Domenica 26 giugno 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 giugno 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 giugno 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
PROCURA. L'inchiesta aperta dopo una segnalazione dell'Ateneo
AMMANCO ALL'UNIVERSITÀ
Spariti duecentomila euro, dirigente indagata
A poco a poco, nel corso degli anni, dalle casse dell'Università sarebbero venuti a mancare soldi. Non pochi spiccioli: duecentomila euro circa. Fondi destinati agli assegni di ricerca, ma anche ad altri progetti. Sembravano spariti nel nulla ma poi, grazie a una segnalazione partita dall'Ateneo, i sospetti erano ricaduti su una dipendente. Marcella Pusceddu, dirigente della facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, è stata così iscritta nel registro degli indagati del pubblico ministero Gaetano Porcu.
LE INDAGINI L'apertura dell'inchiesta risale a qualche tempo fa, ma finora nulla era trapelato. Solo di recente i militari della Guardia di finanza, impegnati nelle indagini su delega del pm, si sono recati negli uffici dell'Università per ulteriori accertamenti. I finanzieri hanno acquisito nuova documentazione che verrà prodotta agli atti dell'inchiesta penale: carte che potrebbero essere utili alla formulazione di un preciso capo d'accusa, verosimilmente presunta truffa o peculato. Ma è ancora presto per dirlo.
DIVERSO INCARICO Di certo c'è soltanto il trasferimento di Marcella Pusceddu in un altro ufficio: nei suoi confronti era già stato avviato un procedimento disciplinare e non le era stato più consentito gestire i soldi della facoltà. Stando a quanto riportato nell'esposto-denuncia all'esame della Procura, la dirigente avrebbe prodotto mandati di pagamento in favore di se stessa, riuscendo così a farsi erogare somme che non le spettavano. Mandati di poche migliaia di euro l'uno che però, nel corso di sette anni, le avrebbero permesso di appropriarsi di una cifra consistente. A rendersi conto degli ammanchi sarebbero stati altri dipendenti: avevano cominciato a vederci poco chiaro.
I TEMPI Dopo poco tempo il caso era stato segnalato alla magistratura, ma da allora sono trascorsi diversi mesi. I movimenti bancari su cui fare chiarezza sarebbero numerosi. Per questo la Finanza è tornata a far visita all'Ateneo. L'inchiesta è comunque ancora aperta, e potrebbe anche sgonfiarsi davanti alla prescrizione.
Veronica Nedrini
 
 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 giugno 2016 / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
DIGITHON. Riconoscimenti alla maratona italiana delle aziende più innovative
QUATTRO STARTUP SARDE ALLA RIBALTA
Idee sarde alla maratona italiana delle startup. Quattro giovani aziende isolane sono state protagoniste in Puglia (tra Bisceglie, Trani e Barletta) del Digithon, il primo appuntamento nazionale dedicato alle nuove realtà digitali innovative. Centodieci i partecipanti impegnati durante 21 ore spalmate in due giorni e riservate a presentazioni di progetti davanti alle più importanti società italiane di investimento.
Per la Sardegna erano presenti le startup Guidemeright di Sassari e Napokoo di Santa Teresa Gallura, oltre a Marianna Chillau di Perdaxius e la piattaforma Droneshare.club presentata dalla società Sulcisdrone Iglesias. Nata per noleggiare servizi innovativi forniti da droni, l'azienda iglesiente era stata premiata già nel 2014 a Madrid come finalista tra 3000 startup dell'Europa Meridionale con il progetto Flying Nose, un prototipo di drone per rilevare i fumi dell'aria. Droneshare.club è stato realizzato anche con la collaborazione dell'Università di Cagliari. Presentato all'Expo di Milano, può essere paragonato a Uber per il noleggio di droni a livello internazionale.
Sulcisdrone occupa attualmente quattro dipendenti e ha recentemente ottenuto un voucher di Sardegna Ricerche con il quale sta completando un road show internazionale e intende ora puntare sulle misure messe a disposizione dalla Regione Sardegna per l'attrazione nell'Isola di investitori internazionali.
Il Digithon appena concluso ha messo a disposizione di ognuna delle startup selezionate la possibilità di promuovere le proprie idee con una presentazione di sette minuti. Un breve spot per convincere grandi nomi del mondo digitale a scommettere e investire sul futuro.
Luca Mascia
 
 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 giugno 2016 / Provincia di Sassari (Pagina 46 - Edizione CA)
SASSARI
Corso di formazione per medici cinesi

Trenta rappresentanti di cliniche e ospedali cinesi saranno ospiti, domani, dell'Università di Sassari nell'ambito di un corso di formazione per aggiornarsi sulle migliori tecniche di gestione delle strutture sanitarie. L'appuntamento è per le 8.30 nell'aula magna. Il corso si inserisce tra le iniziative che l'Università sta realizzando per diversificare l'offerta formativa e potenziare l'apertura internazionale dei dipartimenti, con particolare riferimento al settore della sanità e fa parte del progetto SICT (Special international clinical training), fortemente sostenuto dall'ambasciata italiana a Pechino e risultato di oltre un anno di stretta collaborazione tra l'Ateneo e le strutture sanitarie della Cina continentale. Con SICT, solo nel 2016, oltre 100 medici cinesi sono approdati in formazione specialistica nelle strutture medico-assistenziali gestite da Ateneo e Aou di Sassari. ( c. fi. )
 
 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 giugno 2016 / Provincia di Nuoro (Pagina 44 - Edizione CA)
TETI Parte la quinta campagna di scavi,
studenti-archeologi nel santuario di Abini
In questi giorni a Teti è stata avviata la quinta campagna di scavi archeologici nel santuario nuragico di Abini. Un patrimonio di inestimabile importanza, insieme al villaggio di S'Urbale, dove sono state riportate alla luce testimonianze del periodo pre-nuragico e nuragico che documentano la maturità culturale e sociale dei popoli di epoche lontane. La nuova campagna di scavi è stata organizzata dall'università di Sassari sotto la direzione di Anna Depalmas, in collaborazione con il comune di Teti e con la Soprintendenza archeologia della Sardegna. Il gruppo di lavoro, costituito da studenti e specializzandi dell'università di Sassari e di atenei stranieri, si alternerà tra attività di scavo e laboratori aventi per oggetto materiali archeologici.
Il sito di Abini, scoperto nella seconda metà dell'Ottocento e noto per la grande quantità di manufatti in bronzo ritrovati, rientra nella categoria dei villaggi-santuario d'epoca nuragica in cui si ritrovano sia strutture abitative che elementi tipici dei luoghi di culto, come la fonte, il recinto, i sedili. Le indagini rientrano in un progetto di ricerca pluriennale sul santuario nuragico, con gli obiettivi di individuare e riportare alla luce le principali strutture, di determinare le fasi di impianto e di frequentazione delle stesse, di indagare sulle attività produttive dell'insediamento e sul loro rapporto con gli spazi propriamente cultuali. La campagna terminerà a fine luglio e si concluderà con una giornata di scavo aperto, nella quale sarà possibile visitare i tracciati sotto la guida degli studenti.
Roberto Tangianu
 
 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 26 giugno 2016 / Provincia di Nuoro (Pagina 45 - Edizione CA)
NUORO
Il libro di Mongili domani alla biblioteca Satta con Bandinu, Devias e Pala

Domani pomeriggio alla biblioteca Satta di Nuoro la presentazione del libro di Alessandro Mongili dal titolo “Topologie postcoloniali. Innovazione e modernizzazione in Sardegna” edito da “Condaghes. Presenteranno il libro Bachisio Bandinu, Pier Franco Devias e Carlo Pala. Coordina l'incontro Mariantonietta Piga. In apertura il saluto dell'assessore alla Cultura e vice sindaco Sebastian Cocco. Alessandro Mongili è professore di Sociologia generale e di Processi di modernizzazione e tecnoscienza all'Università di Padova. Ha lavorato all'Università di Cagliari. È autore di diversi saggi.
 
 

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LA NUOVA SARDEGNA
 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 26 giugno 2016 / Pagina 6 - Ediz. nazionale
Erasmus, una storia già in crisi
di Claudio Zoccheddu
SASSARI Il nome è un acronimo tra i più riusciti. Il progetto di mobilità studentesca Erasmus, è l’unione delle iniziali di “European Region Action Scheme for the Mobility of University Students”. Un risultato che riporta al nome Erasmo da Rotterdam, celebre filosofo e umanista olandese che nella prima metà del cinquecento attraversò l’Europa andando in cerca delle diversità culturali e delle contraddizioni. All’epoca era un continente spaccato e molto distante dall’idea maturata dopo il trattato di Maastricht del 1992, quando nacque l’Unione europea di cui il progetto Erasmus è sempre stato il fiore all’occhiello, anche perché è nato cinque anni prima, quando esisteva solo la Cee. E tra le mete più richieste dagli studenti sardi in cerca di esperienze all’estero c’era anche il Regno unito che, dopo la Brexit, potrebbe sparire dei radar dei dottorandi delle università isolane. Anche se, a dire il vero, la Gran Bretagna aveva già perso diverse posizioni nell’indice di gradimento degli studenti: «È vero, prima c’è la Spagna, forse per la vicinanza culturale e per le tratte aeree disponibili fino a poco tempo fa, poi la Polonia e Cracovia in particolare, la Francia e infine la Gran Bretagna», ha detto Anna Maria Aloi, responsabile della direzione per le relazioni e attività internazionali dell’università di Cagliari, «già da diversi anni il progetto Erasmus ha iniziato destinare sempre meno studenti verso la Gran Bretagna». I motivi sono molto più pratici di quello che si possa pensare. Gli studenti Erasmus usufruiscono di un progetto che gli permette di frequentare le università senza pagare le tasse e le scuole del Regno unito hanno iniziato a preferire ai giovani europei gli studenti indiani e cinesi, meglio se rampolli di famiglie abbienti che, al contrario degli studenti sponsorizzati dall’Unione europea, versano la retta degli atenei britannici senza battere ciglio. Dunque, la Brexit potrebbe scrivere la fine di un rapporto già compromesso e, forse, mai del tutto sbocciato: «Comunque non è detto. Ci sono altri paesi che non fanno parte dell’Unione europea ma che hanno aderito al progetto Erasmus», ha detto ancora Anna Loi prima di snocciolare un breve elenco dei figliastri di Erasmus, «la Norvegia, il Liechtenstein, l’Islanda e la Turchia. E se ci fosse la volontà sono sicura che si potrebbe proseguire il rapporto anche con il Regno unito. Lo si potrebbe fare anche tra la università, scavalcando metaforicamente le barriere di Brexit o le remore europee». Ma forse, la storia d’amore con Erasmus era già sul viale del tramonto. Al contrario, l’Inghilterra e tutta la Gran Bretagna puntano molto su una diramazione di Erasmus, la Traineeship: «È un progetto che offre agli studenti la possibilità di svolgere un tirocinio formativo all’estero e molti scelgono o hanno scelto la Gran Bretagna perché mette a disposizione opportunità nel campo medico e in quello manageriale, nel ramo della gestione delle aziende. Molti ragazzi sardi hanno sfruttato questa opzione e alcuni sono rimasti in Gran Bretagna anche dopo il tirocinio». Fuori dall’Inghilterra, nelle Highlands, c’è anche un’altra attrattiva difficile da resistere. In Scozia, da qualche anno, è entrato in vigore il Bachelor of Arts: «Sostanzialmente è la nostra laurea breve, un corso di studi di tre anni che prepara alla specialistica ma che, dettaglio non trascurabile, è completamente gratuita per i cittadini scozzesi e per i cittadini europei», ha detto ancora Anna Maria Aloi. Non funziona allo stesso modo la retta per eventuali studenti gallesi, inglesi o irlandesi, che non possono usufruire del Bachelor e sono chiamati a versare le tasse come in tutte le università europee. Una pratica che, dopo la Brexit, potrebbe spettare anche a tutti gli studenti dell’Unione europea.

 

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 26 giugno 2016 / Pagina 7 - Fatto del giorno
Tre ragazzi partiti dall’isola per studiare. Hanno aperto un caffè a Glasgow
Sardi di Scozia, dalla scuola al pub
SASSARI Glasgow è la loro seconda casa. E la passione per la highlands e per la Scozia è nata proprio dopo un periodo di studio del progetto Erasmus. Poi sono arrivate le lauree, gli amori e la pazza idea di trasferire nella punta più a nord del Regno unito un angolo di Sardegna dove adesso è possibile bere un buon caffè e accompagnarlo, ad esempio, con un dolce di mandorla. La storia delle sorelle Alessandra e Francesca Pili di Elmas e di Riccardo Pireddu di Monserrato è una di quelle avventure che senza l’Erasmus non sarebbe stato possibile nemmeno immaginare. Il primo contatto con la Scozia è maturato durante il progetto di mobilità studentesca sponsorizzato dell’Unione europea: «Quando sono arrivata ero una studentessa», racconta Alessandra, «una dei pochissimi sardi che si trovavano da queste parti. Nonostante la lontanza, e le differenze climatiche, mi sono innamorata di questa terra. Ed è successo la stessa cosa a mia sorella». L’obiettivo, però, era raggiungere la laurea e farlo nel più breve tempo possibile: «Missione compiuta, anche grazie ai miei studi Erasmus qua in scozia. Adesso sono laureata in giurisprudenza, mentre mia sorella Francesca si è laureata in Scienze politiche insieme al suo compagno, Riccardo». Nonostante la laurea e i tanti sacrifici fatti per ottenerla, Alessandra, Francesca e Riccardo hanno cambiato progetti in un istante, durante una passeggiata nel centro di Glasgow, in Claremont Street, precisamente davanti al civico numero 6: «È stata una pazzia, adesso ce ne rendiamo conto. Eravamo freschi di laurea ma quando abbiamo visto quel locale da affittare abbiamo avuto un’idea che ci ha cambiato la vita», ha detto ancora Alessandra prima di entrare nel dettaglio di un progetto che non aveva alcuna attinenza con le loro tre lauree, «lo abbiamo visto, ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso: volevamo portare la Sardegna qua a Glasgow. Le nostre ricette, i nostri sapori, il nostro stile di vita». E per trasformare quell’idea in realtà è servita solo la cocciutaggine di tre ragazzi sardi che dopo i successi universitari erano pronti a mettersi in gioco in un settore completamente diverso: «Adesso siamo i gestori dell’Accento cafè e siamo molto soddisfatti della nostra scelta e della nostra vita», ha detto ancora Alessandra. Una parte di quel coraggio, però, è scomparsa in un istante, quando è arrivato l’esito della consultazione referendaria che ha portato il Regno unito fuori dall’Unione europea: «Eravamo basiti, anche perché in Scozia il 70% ha votato per il remain e dunque non pensavamo che l’esito finale fosse il via libera alla Brexit. Adesso tutti ci chiedono come faremo a importare i nostri prodotti. La verità è che è troppo presto per fare qualsiasi valutazione», hanno spiegato le sorelle Pili, «l’incertezza dei mercati e il crollo della sterlina ci preoccupa e un po’ ci spaventa ma per ora non abbiamo intenzione di fare nulla in più di quello che già facciamo nel nostro family businness. Poi vedremo, anche perché non dovrebbe succedere nulla per un bel pezzo. Inoltre, sin dal giorno del referendum circolano voci insistenti su una consultazione scozzese per ottenere l’allontanamento politico dal Regno unito. Ci sembra una stranezza ma pensavamo la stessa cosa anche della Brexit». (c.z)
 
 

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