Giovedì 14 luglio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 luglio 2016
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 14 luglio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Al bilancio dell’ente è stato allegato un documento inusuale
«ERSU, PIÙ SOLDI O SI TAGLIA»
Denuncia del presidente
Più soldi all’Ersu o si taglia: meno servizi o case dello studente chiuse - ancora, oltre a quelle già sbarrate - a causa dell’impossibilità di manutenzioni straordinarie «non più procrastinabili». Il presidente dell’ente per il diritto allo studio, Antonio Funedda, ha deciso di allegare al bilancio un documento «inusuale», così lo definisce, ma necessario. Lettere e comunicazioni interne rivolte alla Regione non bastano più, l’Ersu soffre e chi lo guida ha deciso di lanciare un appello allegandolo alle carte ufficiali sui conti.
«Questa non è una relazione tecnica», scrive Funedda, «ma una sintetica descrizione delle risorse su cui l’ente può contare e sulle criticità». Il quadro tratteggiato è disastroso. O quasi. Il personale, innanzitutto: ci sono «38 lavoratori in meno, pari al 29%, rispetto alle esigenze che l’ente riscontra quotidianamente nel confronto con gli studenti». Che sono i primi a patire dei disservizi. Ci sono 93 dipendenti, la pianta organica ne richiede 131. Il presidente avverte: «Diventa sempre più pressante la necessità che vengano banditi concorsi per nuove assunzioni».
Ma il dramma più grande è la mancanza di fondi. Le principali entrate sono garantite da Regione (19,6 milioni) e ministero dell’Istruzione (6,25 milioni circa): circa 25,8 milioni in tutto. L’assessorato alla Cultura nell’ultimo anno ha incrementato del 5 per cento il contributo per il funzionamento ordinario. Ma «non è sufficiente a rimediare alla drastica riduzione degli interventi regionali e statali che dal 2009 è stata di 3,2 milioni, pari al 23,1% in meno». Intanto però le spese sono cresciute e «la riduzione dei finanziamenti ha implicato una minore efficacia negli interventi di manutenzione ordinaria, comportando un aumento delle spese per gli interventi straordinari ora non più procrastinabili, pena la chiusura delle strutture».
Case dello studente che cadono a pezzi. Quella di via Roma sta diventando un rudere, in via Montesanto non dorme nessuno. E anche le altre ora rischiano. Funedda fa affidamento sugli avanzi di amministrazione su cui ha margini di manovra, ma molto ristretti. E avverte che senza quel salvagente «non sarebbe possibile garantire il livello minimo di prestazioni né progettare un incremento dei servizi. E non sarebbe possibile garantire l’apertura di tutte le Case e anche il servizio di ristorazione andrebbe ridotto».
 Enrico Fresu
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 14 luglio 2016 / Cultura (Pagina 42 - Edizione CA)
Radio telescopio sardo
“vede” un buco nero
I l gigante di Pranu Sanguni ha aperto gli occhi. E quello che ha visto ha permesso a un gruppo di ricercatori sardi di realizzare uno studio di grande importanza. Il radio telescopio sardo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, che sorge su una spianata, non lontano da San Basilio, a 35 chilometri da Cagliari, ha infatti fornito l’immagine inedita di un buco nero distante da noi 300 milioni di anni luce che avanza velocemente verso il centro di un ammasso di galassie noto come 3C129. I ricercatori sardi, guidati dall’astrofisico Matteo Murgia, hanno ottenuto immagini radio dalle quali si nota che il buco nero cresce, a spese del materiale che lo circonda. Ma rispetto all’immagine classica del black hole che risucchia tutto quello che ha intorno qui caso c’è qualcosa di particolare: il materiale non precipita nel buco nero ma viene espulso in due getti di plasma.
La ricerca, la prima basata su dati ottenuti nella cosiddetta banda C dal Sardinia Radio Telescope, meglio noto come SRT, è stata pubblicata sulla rivista scientifica internazionale “Montly Notices of the Royal Astronomical Society”.
A Matteo Murgia, primo autore dello studio, abbiamo chiesto di illustrare il valore scientifico della scoperta:
«Per testare SRT in maniera da esaltare le sue qualità abbiamo individuato un buco nero e ne abbiamo analizzato la struttura e abbiamo scoperto che si muove formando una lunga scia composta da un plasma di elettroni ad altissima energia, miscelato con un campo magnetico. SRT ci ha consentito di assegnare un’età a ogni punto del plasma e grazie all’età abbiamo ricavato la velocità. Abbiamo rilevato che il gas caldissimo che circonda il buco nero si muove a 6 milioni di chilometri orari. Di fronte alla galassia è presente un’onda d’urto, simile a quella che si vede nelle foto ad alta velocità dei proiettili. E con nostra grande sorpresa abbiamo constatato che la velocità da noi misurata è esattamente quella che era stata precedentemente teorizzata per giustificare la presenza dell’onda d’urto».
 Quali sono le caratteristiche più importanti del Sardinia Radio Telescope messe in luce da questo studio?
 «Grazie a SRT possiamo osservare il cielo in luce polarizzata: la polarizzazione ci fornisce indicazioni sull’orientamento dei campi magnetici per questi oggetti. La polarizzazione vicino al buco nero è molto debole, ma vicino alla coda raggiunge valori enormi, segno che il campo magnetico è molto ordinato. In genere la polarizzazione è sempre l’ultimo e più difficile passo nella predisposizione di un radiotelescopio: SRT è pronto a produrre la scienza di punta per la quale è stato costruito.»
 Quali sensazioni ha provato realizzando questo studio?
 «Un’emozione fortissima. Non solo perché ho partecipato alla costruzione dell’elettronica di acquisizione e alla presa dei dati, ma anche perché ho seguito SRT fin dalla sua gestazione. Per me è un privilegio enorme. Ora mi sento portavoce di un numero enorme di persone: astronomi, tecnici, peronale amministrativo».
Anche l’astrofisico Nichi D’Amico, attuale presidente dell’INAF, già direttore per 8 anni dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari e responsabile del progetto SRT fino all’anno scorso, non nasconde l’emozione: «Soprattutto sento una grande riconoscenza per questi giovani che hanno raccolto il testimone di un’impresa appassionata e stanno lanciando con successo SRT nel circuito internazionale. Questi primi studi sono il risultato dello sviluppo di strumentazione accessoria di avanguardia, reso possibile grazie a un finanziamento “Tender” della Regione Sardegna e grazie allo sviluppo dei laboratori specialistici che la Regione ha promosso con grande determinazione».
 Cosa significa il Sardinia Radio Telescope per l’INAF?
 «SRT è uno dei più grandi investimenti in conto capitale mai fatto dall’INAF e si trova in una regione molto motivata a crescere proprio nel settore dello sviluppo scientifico e tecnologico. Risultati come questo indicano una grande capacità del territorio di capitalizzare l’investimento».
 Andrea Mameli
 

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LA NUOVA SARDEGNA
  
 
3 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 14 luglio 2016 / Pagina 23 - Ediz. nazionale
I colori degli studenti Erasmus e la città a misura di ragazzo
Ora che, con le vacanze, sono tornati ai loro paesi d’origine, Sassari, "città universitaria" e per questo ora anche un po’ più multietnica, ha perduto quel curioso e policromo grumo della comunità che sono gli studenti dell’Erasmus. L’Erasmus è un programma dell’Unione europea di mobilità e insieme di formazione per studenti universitari. Spostandoli dal loro paese ad altre nazioni per progetti di formazione che toccano non solo l’Università ma anche una serie di imprese: per fare qualche cifra, a Sassari ne arrivano a occhio e croce 200-250 l’anno, dei quali 160-180 vengono per studiare e 50-70 per lunghi tirocinii in imprese e in organizzazioni. (Tolgo questi dati da uno dei tanti documenti che accompagnano questa singolare esperienza, in particolare la relazione di sintesi della ricerca coordinata dalla prof. Elisabetta Cioni e le dottoresse Laura Iannelli e Diana Pudda, intitolata “Ho fatto l’Università in Europa”). L’identikit dello studente Erasmus che è venuto a Sassari negli ultimi dieci anni è quello di un giovane, età media 23 anni, proveniente soprattutto da Spagna e Turchia, ma anche da Polonia, Francia, Germania, Olanda, Svizzera e Portogallo. In maggioranza donne (55-65 per cento). In base alle risposte che hanno dato al questionario della ricerca risulta che si muovono per fare un’esperienza europea, per conoscere un nuovo ambiente, per mettere insieme un titolo per la loro carriera futura. Anche se le Università italiane preferite sono quelle delle città più grandi e delle università più conosciute, Sassari è una delle sedi in cui l’Erasmus conta su una tradizione di organizzazione conosciuta e apprezzata in tutte le altre Università europee: in Italia l’intero programma attira circa 20 mila studenti l’anno, in particolare da Spagna, Francia e Germania (con il curioso particolare che dalla Francia ne arrivano intorno a 2.000, dalla Germania 1.800, ma dalla Spagna addirittura 7.500, più del triplo della altre due). Alla domanda su che cosa gli ha fatto scegliere Sassari gli studenti che ci sono venuti hanno risposto il 38 per cento perché Sassari è città "a misura di studente", e chi c’è stato la consiglia agli amici, e il 68 per cento per il fascino dell’isola. Motivazioni: attrattive naturalistiche, capacità di accoglienza, offerta culturale, impianti sportivi, vita notturna. E poi dice che la movida è solo a Madrid o a Barcellona.
 
 
4 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 14 luglio 2016 / Pagina 16 - Ediz. nazionale
LAVORO PUBBLICO, NUOVI COMPARTI
Dopo l’accordo da 11 scendono a 4. I sindacati sollecitano il governo: discutere del contratto
di Michele Di Branco
ROMA Una firma attesa ben 7 anni. I comparti del pubblico impiego si riducono da 11 a 4 perché sulla riforma messa a punto nel 2009 adesso c’è l’ok dei sindacati e dell’Aran che, per conto del governo, cura le relazioni con le parti sociali. La fumata bianca ha un valore importante in quanto semplifica la macchina amministrativa dello Stato e apre la strada al rinnovo del contratto di lavoro degli statali, fermo da 6 anni e sbloccato da una sentenza della Consulta. Il negoziato non è stato ancora aperto tanto è vero che ieri i sindacati, un minuto dopo aver sottoscritto l’intesa sui comparti, sono tornati a chiedere al ministro Madia la chiamata ufficiale per l’inizio delle trattative. «Senza una convocazione intensificheremo la mobilitazione» ha avvertito la Cgil, seguita a ruota dalla Cisl. Su questo terreno la partita si prospetta complicata in quanto il governo ha stanziato appena 300 milioni per far ripartire i salari. Una somma che, spalmata su tutti i dipendenti pubblici, frutterebbe aumenti medi da 8-9 euro. In attesa di sviluppi, intanto, la Pa è stata ridisegnata in 4 aree: Funzioni centrali (247 mila dipendenti), Funzioni locali (457 mila), Istruzione e ricerca (1,1 milioni) e Sanità (531 mila). Dal confronto con l’assetto precedente, emerge come gli accorpamenti abbiano riguardato gli statali in senso stretto (prima divisi tra ministeriali, dipendenti delle agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici) e il settore della conoscenza, con insegnanti, ricercatori, personale dell’università raccolti in una stessa zona di contrattazione. I dipendenti di palazzo Chigi fanno invece comparto autonomo. Uno dei nodi che si apre adesso è quello della rappresentanza sindacale. E così, per consentire alle sigle più piccole di non perdere voce in capitolo, viene concesso un mese di tempo per stringere alleanze. Infatti i criteri per essere rappresentativi restano quelli di prima (5% di deleghe più voti in 2 comparti). La riforma garantisce in ogni caso un “diritto di tribuna”, per i sindacati che restano sotto la soglia. Per l’Aran, ha sottolineato il presidente Sergio Gasparrini «l’effetto immediato sarà quello di una notevole semplificazione dell’attività negoziale: in passato, per gli 11 comparti e le 8 aree dirigenziali era necessario concludere 38 accordi per ogni quadriennio. Oggi gli accordi scenderanno ad 8 per triennio contrattuale».
 
 


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