Venerdì 21 ottobre 2016

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21 ottobre 2016
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 21 ottobre 2016 /  Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
Gessa: io, drogato
di neuroscienze
«Ci sono premi che toccano il cuore, altri sono graditi ma lasciano il tempo che trovano. Solo uno mi ha davvero emozionato: la cittadinanza onoraria di Olzai. Fa invidia a tutti i miei colleghi, che a volte di onorificenze ne hanno più di Breznev. Come Kennedy a Berlino, anche io ho detto ich bin ein Olzaesu ». A ottantaquattro anni lo scienziato Gianluigi Gessa è un premiato seriale. Potrebbe foderare le pareti di una stanza media con riconoscimenti internazionali alternati a pergamene dell'Accademia dei Lincei e della Società italiana di farmacologia. Il presidente della Repubblica Mattarella e il ministro della Salute Lorenzin oggi gli consegnano anche la medaglia d'oro al merito per la sanità pubblica.
Professore emerito di farmacologia all'università di Cagliari, ha iniziato la carriera negli Stati Uniti per poi - anni Sessanta - optare per la Sardegna, non proprio la culla della ricerca scientifica. Ha due passioni, una specie di doppio binario su cui ha attraversato la vita: «Il windsurf, che ormai uso solo quando spira il vento forza Gessa: un tempo era un'intensità più dignitosa, lo ammetto. L'altro sport sono le neuroscienze, lo pratico ancora con piacere. È anche un lavoro, l'unico al mondo che ti fa dire meno male è lunedì . Scoprire una cosa nuova mi dà emozioni più che erotiche».
 Qual è l'età per la pensione?
«C'è la verifica precisa di quel che un ricercatore produce. Finché le ricerche sono approvate e giudicate utili dal mondo scientifico, si può continuare a lavorare».
Tra i tanti allievi c'è qualche irriconoscente?
«Ne ho apprezzati tanti, irriconoscenti non ne conosco. Il fatto che sia ancora qui, nel Dipartimento, mi fa dire che nessuno mi ha tradito. Forse qualcuno leggendo questa frase dirà: “Si è dimenticato di me”. Di sicuro la ricerca è in buone mani, anzi in buoni cervelli, soprattutto quelli delle donne, che ormai sono la maggioranza. Lo dico alla mia età, senza altro fine se non quello di giudicarle onestamente».
Nel 2014 l'università di Cagliari era terza in una speciale classifica sul nepotismo: in cattedra c'erano sette parenti di tre rettori.
 «Conosco solo il mondo nel quale mi muovo e lì abbiamo avuto risultati eccellenti. Per esempio: il dipartimento di Farmacologia nel 2000 era al ventitreesimo posto nel mondo per la qualità della ricerca. È una ricchezza che vale la pena coltivare».
Lei ha studiato gli effetti delle droghe: la marijuana è più dannosa dell'alcol?
 «No, e neppure della nicotina. Ma danneggia fortemente chi non ha ancora raggiunto la maturità».
 Perché non legalizzare le droghe leggere?
«Tutto quello che accade negli Stati Uniti viene trasmesso al resto dell'impero, quindi prima o poi ci sarà una forma di liberalizzazione anche in Italia. I produttori di tabacco si stanno organizzando per gestire questo immenso affare. Magari disegneranno pacchetti attraenti con la scritta: le droghe uccidono. »
 Cocaina?
«Ci sono consumatori che la usano tutta la vita, altri che vengono sedotti e ne consumano troppa e pure frequentemente. Di cocaina si può morire e anche impazzire. Il primo a scriverne è stato Freud, che l'aveva provata. A fine Ottocento arrivò in Europa, purissima. Lui si chiese come fosse possibile che una molecola esterna producesse in lui una sensazione di piacere simile a quella provata in altre circostanze. A quei tempi i medici pensavano che il cervello fosse disabitato, la scoperta dei neuroni era lontana. Quando fu fatta, diedero un nome alla sorella endogena della cocaina che ci eccita naturalmente: dopamina».
 Droghe sintetiche?
«Dopo aver scoperto le temibili cinque - alcol, nicotina, eroina, thc, cocaina - l'uomo ha creato sostanze analoghe più potenti e resistenti: le anfetamine. Le hanno usate i piloti giapponesi kamikaze, le assumono quelli che tagliano le teste agli infedeli . Chi le prende è un diversamente intelligente».
 Ha mai provato stupefacenti?
«Ho fumato marijuana, come quasi tutti. Ho sperimentato gli effetti dell'anfetamina per ricordare date e dettagli all'esame di maturità».
Cocaina?
«L'ho testata. È una curiosità naturale per un farmacologo. Non ha provocato la reazione che supponevo, forse perché la dose non era comparabile con la forza della dopamina che ho in corpo».
 Le case farmaceutiche puntano solo al business?
«L'industria è avidamente interessata a che gli uomini si ammalino».
Medicinali inutili o dannosi?
«In commercio c'era il Cronassial, prodotto dalla Fidia, una società che finanziava generosamente tanti laboratori, inclusi il nostro e quello di Stoccolma collegato al Nobel. Era il farmaco dei vecchi, costava molti soldi e prometteva la ricrescita dei neuroni. Era scarsamente efficace e per di più generava la pericolosa sindrome di Guillain-Barré, un'infiammazione del midollo spinale. La commissione unica del farmaco - di cui facevo parte - lo eliminò».
 Certi farmaci generano dipendenza?
«Tempo fa in Francia segnalai questo rischio per un medicinale già in produzione. Il direttore di un'importante casa farmaceutica mi rispose: “Magari, professore”».
 La politica è una droga?
«Hanno punti in comune. Ripete l'istinto animale di uccidere, che nell'uomo si chiama vincere. Io nella politica ho goduto di una gratificazione che invece si chiama stipendio. I trombati provano sensazioni simili alla crisi d'astinenza».
 Al momento dell'elezione in Consiglio regionale disse che lasciava i topi da laboratorio per gli squali da assemblea.
«Una visione romantica che avevo prima di conoscerli. In realtà la maggior parte sono squali domestici».
 È stato capolista del Progetto Sardegna di Renato Soru.
«Mi ha attratto la sua personalità e il suo programma. Ho pensato - senza cambiare idea - che fosse un capitale da spendere, magari con più generosità da parte sua».
Decine di consiglieri, lei compreso, sono finiti nell'indagine giudiziaria sulle spese pazze con soldi pubblici.
«Di qualcuno non mi sono meravigliato. Attendo di chiarire il mio caso di fronte a un giudice».
Cosa pensa della nuova, miliardaria Asl unica?
«Non parlo di cose che conosco poco».
 Anche lei sogna una Sardegna-Stato?
«La speranza si basa su niente, in tempi di disgregazione c'è solo l'auspicio di alcuni che i piccoli possano diventare forti. Invece l'unica ricchezza che abbiamo sono gli uomini e le donne, se li lasciamo emigrare non ci sarà futuro. Il rischio è un'isola con tanti centenari, senza più bambini».
 ppaolini@unionesarda.it
 
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 21 ottobre 2016 / Primo Piano (Pagina 8 - Edizione CA)
Comitato delle Regioni Ue
Clima, il futuro nasce a Cagliari: esperti al lavoro
Si incontreranno questa mattina a Cagliari, per parlare di buone pratiche sul clima, il Comitato europeo delle Regioni (CdR) e la Regione Sardegna. Si parlerà di come poter raggiungere l'obiettivo di rispettare l'Accordo di Parigi che mira a contenere il riscaldamento globale sotto i due gradi entro il 2030.
L'incontro pubblico è promosso e finanziato dal CdR, organizzato dalla Regione Sardegna, e può contare sul supporto della Società italiana per le scienze del clima e del Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici. L'appuntamento di oggi è il primo in forma pubblica sul parere a firma di Pigliaru che il 12 ottobre scorso è stato approvato a Bruxelles durante la riunione del CdR. Interverranno il presidente Pigliaru e il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, prima di aprire il dibattito con il Comitato sul ruolo delle Regioni e delle città all'interno dell'Accordo di Parigi. Parleranno insieme al governatore, Marco Dus e Petr Osvald. I lavori proseguiranno in due sessioni: la prima, moderata dall'assessore dell'Ambiente, Donatella Spano, è incentrata sul ruolo dei governi regionali nell'implementazione dell'accordo globale sul clima. La seconda, illustra le tematiche della ricerca, della crescita e degli investimenti per il raggiungimento degli obiettivi di Parigi. A moderare il dibattito sarà Carlo Carraro, professore di Economia ambientale dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Sono previsti gli interventi di Claire Jacobs del Wageningen Environmental Research, il direttore di Climate-KIC Italia, Angelica Monaco, e Petr Osvald. (m. s.)
 
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 21 ottobre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
L'Ersu: l'insufficienza è cronica, a fine anno accademico sarà pronta via Montesanto
TROPPI STUDENTI SENZA ALLOGGIO
Unica 2.0: «Servono soluzioni all'emergenza dei fuori sede»
Soltanto 680 studenti universitari fuori sede avranno, quest'anno, un posto nelle case dello studente attive in città (via Trentino, via Businco e via Biasi) o nella foresteria di via Sassari. Peccato, ricorda l'associazione studentesca Unica 2.0, che gli idonei, sui circa 13.000 iscritti all'Ateneo che non risiedono a Cagliari e i 1.293 che hanno fatto richiesta per un posto alloggio, 1.093 siano «entrati in graduatoria come idonei poiché possiedono i requisiti per ottenere il servizio».
125 CONTRIBUTI Di questi, prosegue Unica 2.0, soltanto 810 sono «risultati beneficiari di posto alloggio». Il presidente dell'Ersu, Antonio Luca Funedda, corregge questo dato: «Sono 825. Cioè 825 studenti che, avendo un Isee inferiore ai 20 mila euro e un Ispe inferiore ai 50 mila, hanno il numero di crediti formativi prescritto per accedere agli alloggi (eccettuate le matricole cui è riservato il 25 per cento dei posti)». Ma la sostanza non cambia: 145 studenti che avevano diritto a un alloggio si sono dovuti accontentare di un contributo di 1.800 euro per ammortizzare il costo di un anno di affitti.
 SANNA «La mancanza di un adeguato numero di posti alloggio, atto a garantire il domicilio a tutti i fuori sede che ne abbiano diritto è una delle problematiche del nostro Ateneo», attacca il coordinatore dell'associazione studentesca, Carlo Sanna (neo-nominato nel direttivo, insieme a Roberto Vacca, responsabile dell'organizzazione, e Lisa Ferreli, area comunicazione e stampa).
FUNEDDA «L'emergenza abitativa, o meglio la cronica carenza di alloggi per gli studenti fuori sede è evidente», ammette Funedda. «Ed è vero che una città che voglia dirsi universitaria dovrebbe mettersi in grado di soddisfare le esigenze non solo di ragazzi con famiglie che vivono in una situazione di necessità accademica ma anche per gli altri: se ci fossero più alloggi, calerebbero anche gli affitti, che peraltro come Ersu stiamo monitorando e quest'anno sono stati inferiori agli anni scorsi».
 CASE CHIUSE Sanna insiste: «Come ribadiamo da anni, è necessario investire sulla residenzialità studentesca in maniera progettuale. Il Campus di viale la Playa, che peraltro non ha ancora visto la posa della prima pietra, non sarà comunque sufficiente a coprire la domanda di posti alloggio, a fronte dell'attuale chiusura delle strutture di via Montesanto e di via Roma. Riguardo quest'ultima struttura, parrebbe inoltre mancare la volontà di riqualificazione e ripristino della sua vecchia funzione di Casa dello Studente».
 «MANCANO I SOLDI» Sulla casa dello studente di via Montesanto, Funedda spiega che «i lavori sono in corso e prevediamo di riaprire entro la fine dell'anno accademico: significherà avere a disposizione altri 208 alloggi». Quanto a via Roma, «a mancare non è la volontà ma sono i soldi. Ma non è una partita in capo all'Ersu». Unica 2.0 annuncia che farà «maggiori pressioni nei confronti delle istituzioni per trovare soluzioni efficaci e strutturali alla questione della residenzialità e porre fine alla corsa per il posto alloggio».
 Marco Noce
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 21 ottobre 2016 / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
Una legge “capitalizzava” l'esperienza all'estero ma la Regione non ha stanziato i soldi
CERVELLI SARDI, UN RIENTRO-BEFFA
Scrivono a Pigliaru 7 ricercatori sassaresi: «Ci avete tradito»
«Gentilissimo Presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, a scriverle è un ristretto gruppo di ricercatori a tempo determinato che svolgono il proprio mandato presso l'Università di Sassari e si trovano oggi davanti al vergognoso silenzio che avvolge l'eventuale proroga dei contratti, per alcuni di noi ormai divenuta così prossima che le vacanze di Natale non sappiamo ancora se le trascorreremo da ricercatori o da disoccupati. E fin qui, caro Presidente, niente di nuovo. Di colleghi con la data di scadenza ne abbiamo visti tanti, in questi anni, sollevarsi in protesta per conoscere le sorti del proprio destino».
LA LEGGE «Noi però facciamo parte di quei ricercatori tornati in Patria per il celeberrimo programma regionale “Rientro dei cervelli”, legge regionale 3 del 2008, entrati in servizio nel novembre 2013. Rappresentiamo, infatti, la versione sarda del concorso per ricercatori “Rita Levi Montalcini” a livello ministeriale. Il nostro concorso prevede, per legge, “la promozione di occasioni di rientro nell'Isola di docenti e ricercatori sardi che abbiano maturato importanti esperienze professionali all'estero”. Ci sono, fra noi, casi di chi ha abbandonato carriere ben avviate in Gran Bretagna e addirittura negli Stati Uniti presso la prestigiosissima John Opkins University. La Regione inoltre ha investito 500 mila euro nel finanziare i singoli progetti di ricerca di cui siamo titolari, che in questi tre anni si è tradotto nell'acquisto di costosi macchinari e nell'avvio e potenziamento di laboratori di ricerca».
LA SCADENZA «Il 30 novembre 2016 scadranno i nostri contratti e restiamo basiti di fronte a tanta indifferenza e silenzio. Adesso infatti ci troviamo con una carriera abbandonata a metà nei Paesi che ci avevano accolto anni fa e una carriera abortita qui in Italia. Infatti, se la proroga non dovesse arrivare per novembre, ci troveremmo nell'incresciosa situazione di dover partecipare all'abilitazione nazionale da disoccupati». «In questi mesi ci siamo spesi in una continua sensibilizzazione nei confronti della Regione, ma alla richiesta dei fondi da parte del rettore dell'Università sassarese Massimo Carpinelli ancora non è stata data alcuna risposta ufficiale. Pare però, da voci che si rincorrono in Ateneo, che la Regione non abbia i fondi per coprire l'ammontare dell'intera spesa per le proroghe dei nostri contratti. Eppure da ambienti regionali ci era stato garantino a suo tempo che il programma “rientro dei cervelli” possedeva fondi residui accantonati. Infatti dai precedenti bandi avanzò una somma complessiva di almeno 1,459 milioni di euro. Tali fondi, però, sono stati successivamente cancellati dal bilancio e destinati ad altre spese. Tale azione (legittima?) ci lascia ora completamente scoperti dal punto di vista finanziario. Senza un forte intervento di tipo politico i nostri destini sono ormai segnati».
IL CONTRATTO «Noi stiamo chiedendo solo ciò che ci spetta per contratto e per legge (il cosiddetto +2), il minimo sindacale per chiudere un percorso che prevede 5 anni di attività e non soli 3 per un ricercatore a tempo determinato di tipo A. Stupisce, inoltre, la grossa contraddizione che si perpetra di progetto regionale in progetto. Infatti lo scorso anno - ed è solo un esempio - la Regione Sardegna stanziò 750 mila euro (addirittura 250 mila in più rispetto a quanto richiesto originariamente dall'Ateneo di Sassari) destinati a finanziare l'arrivo di numerosi “visiting professor” esteri per seminari e attività didattiche. Interessante scelta quella di spendere così tante risorse per far venire esperti dall'estero, per poi dichiarare di non avere fondi a sufficienza per tenersi dei ricercatori sardi specializzatisi all'estero e fatti rientrare con un apposito concorso».
I PARADOSSI «È notizia di pochi giorni fa lo stanziamento di 7 milioni di euro per il nuovo programma “Entrepreneurship & Back”, volto a mandare i giovani a trovare ispirazione nelle realtà lavorative estere per poi tornare e applicarle in Sardegna. Forse, però, caro Presidente, lei che fu un fautore del “Master and Back”, sarebbe il caso di prendersi cura anche di quei ricercatori che la scelta del rientro la fecero tre anni fa, scommettendo sulla propria terra, sulla possibilità che ci fosse margine di miglioramento e di integrazione. Qualora la nostra proroga salti saremmo costretti a varie azioni di emergenza quali ad esempio un esposto alla Corte dei Conti per sperpero di denaro pubblico. Noi sardi siamo abituati, a questi paradossi. Basti ricordare il G8 della Maddalena. Però, forse, se anche abituati, non siamo più disposti a subirli in silenzio».
 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 21 ottobre 2016 / Borsa (Pagina 19 - Edizione CA)
Proclamato per oggi da Usb
Trasporti, scuola, uffici pubblici: sciopero generale
ROMA Trasporti, scuola, sanità, uffici pubblici: si preannuncia un venerdì nero per i cittadini, in conseguenza dello sciopero generale nazionale di 24 ore proclamato per oggi. I disagi si registreranno soprattutto nei trasporti, interessati infatti bus, metro, treni, navi e aerei. Il trasporto aereo garantisce i voli dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21, spiega una nota di Alitalia. I dipendenti delle società di trasporto marittimo scioperano a cominciare da un'ora prima delle partenze di oggi. Sui treni, il personale fisso si ferma per tutta la giornata, gli addetti alla circolazione dalle 9 alle 17. Trenitalia comunica che le Frecce circoleranno regolarmente e sul suo sito Internet pubblica un elenco dei treni che subiranno variazioni.
Lo sciopero è indetto da Usb e altri sindacati di base. «Uno stop dei trasporti, settore colpito da ristrutturazioni, privatizzazioni e tagli al personale, inserito in uno sciopero generale necessario che, ne siamo certi, sarà compreso e condiviso dagli utenti, perché ha alla base motivazioni che toccano gli interessi di tutti», sottolinea una nota. «Lotta alla precarietà e alle privatizzazioni, difesa dello stato sociale, nuova occupazione per i giovani e per chi il lavoro lo ha perso, pensioni e salari dignitosi, sanità e scuola pubbliche e efficienti. Infine anche il “No” al referendum». Domani a Roma in programma una manifestazione nazionale.
 
 
 

6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 21 ottobre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Pubblicato il rapporto annuale ICityRate. Nel settore “economy” si arretra di 20 posizioni
LA CITTÀ PIÙ SMART DEL SUD ITALIA
Classifica positiva grazie a mobilità, accoglienza, partecipazione
Come si misura l'intelligenza delle città? Dalla loro capacità di essere più vivibili e competitive, di guardare avanti facendo scelte e investimenti per il presente pensando al futuro. Così, anno dopo anno, Cagliari sta crescendo, restando salda al primo posto nel Sud e riducendo il divario con le piazze storicamente più ricche ed “evolute” del Nord. La conferma arriva dal rapporto annuale ICityRate, realizzato da Fpa passando al setaccio 106 Comuni capoluogo d'Italia sulla base di 150 indicatori statistici.
 LA CLASSIFICA In testa c'è sempre Milano, con punteggi alti un po' dappertutto, che dietro fa il vuoto con un distacco netto da Bologna e ancora di più da Venezia. Cagliari è un po' più giù, al 54° posto, con un balzo in avanti di sei posizioni rispetto al 2015, a guidare la riscossa del Mezzogiorno (Isole ovviamente comprese) che riduce le distanze dal Nord anche se resta lontano dalla top ten. Buone notizie anche per Oristano (numero 80), che resta sotto Sassari (76) che però perde due posizioni. A chiudere la graduatoria sarda c'è Nuoro (96, meno sei posti), maglia nera per il dato sugli omicidi volontari.
 IL PUNTEGGIO Cagliari guadagna anche l'ottavo piazzamento (su 14) tra le città metropolitane. Le migliori performance sono quelle legate alla mobilità (21ª in tutta Italia), settore che comprende tra gli altri indicatori come la ciclabilità, i posti a chilometro offerti dal trasporto pubblico locale, la quota di occupati che impiegano meno di 30 minuti per raggiungere il posto di lavoro. Il risultato migliore però arriva dalla categoria “people”, accoglienza, che misura il capitale umano, la partecipazione civica, lo sviluppo di una città multiculturale, a bassissimo tasso di discriminazione, con un mercato del lavoro dinamico. Secondo questi parametri Cagliari risale in un anno dal 56° al 22° posto con buoni risultati, come spiega il rapporto, su «equilibrio occupazionale di genere, accessibilità scolastica, connessione delle famiglie e livello di istruzione della popolazione». Un altro segnale confortante arriva dalla capacità di generare imprese “ad alta conoscenza”, uno dei punti forza certificati dall'ICityRate, che però non basta a far crescere il settore “economy”, in perdita di oltre venti posizioni. Pesano negativamente, con ogni probabilità, altri dati meno tecnologici, come il numero delle aziende attive per popolazione o il rapporto tra impieghi e depositi bancari. Risultati insoddisfacenti anche sul fronte della “sostenibilità ambientale”, calcolata in base a una serie di indicatori che vanno dalla qualità dell'aria alla raccolta differenziata, dalla dispersione della rete idrica alla disponibilità di verde urbano fino soprattutto al consumo di energia (quest'ultimo evidenziato in rosso come «punto di debolezza»). Va meglio invece sul versante della legalità, con un basso livello di “criminalità organizzata e mafiosa” e su quello della qualità della vita, che mette insieme variabili come l'assistenza sanitaria, l'offerta di intrattenimento artistico, culturale e sportivo, e i servizi di connessione residenziale.
 LE RETI E la connessione a Internet ad alta velocità è una delle principali scommesse di una smart city. Lunedì il sindaco Massimo Zedda e l'amministratore delegato di Enel Open Fiber, Tommaso Pompei, presenteranno il progetto per la banda ultralarga in città. Ci saranno anche l'assessora alla Mobilità con delega ai servizi tecnologici, Luisa Anna Marras, e l'assessora all'Innovazione tecnologica, Claudia Medda.
 Alessandro Ledda
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA

7 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 21 ottobre 2016 / Pagina 22 - Edizione nazionale
Gli studenti studiano “eLezioni americane”
SASSARI Il Dipartimento di Scienze politiche, Scienze della comunicazione e Ingegneria dell'informazione dell'Università di Sassari propone "eLezioni americane. Ciclo di incontri sulle Presidenziali Usa 2016", per seguire passo passo, con le cattedre di Comunicazione politica e Scienza politica, gli ultimi decisivi giorni della campagna elettorale prima dell'Election Day dell'8 novembre. Oggi, alle 15, nell'aula magna del Polo didattico del Quadrilatero in viale Mancini, il giornalista Christian Rocca sarà protagonista del primo degli appuntamenti in programma, intitolato "Il prossimo Presidente Usa. Cronache e analisi giornalistica delle elezioni americane". Direttore di IL (Idee e Lifestyle del Sole 24 Ore), inviato ed editorialista del Sole 24 Ore, Rocca è stato corrispondente dagli Stati Uniti per Il Foglio e autore di numerosi saggi, tra i quali "The Intelligent Lifestyle Magazine - Smart Editorial Design, Ideas and Journalism" (Gestalten, 2016) ed "Esportare l'America" (I libri del Foglio, 2003). L'incontro, che si aprirà con i saluti del rettore dell'ateneo Massimo Carpinelli, sarà moderato da Marco Calaresu e Laura Iannelli. Sarà l'occasione per riflettere sugli accesi dibattiti tra Donald Trump, candidato Repubblicano, e Hillary Clinton, candidata Democratica alla successione dell'attuale presidente Barack Obama. L'ultima sfida televisiva tra i due candidati si è svolta mercoledì, immediatamente prima dell'appuntamento sassarese con Christian Rocca. Nel corso dell'evento, in cui si parlerà della campagna elettorale e della sua copertura giornalistica, verrà presentato il nuovo numero di IL dedicato alle elezioni Usa 2016. La lezione sarà aperta non solo agli studenti, ma a tutti i gli interessati.
 
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 21 ottobre 2016 /Pagina 22 - Edizione nazionale
Malattie infettive ai raggi X
IL CONVEGNO Oggi alle ore 17 nella clinica di malattie infettive
SASSARI Le malattie mutano nel tempo, virus e batteri sconosciuti si aprono la strada. Per molte deve essere essere ancora ingaggiata una battaglia che li sconfigga, altre invece, grazie a nuove scoperte mediche e a cure di nuova generazione, vengono fronteggiate. E sull’evoluzione delle malattie infettive tiene oggi una relazione, nel corso di un convegno promosso dal Soroptimist Club di Sassari, un’esperta del settore, la professoressa Maristella Mura (nella foto), direttrice della clinica di malattie infettive dell’università, dove vengono curati casi di Aids e dove è stato affrontato il secondo caso italiano di Ebola. Il convegno si svolge nell’aula Andreoni della clinica universitaria di viale San Pietro, con inizio alle ore 17.
 
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 21 ottobre 2016 /Pagina 15 – Lettere e commenti
LA PAROLA AI LETTORI > RISPONDE MANLIO BRIGAGLIA
Esami universitari e voti con cui “scherzare”
Anno 1961, mese di giugno. Studente lavoratore trasferito da poco dalla Sicilia in Sardegna. Un poco avventuriero. Affronto il primo esame all'Università con un docente-antropologo di fama mondiale: Ernesto De Martino. L'assistente Clara Gallini è in sciopero. Il professor De Martino decide di fare ugualmente gli esami e procede alle interrogazioni. All'inizio del colloquio mi permetto di fare osservare che la sua traduzione di un canto funebre popolare siciliano reca un errore: "chiai" viene tradotto "chiavi", in realtà significa "piaghe". Il professore ne prende atto e mi ringrazia. L'esame prosegue, a dir poco, così-così. Mi sarei accontentato di un miserabile diciotto. Il professore mi dice che al massimo merito un ventidue, ma dato che gli ho dato quel prezioso suggerimento mi premia con un venticinque… Successivamente, però, l'esame viene annullato per la mancanza dell'assistente. Lo sostengo una seconda volta con la commissione al completo, quindici giorni dopo, pro forma. Il professore si limita a correggere la data nel libretto e nel registro. Ho la faccia tosta di chiedere di darmi un voto in più per avermi costretto a tornare. Simpaticamente mi risponde che dovrei offrirgli un caffè per la fatica della correzione della data. Il professor De Martino, persona amabile, ha l'aspetto e il modo di vestire di un impiegato statale di gruppo C. Ma la storia non finisce qui. Qualche giorno dopo sostengo l'esame di storia della lingua e della grammatica italiana con un eminente glottologo, Emidio De Felice. Anche qui non mi sarei dato più di un diciotto. Il professor De Felice me lo dice chiaramente, ma, leggendo sul libretto un venticinque dato dal suo illustre collega, per non abbassarmi la media mi attribuisce un venticinque anche lui. Tutto grazie all'errore di traduzione dal siciliano.
Adolfo Valguarnera Cagliari
                                                                                  * * *
Grazie del divertente ricordo. C'è una morale da trarne? Ad esagerare si potrebbe dire che allora anche le piccole Università (senza offesa per Cagliari) avevano grandi professori, molti dei quali, pure di passaggio qui in Sardegna, hanno studiato l'isola nei suoi riti (come De Martino) e nella sua lingua (come De Felice), incoraggiando spesso la carriere di allievi importanti, come la stessa Clara Gallini. E che proprio perché grandi professori sapevano che i voti sono soltanto numeri con i quali qualche volta si può anche scherzare.

 
 
 
 

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