Domenica 26 marzo 2017

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26 marzo 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 marzo 2017/ Commenti (Pagina 16 - Edizione CA)
LA CRISI DEGLI ATENEI
Giorni fa il Sole 24 ore, come tutti gli anni, ha stilato la classifica delle università italiane in base alla loro valenza sul piano della didattica e quello della ricerca. Su 61 università, Cagliari è al 59° posto. È un brutto colpo.eppure la notizia è passata in sordina, si fa finta che non sia successo niente. No, io mi rifiuto e mi vergogno per la mia bella città (che poco tempo fa concorreva per essere capitale della cultura) disonorata in una istituzione fondata nel 1610, prima di tante altre che ora fanno bella mostra di sè. Ed è proprio la didattica ad essere bocciata. Viene puntato il dito contro i docenti, contro il loro modo di insegnare farraginoso, per non parlare degli assistenti spesso ancora meno avvicinabili dei professori. Questo fa sì che la nostra università continui ad avere fuoricorso e non sia tra le più amate dai giovani, che preferiscono Viterbo o Urbino e non per colpa dell’insularità. Se quelli che propongono un’Europa a due velocità dovessero proporre un valore diverso a seconda della sede universitaria, Cagliari giocherebbe in una serie minore.
Maria Luisa Lotà
  
Gentile Maria Luisa, è da diversi anni che le università sarde perdono molte posizioni nelle classifiche specializzate. Questo brutto risultato ha molte cause (alcune le ha elencate Lei) ma certamente la situazione economica dell’Isola ha un peso non indifferente. Tuttavia è l’intero sistema universitario italiano che continua ad essere arretrato, poco competitivo nei confronti degli altri principali Paesi europei. L’Europa a due velocità? Nel campo dell’istruzione, purtroppo, sembra già essere una realtà.
 
 


2 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 marzo 2017/ Politica Italiana (Pagina 6 - Edizione CA)
Enrico Letta e Raffaele Fitto a Cagliari, l’esponente del centrodestra: ecco “Direzione Italia”
«L’Europa pensi di più all’Isola»
L’ex premier: rilanciare la posizione nel cuore del Mediterraneo
Il giorno in cui l’Unione europea compie sessant’anni, l’ex premier Enrico Letta e l’eurodeputato ed ex ministro, del governo Berlusconi, Raffaele Fitto, ne ricordano le problematiche ma anche l’importanza. Entrambi sono stati, ieri mattina a Cagliari, anche se davanti a platee differenti e con obiettivi diversi.
Letta, assieme al deputato del Pd, Marco Meloni, e al Rettore dell’Università, Maria Del Zompo, ha parlato agli studenti, raccontando la propria storia di europeista convinto, contenuta nel suo ultimo libro, intitolato “Contro venti e maree”. Fitto, invece, ieri alla Fiera di Cagliari ha avviato ufficialmente l’era sarda per Direzione Italia, il nuovo partito di centrodestra che in Sardegna ha avuto l’adesione dei Riformatori e di Italia attiva.
IN SARDEGNA Mentre a Roma i leader europei celebrano la nascita dell’Ue, Letta sceglie la Sardegna e non per caso: «Se c’è un problema che riscontro nell’Europa di oggi è il fatto di essersi centrata soprattutto su Bruxelles e sulle capitali politiche».
Un problema che ha causato un rapporto sempre più conflittuale con i cittadini: «L’Unione europea dovrebbe rendersi conto che la forza è il decentramento, perché è vero che la Sardegna è lontano dal centro dell’Europa ma è al centro del Mediterraneo».
L’OCCASIONE Ci sono due eventi chiave, entrambi accaduti nell’anno appena trascorso. Il primo è la Brexit con «l’uscita di uno stato dall’Ue per la prima volta nella sua storia». Il secondo è l’elezione di Donald Trump alla Casa bianca che ha portato gli Stati Uniti a «fare delle scelte senza concordarle con l’alleato di sempre, ossia l’Europa». Due fatti importanti che, per Enrico Letta, possono trasformarsi «in due sfide per far diventare l’Ue adulta». Insomma il 2017 potrà diventare l’anno delle risposte, anche grazie a due appuntamenti importanti come le elezioni francesi e tedesche.
LA PROPOSTA Letta infine, ricorda che con l’uscita della Gran Bretagna dal Parlamento europeo, «si sono liberati 73 seggi che invece di essere soppressi potrebbero trasformarsi in una circoscrizione europea vera e propria». Perché un altro aspetto del rapporto tra cittadini e Unione europea è incentrato sulle elezioni che «adesso sono elezioni italiane vissute più che altro con la speranza, come succede qui in Sardegna, di eleggere un eurodeputato», dice Letta che punta invece a «una vera campagna elettorale europea».
DIREZIONE ITALIA Direzione Italia celebra il proprio battesimo anche in Sardegna, alla Fiera di Cagliari. Il nuovo partito, creato da Raffaele Fitto, sta saldamente con i piedi nel centrodestra, anche se con alcune differenze sostanziali dagli altri partiti della coalizione.
Una di queste riguarda il rapporto con l’Unione europea, considerata da Fitto «un elemento importante per la nostra economia». Per l’ex ministro del governo Berlusconi, anche l’uscita dall’euro non sarebbe una strada percorribile dall’Italia a causa «del grande debito pubblico». Dunque una posizione diametralmente opposta da quella assunta dalla Lega e da Fratelli d’Italia.
IL PARTITO Ma nel vademecum del nuovo soggetto politico c’è soprattutto la partecipazione che si traduce nell’obbligo di «scegliere la leadership soltanto attraverso le primarie», sottolinea Fitto.
In Sardegna hanno dato l’adesione al progetto i Riformatori e Italia attiva, che contribuiranno a creare una nuova classe dirigente per il futuro. Non a caso, prima di Fitto sono stati invitati a dare la propria testimonianza i giovani e gli amministratori locali. La missione per il fondatore del partito è chiara: «Abbiamo la responsabilità di fornire una proposta di governo seria e credibile e costruire una coalizione che sia unita».
PARTECIPAZIONE Quella di Cagliari è una delle numerose tappe che Fitto ha in programma per presentare Direzione Italia. Il tentativo è puntare sulla partecipazione reale, declinata nello specifico in ogni territorio, ma unita da una caratteristica precisa: «Preferiamo il confronto agli insulti. La contrapposizione non deve essere tra politica e anti-politica. Deve concentrarsi su chi fa bene e chi fa male».
Matteo Sau
 
 


3 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 marzo 2017/ Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
Carriere
FEDERICO PANI
Dopo gli studi all’Università di Cagliari Federico Pani entra nel 2008 come Student Brand Manager nel gruppo austriaco Red Bull, titolare del marchio mondiale di bevande energetiche. Il trasferimento a Roma arriva nel gennaio del 2010 quando viene chiamato nel ruolo di Field Marketing Specialist con l’incarico di responsabile del marketing per la Red Bull nel Centro Italia. Tra i suoi compiti il rapporto con i media e la supervisione del programma consumatori in Lazio, Toscana, Marche, Molise, Umbria, Sardegna, Abruzzo. (l.m.)
STEFANO SASSU
Con in tasca una laurea in ingegneria elettronica conseguita a Cagliari, Stefano Sassu viene assunto in Tiscali nel 2002 come Senior Product Manager. Nel 2005 accetta la proposta della Dada spa di Firenze come responsabile della gestione di servizi ai grandi operatori telefonici. Il grande salto arriva nel 2007 quando si siede sulla poltrona di "Vice President of Mobile Product Development" per il colosso americano Fox. Oggi, a 38 anni, vive a New York e ricopre dal 2015 la carica di vice President Product Development & Strategy alla Harland Clarke Holdings, società che gestisce prodotti digitali per il mercato finanziario. (l.m.)
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA

4 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 26 marzo 2017 / Sardegna - Pagina 6
L’ex premier: «L’Unione deve mostrarsi più vicina ai territori»
Letta celebra l’Europa a Cagliari
CAGLIARI Enrico Letta celebra a Cagliari i 60 anni dell’Europa. L’ex presidente del Consiglio ha preso parte a un incontro organizzato dall’università nella facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche e introdotto dal deputato Marco Meloni. «Senza ideali non si va lontano: è importante manifestarli pubblicamente ed esserne orgogliosi – ha dichiarato il rettore Maria Del Zompo –. Europa vuol dire stare insieme, condividere culture e obiettivi, scambiarsi reciprocamente conoscenza: nel nostro continente ci sono grandi diversità di culture, di ambienti e di obiettivi. Per costruire l’Europa servono persone che credono in un ideale e non guardano soltanto al proprio giardinetto». «Contento di celebrare questo giorno importante a Cagliari – Se c’è un problema nell’Europa di oggi è che è troppo centrata su una capitale, sui centri più grandi, senza renderci conto che la sua forza sono stati il decentramento, la sussidiarietà, le nostre identità multiple le nostre ricchezze, le nostre differenze. Oggi io ho scelto di celebrare l’Europa da Cagliari, dalla Sardegna, un luogo geograficamente lontano da Bruxelles, ma al centro del Mediterraneo. Che per noi è il centro di tutto».

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 26 marzo 2017 / Economia Sardegna - Pagina 18
Il futuro viaggia sui tweet, il capoluogo terzo nel Mezzogiorno. Milano è prima
Innovazione, Cagliari nella top 10
CAGLIARI Cagliari nella top ten delle capitali dell’innovazione. Il capoluogo sardo è al decimo posto tra le città che più di tutte guardano al futuro. Terza del Mezzogiorno dopo Napoli e Palermo. Una geografia dell’innovazione disegnata dai cinguettii su Twitter sui temi del digitale. Un milione di tweet, scambiati da oltre 265mila utenti unici, analizzati per il terzo anno da Ibm Italia e Talent Garden, la più grande piattaforma in Europa per i talenti del digitale, per capire dove si dirige l’Italia in tema di tecnologia e digital transformation. Senza trascurare quali sono gli attori e le realtà che spingono l’Italia verso il futuro: chi fa innovazione, dove vive, chi sono gli influencer, di cosa parlano in rete gli uomini e le donne appassionati di hi-tech e di quali eventi si è discusso di più durante il 2016. Milano non viene scalzata dal podio e si conferma la capitale dell’innovazione con il 12 per cento dei tweet, seguono Roma, Torino e guadagna peso Napoli con il suo quarto posto e il 2,5 per cento di cinguetii. Il nord, dunque, è ancora preponderante nelle conversazioni su Twitter ma Palermo e Cagliari entrano in top ten, dando peso all’innovazione nelle isole. Centinaia gli hashtag di Twitter considerati per "catturare" le conversazioni avvenute, alcuni di questi sono: #startup, #fintech, #IoT, #ecommerce, #bigdata, #bitcoin, #cybersecurity, #crowdfunding, #blockchain, #robot, #sharingeconomy e #opendata. Rispetto all’anno precedente si nota che l’hashtag #droni non si conferma tra i primi dieci mentre #fintech e #IoT salgono al terzo e al quarto posto. Anche #ecommerce, #cybersecurity e #blockchain scalano la classifica ed entrano nella top ten. Molta attenzione verso l’Industry 4.0, spinta dall’approvazione del piano Calenda e dagli incentivi che offrono un valido aiuto per la trasformazione digitale. Nelle discussioni cinguettate emerge la consapevolezza che l’Italia è in ritardo su questi fronti anche se viene riconosciuto al nostro Paese un grande potenziale.


 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 26 marzo 2017 / Sassari - Pagina 26
Sarà diretta da Furio Pirozzi Farina, in arrivo un reparto dedicato ai problemi di coppia
Al Policlinico apre la sezione di Andrologia
SASSARI La città potrà contare su un nuovo servizio sanitario diretto a invertire il basso tasso di natalità in Sardegna: al Policlinico sassarese apre la sezione Andrologia, diretta dallo specialista in andrologia e urologia Furio Pirozzi Farina. La nuova sezione dell’istituto di viale Italia è il primo passo verso un servizio molo più ambizioso che lo stesso Pirozzi Farina e i vertici del Policlinico hanno intenzione di attivare al più presto: una sezione totalmente dedicata ai problemi di coppia, che offra assistenza medica e psicologica specializzata su tutte le problematiche che riguardano la sessualità, l’infertilità e la riproduzione. Il direttore, Furio Pirozzi Farina, che sarà affiancato dal medico specialista Alessandro Cancedda, sta organizzando per i prossimi giorni una giornata di sensibilizzazione sulle problematiche dell’andrologia e dell’infertilità di coppia, e gli utenti potranno rivolgersi alla struttura di viale Italia per una prima consultazione. La nuova sezione, che è inserita nella branca chirurgica del Policlinico, si propone come un’arma in più nel contrasto ai bassissimi tassi di natalità che caratterizzano il nostro Paese, e che vedono la Sardegna al penultimo posto nazionale. Nell’Isola l’indice di nascite si è attestato a 6,7 contro la media nazionale di 8. Pirozzi Farina, già direttore della clinica andrologica della Aou di Sassari, e presidente nazionale della Società italiana di andrologia dal 2010 al 2013, crede molto nella nuova iniziativa: «è una sfida che vogliamo portare avanti per creare un vero e proprio centro di assistenza alla coppia». (v.g.)
 
 
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 26 marzo 2017 / Sardegna - Pagina 9
Il Comune apre un Centro per le specie identitarie sarde
Il sindaco Arba: «Vogliamo tutelare il nostro patrimonio»
Urzulei alla scoperta degli animali nuragici del Supramonte
di Luciano Piras
URZULEI Dal cavallo alle pecore, dalle capre alle vacche, dai cani alle galline e persino alle api “nuragiche”. Animali molto diversi tra loro ma uniti da un filo comune: il patrimonio genetico autoctono. Ormai sempre più raro e in via di depauperamento visto l’abbandono del Supramonte e delle campagne in genere. È per contrastare questo fenomeno che Urzulei si prepara ad aprire il primo Centro per la conservazione delle specie identitarie domestiche sarde. «Un Centro che tuteli e ospiti le nostre specie tipiche – spiega subito il sindaco del paese ogliastrino Ennio Arba –, dove non solo gli studiosi, ma anche i privati cittadini e in modo particolare i numerosi appassionati e cultori di tutta l’isola potranno dare e ricevere dati e informazioni utili». «La nostra amministrazione – va avanti Arba –, che già l’anno scorso a gennaio ha deliberato per la realizzazione del Centro, ha elaborato un progetto che stabilisce metodi e obiettivi da raggiungere nei tempi più rapidi possibili». Presi gli accordi di massima con l’Agenzia Forestas, il primo passo sarà quello di individuare un Comitato scientifico, che già vede l’interessamento di studiosi come l’anatomista della facoltà di Veterinaria dell’università di Sassari Marco Zedda. Il ricercatore di storia locale Fabrizio Vella, intanto, ha già avviato la raccolta e catalogazione di materiale fotografico storico e contemporaneo. «Tale materiale, assieme ai dati raccolti presso numerosi anziani, rappresenta una buona base di partenza con preziose informazioni di carattere storico-scientifico» dice lo stesso Vella. «Recentissimo è lo studio condotto dal professor Nicola Macciotta, del Dipartimento di agraria dell’università di Sassari, sulle vacchette battezzate “di Gorropu” – riprende il primo cittadino di Urzulei –. In base ai nostri dati, altri esemplari di specie domestiche possono riservare interessanti sorprese dal punto di vista scientifico. Quello che oggi occorre – incalza Ennio Arba – è un’azione rapida, complessiva e costante che può certamente essere sostenuta e garantita da un Centro come quello in programma». Concepito in modo tale che sia economicamente sostenibile e inclusivo, «come struttura che possa fungere da attrazione turistica e al contempo da punto di riferimento per studi e ricerche con importanti ricadute sul piano scientifico, culturale, economico e occupazionale». In tutte le isole del Mediterraneo, anche nella più piccola isola di Minorca, esiste da tempo un Centro come quello in programma nel paese ogliastrino. «Urzulei per aspetti legati al suo territorio e alla sua storia può rappresentare il luogo ideale per questo progetto – sottolinea il sindaco –. Pertanto, ci aspettiamo da tutti i soggetti chiamati in causa la massima collaborazione: senza tentennamenti né ostruzionismi. Come amministrazione comunale siamo decisi a proseguire anche da soli, previa costituzione di un valido Comitato scientifico, anche perché la partita in gioco è importante: un patrimonio genetico e culturale millenario da salvare». In un territorio, impervio e marginale come quello ogliastrino, ma non soltanto, che si spopola giorno dopo giorno e che vede l’abbandono delle campagne sempre più marcato con la conseguente scomparsa di tutto quel prezioso patrimonio genetico rappresentato da specie o linee genetiche rarissime.
 
 
 
 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 26 marzo 2017 / Cultura e spettacoli – Pagina 41
IL LIBRO
Mappa dei mutamenti del mondo rurale
Pubblichiamo in questa pagina un brano dall’ultimo capitolo del saggio di Gian Giacomo Ortu (docente di Storia moderna all’Università di Cagliari) “Le campagne sarde tra XI e XX secolo” (Cuec Edizioni), appena arrivato in libreria. Il volume traccia un intenso profilo del mondo rurale sardo tra età medievale e contemporanea. Un mondo tutt’altro che statico e retrivo al mutamento, interessato da dinamiche profonde e talora da rivolgimenti epocali: come nel XIV secolo, quando precipita la crisi dell’economia curtense e signorile e si afferma la nuova realtà della comunità di villaggio, rappresentata dalla «Carta de Logu», e nel XIX secolo, quando la cancellazione dei feudi e dei diritti collettivi d’uso fondiario porta all’affermarsi dell’economia di mercato. La conseguenza è l’emergere nelle campagne di una sofferenza sociale che affligge anche, e soprattutto, la componente pastorale, destinata tuttavia ad avviare nel primo Novecento una lunga e ancora in atto rivalsa, sociale e culturale.

STORIA DELL’ISOLA
Gian Giacomo Ortu pubblica il saggio “Le campagne sarde tra XI e XX secolo”
Dal Medioevo al Piano di Rinascita
di GIAN GIACOMO ORTU
I tratti più evidenti di un possibile modello della città ottocentesca in Sardegna sono: 1) per sopravvivere al decadimento delle sue tradizionali funzioni, tutte politiche e militari, la città deve riversare nelle campagne capitali ed energie per ottenerne sussistenze e merci. 2) Lo scambio città-campagna, se non più equo, diventa più equilibrato e questo contribuisce a creare un clima tendenzialmente comune di idee e di aspirazioni allo sviluppo economico e al progresso sociale (lo spazio condiviso non è più soltanto religioso ma anche culturale). 3) la polarità cittàcampagna si fa meno netta per il concrescere di una serie intermedia e diffusa di centri di servizio paraurbano, con mini-cittadine di 2-3 mila abitanti che divengono più “civili” in forza delle funzioni burocratiche e assistenziali cui sono delegate; 4) La formazione di un’area forte di modernizzazione industriale, sociale e culturale nel bacino minerario del Sulcis crea per la prima volta un’alternativa reale al dualismo Cagliari-Sassari, e vale ad attenuarne l’impatto politico e culturale, imbrigliandone le più viete conseguenze municipalistiche. In questo senso l’industria mineraria è un fattore decisivo di unificazione anche culturale dell’isola e contribuisce a far lievitare i miti e i simboli di una realtà industriale evoluta, nonostante il contesto agro-pastorale ancora assai arretrato sulla scala europea. Quest’ultima specificazione valga ad attenuare gli effetti di distorsione che potrebbero derivare all’immagine reale della Sardegna sul principio del Novecento da una sottolineatura troppo insistita della sua modernizzazione. Nel 1901, lo ricordiamo, Cagliari, Sassari e l’intero bacino minerario hanno una popolazione che ascende al 17,7 per cento del totale, e sono di fatto le uniche città dell’isola. (...) LO STATUTO. Il paesaggio urbano muta, e la sua maglia si fa più robusta, soltanto nel secondo dopoguerra. Una data importante è certo quella della concessione all’isola dello statuto speciale, poiché ripropone un ruolo politico forte e preminente di Cagliari, che assume le funzioni di capitale della Regione autonoma e si fa centro di tutte le decisioni più importanti concernenti lo sviluppo economico, civile e culturale dell’isola. In qualche modo, e con un segno certo diverso rispetto all’età moderna, Cagliari riattiva nell’ambito dell’ordinamento speciale il processo di unificazione culturale e politica dell’isola. IL PIANO DI RINASCITA. Ma è tutto il sistema urbano della Sardegna a reggersi, nuovamente, su gerarchie che sono prevalentemente politiche e amministrative: Cagliari “capitale”, Sassari, Nuoro e Oristano capoluoghi di provincia e quindi i centri d’attrazione civile di aree economicamente omogenee: Carbonia e Iglesias nel bacino minerario, Alghero e Olbia in due fasce costiere di forte interesse turistico, etc. Cagliari e Sassari, le due “metropoli” che con i loro hinterland raccolgono oggi il 30 per cento della popolazione dell’isola, non hanno saputo – o non potevano, per mancanza dei requisiti e delle strutture adeguati – orientare e controllare in funzione del proprio sviluppo i notevoli investimenti promossi dal Piano di rinascita approvato nel 1962. Investimenti che hanno pur tuttavia attivato numerosi poli di sviluppo industriale, specialmente nel settore della chimica di base, localizzati per lo più fuori delle tradizionali aree urbane, promuovendo a sedi della grande industria alcuni piccoli centri rurali (Sarroch, Capoterra, Assemini nel Cagliaritano, Ottana e Macomer nel Nuorese) o scali portuali minori (Portovesme nel Sulcis, Arbatax nell’Ogliastra, Porto Torres nel Sassarese). CATTEDRALI NEL DESERTO. In questi ultimi anni, nel clima euforico determinato dalla ripresa dell’economia occidentale, si è alquanto stemperata la polemica sulle cattedrali nel deserto e si è realizzato un senso nuovo dell’identità regionale. In qualche modo, nonostante i contrasti politici, le insorgenze municipalistiche, il risalto ancora duro dell’opposizione tra i modi d’essere e di vivere tradizionali e le costrizioni e i bisogni della contemporaneità, si è compiuto un altro passo nella direzione della coesione politica e culturale dell’isola. Ciò è valso a legittimare in qualche modo il ruolo di Cagliari capitale. CITTA’ E INDUSTRIA. Ma non è facile dar conto, in osservazioni e conclusioni sommarie, del mutamento epocale che ha attraversato l’isola negli ultimi trent’anni. Se ancora ci proviamo, come abbiamo già fatto in questo volume per l’età moderna e per l’Ottocento, è solo in ragione della coerenza interna di queste riflessioni: 1) con maggiore lentezza nel primo Novecento, assai più rapidamente nel secondo Novecento, il tessuto urbano dell’isola si fa più denso. La Sardegna si urbanizza: nel 1981 i venti maggiori centri raccolgono il 50% della popolazione (sino al 1931, pressoché costantemente dal Settecento, il 30%); 2) Non si realizza in alcun modo la saldatura città/industria; le risorse economiche delle maggiori città derivano dalla loro centralità amministrativa, finanziaria e commerciale, cui si lega lo sviluppo straripante delle attività edilizie. EGEMONIA DI CAGLIARI. 3) Cagliari assume il ruolo di città guida, un ruolo che potrà conservare anche in futuro soltanto accentuando le proprie funzioni cerebrali e regolative, poiché la mancanza di spazio fisico le inibisce ogni altra vocazione (e intanto si è verificata la reazione autonomistica dei centri dell’hinterland assorbiti nel 1928); 4) rispetto a questa sua vocazione Cagliari sconta dei ritardi, ma senza misconoscere il fatto che da almeno vent’anni ha strutture e occasioni di ricerca scientifica e culturale di livello metropolitano; 5) Gli altri maggiori centri, sette od otto, tendono ad assumere funzioni analoghe di aree urbane attrezzate per funzioni e servizi vari (amministrativi, finanziari, sanitari etc.), e ciò che ancora distingue Sassari è soprattutto la presenza della seconda Università dell’isola. Alla stessa preminente funzione intellettuale e propositiva aspira Nuoro, che vorrebbe riconosciuto il proprio ruolo di capitale storica della Sardegna interna e pastorale; 6) l’ideologia ancora dominante è quella espressa da gruppi sociali d’origine rurale che, inurbati, vanno adeguandosi ai processi di trasformazione, ma vorrebbero in qualche modo controllarne e prevederne gli esiti.
 
 
 

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