Martedì 21 giugno 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 giugno 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

redazioneweb@unica.it

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 21 giugno 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
ATENEO E IMPRESE
Domani e dopodomani i ricercatori dell'Università cittadina presentano le proprie attività alle aziende. Si illustrano oltre cinquanta progetti, studi e idee su agrifood, biomedicina, aerospazio, management, turismo, beni culturali e ambientali, Ict, bioeconomia, energia. Partecipano tra gli altri Amazon, Federalberghi, Abinsula, Confindustria giovani, Expert system.
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 21 giugno 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Presentati i risultati del complesso intervento, annunciato un protocollo di intesa con l'Università
«ECCO LA TOMBA DI RUBELLIO RESTAURATA A TUVIXEDDU»
I lavori sono ultimati, ciò che manca ora è un accordo con l'ultimo condominio di vico IV Sant'Avendrace. Dato che attualmente il cortile privato è l'unica strada per accedere alla tomba di Rubellio, fresca di restauro e inaugurata ieri mattina. «È l'ultimo intervento realizzato a Tuvixeddu, un contesto complesso e tormentato, che a torto si ritiene trascurato», premette il Soprintendente archeologo Marco Edoardo Minoja. «In realtà è un luogo di grande impegno, destinazione di risorse e collaborazione tra enti, come dimostra quest'ultimo intervento che ci consente di restituire alla città un pezzo di storia», dice con orgoglio.
«Il restauro è iniziato nel 2011 (grazie al finanziamento di Acus Spa da 270 mila euro), ed è andato avanti per circa due anni, interessando il sepolcro di età imperiale romana - commissionato da Caio Rubellio per sé e per le sue due mogli -, e le tre tombe adiacenti», racconta. «L'obiettivo primario è stato contrastare il degrado del costone roccioso per porre rimedio alle manomissioni causate dagli usi impropri dell'età moderna, basta pensare che quest'area per diverso tempo si era trasformata in dimora per i senzatetto», ricorda. «L'intervento è stato concluso definitivamente nel 2015, con un contributo di 16 mila euro messo a disposizione dal Comune. Cifra con la quale sono stati puliti e messi in sicurezza anche altri due ambienti funerari attigui», evidenzia. «Si tratta del primo intervento conservativo di tombe a camera ipogeica nell'area urbana, che ha consentito di mettere a punto le metodologie più adeguate al mantenimento dei calcari locali, da adottare anche nei prossimi interventi».
Anche l'Università posa gli occhi sulla necropoli di Tuvixeddu e sulle prospettive di tutela dell'intera area. «Abbiamo sottoscritto un protocollo d'Intesa con la Soprintendenza», annuncia Francesco Atzeni, direttore del Dipartimento di Storia Beni Culturali e Territorio. «L'obiettivo è combinare le competenze e le professionalità tecnico scientifiche in attività di ricerca che possano contribuire a incrementare e riordinare le conoscenze su questo importantissimo sito».
Sara Marci
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 21 giugno 2016 / Speciale (Pagina 15 - Edizione CA)
L'iniziativa di un gruppo di neolaureati di Serramanna ha avuto un successo clamoroso
IL CASO SARDEX, la startup nata nella cucina di nonna Elvira
Dalla cucina di nonna Elvira a Serramanna alle università economiche più prestigiose d'Europa. È la parabola dei ragazzi di Sardex che senza alcuna laurea in economia hanno deciso di dare una spinta all'asfittica impresa sarda partendo da una riflessione umanistica e filosofica: trovare una moneta virtuale che fosse alla portata di chi veniva rifiutato dalle banche e che potesse dare respiro a chi iniziava a soffrire una crisi finanziaria che di lì a poco avrebbe fatto strage di imprese. Nasce così una delle più singolari e intelligenti aziende europee che in appena sette anni è riuscita a movimentare oltre 120 milioni di euro di beni e servizi e che nel solo 2016 darà vita a transazioni economiche per un totale du 80 milioni di euro.
Partendo da una semplice idea un piccolo gruppo di neolauereati di Serramanna decisero nel 2010 di far ragionare insieme i produttori dell'Isola consentendo loro di scambiare merci e servizi al di fuori di circuiti bancari che chiedevano troppi documenti, garanzie, fatica burocratica. Hanno creato così un sistema che permette alle imprese di finanziarsi reciprocamente senza interessi trasformando la loro capacità produttiva inespressa in splendida liquidità da spendere e investire.
Una ulteriore svolta della moneta che affonda la sua storia tanti secoli fa.
Poiché non poteva costantemente sopravvivere grazie al baratto il mondo si dotò di denaro, cioè il minimo comune multiplo tra merci diverse. Ma poiché il denaro è solo un bene fungibile non è detto che possa essere rappresentato solo dalle valute nazionali. Stando all'humanitas e all'etica monetaria che ha mosso questi ragazzi, come diceva San Tommaso d'Aquino, il valore della moneta viene sempre deciso dal re, il quale a sua volta accumula ricchezza in cambio di una debolezza altrui, l'acquirente.
Le bellezza di Sardex è che in sostanza il re è diventato il popolo (le aziende) che in questa moneta credono.
E tutto questo si è trasformato in un patto di fiducia che mette insieme 3200 consumatori e produttori, i quali comprano e vendono con una moneta che rappresenta la loro ricchezza al di fuori dal circuito bancario. Scacco matto al re, direbbe l'Aquinate. Tenendo ben presente però che nulla esclude l'altro e le due monete sono complementari.
Nel corso degli anni il modello Sardex ha gradualmente attirato l'attenzione di istituzioni internazionali tra le quali la Commissione Europea e il Dipartimento di Sviluppo delle Nazioni Unite, di importanti opinion leader nazionali e internazionali, come il “Financial Times”, e di prestigiose università come la Yale University, il Politecnico di Zurigo e la London School of Economics.
«Adesso il nostro prossimo passo sarà quello di aprire circuito in tutta Italia», dice Carlo Mancosu, uno dei soci fondatori. «Per adesso siamo presenti in undici regioni italiane e ormai ci chiedono consulenze anche dall'estero», racconta. «Perché benché esistano esperienze simili altrove o sian esistite nel passato, ci contraddistingue il fatto che nasciamo per essere circuito integrato, una sinergia, mai un'alternativa. E coinvolgiamo aziende, lavoratori e consumatori tenendo conto della domanda finale».
Ciò che muove questi giovani che studiamo continuamente le nuove frontiere dell'economia non è certamente la fame di ricchezza. In realtà la loro cultura umanistica li spinge a «pensare in termini più ampi a una crescita sociale nel territorio nel quale viviamo». Insomma gli inventori di Sardex sono tuttora rimasti attaccati all'idea di nonna Elvira nella sua casa di Serramanna che faceva torte e biscotti non per guadagnarci ma per averne indietro qualcosa: se non la felicità e il benessere delle persone attorno a lei. «Più che al do ut des, ti dò affinché tu mi dia, tipico di questo sistema economico, crediamo più a un do ut possis dare, ti dò affinchè tu possa dare ad altri».
E come Nonna Elvira e i suoi familiari, anche gli utenti di Sardex sono orgogliosi di fare parte di un specie di sistema organico che garantisce il benessere, in questo caso non dato da un'ottima torta ma dalla maggiore circolazione delle merci all'interno del sistema creato.
Secondo Carlo Mancosu se gli studi su questa nuova moneta «che è ben più di una “moneta” ma un sistema culturale prima che economico» venissero confermati dalle Università che stanno analizzando Sardex, risulterebbe che il suo impatto sul Prodotto interno lordo - non sostitutivo ma in buona parte aggiuntivo - ha contribuito notevolmente alla crescita del Pil isolano. «Infatti gli 80 milioni di cui abbiamo parlato per il 2016 rappresenterebbero in quel caso non tanto lo 0,25 per cento del Pil ma una percentuale della crescita di quest'ultimo».
Una cosa è certa. La crescita dell'azienda Sardex non si muove solo secondo le normali logiche economiche Si tratta invece di una crescita culturale basata fondamentalmente sull'innovazione di un sistema. Innovazione che è nata grazie all'amicizia di un gruppo di ragazzi che con la passione per l'economia e la premura di nonna Elvira in quella cucina di Serramanna hanno creato una fabbrica di sorrisi e del bene comune.
Virginia Saba
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 21 giugno 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Migliora la situazione ma per molte visite il tempo si misura in mesi
LISTA D'ATTESA (INFINITA)
L'oculista? Almeno 131 giorni, per l'urologo 150
Lunedì, tarda mattinata: l'obiettivo è prenotare una visita specialistica. Il numero di telefono del Centro unico di prenotazione risponde al primo squillo. Ma, dopo il messaggio automatico, inizia l'attesa. Tre tentativi, al primo la risposta dell'operatore arriva dopo 3 minuti e 6 secondi, al secondo dopo 6 minuti e 21, al terzo dopo 5 minuti e 43. Disagi, tutto sommato, sopportabili. Soprattutto, se paragonati all'attesa che ci si dovrà sobbarcare in attesa della visita.
LE LISTE Va chiarito che, rispetto al passato, i tempi si sono fortunatamente ridotti. Ma, in alcuni casi, restano comunque molto lunghi. Meglio, per esempio, non avere problemi alla vista: per essere sottoposti a una visita oculistica al San Giovanni di Dio occorre aspettare oltre nove mesi (295 giorni per l'esattezza). Rivolgersi agli ambulatori della Asl Cagliari? L'attesa cala a 131 giorni. Meglio rassegnarsi: per sapere tutto sui propri occhi occorre armarsi di pazienza. Oppure, rassegnarsi a una gita fuori porta: dall'altro capo del telefono, viene prospettata un'alternativa. Per essere visitati in tempi rapidi, si può andare all'ambulatorio di Muravera (in questo caso la lista d'attesa è di appena 13 giorni).
LE SPECIALIZZAZIONI Nascere uomini ha molti vantaggi. A patto che non ci si ammali. Perché, per sottoporsi a una visita urologica, occorre attendere tempi biblici: si va 148 giorni dell'ambulatori di viale Trieste, ai 158 del Santissima Trinità e ai 195 dell'ospedale Marino. Anche in questo caso, l'alterantiva è una gita fuori porta: a San Nicolò Gerrei i giorni d'attesa sono 73. Non va meglio, se il paziente ha bisogno di un endocrinologo: al Policlinico universitario c'è da attendere per 271 giorni, al Brotzu per 226, in viale Trieste per 175, al servizio di endocrinologia dell'Asl per 111. Aspettare così tanto o mettersi in viaggio, anche questa volta, verso San Nicolò Gerrei dove si viene visitati dieci giorni dopo la prenotazione?
GLI ESAMI Naturalmente, quando si presentano casi urgenti, le visite e gli esami seguono corsie preferenziali. Ma occorre tenere presente anche il benessere psicologico del paziente. Ovvio che, quando viene prescritta un'ecografia mammaria, una donna entra nel panico: l'esame non serve solo a individuare i tumori ma mostra anche patologia benigne come cisti, fibroadenomi, mastopatia fibrocistica. Urgenze a parte, al Santissima Trinità c'è da aspettare oltre due mesi, al San Giovanni di Dio 47 giorni, al Brotzu 188. Se non altro, per questo esame i tempi possono essere ridotti drasticamente anche senza bisogno di rivolgersi ai privati: a Mandas e a San Nicolò Gerrei l'attesa è di appena 3 giorni, a Isili di 8.
I PROBLEMI Dietro queste attese ci sono, ovviamente, lacune nel personale. Ma c'è il fatto che alcuni esami sono particolarmente macchinosi: l'esofagogastroduodenoscopia, per esempio, va fa effettuato in regime di day hospital. Al Santissima Trinità c'è da attendere 79 giorni, al Marino 75, al Brotzu 80, al Policlinico 175.
I PAZIENTI Le lunghe liste d'attesa rappresentano un problema serio. «Accade sempre più frequentemente», interviene Lalla Mascia del Tribunale del malato, «che chi non ha i soldi finisce con il non curarsi. Chi può permetterselo, si rivolge ai privati. Gli altri quasi si rassegnano». E poi visite ed esami non servono solo per curarsi. «L'ecografia mammaria o il psa per gli uomini hanno funzione di prevenzione. Con tempi lunghi diventa tutto più difficile».
Marcello Cocco
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 21 giugno 2016 / Sport (Pagina 26 - Edizione IF)
A2 FEMMINILE. Retrocessa dopo cinque anni tenta adesso un difficile rilancio
Il Cus Cagliari è tutto da inventare
La retrocessione dalla Serie A1 femminile il Cus Cagliari l'ha già digerita e dimenticata. Adesso tutti gli sforzi della società universitaria sono rivolti alla prossima A2 che il college di Sa Duchessa farà, come ha già confermato Marcello Vasapollo, dirigente del Cus, al rientro dalle finali degli Universitari dove la squadra maschile allenata da Antonello Restivo ha conquistato una meritata medaglia di bronzo: «Sarà A2, dopo quattro stagioni in A1, non ci sono dubbi. Dopo la retrocessione, peraltro nell'aria considerando i numeri economici a nostra disposizione, ripartiamo con l'intento di disputare un buon campionato».
Ma con quale squadra? «È ancora prematuro parlare di mercato», dice Vasapollo, «anzitutto siamo alla ricerca di una nuovo coach e poi si partirà nel formare la squadra. Parlo di un tecnico, perché ci piacerebbe anzi, speriamo, di continuare il discorso con Restivo. Uno come lui, anche fresco di medaglia universitaria tra l'altro vinta con una squadra capace di lottare con realtà importanti della pallacanestro giovanile italiana, merita scenari migliori di una stessa A2».
Sì, ma la squadra? «Potrebbe rimanere Cinzia Arioli, il capitano che oramai si considera cussina a tutti gli effetti e ha un buon legame con la società. Per il resto non ho idea. Spero soprattutto che gli sponsor mantengano i loro impegni e con delle garanzie economiche si potrà cominciare a lavorare sul mercato».
Il Cus potrebbe sfruttare le sue tesserate, ora in forze ad altre squadre. Giocatrici che farebbero comodo alla causa universitaria. «In due modi», spiega Vasapollo: «facendole giocare o mantenerle con le altre squadre e ricevere i premi incentivanti che entrerebbero nelle casse sociali». Scadenze? «Ai primi di luglio l'iscrizione alla Serie A2 e poi si penserà al nuovo gruppo».
Massimo Musanti
 
 
 
L’UNIONE SARDA

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 21 giugno 2016 / Cronaca di Sassari (Pagina 38 - Edizione CA)
SASSARI. Il progetto illustrato ieri davanti all'assessore regionale
La sanità cambia volto: nasce il nuovo ospedale
Entro la prima parte del 2017 cominceranno i lavori per la realizzazione del nuovo ospedale, il secondo hub della Regione. Ieri, nel corso di un incontro nella sala riunioni di Malattie Infettive, l'assessore regionale Luigi Arru ha incontrato i rappresentanti delle aziende che si sono aggiudicate il progetto definitivo. Si tratta di un raggruppamento temporaneo di imprese, costituito dalla capogruppo Salc S.p.A. (gruppo Salini) e dalle mandanti Gemmo di Vicenza, Geom. Giuseppe Angius Costruzioni, Mythos Consorzio Stabile di Aosta e la Geoeingineering specializzata in edilizia sanitaria. Due le aziende sarde impegnate: la Giuseppe Angius di Sassari, che si occupa di opere stradali, e lo studio di architettura Solmona, tra i fondatori della Mithos di Aosta.
APPALTO MILIONARIO L'aggiudicatario ha ottenuto l'appalto con un importo di 71 milioni e mezzo. Tempi di realizzazione dell'opera, quattro anni e mezzo, con l'utilizzo di circa 500 lavoratori. Il primo step sarà l'abbattimento del palazzo rosso, nell'area del Santissima Annunziata. Al suo posto nascerà il polo del materno infantile. Sarà collegato alla struttura ospedaliera che sta dalla parte opposta di viale San Pietro con un tunnel sotterraneo e una passerella aerea. I rappresentanti del pool di imprese hanno sottolineato l'originalità del loro progetto che prevede la realizzazione di nuovi edifici e la contemporanea ristrutturazione di altri esistenti ancora in buono stato. Le altre parti completamente nuove saranno un edificio-ingresso con la funzione di accesso principale alle strutture, a valle di viale San Pietro, e il nuovo pronto soccorso. Quindi la ristrutturazione degli edifici delle chirurgie: «Questo intervento è molto importante - ha detto il direttore generale dell'Aou Pintor - Consentirà la separazione dei percorsi dei malati, dei medici, del pubblico, “del pulito e dello sporco” e dei servizi, secondo le più aggiornate modalità di gestione degli ospedali. Barelle e carrelli per la distribuzione dei pasti, visitatori e personale, insomma, non si incroceranno più nei corridoi». Per l'assessore alla Sanità, Luigi Arru, «Il nuovo ospedale sarà una grande realtà per l'intera Sardegna. Abbiamo riconosciuto a Sassari l'emergenza-urgenza e riunito due realtà, quella ospedaliera e quella universitaria. Ci sono le condizioni perché la nuova struttura eroghi servizi sanitari di altissimo livello».
Gibi Puggioni
 
 
 

redazioneweb@unica.it
 

 
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 
7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 21 giugno 2016 / Pagina 24 - Sassari
IL PROGETTO
Cinque anni per la cittadella ospedaliera
Ai primi del 2017 aprono i cantieri, 78 milioni di risorse, verrà abbattuto il Palazzo rosso e sorgerà il Materno infantile
di Luigi Soriga
SASSARI L’obiettivo è ambizioso, e anche le risorse sono ingenti: quattro anni e mezzo di lavori e 78 milioni di euro per cambiare il volto alla sanità sassarese. Questi almeno i buoni propositi dell’Aou che ieri mattina ha presentato ufficialmente il progetto per la realizzazione del nuovo ospedale. In estrema sintesi accadrà questo: il civile Santissima Annunziata e le cliniche si fonderanno in un’unica struttura, viale San Pietro non farà più da spartiacque tra Asl e Università, e il quadrilatero fra la valle di Piandanna, via Matteotti, viale Italia e via De Nicola diventerà un embrione di cittadella sanitaria. Il progetto esecutivo ha ancora necessità di alcuni ritocchi, e per questo i cantieri apriranno solo all'inizio del 2017. L'opera verrà realizzata da un raggruppamento temporaneo di imprese di cui è capofila la Salc, società del Gruppo Salini, specializzata in appalti per ospedali e università, con una cifra d'affari in lavori di oltre un miliardo di euro. Fanno parte del raggruppamento anche Gemmo, Giuseppe Angius Costruzioni e i progettisti Mythos Consorzio Stabile e Geo-Engineering. Il progetto. Sarà demolito il «Palazzo Rosso» in disuso da anni, e al suo posto sorgerà il reparto Materno infantile. Si tratta di una struttura indispensabile per la sanità cittadina, considerate le attuali condizioni dei reparti. E il nuovo edificio, i locali interni e il contorno si preannunciano davvero all’avanguardia, con un approccio diverso verso l’utenza, molto meno asettico, più umano e completamente orientato all’accoglienza. Per il materno infantile verrà realizzato naturalmente un nuovo ingresso e verrà connesso sia al Santissima Annunziata e sia collegato alle stecche bianche delle cliniche. Questo avverrà in due modi: attraverso un ponte aereo che passerà sopra viale San Pietro, e attraverso un tunnel che verrà scavato sotto la via. Proprio adiacente alle stecche sorgerà un nuovo corpo, che è destinato ad ospitare il nuovo pronto soccorso. Verrà inoltre ristrutturato il Palazzo Clemente e l’area verrà potenziata con la costruzione di due parcheggi interrati con circa 1000 posti auto aggiuntivi. Anche i rustici esistenti verranno completati e all’interno delle stecche riammodernate verranno ospitate le varie chirurgie. «I lavori consegneranno a tutta la Sardegna una straordinaria struttura, con la realizzazione della quale la Regione conferma l'importanza di Sassari per la sanità isolana», ha detto l'assessore regionale della Sanità, Luigi Arru. Soddisfazione da parte del commissario dell’Aou Giuseppe Pintor: «Abbiamo raggiunto un obiettivo straordinario».
 
LE CRITICITÀ
Viabilità tutta da inventare e non ci sono i finanziamenti
SASSARI Alla cittadella sanitaria del futuro manca ancora un tassello fondamentale: la viabilità. Sulla carta ancora non esiste un progetto, e purtroppo non c’è traccia di finanziamenti. E questo è un grosso rischio, perché un’opera così imponente avrebbe bisogno innanzitutto di una interconnessione efficiente con la rete viaria sassarese. Innanzitutto parlare di cittadella ospedaliera sarebbe un nonsenso, qualora viale San Pietro restasse aperta al traffico e tagliasse in due i poli di viale Italia e quelli di Piandanna. Quindi occorre ridisegnare gli accessi, sfruttando necessariamente sia via Piandanna che la strada per Ittiri. Infatti l’area sanitaria dovrebbe essere raggiunta dagli utenti senza per forza entrare nel perimetro urbano e imbottigliarsi nel traffico. La palla per questo versante sarà nelle mani del Comune di Sassari: «Ci lavoreremo – assicura il sindaco Nicola Sanna– e troveremo delle soluzioni». Ci sono 4 anni di tempo, e occorre reperire i finanziamenti.
 
 
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 21 giugno 2016 / Pagina 11 - Sardegna
POLITICA REGIONALE
Dopo la rivolta, il centrosinistra ritrova l’unità: ci saranno correzioni ma condivise
IL VERTICE BLINDA L’ASL UNICA
CAGLIARI Il giuramento è solenne: «Sulla sanità e le Asl non faremo una riforma pasticciata». Dopo due ore abbandonanti di vertice e chiarimenti allargati ai consiglieri regionali e ai partiti del centrosinistra, è il presidente Francesco Pigliaru a prendere l’impegno. Certo, all’orizzonte (sarà da agosto in poi) c’è sempre quello che già c’era: l’Asl unica, ma riveduta e corretta come sollecitato e preteso dal Pd fino al più piccolo degli alleati. È questo l’esito di un confronto che, nel centrosinistra, pare aver spazzato via le nubi pesanti della crisi, per lasciare spazio – da domani e fino al 28 luglio – a un tavolo tecnico che dovrà conciliare la prima bozza della Giunta con gli emendamenti presentati o annunciati a voce da Pd, Sel, Partito dei sardi, Cd, Upc-Psi, Rossomori e altri ancora. Non sarà facile, in qualche caso sembra impossibile che possa accadere, ma la promessa comune adesso c’è. In una frase sola: «Ogni aggiustamento dovrà essere condiviso», ha fatto sapere Raimondo Perra (Psi), presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale incaricata di licenziare il testo da portare in aula a fine luglio. E se così non fosse? La risposta di Pietro Cocco, capogruppo del Pd, è stata questa: «Da parte di tutti, nessuno escluso, è stata dichiarata piena disponibilità per arrivare al più presto al varo dell’Asl unica. Se ci dovessero essere problemi, la coalizione deciderà a maggioranza, ma non credo ci sarà bisogno di votare. Il chiarimento c’è stato ed è definitivo». Sarà così anche per Sel, che pochi fa aveva sollevato fa il coperchio del pentolone dei malumori interni alla maggioranza, e gli otto consiglieri regionali ancora di Sel, più l’Upc-Psi e Rossomori più critici di altri sul disegno di legge della Giunta. Sarà così anche da domani per Partito dei sardi, il primo a presentare un’alternativa all’Asl unica, e Centro democratico, l’ultimo a depositare un riscrittura molto articolata della riforma. L’accordo raggiunto è questo e da oggi non ci saranno fughe in avanti ma neanche passi indietro. Tutti presenti. All’attesa verifica i partiti della coalizione dal Pd al Pdci si sono presentati dal primo fino all’ultimo. Con delegazioni rinforzate da parlamentari, segretari regionali o cittadini ed esperti. Anche la Giunta si è presentata in forze: dal presidente Pigliaru, all’assessore alla Sanità Luigi Arru, dal capo di gabinetto Filippo Spanu a una nutrita rappresentanza di funzionari e consulenti del governatore. Vuoi anche per la sconfitta elettorale alle amministrative all’inizio erano in molti a essere tesi. Poi con il passare delle ore e forse perché non hanno parlato di ballottaggi, verifica politica e rimpasto in Giunta – non erano all’ordine del giorno della riunione, lo saranno delle prossime – il «clima è stato sereno», dirà uno dei testimoni. Le differenze. Se il patto del lunedì reggerà, lo si scoprirà da domani in poi, quando spetterà il tavolo tecnico limare le differenze che esistono fra la bozza della Giunta e gli emendamenti. Ad esempio sui poteri del super direttore generale o l’Azienda emergenza -urgenza: sarà dentro o fuori l’Asl unica? Oppure sulla sede, in bilico fra Oristano, Sassari e Nuoro, o sul ruolo che dovranno avere gli ospedali del Centro Sardegna rispetto alle eccellenze del Brotzu, a Cagliari, e dell’Azienda universitaria, a Sassari. O perché no anche su quante dovranno essere e che autonomia finanziaria avranno le sotto -aree. Il lavoro da fare è molto. Il governatore. «Le modifiche ci saranno – ha detto Pigliaru – ma non in conflitto con la visione generale della Asl unica. Di cui la Sardegna ha bisogno perché è necessario molto più controllo su costi e servizi. Tutti gli altri sono dettagli tecnici e saranno coerenti con il modello che ci siamo dati a dicembre in maggioranza». Le complicazioni – definite così dagli alleati – ci sono ancora ma l’Asl unica ormai è stata più che blindata dal centrosinistra. (ua)
 
 
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 21 giugno 2016 / Pagina 31 - Cultura e spettacoli
Giovedì a Cagliari dibattito con Monica Cirinnà in attesa del corteo del Sardegna Pride di sabato
“QUEERESIMA” PER LE FAMIGLIE ARCOBALENO
CAGLIARI I prossimi appuntamenti della Queeresima saranno anche occasione di incontro, riflessione, confronto sulla tragedia di Orlando e le altre drammatiche notizie che arrivano dal mondo, alle quali sarà dedicato il Sardegna Pride, sabato 25 giugno. Il cartellone degli appuntamenti riprende giovedì 23 alle alle 19 a Cagliari al Circolo Sergio Atzeni, via Puccini 5, dove è in programma “Cin cin pride”, brindisi di autofinanziamento per il Sardegna Pride: calici sollevati contro l’odio e per la libertà, i diritti e l’uguaglianza. Venerdì 24 giugno, invece, a Cagliari, alla mensa Ersu in via Trentino, l’associazione Officina Sociale, insieme a Unica 2.0, UniCa Lgbt e Arc onlus, presenta il progetto “Families - Adotta una famiglia arcobaleno”. Alle 16 saluti di Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, di Maria del Zompo, rettore dell'Università di Cagliari, di Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, di Carlo Cotza, portavoce Arc Onlus. Alle 16.30 presentazione del progetto: Alessio Mandis dialoga con il senatore Sergio Lo Giudice e con Silvia De Simone delle famiglie Arcobaleno di Cagliari. Alle 17, Luca Santus (coordinatore Unica 2.0) e Eleonora Puggioni (presidente UniCa Lgbt) presentano lo sportello anti-omofobia Ersu e il doppio libretto per le persone transessuali iscritte all'Università di Cagliari. Alle 17.30, intervento dell’avvocata Rosanna Mura (rete Lenford) sul tema “Effetti giuridici della legge sulle unioni civili e coppie di fatto”. In video-conferenza partercipera alla discussione anche la sentarice Monica Cirinnà, relatrice della legge sulle unioni civili. Infine sabato 25 giugno il Sardegna Pride 2016. Alle 18 il corteo parte da via Sant’Alenixedda, di fronte al Teatro Lirico. È un momento di rivendicazione politica che mette insieme tutta la Sardegna. Il cuore della legge sulle unioni civili approvato in Parlamento è stato smantellato, le azioni serie per contrastare l’omo-transfobia sono totalmente uscite dall’agenda politica e tanto c’è ancora da fare per la difesa e la promozione del valore delle differenze. Il Sardegna Pride è una festa della democrazia, della libertà e del rispetto di ogni persona, ancor più necessaria oggi, dopo la tragedia di Orlando e le altre notizie drammatiche che arrivano dallItalia e dal mondo: all’odio, alla paura e alla violenza il Sardegna Pride risponderà con i colori e la musica, perché non c’è altro modo per disinnescare la morte se non esaltando la bellezza plurale della vita.
 
 
 
 

LA NUOVA SARDEGNA
 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 21 giugno 2016 / Pagina 19 – Sassari
Nutrito programma per celebrare il settimo centenario degli ordinamenti
STATUTI SASSARESI, DAL 1316 SETTECENTO ANNI DI LIBERTÀ
Si articolerà in quasi sei mesi, dall'autunno 2016 alla primavera 2017
di Antonio Meloni
SASSARI Nello stesso periodo in cui in Italia erano attive le Repubbliche marinare e nella maggior parte dei Comuni della penisola si abbandonava il latino per adottare il volgare italiano, Sassari si proclamava libero comune promulgando una serie di norme che sancivano l’indipendenza e la dimensione urbana della città capoluogo del Giudicato di Torres. Gli Statuti sassaresi compiono settecento anni e per celebrare l’importante ricorrenza, Comune e Università, in collaborazione con l’archivio storico e la biblioteca comunale, hanno allestito un ricco cartellone di eventi. Per circa sei mesi, dall’autunno di quest’anno alla primavera del 2017, Sassari celebra i sette secoli di uno dei documenti più importati della storia e della cultura sarda e lo fa attraverso un convegno, una mostra, una serie di rievocazioni storiche e un ambizioso progetto di digitalizzaione dei codici pergamenacei conservati nell’archivio storico del Comune. Il programma è stato illustrato ieri, nella sala conferenze di Palazzo ducale, dal sindaco Nicola Sanna affiancato dall’assessora alla Cultura Raffaella Sau, dallo storico Antonello Mattone e dal giurista Luigi Berlinguer. Quanto gli Statuti siano importanti per la storia sarda è facile immaginarlo, non soltanto per ovvie ragioni di carattere giuridico, ma anche per la ricostruzione delle vicende storiche della città medievale e soprattutto come prova tangibile della volontà dei sassaresi di rivendicare, in tempi difficili, l’autonomia e l’indipendenza nella gestione della cosa pubblica: «Un documento fondamentale - ha spiegato Luigi Berlinguer - che rimanda a un’operazione di modernizzazione varata anche come risposta a un bisogno identitario della Sassari di allora». Il programma messo a punto dal Comune per i sette secoli di questo documento straordinario è stato impostato con un duplice obiettivo scientifico e promozionale. «L’intento - ha detto Paolo Cau, responsabile dell’archivio storico del Comune, presente alla conferenza stampa con Cristina Cugia, direttore della biblioteca di piazza Tola - è quello di rendere fruibile il documento grazie a un programma di digitalizzazione che sarà concluso entro il prossimo autunno». Con un semplice clic, dunque, storici, studenti, appassionati e curiosi potranno consultare gli Statuti direttamente dal computer di casa. Sempre in autunno, un qualificato parterre di specialisti di storia e filologia, farà il punto sullo stato dell’arte durante un convegno, organizzato in collaborazione con l’Università, che dal 24 al 26 novembre porterà a Sassari alcuni fra i più autorevoli studiosi italiani di documenti storici. Gli originali dei codici sardo-logudorese e latino degli Statuti, le loro copie redatte nel Cinque-Seicento, diversi materiali di studio e altri reperti riportati alla luce durante recenti campagne di scavo, saranno inoltre esposti in una mostra che sarà allestita, sempre il prossimo autunno, in collaborazione con il ministero dei Beni culturali.

IL DOCUMENTO STORICO
Donata la tesi del 1883 di Satta Branca
Nell'ambito delle celebrazioni per i sette secoli degli Statuti c'è spazio anche per meritorie iniziative personali. In occasione dei settecento anni, infatti, il professor Francesco Bua, per anni docente di filosofia del Liceo classico Domenico Alberto Azuni, ha espresso la volontà di donare all'Archivio Storico del Comune i materiali di studio (bozze e appunti preparatori) e anche la copia personale della tesi di laurea fatta da Pietro Satta Branca (nella foto). La tesi, dal titolo «Cenni su le leggi del Comune di Sassari nei secoli XIII e XIV», venne discussa nel 1883, nella facoltà di Giurisprudenza dell'ateneo turritano, e andò in stampa nel 1885 contribuendo ad arricchire gli studi già numerosi sugli statuti comunali e sull'organizzazione della città medievale. Pietro Satta Branca (Sassari, 1861-1923) viene ricordato come uomo politico, avvocato e storico. Nel 1891 fondò, con Enrico Berlinguer, nonno dell’omonimo segretario del partito comunista italiano, Pietro Moro e altri giovani progressisti, il periodico La Nuova Sardegna (che dall'anno successivo uscì come quotidiano) di cui fu il primo direttore. Radicale e liberale, con gli stessi compagni di avventura politica fu tra i fondatori e animatori dell'Unione Popolare, piccola "Casa del popolo", strumento di alfabetizzazione e indottrinamento politico. In età giolittiana fu sindaco di Sassari per quasi un decennio. (a.me.)
 

redazioneweb@unica.it

RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI

Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie