Martedì 11 ottobre 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 ottobre 2016
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di martedì 11 ottobre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Clinica Otorino
Fabrizio Bandino premiato a Dubai
Fabrizio Bandino, medico cagliaritano, specializzando della Clinica Otorino, è stato premiato a Dubai per la sua ricerca sull’uso del laser per curare i tumori alla gola. Tecnica utilizzata nella Clinica, diretta dal professor Roberto Puxeddu, del Policlinico Duilio Casula. Bandino ha superato 18 concorrenti.
Al terzo anno di specializzazione, Bandino ha vinto con lo studio “Transoral CO2 laser tratment for glottic carcinoma in young and elderly patient: experience on a series of 248 patientis”. Scopo della ricerca verificare se, e in che modo, età e localizzazione del tumore influiscano negativamente sulla prognosi di malati con diagnosi di carcinoma glottico.
 
 

 
 
L’UNIONE SARDA
 
2 - L’UNIONE SARDA di martedì 11 ottobre 2016 / Borsa (Pagina 15 - Edizione CA)
Sedici milioni di euro in cinque settori. Mannoni: quest’anno accesso più facile
UN PIANO PER L’ARTE E LA RICERCA
I contributi della Fondazione di Sardegna: bandi sul sito
Oltre sedici milioni di euro ripartiti su cinque settori di intervento: la Fondazione di Sardegna riconferma il piano di erogazioni e bandi anche per il prossimo triennio.
ACCESSO FACILE «Il contesto economico non è dei migliori e non ci permette di fare previsioni ottimistiche - ha ammesso il segretario generale della Fondazione Carlo Mannoni - ma siamo riusciti ad assicurare la stessa dotazione finanziaria del passato, facilitando per giunta l’iter burocratico per l’accesso ai fondi». I regolamenti e i bandi saranno pubblicati fino al 10 novembre sul sito internet dell’ente. Sul web saranno specificati il tipo di programmi finanziabili e i requisiti per fare richiesta.
LE RISORSE Un terzo esatto delle disponibilità (5,3 milioni di euro) andrà ai progetti di arte, attività e beni culturali; poco più di un quarto (4,1 milioni) sarà destinato alla ricerca scientifica e tecnologica. «Per le convenzioni con le Università di Sassari e Cagliari - ha sottolineato Mannoni - ci affideremo a una commissione di valutazione esterna e parametri uniformati a quelli adottati dal resto della comunità scientifica europea».
Poco meno di due milioni e mezzo di euro andranno rispettivamente a iniziative di salute pubblica, di volontariato e beneficenza, mentre i restanti 1,6 milioni serviranno a finanziare lo sviluppo locale e piani di edilizia popolare. «Sono piccole somme rispetto ai grandi numeri della Pubblica amministrazione, motivo in più per massimizzarne l’efficacia».
FONDO EXTRA Novità per quest’anno una dote extra di 2,6 milioni di euro riservata al Fondo di contrasto alla povertà educativa minorile. Un’iniziativa a carattere nazionale dedicata a giovani imprenditori, ricercatori e studenti del Mezzogiorno.
I TEMPI I vertici della Fondazione hanno assicurato trasparenza e tempi certi di erogazione. «Abbiamo perfezionato la modulistica e garantiremo massima celerità nelle procedure decisionali e un’azione di monitoraggio dei progetti in corso. Cercheremo inoltre di ufficializzare i nomi degli assegnatari entro il 25 gennaio, in tempo più che utile per i vincitori di avere garanzie economiche certe e programmare con tempestività le attività».
LA SELEZIONE Il parere definitivo del cda rimarrà un passaggio fondamentale nell’accettazione delle candidature, «ma il 60% del successo di una domanda la farà il punteggio ottenuto nella valutazione preliminare - spiega Mannoni - in base all’affidabilità del proponente, la coerenza e fattibilità del progetto, la presenza di cofinanziamenti, le ricadute sociali e l’eventuale creazione partnership e reti».
Luca Mascia
 
 

 
 
L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di martedì 11 ottobre 2016 / Provincia di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
VILLASIMIUS. Uno studio dell’Università su sensi unici e inversioni di marcia
Nuova viabilità, al via i test
I tecnici monitoreranno i cambiamenti di quest’estate
Lo studio della nuova viabilità del centro urbano in mano al Dipartimento di Ingegneria civile dell’Università di Cagliari. La Giunta comunale ha infatti deciso di puntare sui professionisti delle accademie «per migliorare le condizioni di circolazione stradale - si legge nella delibera - e di sosta veicolare». Gli esperti avranno il compito di monitorare l’esperimento avviato all’inizio della stagione estiva: inversione del senso di marcia di via Umberto (la via principale) e senso unico (verso le spiagge) nel tratto tra piazza Incani e via Gatta.
LE NOVITÀ L’obiettivo, come ha più volte sottolineato il sindaco Luca Dessì, è quello di trasformare il centro in un salotto. L’Università, in base ad una convenzione da 15mila euro, dovrà analizzare la viabilità attuale per un periodo di sei mesi e proporre eventuali nuove soluzioni «anche in base - si legge fra l’altro - alle pavimentazioni stradali ed al peso che possono sopportare». I cittadini sono divisi anche se alla fine sono più i favorevoli che i contrari.
I PARERI «Nei mesi più caldi - ha detto Marco Cardia, titolare di un piccolo albergo - il traffico è risultato più fluido, siamo sulla buona strada». Pareri diversi invece dai titolari delle attività commerciali lungo la via Umberto: «Con l’inversione del senso di marcia - ha detto Maura Murru - è stata evitata la morte della via anche se prima, con il flusso dei turisti che rientravano dal mare, andava meglio. Ora non passano». Critica, infine, la minoranza: «Ben venga - ha detto Luciano Garau - lo studio dell’Università, il problema però è che prima si sarebbe dovuto fare lo studio e poi modificare le viabilità. Qua invece le cose si fanno al contrario».
Gianni Agus
 
 

 
 
L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di martedì 11 ottobre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
ISTITUTO MINERARIO - IGLESIAS
MUSEO DI GEOLOGIA E PALEONTOLOGIA - CAGLIARI
MUSEO DI ZOOLOGIA - CAGLIARI (PONTE VITTORIO)
MUSEO DI FISICA - MONSERRATO
FAI MARATHON. Domenica la tappa sarda di un appuntamento atteso
Il percorso della scienza
Dal planetario al Dettori dove studiò Gramsci
Sono fatti di legno e di metallo, sprigionano scintille, emanano fascino, sembrano usciti da un vecchio film su qualche scienziato pazzo, tipo il dottor Frankenstein, o da ere geologiche remote. Così lontani e così vicini: sono gli strumenti scientifici, i reperti, gli animali impagliati, i fossili (per esempio quello dello scheletro di coccodrillo trovato nel 1868 durante gli scavi per realizzare piazza d’Armi), le attrezzature conservate in quello che Maria Antonietta Mongiu, presidente regionale del Fai (Fondo ambiente italiano), chiama il Museo dislocato della scienza di Cagliari. Dislocato perché, per ricostruirlo, occorre spostarsi all’interno della città, facendo tappa in vari istituti scolastici (il nautico Buccari, il tecnico industriale Marconi) e dipartimenti universitari (Biologia animale, Scienze chimiche e geologiche), al Planetario de L’Unione Sarda ma anche a Monserrato (tecnico industriale Scano, dipartimento di Fisica) e Iglesias (istituto Minerario).
IL PERCORSO Sono proprio queste le tappe del “Cammino della scienza”, il percorso su cui si snoderà, domenica prossima, 16 ottobre, la tappa sarda della Fai marathon, manifestazione nazionale organizzata per il quinto anno consecutivo dai Gruppi giovani del Fai: una giornata di visite guidate, dalle 9 alle 20, per scoprire, dice Mongiu, «la bellezza, la storia, la cultura che stanno proprio sotto i nostri occhi ma che nella vita di tutti i giorni non osserviamo». Lo scorso marzo era toccato all’ex ospedale militare, a Stampace: un successo clamoroso, con centinaia di volontari coinvolti e migliaia di visitatori in fila.
GIOVANI In prima linea, ancora una volta, ci sono i giovani, le “classi Fai” sempre più numerose anche nell’Isola: ve ne sono ormai in 28 istituti scolastici, ha sottolineato la presidente regionale del sodalizio ieri mattina, presentando l’iniziativa in piazza L’Unione Sarda, nel centro polifunzionale del gruppo Unione editoriale, che è media partner della maratona culturale. Accanto a Mongiu c’erano il preside del Liceo Dettori Roberto Pianta, il prorettore dell’università cagliaritana Pietro Ciarlo, il vicepresidente regionale del Fai Franco Masala e la giornalista Maria Francesca Chiappe che ha coordinato l’incontro, nel corso del quale hanno preso la parola anche Francesco Casula, responsabile del Museo di fisica della Sardegna, nella cittadella universitaria di Monserrato, dove si conservano ancora alcuni degli strumenti inviati in Sardegna nel 1764 da Carlo Emanuele III, Gian Luigi Pillolla, responsabile del Museo sardo di geologia e paleontologia Leonard De Prunner (via Trentino 51), che custodisce oltre al fossile di coccodrillo anche cinque preziosi frammenti di meteorite, e Marco Slavik, il socio Fai più antico della Sardegna, che ha ricordato l’importanza delle miniere e dell’istituto Minerario di Iglesias non solo per la storia dell’Isola ma per quella d’Italia («Cavour fu eletto deputato a Iglesias, grazie a un direttore delle miniere, ruolo allora potentissimo»).
SULLE TRACCE DI GRAMSCI Fra le scuole coinvolte a Cagliari non poteva mancare il Dettori, che l’anno scorso ha festeggiato i 150 anni dalla fondazione: sarà possibile visitare la collezione di strumenti scientifici della scuola, molti dei quali sono gli stessi su cui si formò Antonio Gramsci, di cui saranno esposte le pagelle. L’Unione editoriale donerà alla biblioteca d’istituto una copia dell’edizione anastatica dei suoi Quaderni dal carcere.
Marco Noce
 
 


L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 11 ottobre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
COMUNE. Dal dossier dell’assessore Marcialis al titolo di Città europea dello sport per il 2017
Una grande palestra a cielo aperto
Zedda: un unico villaggio sportivo unirà Monte Mixi a Sant’Elia
Promossa perché è - «e lo diventerà ancora di più» - palestra a cielo aperto. Cagliari Città europea per lo sport 2017 è nomina sulla carta formale, nella sostanza rappresenta un progetto di crescita e uno stimolo: prima di tutto, per riqualificare gli impianti esistenti (8 milioni di euro la spesa prevista) con l’obiettivo - sintetizza l’assessore allo Sport Yuri Marcialis - di «promuovere e incrementare le manifestazioni sportive» e «diffondere sempre più la cultura dell’attività fisica tra i cittadini».
IL VILLAGGIO La nomina europea si cala con perfetto tempismo nell’agenda di politica sportiva dell’amministrazione comunale, che ha previsto per i prossimi cinque anni alcuni capitoli-guida: la creazione di un grande villaggio sportivo (in un «unico perimetro», chiarisce il sindaco Massimo Zedda nelle sue dichiarazioni programmatiche, «saranno uniti il palasport, le palestre A e B, il pattinodromo, lo stadio comunale di atletica di Monte Mixi con il nascente Parco degli anelli e la zona dello Stadio Sant’Elia»), la cura delle ristrutturazioni («dalla palestra di boxe e sport da combattimento allo skate-park e all’edificio ex medicina sportiva»), la creazione di servizi (saranno realizzati nuovi «poli sportivi dedicati a discipline ancora prive di idonee strutture, come baseball, softball, rugby, canoa, canottaggio, nuovi sport di strada»), il battesimo di un «regolamento di gestione e utilizzo degli impianti sportivi» e l’istituzione della Consulta comunale per lo sport.
RESTAURI Capitolo manutenzioni, in arrivo un servizio «tipo global service». Zedda: «Prevista la copertura dei campi da tennis nell’impianto sportivo di Monte Urpinu e l’affidamento dei lavori per il completamento e la gestione della piscina comunale di via Abruzzi». Continuerà il programma di «installazione di palestre a cielo aperto, inserite all’interno dei percorsi per lo sport». Oltre ai playground, la Sport Card: «Carta servizi per lo sport che consentirà ai cittadini un utilizzo più diffuso degli impianti in tutta sicurezza».
LA NOMINA L’attestato di Città europea dello sport per il 2017 non sembra quindi una nomina di facciata o riconoscimento da poco. Per fregiarsi del titolo Cagliari ha superato un lunga selezione. «Da tredici città», sottolinea l’assessore Marcialis, «la commissione di Aces Europe ha ridotto i candidati a 8 pretendenti, poi a quattro». Cioè i vincitori: con Cagliari anche Aosta, Pesaro e Vicenza. Tra le città escluse Catania e Forlì. «A prevalere», rivendica con orgoglio Marcialis, «è stato il dossier da noi presentato con la collaborazione del Coni regionale, del Comitato italiano paralimpico, del Movimento sportivo popolare, delle federazioni e degli enti di promozione sportiva». Hanno convinto i selezionatori, e il presidente di Aces Europe Gian Francesco Lupattelli, le «politiche per lo sport adottate in questi anni e i progetti conclusi, quelli in corso e quelli pronti per la riqualificazione delle strutture, i programmi e le attività per la promozione dell’attività sportiva libera, accessibile e strumento di integrazione, rispetto e migliore qualità della vita per i cittadini».
LA CONSEGNA Dopo l’indicazione ufficiale e l’arrivo-consegna del riconoscimento (a Roma martedì 8 novembre, poi a Bruxelles il 16 novembre nella sede del Parlamento europeo) proseguiranno le azioni di promozione con l’«incremento dei contributi per le attività e le manifestazioni sportive sia agonistiche sia non competitive». Marcialis: «L’amministrazione ha approntato un piano di spesa di 8 milioni di euro per le opere di ristrutturazione degli impianti esistenti». L’obiettivo, che include la filosofia dell’azione politica della Giunta di centrosinistra: «Consentire a tutti di svolgere attività fisica senza doversi spostare dal proprio rione».
LE RELAZIONI Al di là del prestigio, la nomina di Città europea dello sport 2017 non comporterà vantaggi in denaro. «Un attestato simbolico», chiarisce Marcialis, «che mette però la nostra città in relazione con il mondo. Cagliari diventa ancora di più interlocutore credibile e affidabile per il Coni e le federazioni nazionali e internazionali». Rapporti e relazioni di prestigio che proietteranno Cagliari «in pianta stabile nella lista delle candidature per i grandi eventi sportivi». Non solo. «La candidatura, diventata ormai vittoria», precisa l’assessore allo Sport, «è in primo luogo l’occasione per presentare in ambito europeo i risultati della trasformazione di un territorio che ha scelto di assecondare le sue naturali vocazioni e che ha individuato nello sport, inteso come cultura sportiva nella sua accezione più ampia, uno dei fondamenti della sua identità e del suo sviluppo». Il senso della candidatura: «È stata guidata dalla responsabilità di una città, e della propria comunità, per dare avvio a un processo politico, culturale, economico e sociale di cambiamento e di trasformazione della città e della qualità della vita dei cittadini».
LE INIZIATIVE Gli appuntamenti che coinvolgeranno i cagliaritani anche nel 2017 saranno Ateneika (piu di 30000 presenze quest’anno, quasi 1500 atleti), Urban trail (1200 partecipanti in notturna per le vie della città), Cagliari respira (più di 2000 partecipanti), Beach games (attese migliaia di presenze), il Trofeo Coni (3500 atleti under 15 da tutta italia quest’anno), i Campionati europei di Kitesurf , il Campionato europeo di ocean racing , la Coppa del mondo di triathlon e, in primavera, per la prima volta in città, i Campionati italiani di scherma cadetti . Piatto ricco. Marcialis: «Onoreremo il titolo appena conquistato».
Pietro Picciau
 
 


L’UNIONE SARDA

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 11 ottobre 2016 / Esteri (Pagina 12 - Edizione CA)
SVEZIA. Premiati Hart e Holmström
Economia, il Nobel ai teorici dei contratti
STOCCOLMA Il premio Nobel 2016 per l’Economia è stato assegnato a Oliver Hart (londinese, cattedra alla Harvard University di Cambridge, Usa) e a Bengt Holmström (finlandese di Helsinky, docente al Massachusetts Institute of Technology, anch’esso nella Cambridge americana) per il loro contributo alla teoria dei contratti.
«Le economie moderne - recita la motivazione - sono tenute insieme da innumerevoli contratti. I nuovi strumenti teorici creati da Hart e Holmström sono preziosi sia per la comprensione dei contratti nella vita reale e nelle istituzioni, sia per comprendere le potenziali insidie nella progettazione del contratto»
Alla fine degli anni ’70, Holmstroem ha dimostrato come il proprietario o gli azionisti di una società dovrebbero progettare un contratto ottimale per il proprio ceo di cui si conosce solo in parte l’azione, ovvero attraverso i cosiddetti incentivi sotto informazione asimmetrica. Il docente finlandese ha dimostrato come il contratto dovrebbe legare la retribuzione del manager alle informazioni rilevanti sulla prestazione, in modo da soppesare con esattezza il rapporto rischi-incentivi. In lavori successivi Holmström ha rivisto questi risultati generali basandosi su impostazioni più realistiche, aggiungendo variabili come le retribuzioni dei dipendenti che non sono ricopensati solo con premi in denaro ma anche con promozioni, gli obiettivi effettivamente raggiunti dai manager.

 
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA
 
 

7 - La Nuova Sardegna di martedì 11 ottobre 2016 / Pagina 7 - Cagliari 24ore
SALUTE
Laser e tumori: premiato
giovane medico del policlinico
CAGLIARI Il laser è efficace per la cura dei tumori alla gola a tutte le età. La tecnica introdotta da qualche tempo al Policlinico Duilio Casula è stata al centro di uno studio di Fabrizio Bandino, un giovane specializzando nella Clinica di Otorino, (diretta dal professor Roberto Puxeddu), che a Dubai ha avuto il primo premio, sbaragliando la concorrenza di medici e ricercatori arrivati da altri 18 paesi del mondo. Il medico, al terzo anno di specializzazione in Otorinolaringoiatria, seguito dal professor Puxeddu, si è aggiudicato il primo posto con lo studio “Transoral CO2 laser tratment for glottic carcinoma in young and elderly patient: experience on a series of 248 patientis”. Il carcinoma glottico è uno dei più comuni tumori maligni delle vie aero-digestive superiori e lo studio ha confermato come questa scelta terapeutica, che non richiede i "tagli" esterni del tradizionale intervento chirurgico, rappresenti un’efficace e riproducibile procedura per il trattamento di pazienti di tutte le età.


 
LA NUOVA SARDEGNA

8 - La Nuova Sardegna di martedì 11 ottobre 2016 /
SCIENZA
Cagliari, Monserrato, Iglesias
le città sarde del Fai Marathon
CAGLIARI Anche tre città sarde - Cagliari, Monserrato e Iglesias - tra i 150 Comuni d’Italia che ospiteranno Fai Marathon 2016, la manifestazione in programma domenica 16 ottobre 2016 dalle 9 alle 20. Tema di quest’anno è «Il cammino della scienza». Nove siti visitabili per tour didattici, conferenze, proiezioni. Siti solitamente chiusi al pubblico, poco conosciuti e quindi in grado di offrire una prospettiva diversa sul territorio. Si tratta perlopiù di scuole (licei e istituti tecnici) e dipartimenti universitari: luoghi e musei della scienza, fondamento del sapere e della cultura, luoghi speciali e insoliti delle tre città inseriti in percorsi sostenibili da compiere possibilmente a piedi o con i mezzi pubblici oppure in bici. «Vogliamo far riscoprire una bellezza insolita e spesso trascurata quale quella della scienza - spiega la presidente regionale del Fai, Maria Antonietta Mongiu - L’Università di Cagliari e le scuole superiori Dettori, Buccari, Marconi, Scano e il Minerario di Iglesias posseggono ricchezze uniche»
 
 
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
 
9 - La Nuova Sardegna di martedì 11 ottobre 2016 / Prima pagina
Il flop del master&back per “formare” i giovani all’estero e farli rientrare: il 62% resta fuori
“CERVELLI” IN FUGA, CONTI IN ROSSO
La Regione cambia il progetto: si riparte con 7 milioni, priorità al reinserimento nell’isola PAG. 3
 
Pagina 3 – Primo piano
 
EMIGRAZIONE >> GIOVANI IN FUGA
I numeri del progetto per l’alta formazione nato nel 2006 sanciscono il fallimento dell’obiettivo
Spesi 190 milioni di euro e oltre il 60% dei ragazzi ora lavora all’estero. La Regione cambia strategia
PARTENZA SENZA RITORNO NELL’ISOLA: IL GRANDE FLOP DEL MASTER & BACK
di Silvia Sanna
SASSARI Andata senza ritorno, perché rientrare in Sardegna in troppi casi significa ritrovarsi al punto di partenza. E allora chi fa il master spesso rinuncia al back, cioè a mettere il suo patrimonio di conoscenze a disposizione del mercato del lavoro isolano. Di fatto, il progetto resta monco perché perde la sua finalità: formare i giovani ed evitare la fuga di cervelli all’estero. I numeri parlano chiaro: neanche il 50 per cento dei partecipanti oggi lavora nell’isola. Significa che il master & back si è fermato a metà strada, lasciandosi dietro quasi 200 milioni di fondi pubblici e molti insoddisfatti. Un semi fallimento certificato qualche mese fa anche dalla Corte dei Conti: i giudici affermarono che il progetto aveva ottenuto il risultato inverso, perché invece di trattenere i giovani li spingeva a fare le valigie. Il motivo: chi rientrava in Sardegna super formato non trovava nessuno disposto ad aprire loro le porte. Il fragile e poco dinamico tessuto economico dell’isola – disse la Corte – non era in grado di accogliere i giovani carichi di competenze e aspettative. Una mazzata per la Regione che però nel frattempo aveva già messo in cantiere il piano B: il nuovo master & back si chiama entrepreneurship & back, un nome complicato ma si spera un cammino più fortunato. L’idea anti emigrazione. Il master & back è nato nel 2006. L’idea era quella di offrire ai giovani laureati sardi un percorso formativo all’estero o in altre realtà della Penisola per poi mettere a frutto in Sardegna le competenze acquisite. Un biglietto di andata e ritorno, dal costo massimo di 50mila euro, per preparare i giovani sardi e aiutarli a costruirsi un futuro nell’isola. Il master & back nacque per volontà della giunta regionale di centrosinistra guidata da Renato Soru e un ruolo determinante lo ebbe l’attuale governatore Francesco Pigliaru, al tempo assessore alla Programmazione. Il master & back è andato avanti sino al 2013: a cogliere la possibilità sono stati 3948 studenti, quasi il 60 per cento donne. Anche la giunta Cappellacci (2009-2014) ha creduto nell’idea e il progetto è stato rifinanziato. Poi lo stop, perché nel frattempo si è capito che le cose non andavano come ci si era augurati all’inizio. Niente back. I partecipanti si dividono in tre categorie. Ci sono quelli che ringraziano perché comunque attraverso il master sono riusciti a trovare un lavoro, quelli malinconici perché la realizzazione professionale si è compiuta lontanissimo da casa, spesso dall’altra parte del globo, e quelli che invece hanno fatto come i gamberi e sono tornati al punto di partenza: super preparati ma ancora disoccupati. La critica è comune: nel progetto è mancata la connessione tra il master e il back, cioé si è prestata molta attenzione alla parte formativa e pochissima al percorso di rientro. A un ventaglio amplissimo di proposte – con borse di studio di ogni genere in tutta l’Europa – corrispondeva un’offerta limitatissima in Sardegna.

Perché, se l’obiettivo era quello di evitare la fuga di cervelli, non limitare l’offerta agli ambiti nei quali l’isola poteva offrire prospettive concrete? Ecco perché tanti sono rimasti all’estero oppure sono ripartiti dopo avere tentato inutilmente di realizzarsi nell’isola. Le prospettive. Da domani è possibile presentare le domande per l’ultima fase del back, aperta a chi ha fatto il master. A disposizione ci sono 3 milioni di euro, con il tetto massimo di 50mila euro per ciascun progetto. Sono 7 invece i milioni di euro dell’entrepreneurship &back: il progetto ha le stesse finalità, la novità consiste nel sostegno diverso che sarà garantito ai partecipanti per mettere a frutto la propria idea d’impresa. Ma questa volta la permanenza in Sardegna sembra acquisire un ruolo di primo piano. Resta immutata la possibilità di viaggiare, con periodi più o meno lunghi all’estero, a contatto con realtà vivaci dal punto di vista imprenditoriale. Poi, nella seconda fase, quella del back – i ragazzi avranno la possibilità di inserirsi nel contesto produttivo della sardegna “ valorizzando l’esperienza acquisita, con il sostegno economico e l’accompagnamento per la realizzazione della propria idea”. Nessuno, assicura l’Aspal, l’agenzia del lavoro che segue il progetto, questa volta sarà lasciato da solo.

 
Nicola Seu, Sassari
«Dall’isola a Pechino per realizzarmi»
SASSARI Trentasette anni, un curriculum denso di titoli e pubblicazioni e un sogno: lavorare in Sardegna, dove sapeva di avere qualcosa di importante da offrire. Invece Nicola Seu, 37 anni, di Sassari, da un anno vive lontanissimo: la sua casa è diventata Pechino, dove insegna storia mediorientale e americana. In Giappone è arrivato dopo un lungo giro, tra Londra, Vienna e la Sardegna. Dove ha tentato, invano, di trovare un lavoro. Per Nicola Seu il master si è concluso senza il back, cioè senza la parte fondamentale per chi ha inventato e creduto in quel progetto. Oggi nelle parole di Nicola c’è amarezza. «Mi occupo di studi mediorientali – Islam, la situazione politica in Medio Oriente, Israele, Palestina –; mi sono laureato a Sassari, in lingue e letterature straniere, poi sono andato a Londra per il master, conseguito alla Soas (la scuola di studi orientali e africani ndr). Poi dopo alcuni anni di specializzazione in Medio Oriente, fra Egitto e Israele, ho ricevuto la borsa per il dottorato in Scienze Politiche a Vienna che ho terminato due anni fa». Nicola aveva un progetto in mente: «La mia idea era entrare all’Università come lettore data la mia conoscenza di arabo ed ebraico e soprattutto di questioni importanti al giorno d’oggi come i conflitti in Medio Oriente e la religione islamica». A Sassari c’era un professore pronto ad accoglierlo: «Per questo speravo nel bando per il back. Gli enti pubblici però non sono contemplati, dunque il sogno è sfumato. Sarei stato felice di rimanere a Sassari, ma non è stato possibile. Ho vissuto per un anno la frustrazione della disoccupazione, poi sono partito per Pechino. Ora non credo che rientrerei neppure se ci fosse il bando che aspettavo. La Sardegna – conclude Nicola – non ha assolutamente i mezzi né spesso l’intenzione di assorbire nel mercato lavorativo persone preparate». (si. sa.)
 
Sheila Manca, Nulvi
«Nessuna azienda mi apre le porte»
SASSARI Il conto alla rovescia è partito: «Sono disoccupata da 1 mese, se non riuscirò a fare il back preparerò di nuovo la valigia». Per Sheila Manca, 31 anni, di Nulvi, è impensabile restare ancora a lungo con le mano in mano. Anche perché lei dal 2012 non si era mai fermata. Dopo la laurea ha approfittato delle possibilità offerte dal master & back: ha vinto una borsa di studio di 36mila euro ed è partita per Milano. Qui Sheila ha frequentato un master in Management del non-profit: «Quando ho terminato non c’era alcun bando per il back – racconta – perciò sono rimasta a lavorare in Lombardia». Poi è arrivato finalmente il bando e lei ha sperato di poter rientrare in Sardegna. Niente da fare: «Ho contattato varie aziende ma nessuna ha dimostrato interesse. Quindi sono andata a lavorare all’estero». Da poco Sheila è tornata alla carica, subito dopo la nuova pubblicazione del bando di rientro, per il quale è possibile presentare le domande a partire da domani : «Ci sto riprovando ma mi sembra che le cose siano rimaste invariate». Nonostante le competenze Sheila non riesce a trovare l’aggancio giusto nell’isola. «Nei bandi per il rientro non è stato pensato alcun sistema per fare incontrare la domanda con l’offerta – dice – quest’anno per esempio c’è il Ma-Book dove i giovani possono inserire i propri curriculum e candidarsi per future esperienze lavorative. Ma per le aziende non c’è alcuna vetrina quindi il sistema risulta inefficace». Ma il problema vero, secondo Sheila, sta a monte: «Quando si finanzia un percorso di master & back, il progetto parte già monco in quanto prevede solo l’alta formazione e non il rientro. I progetti non si basano su una analisi delle esigenze, ma ciascuno fa il master che più gli piace senza che la commissione valuti la spendibilità sul territorio delle competenze acquisite». (si. sa.)

Simone Matta, Cagliari
«Lasciati da soli a fine percorso»
SASSARI Il suo sogno era diventare veterinario e l’ha realizzato a Londra. La settimana scorsa è riuscito a iscriversi al Royal College, l’albo professionale indispensabile per poter esercitare la professione. Anche per Simone Matta, 38 anni, di Cagliari, il giro per arrivare al traguardo è stato complicato e zeppo anche di delusioni. Simone ha partecipato al master & back ed è uno di quelli che ha completato il percorso: formazione fuori e rientro a casa. Ma il lavoro in Sardegna non è arrivato. «Il mio back l’ho fatto per 2 anni alla Asl di Cagliari. È stato un periodo bellissimo dal punto di vista formativo. Ma come è accaduto per la maggior parte delle persone che hanno scelto enti pubblici, non ha potuto aprire alcuna strada lavorativa né ha permesso di riciclare le competenze in altri campi». Simone è rientrato in Sardegna dopo un master in Dermatologia a Napoli, poi ha scelto di proseguire in campo veterinario. Il master & back ha tracciato la sua strada ma il giudizio è molto critico: «Non c’erano controlli e nessun aiuto alla fine del percorso – dice –. Il 90 per cento dei miei colleghi che lo ha fatto nel privato si accordava per prendere i soldi senza andare, addirittura alcuni miei colleghi pagavano una quota al datore di lavoro». La sua esperienza alla Asl è stata buona ma si è chiusa con un nulla di fatto. «Nel mentre ho continuato a fare concorsi, ho lavorato da precario per altri 3 anni e poi dopo 5 mesi di disoccupazione sono andato via dall’Italia, mi sono trasferito a Londra e ho iniziato a studiare inglese a tempo pieno. Ora faccio il lavoro che mi piace». Un consiglio a chi sceglie il master & back: «Accettate eventuali proposte di lavoro o apritevi altre strade per rimanere all’estero. Il back ti permette di lavorare 2 anni ma difficilmente ti dà prospettive e poi ti ritrovi al punto di prima». (si. sa.)
 
 
 

LA NUOVA SARDEGNA

10 - La Nuova Sardegna di martedì 11 ottobre 2016 / Pagina 16 - Economia
A Stoccolma consegnato il premio agli economisti che studiano paghe e lavoro
Contratti, teoria da Nobel
di Roberta Carlini
ROMA Cinque euro e quaranta all’ora, o due euro e settanta a consegna: è giusta la paga per i fattorini reclutati dalla App Foodora per portare il cibo a domicilio in bicicletta? La questione è esplosa con le proteste dei biker di Torino. E ha qualcosa a che vedere con il premio consegnato ieri a Stoccolma a due economisti che studiano la teoria dei contratti, Oliver Hart e Bengt Holmstroem. In realtà, gli studi dei due sono più facilmente collegabili alla paga del top manager di Foodora e di tutte le grandi società. Ma, in qualche modo, parlano anche di quei ragazzi in bicicletta e della forbice delle diseguaglianze tra chi ha sempre più e chi ha di meno. Hart e Holmstroem non sono due studiosi delle diseguaglianze. Non appartengono a quella schiera di economisti critici, la cui popolarità è cresciuta dopo la grande crisi e il cui valore è stato riconosciuto sia dall’Accademia di Stoccolma (quando ha premiato studiosi come Krugman e Stiglitz) che dal botteghino (con le vendite da best seller del francese Piketty). Non si occupano di macroeconomia ma dell’intersezione tra diritto e business. I loro nomi, sconosciuti ai più, sono la bibbia nelle scuole di Law and Economics. Il mercato è fatto di contratti, e in queste scuole si studiano appunto i contratti: come si costruiscono, e come si modulano gli incentivi per avere il massimo dell’efficienza. Può sembrare roba tecnica, ma il risultato di tutto ciò è altamente politico, nel senso che può indirizzare le scelte. Perché dai loro studi viene fuori una teoria delle retribuzioni dei manager, e anche una analisi delle differenze di posizione che ci sono nel mercato (le asimmetrie informative), che porta a criticare l’andazzo delle cose presenti. Con parole pacate, l’ha detto ieri lo stesso Holmstroem, definendo i bonus che attualmente vengono dati ai top manager «eccezionalmente alti e troppo complicati». La linea di difesa dei diretti interessati ha sempre fatto appello al mercato: più alti sono i premi, più forte sarà l’incentivo del manager a fare bene il suo mestiere e dunque migliore il risultato. I due Nobel hanno dimostrato che non è così. Che puntare troppo su premi collegati al risultato in Borsa può spingere a risultati non buoni nel lungo periodo. E che, soprattutto, su tutta la faccenda pesa il fatto che non tutti hanno le stesse informazioni: e chi ha le informazioni ha il potere. La questione è bruciante, nella Stati Uniti come in Europa. I super bonus sono stati accusati di essere alla base dell’enorme crescita della diseguaglianza dagli anni 2000, e tra le cause di una ottica di brevissimo periodo che ha portato alla bolla subprime e alla crisi. Ma dopo la Grande Recessione, il gioco è ripreso alla grande. L’Economic Policy Institute ha calcolato che negli Usa tra la retribuzione media dei top manager e quella dei dipendenti c’è un rapporto di 300 a 1. Da noi, più modestamente, è di 36 a 1 (dati Mediobanca). Ma fanno rumore bonus milionari dati a manager in uscita da banche che hanno faticato agli stress test (Unicredit), come ad aziende poi fallite (Alitalia); per non parlare dei 55 milioni promessi, come premio di risultato, all’attuale ad di Telecom. In Francia il ministro Macron, astro nascente della politica francese, ha contestato il maxibonus da 7,2 milioni all’ad di Renault, industria in parte pubblica. Insomma, il caso è aperto ovunque, sotto il profilo dell’equità. I due Nobel aggiungono argomenti legati all’efficienza, non per bloccare ma per calibrare meglio le paghe dei manager. Anche i ragazzi di Foodora hanno a che fare con la questione. Perché gli studi premiati ieri da Stoccolma invitano a guardare bene dentro le “asimmetrie informative” che danneggiano i mercati. E un’enorme differenza di informazioni sull’oggetto del proprio lavoro caratterizza tutte le piattaforme della nuova economia, quella che vive sulle App. Così, i bikers, oltre ad avere scarso potere contrattuale, non sanno che succede sul loro mercato, e non sanno neanche se conviene essere pagati a ore o a consegna. Per questo studi iniziati quarant’anni fa valgono anche oggi, nella nuova frontiera della sharing economy che si apre.
 
 
 


LA NUOVA SARDEGNA

11 - La Nuova Sardegna di martedì 11 ottobre 2016 / Pagina 22 - Sassari
Giornata informativa all’incubatore universitario dell’Ateneo sassarese
AL CUBACT SI FA IL PUNTO SU INCENTIVI E START UP
In discussione il “voucher” da 3 milioni e mezzo dedicato alla competitività
SASSARI Giornata ricca di opportunità all’incubatore universitario CubAct dell’Ateneo sassarese. Oggi, negli uffici di via Rockefeller 54, la mattinata a partire dalle 11 sarà dedicata alla presentazione del bando "Voucher Startup - Incentivi per la competitività". Verrà illustrato il bando, con particolare attenzione alla tempistica, alle modalità di partecipazione, ai criteri di valutazione e ai costi ammissibili. È previsto inoltre l’intervento di Francesca Murru (assessorato regionale dell’Industria) che illustrerà il Fondo di Venture Capital a sostegno delle startup innovative. La seconda parte della giornata è dedicata a incontri di consulenza specialistica finalizzata all’analisi di nuove idee e start up. Sarà illustrato anche il Fondo di Capitale di Rischio per investimenti in equity per la creazione e lo sviluppo di imprese innovative della Regione Sardegna. Nel pomeriggio, dalle 15.30, spazio al "Monster University Tour", con un evento di coaching e formazione sulle tematiche del personal branding e della web reputation. Il seminario è destinato a studenti, laureandi e neolaureati che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro. Perché conoscere le best practice del web e dei social network vuol dire saper andare incontro a nuove possibilità. Tornando al bando: eroga voucher destinati alle start up per sostenere e rafforzare la loro competitività incentivando processi di innovazione di prodotto, servizio o processo. Possono presentare domanda le micro e piccole imprese così come definite nell’Allegato 1 al Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione europea del 17 giugno 2014. Tali imprese dovranno risultare regolarmente costituite come società di capitali, anche in forma cooperativa, da non più di 36 mesi al momento della presentazione della domanda. Dovranno inoltre presentare un piano di avvio caratterizzato da significativi elementi di innovazione. La dotazione complessiva del bando ammonta a 3milioni e 500mila euro derivanti da due diversi assi prioritari del POR FESR 2014 - 2020. La procedura per la presentazione della domanda sarà attiva dalle ore 12 del 24/10/2016 alle ore 12 del 29 dicembre 2017. La domanda deve essere presentata esclusivamente per via telematica attraverso il sistema informatico della Regione Sipes (Sistema informativo per la gestione del processo di erogazione e sostegno) accessibile al seguente link: http://bandi.regione.sardegna.it/sipes/login.xhtml.


 

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12 - La Nuova Sardegna di martedì 11 ottobre 2016 / Pagina 34 - Nuoro
Il libro di Ciusa sulla Deledda stasera all’Università di Sassari
SASSARI La vita di Grazia Deledda dall’infanzia a Nuoro sino al Nobel a Stoccolma viene raccontata in una biografica che l’editore Delfino ha appena mandato in libreria con il titolo “Grazia Deledda. Una vita per il Nobel” (207 pagine, 20 euro). Il volume sarà presentato questo pomeriggio alle 18 nel dipartimento di Studi umanistici e sociali dell’Università (aula Nivola, piazza Conte di Moriana 8). Parlerà dell’opera Aldo Maria Morace. Moderatore, Marco Manotta. Saranno presenti l’autrice e l’editore Carlo Delfino. Maria Elvira Ciusa è nata a Nuoro. Saggista, storica dell’arte e pubblicista, si è formata nel campo storico artistico sotto la guida di Roberto Longhi a Firenze e di Corrado Maltese a Cagliari. «Scrittrice e donna animata da una volontà di ferro – scrive Maria Elvira Ciusa nel suo libro – Grazia Deledda riuscì a imporsi, in un mondo dominato dagli uomini, all’attenzione della critica e dei lettori, affascinati dalle sue storie radicate in una terra vergine».
 


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13 - La Nuova Sardegna di martedì 11 ottobre 2016 / Pagina 24 - Olbia
Apre lo sportello dell’Euromediterraneo
ARZACHENA Apre i battenti lo sportello dell’istituto Euromediterraneo di Scienze religiose e storiche di Tempio. L’euro desk, collocato al primo piano dell’ufficio turismo, nel cuore della città, in piazza Risorgimento, sarà inaugurato domani mattina. L’appuntamento è alle 12. Con l’accordo stretto nel mese di luglio fra il Comune e la scuola internazionale di ricerca e specializzazione, diretta da don Raimondo Satta, parroco di Porto Cervo, ai giovani vengono offerte nuove opportunità di alta formazione. La scuola internazionale di ricerca e specializzazione mira ad aprire nuovi orizzonti ai ragazzi di Arzachena e del territorio circostante. Mercoledì prossimo l’Euro desk sarà attivo dalle 8.30 alle 13.30, sarà poi fruibile ogni 15 giorni. Fra i servizi offerti ci sono programmi di formazione, mobilità, bandi e opportunità di lavoro o di volontariato in ambito europeo. «Abbiamo investito in questa iniziativa perché vogliamo offrire ai giovani delle opportunità di crescita che volgano lo sguardo all’estero – afferma il sindaco Alberto Ragnedda –, che li preparino alle sfide del mondo del lavoro. Poter contare sulla professionalità dei consulenti dell’Istituto, inoltre, è un valore aggiunto che aiuterà i nostri ragazzi a mettere nel cassetto esperienze importanti per il loro futuro. Spero che in tanti sfruttino questo nuovo servizio». L’ingresso è libero e gratuito ed è rivolto a ragazzi che abbiano compiuto almeno 16 anni. L’istituto vanta partner accademici di tutto rispetto, che saranno ancor di più garanzia delle attività portate avanti ad Arzachena, tra queste spiccano : Fondazione Joan Maragall di Barcellona; Institut Catholique de la Méditerranée di Marsiglia; Institut Catholique de Paris; Katholische Fachhochschule di Freiburg; Università Cattolica di Betlemme; Università Cattolica di Lublino; Università del Libano; Università degli Studi di Sassari e il Mediterranean Institute – Università di Malta. (w.b.)

 
 

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