Sabato 21 gennaio 2017

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 gennaio 2017
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di sabato 21 dicembre 2017 / Cultura (Pagina 48 - Edizione CA)
CONSIGLIO REGIONALE. Convegno
Nel segno indelebile di Antonio Gramsci
Capacità di ascolto e dialogo, lotta contro l’indifferenza e la disparità sociale. Sono alcuni dei motivi per cui «il mondo oggi avrebbe bisogno di Antonio Gramsci, filosofo e pedagogista, storico e storiografo, giornalista e scrittore impareggiabile, teorico della lingua e della letteratura e scienziato politico», di cui ricorrono gli 80 anni dalla morte. Lo ha sostenuto ieri mattina, in occasione del convegno che si è svolto nell’aula del Consiglio regionale, il presidente dell’assemblea sarda Gianfranco Ganau. C’era anche una rappresentanza di studenti del Liceo classico cagliaritano Dettori ad ascoltare le parole («dobbiamo continuare a studiare il pensiero dell’intellettuale e a rivendicarne l’importanza») con cui il rappresentante istituzionale ha introdotto le relazioni dei docenti delle università sarde Aldo Accardo (organizzatore dell’evento), Mauro Pala e Aldo Maria Morace. Il convegno era tappa dell’Anno gramsciano istituito dalla Regione. ( m . a .)
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 21 dicembre 2017 / Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
VIA IS MIRRIONIS. Unicef, un corso del comitato provinciale
Come vedere i bambini invisibili
Imparare a vedere, a non distogliere lo sguardo, a non ignorare la realtà. Soprattutto quando i protagonisti sono i più piccoli e i più indifesi. Prenderà il via ai primi di marzo il XXIII corso multidisciplinare di Educazione allo sviluppo organizzato dal comitato provinciale dell’Unicef dal titolo “Un impegno visibile per le bambine e i bambini invisibili”. Le lezioni si svolgeranno dal 3 marzo al 26 maggio nell’aula degli specchi della facoltà di Studi umanistici dell’Università di Cagliari, in via Is Mirrionis 1 (ogni venerdì dalle 18 alle 20).
Il corso si articola in 12 incontri suddivisi in 3 moduli e l’accesso alle lezioni è gratuito. Possono iscriversi studenti di tutte le facoltà, insegnanti, operatori nel sociale, educatori e professionisti di ogni ordine.
CREDITI E CERTIFICATI Al termine del corso verrà rilasciato, un attestato di partecipazione a tutti coloro che avranno frequentato almeno 10 lezioni su 12. Non solo. Ai docenti e a tutti gli operatori del sociale verrà rilasciato anche l’attestato di competenza sui diritti dell’infanzia (Convenzione Onu ’89). La partecipazione può dare diritto all’ottenimento di crediti formativi universitari. Per prenotare un posto è possibile compilare il modulo che è disponibile online sul sito dell’Unicef alla voce “Corso universitario 2017”. L’iscrizione dovrà poi essere perfezionata nella sede Unicef di Cagliari in via Sulcis o presso l’istituto Grazia Deledda (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10 alle 12.30) a partire dal 23 gennaio fino al 3 marzo.
Per tutte le informazioni sui contenuti si potrà fare riferimento al comitato provinciale (0702776034-3313946151, mail: comitato.cagliari@unicef.it).
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 21 dicembre 2017 / Agenda Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
GUERRE E BATTAGLIE
Il Centro Studi il Mediterraneo Al-Mutawassit presenta oggi alle 17.30 nello Spazio Eventi della MEM - Mediateca del Mediterraneo in via Mameli 164 - il volume “Guerre e Battaglie. Conflitti di ieri, tensioni di oggi. Coordina i lavori Luca Puddu dell’Università degli Studi di Cagliari, presenta il libro Margherita Sulas, ricercatrice. Interverranno Emanuela Locci, curatrice del volume, e gli autori Carmen Corda, Roberto Ibba e Francesco Pongiluppi.
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 21 dicembre 2017 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Il sequestro dell’Agrolip: lunedì la Regione firmerà l’ordinanza per autorizzare nuovi siti
«A rischio le scorte di carne»
Smaltimento degli scarti, l’appello di macellai e supermarket
Non c’è tempo da perdere: «Alcuni stabilimenti sono già stati bloccati dalla Asl, serve una soluzione immediata», dice Francesco Forma, alla guida del macello di famiglia nella piana di Tossilo. Il sequestro della Agrolip, l’unica azienda dell’Isola in grado di smaltire le carcasse degli animali macellati, ha già fatto vittime e altre rischiano di aggiungersi in queste ore.
La soluzione non arriverà prima di lunedì: l’assessorato all’Ambiente e la direzione generale della Presidenza della Regione stanno lavorando a un’ordinanza che autorizzi temporaneamente tutti gli operatori a smaltire nelle discariche e nei termovalorizzatori i resti degli animali. Restano da chiarire alcuni «aspetti tecnici», fanno sapere dalla Giunta, ma tutto si dovrebbe chiudere entro quarantotto ore.
TEMPO SCADUTO Gli imprenditori del settore vorrebbero anticipare: «Non si deve temporeggiare, l’ordinanza va firmata subito», rilancia Forma, «perché non possiamo nemmeno smaltire gli scarti nelle altre regioni, per colpa della peste suina». Già, perché lo stallo di questi giorni non è altro che l’ennesima sfaccettatura dei guai causati dal virus: per evitarne la diffusione, le carcasse dei maiali non possono uscire dall’Isola. Questo aumenta i costi per le aziende: nel resto d’Italia gli scarti di macellazione vengono trasformati in farine. E diventano addirittura una risorsa economica.
SUPERMARKET IN DIFFICOLTÀ I problemi riguardano anche la grande distribuzione: supermercati e centri commerciali hanno difficoltà a smaltire gli scarti delle macellerie. Il rischio che sui banchi non si trovino più carni sarde è concreto. «Faremo di tutto per scongiurare questa ipotesi, perché abbiamo investito tanto sui localismi e vogliamo restare legati al territorio. Ma se non si trova una soluzione in tempi brevi sarà inevitabile», spiega Michele Orlandi, direttore per la Sardegna della Conad. Le difficoltà sarde non hanno simili nel resto d’Italia: «È da 21 anni che sento parlare di progetti per superare la peste suina, i miei colleghi delle altre regioni non sanno nemmeno cosa sia. È evidente ci sia una questione politica da affrontare».
Il Consiglio regionale si è già occupato della vicenda. Ieri è stata depositata un’interpellanza urgente, condivisa da buona parte del centrosinistra, e giovedì le commissioni Agricoltura e Salute hanno ospitato in via Roma alcuni rappresentanti del settore.
PROGETTO BLOCCATO In questi giorni una fetta degli scarti di origine animale è stata dirottata negli stabilimenti della Ecoteam di Macchiareddu, l’unica azienda rimasta a poter smaltire i rifiuti animali. Non tutti, però: può trattare solo gli scarti più piccoli, mentre l’Agrolip - sotto sequestro dalla scorsa settimana con l’accusa di discarica abusiva - ha l’autorizzazione per smaltire anche le carcasse e i residui più grandi. «Noi potremmo fare di più, se il ministero ci desse il via libera a trattare e esportare i resti dei maiali», racconta l’amministratore Sergio Podda. La società ha ideato da mesi un protocollo in grado di neutralizzare la peste suina: in questo modo gli scarti di lavorazione del maiale potrebbero varcare i confini della Sardegna e diventare una risorsa. «Siamo in grado di sterilizzare i rifiuti e la nostra proposta ha già ricevuto l’ok da parte del Centro di alta referenza per la peste suina». Tutto grazie a un macchinario che combina l’azione di microonde, pressione e temperature: il progetto ha ricevuto anche il parere positivo da parte dell’Università di Cagliari. «Abbiamo avuto il coraggio di investire 800mila euro in questo programma», conclude Podda, «ma senza una risposta dal ministero corriamo il rischio di chiudere e mandare a casa 23 dipendenti».
Michele Ruffi
 
 
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA
 
 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 21 gennaio 2017 / Pagina 33 - Cultura e spettacoli
IL CONVEGNO
Ieri a Cagliari l’incontro organizzato dal Consiglio regionale per gli 80 anni dalla morte del dirigente comunista
Pubblichiamo uno stralcio della relazione letta ieri da Aldo Maria Morace al convegno organizzato a Cagliari dal Consiglio regionale per gli 80 anni dalla morte di Antonio Gramsci.
* * * di ALDO MARIA MORACE
Nelle edizioni tematiche di “Letteratura e vita nazionale”, imperanti prima di Gerratana, la sezione sul teatro di Pirandello (che raccoglie note sparse in cinque diversi quaderni) è posta in immediata contiguità con il canto decimo dell’Inferno di Dante. Filologicamente impropria, questa scelta è motivata dal fatto che anche in questo caso si tratta di una “lunga fedeltà” all’autore siciliano, che Gramsci stesso rivendicava nella lettera del 19 marzo 1927 a Tatiana, dal carcere: «Sai che io, molto prima di Adriano Tilgher, ho scoperto e ho contribuito a popolarizzare il teatro di Pirandello? Ho scritto sul Pirandello, dal 1915 al 1920, tanto da mettere insieme un volumetto di 200 pagine e allora le mie affermazioni erano originali e senza esempio: il Pirandello era o sopportato amabilmente o apertamente deriso». E come nel caso del saggio dantesco che si era autoimposto di scrivere, per non farsi degradare intellettualmente dal carcere, nella stessa lettera preannunciava di volersi «occupare intensamente e sistematicamente di qualche soggetto che mi assorbisse e centralizzasse la mia vita interiore»; ed enumerava a tal fine quattro soggetti, dei quali il terzo era «uno studio sul teatro di Pirandello e sulla trasformazione del gusto teatrale italiano che il Pirandello ha rappresentato e ha contribuito a determinare». Per comprendere geneticamente la specificità di questo interesse, è necessario risalire agli undici interventi recensori sulla drammaturgia pirandelliana che Gramsci aveva disseminato nell’ambito delle Cronache teatrali, fra il 1917 e il 1920. È un critico teatrale, il giovane Gramsci, che risente ancora dell’influsso crociano, ma che si stacca decisamente dagli altri recensori (Simoni, Tilgher, D’Amico) perché è il solo che indaghi a fondo sulle motivazioni sociologiche di fondo e sulle valenze politico-culturali dell’evento teatrale, senza però che questo comporti la sottomissione della dimensione estetica; e questo acume si esercita su un autore che si era da poco riconvertito al teatro, producendo a ritmo febbrile ed affrettato, ma che non era ancora quello della grande stagione del teatro nel teatro e delle tragedie e dei miti. Da qui un quadro più di ombre che di luci, che del Pirandello minore sferza il manierismo intellettualistico, la prevalenza del teorema logico e del sofisma sulla vita umana del personaggio, ma che al tempo stesso isola con intuito sicuro i grandi esiti di “Liolà” (superbamente contestualizzato nella dimensione magnogreca) e di “Il piacere dell’onestà”, di cui coglie tutto il valore dirompente («è un “ardito” del teatro. Le sue commedie sono tante bombe a mano che scoppiano nei cervelli degli spettatori e provocano crolli di banalità, rovine di sentimenti, di pensieri»). Ben diverso il quadro complesso, variegato di luci più che di ombre, che emerge dalle note dei Quaderni, in cui si rimarca quanto Pirandello sia stato incompreso dalla critica e osteggiato dal pubblico, tanto che il “pagano” “Liolà” dovette essere tolto «dal repertorio per le dimostrazioni ostili dei giovani cattolici torinesi». Le riserve non sono taciute, come ad esempio che la concezione pirandelliana della vita e dell’uomo sia così individuale da risultare incapace di diffusione nazional-popolare; e che il suo teatro non sia autonomo dalla messinscena dell’autore, sul quale continua a nutrire dubbi in merito alla sua capacità di trasfigurare artisticamente il cerebralismo dei contenuti drammaturgici. Al tempo stesso, però, le riserve vengono ripensate e rideclinate: se permane ben ferma la convinzione che il Pirandello maggiore sia quello dialettale o di ambientazione popolare, è pur vero che frammenti di grande bellezza sono anche nel suo teatro più letterario; e che nel teatro dialettale il pirandellismo sia giustificato da modi pensare regionalmente popolari e popolareschi, sicché Pirandello ha potuto per questa via immettere nella cultura popolare la dialettica della filosofia moderna. Il suo stesso essere siciliano, italiano ed europeo costituisce la sua «debolezza artistica» ed il suo «grande significato culturale», poiché egli sente in sé stesso questi tre elementi di civiltà «come giustapposti e contraddittori»; ma al tempo stesso questo gli consente di osservare le contraddizioni nelle personalità degli altri «e di vedere il dramma della vita come il dramma di queste contraddizioni». Non c’è autore più lontano di Pirandello dall’appartenenza alla categoria dei “nipotini di padre Bresciani”. Il girgentino ha umoristicamente immesso il tarlo di abissali dubbi conoscitivi in cervelli meschini, parodiando il solipsismo filosofico; ed ha sprovincializzato e modernizzato il gusto del pubblico, «confluendo col futurismo migliore nel lavoro di distruzione» critica del basso e melodrammatico «ottocentismo piccolo-borghese e filisteo». La struttura del dramma diviene allora la tragedia dell’uomo al quale la ragione appare l’unico strumento di liberazione e al tempo stesso ne costituisce il tormento, quando essa – esercitata al limite delle sue risorse – dimostra la propria inanità nella coincidenza ultima della logica con l’assurdo. Dopo aver sognato di liberarsi dalla prigionia esistenziale, il personaggio pirandelliano si trova a certificare la convinzione dell’illusorietà della vita, della polivalenza labirintica dei segni che tentano d’interpretarla. Caduta la fiducia razionalistica, risulta vana l’aspirazione a darsi ragione dell’eclisse della ragione; e la realtà, spinta al limite di sé stessa, si deforma nella parodia con il caricarsi di tutte le stigmate fisiche e morali degli uomini-maschere. Giustamente Gramsci poteva rivendicare, nella lettera a Tatiana, di avere colto in Pirandello una delle grandi figure, anzi la maggiore figura della cultura letteraria contemporanea in Italia. Ed è una delle tante motivazioni per cui non possiamo che continuare a dolerci del fatto che questa mente sia stata spenta a soli quarantasei anni; e tributare un memento reverente, nell’ottantesimo anno dalla morte, alla figura prismatica, complessa e monumentale di Antonio Gramsci.

L’iniziativa del presidente Ganau
Ieri mattina nell’aula consiliare del Consiglio regionale si è tenuto il convegno “Antonio Gramsci nell’80° della morte (1891-1937)”. I lavori sono stati aperti dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau (nella foto durante l’intervento); l’incontro era organizzato da Aldo Accardo dell’Università di Cagliari per iniziativa della presidenza del Consiglio. Tre le relazioni:“Filologie della volontà” di Mauro Pala, dell’università di Cagliari; “Letteratura e vita nazionale” di Aldo Maria Morace, dell’università di Sassari; “Letteratura e vita nazionale”,“La verità in politica” di Aldo Accardo. Al convegno hanno assistito alcune classi del Liceo Classico Dettori di Cagliari. «Ancora una volta il palazzo del Consiglio regionale – commenta il presidente Gianfranco Ganau – si è aperto agli studenti. Antonio Gramsci fu e rimase un rivoluzionario e un comunista fino all’ultimo giorno, e resta per noi il più profondo e originale pensatore dell’Italia del Novecento».


 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 21 gennaio 2017 / Pagina 20 - Sassari
SASSARI
Il servizio sarà attivato al più presto dall’Aou. Il manager D’Urso rassicura: «I fondi ci sono»
Breast unit per affrontare il tumore al seno
SASSARI La breast unit si farà. Non si sa esattamente quando ma ierimattina, nel corso dell’introduzione al corso di formazione “Tumore al seno. I bisogni, i tempi, le risposte” organizzato dalla Aou, il direttore generale Antonio D’Urso ha dato per scontato che il prezioso servizio dedicato alle donne ammalate di carcinoma della mammella diventi un pezzo irrinunciabile della sanità cittadina. «I fondi ci sono», ha detto D’Urdo parlando di cento milioni disponibili per le strutture (il nuovo ospedale) e altrettanti per i macchinari tecnici per la diagnostica e le terapie. Il manager ha detto che con iniziative come quella di ieri sa fa ancora più chiarezza sulle esigenze dei pazienti e di conseguenza sul percorso da disegnare attorno a loro. Che poi era proprio l’intento degli organizzatori quello di richiamare l’attenzione su un tema tanto delicato come la salute femminile coinvolgendo le utenti in prima persona che tra un intervento e l’altro degli specialisti presenti alla giornata di lavori (che si ripeterà anche oggi) hanno portato testimonianze (toccanti i racconti di alcune di loro) e potuto porre domande ai medici su tutti i passaggi cruciali di un percorso che, grazie alla breast unit, prende in carico la donna dal momento della diagnosi fino alla riabilitazione e al rientro nella vita normale, libera dalla malattia. Il tutto con un approccio multidisciplinare che vede in campo radiologi, chirurghi (senologi e plastici), oncologi, anestesisti, psicologi, infermieri e fisioterapisti. Una realtà che purtroppo oggi a Sassari (ma anche a Cagliari) viene costruita giorno per giorno grazie alla volontà degli addetti ai lavori mentre direttive europee avevano fissato la scadenza ultima per l’applicazione di questi protocolli al 31 dicembre del 2016. Eppure è emerso chiaramente dagli interventi dei medici sulla prima diagnosi, sulle possibilità di intervenire chirurgicamente, sulle nuove frontiere della conservazione delle ghiandole e dei tessuti e sulla ricostruzione ma anche sulle terapie farmacologiche in grado di ridurre le masse tumorali in vista dell’intervento o di prevenire ricadute, quando sia importante per la donna sentirsi accolta da un’equipe capace di comunicare in modo efficace su un tema così delicato. Oggi i lavori proseguono dedicandosi alle mutazioni genetiche che espongono alcune donne all’insorgenza del tumore e alle mastectomie preventive tanto discusse. (g.g.)
 
 

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