UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 14 febbraio 2017

Martedì 14 febbraio 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 febbraio 2017
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di martedì 14 febbraio 2017 / Provincia Gallura (Pagina 44 - Edizione CA)
LA MADDALENA. Tra le proposte fatte dalle Università
Contamination Lab nell'isola e il sogno di rilanciare il Solinas

«Un'iniziativa positiva che ci vede coprotagonisti nel percorso tracciato dalle Università di Sassari, di Cagliari e di Tor Vergata per lavorare alla realizzazione a La Maddalena di un centro di alta formazione per il cinema e l'audiovisivo, con un sogno nel cassetto, quello di riportare qui il Premio Solinas». Negli incontri svoltisi a Sassari, spiega il sindaco Luca Montella, durante la manifestazione "Il Cantiere delle idee", presenti i rettori dei due atenei sardi, studenti e docenti delle tre università hanno presentato idee progettuali per l'individuazione della location nella quale poter realizzare il centro, all'interno del quale sviluppare i percorsi didattico-formativi. Elemento importante è che il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, presente con Gianluca Lioni, portavoce del ministro Franceschini, abbia già messo a disposizione un importo di circa 300 mila euro. Già nel prossimo mese di marzo ci saranno alla La Maddalena dei sopralluoghi, e per i mesi di giugno o luglio la presentazione dei lavori. Per quanto riguarda la location l'attenzione è stata posta soprattutto su ex strutture militari da ristrutturare in tutto o in parte. Tra le idee quella della "Contamination Lab" da parte della Rettore dell'Università di Cagliari, Maria Del Zompo, che ha sostenuto non rappresentare soltanto un percorso formativo ma un nuovo modo di sviluppare progetti innovativi attraverso la collaborazione di laureati in diverse discipline, che creano nuove imprese.
Claudio Ronchi
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 14 febbraio 2017 / Cultura (Pagina 47 - Edizione CA)
Arte
Dalla direzione dei musei Civici di Cagliari a quella del Polo d'Arte moderna e contemporanea di Milano. Per Anna Maria Montaldo, cagliaritana di 62 anni, da ieri è iniziata una nuova importante sfida alla guida dei tre musei civici milanesi: il museo del Novecento, nell'Arengario di piazza Duomo, la Gam-Galleria d'Arte Moderna della Villa Reale e il Mudec-Museo delle Culture, nell'ex Ansaldo.
La Montaldo ha vinto il concorso indetto dal comune di Milano. Da alcune indiscrezioni, la direttrice cagliaritana sarebbe stata scelta da una commissione di alta qualità per le sue esperienze nei musei ma anche per le capacità amministrative. Un successo “per distacco”.
Laureata in Lettere e Filosofia all'Università di Cagliari, è diventata direttrice dei Musei civici nel 1987 ricoprendo anche altri ruoli: componente del consiglio direttivo dell'Associazione nazionale musei locali e istituzionali (Anmli), cultrice di Storia dell'arte contemporanea (nomina ricevuta dal rettore dell'Ateneo di Cagliari), responsabile della posizione organizzativa musei, archivi e biblioteche del comune cagliaritano, docente di museologia all'università di Ferrara e anche in quella di Cagliari. Ha collaborato con la regione Sardegna nella redazione della legge sui musei entrando poi a far parte dell'Osservatorio regionale dei musei.
Matteo Vercelli
 
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 14 febbraio 2017 / Cultura (Pagina 47 - Edizione CA)
STUDIO Lo certifica la ricerca sul genoma mitocondriale degli atenei di Sassari e Pavia
Le donne sarde abitavano l'Isola già diecimila anni fa

La Sardegna era popolata già diecimila anni fa, nel Mesolitico. Ben prima del Neolitico, quando si sviluppò il sistema agro-pastorale. Lo rivela il Dna trasmesso di generazione in generazione dalle donne sarde, che presenta evidenti tracce dell'eredità genetica che risale al periodo di mezzo dell'Età della Pietra. Inoltre l'unicità genetica dei sardi, che a causa dell'isolamento hanno subito meno influenze che altrove, è stato ancora una volta fondamentale per ricostruire la storia del popolamento e dei flussi migratori in Europa in epoca preistorica. Sono i risultati di uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Biology and Evolution (Mbe), condotto da un team internazionale di ricercatori coordinato da Francesco Cucca, professore di Genetica Medica dell'Università di Sassari e direttore dell'Istituto di ricerca Genetica e Biomedica (Irgb) del Cnr e da Antonio Torroni professore di Genetica dell'Università di Pavia.
IL LAVORO Lo studio integra sul versante dell'ereditarietà materna quanto era stato riportato in una precedente ricerca sulla popolazione sarda effettuata per via paterna sul cromosoma “Y” (Science, 2013). Questa ricerca invece si è concentrata sull'analisi del genoma mitocondriale, quello contenuto nei mitocondri, piccoli organelli che sono la centrale energetica della cellula. Tale genoma viene ereditato per via esclusivamente materna e contiene i cambiamenti della sequenza di Dna avvenuti nel tempo. «Abbiamo una sorta di “registro” utile per ricostruire gli avvenimenti del passato», spiega Francesco Cucca. «Questo registro ci dice che l'isolamento plurimillenario ha fatto sì che il Dna dei sardi venisse “diluito” in misura minore dai flussi migratori nelle epoche successive alla preistoria, rispetto a quanto è accaduto nel resto d'Europa».
CONFRONTI I ricercatori hanno analizzato campioni di Dna mitocondriale di 3.491 sardi moderni, rappresentativi di tutte le province dell'Isola, e di 21 sardi preistorici, estratti da alcuni siti archeologici datati da 4 a 6 mila anni fa. «Si tratta della casistica più numerosa fin qui analizzata di sequenze complete di Dna mitocondriale da una singola popolazione», precisa Carlo Sidore dell'Irgb-Cnr.
RISULTATI I dati molecolari sono stati confrontati poi con un database mondiale che contiene più di 50.000 genomi mitocondriali moderni e circa 500 antichi. I risultati hanno confermato l'unicità genetica dei sardi. Anna Olivieri dell'Università di Pavia aggiunge: «Circa l'80 per cento dei genomi mitocondriali moderni risulta appartenere a gruppi di sequenze di Dna, “aplogruppi”, presenti esclusivamente in Sardegna». Gli “aplogruppi” del Dna mitocondriale sono raggruppamenti di mutazioni e rappresentano l'eredità per relazione di parentela matrilineare di tutte le popolazioni umane, le loro origini e i processi migratori.
I SARDI PREISTORICI L'analisi molecolare ha permesso di calcolare da quanto tempo questi “aplogruppi” sono sull'Isola. Sono tutti datati nei periodi post-Nuragico, Nuragico (1.800 - 238 a.C.) e Neolitico (tra il 6.000 e il 2.800 a.C.). È poi emerso un piccolo (3 per cento) ma preziosissimo dato che mostra età chiaramente antecedenti all'arrivo dell'agricoltura nell'Isola. Francesco Cucca osserva: «Rappresenta l'evidenza genetica più chiara fin qui ottenuta di un popolamento della Sardegna durante il Mesolitico, che era finora prevalentemente sostenuto da alcuni ritrovamenti archeologici. Inoltre i due aplogruppi pre-Neolitici, denominati K1a2d e U5b1i1, hanno precursori genetici, rispettivamente nel Vicino Oriente e nell'Europa Occidentale. E questo suggerisce che i primi abitanti della Sardegna provenivano da regioni geografiche differenti». I futuri studi multidisciplinari con genetisti, archeologi e matematici consentiranno di avere un quadro più preciso sulla preistoria e l'eredità genetica dei sardi. Conclude Antonio Torroni, dell'Università di Pavia: «Le nostre analisi apportano un nuovo tassello al mosaico del popolamento dell'Europa, che si sta rivelando sempre più complesso e sfaccettato, specialmente nell'area Mediterranea».
Giampiero Marras
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 14 febbraio 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Vertice in Consiglio regionale «Serve un nuovo sistema di raccolta dei rifiuti animali»
«Bisogna trovare insieme soluzioni strutturali che portino la Regione ad avere un efficiente sistema di raccolta dei sottoprodotti di origine animale», sostiene Daniela Forma, consigliera regionale del Pd che insieme a tutto il gruppo ha presentato una interpellanza al presidente della Regione sulle difficoltà nello smaltimento degli scarti. La scorsa settimana gli operatori della filiera della carne sono stati accolti per la seconda volta in pochi giorni in Consiglio, dove hanno discusso - insieme al direttore generale della Presidenza Alessandro De Martini - le «criticità» dell'ordinanza che dovrebbe aiutare a superare l'emergenza. Nel frattempo qualcuno cerca di superare il divieto di esportazione degli scarti dei maiali, legato alle disposizioni sulla peste suina africana. È il caso della Ecoteam di Macchiareddu, che da mesi cerca di avere le autorizzazioni ministeriali per sterilizzare i resti dei suini e neutralizzare eventuali focolai del virus. Tutto grazie a un macchinario che combina l'azione di microonde, pressione e temperature: il progetto ha ricevuto anche il parere positivo da parte dell'Università di Cagliari. Ma non ha ancora incassato il via libera dal Governo. (m. r.)
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 14 febbraio 2017 / Provincia Sulcis (Pagina 33 - Edizione CA)
CARBONIA. Arriva il progetto di Agris e Università di Sassari
Canapa sativa nelle aree inquinate
Davanti a un'assemblea molto affollata, Agris ha presentato ieri a Carbonia il programma sperimentale di coltivazione della canapa sativa (una specie del genere cannabis) a scopo di fitobonifica. Quello che la società Agris (supportata dalla Regione e dall'Università di Sassari) intende portare avanti è un progetto pilota (ma non per questo limitato) incentrato sulla produzione soprattutto in terreni inquinati, in modo particolare nel Sulcis Iglesiente.
Entro una decina di giorni il bando per le manifestazioni di interesse ma già ieri non sembravano poche le persone interessate. Gli indennizzi (1.500 euro a ettaro l'anno se il terreno è inquinato, e 500 se non inquinato), consta di una sostenibilità economica e ambientale. Tutti temi sollevati dai numerosi interventi dei privati, di chi ha già esperienza nella coltivazione, chiaramente legale, della cannabis e chi invece tutela gli aspetti ambientali.
Il discorso è inevitabilmente scivolato sulle aree inquinate, come quelle dei dintorni di Portovesme in cui si sa che il livello di inquinamento è decisamente elevato ma non sono certi tutti i parametri relativi agli inquinanti. «Questo progetto - ha sottolineato Luca Pizzuto, consigliere regionale - non è certo la soluzione di tutti i mali ma solo un tentativo: resta inteso che nei siti inquinati la vera bonifica la farà chi ha danneggiato il territorio». ( a. s. )
 
 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 14 febbraio 2017 / Provincia Ogliastra (Pagina 42 - Edizione CA)
Guardiano del mare
Martedì prossimo alle 11.30 all'Ipsar di Tortolì si terrà un seminario divulgativo sul progetto Guardiano del mare promosso un anno fa e finanziato dal Fondo europeo per le attività marittime e la pesca 2014-2020. Il seminario è organizzato dal Flag Sardegna orientale, ex Gruppo di azione costiera, in collaborazione con il motopeschereccio Pamy e l'Università di Sassari, dipartimento di Agraria, sezione di Scienze zootecniche, laboratorio di Acquacoltura e gestione delle risorse acquatiche. Si punta a creare figure di supporto al monitoraggio dell'ambiente marino.
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 14 febbraio 2017 / Pagina 20 - Provincia di Oristano
Laconi, studioso coordina un progetto scientifico in Canada
ECCELLENZE ALL’ESTERO, Emanuele Orgiu premiato a Bruxelles
Per lui riconoscimento alla “Young Academy of Europe”
di Ivana Fulghesu
LACONI Da quasi dieci anni ha lasciato la Sardegna e il suo paese, ma rimane sempre in contatto con la sua terra, alla quale riserva il suo impegno e i suoi studi. Il paese del Sarcidano segue con interesse ed orgoglio l'affermarsi, nel campo della ricerca scientifica di un suo giovane. Con un curriculum prestigioso, il suo è un nome che compare sempre più spesso nelle riviste scientifiche internazionali. Emanuele Orgiu, 38 anni, già studente del liceo classico di Laconi, laureato a Cagliari, ha lavorato presso l'Università di Strasburgo dal 2009 al 2016. Ora è professore associato all'Institut National de la Recherche Scientifique di Montreal e lavora presso il Centro “Energie Matériaux Télécommunications”, le cui ricerche sono focalizzate sulla fisica della materia e le relative applicazioni al campo dell'energia, dei materiali e delle telecomunicazioni. «Sto costituendo il mio gruppo di ricerca – racconta – che si occuperà di studi fondamentali sull'abilità di conduzione elettrica di alcuni nuovi semiconduttori, sia a base di plastiche sia a base di materiali bi-dimensionali come il grafene e tanti altri». Nel suo percorso professionale, oltre alla responsabilità di dirigere un importante dipartimento di ricerca, spiccano altri riconoscimenti. Emanuele Orgiu è stato eletto, nel novembre scorso, membro della “Young Academy of Europe”, fondata nel 2012 a Bruxelles, che ha come fine quello di costituire una rete tra i migliori ricercatori europei o che lavorano in Europa. L'ammissione all'Accademia viene concessa annualmente solo a candidati con meno di 40 anni che abbiano una carriera scientifica internazionale, con pubblicazioni di rilievo nei maggiori giornali del proprio dominio di ricerca, e che siano stati coordinatori di un importante progetto europeo. «L'obiettivo generale – spiega il giovane scienziato – è quello di interrogarsi ed agire sulle maggiori istituzioni europee riguardo a temi quali la policy scientifica europea, gli scambi interdisciplinari, la comunicazione della scienza e, non ultimo, l'adozione di politiche scientifiche che favoriscano la presa di coscienza del cosiddetto “unconscious bias”, letteralmente “giudizio inconsapevole”, pregiudizio. Purtroppo l'uso di pregiudizio e discriminazione sono prodotti inevitabili quanto indesiderati che fanno parte della maniera in cui la mente umana si approccia alla conoscenza. La promozione della diversità a tutti suoi livelli è sicuramente uno strumento che può aiutare a combattere questo pesante aspetto che mina anche la comunità scientifica più alta che, come tutte le altre comunità, è formata da esseri umani».


 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 14 febbraio 2017 / Prima pagina
E in Ogliastra la Regione promuove gli itinerari dei centenari
ANCORA VIVO IL DNA DEI NURAGICI
I sardi hanno popolato l’isola già 8mila anni fa e la loro “stirpe” genetica, si è modificata assumendo una forma unica, che esiste solo in Sardegna e che oggi è rintracciabile nel Dna dei sardi moderni. È il risultato di una ricerca guidata dall’Università di Sassari. E intanto in Ogliastra la Regione promuove gli itinerari dei centenari  GRIMALDI E MERLINI PAG. 7
 
Pagina 7 - Sardegna
Lo studio dal team internazionale di Genetica è guidato da Francesco Cucca dell’università di Sassari
Analizzato il Dna mitocondriale di 3.491 sardi moderni e confrontato con quello di 21 preistorici
IL DNA DEI SARDI È UNICO IN EUROPA È lo stesso dei loro avi nuragici
di Gabriella Grimaldi
SASSARI I sardi hanno popolato l’isola già 8mila anni fa dopo le migrazioni dall’Oriente (Anatolia, Giordania, Israele) e dall’Occidente (Penisola Iberica). E la loro “stirpe” genetica, il loro corredo cromosomico tramandato per linea materna, si è modificato in tutti questi anni assumendo una forma unica, che esiste solo in Sardegna e che oggi è rintracciabile nel Dna dei sardi moderni. Ecco perché, attraverso il confronto tra il corredo genetico degli uomini di oggi e di quelli preistorici, è possibile ricostruire la storia delle popolazioni europee e dei loro spostamenti attraverso il continente. È il contenuto della ricerca curata dal team internazionale guidato da Francesco Cucca, professore di Genetica medica all’università di Sassari e direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr che ha messo in luce nuovi dettagli sull’origine genetica della popolazione sarda, ma anche sulle migrazioni preistoriche che hanno coinvolto l’intera Europa. Lo studio è stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Molecular Biology and Evolution (Mbe). La ricerca si è focalizzata sull’analisi della sequenza completa del genoma contenuto in piccoli organelli della cellula chiamati mitocondri. Tale genoma, denominato appunto mitocondriale, viene ereditato per via esclusivamente materna e contiene un registro dei cambiamenti della sequenza di Dna avvenuti nel tempo che risulta estremamente utile per ricostruire avvenimenti della preistoria. Lo studio integra sul versante dell’ereditarietà materna quanto era stato riportato in una precedente ricerca sulla popolazione sarda effettuata per via paterna sul cromosoma “Y” . «Abbiamo analizzato campioni di Dna mitocondriale di 3.491 sardi moderni, rappresentativi di tutte le province dell’isola - spiega Francesco Cucca -, e di 21 sardi preistorici, estratti da siti archeologici datati da 4 a 6 mila anni fa. I dati molecolari ottenuti sono stati confrontati con un database mondiale di più di 50mila genomi mitocondriali moderni e circa 500 antichi, con l’obiettivo di chiarire l’origine dei sardi. I risultati hanno confermato l’unicità genetica di questa popolazione». L’analisi molecolare ha anche permesso di calcolare da quanto tempo questi gruppi di persone sono presenti nell’isola ed è risultato che la loro presenza risale al Nuragico e al Neolitico con una quota piccola (circa il 3 per cento), ma secondo i ricercatori significativa, che mostra età chiaramente antecedenti all’arrivo dell’agricoltura nell’isola, circa 7.800 anni fa. «Questi nuovi dati gettano luce sull’origine dei primi sardi e sulla provenienza genetica ancestrale degli Europei in generale. La nostra analisi rivela che ci sono state migrazioni verso la Sardegna, sia da Oriente che da Occidente, che hanno interessato l’Europa Mediterranea a partire dal periodo post-glaciale e prima dell’avvento del Neolitico» aggiunge Anna Olivieri, ricercatrice dell’università di Pavia che assieme a Cucca ha messo a punto lo studio. «Questa osservazione rappresenta l’evidenza genetica più chiara fin qui ottenuta di un popolamento della Sardegna durante il Mesolitico, che era finora prevalentemente sostenuto da alcuni ritrovamenti archeologici», dice Francesco Cucca. Quindi ciò che era stato osservato dagli archeologi adesso viene certificato dai genetisti. Inoltre i due gruppi pre-Neolitici, denominati nella ricerca K1a2d e U5b1i1, hanno precursori genetici, rispettivamente nel Vicino Oriente e nell’Europa Occidentale. «Questo suggerisce che i primi abitanti della Sardegna provenivano da regioni geografiche differenti» aggiunge Cucca. Scoperte importanti che saranno integrate con lo studio di moltissimi altri Dna di contemporanei ma soprattutto di Dna antichissimi. «Le nostre analisi apportano adesso un nuovo tassello al mosaico del popolamento dell’Europa, che si sta rivelando sempre più complesso e sfaccettato, specialmente nell’area Mediterranea» conclude Antonio Torroni, ricercatore dell’università di Pavia.


 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 14 febbraio 2017 / Pagina 22 - Agenda
CONVEGNO
Grazia Deledda e la sua inquietudine metafisica
SASSARI «Grazia Deledda, un’inquietudine metafisica» è il titolo del convegno in programma domani alle ore 18 nell’auditorium provinciale dell’ex convento del Carmelo. Organizza il Centro culturale di Sassari che si fa promotore di un incontro sull’opera deleddiana «allo scopo – annunciano gli organizzatori in una nota – di recuperare una delle pagine più importanti della storia culturale del Novecento». «L’evento – dicono ancora i portavoce del Centro culturale – è il primo della rassegna “Pulchrum splendor veri”, una serie di convegni in ambito artistico-letterario che il Centro Culturale intende organizzare per coinvolgere la cittadinanza attraverso momenti aperti anche ai non esperti». «Grazia Deledda, un’inquietudine metafisica» vedrà come relatori Duilio Caocci, ricercatore e docente di Letteratura italiana all’Università di Cagliari; e Salvatore Bulla, dottorando di ricerca in Lingue, letterature e culture moderne e contemporanee all’Università di Sassari. Attraverso la lettura di brani tratti dalle sue opere, accompagnata da intermezzi musicali e immagini, il convegno avrà come scopo quello di illustrare la grandezza dell’arte della scrittrice nuorese premio Nobel, in concomitanza con la fine dell’anno in cui si sono celebrati gli ottant’anni dalla morte e i novant’anni dalla consegna del premio da parte dell’Accademia Svedese. «L’inquietudine antropologico-religiosa della Deledda – spiegano gli organizzatori del convegno di domani – farà da sfondo alla ripresa dei classici temi della colpa e della espiazione, nonché ai rapporti dei suoi testi con le sacre scritture in continuità col travaglio morale caratteristico della sua scrittura».


 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 14 febbraio 2017 / Pagina 14 - Economia
Positivo incontro governo-sindacati sulle regole dell’amministrazione statale
RIFORMA PUBBLICO IMPIEGO Il contratto frena l’intesa
Cgil, Cisl e Uil chiedono di rivedere anche il meccanismo delle fasce di merito
di Michele di Branco
ROMA Gelo governo-sindacati sulla definizione del nuovo Testo Unico del pubblico impiego, destinato a riscrivere gran parte delle regole di funzionamento dell’amministrazione statale. Nel corso del lungo vertice di ieri a Palazzo Vidoni le parti sociali hanno messo sul tavolo delle trattative alcune questioni giudicate fondamentali per la chiusura dell’accordo ma l’esecutivo, rappresentato dagli uomini del ministro della Pubblica amministrazione, Madia, hanno preso tempo riservandosi ulteriori approfondimenti. In particolare i sindacati, forti dell’accordo quadro sottoscritto con Palazzo Chigi il 30 novembre scorso, chiedono un riequilibrio a favore della contrattazione tra legge e contratto in tutti i settori, compresa la scuola. La preoccupazione di Cgil, Cisl e Uil nasce dal fatto che, nell’accordo raggiunto due mesi e mezzo fa, il governo si era impegnato alla definizione di un intervento legislativo volto a promuovere il riequilibrio a favore della contrattazione ma nell’ultima bozza si legge che “eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto possono essere derogate, salvo che le disposizioni medesime non stabiliscano espressamente la propria inderogabilità, da successivi contratti o accordi collettivi nazionali e, per la parte derogata, non sono ulteriormente applicabili”. Una formulazione considerata ambigua dai sindacati. I rappresentanti dei 3,4 milioni di statali chiedono poi di restituire alla contrattazione materie finora “riserva di legge” come mobilità, inquadramento, organizzazione e flessibilità. Un punto delicato quest’ultimo visto che il governo vuole introdurre alcune norme del jobs act nel pubblico impiego (pur avendo da tempo escluso di voler toccare l’articolo 18) ma Cgil, Cisl e Uil chiedono che siano congrue alla Pa e non una pedissequa applicazione, in particolare per i lavoratori a tempo determinato. I sindacati chiedono inoltre di liberare da ogni vincolo la contrattazione di secondo livello, con il superamento del meccanismo delle fasce di merito imposto dalla legge Brunetta. E modifiche importanti vengono chieste anche sulle sanzioni e sui licenziamenti, ritenuti “eccessivi” dai rappresentanti dei lavoratori. Inoltre, i sindacati pretendono che il governo rispetti la premessa dell’accordo di fine 2016 che sancisce una partecipazione attiva dei lavoratori pubblici. Occorre ricordare che un’intesa tra la parti sul Testo Unico è indispensabile per procedere con il rinnovo dei contratti 2016-2018, fermi da oltre 7 anni, per i quali è previsto un aumento medio di 85 euro lordi al mese. Il decretone sul pubblico impiego è fondamentale per stabilire le nuove regole sul pubblico impiego e il tempo stringe. La delega è vicina alla scadenza e il Testo Unico si presume venga presentato in Consiglio dei ministri venerdì prossimo, insieme ai tre decreti della riforma Madia che devono essere ripresentati con correttivi, dopo la sentenza della Consulta che ha chiesto l’intesa con le Regioni: quello sul taglio delle società partecipate, sui “furbetti del cartellino” e sulla riforma della dirigenza sanitaria, che però è in bilico. «Non esiste una riforma della Pubblica amministrazione positiva se non vengono coinvolti le lavoratrici e i lavoratori come nel privato" ha spiegato il segretario confederale Cgil Franco Martini.
 
 

11 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 14 febbraio 2017 / Pagina 20 - Ed. Sassari
Accordo tra l’Università e i rossoblù per l’utilizzo dell’impianto di San Giovanni
In cambio del favore gli studenti avranno uno sconto per entrare allo stadio
L’ateneo tifa per la Torres e le offre il campo del Cus
SASSARI La Torres trova casa all’Università. La società rossoblù cercava un campo di calcio per gli allenamenti e l’ateneo turritano - attraverso il Cus-Centro universitario sportivo - le ha teso una mano. Alla società sportiva è stata offerta la possibilità di utilizzare il campo in erba di San Giovanni per l’allenamento del giovedì in vista dell’incontro ufficiale del fine settimana, quando la Torres disputa la partita in casa allo stadio Vanni Sanna. L’accordo è stato siglato i giorni scorsi e prevede che gli studenti dell’Università d possano acquistare i biglietti per assistere alle partite dei rossoblù ad un prezzo agevolato. «L'Università di Sassari è presente e pienamente partecipe della realtà che la circonda - dichiara il delegato del rettore allo Sport, Salvo Mura - con quest'iniziativa vogliamo dare al territorio un segnale di disponibilità, apertura e solidarietà». «Come da intenti già manifestati e comprovati dai rapporti che legano il Cus Sassari ad alcune fra le più importanti realtà del territorio, come la Dinamo e il Latte Dolce calcio, ribadisco che uno dei nostri obiettivi è quello di far da sponda e da sostegno al nostro territorio con un atteggiamento di dialogo e massima apertura verso l’esterno - spiega il presidente del Cus Sassari Nicola Giordanelli -. Per questo, compatibilmente con lo svolgersi delle attività universitarie e federali, che sono e restano chiaramente priorità del Centro Sportivo Universitario sassarese, in un momento di difficoltà della Torres, impegnata nella corsa alla conferma della categoria nel campionato di serie D di calcio, abbiamo teso una mano alla società rossoblù, per far sì che ancora una volta, come da auspicio, possa essere lo sport a vincere».
 
 

12 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 14 febbraio 2017 / Pagina 20 - Ed. Sassari
UNIVERSITÀ
Luigi Garofalo ospite dell’ateneo
Nel quadro delle attività del Laboratorio di Diritto e Letteratura del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Universita' di Sassari, in collaborazione con la cattedra di Istituzioni di diritto romano, oggi alle 10.30 -Aula Segni del Centro didattico del Dipartimento di Giurisprudenza Luigi Garofalo, professore ordinario di Diritto romano nell’Università di Padova, terrà una conferenza sul tema: “Processo a San Paolo”. La conferenza sarà preceduta dagli interventi degli organizzatori dell'evento, Rosanna Ortu e Luigi Nonne del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Universita' di Sassari, e dall'intervento introduttivo di Attilio Mastino, già Rettore dell'Università di Sassari.
 
 
 

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