UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 9 novembre 2016

Mercoledì 9 novembre 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 novembre 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 9 novembre 2016 / Esteri (Pagina 11 - Edizione CA)
La carta di genere
Da Cagliari arriva l'analisi del linguaggio di Hillary
La carta di genere è entrata nella campagna elettorale di Hillary Clinton. A svelarlo sono le ricerche condotte da Michela Giordano, docente dell'Università di Cagliari, sulle strategie linguistiche adottate dalla candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti per affermare la propria autorevolezza e la propria competenza nel mondo politico.
Il volume (dal titolo “18 Million Cracks in the Glass Ceiling. Language, Gender and Power in Hillary R. Clinton's Political Rhetoric”) si sofferma sui cambiamenti adottati nel linguaggio utilizzato da Hillary dagli anni in cui era First Lady al periodo del suo mandato come segretario di Stato.
Il libro esplora il rapporto tra le tematiche linguistiche, politiche e di genere attraverso la figura dibattuta e controversa di Hillary. L'analisi condotta dalla Giordano esamina la candidata come esponente politico impegnato in interviste e dibattiti e come personaggio pubblico preso di mira dei mass media.
 
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 9 novembre 2016 / Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 9 novembre 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
RIFORMA COSTITUZIONALE
Oggi alle 10 nell'aula magna della facoltà di ingegneria dibattito sulla riforma costituzionale. A sostegno delle ragioni del sì parlerà Gianmario Demuro, assessore regionale agli Affari Generali; a sostegno del no interverrà Andrea Pubusa, ordinario di diritto amministrativo all'Università di Cagliari.



4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 9 novembre 2016 / Spettacoli e Società (Pagina 38 - Edizione CA)
Tre weekend, si inizia sabato 12
Critica e cinema, seminario a Cagliari
Da sabato 12 novembre, e per tre weekend consecutivi, via al seminario di introduzione alla critica e alla analisi del film “Leggere e scrivere il cinema”, organizzato dall'associazione “Cagliari in cortometraggio”. Il corso vuole infatti fornire gli strumenti per leggere e scrivere un testo filmico; far riflettere sui diversi approcci alla critica; spiegare lavoro e metodologie del critico cinematografico. Le lezioni saranno suddivise fra teoria ed esercitazione pratica e saranno tenute dai professori David Bruni (Università di Cagliari), Antioco Floris (Università di Cagliari), Roy Menarini (Università di Bologna), Emiliano Morreale (Università la Sapienza di Roma), dai critici cinematografici Sergio Naitza, Gianni Olla ed Elisabetta Randaccio e dalla direttrice di Rai3 Sardegna, Anna Piras. Tutta la didattica si svolgerà a Cagliari. Il numero di partecipanti è fissato a 100 corsisti ed è prevista una quota di iscrizione di 120 euro (30 euro per gli studenti universitari) per l'intero pacchetto di lezioni. Info: 329 7874604.
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 9 novembre 2016 / Spettacoli e Società (Pagina 39 - Edizione CA)
Saggistica
Dialogo con Bassani: Carlo Figari presenta il suo prezioso lavoro
Nel centenario della nascita di Giorgio Bassani, nato a Bologna da famiglia ferrarese il 4 marzo 1916 e scomparso a Roma a 84 anni, in città sono in programma due eventi per ricordare la figura dell'autore de “Il giardino dei Finzi-Contini”.
Si comincia oggi alle 11 nell'aula Motzo della facoltà di Studi Umanistici con la presentazione di “Incontro con Bassani”, un saggio del giornalista e scrittore Carlo Figari, già vice direttore L'Unione Sarda. Si tratta di un ebook (ma il volume è disponibile anche in edizione cartacea, AM&D edizioni, 84 pagine) con l'audio di un'intervista inedita a Bassani raccolta da Figari nel 1979 e di recente recuperata e digitalizzata dalla Cineteca Sarda. Con l'autore interverranno i docenti Duilio Caocci e Nicola Turi. Sarà l'occasione per ascoltare in tredici minuti le risposte ficcanti di Bassani alle domande di Carlo Figari, interessato a indagare la struttura profonda de Il giardino dei Finzi-Contini, romanzo del 1962 che dieci anni dopo ispirò la pellicola con cui Vittorio De Sica portò a casa l'Oscar.
Il secondo appuntamento è lunedì alle 17.30 agli Amici del Libro, in via San Lucifero 71. Figari presenterà il suo lavoro dialogando con Roberto Pianta, preside del liceo Dettori. Ci si soffermerà su due articoli, contenuti nel saggio, pubblicati nel 1996 su L'Unione da Antonio Romagnino, in cui viene rievocata l'amicizia di Bassani con Giuseppe Dessì, Claudio Varese e Mario Pinna. (fa.mar.)
 
 

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 9 novembre 2016 / Cultura (Pagina 37 - Edizione CA)
Lutto Sì è spento ieri sera a Milano, all'età di 90 anni, l'oncologo, ex ministro e senatore
ADDIO UMBERTO VERONESI, GRANDE PALADINO DELLE DONNE
Gratitudine. Per aver consentito di non essere più mutilate. È il sentimento che migliaia di donne operate di tumore al seno hanno provato per Umberto Veronesi, teorizzatore e strenuo propositore della chirurgia conservativa. Appassionato medico, uno dei più autorevoli oncologi al mondo, aveva dimostrato come nella maggioranza dei casi la sopravvivenza della paziente, purché abbinata alla radioterapia, sono le stesse di quelle della mastectomia. Ieri sera, lo scienziato che ha dedicato la sua vita a lottare contro il cancro, cercando una strada che non mortificasse il corpo della donna e la sua femminilità, è morto all'età di 90 anni a Milano, la città dove era nato il 28 novembre 1925.
 L'IMPEGNO La quadrantectomia era la sua creatura più cara. Una tecnica, diventata oggi patrimonio della chirurgia oncologica, che lo ha reso noto in tutto il mondo: si asporta solo la porzione di seno colpita dalla malattia, “conservando” il resto. Ma negli anni '70-80, il sospetto era forte come le resistenze di chirurghi ancorati a una visione tradizionale centrata sull'intervento radicale. Il 1981 segna l'anno della consacrazione internazionale di Veronesi: sul “New England Journal of Medicine” viene pubblicato un suo studio condotto su 700 donne per confrontare l'efficacia di mastectomia e quadrantectomia. Le probabilità di guarigione risultano sovrapponibili, con il vantaggio che la quadrantectomia salva anche la qualità della vita. Il resto è la storia di una vita sempre dedicata, con grande coerenza, all'impegno.
GLI INIZI Figlio di un fittavolo della pianura lombarda, cresciuto nei sobborghi di Milano, si laurea nel 1950 in Medicina alla Statale ed entra come volontario all'Istituto nazionale tumori (Int), di cui diventerà direttore generale nel 1975. Raccontò più volte di essersi voluto occupare di cancro a tutti i costi, in anni in cui «la bestia nera della medicina» non lasciava speranze, rinunciando a una carriera più comoda e veloce. La strada conservativa sarà la sua «ossessione». Veronesi approda così alla biopsia del linfonodo sentinella per evitare la dissezione ascellare nei casi in cui i linfonodi sono sani. Poi arriva la radioterapia intraoperatoria, che si esaurisce in una sola seduta, durante l'intervento stesso. Scoperte che segnano la “seconda vita” di Veronesi nell'Istituto da lui fondato a Milano con il banchiere Enrico Cuccia: l'Ieo (Istituto europeo di oncologia), Irccs privato convenzionato con il Servizio sanitario nazionale di cui è stato direttore scientifico fino al 2014.
 OSPEDALI PIÙ BELLI Se la ricerca e l'Ieo sono stati i grandi amori della sua vita, - fino agli ultimi anni lo si vedeva camminare nei corridoi con la tuta verde da chirurgo - Umberto Veronesi sarà ricordato come il ministro della Sanità che si battè perché gli ospedali diventassero luoghi meno "brutti"; divenne poi senatore nelle file del Pd durante la XVI legislatura; paladino dei diritti delle coppie omosessuali - «il loro è l'amore puro. L'omossessualità è una scelta consapevole e più evoluta» - era sostenitore di un approccio laico alla vita, una scelta di campo che lo ha portato in più di un'occasione a essere in rotta di collisione con la Chiesa cattolica. Il suo credo più profondo era infatti la libertà della ricerca scientifica, il diritto a sottoscrivere un testamento biologico, strumento che fu il primo a lanciare in Italia, il diritto di scegliere quando andarsene (eutanasia).
 TREDICI LAUREE Pro Ogm, favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere, aperto a strumenti come la pillola abortiva RU486, animalista, vegetariano, aveva recentemente sostenuto la necessità di un digiuno purificatore una volta al mese. Il medico con tredici lauree honoris causa, che ha una Fondazione che porta il suo nome, ha avuto una vita intensa e anticonformista. Da alcune settimane le sue condizioni di salute si erano progressivamente aggravate. Si è spento nella sua casa, con accanto la moglie Sultana Razon, pediatra e i sei figli.
 Caterina Pinna
 
 

7 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 9 novembre 2016 / Provincia di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
MONSERRATO. Saldo negativo tra emigrati e immigrati anche nel 2016
«Troppi cervelli in fuga»
Edilizia bloccata e poco lavoro: è crisi profonda
Monserrato arrivederci. Negli ultimi dieci mesi la città ha perso 515 dei suoi 20 mila cittadini compensati solo parzialmente da 365 immigrati, in gran parte stranieri. Le mete preferite sono quelle nelle quali si spera di trovare lavoro. E non più l'Italia. Si fugge nel Nord Europa e in Spagna. E a fare le valigie non sono manovali senza scolarizzazione ma diplomati e laureati. Perché siano chiare le dimensioni del fenomeno, ogni anno va via da Monserrato un paese grande come Goni. Composto delle risorse migliori della popolazione.
LO STUDIOSO «Da qualche mese sono a Coimbra in Portogallo - dice Marco Meloni - e qui mi occupo di fare ricerca sulla “Democrazia nel XXI secolo”. Spero un giorno di poter tornare, ma anche di trovare un paese che sappia sfruttare le proprie potenzialità. Occorre creare lavoro e attrattività, basandosi sui punti di forza della cittadina e reinventandoli, penso alle esportazioni di prodotti tipici, alle case campidanesi che possono accogliere turisti estasiati, al turismo enologico, ai mercati ecologici, alla collaborazione con l'Università. In tanti andiamo via, spesso non lo fa solo per questioni economiche, ma perché si sente escluso dalla comunità, non si sente parte di un progetto».
 IL BIOLOGO Luciano Atzeri lavora in Cina presso uno zoo. «Se tornerò? A parte annualmente in estate per la famiglia e gli amici, non esistono le condizioni ideali per un ritorno a Monserrato, sia in termini di opportunità lavorative, che dal punto di vista di motivazioni».
L'ARRIVO E se per 530 monserratini la loro città era diventata un inferno, per Sheruan Khalaf Abbo è la metafora del paradiso. «Sono scappato dall'incubo delle bombe e qui ho trovato non solo la pace, ma anche una speranza per il futuro e soprattutto l'affetto e la cortesia della gente», ha detto Sheruan, iracheno, pizzaiolo, «e sono grato alla Sardegna e ai monserratini».
IL PUC Certamente uno dei problemi è dato anche dal fatto che va migliorato un Puc che non favorisce il recupero del bellissimo centro storico per lo più disabitato. «L'emigrazione potrebbe risentire del generale stato di crisi del mondo del lavoro - dice Adriano Cossa dei Cinque Stelle - ma c'è anche una ridottissima offerta abitativa».
«Certamente con il piano particolareggiato del centro storico abbiamo risolto qualche problema, ma serve migliorare il documento per aumentare le possibilità abitative. Abbiamo splendide case inutilizzate. Come è da valutare cosa fare oltre la 554", ha dichiarato Mario Argiolas eletto in Consiglio con la lista “Monserrato la tua città”. «È un dato che molti vadano via, anche nei paesi limitrofi. Bisogna creare presupposti, abitativi e lavorativi».
Virginia Saba
 

redazioneweb@unica.it
 


LA NUOVA SARDEGNA

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 9 novembre 2016 / Pagina 4 - Sardegna
Cagliari/verso il referendum
Le ragioni del Sì e del No
dibattito tra Demuro e Pubusa
CAGLIARI La campagna referendaria entra nel vivo. Oggi alle 10 l’aula magna della facoltà di Ingegneria di Cagliari ospiterà un dibattito sulla riforma costituzionale. I relatori saranno l’assessore regionale agli Affari generali, Gianmario Demuro, a sostegno delle ragioni del Sì, e il docente ordinario di Diritto amministrativo nell’ateneo cagliaritano, Andrea Pubusa, a favore del No. Nelle ultime tre settimane da qui al voto sono molti i leader politici attesi nell’isola per fare campagna elettorale. Il premier Matteo Renzi, principale sostenitore del Sì, sarà il 17 e 18 a Cagliari e Sassari. A favore della riforma arriveranno in Sardegna anche il ministro Maurizio Martina, la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani, il capogruppo al Senato Luigi Zanda, mentre nelle scorse settimane hanno fatto campagna per il sì in Sardegna il ministro Graziano Delrio, il capogruppo alla Camera Ettore Rosato e l’ex presidente del Senato Marcello Pera. Per il No il 24 novembre a Sassari e Cagliari arriverà il treno di Beppe Grillo.
 
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 9 novembre 2016 / Pagina 13 - Attualità
Aveva 90 anni. Una vita a combattere il cancro. Renzi: «Un grande italiano»
Scienziato di fama mondiale e ministro. Sua la battaglia per la legge antifumo
MORTO UMBERTO VERONESI
L’ONCOLOGO DELLA SPERANZA
di Fiammetta Cupellaro
ROMA «La mia vita, una battaglia per curare le persone, non solo gli organi malati». Una filosofia che Umberto Veronesi ha seguito fino all’ultimo giorno della sua vita, rivoluzionando l’approccio alla cura del cancro e cambiando la vita di milioni di donne. Oncologo di fama mondiale, ministro della Sanità, sostenitore di grande campagne per i diritti civili, il “professore” come lo chiamavano in ospedale, si è spento ieri sera nella sua casa milanese accanto alla moglie e ai sei figli. Avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 28 novembre. Presidente della Fondazione che porta il suo nome ha ricoperto il ruolo di direttore scientifico emerito dell’Istituto europeo di oncologia e direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Da La Spezia il presidente del Consiglio Matteo Renzi impegnato in un’iniziativa per il refendum ha invitato la platea ad un applauso: «Lui era un testimone del Si - ha detto Renzi - ma al di là di questo, è stato un grande uomo per la sanità». Poi su Twitter: «Ricordo Veronesi, un grande italiano» «Una grande perdita per tutta l'oncologia italiana». Così il presidente dell’associazione italiana di oncologia medica, Carmine Pinto. «Veronesi è stato tra i padri fondatori dell’oncologia del nostro paese con un impegno continuo per lo sviluppo della ricerca di base e clinica, per l’umanizzazione delle cure in oncologia e, in particolare, per lo sviluppo della chirurgia e delle terapie conservative del carcinoma della mammella». Oltre 30mila le donne operate dal professor Veronesi e 300mila visitate: cinque milioni quelle salvate in tutto il mondo grazie alla sua tecnica chirurgica. Ricordava la prima paziente: «Era un giorno d’estate, io ero un giovane assistente. Il responsabile il ferie. Toccò a me». Le sue parole d’ordine: ricerca e laicità. Laureato alla Statale di Milano nel 1952 è entrato all’Istituto nazionale tumori come volontario diventandone direttore nel 1975. Tra i fondatori dell’Airc ha fondato nel 1982 la scuola europea di oncologia. Sposato con Sultana Razan, dalla quale ha avuto sei figli. Nel 1991 ha fondato l’Istituto europeo di oncologia (Ieo) polo di eccellenza a livello europeo dove ha trasformato in realtà la sua convinzione che «si cura meglio dove si fa ricerca». Numerose le sue ricerche e innovazioni soprattutto per la cura del cancro al seno dimostrando come una chirurgia più conservativa (la quadrantectomia) garantisse livelli di sopravvivenza analoghi a quelli con intervento più invasivo. «Amo troppo le donne per vedere i seni straziati dall’amputazione». È sua la battaglia per avviare la prima legge antifumo poi varata dal suo successore, Girolamo Sirchia. La vita di Umberto Veronesi è la testimonianza di un attivismo che ha oltrepassato i confini della scienza a favore di un impegno politico e sociale. Protagonista di campagne sociali che hanno scatenato accese polemiche come quella a favore dell’eutanasia, il testamento biologico e della depenalizzazione e legalizzazione delle droghe nel 1995 per l’uso terapeutico della canapa. Diceva spesso di non avere paura della morte ma di essere un forte sostenitore di ogni lotta alla sofferenza fisica e psichica del malato. Negli anni era diventato un sostenitore della alimentazione vegetariana. Tante le donne che ieri gli hanno reso omaggio. Commossa ieri l’attrice Monica Guerritore. Operata da Veronesi nel 2006, divenne la protagonista di una campagna di prevenzione: «Ha salvato me, come milioni di donne, liberandole dalla paura».

 
Vegetariano e anticonformista fu tra i primi a lottare per eutanasia e aborto
UN LAICO DALLE MILLE BATTAGLIE CIVILI
ROMA Eclettico impegnato e uomo dalle grandi passioni civili. Umberto Veronesi ha lasciato un segno non solo come scienziato ma anche per speso il suo nome a favore di grandi battaglie civili e sociali. Socialista e laico Veronesi è stato il fiore all’occhiello dell’Assemblea nazionale socialista, quella che con arguzia l’allora ministro delle Finanze Rino Formica bollò per sempre come «un circo di nani e ballerini». La sua è stata una apparizione fugace. Gli italiani hanno imparato ad apprezzare il suo spirito laico e il suo rigore attraverso il sostegno diretto a molte battaglie. Non ancora tutte vinte. «Non ho paura della morte», ha ripetuto nel corso della sua lunga vita. Ma è stato tra primi a battersi contro ogni sofferenza fisica e psichica imposta al malato. Fino alla scelta di sostenere senza se e senza ma il diritto di ognuno all’eutanasia. A lui si deve anche la prima legge antifumo. Il 25 aprile del 2000 diventa ministro della Sanità nel secondo governo Amato e vara le prime normative contro il fumo. Il suo nome è entrato e uscito molte volte nella rosa dei candidati a uno scranno di senatore a vita. In Parlamento però Veronesi è arrivato come soldato semplice, eletto nelle file del Pd al Senato nel 2008. Nel 2010, nominato presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare italiana, Veronesi ha lasciato palazzo Madama. L’incarico invece lo ha lasciato più tardi, in polemica con il governo Berlusconi. Anticoformista, Veronesi è stato un uomo come spendibile anche per l’area laica. Si è battuto già dal 1995 per la depenalizzazione e la legalizzazione delle droghe leggere, con l’obiettivo di giungere a una regolamentazione dei derivati della canapa per uso terapeutico. La sua contrarietà nei confronti dello «spauracchio ingiustificato» della tecnologia atomica e l’aver sostenuto l’utilità e l’innocuità degli inceneritori gli valse, nel 2008, un frontale attacco di Beppe Grillo che arrivò a addirittura a definirlo «Cancronesi» e sul suo blog scrisse: «Per lui inceneritori e istituto dei tumori sono un ciclo virtuoso di creazione della malattia. Un business. La provoca e la cura». La sua sensibilità lo ha portato ad esplorare altri confini e, più di recente, ad abbracciare il vegetarianesimo, disciplina da lui seguita, non solo come regime salutare ma come atteggiamento di rispetto verso la specie animale. Ma il vegetarianesimo per Veronesi è stato anche impegno etico e sociale, terzomondista, in difesa delle popolazioni affamate. Sostenitore del testamento biologico nonché dell’eutanasia e dell’aborto. Inoltre si è detto favorevole sia al matrimonio egualitario sia all’adozione da parte di coppie dello stesso sesso ed anche dell’utero in affitto.

 
L’omaggio dell’Istituto europeo e dell’Associazione per la ricerca
«CI HA DETTO: ANDATE AVANTI»
MILANO «Andate avanti, perché il mondo ha bisogno di scienza e ragione». Queste le parole di Umberto Veronesi nell’ultimo periodo trascorso nella Fondazione che porta il suo nome. È la stessa Fondazione Veronesi a renderle note le sue parole. È la sua eredità. «Supereremo il dolore annichilente di oggi continuando a sviluppare e realizzare le idee del nostro “Prof” in modo che sia sempre in qualche modo con noi». Roberto Orecchia, direttore scientifico dell'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) si è fatto portavoce della commozione di tutto il polo scientifico milanese di via Ripamonti. Meta di tanti pazienti che raggiungono lo Ieo da tutta Italia. «Umberto - ha detto Orecchia - ci ha ripetuto che il corpo si ammala e muore, e nessuno può accettare questa realtà più lucidamente di noi medici oncologi. Ma la mente può continuare a vivere attraverso le idee e la loro rielaborazione da parte di altre menti». Quando Umberto Veronesi ha progettato e fondato l’Ieo nel 1994, spiega «voleva un ospedale che ruotasse intorno al paziente nella sua globalità e complessità di persona, e dove la ricerca fosse tutt’uno con la clinica perché il maggior numero di pazienti potesse avere accesso a tutte le terapie più avanzate che la scienza medica mette a disposizione. L’Istituti ha trasformato questa nuova idea di ospedale in realtà, ed oggi ancor di più la squadra che Veronesi stesso ha designato due anni fa, si assume il compito di proseguire nel solco tracciato dal Professore». «Il Professore lascia fra le mura di Via Ripamonti un vuoto incolmabile, ma allo stesso tempo un’inestimabile eredità di pensiero, che continuerà a vivere nelle donne e negli uomini Ieo». Dell’Istituto Europeo di Oncologia Veronesi «è stato l'ideatore, il fondatore e il mentore, oltre che il Direttore Scientifico per vent’anni. Ed è qui che il Professore ha voluto piantare solidamente i semi del suo lascito intellettuale di medico oncologo che ha rivoluzionato la lotta al cancro, con il suo amore empatico per i malati, il suo impegno nella tutela dei loro diritti, la sua fiducia nella ricerca scientifica, la sua capacità straordinaria di empatia e di visione del futuro». E poi l’Airc di cui Veronesi era il testimonial. «Faceva parte di una generazione di medici che hanno fatto la storia della medicina in Italia» ricorda Pier Giuseppe Torrani, presidente dell’Airc, l’associazione della ricerca contro il cancro. Negli anni Veronesi ha accompagnato l’Airc contribuendo a farla diventare il maggior finanziatore privato della ricerca oncologica in Italia.
 
 
 

redazioneweb@unica.it


Link: rassegna stampa MIUR

RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI

 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie