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Mercoledì 1 febbraio 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 febbraio 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Economia (Pagina 10 - Edizione CA)
Neeot e Bxtar, nate a Cagliari, selezionate nel progetto Google-Luiss per nuove imprese
DALL’UNIVERSITÀ ALLA STARTUP:
DUE IDEE VINCENTI IN CAMPO
Hanno puntato sulla ricerca e sulle idee innovative. Bxtar e Neeot, due startup sarde nate e cresciute nell’ambito del Contamination Lab dell’Università di Cagliari, sono così riuscite ad accedere a una selezione che permetterà loro di partecipare al programma di pre-accelerazione Android Factory 4.0, coordinato da Google e Luiss Enlabs.
Bxtar, che ha preso parte alla terza edizione del Clab, ha realizzato un sistema integrato di luci e sensori, con accelerometro e app dedicata, mirato a ottimizzare la sicurezza nelle strade e a migliorare la visibilità dei ciclisti, soprattutto in situazioni di scarse condizioni di luce ambientale. Neeot, che ha partecipato alla quarta edizione, ha creato un metodo per la raccolta e l’analisi in tempo reale dei dati provenienti dai sensori disposti lungo un’area di interesse.
Il sistema consente di attivare una rete di comunicazione basata sull’Internet delle cose (IoT), fondata su un’infrastruttura minima che permette un’ampia copertura e bassi consumi superando i limiti delle tecnologie tradizionali.
A guidare le due startup nel percorso all’interno del CLab sono state le docenti Annalisa Bonfiglio (pro rettore Innovazione) e Maria Chiara Di Guardo (responsabile scientifico CLab UniCa e direttore del Centro servizi per innovazione e imprenditorialità d’ateneo).
Come chiarito in una nota dell’Università, il team di Bxtar è composto da Simone Scalas (matematica), Alberto Unali (ingegneria elettrica ed elettronica), Mirko Podda (economia gestionale) e Michela Mari (giurisprudenza). Di Neeot, invece, fanno parte Nicola Aldo Cabras (economia e gestione aziendale), Chiara Cocco (dottoranda ingegneria civile e architettura), Renato Caboni (master in Embedded sistem for internet of things) e Federico Corona (informatica).
Intanto, la finale regionale della quarta edizione del Contamination Lab dell’Università di Cagliari si terrà a Cagliari venerdì 24 febbraio, dalle 15, al Teatro Massimo, grazie alla collaborazione di Sardegna Teatro. L’evento sarà l’occasione per confrontare varie idee imprenditoriali innovative elaborate da studenti e neolaureati, ma faciliterà anche l’incontro con potenziali investitori, imprenditori, esperti e operatori finanziari.
La manifestazione sarà moderata da Alessandro Fusacchia, ex capo di gabinetto del ministero dell’Università, mentre la giuria che dovrà valutare i progetti sarà composta da investitori, giornalisti specializzati, operatori del mondo della finanza e rappresentanti di imprese multinazionali.
 Eleonora Bullegas
 
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Economia (Pagina 10 - Edizione CA)
Finanziaria 2017
MANOVRA: LE RICHIESTE DEGLI ATENEI
«Investite sull’istruzione dei giovani»: è il senso dell’appello che il rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, ha rivolto ieri durante l’audizione nella commissione Bilancio del Consiglio regionale, sui contenuti della manovra finanziaria per il 2017. Analoga richiesta è stata avanzata dal prorettore dell’Università di Sassari, Luca Deidda.
Del Zompo ha illustrato al parlamentino presieduto da Franco Sabatini (Pd) le difficoltà in cui operano gli atenei isolani, penalizzati dall’adozione, a partire dal 2014, del «costo standard unitario di formazione per studente in corso», per la ripartizione di una quota sempre più ampia del finanziamento ordinario erogato annualmente dal ministero dell’Istruzione. «Gli indicatori - ha spiegato - non tengono conto del contesto in cui operiamo e del gap creato dall’insularità». Nonostante i tagli, ha aggiunto il rettore, nell’ultimo triennio Cagliari ha registrato un incremento degli immatricolati. Inoltre, nelle classifiche di Almalaurea, risulta il miglior ateneo del Sud per il rapporto tra laureati occupati e disoccupati a cinque anni dalla laurea.
Il pro rettore Deidda ha ribadito in larga misura le considerazioni della professoressa Del Zompo, confermando l’insostituibilità dell’intervento regionale per garantire il funzionamento delle due università. La Regione, secondo i due atenei, dovrebbe incrementare di almeno 3 milioni gli stanziamenti in bilancio (attualmente 22) sulla legge per gli atenei, di un milione i fondi per la ricerca, di 2,2 milioni i fondi per l’edilizia universitaria. Chiesto anche il ripristino delle somme del 2016 per il programma dei visiting professor .
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
POLICLINICO. Puxeddu: fumo, alcol e sesso fattori di rischio dei carcinomi al cavo del orale
I TUMORI ORA SI COMBATTONO IN 3D
Tecnica innovativa sviluppata dall’équipe della Clinica otorino
Vanno a caccia di tumori al cavo orale sfruttando la luce. Per poi sconfiggerli con la tecnologia tridimensionale e il laser. E come gli investigatori che abbiamo conosciuto nei film polizieschi, l’équipe della Clinica otorino del Policlinico universitario Duilio Casula, guidata da Roberto Puxeddu, utilizza particolari mix di raggi (un fascio blu simile al più conosciuto luminol impiegato dalla polizia scientifica) per individuare lo sviluppo del cancro quando è ancora in una fase precoce. Un metodo innovativo, tra i primi al mondo, che consente di riconoscere il carcinoma in maniera non invasiva.
LA NOVITÀ Nella sala operatoria immersa in una rilassante luce blu, al primo piano del policlinico, infermieri e medici preparano ferri e attrezzi. La paziente scherza col rianimatore. Per poco, i farmaci hanno un effetto pressoché immediato.
Ma in cosa consiste la tecnica sviluppata dalla Clinica otorino del Policlinico? «Abbiamo messo a punto una nuova metodica per la diagnosi precoce di questi tumori con l’impiego di sistemi che evidenziano le alterazioni vascolari, tipiche dei tumori maligni anche di piccole dimensioni, grazie a sistemi di ingrandimento fino a 60 volte che vengono posti a contatto con la lesione stessa, l’abbiamo chiamata Ece (Enhanced contact endoscopy)», spiega professor Puxeddu. «Questa metodica con sistemi di visione ad alta risoluzione e in 3D permette di eseguire biopsie mirate e di definire con precisione la natura e le dimensioni superficiali del tumore con una sensibilità e specificità superiori al 90 %».
 L’INTERVENTO La parola d’ordine è velocità. «Alla diagnosi segue, quando le condizioni del paziente lo permettono, una chirurgia che è divenuta estremamente funzionale grazie all’impiego di autotrapianti vitali e una ricostruzione che ricalca quanto più possibile la complessa anatomia della bocca e della faringe e che per la mandibola può essere pianificata con l’aiuto di stampanti 3D». Per mettere in pratica gli interventi è necessaria un’organizzazione perfetta. Tradotto un gruppo affiatato e preparato composto di otorini, odontoiatri, chirurghi plastici, oncologi e anatomopatologi coadiuvato dai logopedisti, fisioterapisti e psichiatri.
 I NUMERI «I tumori del cavo orale e della orofaringe sono più frequenti di quanto si pensa, soprattutto nel sesso maschile», spiega Roberto Puxeddu. «Rappresentano il 5 - 10 % dei tumori maligni negli uomini e il 2 - 4 % nelle donne. Le aree più colpite sono il labbro inferiore, la lingua e il pavimento orale nella bocca e la tonsilla palatina e la base della lingua».
 FUMO E SESSO Ma quali sono i fattori di rischio, come si sviluppa il cancro e chi colpisce? «I carcinomi al cavo orale colpiscono più frequentemente i fumatori, nei quali le probabilità che si sviluppi un tumore maligno delle vie aero-digestive superiori nei fumatori è da 5 a 10 volte superiore rispetto ai non fumatori, rischio che cala vertiginosamente dieci anni dopo la cessazione del fumo», afferma il direttore della Clinica. «A questo fattore spesso si aggiunge il consumo elevato di bevande alcoliche, sostanzialmente la quantità di etanolo assunta a prescindere dal tipo di bevanda». In quest’ultimo periodo, con l’arrivo di immigrati pachistani e indiani, sono stati registrato dei carcinomi causati dalla masticazione di Betel, un eccitante simile al tabacco.
Ma il campanello d’allarme suona soprattutto per i più giovani. «Stiamo riscontrando un aumento dei tumori negli uomini a causa del Papilloma virus», precisa Puxeddu. «La trasmissione avviene attraverso i rapporti orali non protetti con donne che hanno contratto l’Hpv». Famoso il caso dell’attore Michael Douglas.
 LA PREVENZIONE Per evitare i tumori al cavo orale, i medici consigliano di smettere di fumare, evitare gli alcolici, seguire una dieta ricca di frutta e verdura, curare l’igiene orale e utilizzare il preservativo durante i rapporti sessuali. «È fondamentale la vaccinazione contro il Papilloma virus anche nei giovani maschi adolescenti», conclude Roberto Puxeddu.
 Andrea Artizzu
 

 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Mafia tra passato e futuro
Si parlerà della mafia tra passato e presente questo pomeriggio a partire dalle 16 nell’aula “Boscolo” della cittadella universitaria. Nino Di Matteo, magistrato palermitano e autore del libro “Collusi”, presenta la sua opera in un incontro-dibattito con gli studenti.


 

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
VIA ROMA. Scoppia la polemica sull’ipotesi dell’assessora Firino di vendere l’edificio per fare cassa
«VENDERE LA CASA DELLO STUDENTE SAREBBE UN GROSSO SBAGLIO»
«Vendere la casa dello studente per fare cassa sarebbe un grande sbaglio»: la risposta del consigliere regionale Piero Comandini (Pd) all’ipotesi avanzata dall’assessora alla Pubblica Istruzione Claudia Firino di vendere lo stabile di via Roma non si è fatta attendere.
LE REAZIONI «Dopo l’approvazione della Legge finanziaria affronterò con decisione l’argomento», ha detto l’esponente della Giunta Pigliaru due giorni fa.
«L’Università di Cagliari merita sicuramente di più, i nostri ragazzi meritano maggiori servizi e maggiori opportunità. Circa il cinquanta per cento degli iscritti risulta essere fuori sede e l’Ersu, seppur tra le tante difficoltà, mette a disposizione circa mille alloggi, una parte dei quali è riservata agli studenti con disabilità. Davanti a questi numeri dobbiamo e possiamo solo ragionare in termini di potenziamento dei servizi. È di fondamentale importanza poter garantire un congruo numero di alloggi per gli studenti fuori sede, e lo diventa ancora di più se si considera che la maggior parte di essi proviene da famiglie monoreddito», continua ancora Comandini.
L’idea dell’assessora ha suscitato anche l’intervento del consigliere comunale dei Progressisti Matteo Massa: «Cagliari è una città universitaria. Non un posto in meno ma spazi in più per i nostri studenti. La nostra città è vissuta quotidianamente da 13 mila giovani concittadini, uomini e donne fondamentali nelle strategie di crescita sociale. Sono necessari gli interventi di riqualificazione e la riapertura delle case dello studente attualmente inagibili».
IL PRESIDENTE All’annuncio di Firino anche Antonio Luca Funedda, presidente dell’Ersu, si era detto subito contrario: «Qualsiasi decisione va discussa in un tavolo che finora non è stato mai aperto. L’unica alternativa alla ristrutturazione è la permuta. La vendita è inconcepibile, lo ha ribadito anche il cda. A dicembre abbiamo avuto un incontro col presidente Francesco Pigliaru e abbiamo riscontrato un interessamento alla soluzione del problema. Nessuna firma alla cieca».
 L’EDIFICIO La casa dello studente è ospitata in una porzione del Palazzo Vivanet che ospitava 144 ragazzi fuori sede. Nonostante siano stati spesi centinaia di migliaia di euro, l’edificio da quattro anni è vuoto.
 
 

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Provincia di Oristano (Pagina 29 - Edizione CA)
ORISTANO. I CORSI SONO SALVI
La Provincia: sfratto sospeso per l’Università
L’Università di Oristano non chiuderà per un canone non pagato. Lo aveva assicurato l’amministratore straordinario della Provincia Massimo Torrente, che ieri ha formalizzato la sospensione del procedimento legale intrapreso con un proprio decreto.
«Una promessa che il commissario ha voluto onorare in tempi brevi e in maniera unilaterale» si legge in una nota, «vista la presa di posizione non collaborativa tenuta dal presidente del Consorzio Uno. Le interlocuzioni e le sollecitazioni avanzate dall’amministratore straordinario in questi ultimi giorni, hanno consentito di ottenere un impegno della Regione di sostegno al Consorzio Uno per la stipula di un regolare contratto di locazione, fatto che garantirà, allo stesso tempo, sia il prosieguo dell’attività dell’Università di Oristano che gli obblighi contabili dell’Ente provinciale».
La posizione del commissario era stata ribadita più volte nei giorni successivi alla provocatoria diffida inviata al Consorzio Uno dall’ufficio legale dell’Ente e chiarita anche in occasione dell’assemblea pubblica davanti a professori e studenti.
«La Provincia di Oristano, è bene ricordarlo, si è trovata a dover risolvere un problema molto delicato, di natura giuridico, amministrativo e contabile, legato ai vincoli sempre più restrittivi delle leggi nazionali sulle partecipate pubbliche. Nessun cambio di rotta, dunque, da parte della Provincia, che ha sempre operato a favore dell’Università, dall’istituzione sino a oggi, unico tra i soci pubblici e privati a sostenerla concretamente».
 
 

7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Venerdì il ricordo della celebre psichiatra cagliaritana
«COSÌ NEREIDE RUDAS APPROFONDÌ GRAMSCI»
Una serata dedicata a Nereide Rudas. Sarà Antonello Angioni, direttore dell’Istituto Gramsci e organizzatore dell’incontro, a ricordare la psichiatra recentemente scomparsa dopodomani (inizio ore 17.30) a Cagliari nella sede della fondazione Enrico Berlinguer, in via Emilia 39. All’iniziativa hanno già dato la loro adesione la prefetta di Cagliari Giuliana Perrotta, l’assessore regionale della Cultura Claudia Firino, il professor Bernardo Carpiniello in rappresentanza del rettore dell’Università di Cagliari e rappresentanti della giunta comunale. L’incontro sarà coordinato da Sabrina Perra.
Nel 1990 la Rudas è stata tra i fondatori dell’istituto Gramsci. Profonda conoscitrice del pensiero e dell’opera dell’intellettuale sardo, ha contribuito, dal suo particolare angolo visuale, al recente dibattito su Gramsci dimostrando sempre capacità critiche e trasparenza etica. «Una persona libera, nella dimensione più autentica della libertà che è quella del pensiero - ha scritto Antonello Angioni - la sua improvvisa scomparsa ha lasciato in tanti un vuoto incolmabile e un senso di smarrimento. Ci vorrà tempo, molto tempo, per cicatrizzare la ferita. Con i pazienti era in grado di stabilire un rapporto quasi sentimentale che spesso andava oltre la malattia e scendeva nel particolare intimo, negli specifici motivi della sofferenza: il suo operato nell’ambito della psichiatria era riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale».
È stata la prima donna a dirigere una clinica psichiatrica in Italia. Ha rappresentato gli psichiatri italiani a Lisbona, Mosca, Manila e Pechino e l’Europa al nono congresso mondiale di psichiatria (1993) a Rio de Janeiro. La sua ampia produzione scientifica comprende circa 400 pubblicazioni.
 
 

8 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
CONFERENZA
Domani (alle 17) il rettore emerito dell’Università di Sassari, Attilio Mastino, terrà una conferenza dal titolo “La guerra di Hampsicora e Hostus: mito o realtà?”. L’organizzazione è a cura degli Amici del libro. La serata avrà luogo sala settecentesca della biblioteca universitaria (via Università 32).
 
 

9 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
RICONOSCIMENTO L’università di Parma incorona la Smith. «È per me un grande onore»
Una laurea ad honorem, per Patti, la Sacerdotessa
La ricordiamo emozionatissima alla cerimonia di consegna del Premio Nobel per la letteratura, a dicembre a Stoccolma, dove fece le veci del suo amico e sodale Bob Dylan, ufficialmente «occupato in precedenti impegni». Un’emozione che Patti Smith rivivrà nella tre giorni che dal 3 al 5 maggio la porterà da protagonista a Parma per il conferimento della laurea honoris causa in “Lettere Classiche e Moderne”, assegnatale dal nuovissimo Dipartimento di discipline umanistiche, sociali e delle imprese culturali dell’Università di Parma e primo titolo attribuito da un ateneo europeo all’artista per i suoi meriti letterari. Un primato, che rappresenta il coronamento del sogno di una vita per la Sacerdotessa, che il 3 maggio terrà la lectio magistralis all’Auditorium Paganini (sul sito dell’ateneo si stanno predisponendo i moduli per la partecipazione del pubblico), il 4 si esibirà in concerto al Teatro Regio assieme ai figli Jesse e Jackson e al chitarrista Tony Shanahan (prevendite aperte oggi sul sito www.teatroregioparma.org), e il 5 saluterà la città presenziando alla sua mostra fotografica, “Higher Learning”, in esposizione dall’8 aprile al 16 luglio nelle sale del Palazzo del Governatore.
«Da giovane sognavo di frequentare una grande università ed è un onore ricevere la laurea honoris causa dall’Università di Parma, una delle più antiche e prestigiose d’Europa. Ho sempre creduto nell’importanza dell’istruzione e ottenere un riconoscimento da parte di questa eminente istituzione è sia motivo di imbarazzo sia di stimolo», ha commentato Patti Smith, accogliendo con entusiasmo l’iniziativa propostale in collaborazione dall’ateneo e dal comune di Parma.
Celebre icona del rock, conosciuta prevalentemente per la sua attività di musicista - di fatto iniziata tra la fine dei ’60 e i primi ’70 proprio tramite il rituale dei reading poetici - Patti Smith ha da sempre coltivato l’amore per la letteratura e le arti visive in un significativo percorso personale e professionale, la cui portata e complessità si riflette appieno nella serie di eventi che ruotano attorno al conferimento della laurea ad honorem, nonché nelle motivazioni scientifico-accademiche alla base del riconoscimento. «Durante la cerimonia vorremmo celebrare Patti Smith come lettrice», sottolinea Diego Saglia, direttore del Dipartimento di discipline umanistiche, sociali e delle imprese culturali dell’Università di Parma, «e celebrare l’internazionalità delle sue frequentazioni letterarie e culturali, che si estendono da William Blake ai poeti della beat generation, che frequentò, ai simbolisti francesi, via via fino a Pasolini e Roberto Bolaño. Questi pochi tratti delineano l’ampiezza e l’importanza della sua esperienza di lettrice, studiosa e divulgatrice».
E poi c’è la scrittura: una nutrita serie di poesie e romanzi, con cui la Sacerdotessa «ha sviluppato un linguaggio personale e assolutamente inedito, ma al contempo nutrito di infiltrazioni poetiche, che spaziano fra le tradizioni più disparate», ricorda Saglia come i meravigliosi “Just Kids”, “I tessitori di sogni” e “M Train”. Proprio a quest’ultimo si ispira la mostra fotografica della Smith, “Higher Learning”, rivisitazione, pensata per Parma, di quella attualmente esposta a Stoccolma col titolo “Eighteen Stations”. Un unicum che l’artista ha voluto regalare alla città e che comprenderà più dei 104 scatti in bianco e nero di Stoccolma e sarà corredata da un angolo speciale, in cui i visitatori potranno visionare una serie di libri e video selezionati dall’artista. In concomitanza con la personale di Patti Smith, infine, il Palazzo del Governatore ospiterà una mostra sulla scena newyorchese degli anni a cavallo tra i ’60 e i ’70 che tanto hanno inciso sulla scena mondiale e sull’esperienza personale della Sacerdotessa.
 Cinzia Meroni
 
 

10 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Provincia di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Studenti premiati
Venerdì alle 17, a Casa Frau, si terrà la cerimonia di premiazione della 12esima edizione della borsa di studio intitolata a Giacomo Pisu. Verranno consegnati i premi ai giovani laureati che hanno raccontato il territorio di Pula nelle loro tesi di laurea.
 
 

11 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Economia (Pagina 10 - Edizione CA)
E nell’Isola è molto più alta. Va meglio invece per gli ultracinquantenni
GIOVANI, IL LAVORO NON C’È
La disoccupazione sotto i 24 anni risale al 40,1%
Il lavoro è sempre più una chimera e a farne le spese sono soprattutto le nuove generazioni, ancora una volta le grandi escluse dal mercato. L’ultimo bollettino Istat, riferito a dicembre del 2016, dice che il nostro non è un Paese per giovani: se il tasso di disoccupazione generale è rimasto stabile, attestandosi al 12% (in crescita però dello 0,4% rispetto a dicembre 2015), la disoccupazione giovanile risale oltre la soglia del 40%: precisamente tocca il 40,1, con un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente.
 LO SCENARIO Il dato generale non è comunque confortante perché è influenzato dal fatto che ci sono meno “inattivi”. Se il lavoro c’è, è soprattutto per gli over 50 ed è trainato da voucher e tirocini. Suona ancora, invece, l’allarme per la fascia tra i 15 e i 24 anni. E i dati nazionali restano ancora molto lontani da quelli sardi: l’ultimo dato registrato (a novembre 2016) nell’Isola per gli under 25 dice infatti che oltre il 56% risulta senza un lavoro. Soltanto la Calabria sta peggio.
«Aspettando i dati disaggregati relativi alla Sardegna, quel che emerge dalla nuova rilevazione dell’Istat è la certificazione del fallimento del Jobs Act», spiega Michele Carrus, segretario regionale della Cgil. «Non una novità, di per sé. Ma adesso scopriamo l’effetto perverso che colpisce in maniera più penalizzante i giovani».
 LE CIFRE I dati pubblicati consentono di tracciare un primo bilancio sull’andamento del mercato del lavoro nel corso del 2016. A dicembre ci sono 242.000 occupati in più rispetto a dicembre 2015 (+1,1%), mentre sono rimasti di fatto invariati su novembre 2016. Si conferma il rallentamento degli effetti benefici degli sgravi contributivi (tagliati del 40% rispetto al valore iniziale di 8.000 euro che veniva dato alle aziende che assumevano), a tirare la crescita è il tempo determinato con 155.000 occupati in più contro i 111.000 a tempo indeterminato.
A conferma degli ultimi trend, emerge che l’aumento dell’occupazione riguarda soprattutto gli over 50. Nelle classi tra i 15 e i 49 anni, infatti, complessivamente il numero degli occupati si è ridotto di 168.000 unità nel 2016, mentre tra gli ultracinquantenni gli occupati sono aumentati di oltre 400.000 unità. «Questa tendenza conferma il fallimento di politiche come Garanzia Giovani», spiega ancora Michele Carrus. «Neppure la politica degli sgravi fiscali ha prodotto risultati», aggiunge. «Il governo ha tolto una marea di soldi dal fondo previdenziale e li ha dati alle aziende che avrebbero dovuto restituire “il favore” con assunzioni e investimenti. Bene: se si va a verificare la curva degli investimenti fissi lordi nel settore privato nell’ultimo triennio, si può vedere come questi siano calati del 30%».
L’ANALISI Per Ignazio Ganga, segretario regionale della Cisl, «in Sardegna il fenomeno della disoccupazione giovanile è cronico e più grave rispetto al resto del Paese. Serve che riparta l’economia regionale», dice. «Sul mercato del lavoro siamo il fanalino di coda, ma se vengono presi in considerazione i voucher, la Sardegna si scopre a metà classifica. Qualcosa non sta funzionando. Con una media di 8-10 anni, siamo, per esempio, una delle regioni europee col più alto “tempo di intersezione” tra scuola e lavoro», ovvero il tempo che passa tra la fine della formazione e l’ingresso nel mondo del lavoro, «e questo crea un disagio fortissimo». Alla Regione, che «ha messo in campo anche risorse importanti, spetta il compito di fare un tagliando delle politiche attive del lavoro, mantenendo quelle che hanno dato risultati e rivedendo quelle che hanno mostrato segni di debolezza».
L’ALLARME Per dirla con le parole del senatore del gruppo misto Luciano Uras, «il Paese è fermo al palo», legato da «politiche di austerità che hanno prodotto conseguenze contraddittorie in relazione al controllo dei conti pubblici e all’indebitamento, e allo stesso tempo incapaci di determinare una ripresa occupazionale». Per la Sardegna le conseguenze sono addirittura più gravi. «Nell’Isola i disoccupati sono passati dai 66.000 del 2007 ai circa 120.000 del 2016. Un pesante impoverimento, soprattutto in territori a vocazione industriale a rischio di desertificazione». Per queste ragioni, conclude Uras, «occorre una reazione politica e istituzionale. In questa situazione stonano le preoccupanti divisioni all’interno del centrosinistra. Sentiamo, invece, il bisogno di un’unità senza ipocrisie e senza strumentalità di tutta la parte buona del Paese».
Mauro Madeddu
 
 

12 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 1 febbraio 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
LA CITTÀ IN PILLOLE
di Maria Antonietta Mongiu
Salvare col passato l’identità futura
«Gli atti sono il nostro simbolo», scrisse J.L.Borges che, intrecciando simboli e memorie, trasfigurò realtà e vissuti restituendoceli secondo la possibilità di ricezione di ciascuno. È il potere della poesia e della bellezza, che guariscono dolori e risentimenti. Produce pertanto speranza, la decisione del Comitato provinciale della valorizzazione della cultura della Repubblica di dedicare, nella Giornata della memoria, una lapide e una giornata di studi a Doro Levi. Per tre anni docente di Archeologia e storia dell’arte greca e romana a Cagliari e Soprintendente della Sardegna, fu epurato alla fine del 1938 dalle leggi razziali fasciste. Il suo destino fu segnato e col suo quello del Tempio di Via Malta che stava scavando. Dedicato ad Adone e a Venere, fu distrutto per un palazzo, come altre volte a Cagliari. Miglior sorte ebbero Angelu Ruju di Alghero e Serra Orrios di Dorgali che, grazie a lui, continuano a svelare la memoria lunga dell’Isola. Ma è l’Anfiteatro di Cagliari che lo incorona monuments men, ben oltre il suo ruolo istituzionale. Nel secondo dopoguerra lo salvò dalla speculazione come, quasi un secolo prima, fece Giovanni Spano. Oggi il monumento, finalmente liberato, accoglierà la memoria di uno dei suoi più illustri salvatori. Altri, tra cui Giovanni Lilliu e Antonio Romagnino da qualche parte, il giorno della posa della lapide gioiranno con i sardi. È infatti festa di popolo onorare chi, salvando i loro monumenti, ha salvato con il passato l’identità futura. Perché, per citare ancora Borges, la storia come la poesia è «misterioso gioco di scacchi [..] la cui scacchiera e i cui pezzi cambiano come in un sogno».
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 
 

13 - LA NUOVA SARDEGNA di  mercoledì 1 febbraio 2017 / Pagina 4 - Sardegna
Finanziaria
Le due università: «No ai tagli, più finanziamenti»
CAGLIARI Tre milioni in più nella Finanziaria 2017 per annullare gli effetti del taglio annunciato di oltre 2,6 milioni. Un altro milione per la ricerca, che negli ultimi tre anni ha avuto a disposizione sette milioni in meno. Due milioni abbondanti in più per l’edilizia universitaria. Sono queste le richiesta delle due università di Cagliari e Sassari alla commissione bilancio del Consiglio regionale, che ha in carico la bozza della Finanziaria. Il rettore Maria Del Zompo (Cagliari) e il pro rettore Luca Deidda (Sassari) hanno confermato che nonostante la riduzione dei fondi nazionali, dal 2014 la Sardegna è stata penalizzata dal ministero, le due università hanno fatto passi in avanti nella classifica delle performance. «Siamo sulla strada giusta – hanno detto i due portavoce – ma se ci sarà un riduzione dei finanziamenti regionali dopo quelli nazionale, si fermerà la modernizzazione soprattutto nella qualità dell’offerta formativa». Anche il commissario del Consorzio universitario di Nuoro, Fabrizio Mureddu, ha sollecitato che in Finanziaria sia previsto un fondo speciale per le sedi decentrate.

 
 

14 - LA NUOVA SARDEGNA di  mercoledì 1 febbraio 2017 / Pagina 7 - Sardegna
PROGETTO LIFE
Un team di esperti botanici contro tutte le specie aliene
CAGLIARI Il giacinto d’acqua, l’agave, l’ailanto ma anche il ricino. Fanno parte delle tremila specie aliene che minacciano l’ecosistema. Una battaglia scientifica affrontata da accademie e centri di ricerca europee su sollecitazione e norme, contenute nel progetto Life Asap, varate delle istituzioni del vecchio continente. Alla guida, con il ruolo di team capofila per la botanica, gli esperti dell’Università di Cagliari coordinati da Annalena Cogoni. La partita è di forte impatto e mette a rischio salute, economia e attività dell’uomo: ogni anno ammontano a dodici miliardi di euro i danni nei paesi dell’Unione Europea. «Con il Progetto nazionale Life Asap si intensifica la caccia alle specie aliene, di mare e di terra. Un percorso triennale per ridurre il tasso di introduzione di specie invasive e a mitigarne l’impatto», spiega la professoressa Cogoni. Per il Life Asap (Alien species awareness program) il Centro servizi orto botanico sarà fulcro di una rete nazionale di soggetti tesi a sensibilizzare cittadini e istituzioni.


 

15 - LA NUOVA SARDEGNA di  mercoledì 1 febbraio 2017 / Pagina 34 - Cultura e spettacoli
La sceneggiatrice di “Giulia e Giulia” e “I bastardi di Pizzofalcone” ospite del tavolo creativo
«Stiamo lavorando per riportare alla Maddalena il Premio Solinas, è la sua casa naturale»
DAL CINEMA A UNA SERIE TV GIÀ CULT
L’arte sottile di Silvia Napolitano
di Fabio Canessa
SASSARI Film noti come “Giulia e Giulia” e serie tv di successo come “I bastardi di Pizzofalcone”, in onda in queste settimane su Raiuno. Silvia Napolitano è tra le sceneggiatrici coinvolte nel “Cantiere delle storie”, progetto creativo guidato dall’Università di Sassari e dal Premio Solinas. Attraverso un percorso di formazione articolato, che mette intorno allo stesso tavolo studenti di architettura e cinema con sceneggiatori e architetti, il “Cantiere delle storie” vuole proporre idee progettuali per la realizzazione di un Centro di alta formazione per il cinema e l’audiovisivo nell’arcipelago della Maddalena. Progetto legato anche al ritorno del Premio Solinas nella stessa Maddalena, l’isola di Franco Solinas. Il filone dedicato alla scrittura cinematografica creativa ha già vissuto importanti momenti nelle Università di Sassari, Cagliari e Tor Vergata con i laboratori guidati dai docenti di cinematografia dei tre atenei, Lucia Cardone, Antioco Floris, Giovanni Spagnoletti e tenuti da sceneggiatori con alle spalle diversi lavori per il cinema e la televisione. Tra questi appunto Silvia Napolitano che ha seguito gli studenti di Sassari. «Un’esperienza – racconta Silvia Napolitano – molto interessante e produttiva. I ragazzi hanno portato degli spunti e abbiamo lavorato su questi sia individualmente sia con discussioni collettive, alternando queste fase ad alcune spiegazioni teoriche sul lavoro di scrittura. L’obiettivo è arrivare alla sceneggiatura completa di un corto». Una bella esperienza per i ragazzi con una professionista come lei. Tra i suoi lavori recenti c’è la serie tv “I bastardi di Pizzofalcone” che sta ottenendo ottimi risultati. Com’è stato adattare i romanzi di Maurizio De Giovanni? «È stato bello lavorare all’adattamento, ma anche e soprattutto costruire nuove storie. Perché siamo partiti con tre libri e tre storie da inventare. I due romanzi più recenti della serie non sono rientrati in questa stagione». La serie continuerà? «Penso di sì, anche perché sta andando molto bene». Anche De Giovanni ha partecipato attivamente alla stesura della sceneggiatura? «Maurizio è straordinario, un vulcano. Abbiamo fatto un ping pong continuo. In particolare nelle storie da inventare ci confrontavamo ripetutamente con lui. Prima sui soggetti, poi sulle scalette e sulla fase finale». Ma rispetto al cinema, com’è lavorare a una serie tv per uno sceneggiatore? «È completamente diverso. A me piace molto lavorare su una serie perché ti dà la possibilità del romanzo lungo. Poi dipende, ci sono serie come questa che hanno la storia verticale, puntata per puntata, e una storia orizzontale che si concentra sulla vita dei vari personaggi, il loro privato. Aspetto quest’ultimo molto importante nei romanzi di De Giovanni che abbiamo mantenuto anche nella serie tv». Tra i personaggi principali c’è il magistrato sardo Laura Piras, interpretata da Carolina Crescentini. «Quando scriviamo non sappiamo chi andrà poi a interpretare il personaggio. Abbiamo lavorato quindi sulla Laura Piras che c’è nei libri, dove forse si sente di più la sardità del personaggio. Carolina Crescentini ha aggiunto un elemento anche un po’ imprevisto, perché fisicamente è diversa. C’è sempre quando si lavora a una sceneggiatura questa doppia fase: quella sul lavoro del personaggio, in questo caso già ben delineato nel libro e poi c’è l’apporto dell’attore che aggiunge sempre qualcosa, porta anche dei cambiamenti. Lo stesso discorso si può fare con Alessandro Gassman, anche se forse lui è più corrispondente al personaggio, all’ispettore Lojacono». Sempre a proposito di Sardegna, ha anche collaborato alla sceneggiatura di “Era d’estate”, il film su Falcone e Borsellino all’Asinara di Fiorella Infascelli. «Un bellissimo lavoro. Il film l’ha scritto Fiorella con Antonio Leotti, io ho solo collaborato come consulente, partecipato a un po’ di riunioni durante la fase di scrittura». E del progetto per far ritornare alla Maddalena il Premio Solinas cosa ne pensa? «È un obiettivo di tutti. Io credo di stare nella giuria dei soggetti da quando si è formata e da anni speriamo di tornare sull’isola. È la casa del Premio Solinas che ha l’imprinting sardo».

 
IL CANTIERE DELLE STORIE
Questa mattina la presentazione delle idee dei laboratori
SASSARI Per tutta la giornata di ieri si è svolto un laboratorio di co-progettazione tra studenti di vari corsi di laurea, docenti, giurati e finalisti del Premio Solinas, per immaginare insieme un centro diffuso di alta formazione per il cinema nell’arcipelago maddalenino. Un hackathon, come lo ha definito il moderatore Lorenzo Micheli che lavora per il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Termine mutuato dall’informatica (maratona di hackeraggio) che nasce nelle grandi aziende con l’idea di mettere insieme dirigenti e dipendenti per , trovare la migliore soluzione. Circa sessanta i partecipanti chiamati a elaborare la proprio visione del Centro internazionale di alta formazione per il cinema e l’audiovisivo alla Maddalena. Oggi ogni gruppo, costituito da studenti di architettura e cinema e dai finalisti del premio Solinas, presenterà le idee elaborate nella giornata di ieri nel corso di una conferenza stampa in programma dalle 10,30 nell’aula magna. Interverranno anche il rettore dell’Università di Sassari Massimo Carpinelli, il rettore dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, il sindaco della Maddalena Luca Montella, Francesca Solinas, Annamaria Granatello ed Emanuele Bevilacqua del Premio Solinas.(f.c.)


 

16 - LA NUOVA SARDEGNA.it di  mercoledì 1 febbraio 2017 / talassemia ricerca medicina
Nuovi farmaci e trapianti di midollo, la talassemia è alle corde
La terapia trasfusionale classica garantisce oggi una prospettiva di vita regolare. L’intervento sul midollo guarisce nove casi su dieci. Ma la speranza è nei geni
CAGLIARI. Trent’anni fa, era il 1987, un’equipe scientifica cagliaritana capeggiata da Licinio Contu eseguì il primo trapianto di midollo osseo in Italia. Non fu un caso: afflitta endemicamente dalla malaria, la Sardegna era e resta l’isola della talassemia, conseguenza diretta dell’infezione indotta dalla zanzara anofele. Con il 12 per cento della popolazione costituito da portatori sani e un migliaio di malati, l’isola mantiene stabilmente il primato, battendo le altre regioni d’Italia - 7000 malati in tutta la penisola - e condividendo il dato con alcune aree del nord Africa e dell’Arabia. Ma per quanto la malattia esista e sia ancora il male genetico più diffuso al mondo, sembra trascorso un secolo da quando parlarne significava immergersi in storie di sofferenza e di morte annunciata.
Malattia cronica. Da anni la talassemia è diventata una malattia cronica non maligna. Oggi chi nasce talassemico si candida a un’esistenza ai confini della normalità e il 90-95% dei casi trattati col trapianto si risolve con la completa guarigione. Grazie alla scienza e grazie al fatto che ricercatori del calibro di Contu, Antonio Cao e Renzo Galanello hanno svolto per decenni il ruolo di attrattori di risorse economiche, necessarie quanto la loro perizia. Senza soldi non si va da nessuna parte e quegli scienziati erano bravi anche a garantire quanto serviva alla causa. La loro eredità non è andata perduta: Giorgio La Nasa, docente di ematologia che di quell’équipe di pionieri faceva parte, tiene le redini del Centro unico trapianti midollo osseo di Cagliari - tra l’ospedale Binaghi e il Microcitemico - dove la talassemia non fa più paura e l’alto livello dell’assistenza ha ricevuto ogni riconoscimento, compreso l’accreditamento internazionale Jacie: «In trent’anni sono cambiate molte cose e la ricerca è andata avanti – conferma La Nasa, alla parete del suo ufficio i servizi giornalistici che annunciavano il primo intervento sul midollo - l’informazione diffusa sulla talassemia ha condotto a scelte consapevoli i potenziali genitori portatori sani, che con i test prenatale hanno contenuto il numero di bimbi affetti dalla malattia. Gli effetti si vedono nei numeri».
Mille malati. Se nel 2000 i talassemici sardi erano 1300-1400, oggi sono il trenta per cento di meno. Ma soprattutto la prospettiva della loro vita ha assunto colori diversi: restano le trasfusioni di sangue ogni due settimane ma i nuovi farmaci chelanti li salvano dal micidiale eccesso di ferro, che infieriva sugli organismi dei malati con effetti degenerativi. Così che la loro qualità di vita, ai tempi attuali, rasenta la normalità e non desta più preoccupazioni: «L’efficacia della terapia tradizionale - spiega La Nasa - non può che renderci felici, allo stesso tempo rende le scelte terapeutiche più complicate». Per una ragione semplicissima, che il medico spiega: «Se il paziente può vivere bene con le trasfusioni e i farmaci, dobbiamo sempre chiederci se valga la pena di sottoporlo al trapianto, che come ogni intervento implica un rischio. Basso, ma pur sempre un rischio».
Il rischio trapianto. La statistica internazionale traduce quel rischio in una percentuale: il sette per cento dei pazienti perde la vita nel trapianto o subito dopo. Sarebbe una percentuale accettabile, da qualificarsi come minima, se non fosse per quanto La Nasa ha spiegato: la sopravvivenza è comunque assicurata, il trapianto non è indispensabile per andare avanti. Forse per questo che nell’arco di un anno gli interventi di trapianto non sono più di una decina: «Noi informiamo con grande attenzione i pazienti, perché la loro sia una scelta pienamente consapevole» avverte La Nasa. L’altra spiegazione di numeri così bassi è legata alla ricerca del midollo giusto: «Eseguiamo il trapianto solo quando la compatibilità è certa al cento per cento - conferma La Nasa - e nella stragrande maggioranza dei casi la troviamo tra i familiari del paziente». L’alternativa è il registro generale dei donatori volontari, dove però la ricerca ha minori possibilità di successo.
I costi. Il rovescio della medaglia sono gli effetti economici: i reparti di ematologia sono i centri di costo, come li chiamano i manager della sanità, più dispendiosi del servizio nazionale. Soprattutto per via dei farmaci, difficilissimi da sperimentare e comunque legati agli interessi di chi li produce: il prezzo lo fanno la domanda e le leggi del mercato.
L’alternativa. Non manca però una prospettiva diversa, che farebbe calare il sipario sulla malattia dei sardi: si chiama terapia genica, una sorta di autotrapianto di cellule «corrette», vale a dire di cellule che contengono quanto serve perché il sangue produca l’emoglobina indispensabile alla diffusione dell’ossigeno. È già più di una speranza, i test eseguiti al San Raffaele, a New York e anche in centri di ricerca legati al Bambin Gesù di Roma hanno dato risultati incoraggianti: «Stiamo parlando di un intervento senza rischio di rigetto - conferma La Nasa - e privo di qualsiasi pericolo per il paziente. Sappiamo già che risulta più efficacese eseguito in età pediatrica, sui bambini, come peraltro avviene nei trapianti di midollo. Ma c’è molto fermento negli ambienti scientifici - conclude il docente di ematologia - c’è fiducia che si possa arrivare in tempi brevi ai risultati sperati».
 
 

17 - LA NUOVA SARDEGNA di  mercoledì 1 febbraio 2017 / Pagina 13 - Attualità
ECONOMIA >> I NODI Cresce il dato italiano sulla disoccupazione nella fascia tra i 15 e i 24 anni: 40,1%. I sindacati: serve piano straordinario
QUATTRO GIOVANI SU DIECI SENZA LAVORO
di Gabriella Cerami
ROMA Risale la disoccupazione giovanile e supera quota 40% arrivando al 40,1%. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica, nel mese di dicembre il tasso di disoccupazione tra i 15-24enni è aumentato di 0,2 punti percentuali su novembre. Si tratta del livello più alto da giugno 2015. In generale la percentuale di chi non ha lavoro risulta nell’ultimo mese dello scorso anno al 12%, stabile su novembre e in rialzo di 0,4 punti su dicembre 2015: male la componente femminile, bene per gli ultracinquantenni. Arrivano quindi segnali d’allarme, anche perché il dato italiano sulla disoccupazione, oltre a essere in crescita rispetto l’anno scorso, è molto superiore a quello medio dell’area Euro, che a dicembre è sceso al 9,6% (pari a 15.571 milioni di senza lavoro) dal 9,7% di novembre, con un guadagno di 121mila posti. Quello del mese scorso è il livello più basso da maggio 2009. Lo indica Eurostat, che specifica come a dicembre 2015 il tasso fosse al 10,5%, pari a 16.827 mln di disoccupati. In 12 mesi pertanto sono stati recuperati 1256 milioni di posti di lavoro. Tornando all’Italia gli occupati registrati a dicembre erano 22.783.000, in aumento di 1.000 unità su novembre e di 242.000 su dicembre 2015. Nel mese i disoccupati erano 3,1 milioni in aumento di 9.000 unità su novembre e di 144.000 unità su dicembre 2015. Gli inattivi diminuiscono di 15.000 unità su novembre e di 478.000 su dicembre 2015 fissando il tasso di inattività nel mese al 34,8%, ai minimi storici. Il tasso di occupazione è stabile al 57,3%. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha sottolineato la crescita degli occupati rispetto a febbraio 2014 (data di insediamento del governo Renzi) di oltre 600.000 unità. A dicembre si registra una frenata degli occupati tra gli over 50 (-23.000) che però su base annua si confermano il gruppo con l’aumento più rilevante (+410.000 unità). L’occupazione della fascia dei giovanissimi è sostanzialmente ferma mentre segnali positivi arrivano dai 25-34enni con +46.000 unità su novembre. Tra i 35-49 anni si registrano 149.000 occupati in meno su base tendenziale anche a causa dell’effetto demografico con un numero consistente di baby boomers scivolati nella fascia degli over 50. Il tasso di occupazione nella fascia 35-49 anni è al 72,4% in calo su base annua di 0,1 punti. L’occupazione cresce nel lavoro dipendente (+52.000 unità), soprattutto a termine (+46.000 unità) mentre diminuisce tra gli indipendenti (-52.000). I sindacati, preoccupati per i dati, chiedono al governo una svolta sul fronte lavoro. «Il lavoro dei giovani - afferma la leader Cisl, Annamaria Furlan - deve diventare la priorità del Governo, delle forze economiche e sociali e di quanti hanno responsabilità istituzionali a tutti i livelli». «Non abbiamo bisogno di andare presto alle urne - insiste il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo - ma di dare presto risposte ai giovani disoccupati». La Cgil parla di vera emergenza sociale e chiede un piano straordinario per l’occupazione. Infine attacca anche Beppe Grillo: «È un tragico gioco dell’oca. L’unico 40% del Pd è quello della disoccupazione giovanile».
 
 
 

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