Sabato 18 marzo 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 marzo 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 marzo 2017/ Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
ORIENTARSI ALL'UNIVERSITÀ
Lunedì la rettrice Maria Del Zompo nella Sala Consiglio del Palazzo del Rettorato in via Università 40 presenterà le Giornate dell'Orientamento 2017 che si terranno alla Cittadella universitaria di Monserrato dal 23 al 25 marzo.
 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 marzo 2017/ Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
CONCORSO DI POESIA
Si svolgerà martedì la premiazione degli universitari che hanno partecipato all'annuale concorso di poesia. La cerimonia si svolgerà alle 17.15 nella biblioteca universitaria di via Università 32.


3 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 marzo 2017/ Provincia di Oristano (Pagina 36 - Edizione CA)
TERRALBA. In cambio chiede la gestione dello spazio verde antistante
Nieddittas: 40 mila euro per completare il museo
Sarà Nieddittas a completare il museo archeologico. Un nuovo atto di riguardo nei confronti della comunità terralbese da parte dell'azienda che ha realizzato il murales in piazza Caduti sul lavoro. Ora Nieddittas propone al Comune di completare il museo archeologico del territorio con sede in via Marceddì. L'intervento finanziario è di 40 mila euro con i quali verranno realizzati gli impianti e i servizi di Casa Atzei per poter procedere poi all'allestimento delle sale.
IL MUSEO L'archeologo Carlo Lugliè dell'università di Cagliari, esperto di preistoria e protostoria, parla in sintesi della collezione: «Si tratta soprattutto di reperti archeologici che parlano della civiltà contadina del territorio. La collezione è particolarmente ricca di ceramica cardiale (ceramiche nelle quali sono impresse conchiglie), che ci rivela una datazione sicura e informazioni sulle civiltà che risalgono addirittura al neolitico antico, e di reperti della Cultura di San Ciriaco. Non mancano poi i manufatti di ossidiana».
IL COMUNE A fronte del suo impegno «Nieddittas ha chiesto al Comune la realizzazione di una targa che verrà sistemata all'entrata del museo con la scritta: Opera completata grazie al contributo di Nieddittas e la presenza di un pannello didascalico del marchio Nieddittas - spiega l'assessore Siddi - E ancora la realizzazione di opere nell'area verde tra le vie Magellano e Zedda, area antistante il murale». Si tratterebbe di spostare l'attuale impianto antincendio e realizzare una pensilina con funzione di porta di accesso all'area, composta da due vele nelle quali verrà stampato il simbolo Nieddittas. Siddi aggiunge :«Tenuto conto che lo Statuto comunale prevede che l'amministrazione valorizzi il patrimonio culturale della cittadina anche attraverso l'intervento di associazioni, enti ed imprese del territorio, abbiamo deciso di valutare favorevolmente l'offerta di sponsorizzazione di Nieddittas».
IL SINDACO «La proposta di Nieddittas dà ulteriore valore all'area urbana nella quale le ultime due amministrazioni hanno realizzato la biblioteca e l'archivio storico. Anche grazie a Nieddittas, il grande murale prima, e la sistemazione del prato antistante e il completamento del museo archeologico, adesso, renderanno quello spazio la sede naturale delle manifestazioni più prestigiose della nostra cittadina».
Antonello Loi


4 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 marzo 2017/ Cronaca di Nuoro (Pagina 38 - Edizione CA)
Delegazione ospite degli imprenditori di Dorgali e Oliena: sì a nuovi scambi
Libanesi sorpresi: «Siete bravi a valorizzare questo paradiso»
«La Sardegna è un paradiso». La studentessa libanese Marina Mefleh resta incantata da scorci che tolgono il fiato. Il mare abbraccia la montagna, crea un quadro climatico capace di regalare produzioni insperate. George Hassoun, da un frutteto vista mare incastonato nelle campagne di Dorgali, aggiunge: «Una natura stupenda, molto simile alla nostra. Voi, però, siete più bravi a valorizzarla. Vogliamo rubare i vostri segreti».
IL TOUR Il docente dell'Università del Libano sfoggia ammirazione per l'Isola e la sua gente. In Sardegna è di casa. Conosce le tradizioni, il clima, l'accoglienza. Adesso pure l'ingegno di molti imprenditori. Ieri mattina una nutrita delegazione giunta dal vicino Oriente si è messa in marcia, a caccia di imprese ed eccellenze del posto. Prima tappa nell'azienda agricola Durgalesa di Michela Grispu. In questo ettaro di terra, gli ospiti hanno potuto apprezzare un modo nuovo di coltivare gli alberi da frutto. Senza dubbio innovativo. «Qui le piante di melo non crescono in altezza», spiega Ciriaco Loddo, dell'agenzia Laore. «Questo dettaglio garantisce innumerevoli vantaggi dal punto di vista economico. Migliora la raccolta e la potatura. Siamo di fronte a un modello virtuoso, che può diventare davvero un punto di riferimento, soprattutto in quelle zone dove le piogge scarseggiano».
GLI SCAMBI Tre giornate e un territorio in vetrina. Libano e Sardegna, con le loro affinità. Ecco l'idea del Consorzio universitario nuorese. Da una parte scambi culturali tra studenti. Dall'altra, rapporti commerciali, con le imprese isolane. Frutteti a parte, gli ospiti hanno mostrato interesse anche per le strutture agrituristiche. Prodotti locali a chilometro zero, ospitalità da vendere. Sempre con un occhio all'innovazione, alla sostenibilità ambientale. «Un semplice pinnettu è la base da cui partire», rimarca Giovanni Nieddu, titolare dell'agriturismo Canales, a pochi chilometri da Dorgali. «Oggi, però, la nostra azienda si è dotata di un impianto fotovoltaico che ci rende autonomi sul fronte energetico».
I PRODOTTI Natura incontaminata ed energie rinnovabili. Binomio apprezzato dagli ospiti libanesi e arricchito dalle spiegazioni di Antonio Madeddu, di Campagna Amica. «La vendita diretta dei prodotti, senza intermediari, è una soluzione vincente. A breve magari andremo noi in Libano, a dare una mano ai nostri amici. Possono nascere fruttuose collaborazioni». Insomma, la Sardegna si fa apprezzare, dà spunti. «I prodotti isolani sono unici», conclude Pasqualino Sole, presidente della Latteria sociale Rinascita di Oliena. «Dobbiamo solo farli conoscere».
Gianfranco Locci
 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 marzo 2017/ Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Cagliari tra i capoluoghi della protesta: nel mirino c'è la riforma
UNA SCUOLA IN SUBBUGLIO
Cobas in piazza (non troppi), disagi in classe

Non moltissimi in piazza, con un centinaio di docenti a manifestare, ma un successo nelle aule. Lo sciopero nazionale del settore, proclamato da Cobas insieme ad altri sindacati di base contro la “Buona scuola” e gli otto decreti attuativi, non ha riempito (come due anni fa, quando erano in cinquemila) le strade di Cagliari ma ha comunque ottenuto l'effetto sperato: bloccare, per quanto possibile, il regolare svolgimento delle lezioni. In alcuni istituti infatti, la carenza di personale (scioperava anche il personale Ata) ha costretto i genitori a riprendersi i figli o, in alcuni casi, a rinunciare a portarli a scuola. All'Istituto comprensivo Su Planu, a Selargius, attività bloccata per tutti, mentre al Foscolo di Cagliari, diverse classi hanno interrotto le lezioni dopo poche ore. Disagi anche al Marconi-Buccari, sempre a Cagliari, a Selargius, alla scuola elementare di via Rossini, a Capoterra, alla scuola dell'infanzia, e a Sassari, alla scuola Media numero 7.
MANIFESTAZIONE NAZIONALE Cagliari era una delle dieci città in Italia (insieme a Roma, Milano, Torino, Firenze Palermo, etc) scelta per ospitare una manifestazione. «Protestiamo contro la precarizzazione selvaggia e contro le otto deleghe in discussione in Parlamento che ridurranno i diritti dei docenti e peggioreranno il servizio per gli studenti», afferma Nicola Giua, Cobas Sardegna.
TAGLI NEL MIRINO Tra i motivi della protesta, c'è il taglio degli insegnanti di sostegno: «L'aspetto più grave della riforma più grave riguarda la popolazione scolastica più debole», ovvero gli studenti affetti da disabilità. «Il Governo vuole superare gli attuali limiti di studenti di una classe per ogni disabile.» Oggi il tetto è fissato a quota 20, l'obiettivo è portarlo a 22. «In questo modo», spiega ancora Giua, «si mette a rischio il diritto al sostegno, riducendo il numero degli insegnanti, il tutto nella logica del risparmio».
LE ANIME IN PIAZZA Sono tante le anime della scuola che scende in piazza, come quella del “Comitato Valigie 10 agosto” che due anni fa aveva fatto esplodere a livello nazionale il problema dei trasferimenti. «Lo scorso anno sono state assegnate 307 cattedre di sostegno a docenti supplenti non specializzati, mentre i colleghi con la specializzazione sono stati trasferiti fuori sede», dice Bianca Locci, portavoce del comitato.
IL SOSTEGNO Sotto accusa anche la decisione del ministero di non concedere alla Sardegna più di 250 posti per i nuovi Tfa, i corsi universitari abilitanti al sostegno. «Solo a Cagliari ne servirebbe un migliaio», afferma Liliana Paulis dei Cobas. I professori contestano, inoltre, i quiz Invalsi, il meccanismo dell'alternanza scuola-lavoro, «una vergogna che sfrutta il lavoro che molti ragazzi devono svolgere obbligatoriamente, per 200 ore nei licei e 400 ore negli istituti tecnici e professionali», spiega Giua. Sotto accusa anche il meccanismo dei “bonus-premio” con cui i dirigenti scolastici dovrebbero attribuire riconoscimenti ai migliori docenti, «che si sono distinti per la loro capacità di innovare la didattica ma finiscono per ricompensare quasi sempre i componenti del loro staff».
Mauro Madeddu
 

6 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 marzo 2017/ Cultura (Pagina 47 - Edizione CA)
Breve storia del pensiero..
Pietro Maurandi, Arkadia editore pagine 142; € 12
Docente universitario, economista e saggista, Pietro Maurandi ricostruisce la storia del pensiero economico degli ultimi 450 anni ricorrendo alla formula delle brevi monografie. Da Petty a Tobin passando per Marx, Weber e Keynes, l'autore esamina le tappe chiave di un percorso che dal Seicento arriva ai nostri giorni tra intuizioni, fallimenti, svolte e storture. Interessante il capitolo dedicato a Giuseppe Todde e alla questione sociale in Sardegna. (fa.mar.)


7 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 marzo 2017/Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
La protesta di Sandro Mascia, titolare di un bar
«Dovrò rinunciare ai part-time»

«Li pagavo con i voucher, ora non posso più farli lavorare, devono stare a casa». Sandro Mascia è il titolare del Café Barcellona, storico bar nel quartiere La Marina a Cagliari. Sia chiaro, premette in un post sul suo profilo Facebook: «Ho quattro dipendenti assicurati».
Il titolare del Café Barcellona usava i buoni lavoro come forma di retribuzione per due studenti universitari che potevano servire ai tavoli soltanto per due giorni alla settimana. «Non di più perché dedicavano gli altri cinque giorni allo studio». Il fatto è che «non avrei potuto assumerli con un contratto da sedici ore mensili». Da qui la scelta di ricorrere ai tanto odiati voucher che ora il Governo ha cancellato senza prevedere alcuna misura alternativa per pagare le prestazioni accessorie.
Nella discussione interviene il deputato passato recentemente in Articolo 1 - Movimento Democratici Progressisti, Michele Piras: «Cancellare i voucher senza pensare un'alternativa è una sciocchezza e comprendo la posizione di chi gestisce un'attività come la tua - scrive su Facebook rivolgendosi proprio a Mascia - Ma l'abuso che si è fatto dei voucher era diventato uno scandalo vero che andava sanato».
Roberto Murgia


8 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 marzo 2017/ Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Al Centro per l'impiego di Cagliari tanti iscritti seguono i seminari di orientamento
La psicologa del lavoro: «Dovete credere in voi stessi»
«Cosa posso dare io al mercato del lavoro? È questa la domanda che uno deve farsi. Sa quante ne vedo di persone ricche di competenze, passioni e talenti che però non sono consapevoli della propria potenzialità?».
Francesca Salis, psicologa del lavoro, è una degli orientatori in servizio al Centro per l'impiego di Cagliari. La sua è quella figura che aiuta l'utente - cioè chi cerca un'occupazione - a definire meglio il profilo di aspirante lavoratore, a capire cosa sa fare bene, a diventare consapevole del proprio potenziale. Dice che il curriculum «è uno strumento sopravvalutato. Serve per mettere a punto una sintesi di ciò che si sa fare, ma quel che conta quando si cerca lavoro è avere un progetto, capire esattamente cosa si vuole per il futuro». È ciò che qui viene insegnato nei seminari frequentati da persone di ogni età ed esperienza. «Arrivano il ventenne che ha fatto solo volantinaggio, l'ex imprenditore, il cinquantenne che ha perso il posto, il laureato. Persone che si incontrano e così scatta una sinergia, si crea una rete di relazioni». Una ricchezza straordinaria nel mercato del lavoro. E i social network, in questo, aiutano molto.
«Ma i più utilizzano Internet in modo sbagliato, per cercare gli annunci delle aziende, proprio come si faceva un tempo negli uffici di collocamento». E invece la Rete va usata prima di tutto «per vedere cosa sta succedendo nel settore che ci interessa», e poi per mostrare chi siamo, cosa sappiamo fare attraverso facebook, Instagram, o un blog. «L'obiettivo, insomma, non è trovare l'offerta ma dire che l'offerta siamo noi». Qui tutti i giorni passano utenti dai 16 ai 64 anni. «Quanti quelli che credono nelle proprie capacità? Pochi», dice la psicologa. Quanto al grado di istruzione, sono sempre più i giovani che hanno solo il diploma di scuola media.
«E sono i ragazzi della generazione dello smartphone. Usano questo strumento, ma non il computer. Se è un problema? Non la vedrei in questo modo». Come dire, c'è sempre una risorsa da far valere.
Qui al Centro per l'impiego ormai da tempo fanno «l'accompagnamento» dei disoccupati iscritti. «L'utente - sottolinea Michele Barranu, orientatore - è parte attiva nella ricerca di un lavoro. Noi lo seguiamo in un percorso mirato, ma non si arriva a niente se lui non ci crede». ( p. s.)
 
 


9 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 marzo 2017/ Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
In fila allo sportello con i forzati dei voucher
«SIAMO COME SCHIAVI»
Giulia ha 38 anni ma ne dimostra molti di più. Ha uno stipendio di nemmeno mille euro, lavora undici ore al giorno in una lavanderia dell'hinterland di Cagliari ed è assicurata per sole quattro ore. «Vengo pagata coi voucher, ecco come funziona», dice d'un fiato dopo aver contrattato l'anonimato. Le signore vicine fanno sì con la testa, preannunciando biografie simili a patto che il nome non finisca sul giornale. «È che poi - avvisano -, se ci riconoscono non troviamo neanche un impiego in nero. Siamo come gli schiavi».
L'IDENTIKIT Va così, al Centro per l'impiego di Cagliari. E altrove non dev'essere mica diverso. Il governo annuncia la cancellazione dei buoni lavoro e nuove misure per le cosiddette politiche attive dell'occupazione, e qui sulla terra - precisamente negli uffici di via Schiavazzi - la gente fa la fila col viso stanco e il cuore pieno di rassegnazione. Padri di famiglia, giovani laureati, ragazze, signore quasi cinquantenni. Chi il lavoro l'ha perso, chi non l'ha mai avuto, chi non l'ha cercato prima.
OLTRE I NUMERI E chi, la moltitudine - molta della carne viva che sta dentro i numeri della disoccupazione in Sardegna: 120 mila la stima Istat, il doppio secondo Cgil -, un impiego ce l'ha (oppure lo ha avuto) in nero. Qua dentro è la storia di Giulia, di Mario, di Fabio. E di Sara, cagliaritana di 31 anni, che ha fatto la commessa, l'addetta in una lavanderia, la sarta. Sogna di aprire un giorno un negozio online di abiti e accessori per la casa «creati da me», e intanto trova lavoro solo coi voucher. «L'ho sperimentato sulla mia pelle - spiega -: questi pezzi di carta sono diventati un paravento del lavoro nero. I controlli? Gli ispettori li ho visti solo una volta in tre anni, ma non è successo niente: io che lavoro col voucher dico che sono appena arrivata. È questo il primo avvertimento che ci dà l'azienda non appena ci assume».
NONA IN CLASSIFICA La Sardegna è una delle regioni che ha utilizzato più voucher, la nona in classifica. La cifra oscilla fra i 3 milioni e 600 mila buoni lavoro secondo le stime Cisl, e i 4.231.700 registrati dalla Cgil. Il settore che più ha visto un uso indiscriminato è quello turistico: 600 mila voucher dice la Cisl; 2 milioni, riferisce invece Cgil. «Il punto è che doveva essere uno strumento per far emergere il lavoro nero e invece - avverte Ignazio Ganga, segretario generale Cisl - è successo il contrario». Il sindacato aveva da subito messo i paletti sull'utilizzo dei buoni in edilizia e agricoltura, con un uso controllato nel settore turistico, «per il resto andava bene l'impostazione legata al lavoro occasionale e accessorio. Invece, obiettivamente, se n'è fatto un uso indiscriminato».
IMPIEGO STAGIONALE Uso indiscriminato soprattutto nel settore turistico, puntualizzano dalla Cgil, dove si è «felicissimi» dopo l'annunciata abolizione dei buoni lavoro da parte del governo. Il segretario generale Michele Carrus spiega che «sono diventati un'ulteriore possibilità di sfruttamento delle persone». Nel comparto turistico, soprattutto. «Cioè in quelle attività stagionali che in Sardegna durano due mesi all'anno. I voucher hanno reso ancora più deboli i lavoratori stagionali che con questo sistema non hanno neanche più l'indennità di disoccupazione».
I SOGNI Giulia, una delle forzate dei voucher, intanto sta preparando le pratiche per il ricongiungimento dei contributi. Dice che non sa se ci riuscirà. Sara, accanto a lei, conta invece di mettersi in proprio. «So cucire, ho fatto anche la costumista», confida. Un sogno, chissà.
P. S.

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