Venerdì 1 luglio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 luglio 2016
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 1 luglio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Cerimonia in rettorato. I ragazzi: «I soldi? Li teniamo da parte»
DODICI DOTTORI DA PREMIO
Duemila euro ciascuno per le tesi di laurea più valide
Maria Del Zompo li ha chiamati in cattedra uno per uno e loro, emozionati e orgogliosi, uno per uno, si sono alzati fra gli applausi e sono andati a stringere la mano alla rettrice e ai prorettori Ignazio Putzu (didattica), Alessandra Carucci (internazionalizzazione) e Pietro Ciarlo (semplificazione e innovazione amministrativa). Oltre ai complimenti hanno ricevuto una pergamena. Immateriale, invece, la consegna più sostanziosa: quella di un riconoscimento in denaro. Duemila euro ciascuno.
 110 E LODE I dodici neolaureati più meritevoli dell'Università cittadina, tutti ovviamente da 110 e lode, sono stati premiati così, ieri mattina, in rettorato, nel corso di UniCaComunica, giornata dedicata all'orientamento. Partivano da una dotazione di mille euro a testa: l'ammontare delle borse di merito riconosciute a 151 neolaureati. Ma le loro tesi, che spaziano dai disturbi nei quadrirotori al telemonitoraggio in pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico, dalla forza propulsiva nella nuotata a farfalla ai modelli informatici per valutare l'apprendimento in un progetto didattico, sono state scelte per rappresentare il meglio di quanto prodotto nello scorso anno accademico dall'Ateneo cagliaritano.
 CHI SONO Ed eccoli, i magnifici dodici: Emanuela Casula e Jessica Titocci (Facoltà di Biologia e Farmacia), Flavia Serri e Martina Diaz (Ingegneria e Architettura), Edoardo Lobina e Francesca Aste (Medicina), Antonio Cappai e Mirko Marras (Scienze), Chiara Ledda e Gian Mario Aresu (Scienze economiche, giuridiche e politiche), Alessio Faedda e Valerio Luca Floris (Studi umanistici).
Tutti si sono detti felicissimi del riconoscimento. Come spenderanno i 2.000 euro? «Intanto li metto da parte, poi ci penserò attentamente», sorride Gian Mario Aresu, tesi sulla clausola penale nel contratto, fra diritto romano e diritto civile. «Li userò per continuare a studiare: sto frequentando i corsi per la laurea magistrale in Scienza degli alimenti», gli fa eco Manuela Casula, tesi sulla caratterizzazione molecolare del formaggio. Li terrà «da parte, per la vita» Martina Diaz, che si è laureata in Architettura con una tesi sui progetti ottocenteschi per la fontana Grixoni di Ozieri. L'unica ad ammettere che sì, «probabilmente qualche sfizio personale dopo tanto studio e tanti sacrifici» se lo toglierà, per esempio «un viaggio», è Jessica Titocci, tesi sui microzoobentos , organismi che permettono di valutare la salute della laguna di Santa Gilla.
Dopo le premiazioni, per la prima volta si è tenuta a Palazzo Belgrano la proclamazione di 34 dottori di ricerca, uno per ogni dottorato attivato nell'Ateneo.
 PENSIERO CRITICO Del Zompo ha insistito sulla formazione di pensiero critico come scopo dell'istruzione universitaria e l'importanza della ricerca di base. «L'Università - ha aggiunto - è ancora un potente ascensore sociale: Cagliari ha un'alta percentuale di studenti che provengono da famiglie in cui i genitori hanno come titolo di studio la scuola media (41,8 per cento) o nemmeno quella (34,6). Le famiglie affrontano grossi sacrifici pur di garantire ai propri figli i gradi più alti della formazione. Le ringrazio, anche a nome dei ragazzi».
 LA GIORNATA Nell'atrio, banchetti informativi a disposizione di chi, in questi giorni, sta scegliendo la facoltà in cui iscriversi. Nel pomeriggio, dibattiti interdisciplinari nella cornice informale dello Science cafè e, di sera, concerti di gruppi formati da studenti, docenti e personale dell'Ateneo.
 Marco Noce
 
 
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 1 luglio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
ERSU. La Asl ha riscontrato alcuni problemi strutturali
CHIUSA LA MENSA DI VIA PREMUDA
Problemi strutturali nel seminterrato: il Servizio igiene della Asl 8 chiude la mensa dell'Ersu di via Premuda. La decisone è stata presa dopo che gli ispettori sanitari hanno effettuato i controlli per un malessere che alcuni studenti avevano collegato al pranzo consumato nella mensa universitaria. Il controllo aveva escluso una relazione tra il cibo e gli attacchi di mal di pancia, ma ha evidenziato problemi nella vecchia struttura universitaria. Così da ieri a cena e sino a nuova disposizione anche gli studenti del Policlinico di Monserrato non potranno usufruire dei pasti preparati in via Premuda. Sono previsti disagi per i ragazzi che per mangiare dovranno raggiungere le mense universitarie di via Trentino e piazza Michelangelo, aperte regolarmente.
Oggi i 14 cuochi dipendenti dell'Ersu e i lavoratori della Pellegrini (la società che si è aggiudicata l'appalto per la fornitura delle derrate alimentari e delle pulizie dei locali), verranno sottoposti a esami con tampone faringeo per scoprire se è stato uno di loro la causa del virus che ha provocato i problemi intestinali ai ragazzi. La causa resta un mistero: mercoledì hanno mangiato i tortellini con panna e funghi circa 150 ragazzi, ma solo una decina si sono sentiti male.
A. A.
 
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 1 luglio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
CAMBIANO I LIMITI DI REDDITO
Borse di studio per l'università: pronti sei milioni
Nuove risorse per gli studenti universitari sardi grazie a un finanziamento di 6,4 milioni di euro per le borse di studio. Il finanziamento è contenuto in una delibera, approvata ieri mattina dalla Giunta, su proposta dell'assessore regionale della Pubblica istruzione Claudia Firino. Inoltre sono state innalzate le soglie Isee per allargare l'accesso a più studenti possibile.
Le borse di studio verranno erogate per l'anno accademico 2016/17 agli studenti che certificheranno l'Isee nei limiti dei 20mila euro e l'Ipse entro i 50mila euro: l'anno scorso la soglia Isee era di 1 mila euro. Gli importi saranno suddivisi in 3.778 euro per gli studenti fuori sede, 2.134 euro per i pendolari e 1.500 per quelli in sede. Saranno gli Ersu di Cagliari e Sassari a erogare le risorse.
 ASL Confermati i commissari delle Asl, delle Aziende ospedaliero-universitarie e dell'Azienda Brotzu sino al 31 agosto, dopo la proroga di un ulteriore mese votata dal Consiglio regionale.
LAVORO La Regione subentra alle Province in materia di politiche attive del lavoro. Dopo l'approvazione della legge regionale sulla riforma, il limite imposto dall'articolo 36 per il trasferimento di funzioni era il primo luglio. Sarà competenza della Regione il personale così come le risorse finanziarie, i beni immobili e mobili, i contratti attivi, contenziosi e procedimenti.
 PERSONALE Infine, è stato ripartito il fondo da 6,4 milioni di euro per la retribuzione, del 2015, legata al rendimento dei dipendenti regionali. (m. s.)
 
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 1 luglio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 11 - Edizione CA)
SASSARI. La vita dell'ex capo dello Stato (dal 1962 al 1964) raccolta in 15 mila documenti
L'ARCHIVIO SEGNI TORNA A CASA
Custodito nella vecchia residenza di famiglia, in viale Umberto
L'archivio dell'ex presidente della Repubblica Antonio Segni, ereditato dai figli, è in possesso della Fondazione a lui intitolata per volontà del figlio Mario, l'unico della famiglia a seguire l'eredità politica del padre. La straordinaria raccolta di documenti è custodita nella sede del Dipartimento di Storia dell'Università, in viale Umberto 52, edificio ottocentesco che, curiosamente, per decenni è stata la casa della famiglia Segni. Terminato il lavoro di raccolta e riordino, l'archivio è stato presentato ufficialmente dall'ex parlamentare Mario Segni, presidente della Fondazione, che lo ha definito «un pezzo della storia d'Italia del dopo fascismo e della nostra Sardegna, dallo Statuto speciale di autonomia (1948) al Piano di Rinascita approvato dalla Regione nel 1962».
I DOCUMENTI L'archivio di Antonio Segni è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Sardegna. Abbraccia un arco cronologico che va dalla fine dell'Ottocento sino alla metà degli anni Settanta del Novecento, è costituito per la maggior parte da documenti relativi all'attività politica di governo, oltre a memorie, relazioni e atti. Si trova un fitto carteggio con le più alte personalità del tempo tra cui Aldo Moro, Amintore Fanfani, Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini, Ugo La Malfa, Giorgio La Pira, Umberto Terracini e, fra i capi di Stato stranieri, Konrad Adenauer e Richard Nixon.
Il fondo documentale è costituito da circa 15.000 unità con documenti che vanno dal 1863 al 1972. Il primo grande versamento è stato oggetto di un lavoro diretto da Manlio Brigaglia. A questo primo nucleo documentario, tra il 2010 e il 2012, si sono aggiunti altri 4000 pezzi di recente.
LA FAMIGLIA Non mancano le carte personali, che rivelano episodi della vita familiare di Segni, quelli fondamentali per la sua formazione, l'insieme dei documenti che racconta soprattutto gli anni tra il Quaranta e il Sessanta del Novecento con gli intrecci politici, le difficoltà economiche, i grandi mutamenti sociali che gli italiani si trovarono ad affrontare e che la politica ebbe a gestire. La volontà della famiglia di valorizzare l'archivio “Antonio Segni” e renderlo fruibile al pubblico, ha fatto maturare la decisione di elaborare un inventario unico che comprendesse l'intera produzione documentaria. Nel 2012, grazie a un contributo della Regione, è stato avviato il lavoro di riordino e di inventario sotto la responsabilità scientifica di Carla Ferrante, direttrice dell'Archivio di Stato di Cagliari.
IL CENTROSINISTRA Tra i protagonisti della Prima Repubblica (1891-1972), Segni è stato due volte presidente del Consiglio, più volte Ministro e soprattutto presidente della Repubblica per due anni, fra il 1962 e il 1964. Sono gli anni che abbracciano il tramonto del centrismo e si legano, attraverso passaggi tormentati fra politica estera e politica interna, all'avvento del centrosinistra. Di quella complessa vicenda Segni è una figura centrale: moderato, atlantista ed europeista, vicino alla Chiesa e agli Stati Uniti, contrario all'apertura a sinistra dei Fanfani e dei Moro: «Segni», sostiene Salvatore Mura, curatore del diario e del volume sugli scritti politici di Antonio Segni, «rappresenta la garanzia per il cuore “doroteo” della Dc, ma più in generale per l'amministrazione statale, il mondo economico, i nostri alleati, che l'apertura ai socialisti non avrà conseguenze drammatiche».
C'è in questa miniera di dati e storia, un'affermazione che sorprende per la sua straordinaria attualità. Siamo nel 1955 e Segni è ministro dell'Agricoltura: «Dobbiamo convincerci che sinché la Sardegna sarà ancorata soprattutto alle sue risorse agricole (e a forme primitive di esse, e anche alle più perfezionate) resterà sempre poco meno che un territorio coloniale rispetto all'Italia tutta che va sempre più industrializzandosi».
Alla presentazione degli archivi Segni, oltre al presidente della Fondazione, Mario, erano presenti il rettore, Massimo Carpinelli, il direttore del Dipartimento di Storia, Marco Milanese, lo storico Manlio Brigaglia e Salvatore Mura.
 Gibi Puggioni
 
 
 
 
5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 1 luglio 2016 / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
Indagine di Intesa Sanpaolo su ricerca e sviluppo. Nell'Isola bene le imprese agroalimentari
INNOVAZIONE FA RIMA CON LAVORO
Le aziende più all'avanguardia sono anche quelle che assumono
L'innovazione è la chiave del successo. Facile a dirsi, un po' meno a farsi. Certamente le imprese innovative sono quelle che hanno maggiore successo e che assumono. Lo dicono i dati dello studio realizzato da Intesa Sanpaolo su “Innovazione e nuove tecnologie, fattori critici per il rilancio economico”, che analizza il mercato manifatturiero nel nostro Paese con un focus anche sulla Sardegna. Ebbene, le imprese innovative sono quelle meglio strutturate ma anche quelle che risentono meno della crisi. E d'ora in avanti non ci si può permettere di rallentare: nei prossimi 10/15 anni sono previsti miliardi di investimenti per trasformare il settore produttivo e anche il nostro Paese dovrà correre.
 I NUMERI La crescita dell'innovazione è ormai una costante e negli ultimi anni l'accelerazione è stata forte, grazie alla diffusione della rete. La spesa in ricerca e sviluppo, tuttavia, resta ancora contenuta in Italia: nel 2014 non superava l'1,3% del Prodotto interno lordo. In Sardegna, nel 2013, si è fermata allo 0,8% del Pil: peraltro, la quota maggioritaria, lo 0,7%, arriva da istituzioni ed enti pubblici. La sorpresa viene però dal comparto agroalimentare, uno dei più innovativi. In questo settore, la propensione a innovare in Sardegna coinvolge il 23% delle imprese, più del doppio della media regionale. In particolare, sono soprattutto le imprese più grandi a mettere in campo maggiore innovazione, anche se le aziende con circa 50 dipendenti nell'Isola sono più innovative della media nazionale.
Inoltre, chi negli anni di crisi ha messo in campo nuovi brevetti e processi produttivi ha usufruito di un maggiore incremento del fatturato e soprattutto del margine operativo (dato che indica la redditività dell'impresa). Con riflessi anche sull'occupazione: nel 2015, il 26% delle imprese innovative ha assunto contro il 16% di quelle tradizionali. I nuovi occupati sono persone per lo più con un livello di istruzione secondaria e le imprese, spiega Intesa Sanpaolo, fanno ricorso soprattutto a istituzioni universitarie quando hanno necessità di collaborare con nuovi partner per sviluppare processi e prodotti innovativi. In questo quadro, peraltro, la Sardegna mostra buone performance sul fronte delle start up innovative, con una media in linea con quella nazionale.
IL FUTURO «Chi innova sta meglio e sul mercato occupa più persone», spiega Pier Luigi Monceri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo per Sardegna, Umbria, Toscana e Lazio, «la partita dell'industria 4.0 non si può perdere. Il nostro Paese ha un problema di infrastrutture e la Sardegna ha un know how importante anche se il numero dei laureati in materie scientifiche è ancora basso». L'obiettivo è dunque incrementare il legame con i centri di ricerca e «su questo stiamo lavorando per mettere in collegamento le aziende con le Università ma su progetti specifici che soddisfino le necessità primarie delle imprese», spiega Monceri, «oltre che garantendo un plafond d'investimento del 140%, nel senso che finanziamo il 100% del progetto innovativo e con il restante 40% garantiamo anche il capitale circolante alle imprese». Un modo per far sì che non si perda il treno dello sviluppo che passa per l'innovazione, l'Internet delle cose e lo sviluppo di prodotti sempre più personalizzati. Una sfida ancora da vincere.
 Giuseppe Deiana
 
 
 
 
6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 1 luglio 2016 / Spettacoli e Società (Pagina 43 - Edizione CA)
La rivoluzione all'Archeologico di Cagliari
NEL “MUSEO LIQUIDO”,  A MISURA DI TUTTI
La storia dell'Isola raccontata anche con video per i non udenti e manufatti da toccare per chi non vede
In tema di reperti archeologici - muti testimoni di pietra e bronzo di epoche remote, scampati all'oblio dei millenni - parrebbe quasi un ossimoro richiamare l'idea di liquido, riferibile di norma alle sostanze che si adattano alla forma di ciò che le contiene. Il contrario, in apparenza, della concreta solidità di manufatti eredità dei nostri avi. Eppure, «in una prospettiva di abbattimento delle barriere, fisiche e sensoriali, il concetto di accessibilità ha acquisito molteplici valenze, fino a contemplare oggi l'ipotesi di un museo adattabile alle necessità di diverse tipologie di visitatori, tale da garantire una comunicazione a più voci, comprendente varie fonti». Così Donatella Mureddu, direttore del Museo Archeologico nazionale di Cagliari, ha presentato ieri mattina alla Cittadella dei Musei le attività realizzate nell'ambito del progetto “Museo liquido”, che ha come obiettivo quello di consentire a tutti i visitatori di vivere in pienezza l'esperienza museale superando le limitazioni imposte dalla disabilità fisica o psichica. L'idea è balenata in occasione di un concorso del ministero dei Beni e delle attività culturali, con eccellenti risultati: primo posto e finanziamento di trecentomila euro. Fruibilità e adattabilità le parole d'ordine, per un museo a misura di anziani, bambini, persone con disabilità: fluido, appunto, flessibile alle esigenze dei visitatori e «di una società in continuo movimento», ha puntualizzato Giovanna Damiani, numero uno del Polo museale della Sardegna.
In quest'ottica il museo si è dotato di tavoli touch screen, didascalie multimediali, audio guide in italiano e inglese nonché video destinati ai non udenti che descrivono, col ricorso al linguaggio dei segni, gli aspetti salienti delle vari periodi storici della Sardegna. Sono state altresì realizzate repliche fedeli dei reperti di maggiore rilevanza - dalle statue della dea madre alle navicelle e ai bronzetti nuragici - che possono essere toccate e maneggiate per una esperienza sensoriale pensata per tutte le categorie di utenti. Donatella Mureddu e Giovanna Damiani hanno posto l'accento sull'importanza della sinergia tra museo, Sardegna Ricerche, Università e Crs4, «anzitutto per la preparazione teorica e pratica degli operatori nonché per l'acquisizione digitale in alta risoluzione dei vari reperti, con successiva elaborazione e stampa in 3D».
Il training formativo del personale, cominciato in febbraio, è «tuttora in corso nella fase di affiancamento “on the job” e di monitoraggio delle competenze acquisite». Il progetto “Museo liquido” procederà per fasi. La prima prende il via oggi alle 18 alla Cittadella dei Musei, che al primo piano ospiterà un percorso didattico sulla storia e la cultura dell'Isola dal periodo prenuragico all'età bizantina. Da qui alla fine dell'anno l'obiettivo è quello di rendere “liquidi” tutti gli spazi del museo archeologico.
Fabio Marcello
 
 
 
7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 1 luglio 2016 / Sport (Pagina 4 - Edizione IF)
MALATTIE E FANATISMI
Quelle regole del vero tifoso
Una malattia «improvvisa, inesplicabile, acritica». Così Nick Hornby descrive il tifo calcistico in “Febbre a 90°”. I sintomi: i riti scaramantici e il mal di stomaco prima del fischio d'inizio, l'ebbrezza che in alcuni casi può sfociare in violenza. Tifare significa identificarsi, usare la prima persona plurale (abbiamo vinto, li abbiamo eliminati, ci hanno battuto), sentirsi parte di un tutto. Quando mai abbraccereste un perfetto sconosciuto, se non allo stadio? Il tifo, quello esasperato, non da semplici supporter, può sfociare nel fanatismo. E il fanatismo, si sa, porta all'intolleranza. Eppure il termine latino da cui deriva è “fanum”, che significa tempio. Proprio come “templum”, che però - associato alla contemplazione - diventa l'esatto opposto. Curioso no?
A giocare con “Le parole e le regole del tifoso”, in un saggio dei Quaderni dell'Associazione Italia-Inghilterra, è Luca Vargiu, ricercatore-docente di Estetica dell'Università cagliaritana. Che nella sua analisi cita, tra gli altri, Daniele Vidili, laureatosi nel 2010 in Lingue e letterature moderne euroamericane con una tesi sul linguaggio degli hooligans.
Nato nell'anno dello scudetto del Cagliari, Vargiu ha contribuito con un suo saggio al volume “Soccer and Philosophy”, (Open Court), curato dal filosofo ed ex calciatore Ted Richards. “Kant at the Maracanà” il titolo del suo studio, che in seguito, in una conversazione cagliaritana promossa da Itzokor, divenne un più familiare racconto su Kant al Sant'Elia.
 

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LA NUOVA SARDEGNA

 
8 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 1 luglio 2016 / Pagina 4 - Ediz. Oristano
LE BORSE DI STUDIO SONO PIÙ RICCHE
CAGLIARI Più soldi per le borse di studio universitarie 2016-2017, il fondo sarà di 6,4 milioni, ma soprattutto è stato sollevato fino a 20mila euro il tetto di reddito per l'assegnazione del contributo. Lo ha deciso la Giunta regionale, che di fatto ha dato ragione alla storica battaglia degli studenti, e anche a chi, all'interno della maggioranza, aveva lanciato l'allarme per i tagli striscianti o quasi ai finanziamenti a favore del diritto allo studio. Dopo aver aumentato la dotazione del fondo, la Giunta ha stabilito i nuovi parametri di reddito che sono il massimo consentito dal ministero. Ora il tetto sarà di 20mila euro l'anno secondo il modello Isee (era di 17mila) e a questo punto aumenterà di sicuro il numero degli studenti che potranno partecipare ai bandi. L'ammontare delle borse per il prossimo anno accademico sarà questo: 3mila 778 euro per gli studenti fuori sede, 2mila 134 euro a favore degli universitari pendolari e 1500 per gli studenti meritevoli che risiedono nelle sedi delle facoltà. Lo stanziamento sarà ripartito tra l'Ersu di Cagliari e Sassari. «Questa delibera – ha detto l'assessore alla Cultura Claudia Firino – è un perfetto punto di equilibrio fra risorse e l’aumento della platea degli studenti meritevoli che beneficeranno del contributo». Secondo i calcoli della Regione, oltre mille studenti in più rientreranno nei nuovi parametri. La delibera è stata commentata dal consigliere regionale Pd Roberto Deriu, pronto a dare battaglia in maggioranza se non ci fossero state le correzioni. «È un buon inizio ma possiamo e dobbiamo fare ancora altro per rafforzare ed estendere il diritto allo studio universitario».
 
 
9 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 1 luglio 2016 / Pagina 4 – Ediz. Oristano
Mont’e Prama, riparte lo scavo Archeologi al lavoro nel Sinis
di Claudio Zoccheddu
CABRAS Il conto alla rovescia è terminato. Dopo una lunga attesa, entro pochissimi giorni, il cantiere archeologico di Mont’e Prama ospiterà nuovamente gli archeologi della Soprintendenza e quelli della cooperativa Archeosistemi di Reggio Emilia. Dopo una gestazione particolarmente lunga è stato firmato il contratto che permetterà di spendere i ribassi d’asta dell’ultimo appalto, affidato dalla soprintendenza archeologica della Sardegna alla cooperativa emiliana. Niente di trascendentale, sul piatto ci sono appena 40mila euro che permetteranno solo due mesi di lavoro. Poca roba, in realtà, ma la necessità dovrà diventare virtù in modo che i lavori fermi da gennaio possano riprendere al più presto possibile: «Il tempo utile per la società incaricata di effettuare le assunzioni e poi si riparte», ha anticipato il responsabile scientifico degli scavi, Alessandro Usai, della soprintendenza archeologica. Anche la durata dello scavo è stata confermata proprio ieri: «Questa nuova fase prevede un lavoro di circa due mesi», ha spiegato ancora Usai. Terminato questo intervento, a Mont’e Prama dovrebbero tornare anche gli archeologi delle università sarde, che sfrutteranno un finanziamento della Fondazione di Sardegna, l’organismo del Banco di Sardegna che finanzia opere o lavori di interesse pubblico e di utilità sociale, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico e sociale dell’isola. Con gli archeologi delle università sarde ritorneranno a Mont’e Prama anche i detenuti del carcere di Massama. Il nulla-osta è arrivato dopo un nuovo accordo stipulato con l’istituto penitenziario e annunciato tempo fa dal direttore della casa circondariale della frazione di Oristano, Pierluigi Farci. Anche la divisione dei lavori non è un mistero ed è stato lo stesso Alessandro Usai a ribadirla: «Indagheremo l’area di Mont’e Prama, a nord ovest, dove c’è un dosso che fa presupporre qualcosa. I colleghi dell’università, invece, indagheranno nella area più a est, dove già si era operato lo scorso anno». Un piano di lavoro che dovrebbe spegnere le polemiche nate qualche tempo fa, quando la primavera aveva trasformato il sito archeologico del Sinis in una sorta di giungla in cui le erbacce crescevano rigogliose sulle pozze di fango. Un pessimo biglietto da visita per uno scavo che, ormai, tutti gli studiosi considerano il più importante dell’intera area del Mediterraneo e uno dei più interessanti sul panorama archeologico mondiale. Sotto la terra del Sinis, infatti, potrebbero esserci i resti di una civiltà di cui si sa ancora troppo poco e la certezza che la terra dei giganti di pietra ritornerà a essere un luogo di studio e indagine è una notizia che placherà ogni tipo di polemica. Almeno per il momento.


 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 1 luglio 2016 / Pagina 12 – Economia Sardegna / Ediz. Oristano
RAPPORTO CRENOS »LA FOTOGRAFIA
Leggera ripresa ma la nota dolente restano i giovani
di Vincenzo Garofalo
SASSARI La Sardegna non è un paese per giovani. In una regione ancora tramortita dalla crisi economica, i primi vagiti di ripresa sono soffocati dai problemi endemici dell'isola, primo fra tutti la disoccupazione giovanile che nel 2015 ha toccato quota 56,4 per cento. Ma non solo: tra le falle ataviche della Sardegna ci sono anche la scarsa propensione delle imprese a investire in ricerca e innovazione, la formazione zoppicante e uno dei più alti tassi di abbandono scolastico di tutta Europa. A certificare i nei di un'economia isolana che stenta a buttarsi alle spalle dieci anni di black out è l'analisi dello stato di salute del tessuto imprenditoriale sardo scaturita dal seminario "Economia della Sardegna: Analisi, confronti e prospettive", organizzato da Confindustria Nord Sardegna, in collaborazione con la filiale di Sassari della Banca d'Italia e il Crenos, che si è tenuto ieri mattina a Villa Mimosa, sede sassarese dell'associazione degli industriali. Partendo dal 23esimo rapporto Crenos sull'economia della Sardegna, pubblicato un mese fa, gli esperti del settore hanno scandagliato gli abissi della crisi isolana, concentrandosi sul panorama imprenditoriale locale. Dopo i saluti del rettore dell'Università di Sassari, Massimo Carpinelli, che si è raccomandato, «dobbiamo fare rete per trovare soluzioni possibili e uscire dalla crisi», e del presidente di Confindustria nord Sardegna, Pierluigi Pinna, il direttore della filiale di Sassari della Banca d'Italia, Raffaele Sales, ha moderato gli interventi dei relatori Rosario Ballatore, della sede cagliaritana della Banca d'Italia, Luca Paolazzi, direttore Centro studi di Confindustria, Silvia Balia, Università di Cagliari, Crenos, e Luigi Bettoni, direttore della sede di Cagliari della Banca d'Italia. I dati raccolti e analizzati raccontano di una Sardegna che per la prima volta dopo anni di negatività assoluta, inizia a riflettere qualche segnale positivo. Ma l'ottimismo resta lontano dalle coste dell'isola. Sì perché se il 2015 ha dato dei cenni di ripresa, in particolare nel settore agroalimentare, con un moderato aumento delle produzioni manifatturiere, degli investimenti e dei consumi, e una stabilizzazione del settore costruzioni e immobiliari, a congelare il sorriso dei più fiduciosi ci sono i troppi problemi strutturali del sistema economico e il tasso di disoccupazione giovanile sempre più allarmante. Per i ragazzi tra i 15 e i 24 anni la percentuale di disoccupati è aumentata di sei punti, attestandosi al 56,4 per cento, con un picco del 64,7 per cento nella provincia di Cagliari. Sempre analizzando le nuove generazioni, la Sardegna si macchia di altri dati sconfortanti che riguardano i bassi livelli di istruzione e formazione: solo il 17,4 per cento dei giovani tra i 30 e i 34 anni ha conseguito una laurea rispetto, mentre il tasso di dispersione scolastica ha raggiunto la soglia del 23,5 per cento contro l'obiettivo 10 punti percentuali chiesto dall'Ue.
 
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 1 luglio 2016 / Prima pagina – Ediz. Sassari
ALL’UNIVERSITA’
L’archivio Segni aperto a tutti: la Storia rivive
A. MELONI A PAGINA 17

Pagina 17 – Sassari
Le lettere di Segni a Nixon e Adenauer
di Antonio Meloni
SASSARI Tredicimila unità, sei sezioni, più di un secolo di storia nazionale, ma c'è anche tanta Sardegna senza la quale, forse, quei documenti, quei carteggi, quei preziosi appunti non sarebbero mai stati prodotti. L'archivio di Antonio Segni è ora una bella realtà grazie a una meticolosa opera di riordino e inventariazione realizzata da un'équipe di specialisti. Il fondo appartenuto al compianto statista sassarese, presidente della Repubblica dal 1962 al 1964, anno della scomparsa, è stato presentato ieri, nel dipartimento di Storia dell'Università, ospitato nello stesso palazzo di viale Umberto che per tanti fu la residenza della famiglia Segni. Attorno al tavolo c'erano Mario Segni, presidente dell'omonima fondazione, gli storici Manlio Brigaglia e Antonello Mattone, il rettore dell'Università Massimo Carpinelli e il direttore del Dipartimento Marco Milanese. Quanto sia importante, sul piano storico, l'archivio dell'ex presidente della Repubblica lo ha ricordato in apertura Manlio Brigaglia, che per primo, da addetto ai lavori, dopo la richiesta rivolta direttamente da Mario Segni, ebbe il privilegio di custodire e consultare una preziosa messe di documenti che ricostruiscono tanta parte di storia repubblicana. Nel 2002, la Soprintendenza archivistica per la Sardegna dichiarò il complesso di notevole interesse storico, costituito, per la maggior parte, da documenti riguardanti l'attività politica di governo di Antonio Segni. Ma l'archivio comprende anche memorie, relazioni e atti, nonché un fitto carteggio con le più alte personalità del tempo tra cui Aldo Moro, Amintore Fanfani, Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini, Ugo La Malfa, Giorgio La Pira e Umberto Terracini, nonché capi di stato stranieri come Konrad Adenauer e Richard Nixon. Il primo lavoro di schedatura analitica, realizzato dal team diretto dallo storico Manlio Brigaglia, creò un'articolazione dell'archivio, in sei sezioni, relative all'incarico ricoperto da Segni, volta per volta, durante la lunga e prolifica carriera politica: “sottosegretario e ministro dell'Agricoltura”; “ministro della Pubblica istruzione e della Difesa”; “presidente del Consiglio”; “presidente della Repubblica”; “Sardegna" e “Varie”. «Al primo versamento - ha spiegato Brigaglia - costituito da diecimila unità, si sono aggiunti gli oltre quattromila pezzi di recente». Il lavoro di riordino e inventariazione, sotto la direzione scientifica di Carla Ferrante, direttrice dell'archivio di Stato di Cagliari, è stato portato a termine con il contributo di Maria Lorenza Murtas e Consuelo Costa che ne hanno curato, rispettivamente, la schedatura e la revisione. Data la grande rilevanza storica nazionale, l'intento degli eredi è quello di renderlo fruibile e metterlo a disposizione degli storici, degli studiosi e di tutti coloro che volessero approfondire aspetti, anche poco noti, della storia nazionale e sarda degli ultimi decenni. Al riguardo Salvatore Mura, dottore di ricerca, autore, per le edizioni Il Mulino, del Diario di Antonio Segni (1956-1964), ha rimarcato quanto sia fondamentale la consultazione dell’archivio per una ricostruzione approfondita di diversi episodi della storia contemporanea, ma anche per un approccio meno superficiale a fatti importanti di cui è stato protagonista il primo presidente della Repubblica di origine sassarese. L'opera di riordino e inventariazione del fondo Antonio Segni è stata avviata, nel 2012, grazie a un finanziamento concesso dalla Regione Sardegna in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. La seconda fase del progetto riguarderà la digitalizzazione del fondo per consentire davvero a tutti di consultare l'archivio, con un semplice clic.
 
 
 


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