UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 13 settembre 2016

Martedì 13 settembre 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 settembre 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 settembre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Salgono le quotazioni del commissario dell'azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari
ASL UNICA, SORRENTINO IN CRESCITA
Nel centrosinistra slitta l'intesa sul nome, il rimpasto si avvicina
Potrebbe chiudersi in pochi giorni la scelta (seconda) del manager della neonata Azienda unica sanitaria (Ats). Nelle ultime ore ci sarebbe stata un'impennata delle quotazioni di Giorgio Sorrentino, attualmente commissario straordinario dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari. Un mezzo preavviso potrebbe già essere stato inviato al rettore, Maria Del Zompo. Un tema che pare non sia stato, però, oggetto del lungo vertice di ieri pomeriggio in cui la maggioranza ha deciso per un'accelerazione sul rimpasto.
PROVE DI INTESA Dopo lo stop alla nomina di Francesco Nicola Zavattaro alla guida dell'Ats, la maggioranza prova a ritrovare il dialogo. Tutto sta nella trattativa portata avanti soprattutto dai piccoli partiti che hanno chiesto il riconoscimento all'interno degli equilibri della coalizione. In questo senso potrebbe essere intesa la nomina alla presidenza del Cda della Sfirs che a questo punto vedrebbe il nome di Paolo Sestu (avvocato ed ex membro del cda del Banco di Sardegna), nome vicino a Sel, ma ben accetto anche dai partiti minori della coalizione. Sestu sarebbe favorito sul direttore generale di Fidicoop, Riccardo Barbieri, fino a pochi giorni fa a un passo dall'incarico. La nomina deve essere formalizzata con urgenza perché il limite è scaduto e dietro l'angolo potrebbe esserci il commissariamento da parte della Banca d'Italia.
RIMPASTO Con la rassicurazione che anche i partiti minori della coalizione verranno garantiti, l'accelerazione sul rimpasto in Giunta è una normale conseguenza. Già da lunedì prossimo, giorno scelto per un altro confronto di coalizione, si potrebbe cominciare a costruire il nuovo mosaico. Tutto, però, rientra sotto la necessità di discutere del programma per la seconda parte di legislatura. Anche perché gli altri partiti della coalizione sono in attesa di capire quale sarà il destino del Pd che in concomitanza con il prossimo vertice del centrosinistra ha l'appuntamento dell'assemblea regionale.
IL VERTICE La discussione è stata decisamente ampia. Il presidente Pigliaru e il vice presidente, Raffaele Paci, si sono confrontati con i rappresentanti dei partiti del centrosinistra su tantissimi argomenti. Tanto che il deputato del Centro democratico, Roberto Capelli, a fine riunione dice: «Sono stati trattati troppi argomenti. Devo dire che è molto difficile riuscire a fare una sintesi efficace». Si è fatta una ricognizione, non priva di critiche e di osservazioni, di quello che è stato fatto durante questi primi due anni e mezzo di legislatura. Qualche frizione c'è stata nel ricordare al presidente che troppe decisioni e passaggi importanti sono stati affrontati senza l'adeguato confronto con i partiti della coalizione. È lo stesso governatore a lanciare l'appello per «proseguire nell'impegno, alimentando la fiducia tra noi e con i cittadini, condividendo sempre di più le scelte».
IN ATTESA Prima di definire chiusa la crisi serve tempo, anche se i presupposti dovrebbero portare a un epilogo positivo. Il consigliere regionale dell'Upc, Pierfranco Zanchetta, vede di buon occhio «la volontà di accelerare sui temi che riguardano una nuova fase di governo, che consideri tutte le forze della maggioranza». Stessa cosa per il senatore di Sel, Luciano Uras: «È stato un utile approfondimento tematico sul programma. Rimangono le urgenze che ci auguriamo possano essere affrontate e risolte nei prossimi giorni. Soprattutto quelle connesse al riassetto complessivo del sistema sanitario regionale».
I PASSAGGI Nei prossimi giorni le trattative proseguiranno perché per affrontare il rimpasto in Giunta è necessario avere un quadro chiaro delle forze in campo. Con il Pd ancora privo di segretario il rischio è che le correnti funzionino un po' come dei piccoli partiti separati in casa.
Matteo Sau
 
 

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 settembre 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
ATENEO. Al via alle 11, alla Cittadella, le selezioni di Medicina e Chirurgia
Corsi di laurea triennali, oggi la prova d'accesso
Al via oggi alle 11, nella Cittadella universitaria di Monserrato, la prova d'accesso ai corsi di laurea triennali della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Sono duemila e 294 gli iscritti ai test che permettono di frequentare uno dei corsi immediatamente abilitanti ad una professione in ambito sanitario. I candidati ad uno dei 325 posti complessivamente disponibili dovranno presentarsi almeno novanta minuti prima dell'inizio della prova. Per favorire il lavoro degli addetti e ancora di più i giovani, la distribuzione nelle aule è già disponibile sul sito della segreteria studenti della facoltà.
Il corso con il maggior numero di domande è quello di Infermieristica. I candidati sono ben 736 per complessivi 120 posti, seguito da Fisioterapia (732 per 35 posti).
A seguire, le “Tecniche di radiologia medica”, con 281 domande presentate. Gli aspiranti potranno contare su venti posti, mentre sono venticinque quelli riservati ai 263 candidati che tenteranno di superare la selezione per poter frequentare Ostetricia.
Per i venticinque posti di “Tecnica della riabilitazione psichiatrica” concorreranno in 117, mentre per i cinquanta posti disponibili nella sede di Nuoro di Infermieristica si sono iscritti in 101. Infine, sono sessantaquattro gli iscritti per i cinquanta posti di “Assistenza sanitaria”: un corso, quest'ultino, che di recente ha conquistato importanti riconoscimenti a livello internazionale per la qualità.
L'Ateneo ricorda che il numero dei posti disponibili in ciascuna sede è fissato - anche per questi corsi di laurea - a livello nazionale. I candidati dovranno rispondere a sessanta domande, in un tempo massimo di cento minuti, di cultura generale, logica, biologia, chimica, fisica e matematica gli argomenti del test. (a.pi.)
 
 

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 settembre 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
CRONACA >> LA RIFORMA ASSISTENZIALE
 
Intesa governo-sindacati: per l'Ape rata ventennale, gratis per i meno abbienti
Pensione anticipata a 63 anni: al via il prestito sperimentale
Potranno accedere all'Ape, il prestito pensionistico, tutti quei lavoratori a cui mancano tre anni e sette mesi alla pensione di vecchiaia. Dal 1° gennaio 2017, dunque, se il tutto sarà confermato dall'incontro del 21 settembre, potranno andare in pensione, pagando una rata ventennale, i lavoratori con 63 anni di età.
Il prestito sarà sperimentato per due anni e la spesa prevista non dovrebbe superare i 400 milioni di euro. È questa l'ultima ipotesi di mediazione che il governo ha messo sul tavolo del confronto con Cgil, Cisl e Uil al ministero del Lavoro ritoccando la proposta in entrata, che prevedeva la possibilità di lasciare il lavoro attraverso il prestito pensionistico a 63 anni e 7 mesi e accorciando di un anno, da 3 a 2, il tempo della sperimentazione dell'intervento.
Sarebbero confermate inoltre tutte le agevolazioni per consentire un accesso all'Ape senza costi anche per i disoccupati, i disabili e i lavoratori privi di ammortizzatori sociali. In questo caso l'intera rata di ammortamento sarebbe a carico dello Stato. Si lavorerebbe anche per includere in questo beneficio i lavori particolarmente pesanti ( si fa l'ipotesi dei lavoratori dell'edilizia, della scuole di infanzia, macchinisti e infermieri) purché l'importo della pensione che andrebbero a percepire non sia superiore ai 1200 euro netti, 1500 euro lordi. Da questo livello in su, invece, potrebbe profilarsi una mini-rata dell'1% al mese per ogni anno di anticipo.
Per l'Ape volontaria invece resta la rata ventennale che oscillerà tra i 50 e i 60 euro al mese per ogni anno di anticipo. Sul tavolo anche i temi dei lavoratori precoci e dei lavori usuranti. Capitoli che però necessitano di un supplemento di istruttoria. Ancora non è chiaro, infatti, il meccanismo con cui consentire ai lavoratori che hanno iniziato tra i 14 e i 18 anni di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi; per gli usuranti invece si lavora a una modifica della normativa per ampliare la platea dei beneficiari cercando di eliminare sia le finestre di uscita previste oggi che l'aggancio alle aspettative di vita con cui rendere possibile un'uscita anticipata dal lavoro.
Il governo ha confermato anche la volontà di lavorare sui capitoli delle ricongiunzioni non onerose, sull'ampliamento della 14esima per redditi personali fino a 1000 euro e sull'equiparazione della no tax area. Ma il governo, come riferiscono i sindacati, avrebbe anche espresso la volontà, una volta fronteggiata l'emergenza e definita la legge di Stabilità, di avviare una fase 2 del confronto con i sindacati per cominciare a definire gli altri capitoli, più strutturali, da incasellare per il 2018, dalle rivalutazioni delle pensioni alla separazione tra previdenza e assistenza.
L'esecutivo appare ottimista. «Sono fiducioso. Mi auguro di essere abbastanza vicini a una definizione precisa di questa materia. È un compito molto importante e credo che vada sottolineato il fatto che nella prossima legge di bilancio ci sarà una voce importante sulle pensioni», commentava ieri da Milano il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Si vedrà il 21 settembre, quando il ministro e il sottosegretario alla Presidenza, Tommaso Nannicini, incontreranno i vertici di Cgil, Cisl e Uil. «Intendiamo fare il punto con i sindacati il 21 settembre ed entro la fine del mese chiudere il confronto», ribadisce Nannicini.
Intanto Cgil Cisl e Uil si preparano all'incontro. Per il 20 la Uil riunirà il proprio esecutivo, e con ogni probabilità lo stesso farà la Cisl mentre la Cgil potrebbe affrontare il tema il 19, nella tradizionale riunione di segreteria del lunedì. L'ottimismo però sembra di casa anche tra le confederazioni, almeno tra le categorie dei pensionati.
«Dopo il tavolo tecnico di oggi, possiamo affermare che sembrano esserci le basi per trovare un accordo col governo, dando così finalmente delle risposte concrete ai nostri pensionati», dice il segretario generale della Cisl pensionati, Gigi Bonfanti.
Soddisfatto anche il segretario generale della Uil Pensionati, Romano Bellissima. «Valutiamo positivamente questo incontro», dice in linea con lo Spi-Cgil per il quale «dal confronto emerge la volontà del governo a procedere verso ipotesi condivise».
Ma la Cgil nazionale frena: «Siamo preoccupati per lo svuotamento dell'intervento sul lavoro precoce anche se su alcuni punti si confermano delle possibili ipotesi di soluzione», dicono da Corso Italia.
E anche la Fillea-Cgil avverte: «Speriamo che i lavori usuranti, a partire da quello degli operai edili e delle cave, viva con tutta la dignità e le risorse necessarie per incidere realmente sulla vita delle persone. In caso contrario, la mobilitazione non potrà che proseguire».

 
Studio sul gap fra il futuro assegno Inps e i salari: serviranno risparmi per 99 miliardi
Nel 2047 varrà il 44% dello stipendio
È di 99 miliardi di euro - circa il 6% del Pil italiano - la cifra che i 25 milioni di futuri pensionati tra il 2017 e il 2057 dovranno risparmiare annualmente per assicurarsi uno standard di vita adeguato dopo il lavoro.
È quanto emerge dall'indagine “Mind The Gap” dell'assicurazione Aviva, che ha analizzato il gap dei piani pensionistici europei per valutarne l'adeguatezza al sostentamento dei cittadini dopo la vita lavorativa.
Nei prossimi 40 anni, oltre un quarto dei cittadini europei andrà in pensione. Secondo lo studio - che ha esaminato la situazione europea complessiva - serviranno risparmi per 2.000 miliardi l'anno (pari al 13% del Pil europeo 2016) per colmare il gap previdenziale (che nel 2010 era di 1.900 miliardi di euro).
Il rapporto del gap previdenziale sul Pil italiano (6%) è il più basso tra i Paesi analizzati, con uno scarto di oltre 10 punti rispetto al più alto, quello della Spagna (17%), e questo per il sostegno dello Stato: la spesa pubblica italiana per le pensioni ammonta al 15,8% del Pil, a fronte di una media Ocse del 7,9%.
Inoltre, nonostante il tasso di sostituzione - reddito da pensione calcolato in percentuale sull'ultimo stipendio - sia inferiore al 70% suggerito dall'Ocse, l'Italia è tra le prime posizioni in Europa (49%), preceduta solo da Polonia (58%) e Francia (53%). Per via dei livelli di risparmio inadeguati, tuttavia, i tassi di sostituzione sono destinati a diminuire ulteriormente anche in Italia, dove si stima che il tasso si attesterà al 44% nel 2047.
Lo studio è stato affiancato da un'indagine sulla propensione al risparmio: la metà degli europei intervistati teme di non percepire denaro a sufficienza al momento della pensione, ma solo un terzo sta prendendo provvedimenti.
In Italia, a fronte del 44% che esprime preoccupazione, solo il 35% si sta preparando: il 33% utilizzerà la prima casa come fonte di reddito, il 19% ricorrerà alla pensione privata, il 18% risparmia regolarmente e il 17% lavorerà oltre l'età pensionabile.
 
Altri 308mila contratti a tempo indeterminato. In calo chi nemmeno cerca più un posto
Rapporto Istat: in un anno 439mila occupati in più
Se nel secondo trimestre dell'anno l'economia si è fermata e ha attirato le attenzioni del ceto politico e produttivo, il mercato del lavoro italiano continua lentamente a migliorare. L'Istat ieri ha reso noto i dati su occupazione e disoccupazione nel secondo trimestre del 2016. Da aprile a giugno 189 mila persone hanno trovato lavoro. Questo è il dato nel breve periodo. Rispetto a un anno fa in Italia gli occupati sono cresciuti di 439 mila unità (+0,8%). A mostrare il segno positivo più prepotente sono i contratti a termine che crescono del 3,2%, seguiti dai lavoratori indipendenti che crescono dell'1,2%. I lavoratori a tempo indeterminato, invece, crescono dello 0,3%, ma rappresentano comunque la maggior parte dei nuovi assunti (308 mila).
Malgrado tutto gli italiani continuano a lavorare troppo poco. Il tasso di disoccupazione a giugno del 2016, infatti, è all'11,5% e fa registrare una leggera diminuzione rispetto al primo trimestre del 2016 (-0,1%) mentre diminuisce dello 0,6% sull'anno. Però i segnali positivi non mancano. Questa timida flessione del tasso di disoccupazione è dovuta alla diminuzione degli inattivi: le persone che pur essendo in età da lavoro non lo ricercano attivamente. Rispetto a giugno 2015 ci sono 489 mila persone in più che partecipano al mercato del lavoro e che per le statistiche sono da considerare come disoccupati. È un dato positivo perché cominciare a cercare lavoro rispecchia quello che un individuo pensa. Semplificando al massimo: se prima non cercavano lavoro perché erano convinti di non trovarlo, adesso lo ricercano attivamente perché hanno un po' più di fiducia di poter trovare una occupazione.
E sul fronte della partecipazione alla vita attiva c'è un altro dato positivo: i giovani che non erano impegnati in lavoro o in studi sono diminuiti di 252 mila unità, ma rimangono comunque molti.
I dati Istat sulla sola Sardegna danno una fotografia diversa. Anche se nel secondo trimestre dell'anno si sono registrati 15 mila posti di lavoro in più rispetto al primo trimestre (547 mila) gli occupati scendono di 6 mila unità rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La disoccupazione sull'Isola cala dell'1,3% in un anno passando dal 18% di giugno 2015 al 16,7% di giugno 2016, ma in un anno gli inattivi (che non cercano lavoro e non studiano) sono cresciuti di 8 mila unità contribuendo modificare il tasso di disoccupazione.
Edoardo Garibaldi

 

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 settembre 2016 / Spettacoli e Società (Pagina 37 - Edizione CA)
Asmed e Impatto Teatro hanno portato a Cagliari il Calvino più visionario
Nella città dove non si parla

“ Le città invisibili” rimane il testo più misterioso e complesso di Italo Calvino. Un'opera visionaria che si può interpretare all'infinito per quel tema così attuale dell'infernale città dell'utopia. Psicoanalitica e fantasiosa in cui lo scrittore riteneva di essere riuscito a esprimere e raccontare più di quanto avesse fatto in altri lavori. Ricca di descrizioni, cornici, immagini, significati, meditazioni intrecciate. Organicamente perfetta. Un'opera che in diverse occasioni ha ispirato, e continua a farlo, il mondo della danza e del teatro.
Come nel caso di “Invisible Space”, titolo della produzione Asmed e Impatto Teatro, presentata con successo nel fine settimana all'Orto Botanico di Cagliari che per la prima volta ospitava uno spettacolo, in questo caso multidisciplinare, articolato, itinerante, zeppo di emozioni e riferimenti a iniziare dal luogo: la mamma di Calvino, Eva Mameli, fu la prima donna in Italia ad avere la cattedra di Botanica all'Università e insegnò anche nel capoluogo sardo. E per di più proposto di notte, cosa che ha fornito alla messa in scena un'atmosfera e un coinvolgimento maggiore.
Un percorso sensoriale e fisico a cui il giovane regista Karim Galici, Asmed, perfomer, e coloro che hanno realizzato installazioni sceniche (gli studenti del liceo artistico Foiso Fois), costumi (gli allievi dell'Istituto Pertini), musiche (studenti del Conservatorio), hanno lavorato con impegno per mesi creando una tessitura di linguaggi e descrizioni, stati d'animo e corpi in movimento.
Come nell'opera, le città hanno nomi di donna, anche se delle 55 descritte nel libro, solo 16 sono confluite nel lavoro. Per ogni nome un capitolo, un quadro scenico, e per ogni capitolo una storia in cui perfomer e spettatori diventavano parte attiva di questi luoghi: i primi come abitanti- guida, i secondi come viaggiatori protagonisti di percorsi differenti, individuali o collettivi. Così, Leonia è la città opulenta che si misura dai rifiuti che produce, pattumiera del mondo, archetipo della modernità. A Cloe si comunica solo con lo sguardo. Eufemia è il centro di racconti, memorie, confessioni. Lo spettacolo approderà domenica 18 a Sadali.
Carlo Argiolas
 
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 settembre 2016 / Provincia di Sassari (Pagina 32 - Edizione CA)
SASSARI. Giornata in memoria del neurologo scomparso
L'Università ricorda Giulio Rosati
L'Università degli Studi di Sassari dedicherà un incontro alla memoria del professor Giulio Rosati, recentemente scomparso. Giovedì 15 settembre alle 16.30, l'Aula Magna dell'Università di Sassari ospiterà l'evento "Il clinico, il preside, il ricercatore", che si aprirà con i saluti del Rettore dell'Università di Sassari Massimo Carpinelli e di Antonello Ganau, Direttore del Dipartimento di Medicina clinica. Giuseppe Madeddu, già Preside della Facoltà di Medicina, ricorderà la figura di Giulio Rosati nella duplice veste di accademico e amico, mentre Stefano Sotgiu, Direttore della clinica di Neuropsichiatria infantile, si focalizzerà su Rosati maestro di Neuroscienze e di vita. Giunto a Sassari nel 1969 per il primo incarico da assistente, Rosati si era specializzato in Malattie nervose e mentali. Dal 1986 ha diretto la Scuola di Specializzazione in Neurologia; dal 1996 è stato responsabile del Centro regionale Sclerosi Multipla. Il forte legame con il suo Ateneo è rimasto solido anche dopo il pensionamento e il riconoscimento del titolo di Professore emerito.
 
 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 settembre 2016 / Provincia di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
MURAVERA
Invecchiare in salute, progetto del Coni

Arrivare a cento anni in gran forma fisica seguendo i suggerimenti che arrivano dalla scienza. A Muravera si può grazie al progetto “A chent'annos in salude” che viene presentato oggi alle 18,30 nell'aula consiliare e che è rivolto in particolare agli over 65. L'iniziativa è iniziata nel 2012 grazie al Coni Sardegna e in quattro anni ha coinvolto oltre cinquecento atleti, federazioni, società e persino ricercatori provenienti da università nazionali e internazionali. «In questa fase pilota - ha spiegato il sindaco Marco Falchi - la palestra Acquademia di Muravera è stata inserita nel progetto assieme ad altre dieci strutture dell'area metropolitana di Cagliari dove saranno messe a punto le procedure e saranno attivate le prove sul campo per circa duemila over 65». In aula consiliare sarà presente Gian Mario Migliaccio, il coordinatore del progetto Coni. Per informazioni è possibile contattare la palestra Acquademia (346/3584833) o il Coni Sardegna (070/660951). (g. a.)
 


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LA NUOVA SARDEGNA
 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 13 settembre 2016 / Pagina 6 - Sardegna
La maggioranza: via libera al commissario dell’Azienda universitaria di Cagliari
Sel la spunta sulla guida della società partecipata. E ora si lavora al rimpasto
SORRENTINO PER L’ASL UNICA
L’avvocato Sestu alla Sfirs
CAGLIARI Un medico sardo per fondare e dirigere l’Asl unica, ancora un sardo, questa volta avvocato, guiderà la Sfirs. I nomi: Giorgio Sorrentino e Paolo Sestu. Non sono designazioni ufficiali, ma i prescelti, in un presunto e ritrovato clima di pace, dovrebbero essere proprio questi. Nell’ultimo vertice di maggioranza, durato tre ore abbondanti, d’incarichi – giurano i presenti, una ventina – nessuno ha parlato, neanche il presidente della Regione e neppure l’assessore al Bilancio e vicepresidente, Raffaele Paci. Nei corridoi del Consiglio regionale, invece si è discusso molto di nomi e la rosa pare si sia ristretta a due scelte ormai quasi blindate. Niente di ufficiale, è meglio ribadirlo, tanto che la Giunta, convocata oggi, potrebbe rinviare le due delibere fino a domani o al massimo a metà della prossima settimana: ci sarebbero alcuni particolari ancora da definire. Ma è chiaro: dopo aver superato lo scoglio dell’Asl unica e i veti incrociati sull’assetto della finanziaria della Regione, la Sfirs, nel prossimo vertice di maggioranza – lunedì – i partiti cominceranno a parlare, più o meno alla luce del sole, anche di verifica. È l’ultimo nodo di metà mandato, ma dopo aver sciolto gli altri due, il giro degli assessori potrebbe essere addirittura meno complicato del previsto. La nuova strategia. Dopo la bufera sul caso Zavattaro, il super manager forestiero indicato prima e bocciato subito dopo, i partiti del centrosinistra hanno scelto la strada della riservatezza dopo ogni incontro interno. Meglio evitare nuove contrapposizioni pubbliche come quelle clamorose delle ultime settimane. Dal vertice il presidente Francesco Pigliaru, è uscito sereno, o almeno è apparso tale, e anche le delegazioni non si sono fatte mancare i sorrisi di circostanza. Quanto durerà il clima di «leale collaborazione e confronto»? Forse molto dopo che è stata raggiunta l’intesa di massima sull’Azienda per la tutela della salute, l’Asl unica, e sulla Sfirs. Sanità. Alla fine il super manager non sarà un continentale. Però la possibile designazione di Sorrentino, attuale commissario delll’Azienda universitaria di Cagliari, nei prossimi giorni non dovrà essere letta come una sconfessione di chi finora aveva ripetuto con insistenza: «Il direttore generale dell’Ats arriverà dalla penisola». No, una rilettura più attenta dei 105 curricula presi in esame a suo tempo dall’assessorato alla Sanità avrebbe portato alla soluzione “locale di alto profilo”. Nessuno ha avuto nulla da obiettare sul curriculum di Sorrentino, che nella classifica dei requisiti – sono gli stessi utilizzati poche settimane fa per indicare Francesco Zavattaro – sarebbe addirittura davanti al mancato manager annunciato in arrivo dalla penisola. Tra l’altro Sorrentino da sempre gode della piena fiducia del presidente Pigliaru, che alla fine del 2014, lo volle con forza a capo dell’Azienda universitaria cagliaritana. Sfirs. La designazione di Paolo Sestu al vertice della finanziaria regionale è arrivata da Sel, che da tempo pretende maggior visibilità nella coalizione. La Giunta era pronta a nominare Riccardo Barbieri, direttore generale di Fidicoop Sardegna, ma si è detta disponibile a cambiare cavallo e puntare sull’avvocato cagliaritano. Paolo Sestu per anni ha fatto parte del Consiglio d’amministrazione del Banco di Sardegna e ora il suo curriculum dovrà passare al vaglio della Banca d’Italia. Il presidente. «Ci sono delle scadenze molto importanti e noi cercheremo di stare il più alle date che ben conosciamo – ha detto Francesco Pigliaru al termine del vertice – Stavolta abbiamo parlato molto poco di nomine e più di contenuti. Soprattutto della necessità di creare un clima di fiducia reciproca per affrontare le prossime sfide. Quando si va avanti per cambiare lo status quo, il quadro non è mai facile, ma ora possiamo essere ottimisti». Con molta probabilità, la ritrovata pace o quasi nasce anche dalla decisione di aver chiuso il cerchio intorno a Giorgio Sorrentino e Paolo Sestu. (ua)
 
 
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 13 settembre 2016 / Pagina 18 - Sassari
L’università giovedì ricorda la figura di Giulio Rosati
SASSARI L’Università degli Studi di Sassari dedicherà un incontro alla memoria del professor Giulio Rosati, recentemente scomparso. Giovedì alle 16.30, l'Aula Magna dell'Università di Sassari ospiterà l'evento “Il clinico, il preside, il ricercatore”, che si aprirà con i saluti del Rettore dell'Università di Sassari Massimo Carpinelli e di Antonello Ganau, Direttore del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale. Giuseppe Madeddu, già Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, ricorderà la figura di Giulio Rosati nella duplice veste di accademico e amico, mentre Stefano Sotgiu, Direttore della clinica di Neuropsichiatria infantile, si focalizzerà su Rosati maestro di Neuroscienze e di vita. Giunto a Sassari nel 1969 per il primo incarico da assistente, il professor Rosati si era specializzato in Malattie nervose e mentali. Un incarico a Ferrara e poi il ritorno a Sassari dove divenne professore associato a tra il 1982 e il 1986, poi professore ordinario di Neurologia e Direttore dell’Istituto di Clinica Neurologica e Primario dell’annesso Reparto Clinico. Dal 1986 ha diretto la Scuola di Specializzazione in Neurologia; dal 1996 è stato Responsabile del Centro Regionale Sclerosi Multipla (SM). Ha collaborato con importanti centri esteri tra Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Svezia e Germania. Questi i suoi principali settori di ricerca: neuroepidemiologia, epidemiologia genetica, immunologia e terapia della Sclerosi Multipla, neurofisiologia clinica, disordini delle funzioni cognitive, epilessia e neuroftalmologia. È stato autore di 458 pubblicazioni.

 
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 13 settembre 2016 / Pagina 10 - Attualità
PREVIDENZA SOCIALE
Intesa governo-sindacati: si potrà smettere di lavorare con uno “sconto” di 3 anni e 7 mesi.
SÌ ALLA PENSIONE ANTICIPATA DAI 63 ANNI
Ritocco per gli importi più bassi
di Michele Di Branco
ROMA In pensione a partire da 63 anni. Vale a dire 3 anni e 7 mesi prima di aver maturato i requisiti. La classe ’54 può prepararsi ad andare a riposo: dopo un confronto con i sindacati, il governo ha finalmente scoperto le carte confermando lo schema dell’Ape, acronimo di anticipo pensionistico, destinato a diventare un riferimento del dibattito economico e sociale dei prossimi mesi. Dal 2017, dunque, potranno uscire dal lavoro coloro i quali sono nati, appunto, fino al 1954. E ovviamente di questa opportunità che, occorre chiarirlo, è assolutamente volontaria, potranno usufruire l’anno prossimo anche le classi ’52-’53. L’operazione, che avrà un periodo sperimentale di due anni, farà leva sull’intervento delle banche che concederanno un prestito ai lavoratori a copertura dei contributi non ancora versati. Il che vuol dire che gli interessati dovranno poi restituire il mutuo accettando, nell’arco di 20 anni, un taglio sull’assegno. Per chi ha un lavoro, l’anticipo pensionistico sarà pagato con rate di ammortamento sulla pensione, mentre per coloro che sono disoccupati e non hanno ammortizzatori sociali, l’anticipo sarà gratuito (a patto che l’importo della pensione non sia superiore ai 1.200 euro netti) e totalmente a carico dello Stato. Potranno probabilmente uscire gratis, se il governo accetterà l’esplicita richiesta in tal senso dei sindacati, inoltre, i disoccupati di lungo corso, le persone che hanno svolto lavori usuranti (categorie come quelle dell’edilizia, maestre d’asilo e infermieri) e coloro i quali hanno iniziato a lavorare molto presto. Nel dettaglio chi richiederà il beneficio sottoscriverà un prestito previdenziale ventennale, che avrà un costo variabile a seconda dell’ammontare della pensione e della durata dell’anticipo (si va dal 4-5% fino al 25%). La rata di ammortamento oscillerà tra i 50 e i 60 euro al mese per venti anni per tutti gli altri anticipi di un anno, e salirà ulteriormente a 150-200 euro al mese se l’anticipo sarà invece di tre anni. Nell’incontro di ieri con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Nannicini si è discusso anche di ricongiunzioni tra i periodi assicurativi in diverse gestioni, che dall’anno prossimo non dovrebbero essere più onerose. E' stato tra l’altro affrontato il problema dei lavoratori precoci e dell’aumento delle pensioni più basse e su questo secondo tema il governo avrebbe confermato l’intenzione d’intervenire con la somma aggiuntiva, la cosiddetta quattordicesima (oggi incassata fino a 750 euro), per coloro che hanno redditi fino a mille euro al mese. I sindacati hanno inoltre riferito che il sottosegretario Nannicini ha espresso una posizione positiva sulla quattordicesima e sull’equiparazione della no tax area per le pensioni dei lavoratori dipendenti. Secondo quanto emerso, le risorse per l’Ape stanziate per il 2017 saranno pari a circa 400 milioni. Per la quattordicesima si spenderanno in più circa 600 milioni, mentre altri 250 milioni saranno destinati all’ampliamento della no tax area. Circa 100 milioni sono previsti per rendere le ricongiunzioni tra diversi periodi assicurativi non onerose, mentre altri 100 milioni circa serviranno per allargare le maglie delle attività usuranti.

IL TAGLIO DELL’ASSEGNO PUÒ ARRIVARE AL 25%
Gli esempi: il sacrificio salirà con il crescere del reddito e soprattutto con la lontananza dai requisiti
ROMA Dal 4 al 25%: oscilla all’interno di questa forbice (compreso il tasso di interesse e il premio assicurativo) il taglio all’assegno che chi va in pensione anticipata dovrà accettare nei prossimi vent’anni. Il sacrificio salirà con il crescere del reddito e soprattutto con la lontananza dai requisiti normativi fissati dalla legge a 66,7 anni di età. Prendendo come punto di riferimento un tasso annuo di ammortamento del 3% si può tentare qualche simulazione tenendo presente che si tratta di esercizi teorici, utili a dare la misura del provvedimento che però in realtà sarà accompagnato da un meccanismo di detrazioni per alleggerire il peso della restituzione per i redditi più bassi. Pensione da 2.500 euro. Prendiamo ad esempio una pensione da 2.500 euro netti al mese: significa un trattamento lordo di 3.600 euro. Andando in pensione nel 2017 con un anno di anticipo, l’importo da restituire alla banca sarebbe di 32mila 500 euro. Il che si tradurrebbe in una rata da 166,37 euro (2.162,81 euro annui) con una percentuale di trattenuta del 4,6%. Con due anni di anticipo, l’importo da restituire sarebbe di 65mila euro: rata da 332,74 euro (4mila 325,62 euro annui), percentuale di trattenuta 9,2%. Con tre anni di anticipo (nel 2017 si troveranno in questa condizione i 63enni nati nel ’54) l’importo da restituire ammonterebbe a 97mila 500 euro, rata da 499,10 euro, decurtazione 13,9%. In pratica la pensione futura di 2.500 euro scenderebbe a quota 2mila. Pensione da 1.540 euro. C’è poi il caso di 20mila euro di pensione annua e 1.540 euro mensili: il lavoratore che dovesse decidere di richiedere un anticipo di 2 anni con il 70 per cento dell’importo riconosciuto dalla banca, dovrà restituire un capitale di 28mila euro in vent’anni, con rate mensili di 108 euro e taglio della pensione del 7%. Pensione da 3.850 euro. In un altro caso preso ad esempio, per una pensione annua di 50mila euro ed un assegno mensile di 3.850 euro, richiedendo un anticipo pensionistico di tre anni con il 100% della pensione spettante, si dovranno restituire in vent’anni 150mila euro, con rate mensili di 580 euro e taglio dell'assegno del 15%. Pensione da 7mila euro. Infine il caso quasi limite di un 63enne con una pensione annua di 100 mila euro ed un assegno mensile di 7mila euro. Richiedendo un anticipo di 3 anni e 7 mesi si dovranno restituire in 20 anni 300mila euro in rate mensili da 1.250 euro. Taglio della pensione futura: 20%. (m.d.b)
 
 
 

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