Martedì 7 marzo 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 marzo 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 marzo 2017 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
La Fedeli nell'Isola, incontro col sindaco Zedda
EMERGENZA DISPERSIONE SCOLASTICA Il ministro: sono dati allarmanti
«Allarmanti» i dati sulla dispersione scolastica: «Alla Sardegna serve una legge dedicata, e tocca alla Regione farla». Parola di Valeria Fedeli, il ministro dell'Istruzione ieri in visita nell'Isola. Prima tappa a Cagliari, dove si è confrontata con il sindaco Massimo Zedda e il rettore Maria del Zompo, ultima ad Alghero. Nessun incontro, invece, con esponenti della Regione né coi sindacati.
ALLE PAGINE 4, 5

Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
LA MINISTRA IN SARDEGNA. Tour di Valeria Fedeli. I sindacati: «Noi ignorati»
«Dispersione scolastica, all'Isola serve una legge»
La lotta alla dispersione scolastica, la necessità di migliorare l'accesso al diritto allo studio e l'impegno ad avviare un ragionamento sui parametri che svantaggiano gli atenei sardi nella distribuzione dei fondi per le università. Sono i temi affrontati ieri mattina a Cagliari nell'incontro tra la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli, il sindaco Massimo Zedda, la rettrice Maria del Zompo. Era la prima tappa di un viaggio istituzionale che ne prevedeva altre due: una a Ghilarza e una ad Alghero. Nessun incontro, invece, con l'amministrazione regionale (e sì che Francesco Pigliaru aveva accolto l'invito di Silvio Lai a rinviare la scadenza dell'incarico a Claudia Firino proprio per evitare, in occasione della visita ministeriale, «uno sgarbo» all'assessora che invece si è poi dimessa) né coi sindacati, che se ne sono lamentati.
LE DICHIARAZIONI Breve doveva essere, la riunione a Palazzo Bacaredda, e breve è stata. Arrivata alle 10, la ministra ne è uscita alle 10,30. In Municipio, a salutarla con familiarità, anche il senatore Luciano Uras. «È stato importante partire da Cagliari», ha dichiarato Fedeli al termine dell'incontro: «Il sindaco Zedda mi ha fatto riflettere sulla necessità assoluta di potenziare l'istruzione a livello regionale e cittadino. Importante anche incontrare la rettrice (scusate: non riesco a dire “rettore” anche se so che lei si vuol far chiamare rettore) perché quella di Cagliari è un'università di pregio e sta investendo in modo positivo. Credo sia importante - ha aggiunto la responsabile dell'Istruzione - che la Regione Sardegna scelga di avere una legge dedicata e di puntare moltissimo sull'insieme dell'istruzione e della formazione: è una questione decisiva per il futuro dell'Isola. Con dati tanto allarmanti sulla dispersione scolastica (il 25 per cento, mi dicono) non è possibile non avere politiche dedicate. Noi, come Ministero, abbiamo una politica nazionale che sostiene gli interventi per superare la dispersione scolastica e credo che, in relazione con le scelte che dovranno essere fatte dalla Regione, qui in Sardegna opereremo nel migliore dei modi possibili».
UNIVERSITÀ Fedeli ha aperto a «un ragionamento» sui parametri per la distribuzione dei fondi statali per l'università. Del Zompo ha puntato il dito soprattutto contro quello che premia gli atenei capaci di attrarre iscritti provenienti dalle regioni confinanti, che nel caso della Sardegna, però, sono oltre il mare. «L'insularità - ha detto la ministra - non è un ostacolo, non lo dev'essere. L'obiettivo è di rendere accessibile a tutte le ragazze e tutti i ragazzi il percorso di formazione più lungo, quindi fino all'università. Affronteremo in sede ministeriale anche questo tema, per rimuovere le difficoltà che fino a oggi avete incontrato».
DIRITTO ALLO STUDIO Si è parlato anche di accesso al diritto allo studio: «L'Italia, negli ultimi due anni, ha cominciato a spendere molto sull'istruzione e il diritto allo studio, però non c'è dubbio: il differenziale con altri Paesi, in questo campo, è molto forte. Investendo sulle borse di studio, dobbiamo consentire a chi non può, ai meritevoli e capaci, di proseguire gli studi. Col sindaco di Cagliari, su questo, ci sono dei progetti seri». Quali? Uno lo rivela Zedda: «Abbiamo chiesto di poter disporre di quote di spesa per finanziare attività serali (dallo sport alla musica) nelle scuole e renderle più attrattive per gli studenti».
I SINDACATI Rammarico per il mancato incontro con la ministra da parte di Cgil, Cisl e Uil: era stato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, lo scorso 18 febbraio, ad annunciare «l'imminente visita del ministro come occasione per affrontare le questioni cruciali del diritto allo studio», rimarcano i segretari generali Michele Carrus, Ignazio Ganga e Francesca Ticca. «Non vorremmo che l'atteggiamento del ministro fosse legato a una logica conflittuale che pensavamo superata», incalzano, ricordando anche la «lunghissima militanza sindacale» di Valeria Fedeli che, concludono, «oggi sembra quasi dimenticare l'importanza dei rapporti con le parti sociali».
Marco Noce
 



2 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 marzo 2017 / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
L'emorragia non si ferma:
abbandona gli studi un giovane su quattro
C'è chi abbandona già nei primi mesi delle superiori e chi lo fa dopo la bocciatura al termine del primo anno. Chi ha alle spalle genitori in difficoltà economiche e chi non trova più motivazioni per andare avanti. È così che uno studente sardo su quattro, il 24,7%, abbandona la scuola tra i 14 e i 18 anni. Sulla dispersione scolastica la Sardegna stacca sempre e nettamente la media nazionale che viaggia intorno al 15%. Fin qui le cattive notizie. Quella “buona”, invece, è che «dopo tanto tempo la Sardegna non è più maglia nera in Italia, oggi la Sicilia fa peggio», con oltre il 25%, dice Ivo Vacca, segretario regionale della Flc-Cgil. Ma il discorso non cambia.
AULE VUOTE Eppure nella lotta contro la dispersione scolastica, con “Tutti a Iscol@” la Regione ha messo in campo un piano strutturato con l'obiettivo di rafforzare l'offerta didattica, prendere in carico le situazioni di fragilità ed esclusione, e garantire le attività extrascolastiche. «La dispersione scolastica è un tema delicato e complesso su cui la Giunta ha avviato un'azione sistemica da valorizzare al meglio», spiega il nuovo assessore regionale all'Istruzione Giuseppe Dessena. «Occorre affinare gli strumenti e i bandi e rendere operativo l'Osservatorio sull'Istruzione e sulla formazione per tarare le azioni dei prossimi anni in modo da assicurarne la massima efficacia».
TUTTI A ISCOL@ Dopo la sperimentazione, partita tra il 2015 e il 2016, “Tutti a Iscol@” è entrato a “regime” nell'anno scolastico in corso. Il piano si sviluppa su tre linee di intervento che prevedono il miglioramento dell'apprendimento di base, scuole aperte e inclusione, e sostegno psicologico. Le risorse stanziate ammontano, per quest'anno, a 17 milioni e 400mila euro (mentre per il 2017-2018 le risorse previste sono circa 23 milioni): 7 milioni e 400mila euro sono stati impiegati per colmare il deficit di competenze che, spesso, dà luogo a fenomeni di abbandono, soprattutto nelle scuole secondarie di primo grado (le medie) e nel biennio delle scuole secondarie di secondo grado (le superiori). Quattro milioni e mezzo sono stati stanziati per “scuole aperte”, ovvero per ampliare l'offerta formativa con percorsi extracurriculari. Si tratta di laboratori didattici incentrati sulle nuove tecnologie e sulle materie umanistiche.
IL DIALOGO IN CLASSE Ci sono 5,5 milioni di euro per aiutare il dialogo tra gli studenti e tra alunni e docenti, appartenenti a culture e condizioni sociali differenti. Psicologi e pedagogisti sono i professionisti scelti per sostenere i ragazzi e le famiglie, con una particolare attenzione agli studenti non italiani e a quelli con disabilità. «Premesso che “Tutti a Iscol@” è comunque un buon progetto», sottolinea Ivo Vacca, della Flc-Cgil, «c'è più di qualcosa che deve essere migliorata e che oggi mina la qualità del piano». In primo luogo «i contratti applicati ai docenti, i Cococo, e non quelli che si applicano di norma ai supplenti, che fanno fuggire i docenti, seppure precari, verso altre soluzioni. Quindi, il problema del punteggio, risolto 20 giorni fa, che non veniva riconosciuto ai docenti che partecipavano a “Tutti a Iscol@”.
IL DIMENSIONAMENTO Infine il piano di dimensionamento scolastico ritagliato su parametri nazionali che non tengono conto della specificità della Sardegna», spiega Vacca. Tutto questo ha portato «a non avere sempre i docenti necessari per tutti i progetti, e ha costretto gli studenti», soprattutto quelli della aree interne, «a rinunciare a partecipare ai laboratori perché difficile spostarsi da un paese all'altro con i problemi legati alla mobilità». Risultato: alcune scuole hanno restituito 170.000 euro per l'impossibilità di presentare i progetti.
Mauro Madeddu


 


3 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 marzo 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
REGIONE. Incontro tra studenti di Unica 2.0 e Udu
«INTERVENIRE SU TRASPORTI E AFFITTI»
Incontro tra una delegazione di Unica 2.0 Cagliari e Udu Sassari e i membri della commissione Cultura del Consiglio regionale. Un confronto finalizzato a temi legati alla mobilità e al diritto allo studio universitario. In particolare, gli studenti hanno voluto mettere l'accento sul tema, a Cagliari, della residenzialità studentesca, minacciata, sostengono «da strutture pericolanti e manutenzioni ordinarie fittizie, per le quali è doveroso intervenire e stanziare più fondi affinchè gli aventi diritto abbiano la possibilità di vivere in strutture abili e sicure».
Tema molto caldo quello della mobilità: gli studenti hanno chiesto di «investire maggiormente per colmare le varie lacune che impediscono una corretta fruizione del servizio a tutti gli studenti isolani. L'istituzionalizzazione del nuovo sistema tariffario dei trasporti a partire da gennaio 2017, ha creato non poche lamentele, soprattutto per quanto riguarda il rapporto qualità, prezzo, nella maggior parte dei casi non rispettato».
Non solo: crea problemi l'assenza di collegamenti con alcune zone dell'Isola, la presenza di mezzi fatiscenti, ma soprattutto la non possibilità da parte degli studenti di coprire i costi della mobilità attraverso la borsa di studio, elemento quest'ultimo che deve essere garantito in quanto, aggiungono i rappresentanti di Unica 2.0 e Udu, parte integrante del diritto allo studio universitario.




4 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 marzo 2017 / Salute (Pagina 37 - Edizione CA)
LA RICERCA. Il lavoro del professor Stefano Del Giacco
«L'asmatico è a rischio d'ansia
L'ansioso è più soggetto all'asma»

Con l'asma si può convivere. «Sino agli anni Cinquanta le terapie erano solo sintomatiche - dice il professor Stefano Del Giacco, responsabile dell'Ambulatorio di Fisiopatologia respiratoria e Allergologia al policlinico di Monserrato-: si usava lo spry a base di Salbutamolo, ancora oggi utilizzato per le emergenze. Oggi si pratica la terapia antinfiammatoria, a base di Cortisone, unita a un vasodilatatore della famiglia del Salbutamolo». Ma la scienza va avanti e punta verso terapie personalizzate: «Poiché l'asma è una malattia che può avere origine da diverse cause, bisogna fronteggiarla con farmaci mirati. Si tratta di prodotti molto costosi, nell'ordine dei 1500 euro, da prendere a casa, una volta al mese».
Il laboratorio diretto da Del Giacco (che registra 15 mila accessi all'anno) è in prima linea nello studio di nuove terapie. È infatti uno dei 44 centri di riferimento italiani inclusi nel network per lo studio dell'asma grave. E partecipa alla sperimentazione mondiale sui pazienti di un nuovo farmaco per via orale.
L'unica arma che può portare alla guarigione dalle allergie, secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, oggi è rappresentata dai vaccini: «Si parla di vaccino, ma si chiama immunoterapia specifica. Si individua qual è l'allergene prevalente per il paziente, quindi si abitua il suo sistema immunitario ad assorbirne dosi crescenti, in modo da provocare una reazione in caso di contatto. Il trattamento dura 3 anni, il risultato può essere la guarigione al cento per cento o a scalare».
Nel novembre scorso, Del Giacco ha presentato uno studio sul rapporto fra asma e ansia alla New Zealand respiratory conference di Aukland eseguito col professor Bernardo Carpiniello. Lavoro già illustrato al congresso mondiale sull'asma. «Abbiamo accertato una bidirezionalità - spiega Del Giacco -: l'asmatico è più soggetto al rischio ansia e l'ansioso è più soggetto al rischio asma. La sfida futura sarà capire perché questo avviene. Potrebbe dipendere da fattori immunologici comuni. Teniamo conto che sino ai primi del 900 si considerava l'asma una psiconeurosi, cioè una malattia con basi psicologiche da trattare con una sorta di psicoterapia».
Qual è il messaggio che arriva dal suo studio? «Se un paziente non risponde alla terapia, è inutile aumentargli i farmaci, ci vuole un supporto magari psicologico. E i bambini che non fanno attività fisica, perché la mamma glielo vieta o per paura, hanno bisogno di un'informazione particolare». (l. s.)
 
 


5 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 marzo 2017 / Salute (Pagina 37 - Edizione CA)
PATOLOGIE
Gravi problemi respiratori
Se i bronchi non fanno il loro dovere

Ha colpito Che Guevara ed Ettore di Troia, Mark Spitz e Federica Pellegrini, Sharon Stone e Bernadette di Lourdes, oltre a 300 milioni di persone nel mondo e 20 mila sardi. L'asma è una malattia democratica, ne soffre il 20 per cento della popolazione nei paesi industrializzati, ma infierisce soprattutto su quelli del terzo mondo, dove diventa mortale per chi non riesce a pagarsi le cure.
LA CRISI «È una patologia infiammatoria cronica, causata dal restringimento dei bronchi, con crisi determinata dalla caratteristica difficoltà di respiro - spiega Stefano Del Giacco, 48 anni, professore aggregato dell'università di Cagliari, dove insegna Allergologia e Immunologia clinica e dirige l'Ambulatorio di Fisiopatologia respiratoria allergologica del Policlinico-. La crisi asmatica è considerata un'emergenza medica, non si guarisce, ma si può tenere sotto controllo». I sintomi, per quanto abbastanza noti, hanno sempre qualcosa di drammatico: «Sibili, fischi, spesso dopo uno sforzo fisico, anche moderato. E' la cosiddetta fame d'aria, ma anche difficoltà a buttarla fuori, quando resta imprigionata nei polmoni».
CAUSE Diverse possono essere le cause della patologia: «Allergie, obesità, esercizio fisico (fattore scatenante anche in super atleti), Aspirina. Altre forme sono legate alla presenza, nel sangue, di cellule chiamate eosinofili. Tante le forme, unica la sintomatologia». Riguarda uomini e donne, ma ha conseguenze penose soprattutto nei bambini, che può colpire sin dai 2 - 3 anni di età: «È la categoria che va più tutelata. Esiste una forma tipica dell'infanzia, il Broncospasmo del bambino, che può avere una stretta correlazione con le infezioni virali del periodo invernale, come il raffreddore. A volte si manifesta con crisi di asma importanti. Per fortuna, col passare degli anni migliora, si attenua, diventa più controllabile o addirittura sparisce». Ma essere allergico nell'infanzia rappresenta una spia: può anticipare l'arrivo dell'asma in età adulta, «anche per questo, il bambino asmatico andrà seguito, evitando l'iperprotettività di molti genitori, che ne favoriscono l'esclusione sociale, impedendogli di giocare all'aperto coi compagni, negandogli la palestra o esentandolo dall'educazione fisica. Col concreto pericolo che sviluppi patologie di tipo psicologico. Anche perché i nostri dati dicono che l'attività fisica migliora le condizioni del paziente asmatico». Esiste anche l'asma professionale «quando è legata a un lavoro in ambiente polveroso o con l'uso di colle e vernici, ma anche un'asma preesistente che peggiora in presenza di irritanti specifici, come certi gas».
ALLERGIA La più diffusa è comunque l'asma allergica, causata da pollini e acari: «Nei paesi industrializzati, Italia e Sardegna comprese, il 15-20 per cento della popolazione è allergica e sviluppa rinite, col tipico raffreddore; il 5 per cento è asmatico. Nell' 85 per cento dei casi ha un'asma allergica». I pollini sono caratteristici di regioni e aree geografiche, per questo la Sardegna si differenzia dal resto dell'Italia: «I più diffusi sono quelli di ulivo, graminacee e composite (fiori gialli). Per lo più primaverili. Poi ci sono i micofiti, spore di muffe che si formano nel tessuto marcio del sottobosco». Gli acari, parassiti presenti anche nelle case più pulite, si annidano nei materassi, cuscini e imbottiture varie: «L'allergia è dovuta alle loro deiezioni. Stesso effetto provocato dal derma di cani e gatti».
FUMO Nei fumatori la malattia può degenerare in broncopneumopatia asmatica ostruttiva, «un tempo definita bronchite cronica. È irreversibile. Nel senso che l'ingresso di aria nei polmoni si riduce sino a poter richiedere il ricorso alla bombola di ossigeno».
Lucio Salis
 
 


6 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 marzo 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
L'OPERA DI SABATTINI
Oggi alle 17.30 nella sede della Società degli operai in via XX Settembre 80 verrà illustrato il volume “Elogio della sostenibilità dello sviluppo - Critica della teoria della decrescita di Serge Latouche” di Gianfranco Sabattini, titolare della cattedra di Politica Economica all'Università di Cagliari.




7 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 marzo 2017 / Economia (Pagina 11 - Edizione CA)
Stasera la presentazione del libro di Sabattini
L'alternativa alla decrescita felice

Un libro per proporre un nuovo modello di crescita possibile: il volume di Gianfranco Sabattini, titolare della cattedra di Politica economica all'Università di Cagliari, propone una organizzazione del sistema economico secondo una idea di sviluppo sostenibile, in alternativa alla prospettiva della decrescita felice - presa come riferimento anche da alcuni movimenti - proposta dall'economista e filosofo francese Serge Latouche.
L'opera di Sabattini cerca appunto di chiarire la distinzione tra sviluppo e crescita, oltre a dare una visione diversa dalla proposta latouchana: sono questi i temi principali sviluppati dall'economista nel nuovo libro “Elogio della sostenibilità dello sviluppo”, edito da Tema edizioni.
Il volume verrà presentato stasera, con inizio alle 17.30, nella sala conferenze della Società degli Operai, in via XX Settembre a Cagliari.
La presentazione sarà coordinata da Antonello Angioni, direttore dell'Istituto Gramsci. Oltre all'autore, interverranno Vittorio Dettori, e Pietro Maurandi, rispettivamente docenti di Economia Politica e Storia delle Dottrine economiche all'Università di Cagliari.




8 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 marzo 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Giornata della donna
Dibattito con Vigo

In occasione della Festa della donna, Federpreziosi e il gruppo giovani imprenditori della Confcommercio Sud Sardegna incontrano Chiara Vigo. L'appuntamento è per domani, dalle 19, nella sede di via Santa Gilla 6, per una conferenza dal titolo “Il Bisso l'Oro del Mare. Un Maestro e un'arte da tramandare”.
Apriranno la serata il presidente Confcommercio Sardegna Alberto Bertolotti e il presidente del gruppo giovani imprenditori Gianni Filippino. Relatori del dibattito saranno Marco Secci e Claudio D'Alessandro (entrambi dell'università di Cagliari), e Chiara Vigo.
 
 


9 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 marzo 2017 / Speciale (Pagina 8 - Edizione CA)
Domani, 8 marzo, una nuova iniziativa editoriale con L'Unione Sarda
La Sardegna al femminile: tante storie di donne speciali

Malgrado si debbano registrare alcune novità rispetto al marzo 2016, la riflessione di base non cambia, è ancora quella del primo volume. Nell'altra metà del cielo il sole tarda a sorgere del tutto. La constatazione è molto amara ma è tanto doverosa quanto obiettiva. Non tutti e non sempre riconoscono, infatti, l'importanza di quella che - con espressione che sa di fastidioso burocratese - è definita la parità di genere. Che vuole dire, ad azzardare una sintesi, nessuna differenza nel rispetto, nelle opportunità di studio e di occupazione. E, per quanto riguarda la vita pubblica, presenze non ostacolate o addirittura negate nelle liste elettorali, nelle assemblee e nei ruoli di potere politico e amministrativo. Non è una discutibile ipotesi, è quanto sta scritto a chiare lettere nell'articolo 3 della nostra Costituzione: «Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». L'articolo 51 ribadisce e precisa: «Tutti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza».
Certo, non si può ignorare che molti passi avanti sono stati compiuti negli ultimi decenni dal nostro Paese. Tuttavia, sulla parità di genere vanno ancora registrati veri e propri scontri ideologici. Sui grandi e complessi temi dell'uguaglianza, aspirazioni e richieste delle donne vanno a sbattere contro assurdi muri di resistenza. Nel 1962 la deputata sarda Maria Cocco dovette battersi con grande determinazione per riuscire ad abbatterne uno, quello che negava alle donne l'ammissione, a parità degli uomini, a esercitare tutte le professioni e a coprire tutti i pubblici impieghi. Dopo oltre mezzo secolo non si può dire che quella norma abbia trovato piena e convinta applicazione.
In generale una tiepida attenzione viene destinata ad argomenti soltanto in apparenza di minore importanza che hanno però una loro rilevanza sostanziale. Infatti impegnano le donne in quotidiani, sofferti bracci di ferro. Per il sopravvivere di mentalità ancorate al lontano passato non hanno vita facile, tanto per dire, le parole che esprimono un ruolo e alle quali il rispetto dell'uguaglianza impone di cambiare dal maschile al femminile. Così, si discute, e magari si litiga, su sindaco e sindaca, rettore e rettora, prefetto e prefetta, questore e questora. O, per restare in una redazione giornalistica, sul ruolo di capocronista e di capacronista. L'elenco delle rivendicazioni non soddisfatte è insomma ancora molto lungo. Persino nell'Assemblea regionale sarda è sempre aperta la battaglia per ottenere che non ci siano differenze numeriche fra consiglieri e consigliere. Un'istanza ripresentata con forza l'ha confermato di recente. Anche se va registrato, con ovvia soddisfazione, il successo dell'iniziativa della consigliera Anna Maria Busia per ottenere il rispetto della parità di genere anche nel linguaggio legislativo e burocratico.
Senza entrare qui nel tragico argomento della violenza, a molte donne accade altro. Per esempio, che la storia - o, meglio, qualche storico - le ignori, non ne racconti la vita speciale che le ha fatte grandi. Le opere sul passato della nostra Isola non fanno certo eccezione. A poche, diciamo pure pochissime, è riservata giusta e adeguata attenzione. Sì, Eleonora Giudicessa d'Arborea, Grazia Deledda scrittrice da Nobel, Antonia Mesina eroina della fede. Poi, tenuto conto delle eccezioni e reso omaggio a singole, meritorie biografie, l'oltraggio di poche righe o addirittura del colpevole silenzio.
Nel quadro dell'impegno a valorizzare quella che con azzardo giornalistico si può forse chiamare l'Isola al femminile, dal 2014 il portale “La Donna Sarda” - aperto e diretto da Francesca Columbu, giovane e sensibile imprenditrice, in redazione soltanto giornaliste - ha colto dalla realtà sociale lo stimolo per una sezione dedicata appunto alle donne speciali che meritano di essere raccontate e additate come esempio. Per alcune si tratta di attenzione e interesse ribaditi, per la maggior parte di una parziale o addirittura totale scoperta. Sono donne che hanno dimostrato la loro eccellenza in vari campi. Intelligenza, creatività e coraggio le hanno fatte emergere. Impegno, determinazione e lungimiranza ne fanno significativi punti di riferimento. Sono scienziate, insegnanti, imprenditrici, intellettuali, politiche, donne di fede e di solidarietà, di cinema e di teatro. Sono davvero tante, è stata perciò necessaria una selezione per trasferire i brevi ma incisivi e documentati saggi in questo secondo volume, pubblicato in coedizione dalla “Biblioteca dell'identità” e “La donna sarda”. I testi sono stati riveduti e, quando opportuno, aggiornati. Il titolo non poteva essere diverso: Storie di donne speciali. Come del resto il riferimento anche grafico alla “Sardegna al femminile”.
Anche questo secondo volume conferma la linea editoriale della “Biblioteca dell'identità” in particolare per quanto riguarda l'elevato livello editoriale e il prezzo contenuto. E si propone, come tutte le opere della stessa “Biblioteca”, di soddisfare un avvertito bisogno di conoscenza. In poche parole, illuminandone di volta in volta un particolare versante, si augura di sollecitare doverose riflessioni sulla nostra società che di tutto ha bisogno fuorché di steccati.
Gianni Filippini
 
 
 



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LA NUOVA SARDEGNA
 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 marzo 2017 / Prima pagina
IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE IN SARDEGNA
IL CASO Università dell’isola penalizzate dai tagli

Primo piano - Pagina 2
CAGLIARI Fondamentale la lotta alla dispersione
Revisione dei parametri per la valutazione delle Università sarde, ma anche progetti di lotta alla dispersione scolastica, che supera il 23%. Sono i temi affrontati a Cagliari del ministro Valeria Fedeli durante l’incontro con il sindaco Massimo Zedda (nella foto di Mario Rosas) e il rettore dell'Università, Maria Del Zompo.Tra i problemi c'è il raffronto tra atenei che non aiuta Cagliari e Sassari. Poi c’è la difficoltà di attrarre studenti dalle regioni confinanti - ha spiegato il sindaco Zedda -. Secondo il ministro, la Sardegna deve «puntare sull'insieme dell'istruzione e della formazione perché ne ha bisogno per il futuro e perché è una scelta decisiva anche per ragazze e ragazzi. L'Italia, negli ultimi anni, ha cominciato a spendere molto sull'istruzione e sul diritto allo studio, però non c'è dubbio che il differenziale con altri Paesi sul diritto allo studio è molto forte». «Ministro Fedeli, si faccia ispirare da Gramsci e cancelli errori, ingiustizie e torti della Buona scuola». È il messaggio di benvenuto dei docenti sardi che due anni fa manifestarono contro i trasferimenti legati alla riforma della scuola. I docenti hanno ricordato le difficoltà dei trasferimenti e la disparità dei trattamenti che li ha trasformati in pedine sullo scacchiere della penisola.

 
Primo piano - Pagina 3
UNIVERSITÀ SARDE MASSACRATE DAI TAGLI DEI FONDI
Dal 2009 a Cagliari sottratto il 24 per cento delle risorse
Stesso destino per Sassari, a cui hanno tolto il 19 per cento
di Claudio Zoccheddu
SASSARI È il mondo alla rovescia e l’università, l’ascensore sociale più efficace, è la vittima di un piano che combatte il calo delle iscrizioni con una drastica riduzione dei fondi stanziati dal governo. Negli ultimi sette anni i trasferimenti statali all’Università di Cagliari sono diminuiti del 24,15 per cento che, mettendo da parte la capacità e l’inventiva che spesso tamponano le difficoltà, possono essere tradotti in un’offerta formativa limitata e in una capacità di attrazione ridotta. Il problema della riduzione dei trasferimenti è stata evidenziata da un’inchiesta del Sole 24 Ore che sottolinea un calo del 19 per cento su scala nazionale. Dunque, è la demografia degli atenei a guidare la mano del ministero: meno iscritti significa meno denari. E poco, o nulla, importa se il sud vede aumentare la forbice con il nord mettendo a referto l’ennesima possibilità sfumata di aggirare una crisi che sembra non avere fine. In Sardegna l’Università di Sassari ha registrato un calo dei finanziamenti del 21.70 per cento rispetto al 2009, con un fondo ordinario per studente ridotto del 4,3 per cento. Più accentuato il calo registrato all’Università di Cagliari, dove anche il fondo ordinario per ogni studente è calato del 5,3 per cento. E ieri, proprio all’università del capoluogo, è arrivato il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli che ha incontrato il rettore, Maria Del Zompo: «Il calo delle iscrizioni interessa tutto il Paese ed è legato a numerose variabili: la dispersione scolastica o gli abbandoni – spiega il rettore –. Ma c’è anche un alto numero di studenti che, da tutta la regione, scelgono di iscriversi a Cagliari e di non andare a studiare nella Penisola: per loro servono sempre più servizi dedicati e una maggiore attenzione al diritto allo studio». Un diritto che si basa su regole contestate dal rettore: «L’anno scorso – aggiunge Maria Del Zompo – il nostro Ateneo era in controtendenza nazionale avendo fatto registrare un aumento degli iscritti al primo anno, degli studenti regolari e una contestuale diminuzione degli abbandoni: ma questo, purtroppo, non si è tradotto nell’aumento dei fondi ministeriali che sono ripartiti in base anche ad altri criteri iniqui che da tempo chiediamo di modificare per salvaguardare la peculiarità della nostra regione. La stessa richiesta che abbiamo rivolto al ministro Fedeli». La genesi dell’iniquità è però precedente e, secondo Maria Del Zompo, risale al ministero di Mariastella Gelmini: «Tutto nasce dalla Legge 240, nota come Legge Gelmini, e dalla 133 del 2009 firmata dall’allora ministro Tremonti, con un sistema costruito per indebolire progressivamente tutte le università italiane, in particolare quelle che operano nelle regioni economicamente più deboli. Se resistiamo alla crisi il merito è del grande lavoro di tutto l’Ateneo, impegnato a testa bassa per garantire un diritto irrinunciabile alle famiglie sarde: garantire l’accesso ai più alti livelli dell’istruzione ai loro figli».

 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 marzo 2017 / Agenda - Pagina 22
LA RETE DEI DIRITTI
Migranti bambini e soli, l’Unicef di Sassari in campo per i minori

Il recente rapporto dell’Unicef “Un viaggio fatale per i bambini: la rotta migratoria del Mediterraneo centrale”, fornisce un quadro dei rischi che i bambini e le bambine migranti affrontano durante i pericolosi viaggi dall'Africa sub Sahariana alla Libia. I tre quarti dei minorenni intervistati hanno dichiarato di essere stati oggetto di violenza, molestie o aggressioni, mentre circa la metà di bambini e bambine hanno subito abusi sessuali, più volte, durante la migrazione e nei centri di detenzione libici, sia in quelli gestiti dal Governo che dalle milizie armate. Gran parte di loro hanno indicato di aver pagato i trafficanti all’inizio del viaggio, esponendosi ad abuso, rapimento e tratta. Su queste tematiche si fonda il XXIV Corso universitario di Educazione allo sviluppo, dal titolo “Migranti bambini e soli”, organizzato dal Comitato Unicef di Sassari e dall’Università, e supportato da una Rete di 23 partner fra pubblico e privato. Il corso, grazie alla struttura multidisciplinare, si rivolge a studenti universitari, tirocinanti, neolaureati, avvocati, insegnanti, assistenti sociali, educatori, psicologi, mediatori culturali, volontari e al personale in servizio presso le strutture di accoglienza, al fine di fornire indicazioni utili per comprendere il perché delle migrazioni di tanti bambini e attivare modalità rispettose del “superiore interesse del minore”, secondo i dettami della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo. Il tema dei minori migranti non accompagnati verrà analizzato da diverse prospettive, sintetizzate in tre moduli: “Bambini in fuga”, studia la situazione geopolitica delle aree di provenienza, il progetto migratorio del bambino e i traumi dovuti al distacco dalla comunità, al viaggio e all’adattamento alla nostra cultura; il secondo: “La protezione del minore e il rispetto del superiore interesse” esamina la normativa che prevede il rispetto dei diritti del fanciullo: da quello di non discriminazione alla determinazione e valutazione di qualsiasi decisione o azione rispettosa dei suoi bisogni e delle sue aspettative per garantire il suo “benessere”. Il terzo modulo: “L’accoglienza dei minori non accompagnati” si concentra sulle modalità di accoglienza del Nord Sardegna: strutture, operatori, procedure e azioni, sull’individuazione di metodi di valutazione degli interventi e sui processi di inclusione dei minorenni in attività scolastiche, sportive o ludiche.
Silvana Pinna, Unicef Sassari


 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 marzo 2017 / Ozieri - Pagina 31
Un progetto internazionale per introdurre nelle scuole d’infanzia logudorese e gallurese
Perfugas, seminario sulle lingue sarde
PERFUGAS Un seminario formativo della durata di due giorni destinato e riservato al personale dell’Istituto Comprensivo di Perfugas. Si terrà tra il 9 e il 10 marzo e vedrà la partecipazione di esperti, formatori e docenti dell’Espe Corsica e dell’Iscofor, enti culturali e formativi che sostengono la scuola perfughese nella realizzazione di uno dei progetti più significativi del Ptof, vale a dire il Piano triennale dell’offerta formativa che ne guiderà i passi come una bussola sino all’anno scolastico 2018-19. Il seminario si terrà nel contesto di un accordo di collaborazione firmato nei mesi scorsi con l’università della Corsica e in particolare col suo dipartimento Espe (Ecoles Supérieures du Professorat et de l’Education). L’accordo è stato raggiunto nell’ambito di un progetto sulla Formazione linguistica plurilingue che prevede il progressivo inserimento (di fatto, già iniziato nell’anno in corso) dell’insegnamento curricolare e veicolare del logudorese e del gallurese nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie dei centri dove si parlano queste due lingue. Si tratta di un progetto ambizioso, perché forse unico nel suo genere in Sardegna. L’obiettivo che intende raggiungere è quello di elevare i livelli di apprendimento costruendo, nell’arco del prossimo quinquennio, un curricolo di lingua sarda e un modello per l’insegnamento del sardo nelle scuole. La natura sperimentale del progetto, destinato a testare nuove direzioni e possibilità della didattica del sardo, è chiara al dirigente scolastico, Giovanni Carmelo Marras, che sarà coinvolto nel seminario insieme ai docenti impegnati nella realizzazione del progetto. Per Espe Corsica è invece prevista la partecipazione dei professori Alain Di Meglio, vicepresidente dell’Università di Corsica e direttore del Centro Culturale Universitario; Dominique Verdoni, direttrice dell’Espe e Denis Jouffroy, dell’équipe pedagogica dell’Espe. L’Iscofor (Istituto Sardo-Corso di Formazione e Ricerca) sarà rappresentato da Mauro Maxia, che ne è il presidente. Il seminario impegnerà i corsisti nel pomeriggio del 9 e nella mattina del 10 marzo. Dopo la presentazione del seminario e dell’offerta formativa dell’Istituto relativa alla formazione e all’insegnamento plurilingue da parte del Ds Giovanni Marras, seguiranno le relazioni degli altri relatori. Obiettivo: dare vita a un confronto tra più voci sullo stato dell’arte del bilinguismo e delle lingue minoritarie. Venerdì verrà aperta una tavola rotonda sui temi della sessione del giorno precedente con approfondimenti di carattere metodologico e verranno redatti anche i programmi dei seminari successivi.
Giuseppe Pulina

 
 

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