizzazione
La vita sospesa dei pastori
Il suo incontro con la Sardegna è immortalato nel film “Tempus de Baristas” (1993), documento straordinario delle trasformazioni che negli anni '90 portarono alla marginalizzazione dei pastori. David MacDougall, antropologo e filmmaker statunitense, docente all'Australian National University di Canberra, è tornato nell'Isola. Maestro dell'antropologia visuale, da ieri è a Nuoro, ospite della Fondazione di Sardegna, delle Università sarde e dell'Istituto superiore regionale etnografico, l'ente che affidò al rigore del metodo di MacDougall la ricerca sul pastoralismo. Una difficile questione antropologica che il regista-etnografo risolse, lasciando che i soggetti dell'indagine esprimessero in sardo la loro visione del mondo.
Perché preferì la scelta del punto di vista esterno quindi lo stile del cinema di osservazione che si contrappone a quello “di partecipazione” da lei preferito in altri lavori?
 «Volevo lo spettatore assumesse la stessa posizione del regista che guarda un gruppo di pastori e cerca di capire il loro modo di misurarsi coi problemi. L'obiettivo, contrapponendomi alle tecniche del documentario tradizionale, non era quello di produrre informazioni colte o di dare una lettura romantica dell'esistenza del pastore. I miei film hanno sempre cercato di focalizzarsi, senza essere coadiuvati da musica o voce fuori campo, sulla vita degli individui. Nel caso di “Tempus de Baristas” il mio bisogno era quello di raccontare i problemi dei lavoratori della pastorizia sarda, che, dopo aver goduto di una certa prosperità negli anni ‘70, si trovarono marginalizzati».
 Quali osservazioni ne scaturirono?
 «All'epoca della prosperità le donne si erano emancipate, studiando e lavorando come impiegate, mentre gli uomini avevano continuato a essere attirati dal mestiere di pastore. Molti giovani, rifiutati a causa del divario culturale, ebbero difficoltà a sposarsi e videro quindi restringersi le opportunità di una vita soddisfacente. Scelsi di mostrare la trasformazione attraverso le storie di tre generazioni, concentrandomi su alcuni pastori di capre di Urzulei. La crisi è rappresentata dal testimone più giovane, Pietro, che si confronta col dilemma delle scelte future: proseguire la tradizione familiare o studiare al di là della scuola dell'obbligo?».
 Affrontò un problema allora cruciale per l'Isola. Quali emergenze gli studenti di antropologia delle Università sarde a cui si rivolge dovrebbero oggi documentare col metodo di cui lei è maestro?
«Sulle questioni che toccano le esistenze e la cultura del popolo sardo seguano le loro intuizioni. Tengano conto che, inevitabilmente, dovranno misurarsi coi processi di globalizzazione e quindi con l'emergenza dei rifugiati e dei migranti. A proposito credo che il cinema possa proporre uno sguardo sui soggetti più immediato rispetto al testo scritto. Ha il vantaggio di rappresentare la vita quotidiana nella sua dimensione sensoriale. Può documentare le forze sociali che premono sugli individui, mentre questi ultimi, in condizioni di vita avverse, cercano di trovare il loro modo di farcela».
 Tanta parte della sua filmografia conta sulla partecipazione di sua moglie Judith.
«La nostra è una cooperazione riuscita nella vita e nel cinema. Abbiamo lavorato insieme a tanti lavori, nella maggior parte dei casi armoniosamente. Credo sia dovuto al fatto che ci siamo formati insieme. Quando realizziamo un documentario condividiamo le responsabilità creative, sebbene io sia quasi sempre alla cinepresa e lei al suono. Al montaggio, invece, partecipiamo alla pari».
Una storia di vita, ricerca e rigore che oggi (Auditorium Lilliu, 9.30 – 13.30 e 15.30–18.30) sarà al centro della conferenza-seminario sul cinema di osservazione a cui parteciperanno gli studiosi Rossella Ragazzi (traduttrice del libro sul cinema visuale), Antonio Marazzi, Paolo Piquereddu, Ignazio Figus e Felice Tiragallo. L'incontro con MacDougall terminerà domani (ore 18), con la presentazione dell'edizione italiana del “Cinema Transculturale”.
 Manuela Arca
 
 

12 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
SEULO. Un inviato dall'America fa tappa in sei paesi per studiare i piatti della tradizione
Caccia ai segreti dei centenari
Troupe del National Geographic in missione nella “zona blu”
Qual è il segreto della longevità? La genetica, l'aria, l'acqua, il lavoro, il movimento? O forse quei cibi consumati dai nostri avi agli inizi del secolo corso, frutto di una terra incontaminata e di una povertà genuina? Per scoprirlo, una troupe di National geographic è in missione nella cosiddetta Blue zone sarda (un'area demografica e/o geografica in cui le persone vivono più a lungo della media) per immortalare tutti i passaggi della preparazione di questi piatti fatti in casa.
MINESTRA Dan Buettner, giornalista e scrittore statunitense, è arrivato ieri a Seulo in Barbagia per iniziare il suo viaggio nella tradizione culinaria sarda: un viaggio che toccherà altri paesi e che durerà fino a domenica. «Voglio documentare l'antica dieta sarda - ha detto il giornalista - per poi fare un libro per la National geographic society con foto fantastiche e ricette». Il percorso è cominciato dalla minestra tipica seulese, a base di cipollotti, patate, latte formaggio salato: ancora oggi molti anziani la consumano. «Si faceva spesso - spiega Patrizia Moi, vice sindaco e ristoratrice - perchè gli ingredienti erano ciò di cui si disponeva sempre»: prodotti che si trovavano nell'orto o in campagna, preparati nella terracotta e consumati in quantità moderate. Non è la prima volta che Buettner arriva in Sardegna: c'era già stato nel 2004, per una visita che aveva prodotto un libro. Ieri il giornalista è stato in diverse case per riprendere le massaie che, con padronanza, hanno riproposto il minestrone cas'e murta , i coccoedus cun 'erda , i malloreddus scarranfiaus , i priricchittus , i pistoccus de nuxi .
STILI DI VITA «Genetica, alimentazione, tipo di movimento: su questo - spiega Pino Ledda, storico e genealogista - si concentrano gli studi sulla longevità cominciati a Seulo quattro anni fa». Un lavoro che ha messo in evidenza elementi importanti e distintivi: a Seulo, come a Villagrande, gli ultrecentenari uomini sono in numero maggiore rispetto alle donne. «Erano tutti pastori - sottolinea Giovanni Ghiani, coordinatore dell'ecomuseo - e camminavano molto». Attualmente a Seulo, su 900 abitanti, vi sono quattro ultracentenari e ben 40 ultranovantenni. Dati che sorprendono gli studiosi perché non ci sono riscontri nei paesi vicini, dove si respira la stessa aria, si consumano gli stessi prodotti e si segue lo stesso stile di vita.
LA TESTIMONE «Abbiamo lavorato fin da piccole», racconta Antonia Boi, nota Nennetta, 102 anni, figlia di un centenario e moglie di un centeneario: «Mangiavamo quello che si produceva, portavamo l'orbace in Sarcidano a piedi (serviva un giorno di viaggio), e ritornavamo con provviste di fave e ceci». Qualche rimpianto per quel passato fatto di povertà e lavoro: «Prima la gente era più buona: si stava insieme, si parlava, si cantava. Oggi ognuno è per conto suo».
LE RICERCHE Ad attirare l'attenzione degli addetti ai lavori su questo lembo di terra dove le persone raggiungono facilmente i 100 anni è stato Gianni Pes, ricercatore dell'Università di Sassari. Il suo lavoro ha trovato un'organizzazione e una struttura nell'osservatorio Sardinia Blue Zone. «Abbiamo raccolto i dati relativi a tutti i Comuni», rivela Claudia Porcu, direttrice del progetto: «Abbiamo certificato i paesi: fino al 2015 era solo uno, ora sono sei e ce ne saranno altri». Grazie a questo lavoro, ha aggiunto Gianni Pes, «alcune ipotesi relative alla Blue Zone possono essere validate». Altre comunità sono sotto l'occhio vigile degli studiosi nella terra dove la vita dura più che altrove.
 Sonia Gioia
 
 

13 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 aprile 2017 / Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
L'artista a Parma per una laurea
 “Higher Learning”, le foto di Patti Smith
Apre al pubblico sabato, a Palazzo del Governatore di Parma, “Higher Learning”, la mostra di opere fotografiche dell'icona del rock Patti Smith, con circa 120 opere scattate in bianco e nero durante i viaggi dell'artista per il mondo. Il titolo è lo stesso di una canzone presente nell'album Land, uscito nel 2002.
La mostra è organizzata da Università di Parma e Comune di Parma ed è stata pensata per il conferimento della laurea ad honorem che l'Ateneo assegnerà a Patti Smith. L'iniziativa si inserisce infatti all'interno del grande tributo che l'Università di Parma e la città dedicheranno, a inizio maggio, all'artista americana. Il 3 maggio Patti Smith riceverà la laurea magistrale in Lettere classiche e moderne dall'Università e il 4 terrà un concerto sul palco del Teatro Regio. Venerdì 5 maggio sarà alla mostra per presentare di persona i suoi lavori.
“Higher Learning” è un'evoluzione di “Eighteen Stations”, presentata a New York ed esposta recentemente a Stoccolma.
 
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
 
 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 6 aprile 2017 / Sardegna - Pagina 6
IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO
Sabato cagliaritano per Tajani tra università e Confindustria
CAGLIARI Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani sarà sabato a Cagliari. Una giornata di incontri istituzionali a contatto con le voci più rappresentative del mondo politico, economico e universitario della Sardegna. Una visita organizzata dall’eurodeputato di Forza Italia, Salvatore Cicu, compagno di partito di Tajani. «Per la Sardegna – dice Cicu – si tratta della prima visita di un presidente del Parlamento europeo». Il programma si apre alle 9.30 con il saluto istituzionale col sindaco, Massimo Zedda. A seguire nell'aula magna della facoltà degli Studi umanistici, dove terrà la lezione «L’Europa per le imprese, per la formazione e per il lavoro: visioni strategiche e sfide concrete». A seguire l'intervento di Cicu. Dalle 16.30 alle 18 si terrà il vertice con le associazioni di categoria nella sede di Confindustria. Saranno presenti all’incontro Battista Cualbu (Coldiretti), Alberto Scanu (Confindustria), Alberto Bertolotti (Confcommercio), Maria Carmela Folchetti (Confartigianato), Mirko Murgia (Confapi), Luca Maria Sanna (Confagricoltura).
 
 
 

15 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 6 aprile 2017 / Prima pagina
OTTO mega-telescopi nel mondo uniti per fotografare il grande mistero
Attraverso una rete mondiale di telescopi, gli scienziati cercheranno da oggi di ottenere lo “scatto del secolo”: la fotografia di un buco nero. Al fatidico click parteciperanno due cervelli italiani in fuga. Uno è sardo: Ciriaco Goddi (foto), 42 anni, astrofisico originario di Orune, ora in Olanda dopo esperienze a Harvard e in Germania. A PAG. 33
 
Cultura e spettacoli - Pagina 33
A premere il pulsante dell’otturatore l’astronomo nuorese Ciriaco Goddi
Una rete mondiale per creare un radiotelescopio grande come la Terra
Il giorno della foto del secolo
Primo click di un buco nero
di Marco Vitali
SASSARI Al nastro di partenza una delle più grandi imprese astronomiche di tutti i tempi: osservare e fotografare per la prima volta dalla Terra corpi celesti “irraggiungibili” come i buchi neri. Il progetto si chiama Event Horizon Telescope (Eht) e punta a unire le forze di otto dei più grandi radiotelescopi del mondo per creare un radiotelescopio delle dimensioni della Terra. La data per lo “scatto del secolo” avverrà in una finestra temporale che va da oggi al 14 aprile, e durerà cinque notti, ma l’elaborazione dei dati richiederà tempo, al punto che la prima foto è attesa nel 2018. A premere il pulsante dell’otturatore saranno due italiani: il sardo Ciriaco Goddi, nato a Nuoro e cresciuto a Orune, e Violette Impellizzeri, astronoma siciliana di Alcamo, in provincia di Trapani. Goddi, 42 anni, si è laureato e ha avuto un dottorato di ricerca a Cagliari, poi è volato ad Harvard per rimbalzare a Monaco di Baviera e finire al BlackHoleCam della Radboud University di Nijmegen, in Olanda, dove è project scientist, ma anche astronomo presso l’Alma Regional Center a Leiden, in Olanda. Diretto da Sheperd Doeleman, dell’università americana di Harvard, il progetto mira a fotografare sia il buco nero al centro della Via Lattea, che ha una massa pari a 4 milioni di volte quella del Sole, sia il buco nero al centro della galassia M87, che ha una massa di circa 6 miliardi quella del Sole. Della rete dei radiotelescopi coinvolti fanno parte Alma (Cile), Iram (Spagna) e il South Pole Telescope (Antartide) e tutti punteranno le antenne contemporaneamente verso lo stesso obiettivo per osservare la materia che ruota intorno al buco nero prima che oltrepassi l’orizzonte degli eventi, ossia il “punto di non ritorno” oltre il quale la gravità è così forte che nulla di ciò che lo attraversa può fuggire. I risultati permetteranno anche di sottoporre a uno dei test più rigorosi la teoria della relatività di Einstein e di scoprire come nascono i getti ad altissima energia emessi dai buchi neri. Gli obiettivi sono ambiziosi quanto sarà complesso, per gli otto radiotelescopi, riuscire a catturare le immagini contemporaneamente. Uno dei vincoli è che ognuno dovrà avere cieli cristallini e di conseguenza la rete potrà funzionare solo per due settimane l’anno. «Un elemento fondamentale per l’attuazione di questo piano è l’Atacama Large Millimeter Array (Alma), che è il radiotelescopio più sensibile mai costruito in banda millimetrica, situato nel deserto di Atacama nelle Ande Cilene, a 5100 m sul livello del mare, il deserto più alto e secco al mondo», ha spiegato Ciriaco Goddi a Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di Astrofisica.

Cultura e spettacoli - Pagina 33
IL PERSONAGGIO
Dal liceo scientifico di Bitti allo studio dell’Universo
ORUNE Ciriaco Goddi, project scientist alla Radboud University, Nijmegen, in Olanda e astronomo presso l’Alma Regional Center a Leiden, sempre in Olanda, sarà protagonista di uno degli eventi più attesi per il 2017: scatterà la prima foto a un buco nero. Quarantadue anni ha trascorso l’infanzia a Orune insieme ai genitori (il padre è un autotrasportatore e la madre è casalinga) e a due sorelle. Ha vissuto nel piccolo centro pastorale, nel cuore della Barbagia, fino all’età di 19 anni. Dopo aver frequentato le scuole medie del paese ha iniziato la vita da pendolare, come tutti i suoi coetanei costretti a viaggiare per proseguire gli studi. Ha frequentato lo Scientifico di Bitti dove è nata la sua passione per la matematica e la fisica. Materie che ha poi potuto approfondire nel corso degli studi all’università di Cagliari dove si è laureato brillantemente. Dopo un dottorato di ricerca Goddi ha lasciato la Sardegna nel 2005: prima si è trasferito all’osservatorio Astrofisico di Acetri a Firenze, poi è volato ad Harvard, per tre anni, dove ha fatto parte di un team di ricercatori americani. Nel 2009 un’altra proposta: ha superato la selezione all’European Southern Observatory di Monaco di Baviera, in Germania, uno dei maggiori istituti che si occupano della gestione dei telescopi più grandi al mondo. Nel 2012, concluso quel progetto, Goddi ha deciso di accettare una nuova offerta: quella del Joint Institute for Vlbi in Europe, in Olanda, che comanda una rete di telescopi dislocati in Asia, Europa e Africa. Per il giovane orunese l’inizio di una nuova grande avventura. (k.s.)
 
Cultura e spettacoli - Pagina 33
La rete di osservazione sarà in grado di “vedere” le regioni più esterne dei buchi neri dove tutto viene inghiottito
Alla ricerca dell’orizzonte degli eventi per capire la gravità
SASSARI Le precedenti osservazioni di Sagittarius A, realizzate con un network di radiotelescopi hanno fornito solo immagini imprecise con una risoluzione troppo bassa. A differenza di quelle fornite dall’Eht con una risoluzione angolare intorno ai 60 microsecondi d’arco – che ci permetterebbe di vedere il diametro di una mela sulla Luna –. Nonostante questa altissima risoluzione gli scienziati non sono riusciti ad ottenere un’immagine della sorgente, perché la rete di telescopi era costituita da soli 3-4 elementi. Questa volta le attese sono maggiori perché sono coinvolti altri strumenti come Alma (Cile) e il South Pole Telescope (Antartide), che rispetto alla rete di radiotelescopi situati in Hawaii, Spagna, Messico e Arizona, permetterà di migliorare le aspettative in termini di ricostruzione delle immagini. «Operando insieme, le antenne simuleranno un singolo gigantesco strumento delle dimensioni della Terra che sarà in grado di “vedere” direttamente l’orizzonte degli eventi – ha spiegato Goddi sul notiziario online dell’Istituto nazionale di Astrofisica –, quel confine che circonda i buchi neri dove tutto ciò che passa non torna mai più indietro, e rivelare la cosiddetta “ombra” di Sagittarius A. Di fatto, grazie alla tecnica dell’interferometria radio a lunghissima linea di base (Vlbi), si otterrà il livello più alto di risoluzione spaziale di ogni altro attuale strumento astronomico». Nonostante le enormi difficoltà, gli astronomi sperano di poter vedere le regioni immediatamente più esterne del buco nero dove il gas viene trascinato nel disco di accrescimento che circonda il buco nero e come la materia viene espulsa lungo i getti. La speranza è anche quella di poter definire la dimensione e la forma dell’orizzonte degli eventi e verificare se la relatività generale sia ancora valida in condizioni estreme. Secondo il notiziario dell’Istituto nazionale di Astrofisica il vero obiettivo di questo esperimento è quello di utilizzare le abilità della tecnica di imaging per verificare se ci sono delle deviazioni dalle idee di Einstein, così come sospettano alcuni scienziati che ipotizzano delle spiegazioni più complete della gravità. (red. c.)
 
 

16 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 6 aprile 2017 / Prima pagina
Progetti innovativi, si riparte: la Regione quadruplica i fondi
Il bando piace troppo: annullato
Troppo successo. Dopo l’assalto di richieste on line mandato in tilt il sito e Sardegna Ricerche decide di annullare il bando da 6,5 milioni di euro per progetti innovativi. «Problemi tecnici nella procedura», spiega la società partecipata. La Regione rilancia: entro Pasqua nuovo bando con una dotazione di 25 milioni. A PAGINA 6
 
Sardegna - Pagina 6
Stop alla gara di Sardegna Ricerche dopo il caos on line
La Regione rilancia e aumenta il budget da 6,5 a 25 milioni
Moltiplicati i fondi del bando annullato per troppe richieste
CAGLIARI Oltre 10 milioni di euro per realizzare Case della salute a Nuoro, Desulo, Gavoi, Bitti, Bosa, Terralba, San Nicolò Gerrei, Senorbì, Monserrato, Burcei, Quartu S.Elena. Lo ha deciso la giunta, su proposta dell’assessore Luigi Arru. Altri 6 milioni saranno invece programmati per un particolare sistema informativo regionale per le cure primarie, e 4,7 milioni saranno destinati all’evoluzione del Fascicolo sanitario elettronico. «Si tratta di tre interventi mirati al rafforzamento delle cure territoriali, per supportare il Servizio sanitario regionale nelle azioni di riforma in atto, adeguare l’assistenza ai bisogni del cittadino e ridurre le diseguaglianze – si legge in una nota della Regione –. Le Case della salute saranno strutture che uniranno l’offerta extra-ospedaliera con il servizio sociale, per rispondere alla domanda di assistenza di persone e famiglie con bisogni complessi evitando ricoveri inappropriati. La loro funzione di forte presidio sul territorio non può prescindere dallo sviluppo dell’informatizzazione del sistema».di Alessandro Pirina wSASSARI Tutto da rifare. Dopo l’assalto on line che ha mandato in tilt il sito, Sardegna Ricerche ha deciso di annullare il bando da 6,5 milioni di euro. «Problemi tecnici nella procedura», spiega la società partecipata. Dal canto suo, la Regione apprezza la scelta e rilancia: entro Pasqua verrà indetto un nuovo bando con una dotazione finanziaria di 25 milioni. Un modo indolore di chiudere una vicenda che l’altro giorno aveva suscitato molte polemiche. Il vecchio bando. A mezzogiorno in punto Sardegna Ricerche aveva aperto il bando on line per finanziare progetti innovativi in sei settori. Dal turismo all’Ict, dall’agroalimentare alle biomedicali, dall’aerospazio alle reti intelligenti. La Regione aveva messo a disposizione 6,5 milioni di euro, ma 59 minuti dopo erano già arrivati 53 progetti per un totale di 23 milioni e altri 39 risultavano in fase di caricamento. In pochi minuti, esattamente 29, era evaporato l’intero budget. Prima che scoccasse l’una Sardegna Ricerche ha deciso così di chiudere il portale. L’annullamento. Una settimana dopo la società partecipata annuncia che è tutto da rifare. «Prendo atto che Sardegna Ricerche ha deciso di annullare, con una procedura di autotutela, il bando innovazione a causa di problemi tecnici nella procedura – spiega l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci –. È una sfida, quella dell’innovazione delle nostre imprese, che non può aspettare: perciò ho deciso di riproporre immediatamente un nuovo bando il cui avviso sarà pubblicato prima di Pasqua e avrà come dotazione finanziaria 25 milioni di euro invece che i 6 e mezzo del precedente». Il nuovo bando. Il boom di domande, infatti, ha convinto la Regione a incrementare il budget. O meglio a quadruplicarlo. «Ci aspettavamo che il bando avesse successo ma non fino a questo punto – sottolinea Paci –. I 6 milioni e mezzo di budget risultavano dunque superati al 29esimo minuto di sportello, e a quel punto la piattaforma è stata chiusa. Numeri incredibili che ci dicono una cosa in modo chiaro: c’è voglia di ripresa, le imprese credono nel futuro, scelgono di investire e accettano la sfida puntando su un elemento chiave come è l’innovazione. Non potevo non tener conto di questo: perciò ho immediatamente deciso di quadruplicare la dotazione del bando che sarà pubblicato nei prossimi giorni, resterà aperto fino a scadenza e spero riesca a soddisfare tutte le richieste». L’opposizione. La scelta di Sardegna Ricerche viene apprezzata anche dall’opposizione. «Siamo soddisfatti per l’annullamento in autotutela del bando – afferma il consigliere regionale dei Riformatori, Michele Cossa, che aveva chiesto chiarezza a Pigliaru con una interrogazione –. Mandarlo avanti sarebbe stato non solo un atto di arroganza ma anche un insulto a tante aziende serie che ingiustamente sarebbero state tagliate fuori. La decisione di Paci di quadruplicare il budget è una boccata d’ossigeno di cui c’era bisogno».
 
 

17 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 6 aprile 2017 / Lettere e commenti - Pagina 17
CITTADINI E ISTITUZIONI
Pubblica amministrazione, il modello aziendalistico è sorpassato
Incidere sulla realtà, essere efficaci. Ed al contempo utilizzare il minimo possibile delle risorse, essere efficienti. Insieme, essere eque e trasparenti. Rappresentare il catalizzatore di un'azione collettiva che mobiliti i cittadini. Questo è oggi per un'amministrazione pubblica creare valore. Generare valore pubblico attraverso una maggiore qualità istituzionale. Di questo e di altro si parlerà durante l'assemblea nazionale dell'Associazione italiana di partecipazione pubblica, in programma a Cagliari dall'8 al 10 di aprile, con evento finale costruito sulla base di laboratori di discussione cui parteciperanno esperti, amministratori pubblici, funzionari, cittadini interessati al tema della partecipazione. Il problema del cambiamento della pubblica amministrazione, in età recente, si pone in Italia già dalla fine degli anni '70 con il Rapporto Giannini. In seguito, le riforme degli anni '90 disegnano un nuovo quadro della P.A. del nostro Paese. Un'architettura di matrice aziendalistico-manageriale. Un'idea di organizzazione che pone in primo piano il miglioramento del funzionamento interno della P.A., la valutazione della performance individuale e lo affianca con le norme relative alla comunicazione pubblica e, di recente, alla rendicontazione sociale. Un modello organizzativo in cui, ancora, sono ben tracciati i confini fra l'interno e l'esterno dell'amministrazione. Dentro, la “macchina” organizzativa, fuori i cittadini, gli “utenti”, molti simili ai clienti delle imprese, in un paradigma che simula quello del mercato. L'osservazione di questi decenni porta a dire che questo modello è insoddisfacente dal punto di vista della creazione di valore per i cittadini ed anche da quello della qualità del lavoro dentro le amministrazioni pubbliche. Questo modello deve essere affiancato da una nuova visione del ruolo della P.A. nel contesto socio-economico. Un ruolo di animazione, ascolto, affiancamento, accompagnamento, catalizzazione, valorizzazione di fenomeni sociali che vadano nella direzione ritenuta desiderabile, di “spinta gentile” o di governo “leggero”, fondato sullo sviluppo del civismo e della partecipazione. La nuova visione della P.A., soprattutto quando parliamo di amministrazioni locali che producono beni e servizi pubblici direttamente per i cittadini, è dunque fondata su una maggiore permeabilità dei confini fra organizzazione ed esterno, sulla capacità di ascolto e coinvolgimento, sull'accountability, sulla trasparenza, la fiducia, il trust, il capitale sociale che si riesce a creare. Sulla creazione di valore pubblico in una società complessa e “liquida” come quella di questo scorcio di XXI secolo. Per questo è necessario costruire le politiche e le organizzazioni in maniera radicalmente diversa: coinvolgendo i cittadini fin dalle primissime fasi del processo decisionale (almeno di quelli più impattanti), coinvolgendo il personale all'interno di forme organizzative più plastiche e flessibili, unità di progetto a geometria variabile, arricchendo le sue competenze con elementi di ascolto mediazione, facilitazione. Forse dotandosi di nuove e specialistiche figure professionali. Il fil rouge di Cagliari sarà dunque quello della scala della partecipazione, che parte dal gradino più basso, la semplice informazione, in cui la partecipazione è assente, fino alla consultazione dei cittadini sulle scelte collettive, per poi passare al co-design, cioè alla progettazione partecipata delle politiche ed infine all'empowerment, cioè all'autoproduzione di beni e servizi collettivi da parte dei cittadini e a tutte le numerose forme intermedie fra questi elementi. Quando il paradigma organizzativo diventa quello della rete, ostinarsi a montare e smontare gerarchie è sbagliato e controproducente. Aprirsi alla collaborazione, alla cooperazione, alla partecipazione è la cosa giusta da fare.

 
 

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