Sabato 18 febbraio 2017

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18 febbraio 2017
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L’UNIONE SARDA

 
 
1 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 febbraio 2017 / Primo Piano (Pagina 7 - Edizione CA)
Boom di richieste negli atenei sardi per fare un'esperienza di studio all'estero
UN SOGNO CHIAMATO ERASMUS
«Le borse non bastano più»
E pensare che negli anni Novanta, quando l'Erasmus muoveva i primi passi in Sardegna, trovare qualche studente interessato a fare un esperienza all'estero era un'impresa: «All'inizio c'era qualche difficoltà a convincere i ragazzi a partire», racconta Alessandra Carucci, prorettore all'internazionalizzazione dell'Università di Cagliari. Invece nell'ultimo decennio il progetto, pensato per mettere in contatto i giovani di tutta Europa, ha preso i contorni del fenomeno di costume. Tutti vogliono provare un'esperienza - si va dai 3 ai 12 mesi - di studio all'estero, che molto spesso diventa un trampolino di lancio verso il mondo del lavoro nelle capitali europee.
I NUMERI Nel 2017 saranno circa duemila gli studenti degli atenei di Cagliari e Sassari che avranno una borsa di studio: da questo punto di vista la Sardegna è fortunata perché oltre ai fondi dell'Ue (1,2 milioni) e del ministero dell'Istruzione (680mila), può contare anche su 1,5 milioni di euro garantiti dalla Regione. Grazie a questi finanziamenti il numero degli assegni ha avuto un'impennata negli ultimi anni. Le cifre oscillano tra i 580 e i 630 euro e consentono di pagare almeno in parte le spese per vivere lontano da casa. Anche se spesso, senza una famiglia alle spalle, è difficile essere autonomi: il pagamento dei contributi è diviso in tre tranche e a volte le ultime rate arrivano quando l'Erasmus è già finito.
SEMPRE PIÙ BORSE Nonostante questi piccoli intoppi, lo scorso anno per la prima volta l'università di Cagliari ha ricevuto un numero di richieste superiore a quello delle borse disponibili. Le mete preferite? «Gran parte dei nostri studenti sceglie gli atenei dell'est europeo, dove la vita costa meno e si trovano con facilità gli insegnamenti in inglese», spiega Anna Aloi, a capo dell'ufficio Erasmus dell'università cagliaritana, che ora punta anche ad accogliere ragazzi provenienti da tutto il mondo. «Grazie al progetto Globus e ad altri programmi stiamo ospitando studenti in arrivo da Iraq e Iran, più qualcuno dall'Africa. In città ci sono pure due giapponesi, che non vogliono più ritornare a casa». Gli studenti stranieri che si trasferiscono nel capoluogo nel corso dell'anno sono circa 450 e possono contare su una trentina di insegnamenti in lingua inglese. I numeri sono sempre in crescita, tanto che spesso è difficile trovare un alloggio: «Si sente la mancanza di un campus. Riusciamo a compensare con l'ospitalità di alcune associazioni come la Esn, che accompagna i ragazzi alla ricerca di una casa», sottolinea Aloi.
A SASSARI Anche a Sassari l'Erasmus è diventato un appuntamento obbligato per gli studenti. Negli ultimi 10 anni il numero delle esperienze all'estero è aumentato del 60 per cento: nel 2017 saranno circa 1200 i ragazzi che parteciperanno al progetto, tra sardi in partenza e stranieri in arrivo. Le differenze rispetto al passato saltano agli occhi: «Dopo trent'anni di esperienza», dice il rettore di Sassari Massimo Carpinelli, «siamo di fronte alla seconda generazione di studenti Erasmus, sempre più abituati a considerare l'Europa come loro patria»
Michele Ruffi
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 febbraio 2017 / Primo Piano (Pagina 7 - Edizione CA)
Il racconto di Giovanni Casula «Ora lavoro alla Bce»
Dall'Erasmus in Polonia alla torre di vetro e acciaio della Banca centrale europea a Francoforte il passo è stato brevissimo: «Se non avessi fatto prima un'esperienza internazionale non sarei mai arrivato qui», racconta Giovanni Casula, ventiseienne di Decimomannu che ora lavora nella direzione generale delle statistiche della Bce. A 24 anni è partito da Cagliari, dove frequentava un corso di studi di Economia e politiche europee, per raggiungere Varsavia. «Ho studiato per nove mesi in Polonia, poi ho fatto un tirocinio con un grande gruppo bancario che gestisce i fondi pensione. Serviva qualcuno che parlasse l'italiano per mandare avanti i rapporti con l'ufficio di Milano: da qui ho iniziato un percorso che non avrei mai immaginato prima», dice Casula. Il ricordo più bello dell'Erasmus? «Sicuramente le amicizie. Ho incontrato tante belle persone, quasi tutte straniere. Varsavia è una città molto aperta, direi all'avanguardia. È stata una scoperta piacevole. I trasporti sono ben strutturati, e poi tutti parlano l'inglese». Tornare a Cagliari? Difficile: «Ci sono certi lavori che in Sardegna non si possono fare», spiega, «ma ormai siamo cittadini europei. E nell'Isola ci sono tante altre cose che non si trovano nel resto del mondo». (m. r.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 febbraio 2017 / Primo Piano (Pagina 7 - Edizione CA)
Parla una studentessa nigeriana «Rimarrò a Cagliari»
La Sardegna? Nella classifica personale di Blessing Ezealigo, venticinquenne nigeriana che da sei mesi vive e studia in città, l'isola viene prima degli Stati Uniti e del Messico, in vista della prosecuzione degli studi: «Preferirei Cagliari: c'è l'opportunità che segua un dottorato di tre anni, sarebbe il mio sogno. L'alternativa è quella delle università messicane o americane, deciderò tra qualche mese». Arriva da Lagos, città della Nigeria da 16 milioni di abitanti dove studiava Fisica. Ora segue le lezioni di ingegneria delle telecomunicazioni. «Ho dato tre esami qui a Cagliari», racconta, «e non vorrei tornare in Africa. Purtroppo l'esperienza Erasmus finirà a febbraio. Ecco perché vorrei tornare qui in futuro, o per continuare a studiare o per lavorare». Nel capoluogo ha trovato una comunità di studenti stranieri provenienti da tutto il mondo. Mozambico, Brasile, Messico, Iraq, Iran, Giappone. Nel corso dell'anno sono circa 450 i ragazzi e le ragazze che arrivano a Cagliari. «Ho incontrato tanti amici. La città mi è piaciuta molto, siete accoglienti. Ho trovato molte cose simili alla Nigeria. Prima di tutto il clima: qui l'inverno non esiste, come da noi. Mi sono adattata bene. I miei parenti? Sono contenti: da poco sono venuti a trovarmi, siamo andati in giro per l'Italia e poi a Padova». (m. r.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 febbraio 2017 / Primo Piano (Pagina 7 - Edizione CA)
Michele Usai è stato in Galles «Tornare è difficile»
Per Michele Usai - come per quasi tutti gli studenti - l'Erasmus è stato il primo passo fuori dal guscio della famiglia: «Cominciare da zero e vivere da soli: un'esperienza unica», dice il ventiseienne di Sassari. Due anni fa, da studente di Medicina, ha preso un aereo per volare fino a Cardiff, in Galles. Il periodo di studio all'estero ormai è diventato un valore aggiunto dei curriculum: «Direi che è un test indispensabile. E non solo perché si impara una lingua in più. Fare l'Erasmus ti prepara ad affrontare altre esperienze simili all'estero».  Tornare in Sardegna però, dopo aver vissuto nel Regno Unito o in altre nazioni d'Europa, non è semplice. Anche per le piccole cose: «Manca l'indipendenza, certo. Però si torna a casa cresciuti, con una maturità maggiore che consente di gestire meglio certi aspetti. Poi non so se tornerei a Cardiff, nonostante sia una bellissima città. Forse preferirei una esperienza in una nuova città». Galles e Inghilterra hanno un sistema sanitario completamente diverso rispetto alla Sardegna e a tutta l'Italia: «Lì hanno una maggiore cura per la persona. Dopo ogni esame i pazienti devono dare un giudizio ai medici. E dal punto di vista didattico», conclude Usai, «si dà una grande importanza ai tirocini». (m. r.)

 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 febbraio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
La novità sta creando qualche disagio per gli anziani al laboratorio di analisi
Policlinico, nuove provette per l'analisi delle urine
Sorpresi. Di più: disorientati. E anche un bel po' infastiditi. Tutta colpa delle nuove disposizioni che impongono l'utilizzo delle provette per raccogliere le urine destinate al laboratorio d'analisi del Policlinico. «Nessuno ci aveva avvisati», sostengono alcuni anziani che ieri mattina si sono recati in ospedale per sottoporsi agli esami di laboratorio: prelievi di sangue e analisi delle urine.
«Ci hanno consegnato una provetta dove travasare l'urina dal tradizionale barattolino in un nuova provetta. Insieme alla provetta ci hanno anche consegnato un guanto invitandoci ad andare in bagno e far tutto da soli». Un'operazione semplice per i più giovani, probabilmente complicata per gli anziani.
Spiega Ferdinando Coghe, direttore del Laboratorio dell'Aou. «L'azienda ospedaliero-universitaria in un'ottica di miglioramento della qualità del servizio si è dotata di strumentazione automatica che opera sulle cosiddette provette primarie. In termini pratici si realizzano condizioni di migliore esecuzione dei test che portano a un'elevazione della qualità dei dati che il laboratorio fornisce. Pertanto, anche i campioni di urine devono essere raccolti all'interno di provette facilmente reperibili nel commercio con costi equivalenti ai contenitori classici».
Ieri, e come sta avvenendo da tre settimane, ai pazienti che portano i campioni raccolti nei contenitori classici il personale della sala prelievi ha fornito le provette e le istruzioni su come preparare il campione, mettendo loro a disposizione un ambiente riservato. Non il bagno pubblico, insomma.
«Nel caso di pazienti con particolari difficoltà è il personale della sala prelievi a fornire la necessaria assistenza in loco. Nessun campione viene rifiutato e nessun paziente è costretto a tornare», dice ancora Ferdinando Coghe.
Non tutto sembra essere filato liscio, però, ieri mattina al Policlinico tra tutti quelli che hanno dovuto arrangiarsi da soli.
A. Pi.
 

6 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 febbraio 2017 / Agenda di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
VIALE SANT'IGNAZIO. Il progetto dell'istituto Michelangelo
Universitari in prova: liceali tra scuola e lavoro
Universitari per un giorno. Anzi, per quattro. Comincerà lunedì e andrà avanti fino a venerdì 24 il progetto di Alternanza scuola-lavoro che vede coinvolti il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell'Università di Cagliari e circa 300 studenti delle classi terze e quarte del liceo scientifico Michelangelo di via dei Donoratico. Il progetto, coordinato dalla professoressa Carla Massidda, prevede la simulazione del percorso proposto agli studenti che si iscrivono nei corsi di laurea di Economia e Gestione Aziendale ed Economia e Finanza. Una sorta di prova generale per valutare con attenzione la scelta su quel che gli studenti vorranno fare da grandi. I ragazzi del Michelangelo saranno ospitati in una delle aule di viale Sant'Ignazio e seguiranno la presentazione generale dei corsi di laurea e le lezioni di diciotto materie tra quelle individuate dai docenti. Gli studenti del liceo scientifico Michelangelo, quindi, vivranno un vero e proprio anticipo di esperienza universitaria, seguendo le lezioni e raccogliendo il materiale utile per lo studio delle varie discipline impartite. Un'occasione del tutto speciale per simulare un intero percorso di laurea triennale che tenga conto delle principali discipline di base, in comune tra le due lauree triennali del Dipartimento e di alcune delle discipline che concorrono a diversificare i trienni. Al termine del progetto, saranno coinvolti nell'elaborazione di un video che racconti la loro esperienza da studenti universitari. Un piccolo filmato nel quale riflettere sullo scorcio di vita da universitari offerto dal progetto che dovrebbe garantire loro una scelta più consapevole sulla facoltà che vorranno frequentare.
 

7 - L’UNIONE SARDA di sabato 18 febbraio 2017 / Cronaca Italiana (Pagina 10 - Edizione CA)
ROMA. Licenziamento in 48 ore per chi striscia il badge e poi va a fare shopping
Stop ai furbetti del cartellino
Il governo corregge il decreto per cacciare gli assenteisti
ROMA Via libera da palazzo Chigi al decreto correttivo per rendere possibile il licenziamento lampo dei “furbetti del cartellino”.
SHOPPING La misura era contenuta nella riforma della Pubblica amministrazione a firma Marianna Madia ma era stata stoppata dalla Consulta, che ha imposto di coordinare gli interventi con le Regioni. Corretto il testo, resta la sostanza: chi striscia il badge e poi va via per fare shopping o altro è licenziato. La sospensione scatta già dopo 48 ore, il licenziamento nel giro di un mese. E i controlli per chi spera di farla franca e godersi il weekend lungo saranno serrati: la formula per colpire chi si assenta ingiustificatamente il venerdì o il lunedì sarà comunque affidata ai contratti.
NOVITÀ Due le principali innovazioni. Un maggior termine per esercitare l'azione di risarcimento per i danni di immagine alla Pa provocati dal dipendente infedele. La denuncia al pm e la segnalazione alla Corte dei conti avverrà entro 20 giorni e non più 15 dall'avvio del procedimento disciplinare, per evitare che si accavallino termini e procedure. Lo stesso avverrà nel caso in cui la Corte dei Conti, quando ci sono i presupposti ed entro 150 giorni - non più 120 - dalla conclusione della procedura di licenziamento, potrà procedere per danni di immagine della Pa nei confronti del dipendente licenziato.
DOPPIA STRADA Lo scopo è garantire maggiore certezza e una più netta separazione tra il procedimento disciplinare e il conseguente procedimento per danni di immagine presso la Procura generale della Corte dei conti. Si prevede inoltre l'obbligo di comunicazione dei provvedimenti disciplinari all'Ispettorato per la funzione pubblica entro 20 giorni dall'adozione, per consentire il monitoraggio sull'attuazione della riforma. I dati saranno raccolti per via informatica per controllare puntualmente l'andamento delle sanzioni.
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA

8 - LA NUOVA SARDEGNA.it di sabato 18 febbraio 2017
Cagliari, 300 liceali per una settimana sui banchi dell’università
Nell’ambito del progetto alternanza scuola-lavoro dell’Università, gli studenti delle classi terze e quarte del Michelangelo nelle aule di viale Sant’Ignazio seguiranno lezioni di Economia, Gestione aziendale e Finanza
CAGLIARI. Comincerà lunedì 20 febbraio 2017 e andrà avanti fino a venerdì 24 il progetto di Alternanza Scuola Lavoro che vede coinvolti il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari e circa 300 studenti delle classi terze e quarte del Liceo Scientifico Michelangelo.
Il progetto, coordinato dalla professoressa Carla Massidda, prevede la simulazione del percorso proposto agli studenti che si iscrivono nei corsi di laurea di Economia e Gestione Aziendale ed Economia e Finanza: ospitati in aula A di viale sant’Ignazio, i ragazzi del Michelangelo seguiranno la presentazione generale di questi corsi di laurea e le lezioni di 18 materie, individuate dai docenti.
Gli studenti del Michelangelo, quindi, vivranno un vero e proprio anticipo di esperienza universitaria, seguendo le lezioni e raccogliendo il materiale utile per lo studio delle varie discipline impartite. Più in particolare viene simulato un intero percorso di laurea triennale che tenga conto delle principali discipline di base, in comune tra le due lauree triennali del Dipartimento, e di alcune delle discipline che concorrono a diversificare i trienni. Al termine del progetto, saranno coinvolti nell’elaborazione di un video che racconti la loro esperienza da “studenti universitari”.
 
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 18 febbraio 2017 / Prima pagina
SASSARESI I MEDIATORI PIÙ BRAVI Agli studenti di Giurisprudenza la medaglia d’oro a Milano
Primi in mediazione: l’Università di Sassari, dipartimento di Giurisprudenza, ha conquistato l’oro alla competizione nazionale tra atenei organizzata dalla Camera di commercio di Milano. La squadra (7 studenti) è stata la più brava a risolvere un contenzioso tra due società. Sassari era già salita due volte sul podio. A PAGINA 14

Pagina 14 - Economia
Competizione nazionale tra atenei: la sfida consisteva nel negoziare le controversie tra imprese
MEDIAZIONE, SASSARI VINCE L’ORO
SASSARI Primi in mediazione: l’Università di Sassari, dipartimento di Giurisprudenza, ha conquistato l’oro alla competizione nazionale tra atenei organizzata dalla Camera di commercio di Milano, con la sua azienda speciale Camera Arbitrale, in collaborazione con l'Università Statale di Milano. Sul podio medaglia d'argento per Trento e di bronzo, a pari merito, per l'Università Statale di Milano e per Verona. Premi speciali: Adr Arte all'Università Bocconi e Premio Studio La Scala sul caso in tema di contratti bancari a Modena - Reggio Emilia. Le sfide. Milano Cattolica contro Verona, Milano Statale contro Siena, Milano Bocconi contro Torino, Milano Bicocca contro Sassari, Bergamo contro Roma Luiss, Pavia contro Firenze: sono state queste alcune delle sfide tra studenti di diritto per il titolo italiano di "miglior mediatore". Una gara cresciuta, alla prima edizione le squadre erano 7, quest’anno 24 Sono state 60 le sfide in due giorni, per dimostrare il proprio punto di vista in un caso di mediazione. Da un conflitto tra due società per una gara d'appalto per avere presentato lo stesso progetto, avendo avuto in tempi diversi lo stesso collaboratore, da un contenzioso per la proprietà di un quadro, acquistato dopo che era stato rubato, ad una presentazione riuscita male a causa di un incidente che non ha fatto arrivare i materiali necessari. Con la prospettiva di iniziare nelle università nuovi corsi di mediazione che porteranno alla nuova competizione del prossimo anno. Le squadre. Per ogni incontro di mediazione ciascun ateneo ha schierato una squadra composta da 2 studenti, dei quali uno impersona la parte coinvolta nella controversia e l'altro il suo avvocato. I team si sono sfidati in una serie di procedimenti di mediazione simulate, con lo scopo di dimostrare le capacità dei propri rappresentanti a negoziare le controversie in modo cooperativo ed efficace. Gli incontri, della durata di 85 minuti, si sono svolti davanti ad un mediatore professionista esperto e ad altri due mediatori che hanno operato in veste di valutatori. Sassari trionfa. Nessun dubbio: i più bravi sono stati gli universitari sassaresi. Dopo avere conquistato il podio già altre due volte, ieri hanno vinto l’oro. Ecco i nomi: Mathilde Porcu, Elisabetta Uras, Guido Brandas, Federica Trentadue, Fatima Foccis, Claudio Saba, Ilaria Fiori. Coach Claudia Caria e Corinne Isoni. Presidente la professoressa Maria Antonietta Foddai.


 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 18 febbraio 2017 / Pagina 6 - Sardegna
In aumento gli acquisti sulla piattaforma elettronica. Ma molte aziende ignorano l’opportunità
IL SETTORE PUBBLICO SPENDE 87,5 MILIONI
SASSARI In Italia 2,5 miliardi di euro, in Sardegna 87,5 milioni. È il totale degli acquisti della pubblica amministrazione (Pa) che passa attraverso il Mercato elettronico della pubblica amministrazione, (Mepa). Una cifra cresciuta del 1.434% dal 2008, quando a livello nazionale gli acquisti ammontavano a 172 milioni di euro secondo i dati pubblicati da Consip e rielaborati da Confcommercio. Un mercato immenso per le imprese che vogliono cogliere l'opportunità di allargare l’orizzonte di affari e vendendo sempre di più alla pubblica amministrazione. Un’opportunità che non è stata colta da molte imprese, visto che degli 87,5 milioni di euro ben 34,3 milioni di euro di acquisti vengono fatti fuori dall’isola. La colpa non è tanto delle pubbliche amministrazioni mancanza quanto della mancanza di offerte da parte delle imprese sarde. Di fatto, una fuga di capitali. La ripartizione provinciale ha aspetti preoccupanti: se la provincia di Cagliari vede un valore di acquisti fatti dalle Pa dai fornitori locali per il 51,6% e Nuoro per il 45,4%, le altre province non superano il 40%. Una situazione poco florida soprattutto in confronto con altre realtà nazionali, persino del Mezzogiorno, che riescono ad arrivare a percentuali che superano il 70% di acquisti da imprese locali, come la Puglia e la Campania. I prodotti che si possono offrire sono tantissimi e si può scegliere in quale mercato proporli: locale, regionale o nazionale. Le imprese sarde che operano sul Mepa vendono in gran parte solo alle pubbliche amministrazioni dell’isola con una bassissima percentuale di prodotti venduti all’esterno. In questo parametro la Sardegna è prima, segno che le imprese, malgrado abbiano accettato la sfida , non tentano di vendere oltre Tirreno. In Sardegna le tecnologia della comunicazione dell’informazione valgono quasi 23 milioni di euro e solo il 30% degli acquisti è stato fatto su imprese locali. I beni e i servizi per la Sanità valgono 12 milioni di euro e solo il 13,4% degli acquisti è rimasto nell’isola. «Molta strada è stata percorsa ma molta è da fare. Le imprese devono iscriversi al Mepa e partecipare alle gare – spiega Gian Luca Deriu, il direttore di Confcommercio Nuoro che ha elaborato i dati per l’isola –. Ci sono alcuni casi felici di imprese che seguono questo settore come una vera e propria area di business, con un addetto che aggiorna i cataloghi e risponde alle richieste di offerta. Altri ignorano totalmente l'opportunità. Molti non conoscono la differenza tra iscrizione ed abilitazione e i vari tecnicismi che sottendono al sistema. Per questo motivo, come Confcommercio, seguiamo da vicino le piccole imprese che si presentano nel Mepa assistendole in tutte le fasi del ciclo di offerta e vendita, sino all'emissione della fattura elettronica».
 
 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 18 febbraio 2017 / Pagina 7 - Attualità
Riforma Madia: dopo i rilievi della Consulta il governo vara il decreto di modifica
Nel testo anche il piano di riduzione delle società partecipate: scadenza giugno
I “furbetti del cartellino” licenziati in trenta giorni
di Michele Di Branco
ROMA Via libera ai licenziamenti lampo per i “furbetti del cartellino” sorpresi con le mani nel sacco a timbrare per poi marinare l’ufficio. Il governo, dopo i rilievi della Consulta, ha approvato il decreto che sancisce la riforma modificando in parte anche i meccanismi che dovranno portare a un taglio (da 8 mila a mille) delle società a partecipazione pubblica. Il Cdm ha invece rinviato il decreto sui dirigenti sanitari delle Asl, che sarà esaminato il 23 febbraio assieme alla riforma del Testo Unico sugli statali. Ecco, alla luce delle novità di ieri, come si configurano i licenziamenti e il piano di riduzione delle partecipate. Sospensione furbetti. I dipendenti pubblici colti in flagranza a timbrare il cartellino (anche attraverso videocamere e sistemi di registrazione delle presenze), ma poi assenti dal posto di lavoro saranno sospesi con atto disciplinare motivato nel giro di 48 ore e lasciati subito senza stipendio. Licenziamento. L’allontanamento, disposto dall’amministrazione dopo un’inchiesta cui segue un processo disciplinare, può avvenire nei casi, conclamati nel giro di un mese. In tutte le altre circostanze che meritano approfondimenti più complessi l’atto può concludersi in 4 mesi. Risarcimento danni. Il dipendente licenziato, oltre alla perdita del posto di lavoro, rischia anche di risarcire per “danno di immagine” l’amministrazione con una sanzione pecuniaria non inferiore a sei mesi di stipendio più interessi e spese legali. La denuncia, da parte dell’amministrazione che ha proceduto al licenziamento, deve avvenire entro 20 giorni dall’avvio del procedimento disciplinare. La Corte dei Conti potrà procedere per danni d’immagine entro 150 giorni dalla conclusione della procedura di licenziamento. I provvedimenti disciplinari devono essere comunicati all’Ispettorato entro 20 giorni. Rischio dirigenti. Il dirigente che non attiverà il procedimento disciplinare, che va fatto entro 48 ore, coprendo la frode del proprio collaboratore, potrà a sua volta essere licenziato e incorrere nel reato di omissione in atti di ufficio. Vanno incontro a sanzioni anche eventuali complici che abbiano agevolato la frode. Monitoraggio. I dati sui licenziamenti lampo saranno archiviati in un cervellone informatico ad hoc che consentirà di controllare l’andamento delle sanzioni: richiami, licenziamenti, sospensioni. Il monitoraggio sull’attuazione della riforma servirà a garantirne la piena efficacia. Proroga taglio partecipate. Il governo ha allungato i termini per la presentazione del piano di razionalizzazione dal 23 marzo al 30 giugno. Entro quella data le Regioni dovranno stilare una lista di società delle quali disfarsi. Società da chiudere. Non sono più consentite le società prive di dipendenti e quelle che hanno un numero di lavoratori inferiore a quello degli amministratori. Dovranno essere tagliate quelle che nella media dell’ultimo triennio hanno registrato un fatturato sotto il milione di euro e quelle che non hanno emesso fatture nell’ultimo anno. Stop anche a quelle che svolgono all’interno dello stesso Comune o area vasta doppioni di attività e quelle che negli ultimi 5 anni hanno fatto registrare quattro esercizi in perdita. Fine attività anche per le società che svolgono funzioni non strettamente necessarie ai bisogni della collettività.

 
 

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