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Mercoledì 16 novembre 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 novembre 2016
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 novembre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
VIALE SANT’IGNAZIO. Il Comune stanzia fondi per l’accesso dei visitatori all’Orto botanico
Zedda: «Apertura garantita con 50 mila euro l’anno»
È sempre stata una palestra per gli scienziati del verde, per schiere di botanici che qui, nel giardino-giungla, si sono fatti le ossa studiando, scoprendo, custodendo quella formidabile biodiversità spuntata nei suoi 150 anni di vita nel cuore della città, ai piedi della valle di Palabanda.
Un’oasi, l’Orto botanico, che nel Dopoguerra fece i conti con i guai del conflitto. «In quegli anni - lo ha ricordato ieri il direttore Gianluigi Bacchetta - l’area venne adibita a postazione per un reparto di cavalleria e subì danni gravissimi. Così il direttore d’allora, Martinoli, dovette lavorare non poco per ricostruire la struttura e le collezioni».
Da allora ad oggi ci sono stati altri problemi, spesso dovuti alla mancanza di finanziamenti, dei fondi senza i quali, per esempio, l’orto, o meglio, il ribattezzato Hortus Botanicus Kalaritanus (come ha precisato la rettrice Maria Del Zompo), ha avuto vita difficile per aprirsi alla città. Lo farà ora, senza più limitazioni (se non quelle di essere pur sempre un centro di ricerche e studio), diventando davvero «l’orto condiviso».
Per garantirne la fruizione il Comune farà la sua parte. «Stanzieremo ogni anno cinquantamila euro per la fruizione, le visite e dunque la sua apertura», ha annunciato il sindaco Massimo Zedda, che ha anche ricordato l’impegno per l’abbattimento del muro che separa l’Orto botanico dall’Anfiteatro e il progetto di collegamento e valorizzazione di quel percorso suggestivo che metta in collegamento, oltre all’Orto e l’Anfiteatro, anche il San Giovanni di Dio, l’ospedale militare, l’Orto dei Cappuccini, il polo economico-giuridico fino a Is Mirrionis, Sant’Avendrace e Tuvixeddu. Un progetto che l’amministrazione civica sta portando avanti in strettissima collaborazione con l’Ateneo.
È stato l’assessore Paolo Frau a rimarcare l’inscindibile legame tra cultura e ambiente, tra studi e ricerca e fruizione da parte dei cittadini.
Intanto oggi, nell’aula Eva Mameli Calvino dell’Orto botanico si terrà, alle 10, il convegno “Ribes, una rete per la biodiversità”.
 Andrea Piras
 
 

L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 novembre 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
EX-ART. Lotta alle discriminazioni e campagna contro l’Hiv
Gli studenti discutono
di diritti e cittadinanza
Didattica, diritto allo studio, cittadinanza studentesca. E ancora, lotta alle discriminazioni e una campagna di prevenzione dell’Hiv. Sono questi i cinque tavoli tematici di discussione promossi dalle sedi cagliaritane dell’Unione degli Studenti e di Link Coordinamento Universitario per domani, all’Ex-Art in piazzetta Dettori dalle 9 alle 13, in occasione della giornata internazionale degli studenti.
«Sarà un’occasione per creare dibattito e discussione con gli studenti in un periodo storico in cui la partecipazione è davvero scarsa» ha detto Francesco Ara, Coordinatore regionale Uds.
Mercoledì - lo hanno ribadito gli organizzatori della manifestazione - una giornata storica di opposizione ai regimi totalitari e all’autoritarismo di pochi. «Una giornata - hanno precisato - in cui le studentesse e gli studenti di tutto il mondo si mobilitano prendendo parola e protagonismo in un sistema economico e sociale che li mette ai margini dei processi decisionali, lontani dal poter esercitare il loro diritto allo studio, all’emancipazione, a potersi riappropriare fin dal presente del loro diritto a determinare il futuro».
L’iniziativa organizzata all’Ex-Art si inserisce a pieno titolo nel “Mese dei diritti umani”, una campagna di sensibilizzazione proposta dal comitato sardo “Stop Opg” a tutte le cittadine e i cittadini interessati e sensibili al rispetto dei diritti umani che vuole coinvolgere la società civile, il mondo della cultura, della conoscenza e dell’arte.
Insomma, un appuntamento con il riscatto e la voglia di partecipazione, per la conquista di spazi sempre più ampi di democrazia diretta che gli studenti stanno tentando di riprendersi.
 
 

L’UNIONE SARDA

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 novembre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
L’Isola tra le ultime regioni per competenze: la risposta della Giunta
Italiano e matematica, gli allievi sardi arrancano
Partiamo dai numeri: in Sardegna 24 ragazzi su cento non arrivano al diploma, uno su tre capisce poco o nulla della matematica, uno su quattro zoppica vistosamente in italiano. Dispersione scolastica da record (record negativo in Italia) e alta difficoltà di apprendimento, spiegano gli esperti, che spingono l’Isola ben lontana dalle medie europee e rischiano di gravarla di una zavorra destinata a durare per anni. Così la Regione ha varato un robusto piano di interventi, “Tutti a Iscol@”. Anche in questo caso parlano le cifre: in pochi mesi 466 progetti promossi in decine di istituti per migliaia di studenti sardi. E quest’anno si raddoppia: oltre 20 milioni di finanziamenti, nuovi laboratori didattici (dall’arte all’identità territoriale) e cinque scuole polo individuate per portare avanti il programma.
L’EMERGENZA Dietro l’addio ai banchi spesso c’è una difficoltà di apprendimento e una scarsa dimestichezza con le materie di base. Secondo i test Pisa, che misurano le capacità degli studenti, i quindicenni sardi che non raggiungono le competenze minime in italiano sono 27 su cento (la media nazionale è al 20). Va anche peggio in matematica dove si tocca il 33% (il 25% in Italia). La povertà educativa, figlia di quella economica delle famiglie, è anche quella “oltre” la scuola, che si può misurare con le attività culturali, ricreative e sportive frequentate dai minori (dai 6 ai 17 anni). In questo caso, invece, la Sardegna mostra indici più vicini a quelli del Nord, con risultati migliori della media italiana. L’insieme di tutti questi fattori è terreno fertile per far crescere la dispersione scolastica, che rischia di trasformarsi in disoccupazione giovanile (56,4% nell’Isola) ingrossando le file dell’esercito dei “Neet”, i giovani dai 15 ai 34 anni che non lavorano né studiano (nell’Isola sono quasi 120mila).
 IL PIANO “Tutti a Iscol@” segue tre percorsi diversi. La “Linea A” punta a rafforzare e a sviluppare le competenze di base, italiano e matematica. I progetti integrano l’attività didattica ordinaria e richiedono un lavoro coordinato tra gli insegnanti. L’obiettivo è evidente: aiutare gli studenti con forti deficit nelle materie primarie, carenze che sono la prima causa dell’abbandono scolastico. La “Linea B” è la più innovativa e prevede l’apertura delle scuole oltre l’orario normale attivando laboratori ad alto contenuto tecnologico, con il supporto di Sardegna Ricerche e la collaborazione del Crs4. Sono “competenze trasversali” ma non per questo meno efficaci per l’inclusione scolastica, e alle nuove generazioni di “nativi digitali”.
Terzo intervento, il più delicato, è quello della “Linea C”, per il miglioramento dell’inclusione scolastica degli studenti con difficoltà sociali, disabilità oppure disturbi del comportamento individuati dai Consigli di classe. Un intervento portato avanti con l’aiuto di psicologi, pedagogisti e mediatori interculturali.
LE NOVITÀ Per l’anno scolastico 2016/17, all’interno della “Linea B”, sono stati inseriti nuovi laboratori: educazione civica (lotta al bullismo, valori costituzionali), lingue straniere, arte (dalla musica alla scrittura creativa), manualità creativa (artigianato, sartoria, enogastronomia), beni comuni, educazione alla salute e alla sicurezza, ciclo di vita di un prodotto, identità territoriale e promozione turistica. Altra novità sono le cinque “scuole polo”, che lo scorso anno hanno attivato i progetti, selezionati per mettere a disposizione degli altri istituti l’esperienza acquisita grazie a un fronte office.
 LA GIUNTA «L’anno scorso è andata bene», commenta l’assessora regionale alla Pubblica istruzione, Claudia Firino. «Siamo partiti tardi, abbiamo dovuto aspettare la firma del protocollo con il Ministero e ci siamo trovati a un bivio: partire o rinviare tutto? Abbiamo scelto di cominciare subito: i nostri studenti non potevano aspettare un altro anno». Il primo bilancio di “Tutti a Iscol@” è positivo ma per quello definitivo bisognerà attendere. «L’impatto che avranno questi interventi - spiega Firino - lo potremo conoscere tra qualche anno. La risposta ricevuta dalle scuole ci incoraggia molto, ma la valutazione dei risultati è importante quanto il progetto stesso ed è per questo che abbiamo istituito l’Osservatorio sulla dispersione scolastica, una struttura tecnica forte in grado di aiutarci nella programmazione».
Alessandro Ledda

Il 24% dei giovani abbandona prima di ottenere il diploma superiore
E rimane il triste record della dispersione
L’Europa è lontana, il resto d’Italia pure. La Sardegna continua a fare i conti con un alto tasso di abbandono scolastico e un significativo indice di “povertà educativa”, la mancanza di competenze necessarie a bambini e adolescenti per crescere e vivere. Sul fronte della dispersione scolastica l’Ue ha fissato un obiettivo per il 2020: la quota dei giovani tra i 18 e 24 anni che lasciano gli studi senza un diploma superiore non deve andare oltre il 10 per cento. In Italia la media è del 15%, con punte minime nel Veneto e a Trento e massime in Sicilia e in Sardegna, al 24%, ben 14 punti in più del target da raggiungere a fine decennio. Dati messi nero su bianco da un recente rapporto di Save the Children che contiene altri spunti utili per inquadrare un fenomeno allarmante.
L’ANAGRAFE Davanti a queste cifre la Regione ha deciso di intervenire con il progetto “Tutti a Iscol@”, potenziando il monitoraggio con l’Osservatorio sulla dispersione scolastica appena varato dall’assessora alla Pubblica istruzione, Claudia Firino. Primo obiettivo dell’Osservatorio, l’anagrafe regionale degli studenti, che «servirà anche a monitorare il progetto Iscol@ e capire dove si può intervenire meglio calibrando gli interventi» e combattendo l’abbandono scolastico. «La dispersione ha tanti padri e molti di questi non li conosciamo», dice l’assessora Firino, «ma sappiamo che gli interventi per aiutare i ragazzi devono essere globali, in grado di affrontare tanto le questioni didattiche quanto quelle legate all’inclusione, perché spesso ci sono fragilità sociali dietro l’abbandono scolastico. Nel 2014 nel mio primo messaggio agli studenti ho preso in prestito poche parole del libro “Lettera a una professoressa”: la scuola ha un problema solo, i ragazzi che perde». (a. le.)
 
 
 

L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 novembre 2016 / Pagina 32 – Oristano
SPERIMENTAZIONE
Via libera al progetto del mangime da microalghe
◗ ORISTANO Il Settore sviluppo del territorio del Comune ha concluso con esito positivo l’esame del progetto per l’installazione di un impianto per la coltura di biomassa algale, proposto dall’Imc di Torregrande. Il progetto prevede la sperimentazione dell’uso di microalghe per nutrire ricci di mare, ostriche e muggini da bottarga. All’Imc di Torregrande nascerà una coltivazione sperimentale che potrebbe dare il via libera alla produzione su larga scala di una sorta di “foraggio” per l’ambiente marino. Assieme all’Imc lavorano al progetto l’agenzia regionale Agris e le università di Cagliari e Sassari. Si punta a ottenere biomasse ad alto valore nutrizionale per le larve dei muggini da bottarga che dovranno ripopolare le lagune, ma anche per le ostriche o per altre produzioni in allevamento. Sono settori altamente strategici per la Sardegna che vanta il primato nel Mediterraneo per le ostriche di allevamento e per la bottarga di muggine, talmente ricercata da costringere i produttori a importare la materia prima da lavorare.
 
 

L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 novembre 2016 / Cronaca di Nuoro (Pagina 32 - Edizione CA)
L’Isre senza guida
La nomina è rinviata
Manca l’unanimità all’interno del consiglio di amministrazione. Slitta ancora la nomina del sostituto di Cristiana Collu alla direzione dell’istituto superiore Regionale Etnografico.
Quella del nuovo direttore dell’Isre è una vicenda senza fine. Il cda, composto dal presidente Peppino Pirisi, dal sindaco di Nuoro Andrea Soddu e dall’ex sindaco di Fonni Stefano Coinu, dopo l’ennesima riunione fiume di lunedì, non è riuscito ad esprime un nome condiviso. Il cda ha ufficializzato la nomina all’unanimità dei componenti del nuovo comitato tecnico scientifico. Nessuna sorpresa, il nuovo comitato è infatti composto dal professore Attilio Mastino, storico ed epigrafista, ex rettore dell’Università di Sassari, dal professor Felice Tiragallo, antropologo dell’Università di Cagliari e dal professor Ugo Collu, saggista e studioso, e docente di filosofia. Prendono il posto di Aldo Maria Morace, Antioco Floris e Marc Augè.
«L’Isre ringrazia calorosamente i componenti del nuovo comitato scientifico - scrive in una nota il presidente dell’Isre Pirisi - per aver accettato la nomina. Esprime, nel contempo, la convinzione che, nel solco della tradizionale missione dell’istituto, il loro autorevole contributo darà un nuovo e vigoroso impulso all’attività». Pirisi poi ha ringraziato i membri uscenti del comitato scientifico «per la preziosa, proficua e competente attività svolta» oltre a rivolgere un «non formale e sentito ringraziamento» al suo predecessore Bruno Murgia e a Gian Paolo Mele «per aver brillantemente diretto L’Isre negli ultimi tre anni. ( f. le. )
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 novembre 2016 / Pagina 9 - Cagliari 24 ore
Università e Comune alleati per rilanciare lo straordinario giardino scientifico nel cuore del capoluogo
L’ORTO BOTANICO COMPIE 150 ANNI
CAGLIARI L’Orto botanico di Cagliari compie 150 anni e l’Università che ne è proprietaria ha scelto di cambiare il suo destino: da straordinario scrigno naturalistico ben conosciuto nella comunità dei botanici italiani ma molto di meno dai non addetti ai lavori, a luogo di conoscenza e di incontro per chiunque, sardo o forestiero, voglia immergersi nella storia profonda della città. I 150 anni verranno celebrati con iniziative che promuoveranno la scoperta di questo gioiello dove tanti studiosi hanno lasciato il segno e che è cresciuto nell’amorosa cura di giardinieri passati anch’essi alla storia del luogo. Il primo atto celebrativo è stata l’inaugurazione dell’aula intitolata alla sassarese Eva Mameli Calvino, la madre dello scrittore Italo, che per tre anni, dal 1926 al 1929, fu la direttrice dell’Orto botanico e molto lavorò per far conoscere il luogo e arricchirlo di nuove specie. A questo proposito, sul filo tessuto nei decenni tra Orto e avvenimenti cittadini, la storica visita di questi giorni del presidente della Repubblica cinese, Xi Jinping, sarà ricordata per le specie di quell’areale piantate nel giardino . Ieri mattina, nella saletta all’aperto allestita sotto un gazebo, il direttore dell’Orto, Gianluigi Bacchetta, ordinario di botanica alla facoltà di Scienze, la rettrice dell’ateneo, Maria Del Zompo, e il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, hanno spiegato come tutti faranno la loro parte affinché l’Orto botanico sia ciò che il pubblico chiede: un giardino scientifico sempre aperto alle visite, inserito in un contesto urbanistico importante per storia e archeologia e, quindi, palestra cultural-scientifica per gruppi di appassionati e studenti. Che ci sarà il gradimento del pubblico lo provano i numeri: nella due giorni di Monumenti Aperti (lo diceva il sindaco Zedda) l’Orto botanico è uno dei siti più visitati, i visitatori fanno volentieri la lunga fila all’ingresso pur di entrare nel giardino delle meraviglie. Del Zompo: «Abbiamo creato qui un Centro servizi che da qualche mese gestisce l’Orto botanico per unire ricerca, approfondimento e la possibilità di star bene insieme, il tutto offerto ai cagliaritani. L’abbiamo chiamato Hortus Botanicus Karalitanus, l’antico nome di questo spazio. Collaborerà con gli enti e le associazioni che lo circondano: l’Università e la città non devono distinguersi l’una dall’altra. Proseguiremo insieme su questa strada». Zedda: «Assieme alla rettrice abbiamo stabilito di dare un contributo per i prossimi cinque anni per garantire l’apertura e le iniziative dell’Orto botanico. Svilupperemo le connessioni con Tuvixeddu e Tuvumannu, l’Orto dei Cappuccini, i parchi dell’ospedale civile e l’ospedale militare per splendide passeggiate urbane». Nel convegno pomeridiano si è fatto il punto sui progetti futuri per l’Orto botanico, Bacchetta: «Ci sarà una riunione degli Orti botanici italiani, laboratori per le scuole, con Forestas si promuoverà la conoscenza delle specie autoctone, punteremo su una comunicazione più efficace, sarà possibile una visita guidata attraverso un palmare senza app e senza consumo di traffico e tanto altro ancora».
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 novembre 2016 / Pagina 26 - Nuoro
DECISIONE DEL CDA
Nuovo comitato scientifico all’Istituto etnografico
NUORO Il consiglio d’amministrazione dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico ha nominato, all’unanimità, i componenti del nuovo Comitato Tecnico Scientifico: ne faranno parte sarà composto Attilio Mastino, già rettore dell’Università di Sassari, storico ed epigrafista, Felice Tiragallo, antropologo dell’Università di Cagliari e Ugo Collu, saggista e studioso, già docente di filosofia nelle scuole superiori. Il comitato sostituisce il precedente, del quale facevano parte i docenti universitari Aldo Maria Morace e Antioco Floris insieme con l’antropologo Marc Augé. Il consiglio d’amministrazione dell’Isre, presieduto da Giuseppe Pirisi (del quale fanno parte il sindaco di Nuoro Andrea Soddu e Stefano Coinu, ex sindaco di Fonni) non si è ancora pronunciato invece sulla nomina del direttore generale dell’istituto, incarico vacante da oltre un anno. La nomina, da sottoporre alla giunta regionale, dovrebbe comunque essere questione di giorni.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 novembre 2016 / Pagina 22 - Sassari
di Gian Mario Sias
Architetti e urbanisti a confronto in un convegno ad Alghero
È L’HOUSING SOCIALE LA NUOVA RISPOSTA AL PROBLEMA CASA
Appello alla politica: quella abitativa è ormai un’emergenza
◗ SASSARI «Occorre mantenere ben chiara la consapevolezza che quella abitativa è una vera e propria emergenza globale e che l’abitazione è ancora un bisogno primario per più di un miliardo di persone sparse per il mondo e costrette a vivere in condizioni precarie». È l’appello rivolto alla politica regionale, alle istituzioni sociali e agli enti locali dagli studiosi e dagli addetti ai lavori che per due giorni hanno partecipato a “Housing sociale: opportunità, problematiche e prospettive”, il convegno internazionale ospitato tra ieri e avantieri dalle aule didattiche del complesso di Santa Chiara, nell’ex ospedale civile di Alghero, che oggi ospita il Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari. Promosso e organizzato con il preciso obiettivo di favorire il diffondersi di una consapevolezza più responsabile, l’appuntamento ha rilanciato il tema, attualissimo anche al di là degli ambiti accademici, dell’housing sociale. «Nella nostra società è quanto mai indispensabile ripensare il tema della residenza», è la proposta degli esperti. La rivoluzione che hanno in mente e che propongono, tanto a livello locale quanto in ambito più ampio, è che questo sforzo congiunto di ridefinizione del concetto stesso di abitare sia ispirato anche «dai mutevoli fenomeni sociali, dai processi di migrazione, dalle mutate forme di composizione dei nuclei familiari e dalla necessità di considerare come prioritaria la questione della sostenibilità ambientale ed energetica». L’iniziativa curata da Massimo Faiferri e Alessandra Lai si è distinta in due separati momenti. I lavori di si sono concentrati soprattutto sull’housing social, tra architettura urbanistica e sostenibilità economica e sociale. Gli amministratori, i politici e i dirigenti territoriali di Area, l’Agenzia regionale per l’edilizia abitativa hanno avuto la possibilità, rara e preziosa, di confrontarsi, di discutere e di ascoltare le testimonianze di esperienze fatte altrove, come nel caso della Fondazione Housing Sociale Milano. I lavori programmati per ieri erano invece dedicati all’housing sociale in Italia e nel mondo, tema di cui ha dibattuto la tavola rotonda alla quale erano invitati a intervenire, tra gli altri, Paolo Mazzoleni, Stefano Guidarini, Camillo Botticini, Alijosa Dekleva, Antonello Marotta, Joaquin Pascal, Valter Caldana e Patrick Fransen. «Al giorno d’oggi la questione abitativa informa il dibattito culturale, passando dalla sfera della ricerca formale sulla qualità degli spazi per l’abitare a quella morale sulla tutela del diritto di ciascun individuo a una casa dignitosa», è la convinzione che ha ispirato il confronto. «Siamo tutti di fronte a nuove sfide e nuove domande», è l’avvertimento degli studiosi e dei tecnici, per i quali, «il tema dell’housing sociale è tornato in tutta Europa al centro dell’attenzione generale della politica, del mercato, dei cittadini e della ricerca scientifica».
 
 

LA NUOVA SARDEGNA 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 novembre 2016 / Lettere e commenti (Pagina 17 - Edizione CA)
Giornata del Ricordo a Esporlatu: un bell’esempio
Vorrei esprimere al sindaco e alla comunità di Esporlatu il mio apprezzamento per l’iniziativa di rendere omaggio a concittadini scomparsi istituendo la Giornata del Ricordo. Ma mi preme ricordare altri autentici protagonisti della vita della comunità, che hanno associato all’attività professionale la cura dell’amministrazione del Comune oppure la formazione dei giovani attraverso lo sport. In un contesto economico-culturale particolarmente difficile essi hanno saputo sopperire a limiti cognitivi di molti concittadini con la compilazione gratuita e il supporto nei vari uffici di atti riguardanti redditi, pensioni, contribuiti e rimborsi, denunce di successione, contrasti ecc. Tra questi emerge il nome di Rinaldo Solinas, primo cittadino di Esporlatu ad aver conseguito un diploma di laurea, a lungo sindaco del paese e in tale veste autore di importanti opere pubbliche. Ancora: Giovanni Michele Cappai, straordinario insegnante elementare, autore di progetti educativi all’avanguardia nel settore della metodologia delle classi aperte e di didattica della ricerca, autore di vari saggi per cui gli è stata attribuita una cattedra all’Università di Sassari, primo e finora unico esporlatese ad aver raggiunto questo prestigioso traguardo. Infine anche l’insegnante Quirica Nieddu, donna di grande spessore professionale e di costante impegno civile.
Bachisio Solinas, Sassari
 
 
 

LA NUOVA SARDEGNA 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 novembre 2016 / Economia Sardegna
di Luca Rojch
L’INTERVISTA»LA CRISI E LA SARDEGNA NEL MERCATO GLOBALE
L’economista francese critica la politica di austerity dell’Ue: deprime la società
FITOUSSI: L’ISOLA PUÒ FARCELA CON FORMAZIONE E TURISMO
«Sui sardi pesano ancora molto la precarietà e la disoccupazione giovanile»
SASSARI La felicità conta più del Pil. A sostenerlo non è un filosofo idealista, ma il più rigoroso degli economisti Jean Paul Fitoussi. Il presidente del consiglio scientifico dell’Institut d’études politiques di Parigi e membro del Consiglio di analisi economica del primo ministro francese domani sarà in Sardegna per presentare il Social impact investing, promosso dalla Regione. Fitoussi è quasi un eretico tra gli economisti. Critica la politica di austerity dell’Ue. E sostiene da tempo che il pil non sia uno strumento corretto per misurare lo stato di salute di un’economia, ma che il benessere debba essere il reale termometro. Istruzione, lavoro, salute, i punti cardine di una società che voglia crescere. Ma Fitoussi non è un teorico lontano dall’economia reale. Dimostra di conoscere bene la Sardegna e le sue debolezze strutturali. Come si possono aiutare le aree economicamente depresse come la Sardegna? «Per me è quasi elementare trovare i settori in cui si deve investire in Sardegna. L’educazione e le nuove tecnologie. Significa spendere su ricerca e sviluppo. Ma non solo. Si deve investire nel capitale umano e nel turismo. Credo che l’industria delle vacanze sia una fonte di reddito già importante, ma che deve crescere ancora in Sardegna. Ma deve avere un’economia diversificata. È dimostrato che queste resistono in modo maggiore agli choc macroenomici. Si deve avere anche un programma di sviluppo». La Sardegna vive una grande contraddizione Ha un’economia fragilissima, basso Pil, alta disoccupazione, giovanile in particolare, alto indice di emigrazione, giovanile. Ma è anche l’isola dei centenari. Uno dei posti nel Mediterraneo dove si vive più a lungo. In sintesi la Sardegna è una terra del benessere o del malessere? «In Sardegna ci sono ancora grandi contraddizioni. Sulla sua economia pesano la precarietà e la disoccupazione giovanile. A questo si deve aggiungere che è una regione invecchiata. Dobbiamo lavorare proprio per invertire questa tendenza». Lei sostiene che il Pil non sia un efficace misuratore della crescita di una società, non si sente un economista eretico? «Non so se posso dire che sono eretico, ma quello del Pil è un problema di misura. Dobbiamo sapere cosa misuriamo. Anche il terrorismo fa crescere il Pil, perché comporta maggiori spese per controlli, per pagare più forze dell’ordine e più misure di sicurezza. Ma questa crescita del Pil porta maggiore benessere sociale? No. La risposta è ovvia. Abbiamo bisogno di avere diverse misure per capire quello che avviene nella società. Abbiamo bisogno anche di indicatori di benessere. Questo evita ai governi di sbagliarsi nelle politiche che portano avanti. Se c’è una politica che permette di far aumentare il Pil e fa decrescere il benessere ci si deve pensare prima di attuarla. Per esempio secondo alcuni economisti il lavoro flessibile fa crescere il pil. Io credo che al contrario introduca un grado di incertezza tra i lavoratori che sia negativo per il benessere e quindi per l’economia». Lei verrà in Sardegna nei prossimi giorni per promuovere un’iniziativa il Social Impact Investing che spinge a finanziare le imprese a impatto sociale. È la nuova strada per la crescita economica? «Sono convinto che sia un’ottima iniziativa. Investire significa costruire il futuro. La redditività dell’investimento, se non è sbagliato, è largamente sufficiente per rimborsare i prestiti. Soprattutto quando il tasso di interesse è così basso». Sostiene che l’Europa della austerità debba lasciare il passo a quella degli investimenti. È sempre convinto sia la strada da seguire? «Io credo che l’austerità in un periodo di stagnazione sia la peggiore delle politiche. Perché ha un effetto diretto sulla disoccupazione. La fa crescere e impedisce la crescita egli investimenti. Non dà la possibilità di costruire un futuro e porta alla sofferenza sociale. Non si è mai ridotto il debito pubblico con le politiche di austerità. La Germania non ha avuto politiche di austerità. L’ha solo preteso dagli altri. Dunque sono politiche sbagliate perché non raggiungono l’obiettivo, al contrario distruggono il capitale economico, il capitale umano e il capitale sociale. Le politiche di austerità hanno fatto abbassare del 15% la ricchezza delle nazioni europee». In passato ha parlato del pericolo dei populismi e del loro potere persuasivo sulle masse. Mi pare che l’elezione di Trump confermi la sua analisi. Cosa ne pensa? «Trump è un fenomeno nato dal fatto che la maggior parte degli americani è stata esclusa dalla crescita economica. Poveri e precari non sono diminuiti, ma dopo la crisi, nel 2011, il 95 per cento della crescita è andata all’uno di per cento della popolazione, la più ricca. Trump è il simbolo di questa rivolta sociale. La stessa che si vive in Europa, in particolare nei paesi dell’Est. Ma anche qua in Francia il Fronte Nazionale è il primo partito. Se i governi continueranno con la politica di austerità saranno responsabili della scomparsa della democrazia».

L’INIZIATIVA
Cosa è il Social impact investing
Domani e venerdì ci sarà la due giorni “Gli strumenti finanziari e il Fondo Sociale Europeo in Sardegna” alla Manifattura Tabacchi di Cagliari. Tra gli ospiti il sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti e l’economista di fama mondiale Jean Paul Fitoussi. La manifestazione serve per spiegare gli strumenti di ingegneria finanziaria della Regione, gestiti dalla Sfirs e costituiti con fondi europei. La prima giornata è interamente dedicata all’ultimo nato, il Social impact investing, che la Regione Sardegna, prima in Italia e tra le prime in Europa, sperimenta. Social impact investing, tradotto in italiano significa “Investimenti sul e per il sociale”. È il volto buono della finanza, dell’economia e dell’impresa, che s’impegna a recuperare gli emarginati, a restituire agli ultimi, a cominciare dagli ex detenuti, un ruolo nella società. Prima in Italia e fra le poche in Europa, la Sardegna ha cominciato a sperimentare il modello. Ha iniziato con un finanziamento di 8 milioni, gestito dalla Sfirs, poi all’inizio del mese ha pubblicato il bando indirizzato a possibili investitori pubblici e privati, per lanciare infine entro l’anno quello dedicato alle nascita delle imprese sociali. È un finanziamento a rotazione e a tasso zero destinato a chi presenta progetti per dare un futuro a quanti oggi sono ai margini del mercato del lavoro. Dai cassa integrati di lungo corso, agli ex detenuti oppure ai giovani che vivono in aree disagiate.
 

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