Lunedì 3 ottobre 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 ottobre 2016
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
 
1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 3 ottobre 2016 / Salute (Pagina 10 - Edizione CA)
Salta la buona tavola, vincono i cibi take away
Le cattive abitudini alimentari degli universitari fuori sede
Non dimenticano malloreddus, seadas e simili. Ma certo quando si trovano a studiare lontani dalla Sardegna tendono ad assumere abitudini diverse a tavola, tra lezioni, esami e vita sociale, fatte di happy hours, apericene e pasti take away. È davvero curioso il quadro su pregi e difetti a tavola per gli studenti universitari fuori sede, che ha preso in esame anche ragazzi della Sardegna considerando che in moltissimi casi i “migranti” dello studio vengono dalle regioni del Sud e dalle isole nelle aule dell'Università Cattolica di Milano, Piacenza e Roma e dell'Università di Pavia. Presso questi atenei si è infatti svolta una delle prime indagini condotte in Italia sulle abitudini alimentari di un campione di studenti fuori sede di età compresa tra i 19 e i 27 anni coordinata dalla Fondazione Istituto Danone.
«I giovani studenti che affrontano per la prima volta il problema della loro alimentazione possono incorrere nel rischio di cattive abitudini - spiega Lorenzo Morelli, Presidente della Fondazione e Preside della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - . Nell'ambito del nostro impegno a favore della ricerca e dell'educazione in tema di sana alimentazione, abbiamo voluto focalizzare la nostra attenzione su una fascia della popolazione fino a oggi poco studiata». Ma ecco le cifre: quasi il 10% degli intervistati salta il pasto più importante della giornata, la colazione. E, tra quelli che la fanno, solo una minoranza privilegia gli alimenti più salutari come yogurt (23%), cereali (quasi il 31%) e succhi di frutta (30%). Per lo spuntino, mentre i più virtuosi prediligono la frutta (30%), molti si limitano a mangiare quello che trovano al momento (17,5%). La sera, il frigorifero è spesso desolatamente vuoto e una cena decente diventa un miraggio, per la felicità degli esercizi che offrono cibi da asporto: oltre il 60% del campione ricorre al take away almeno una volta la settimana e pizza e kebab sono gli alimenti più ordinati. Il 74% non rinuncia all'happy hour con gli amici, almeno una volta la settimana (51%). Più del 70% beve, inoltre, alcol nel weekend e quasi il 35% lo fa anche in settimana, sia durante sia dopo i pasti. I fumatori sono pochi (29%), ma assidui: i più accaniti confessano di superare senza difficoltà le 5 sigarette al giorno. Risultato finale: oltre il 70% degli studenti lontani da casa dichiara di aver cambiato le proprie abitudini a tavola, abbandonando soprattutto il pesce, eliminato dalla dieta in un caso su cinque. Un vero peccato!
( fe.me. )


 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 3 ottobre 2016 / Salute (Pagina 10 - Edizione CA)
Il risultato: problemi legati alla tiroide
C'è carenza di iodio in Sardegna
Più di sei milioni di persone in Italia presentano un problema alla tiroide e più di quindici anziani su cento soffrono di qualche disfunzione alla ghiandola. Per questo, anche se spesso dimentichiamo l'importanza di questa “regolatrice” del benessere a forma di farfalla che si trova nel collo, è fondamentale sapere come funziona e come si ammala. È stato questo l'obiettivo della Settimana Mondiale della tiroide che anche in Sardegna ha visto una serie di iniziative rivolte alla popolazione, tra cui quelle tenutesi a Cagliari, Assemini e Nuoro.
«La tiroide - spiega Paolo Vitti, Presidente Eletto della Società Italiana di Endocrinologia (Sie) - svolge un ruolo fondamentale nell'arco di tutta la vita, da prima della nascita alla terza età in quanto regola, grazie agli ormoni che produce, importanti processi quali lo sviluppo neuropsichico e l'accrescimento somatico nell'età evolutiva: inoltre le età è fondamentale per la funzione cardiovascolare, il metabolismo basale, lipidico, glucidico e osseo. Ma non solo: la tiroide - come se fosse una centralina di controllo - influenza la fertilità, il ritmo cardiaco, la forza muscolare e molto altro».
In Sardegna, la situazione è quanto meno curiosa sul fronte della carenza di iodio, la sostanza che fa lavorare al meglio la ghiandola. Nonostante la sua posizione di isola al centro del Mediterraneo e quindi comunemente ritenuta non a rischio, oltre il 95% della superficie della Sardegna è lievemente o moderatamente iodocarente (fenomeno più evidente ma non esclusivamente limitato alle aree interne), con prevalenza di gozzo piuttosto elevata. Studi condotti qualche decennio fa dimostrano che esisteva un'elevata prevalenza del gozzo sia nei giovani che negli adulti, ma allora l'impiego del sale iodato era molto basso. «In seguito all'entrata in vigore della legge del 2005 sulla profilassi iodica in Italia, il consumo di sale iodato è aumentato (attualmente si attesta intorno al 45-50%, dato ancora leggermente inferiore della media nazionale, che è intorno al 50-55%) - precisa Stefano Mariotti, professore ordinario di endocrinologia all'Università di Cagliari - . È probabile che il maggior consumo di sale iodato abbia determinato una diminuzione della prevalenza del gozzo specialmente in età pediatrica e nei giovani adulti, ma non sono ancora disponibili nuovi studi epidemiologici che attestino l'effettiva riduzione dell'endemia di gozzo». Particolare attenzione va poi prestata alle donne in gravidanza. «Un recente studio condotto dal nostro gruppo con finanziamenti del Ministero della Salute ha evidenziato che oltre il 50% della gravide in Sardegna non assume un'adeguata quantità di iodio, con rischio di compromettere lo sviluppo somatico e mentale dei nascituri», fa notare Mariotti. Oltre alla iodocarenza, comune ad altre regioni italiane, la Sardegna presenta una prevalenza decisamente superiore di malattie autoimmuni, come diabete mellito di tipo 1 (massima incidenza al mondo dopo la Finlandia), sclerosi multipla, celiachia e per la tiroide di tiroidite autoimmune (o di Hashimoto).
Il combinarsi della carenza iodica e dell'aumentata prevalenza di tiroidite di Hashimoto produce una peculiare combinazione di quadri clinici che richiedono particolare attenzione da parte dei medici e consapevolezza da parte dei pazienti su quanto si può fare per una efficace prevenzione. Per questi motivi appare più che giustificata l'organizzazione di attività di informazione e promozione della salute nel corso della Settimana Italiana della Tiroide che quest'anno ha avuto come tema “La tiroide dal bambino all'anziano”.
 Federico Mereta
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 3 ottobre 2016 / Provincia Ogliastra (Pagina 22 - Edizione CA)
URZULEI. Delibera unanime
Dna da tutelare «Il Garante protegga i dati»
Un appello collettivo al Garante, per la tutela del Dna e dei dati personali. La vendita all'asta della società Shardna, la sparizione e il ritrovamento del materiale genetico, continuano ad avere importanti riflessi legali. Il Comune di Urzulei, attraverso l'avvocato Tonino Tegas, promuoverà un'istanza al Garante per la tutela dei dati personali, per chiedere il divieto di utilizzazione e il blocco immediato del trattamento dei dati personali, di salute e genetici da parte di chiunque ne abbia la disponibilità, salvo valutare la possibilità di revocare il consenso già concesso o confermarlo.
Il problema riguarda anche coloro che non firmarono alcun consenso ma che a seguito dell'indagine autorizzata effettuata negli uffici comunali hanno visto i propri dati inseriti nel database per la ricostruzione dell'albero genealogico.
A partire dagli anni '90 i cittadini di Urzulei, come quelli di altri paesi in Ogliastra, aderirono al programma di ricerca Parco genetico Ogliastra sottoscrivendo il consenso per il trattamento dei dati alla Shardna del professor Mario Pirastu.
L'attività di ricerca è andata avanti per undici anni e ha portato alla raccolta di una grande mole di dati e materiali, custoditi nel laboratorio Genos a Perdasdefogu. «A seguito delle vicende giudiziarie che hanno interessato i soggetti di ricerca coinvolti nello studio - si legge nella delibera - i cittadini non sono stati resi edotti della sorte di tali dati, della loro vendita e soprattutto è loro sconosciuto l'attuale utilizzo e da parte di chi». ( si. l. )
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
4 – LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 3 ottobre 2016 / Pagina 2 - Ediz. nazionale
Asl unica, arriva Moirano Cinque anni di contratto
CAGLIARI Il fuoriclasse è in arrivo ma presto potrebbe trasformarsi in un ciclone. Oggi il primo direttore generale della nascente Asl unica di Sardegna, Fulvio Moirano, 64 anni, ligure, sarà presentato da chi l’ha voluto con decisione in nome di un innegabile curriculum da primo della classe dalle Alpi fino a Lampedusa. L’ingaggio. La coppia Francesco Pigliaru, presidente della Regione, e Luigi Arru, assessore alla Sanità, hanno resistito in questi mesi a buona parte dei partiti, delle correnti del centrosinistra e a quanti avrebbero voluto un sardo alla guida di Unica. «Abbiamo scelto il meglio del meglio», ha detto due settimane fa, a caldo, il governatore nell’annunciare Moirano. Pare di contro che invece la sanità nostrana sia in subbuglio per lo sbarco del forestiero. Il precedente. Quello provato in queste ore potrebbe essere lo stesso sentimento, oggi come allora contrastato, vissuto dalla sanità ai tempi della giunta Soru. Va ricordato quel momento: dal 2004 al 2008 ad amministrare posti letto, medicinali e quant’altro il centrosinistra chiamò e ingaggiò Nerina Dirindin, piemontese, ora senatrice del Pd, e ad amministrare le Asl di Cagliari e Sassari, le più popolose e ricche, altri due continentali: Gino Gumirato, padovano, e Bruno Zanaroli, modenese. In quella lunga stagione, politica e sanità si spaccarono quasi a metà fra favorevoli e contrari alle nomine pescate sulla terra ferma. Innesti pericolosi. Il complicato e spesso autoreferenziale mondo sanitario isolano è da sempre diffidente sugli innesti forestieri. È l’atteggiamento naturale ma non certo condivisibile di chi non vorrebbe, nel bene e nel male, interferenze sull’esistente, sul sistema di potere che dalla notte dei tempi è dentro e fuori il sistema sardo pubblico e privato. Si sa: il nuovo spaventa comunque anche se è di alta qualità. Chi è meno netto nei giudizi ha un’altra versione più tecnica: il forestiero ha bisogno di tempo per capire la Sardegna, mentre alla sanità, in profondo rosso da anni, serve un’immediata terapia d’urto per risollevarsi. La verità sta nel mezzo e potrebbe essere questa: il compito affidato a Moirano fino al 2021, cioè cinque anni di contratto a scavalco sull’attuale legislatura, è di quelli titanici ma non certo impossibili. Il pareggio nei conti e l’alta qualità del servizio potranno essere raggiunti solo se ci sarà un grande gioco di squadra e se, questo è il consiglio al neo direttore generale di Unica, le scelte anche quelle più difficili saranno condivise e non imposte dall’alto. C’è un consiglio rivolto anche a chi avrebbe preferito un sardo al vertice: fare le barricate è inutile, la resistenza passiva non serve e tanto meno mettersi di traverso per dispetto. L’unica stella polare dovrebbe essere questa: lavorare per il bene comune, poi saranno i fatti a dire se Moirano è il fuoriclasse che tutti dicono oppure diventerà, anno dopo anno, un insopportabile ciclone. Stato e status. Fino al 31 dicembre Fulvio Moirano sarà solo il manager dell’Asl 1, è quella di Sassari, che dall’inizio dell’anno prossimo incorporerà le altre sette. Per tre mesi il suo stipendio sarà di 180mila lordi all’anno più premi (intorno al 20 per cento) poi da gennaio salirà fino a 200mila più altri 40 in caso di obiettivi raggiunti. Dovrà gestire un bilancio di 3 miliardi e 200 milioni, il costo della sanità, il 60 per cento del bilancio regionale. Dovrà riportare in linea di galleggiamento le ex Asl, che quest’anno hanno accumulato 400 milioni di rosso e quasi altrettanto hanno ricevuto in eredità. Dovrà dare sostanza al piano di rientro voluto dalla Giunta all’inizio dell’anno e dovrà tirare le fila di una riorganizzazione degli ospedali che, seppure in embrione, ha scatenato subito molte polemiche nei Comuni. Dovrà nominare anche la sua squadra, direttore sanitario e direttore amministrativo di Unica, e otto manager a capo di altrettante Aree sanitarie omogenee. Quello delle nomine sarà il primo banco di prova per capire quanto è netta la sua autonomia dalla politica. Pare sia tanta se, come dicono le cronache piemontesi, da quando ha lasciato Torino sono stati in molti a festeggiare. (ua)


 
5 – LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 3 ottobre 2016 / Pagina 2 - Ediz. nazionale
Gli altri tre responsabili della sanità
Oggi il presidente Pigliaru e l’assessore alla Sanità Arrù presenteranno anche altri tre manager. Due sono stati confermati al loro posto e sono Giorgio Sorrentino e Graziella Pintus, dal 2014 commissari dell’Azienda mista universitaria di Cagliari e dell’Azienda Brotzu. Oltre a Fulvio Moirano, l’altra vera new entry è il catanese Antonio D’Urso. Scelto dalla Giunta in sintonia con il rettore dell’università di Sassari, Massimo Carpinelli, D’Urso sarà il manager dell’Azienda mista sassarese dopo aver amministrato fino a pochi giorni fa il San Camillo-Forlanini di Roma. Va ricordato che insieme al Brotzu l’Azienda mista di Sassari sarà uno dei due poli d’eccellenza nell’ormai riorganizzazione della rete ospedaliera. Mentre per entrare in questa élite quella mista di Cagliari dovrà aspettare l’apertura del pronto soccorso.

 
 

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