Giovedì 6 ottobre 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 ottobre 2016
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 ottobre 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
MICROCITEMICO. Lunedì e martedì
Autismo e psichiatria neurologica
Lunedì e martedì, dalle 14,30, l’aula Thun dell’ospedale Microcitemico di via Jenner ospita il seminario “International views in child & adolescent psychopathology”. L’evento è organizzato nell’ambito dell’attività didattica della scuola di specializzazione in Neuropsichiatria infantile e del dottorato in Neuroscienze del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università del capoluogo. Tra i temi affrontati dagli specialisti si va da neurobiologia dell’autismo a rapporto con gli altri disturbi del neuro-sviluppo, labilità emotiva, evoluzione dei disturbi in età adulta, stato dell’arte dell’uso di farmaci e modalità innovative per lo studio dei farmaci in età evolutiva. Al seminario vengono presentati per la prima volta i risultati di uno studio europeo coordinato dall’ateneo cagliaritano.
 
 

L’UNIONE SARDA
 
2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 ottobre 2016 / Borsa (Pagina 15 - Edizione CA)
Il sogno di un miliardario Usa, il Distretto aerospaziale può fornire la tecnologia
2024, Sardegna chiama Marte
Cao: sviluppati i processi per la vita sul pianeta rosso
Si parte per Marte e le bandiere della Sardegna potranno essere in bella evidenza. Entro il 2024 l’uomo potrà installare le sue colonie sul pianeta rosso, garantisce Elon Musk. Il miliardario imprenditore americano di origine sudafricana non solo ci crede ma su questo progetto sta investendo qualche decina di milioni di dollari all’anno. Per realizzare questo sogno, occorrerà pensare a come sopravvivere. Ecco allora che potranno essere fondamentali le tecnologie brevettate da ricercatori dell’Università di Cagliari, del Consiglio nazionale delle ricerche e del Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna coordinati da Giacomo Cao.
LA RICERCA Sfruttando un finanziamento di appena 500.000 euro ricevuto dall’Agenzia spaziale italiana i ricercatori sardi, come noto, hanno sviluppato, nell’ambito del progetto Cosmic, a partire dal 2010, due processi che consentono di ottenere elementi strutturali, “mattoncini”, utilizzando il suolo del pianeta rosso e di garantire il sostentamento di missioni umane utilizzando le risorse disponibili sul pianeta per ottenere ossigeno, acqua, fertilizzanti, propellenti e biomassa edibile. Queste domande di brevetto sono state concesse o sono in fase di concessione in Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti d’America, Cina, Giappone, Russia e, naturalmente, Italia, «a dimostrazione dell’innovatività e brevettabilità delle tecnologie sviluppate», spiega Cao, presidente del Distretto Aerospaziale della Sardegna. «Un aspetto importante è che la quota dei diritti sui due brevetti di proprietà dell’università di Cagliari, pari rispettivamente al 50 e al 30%, è passata nei giorni scorsi dall’università al Distretto aerospaziale della Sardegna», aggiunge Cao.
 LA TASK FORCE Tra le sue attività, il Dass si occupa di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per l’esplorazione robotica e umana di Luna, Marte e Asteroidi, incluse le implicazioni biologiche e mediche e le sperimentazioni su volo parabolico e stazione spaziale orbitante. Si tratta di attività che possono portare il Paese a giocare un ruolo rilevante nell’esplorazione dello spazio. Per questo motivo, «la creazione di una task force nazionale per l’esplorazione dello spazio finanziata dall’Agenzia spaziale italiana e dal Centro italiano ricerche Aerospaziali che metta a sistema tutte le competenze presenti nel Paese», conclude Giacomo Cao, «non è più procrastinabile se si vuole contribuire nello scenario internazionale in un settore così strategico per il futuro dell’umanità».
 Mauro Madeddu
 
 

L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 ottobre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
I sindacati dalla prefetta
Vertenza sanità, stato d’agitazione negli ospedali
I sindacati della Sanità confermano lo stato di agitazione del personale e la Prefettura accende il frigorifero. Si chiama “procedura di raffreddamento”: in caso di agitazioni sindacali nei servizi essenziali, come appunto gli ospedali, il prefetto convoca le parti e tenta una mediazione in extremis per ricomporre la vertenza. Così ha fatto Giuliana Perrotta, che ha convocato in Prefettura Cgil, Cisl e Uil (i tre settori Funzione pubblica), l’Asl 8, l’Azienda ospedaliero-universitaria e l’Azienda Brotzu. Alla prefetta il compito di mediare nel tentativo di scongiurare uno sciopero che prende sempre più corpo man mano che la vertenza s’inasprisce.
Per i sindacati, la situazione è assai semplice da descrivere: «Si taglia sulla spesa del personale e dei servizi al cittadino invece che sugli sprechi». Nei loro volantini si legge di violazioni degli accordi aziendali, della mancanza di volontà di mantenere corrette relazioni sindacali e di delibere unilaterali. Tra queste, «la pausa di dieci minuti, riorganizzazioni, spostamenti, accorpamenti e chiusure di servizi».
Secondo le sigle sindacali, che oltretutto non vedono di buon occhio la creazione dell’Asl unica regionale, sono inaccettabili «l’obbligo di trattenersi in servizio oltre l’orario previsto dagli accordi aziendali e il mancato pagamento di indennità e festività infrasettimanali». Le trattative non portano a nulla, così i settori Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato assemblee negli ospedali e proclamato lo stato di agitazione, comunicato alla prefetta. La mediazione non si annuncia semplice. (l. a.)
 
 

L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 ottobre 2016 / Cronaca Italiana (Pagina 12 - Edizione CA)
Nobel, premiati 3 chimici-meccanici
STOCCOLMA Il premio Nobel per la Chimica 2016 è stato assegnato agli scienziati Jean-Pierre Sauvage, Sir J. Fraser Stoddart e Bernard L. Feringa per «la progettazione e la sintesi di macchine molecolari». Lo ha annunciato l’Accademia di Scienze di Svezia. «I premi Nobel 2016 per la Chimica hanno miniaturizzato macchine e portato la chimica in una nuova dimensione», ha detto l’accademia in un comunicato, sottolineando che le macchine sono «mille volte più sottili di un capello». Sauvage, dell’università di Strasburgo, in Francia, Stoddart, della Northwestern University, negli Stati Uniti, e Feringa, dell’università di Groninga, nei Paesi Bassi, hanno sviluppato le prime molecole i cui movimenti possono essere controllati e che possono eseguire dei compiti quando gli si fornisce energia. «I loro studi - hanno spiegato i giurati dell’Accademia delle Scienze - potranno essere utili nello sviluppo di nuovi materiali, sensori e sistemi per l’immagazzinamento dell’energia.
 
 

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5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 ottobre 2016 / Cronaca Italiana (Pagina 12 - Edizione CA)
LONDRA. Tempesta su una proposta-choc del ministro degli Interni
«Bisogna stilare liste dei lavoratori stranieri»
LONDRA «Ci sono troppi lavoratori stranieri in Gran Bretagna». Quindi bisogna costringere le imprese a stilare una lista dei lavoratori non inglesi in busta paga. Una proposta-choc, quanto basta per scatenare il finimondo in Gran Bretagna: l’ha illustrata la ministra degli Interni britannica, Amber Rudd, intervenendo al congresso dei Conservatori che si è concluso ieri. Una mossa che ha fatto subito discutere e spinto l’opposizione laburista a definire «xenofoba» la Convention di Birmingham.
Secondo quanto riporta il Daily Mail, obiettivo della misura sarebbe incoraggiare le aziende ad investire di più nel personale nato e cresciuto nel Regno Unito, ma l’idea non è piaciuta affatto alle imprese. Diverse società hanno condannato il progetto, sottolineando che avrebbe potuto smentire le dichiarazioni del governo secondo cui il Regno Unito rimarrà una nazione «aperta» anche dopo la Brexit.
LE IMPRESE «Sarebbe un giorno triste se avere una forza di lavoro globale venisse considerata una cosa di cui vergognarsi», ha dichiarato Adam Marshall, direttore generale delle Camere di commercio britanniche. «Non si dice nulla su ciò che le aziende stanno facendo per addestrare i propri dipendenti nel Regno Unito o lo sforzo che hanno fatto per reclutare lavoratori nel Paese prima di cercare all’estero», ha aggiunto Marshall.
«La proposta del governo sui lavoratori stranieri è una politica disgustosa che merita di finire nella spazzatura», ha affermato il leader dei Liberaldmocratici, Tim Farrow. Anche Lord Bilimoria, rettore della Università di Birmingham, ha espresso le sue critiche, definendo i piani di Rudd «assolutamente sconvolgenti».
GLI EUROPEI La ministra, parlando alla Bbc, ha difeso il progetto, sostenendo che sarebbe l’unica soluzione per permettere ai giovani britannici di ottenere un lavoro. Attualmente la proposta non vale per gli europei ma non è escluso che concluso il cammino della Brexit i medesimi criteri si applichino anche a lavoratori italiani, spagnoli, francesi. Sono attualmente 5.2 milioni i lavoratori stranieri (dato che combina europei e non) nel Regno Unito su un totale di 31 milioni. La scure della Rudd si abbatte anche sulle università e l’obiettivo è quello di ridurre il numero di iscritti stranieri (non provenienti dalla Ue). Verrebbero imposte restrizioni sui visti, l’obiettivo è quello negli anni di ridurre il saldo dell’immigrazione da 320mila a 100mila.
 
 

L’UNIONE SARDA
 
6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 ottobre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Il ministro: l’Isola ha un grande brand da lanciare nei mercati internazionali
Franceschini: «La cultura è il vero tesoro della Sardegna»
I Giganti di Mont’e Prama: «In altri Paesi richiamerebbero centinaia di migliaia di persone». Le ferrovie storiche: «In Sardegna avete quelle a scartamento ridotto, io col Trenino verde sono arrivato fino a Sorgono, attraversando posti spettacolari». Perfino il Cagnulari: «Ogni volta che vado a Usini, il paese di mia moglie, mi arrabbio perché penso che il vino non sia valorizzato quanto merita».
La Sardegna non è solo mare. Ma manca ancora la consapevolezza e bisognerebbe affinare «un brand per lanciare l’Isola a livello internazionale», dice Dario Franceschini, ministro del Turismo e dei Beni culturali, due settori condannati ad andare a braccetto «perché la cultura è la carta fondamentale per rendere più competitiva la nostra offerta turistica». Il 2016 ha registrato una crescita ulteriore rispetto ai numeri - già buoni - del 2014 e 2015, anche grazie al ritorno dei viaggiatori italiani, che si sono aggiunti quelli stranieri.
LE PROSPETTIVE E i prossimi anni promettono ancora meglio: «Il turismo internazionale continuerà a crescere. Ma aumenterà la competizione e dobbiamo farci trovare preparati. Solo la Cina in futuro potrebbe assicurare un flusso di 400 milioni di viaggiatori ogni anno e non dobbiamo dimenticarci che l’Italia, tra le mete europee, è la preferita», ha ricordato il ministro, ospite del convegno di presentazione dello studio sul turismo sardo firmato dalla Srm (Studi e ricerche sul Mezzogiorno, costola di Intesa Sanpaolo), in collaborazione con Confindustria Sardegna.
 TURISMO SOSTENIBILE Dopo la cultura, l’altro mantra di Franceschini è la sostenibilità: «Avete presente la Spagna e le Baleari, che molto spesso vengono indicate come termine di paragone? Se si costruiscono decine di alberghi sulla costa è chiaro che aumentano le presenze, ma si consuma il territorio. Noi dobbiamo puntare su un turismo che rispetta l’ambiente e valorizza la bellezza, non la distrugge». Scommettere su cibo e tradizioni: «Sarebbe un modo per spostare il flusso turistico dalle coste, dove è concentrato ora, verso il centro. Diversificare l’offerta», sottolinea Franceschini, «serve anche per aiutare la destagionalizzazione», un concetto ancora semisconosciuto nell’Isola dove l’81 per cento degli arrivi si concentra tra maggio e settembre, mentre il resto d’Italia riesce a spalmare meglio le presenze (solo il 57 per cento è legato ai mesi estivi) nell’arco di tutto l’anno.
 AEROPORTI Non manca il riferimento ai trasporti e alla creazione «di un sistema aeroportuale integrato, con tre aeroporti che facciano capo sostanzialmente a una sola società», punto su cui tutti, nell’Auditorium di Intesa Sanpaolo, hanno convenuto: dal padrone di casa Pierluigi Monceri - direttore regionale dell’istituto bancario - fino al presidente di Confindustria Alberto Scanu.
IL REFERENDUM Concordia scomparsa quando il ministro, uscendo dall’aula di viale Bonaria, ha parlato del referendum costituzionale di dicembre: «Rimanendo nel campo del turismo, votare Sì risolverebbe il problema della frammentazione della promozione turistica in venti regioni e rafforza il potere dello Stato nella promozione e internazionale». Le parole sono rimbalzate in pochi minuti fino al Consiglio regionale, dove l’opposizione ha visto nel teorema franceschiniano una minaccia all’autonomia sarda: «È la dimostrazione che dietro la riforma della Carta costituzionale si cela la volontà di spogliare la Sardegna della sua libertà, riportando tutto il potere decisionale a Roma e rendendoci più periferia di quanto già non siamo», ha spiegato il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni.
LA POLEMICA SUL VOTO Concetto ribadito e rinforzato dal coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci: «Se mai ci fosse stato qualche dubbio, le parole del ministro Franceschini confermano che con la riforma e il referendum Renzi persegue un disegno centralista, che mortifica l’autonomia e i territori, sostenuto da una giunta pseudo-sovranista». Parole a cui ha replicato il consigliere regionale del Partito democratico Franco Sabatini: «Dispiace sentire le affermazioni dell’ex presidente della Regione che interpreta l’articolo 117 del nuovo testo costituzionale in modo del tutto strumentale. Se Cappellacci si fosse soffermato sull’articolo 39, avrebbe scoperto che le disposizioni non si applicano alle Regioni ad autonomia speciale fino alla revisione dei rispettivi statuti sulla base di intese con le stesse regioni. Sarà questo il terreno di confronto dove potremo misurare il livello della nostra autonomia con una proposta del Consiglio Regionale che rinnovi e rinsaldi le ragioni storiche della specialità».
Ma per Cappellacci «il fatto che la clausola di supremazia sia solo transitoriamente inattiva e che entri in gioco in una fase successiva conferma, non smentisce, che si tratta di un cavallo di Troia».
Michele Ruffi
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA


7 - La Nuova Sardegna di giovedì 6 ottobre 2016 / Pagina 28 - Ediz. nazionale
Neuropsichiatria dell’infanzia al via il congresso nazionale
ALGHERO Comincia oggi nei locali del Dipartimento di Architettura il 27° congresso nazionale della società italiana di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, sotto gli auspici dei rettori delle due università sarde e per l’impegno congiunto dei due responsabili scientifici, Stefano Sotgiu dell’ateneo di Sassari e Alessandro Zuddas dell’ateneo di Cagliari. I lavori si terranno dalle 11alle 20.30, l’8 dalle 8.30 alle 20.30 e il 9 dalle 8.30 alle 19. Gli organizzatori hanno allestito un intenso programma, articolato in letture magistrali, simposi e sessioni poster, volto a coprire lo spettro degli aggiornamenti nel campo della diagnosi, terapia e prevenzione delle patologie psichiatriche, neuropsicologiche e neurologiche dell’età evolutiva. Il programma è dedicato soprattutto ai medici in formazione specialistica e giovani specialisti e prevede una serie di premi per coloro che si distingueranno per la qualità delle loro ricerche. Il congresso ha ottenuto il patrocinio degli Ordini dei medici delle due province di Sassari e Cagliari, delle due Aziende AOU Sassari e Brotzu di Cagliari, dell’Assessorato alla Sanità della Regione e del Comune. (g.o.)



LA NUOVA SARDEGNA
 
8 - La Nuova Sardegna di giovedì 6 ottobre 2016 / Pagina 14 - Economia Sardegna
Il Distretto aerospaziale acquisisce i brevetti per produrre manufatti da materie prime “marziane”
Tecnologie sarde per conquistare Marte
CAGLIARI  Il Dass, Distretto aerospaziale sardo, ha acquisito l’intera proprietà dei brevetti sulle tecnologie messe a punto per plasmare i mattoncini con materiale reperibile sul pianeta Marte e per produrre energia elettrica, acqua, ossigeno e anche cibo ancora una volta utilizzando “materie prime” rintracciabili su Marte. Si tratta di tecnologie brevettate da ricercatori dell’università di Cagliari, del Consiglio nazionale delle ricerche, del Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna (coordinati da Giacomo Cao docente dell’università di Cagliari) che nel 2010 ricevettero un finanziamento dall’Agenzia spaziale italiana. La possibilità di mettere sul mercato i due processi ideati in Sardegna è quasi una risposta alla novità lanciata dal Centro italiano ricerche aerospaziale che (per l’Italia è la prima volta) dichiara di avere tra gli obbiettivi l’arrivo dell’Uomo su Marte. La conquista di Marte sta calamitando grandi investimenti. Arrivare sul pianeta rosso è l’obbiettivo che si è dato l’imprenditore naturalizzato americano Elon Musk il quale ha promosso la progettazione del vettore Mars Vehicle. All’International Astronautical Congress che si è tenuto in Messico, Musk ha annunciato la progettazione del vettore e ha detto anche qualcosa che ha avuto un’eco immediata in Sardegna: assieme alla possibilità di raggiungere il pianeta rosso «occorrerà pensare anche a come sopravviverci una volta arrivati». Secondo Cao questo per l’Italia è un momento cruciale: «La creazione di una task force nazionale per l’esplorazione dello spazio, che metta a sistema tutte le competenze presenti nel Paese non è più procrastinabile se si vuole contribuire nello scenario internazionale in un settore definito strategico». La Sardegna della ricerca scientifica è avanti in tema di aerospazio e tutto ruota attorno al Dass che ha sei soci pubblici e 19 privati ,tra questi Avio SpA, il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali e Vitrociset. Che l’aerospazio sia un settore attraente anche per chi progetta lo sviluppo economico di un territorio lo dimostra l’attivismo della Regione Puglia, il cui assessore allo Sviluppo economico è a Londra assieme al presidente del Distretto aerospaziale di quella regione: sta incontrando potenziali investitori per sviluppare tecnologie aerospaziali in Puglia.

 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
9 - La Nuova Sardegna di giovedì 6 ottobre 2016 / Pagina 4 – Sardegna
SANITÀ
Asl unica, il Governo dà il via libera alla riforma
CAGLIARI Via libera del Governo all’Asl unica. Votata a luglio dal Consiglio regionale, la legge ha ottenuto il lasciapassare di Palazzo Chigi, che ha deciso di non impugnarla dopo la relazione del ministro per gli Affari regionali Enrico Costa. È un altro passaggio superato di slancio dalla riforma della sanità, arrivato a pochi giorni dalla presentazione ufficiale di quello che sarà il suo primo direttore generale: Fulvio Moirano. Dopo aver firmato il contratto di cinque anni con la Regione, si sa che il supermanager prenderà possesso dell’incarico a metà mese nella sede regionale di Sassari. Sempre fra pochi giorni sarà ancora lui a nominare i suoi più stretti collaboratori (direttore sanitario e direttorio amministrativo) mentre all’inizio dell’anno prossimo dovrà scegliere i direttori delle otto aree socio-sanitarie in cui sarà suddivisa l’Asl unica. Aree che in questi mesi, sotto il controllo di Moirano e prima di essere accorpate, saranno amministrate dai commissari nominati a suo tempo dalla giunta Pigliaru.  


 

LA NUOVA SARDEGNA
 
10 - La Nuova Sardegna di giovedì 6 ottobre 2016 / Pagina 21 - Olbia
Meeting sul rischio idrogeologico
OLBIA La sicurezza della città passa anche per una conferenza. Domani mattina, dalle 10 al museo archeologico, si terrà l’incontro da tempo annunciato dal sindaco Settimo Nizzi. L’obiettivo è coinvolgere docenti, ricercatori, professionisti e cittadini per ampliare la discussione sui piani di mitigazione del rischio idrogeologico. Si tratta dell’argomento più scottante e delicato degli ultimi anni, visto che anche la scorsa campagna elettorale si è giocata sul fronte della sicurezza e dei piani da attuare per difendere Olbia dalle alluvioni. Attualmente i progetti in possesso del Comune sono tre. Il primo è il Piano Mancini, già adottato dall’amministrazione Giovannelli e contestato dal sindaco Nizzi, che in campagna elettorale aveva promesso di cestinare subito il progetto salvo poi prendere tempo e allargare la discussione. Il secondo progetto è di Olbia Futura, proposto dallo stesso Settimo Nizzi in campagna elettorale. Il terzo è dello Studio d’Èquipe di Andrea Demuru. «La sicurezza dei cittadini è la nostra priorità e vogliamo condividere pienamente e con la massima trasparenza le azioni finalizzate a un tema così delicato - commenta Nizzi -. Abbiamo invitato alla conferenza le maggiori eccellenze, tra cui docenti, ricercatori esperti di ingegneria idraulica delle più rinomate università, architetti, geologi, assessorati e organi regionali. Ma anche i cittadini sono caldamente invitati alla conferenza». Poi il sindaco aggiunge: «Mentre continuano le opere di prevenzione, come la pulizia dei canali e altre manutenzioni, vogliamo definire lo stato dell’arte, il più alto livello di conoscenza finora raggiunto rispetto al tema della mitigazione del rischio idraulico. Le informazioni scientifiche e le ipotesi progettuali a oggi in nostro possesso saranno valutate e discusse per offrire a Olbia la migliore soluzione possibile». (d.b.)

 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
11 - La Nuova Sardegna di giovedì 6 ottobre 2016 / Pagina 9 - Attualità
ECONOMIA >> LE SCELTE
In Italia l’80% dei giovani vive con i genitori
Il 27% tra i 15 e i 29 anni non studia e né lavora: in coda ai paesi dell’Ocse, peggio di noi la Turchia
ROMA Non è un Paese per giovani. In Italia la quota di popolazione tra i 15 e i 29 anni che non è nè occupata, né a scuola o in formazione, i cosiddetti “Neet”, è aumentata considerevolmente durante la recessione. Una situazione preoccupante che rappresenta una perdita di circa un punto e mezzo di Pil. Prima del 2007, afferma l’Ocse nel suo rapporto «Uno sguardo sulla società 2016 - Riflettore sui giovani”, che ogni anno analizza il benessere sociale e i suoi trend nei 34 Paesi industrializzati, la percentuale di Neet in Italia era attorno al 20%, 4 punti sopra la media. Fra il 2007 e il 2014 il tasso è schizzato al 27%, il secondo più alto dopo la Turchia. Un primo timido segno di schiarita si è cominciato a vedere solo lo scorso anno, con una modesta riduzione della percentuale, equivalente a quasi 2,5 milioni di Neet, comunque al di sopra dei livelli pre-crisi e quasi il doppio della media Ocse (15%). Il dato più inquietante riguarda le capacità che vengono perse a causa dei Neet, pari all’1,4% del Pil. Il dato italiano è il terzo peggiore dopo Grecia (2%) e Turchia (3,4%). Anche al livello Ocse, il numero di giovani usciti dal sistema educativo e senza lavoro rappresenta un «costo economico maggiore» - avverte l’istituzione - incluso tra i 360 e i 605 miliardi di dollari, 0,9%-1,5% della ricchezza globale. «Per i giovani poco qualificati diventa sempre più difficile trovare un impiego, ancora più difficile un impiego stabile», deplora Stefano Scarpetta, direttore della divisione Ocse per Occupazione, Lavoro e Affari sociali. «I governi - suggerisce il rapporto - devono garantire che i giovani ottengano almeno un diploma di fine studi secondari per avere la possibilità di proseguire degli studi o acquisire competenze professionali». In Italia, riferisce l’Ocse, l’80,6% dei giovani vive dai genitori. Quanto al welfare, siamo i quarti per spesa in protezione sociale pubblica, pari al 29% del Pil, contro una media Ocse del 22%. L’invecchiamento della popolazione provoca, in particolare, una pressione al rialzo dei costi previdenziali che rappresenta il 16% del Pil, la quota più alta fra Paesi ricchi. E tuttavia - puntualizza l’istituzione guidata dal messicano José Angel Gurria - «l’Italia sta migliorando la sostenibilità finanziaria del suo sistema pensionistico grazie a riforme strutturali di lungo periodo». Del resto, abbiamo la quarta più alta aspettativa di vita dopo Giappone, Spagna e Svizzera, pari a 83,2 anni, 2,6 anni in più rispetto alla media.
 
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
12 - La Nuova Sardegna di giovedì 6 ottobre 2016 / Pagina 40 - Sport
MEZZA MARATONA
Con Cagliari Respira 2016
lo sport sposa la salute
CAGLIARI La mezza maratona della salute sposa solidarietà e vita equilibrata. La nona edizione di CagliariRespira mette assieme runners, amatori, forze dell’ordine, tessuto produttivo, bambini in alcuni degli scorci più intriganti del capoluogo. Il 4 dicembre, da via Roma al Poetto, passando per Stampace, le Saline e il Parco di Molentargius, si corre per stare un po’ meglio. Senza differenze di età, condizione agonistica, sesso. Per la nona edizione l’Asd Cagliari Marathon club è in moto da un pezzo. "Ecologia, prevenzione e sensibilità: con la mezza maratona coinvolgiamo anche dieci associazioni di volontariato e i Rotary club. Installeremo in città - spiega Paolo Serra, organizzatore e allergologo al Policlinico universitario - cinque defibrillatori". Le sedi? Si pensa a Campo Coni, Marina Piccola e Monte Claro. Insomma, podismo uguale benessere e sicurezza. "La mezza maratona è un percorso efficace per comunicare buone pratiche. Una terapia - dice Giorgio Sorrentino, direttore generale Azienda mista - adatta al mantenimento della salute". Tecnica, qualità della vita e standard certificati: "La Federazione ha varato criteri di valutazione per le maratone: oro, argento e bronzo. CagliariRespira cresce" commenta Sergio Lai, presidente regionale della Federatletica. Il messaggio vale per ampie fette della popolazione: "Disturbi cardiocircolatori, diabete, peso in eccesso e asma: dall’attività fisica si trae beneficio. Con lo sport un soggetto rinitico può bloccare la marcia allergica. E fino a non molto tempo fa un asmatico veniva ghettizzato". Paolo Serra coglie nel segno. La mezza maratona - presentata nella sala top della Costa Pacifica, in porto per la consueta sosta settimanale - associa sia i medici impegnati su aspetti clinici e assistenziali delle patologie pneumologiche, sia l’evento rock connesso alla Giornata ecologica curata dal comune di Cagliari. In breve, 21,097 chilometri che avvicinano. "Le nostri navi - rimarca Maurizio Caddia, Costa crociere Sardegna - sono palestre a cielo aperto. E siamo attenti al territorio: Cagliari, Porto Torres e Olbia sono le nostre orgogliose basi isolane". Un evento con il brand del gruppo Crai: "Dopo Sartiglia, Redentore e Cagliari calcio siamo main sponsor della corsa: la salute - precisa Giorgio Annis, amministratore delegato di Crai - è troppo preziosa per disinteressarsene". A dirla tutta, medicina a costo zero. Con atleti, visitatori e turisti. Un modo pregiato per smuovere pigri e sedentari. Ma anche promozione dell’atletica e un assist per presenze turistiche, stili di vita e bellezze ambientali.
Mario Frongia
 
Il nuovo obiettivo è superare i 3000 partecipanti
L’anno scorso su 2.600 iscritti, 250 erano d’oltre Tirreno e 96 stranieri: il Cagliari Marathon club punta a superare i 3000 pettorali. Al via sono attesi i campioni in carica Said Boudalia (primo italiano alle maratone di New York e Boston, 1h7’46" a Cagliari) e Claudia Pinna (1h18’19" nel 2013). "CagliariRespira" prevede il 3 dicembre tre KidsRun (400, 800 e 1.200 mt), la "SeiKilometri" non competitiva, la KaralisStaffetta: stesso percorso della mezza maratona con due frazioni da 9 e 12 chilometri, tra centro storico, Poetto e Molentargius. La manifestazione - valida per il Memorial Delio Serra, prima combinata Belluno Feltre Run e quarta Trail Runnig Sarcidano - è anche Campionato sardo militare e forze di polizia. La Crai-CagliariRespira è cornice del convegno su asma e obesità, con riverberi su medicina interna e dello sport, cardiologia e geriatria. L’11 e 12 novembre gli specialisti dibattono sui dati dell’Istituto superiore di sanità: in Italia il 42% dei residenti ha chili in più. Tra questi, il 30 è sovrappeso e il 12 è obeso. La corsa - partenza alle 10 dal piazza Manlio Scopigno - si avvale di oltre 250 volontari e ha il patrocinio, tra gli altri, di assessorato allo sport di Cagliari, Ordine dei medici, Università e Aou di Cagliari, Ente Parco Molentargius. (m.fr.)
 
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
13 - La Nuova Sardegna di giovedì 6 ottobre 2016 / L’ISOLA >> IL SISTEMA DELL’ACCOGLIENZA
Franceschini: tanti tesori ma ancora pochi turisti
Il ministro traccia la strada e spiega come moltiplicare arrivi e presenze
di Umberto Aime
CAGLIARI In equilibrio fra l’analisi e la sfida senza però colpevolizzare nessuno il ministro Dario Franceschini l’ha detto subito: «Se i Giganti di Mont’e Prama li avessero scoperti da un’altra parte del modo, oggi ci sarebbe la fila per vederli». Non è così purtroppo. I tesori di Sardegna continuano a pesare poco o nulla nel mercato del turismo. Oltre al solito pacchetto mare-sole-spiagge, l’isola delle meraviglie non riesce a sgomitare, a vincere come dovrebbe e meriterebbe grazie alle altre sue infinite, invidiate ricchezze. Forza inespressa. Qui continua a essere difficile fare buona economia e ancor di più economia diffusa con la storia, il cibo, le tradizioni e l’archeologia. In Sardegna questo pacchetto è ancora un campo da esplorare e da «saper offrire», mentre il turista «oggi vuole vivere proprio emozioni uniche e inimitabili». È stata questa la scossa che il ministro per i Beni culturali e il Turismo ha dato in chiusura della giornata di presentazione e studio dell’indagine propositiva, ricca di soluzioni intelligenti su «Come costruire un turismo stabile tutto l’anno». È quel sogno bello e ricco che la Sardegna insegue da decenni. Il traguardo è ancora lontano se, come dichiarano i numeri messi assieme dai ricercatori del centro «Srm» di Banca Intesa, su «113,5 milioni di arrivi in Italia ogni dodici mesi solo 2,61 toccano la Sardegna». È appena il 2,3 per cento del mondo delle vacanze che – per seguire ancora le parole del ministro Franceschini «deve essere il pilastro della nostra economia, ma solo negli ultimi anni abbiamo capito qual è il suo vero potenziale». Non accontentarsi. La Sardegna per ora può contare solo sugli spiccioli e invece «ha una capacità di crescita smisurata», c’è scritto nel rapporto. A partire dai Giganti fino ai centenari dell’Ogliastra: sono i valori su cui, insieme ai molti altri che potrebbero essere sintetizzati in qualità della storia e della vita, che la Sardegna deve puntare con forza se vuole uscire dal solito e strasconosciuto perimetro dell’estate. Da maggio a settembre è concentrato l’’81 per cento degli arrivi, gli altri mesi sono un deserto o quasi. Anche gli esperti hanno lanciato la loro provocazione: «Se ci culliamo sugli ottimi risultati raggiunti in questi anni, l’aumento medio nelle strutture ricettive è stato del 9,13 per cento nel biennio 2014-2015, non andremo da nessuno parte» E neanche possiamo continuare a sperare che il sud del Mediterraneo rimanga l’attuale polveriera, o che le altre regioni d’Italia restino anche loro immobili. L’appello. Bisogna pensare in grande, ha detto il ministro Franceschini: «Non avete solo il mare e lo sapete. Le risorse della Sardegna sono enormi e lo sa bene chi conosce questa terra perché qui ho forti legami familiari». È un patrimonio da mille e una notte, ha aggiunto e «non avete certo bisogno di inseguire i soliti modelli, penso alle Baleari, per essere vincenti». L ’assessore al Turismo Francesco Morandi ha sfruttato l’assist ministeriale: «La Regione da trenta mesi lavora e investe in tutta Europa e anche nelle nazioni extraeuropee proprio sul nostro grande patrimonio culturale». Così il ministro ha consigliato alla Sardegna di «proporsi sul mercato con un brand unico, subito riconoscibile e avvolgente». Certo, per raggiungere l’obiettivo bisogna fare anche molto altro: dai trasporti, l’handicap di sempre, alla qualità delle strutture ricettive. «Ma sono ottimista e ce la possiamo fare», ha concluso Dario Franceschini. Il progetto. Nello studio di Banca Intesa la strada è tracciata in otto capitoli. Bisogna proporre una Sardegna sicura, trasparente, accessibile, preparata, informata, connessa, digitalizzata e “multi destination” soprattutto nelle zone interne che vanno subito coinvolte. Ma come si fa? «Con un’offerta – è scritto nella ricerca – che soddisfi al meglio le richieste sempre più esigenti dei nuovi turisti». Cioè di quelli che sono motivati dal bello tutto l’anno e sono «alla ricerca di emozioni ed esperienze uniche». Nel pratico: è indispensabile un marketing turistico aggressivo, la concorrenza è spietata, che «abbia come punti di forza le origini di questa terra». Con questa convinzione finale, proposta dagli esperti, «la filiera del turismo, come confermato da chi queste scelte le ha fatte, ha un impatto altissimo sull’economia e diventa in fretta un fattore trascinante, inarrestabile, diffuso». Per vincere la scommessa, che poi proprio una scommessa non dovrebbe essere, il ministro Franceschini è stato deciso nel dire: «Turismo e cultura da oggi in poi devono essere una sola cosa». Giganti compresi.
 
 
 

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