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Domenica 19 febbraio 2017

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19 febbraio 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di domenica 19 febbraio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Università in lutto:
è morto Aniello Macciotta
Avrebbe compiuto 89 anni a maggio Aniello Macciotta, il professore dell'Università ed ex consigliere regionale morto ieri mattina per il quale è stata allestita la camera ardente nell'aula Costa dell'istituto di Anatomia patologica dell'Ateneo, in via Porcell 105.
Aniello Macciotta, medico pediatra conosciutissimo, docente dell'Università di cui fu anche pro-rettore, durante la sua lunga carriera ha ricoperto numerosi incarichi: da quello di direttore dell'istituto di Puericultura e patologia neonatale e della Scuola di specializzazione a quello di componente del consiglio d'amministrazione, della Commissione d'Ateneo e del senato accademico. Nelle fila del Patto Segni si inquadra la sua esperienza politica come consigliere regionale eletto nel collegio di Cagliari. La scelta di specializzarsi nel settore della medicina dedicata ai più piccoli era scritta nella storia della sua famiglia cui si deve la fondazione nel 1938 della clinica pediatrica Macciotta.
Un uomo pacato e mai polemico, gentile e disponibile che aveva a cuore il benessere dei suoi piccoli pazienti e dei numerosi studenti che negli anni ha formato. Così lo ricordano le persone che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene e che oggi gli diranno addio nella chiesa di San Lucifero dove alle 12 verranno celebrati i funerali.
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 19 febbraio 2017 / Fondi Investimento (Pagina 18 - Edizione CA)
Scanu (Confindustria): una misura positiva. Carrus (Cgil): servono investimenti
Nuovi sgravi per chi assume
Pacchetto lavoro giovani, ci sono anche le imprese sarde
Nuovi sgravi fiscali previdenziali per le imprese sarde che assumono giovani a tempo indeterminato. Il pacchetto lavoro del Governo, entrato in vigore il 1° gennaio 2017, include tra le regioni beneficiarie anche la Sardegna. Si tratta certamente di una buona notizia, anche se la decisione del Governo deriva dal fatto che «dal 2017 l'Isola è tornata tra le regioni con ritardi nello sviluppo, il cui prodotto interno lordo pro-capite è inferiore al 75% della media comunitaria», spiega Alberto Scanu, presidente regionale di Confindustria. Detto questo, «per la Sardegna, dove la disoccupazione giovanile raggiunge livelli record, è positivo. I nuovi incentivi possono favorire il turn-over nelle aziende».
LE MISURE Le imprese che nel 2017 decidono di assumere giovani tra i 15 e i 24 anni con contratti a tempo indeterminato o di apprendistato, possono beneficiare di uno sgravio dei contributi fino a 8.060 euro per un anno. L'esenzione, non cumulabile con altri incentivi, vale anche per gli over 24 che, però, devono risultare disoccupati nei sei mesi precedenti l'assunzione. Il secondo incentivo, valido per le imprese di tutta Italia, è destinato a chi assume giovani tra i 16 e i 29 anni iscritti al programma Garanzia Giovani: per 12 mesi, hanno uno sgravio fino a 8.060 euro per contratti a tempo indeterminato, mentre in caso di assunzione a termine per almeno sei mesi, lo sgravio è del 50%.
GLI INCENTIVI L'ultima novità sono gli incentivi per chi assume a tempo indeterminato, o in apprendistato, giovani che hanno già svolto presso la stessa azienda attività di alternanza scuola-lavoro o, se universitari, tirocini. Anche in questo caso l'incentivo si applica alle assunzioni effettuate dal 1 gennaio al 31 dicembre 2017, sotto forma di sgravio dei contributi previdenziali, con un tetto di 3.250 euro annui per un massimo di 36 mesi.
IL SINDACATO «Al di là degli strumenti in sé, che possono dare benefici, è la politica che li accompagna che continua a essere sbagliata», dice Michele Carrus, segretario regionale della Cgil. «Questi incentivi non sono tarati né sui soggetti destinatari né sui settori produttivi di riferimento». Risultato: «Non è così che si stimola la creazione di nuova occupazione. Per noi la ricetta resta quella degli investimenti pubblici, la sola che può stimolare la crescita dell'occupazione».
Mauro Madeddu
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 19 febbraio 2017 / Cronaca Italiana (Pagina 14 - Edizione CA)
La ministra Madia
«Assunzione per 50mila precari dello Stato»

Quanti sono i precari che verranno stabilizzati con la riforma del pubblico impiego?
«Secondo le nostre stime sono circa 50 mila. Abbiamo considerato coloro che hanno contratti temporanei da oltre tre anni. Il piano sarà in vigore dal 2018 al 2020».
È uno dei passaggi dell'intervista alla ministra della Pubblica Amministrazione Mariana Madia pubblicata ieri da “Il Messaggero” a firma di Andrea Bassi. Uno dei passaggi più significati quanto al risvolto occupativo di una riforma - ripresentata in Consiglio dei ministri per accogliere i rilievi della Consulta - che ha conquistato molto spazio sui media soprattutto per la stretta sui “furbetti del cartellino”, i dipendenti pubblici che dopo aver timbrato all'ingresso si allontanano dal lavoro.
Nell'intervista Madia aggiunge: «Sulle assunzioni nel Testo unico decidiamo che va ripreso un reclutamento regolare. In questi anni con la crisi si sono bloccate le entrate. Poi però servivano le professionalità e si sono usati i contratti precari. Queste persone, vittime di un cattivo reclutamento, saranno assunte se hanno già superato un concorso. Per gli altri ci saranno concorsi con posti riservati. Per il futuro se un giovane ambisce di mettere le sue capacità a disposizione della Pubblica amministrazione, deve poter fare un concorso»
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 19 febbraio 2017 / Economia (Pagina 17 - Edizione CA)
INDAGINE. Numeri opposti nel settore privato: calo del 3,4% in contrasto con la media italiana
NEL PUBBLICO CI SI AMMALA DI PIÙ
Dal 2012 al 2015 certificati medici cresciuti nell'Isola del 12,9%

I numeri sono chiari e senza pregiudizi: i dipendenti pubblici si sono ammalati di più di quelli privati. Il bilancio, al di là di facili luoghi comuni sulle due facce del mondo del lavoro, lo ha fatto la Cgia di Mestre elaborando i dati diffusi dall'Inps. Le assenze per motivi di salute nel pubblico impiego registrate nel 2015 hanno interessato il 57% di tutti gli occupati, quindi poco più di un dipendente su due, mentre nel settore privato la fetta non è andata oltre il 38% (oltre un dipendente su tre).
Una domanda però rimane: ci si ammala di più nel comparto pubblico soltanto perché le tutele contrattuali lo possono permettere senza ripercussioni?
I DATI Un dubbio più che giustificato secondo il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo: «È evidente che non abbiamo alcun elemento per affermare che dietro questi numeri si nascondano forme più o meno velate di assenteismo. Tuttavia qualche sospetto c'è. Se in Calabria, ad esempio, tra il 2012 e il 2015 le assenze per malattia nel settore pubblico sono aumentate del 14,6%, mentre nel privato sono scese del 6,2%, è difficile sostenere che ciò si sia verificato perché i dipendenti pubblici di quella regione siano più cagionevoli dei conterranei che lavorano nel privato». Insomma, dare una risposta incontestabile sarebbe impossibile.
NELL'ISOLA Di certo però c'è che in Sardegna le eccezioni non mancano e le cifre non seguono il trend nazionale. I lavoratori dei servizi pubblici isolani infatti nel 2015 hanno inoltrato per 139.411 volte la domanda di permesso per malattia. Richieste aumentate del 12,9% rispetto al 2012. Un incremento superiore a quello registrato nel resto del Paese, dove in quattro anni le assenze dal lavoro per motivi di salute sono aumentante dell'11,9% passando dalle 4.475.473 del 2012 alle 5.008.430 del 2015.
NEL PRIVATO L'Isola va tuttavia ancora più in controtendenza quando si analizza l'occupazione privata: nel 2012 sono state 156.049 le richieste presentate alle aziende di assenza giustificata da problemi di salute, diminuite in quattro anni del 3,4%, arrivando alle 150.773 presentate nel 2015. Un calo non ha seguito la crescita, seppure lieve, registrata in Italia (+0,4%) con le domande salite dalle 8.890.140 del 2012 alle 8.927.237 protocollate nel 2015.
Le diseguaglianze tra pubblico e privato comunque non finiscono qui: «Pur avendo lo stesso andamento in entrambi i settori - spiegano dall'associazione - la durata degli eventi di malattia hanno presentato uno scostamento “sospetto”. Se nel pubblico il 25,7% delle assenze totali è stato solamente di un giorno, nel privato si è ridotto al 12,1%.
LE ALTRE ASSESNZE Dalla Cgia hanno ricordato tuttavia che i dati Inps sono stati estratti dall'Osservatorio sulla certificazione di malattia dei lavoratori dipendenti privati e pubblici avviato nel 2011. Statistiche che quindi non hanno compreso le assenze riferite alle gravidanze, alle disposizioni previste per l'assistenza ai disabili, né alle donazioni del sangue. «Se avessimo incluso anche queste ultime», ha dichiarato il segretario della Cgia Renato Mason, «probabilmente lo scarto tra pubblico e privato sarebbe aumentato, facendo però impennare il numero di assenze richieste dai dipendenti pubblici».
Luca Mascia
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 19 febbraio 2017 / Pagina 14 - Attualità
Tra le novità il salario “accessorio” e i bonus agli enti che si classificano al top
Si prevedono piani di rientro più elastici per le amministrazioni in “rosso”
PA, ORA PAGELLE E PREMI
Deciderà pool di esperti
ROMA La rivoluzione del pubblico impiego passa anche attraverso un nuovo meccanismo di valutazione. La riforma Madia, che approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri giovedì, traccia una nuova strada per la messa a punto delle “pagelle”. Il ministero della Pubblica Amministrazione si è già attrezzato ed è pronta la commissione di cinque super-esperti, chiamati a dare le istruzioni tecniche per misurare le performance. D’altra parte dalla valutazione discendono i premi, quanto effettivamente si va a prendere in busta paga. E anche in fatto di salario accessorio il ministero vorrebbe inaugurare una stagione diversa, dopo anni di austerità. Si prevedono piani di rientro più elastici per le amministrazioni in rosso e ci sarebbe anche la volontà di permettere a Regioni e città metropolitane virtuose di abbattere i tetti stabili per la contrattazione integrativa. Andando con ordine, il nuovo sistema di valutazione si baserà su obiettivi generali, sulla base dei quali giudicare la performance non solo individuale ma anche organizzativa. Target, spiega lo stesso ministro della P.a, Marianna Madia legati ai «bisogni reali dei cittadini», come ad esempio «il taglio dei tempi delle liste d’attesa». E, aggiunge, «sul raggiungimento di questi obiettivi legati ai servizi ai cittadini daremo il 50% del salario accessorio». Sulle quote in cui sezionare il bottino dell’integrativo i sindacati, però, fanno rimostranza. «Se il ministro Madia ha intenzione di inserire nell’atto di indirizzo dei vincoli precisi per la ripartizione del salario accessorio allora sbaglierebbe», avverte il segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava, sottolineando che oltre alla produttività c’è da tenere conto di straordinari e indennità. «Chiediamo al governo di poterci confrontare la prossima settimana, prima che la riforma del pubblico impiego arrivi in Consiglio dei ministri», propone il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo. Tuttavia entrambi i sindacalisti riconoscono «passi in avanti». La Cgil con Franco Martini mette intanto in guardia da «interpretazioni restrittive dell’accordo del 30 novembre» per lo sblocco della contrattazione. Per far girare la nuova macchina della valutazione il ministero si è già portato avanti nominando una task force di professori universitari ed esperti in materia. Michela Arnaboldi guida il pool, nominato a fine anno e che adesso inizia a lavorare (completano la cabina Enrico Deidda Gagliardo, Vito Leccese, Francesco Miggiani). I componenti della commissione saranno in carica per due anni. E da fare ce ne sarà visto che tante novità si concentrano proprio su pagelle e conseguenti bonus. Ecco che, per evitare che le amministrazioni vadano a tagliare sui fondi per la produttività, il governo sta studiando piani di rientro più soft, da spalmare in più anni e potendo attingere ai risparmi. Soprattutto, una delle sorprese last minute della riforma, agli enti virtuosi sarà data la possibilità di «incrementare l’ammontare delle risorse destinate alla contrattazione integrativa» da attribuire a lavoratori e dirigenti, seppure «nel rispetto delle norme di contenimento della spesa di personale e nel rispetto degli obiettivi di pareggio di bilancio». I parametri di virtuosità saranno definiti con un decreto ad hoc.
 
 
 

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