Giovedì 26 maggio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 maggio 2016

 

ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
redazioneweb@unica.it


L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 maggio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Università
Team di studiosi: i fondali marini integri decisivi per la biodiversità
L’integrità dei fondali è decisiva per preservare la biodiversità e ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi. È quanto affermato da un team di geologi e biologi marini dell’Ifremer (Francia), dell’Università politecnica delle Marche, del Cnr-Ismar e dell’Università di Cagliari. Lo studio, con campionamenti nell’Adriatico meridionale, è stato pubblicato su Scientific Reports. Del gruppo fa parte Antonio Pusceddu, professore associato di Ecologia al Dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente.


L’UNIONE SARDA
 
2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 maggio 2016 / Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
AGENDA
L’astronomo Burderi, racconti dei Giganti
MONTE CLARO
Stasera alle 18 appuntamento con la rassegna culturale “Scienza e fantascienza tra conoscenza inquietudine e meraviglia” promossa a Cagliari dalla Biblioteca Provinciale. Nella sala conferenze in cima al parco di Monte Claro, si discuterà di “Strategia dello sguardo” con l’astronomo Luciano Burderi, il fisico dei materiali Franco Meloni e il filosofo della scienza Silvano Tagliagambe prendendo le mosse anche dal libro titolato “La scienza della fantascienza” di Renato Giovannoli. L’incontro sarà coordinato da Roberto Paracchini.
SASSARI
Oggi alle 18, la Biblioteca Universitaria di Sassari (via Enrico Costa, 57), ospita la presentazione dell’antologia “Giganti di pietra” (Arkadia Editore), contenente i racconti firmati da alcuni tra i più rappresentativi autori dell’Isola: Giulio Angioni, Manuela Arca, Andrea Atzori, Giulia Clarkson, Daniele Congiu, Rossana Copez, Fabrizio Demaria, Giovanni Fancello, Giovanni Follesa, Paolo Maccioni, Maria Mantega, Paola Musa, Tonino Oppes, Pietro Picciau, Tim Richards, Gianni Zanata. Dialoga con gli autori il giornalista Francesco Pinna, letture a cura di Clara Farina.


L’UNIONE SARDA
 
3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 maggio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Economic forum
A Nuova Delhi le biografie di 34 sarde
Il volume “Sardegna al femminile. Storie di donne speciali” è stato tradotto in inglese e presentato al Women economic forum di Nuova Delhi. Le biografie di trentaquattro donne sarde davvero speciali sono diventate protagoniste a una manifestazione a cui hanno partecipato capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo. Diverse copie sono state consegnate a delegazioni ufficiali, economisti e professori universitari interessati a conoscere da vicino le biografie di alcune delle sarde più valide. L’opera, già pubblicata nella “Biblioteca dell’Identità” de L’Unione sarda diretta da Gianni Filippini, è stata realizzata dalla redazione della rivista online “La donna sarda”, creata da Francesca Columbu. Grande successo che si era registrato anche in occasione della distribuzione della prima edizione italiana. Esaurite in pochi giorni le copie, e per le pressanti richieste dei lettori si è dovuto realizzarne una seconda edizione a tempo di record e inviarla in tutte le edicole della Sardegna.
Madrina della presentazione in terra indiana è stata Daniela Ducato. L’imprenditrice sarda - numero uno della Edilzero di Guspini - è stata infatti invitata all’importante manifestazione economica per l’alto tasso di innovazione dei suoi prodotti. Iniziativa durante la quale ha ricevuto un riconoscimento ufficiale per essere riuscita a «creare qualcosa di unico». (mat. ma.)


L’UNIONE SARDA
 
4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 maggio 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
FIERA. Il congresso nazionale
Infermieri di sala, Casarano presidente
Salvatore Casarano è il nuovo presidente nazionale dell’Aico, l’Associazione italiana infermieri di camera operatoria. È stato eletto in sostituzione di Maria Caputo durante il 17° congresso nazionale, che si è svolto in città alla Fiera.
Il congresso, intitolato “Caring in sala operatoria: relazioni, ruoli e tecniche”, ha avuto tra gli obiettivi principali coniugare le abilità tecniche infermieristiche con quelle comunicative, con i gesti e con le parole di cura. È stato un convegno stimolante sotto il profilo scientifico e umano, grazie ai numerosi spunti di riflessione e dibattito.
Si è svolta anche una sessione dedicata ad aziende del settore, esperte in ricerca tecnologica, per far conoscere le ultime novità nell’assistenza.
La scelta della sede ha testimoniato l’elevato livello professionale ormai raggiunto dagli infermieri delle sale operatorie, molti dei quali sempre attivi in ambiti di sperimentazione gestionale e di innovazione tecnologica nel settore chirurgico.
Ha aperto i lavori il presidente dell’Aico sarda Franco Deplano. Sono intervenuti il sindaco Massimo Zedda, il presidente della facoltà di Medicina e chirurgia Gabriele Finco, il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera “Brotzu” Graziella Pintus, il coordinatore del corso di laurea in Infermieristica, Paola Fadda. È stato proposto anche uno spettacolo folk.


L’UNIONE SARDA
 
5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 maggio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Il consorzio di Perdasdefogu nomina un legale dopo l’avviso di vendita dei beni di Shardna
DNA ALL’ASTA, ALTOLÀ DALL’OGLIASTRA
Il presidente di Parco Genos: «Provette all’incanto? Non si può»
Intanto, tra vedere e non vedere, il presidente del Parco Genos ha chiesto la consulenza di un avvocato. «Non vogliamo certo mettere in discussione il patrimonio di Shardna, ma - avverte Pier Giorgio Lorrai - ci sembra il momento di capire esattamente che cosa è loro e che cosa, invece, è nostro».
È successo che appena a Perdasdefogu hanno saputo dell’avviso d’asta riguardante i beni della società finita nel tritatutto del fallimento del San Raffaele (l’omonima fondazione l’aveva comprata da Renato Soru nel 2009), più d’uno è caduto dalla seggiola. È che qui, nei laboratori ormai deserti nel sottopiano dell’Istituto professionale, vengono custoditi i campioni di sangue e Dna di 15 mila ogliastrini; sicché, visto il catalogo del patrimonio all’incanto, quelli del Parco Genos hanno sottolineato in rosso la parte riguardante «tutti i campioni biologici» e «tutte le dichiarazioni cartacee di consenso e autorizzazione rese dai donatori».
Per la cronaca, occorre dire che le offerte d’acquisto devono essere depositate nello studio del curatore fallimentare (il commercialista cagliaritano Renato Macciotta) entro il 28 giugno a mezzogiorno, e che il prezzo base dei beni - con le apparecchiature e tutta la banca dati della ricerca genetica - è di 258 mila euro. Capite bene che, a questo punto, gli appunti sul prezzo di un tesoro di dati scientifici come questo sarebbero persino secondari, considerato che sono ormai cinque anni che nei laboratori di Pula crescono le ragnatele e la polvere.
Quel che dovrà essere chiarito, adesso, è questa storia del consenso informato, il sì sottoscritto da ciascuno dei quindicimila volontari di dieci paesi d’Ogliastra - mille erano ragazzi sotto i 18 anni; e moltissimi ultranovantenni e persino centenari - che tra il 2001 e il 2009 donarono una provetta di sangue per la ricerca genetica e lo studio delle malattie congenite. «Impossibile vendere i campioni biologici senza il consenso dei donatori», ha più volte avvisato Mario Pirastu, il genetista che conosce a menadito tutto il progetto visto che per vent’anni ha fatto studi in Ogliastra e si divideva tra Shardna, Parco Genos e Cnr, l’istituto per cui lavora e che - defunta la società con sede a Pula - contribuisce ancora con Parco Genos alle spese per conservare i campioni biologici, 500 mila provette tenute alla temperatura costante di -80°.
«A chi appartengono, fisicamente, i campioni di sangue e Dna? Ai cittadini donatori, l’ho detto e lo ripeto», spiega il professore che, confida, non era a conoscenza del bando d’asta, e quando sente la cifra (Il prezzo base è di 258 mila euro, professore) risponde dall’altro capo del telefono con un silenzio lungo mezzo minuto. «Il consenso - puntualizza - venne dato a Shardna e al Cnr che, appunto, dopo il fallimento della società acquistata dalla Fondazione San Raffaele, ha continuato in tutti questi anni a fare ricerca. Cosa vuole che le dica, adesso? La speranza è che si riprenda a fare ricerca seriamente».
È quello che hanno sempre detto pure quelli del Parco Genos, laggiù a Perdasdefogu. Nelle stanze dove un tempo lavoravano sette tra biologi e tecnici di laboratorio è rimasta una sola dipendente, Debora Parracciani, 46 anni, una che ha lavorato fin dagli inizi di quest’avventura tra prelievi di sangue nei paesi e test sulle provette, e adesso fa la custode giorno e notte con un contratto da segretaria part-time. Pure qui il sogno è rilanciare la ricerca. Ma, adesso, l’urgenza è che si chiarisca a chi appartengono le provette con dentro la fibra dei sardi. Loro pensano che dovrebbero restare in Ogliastra. «Vedremo - ripete il presidente di Parco Genos -. A questo punto vogliamo capire cosa è nostro e cosa è di Shardna»
Piera Serusi


 

 
L’UNIONE SARDA
 
6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 maggio 2016 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
CAGLIARI. Microcitemico e Businco: «Milioni di euro spesi senza controllo»
IL BUCO NERO DELLA ASL 8
I consulenti mettono sotto accusa il Project financing
In tredici anni il project financing della Asl 8 ha inghiottito 156 milioni: molti di quei denari sarebbero usciti senza apparente giustificazione dalle casse della sanità.
I docenti di Bologna hanno finito il lavoro chiesto dai commissari delle Asl cagliaritane e stroncano il gigantesco contratto che dal 2003 lega l’azienda sanitaria alle società Siemens e Tepor. L’obbiettivo era la trasformazione degli ospedali Microcitemico e Businco in strutture all’avanguardia.
FRESU ALLE PAGINE 4, 5
Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
Gara aggiudicata nell’ottobre 2002 alla Siemens spa e la sarda Tepor
STORIA DI UN CONTRATTO DAL PREZZO CRESCENTE
Nato male, ingigantito e pompato negli anni con milioni di euro, ancora non si sa come andrà a finire. La storia del contratto di project financing è lunga e complessa, segnata da continui rinvii di fine lavori e enormi iniezioni di denaro. Il Microcitemico: l’ospedale ultraspecializzato dove si studiano e combattono le malattie rare, la talassemia e si curano i bambini. Il Businco: qui il nemico è il cancro. Per rimetterli a nuovo, nelle strutture e nei macchinari, era stata scelta la finanza di progetto. Funziona così, in situazioni normali: l’investimento per gli interventi è per la maggior parte a carico dei privati, il pubblico partecipa in misura minore ma sborsa dei canoni annuali per tutta la durata della concessione. Ma dove viene applicato il project le distorsioni sono continue. E il peso delle spese sfonda le casse pubbliche.
LA NASCITA Tutto inizia il 29 ottobre 2002. La Asl di Cagliari aggiudica la gara per la concessione degli interventi sul polo sanitario di via Jenner a due società: il colosso delle apparecchiature tecnologiche, la Siemens spa (capofila) e l’impresa sarda di costruzioni Tepor. Il contratto porta la data del primo luglio del 2003. Erano previsti lavori edili e forniture di attrezzature mediche per 62 milioni di euro e una durata di 29 anni, con canoni annuali per 143,4 milioni. Ma l’anno dopo in Regione arriva Renato Soru, che stoppa tutto. Una commissione di controllo stabilisce che il contratto è privo di una «documentata ed approfondita valutazione comparativa, progettuale e di mercato» e non sono garantiti «con regolarità ai pazienti i servizi di diagnosi e cura». Scoppia un putiferio politico, con la fuoriuscita dell’allora manager Asl Efisio Aste (che poi farà valere le proprie ragioni con una sentenza in suo favore).
LA REVISIONE Regione, azienda sanitaria e società dialogano, comunque. E il 14 ottobre 2015 firmano un accordo di revisione: la durata si abbassa a 10 anni, spariscono servizi accessori come la gestione di bar e parcheggi, si riconteggiano i costi per apparecchiature e di costruzioni. Costo previsto: 66 milioni per immobili, impianti e attrezzature. I canoni dovuti ammontano a 37,6 milioni. Sembrerebbe un successo. Ma secondo il dossier riservato dell’Università di Bologna si sono commessi molti errori già segnalati per la prima versione. Anzi, scrivono: «Il piano economico finanziario dell’accordo di revisione presenta limiti ancora maggiori di quello del contratto» del 2003. Tanto che, sostengono i professori bolognesi guidati da Alessandro Grandi che hanno spulciato 13 anni di documenti, «è impossibile valutare l’affermazione circa la riduzione di spesa di 4,9 milioni determinata dalla revisione». Inoltre «non è esplicitato il costo complessivo dell’investimento, che è alla base dei canoni annui». Ma viene certificato solo ora, con una lunga serie di ulteriori presunte anomalie. Come quella sugli apparecchi medici: nel 2005 «viene fissato un elenco tassativo e preciso di macchinari che, però, dovranno essere forniti e installati anni dopo (entrati in funzione nel 2008) senza previsione alcuna di aggiornamento». E il settore è in continua evoluzione.
PRIMO ATTO INTEGRATIVO Doveva essere tutto pronto dopo 23 mesi, a settembre 2007. Invece no. Il 6 febbraio 2009 spunta un atto integrativo. Ed è solo il primo. Perché il prolungarsi dei lavori fa spuntare «mutate esigenze» e «stati di necessità». Che significano nuovi interventi, e altri soldi, per le stesse società. Si può fare, fino a una certa percentuale dell’importo iniziale. Il nuovo atto «recepisce una perizia di variante per 20,4 milioni, che a sua volta porta a un incremento complessivo dei canoni di 12 milioni». La spesa totale prevista schizza a oltre 156 milioni, «con un incremento di oltre 32 milioni, oltre il 25 per cento in più». Anche qui, il piano finanziario è giudicato carente. A giugno 2010 ecco una nuova necessità. E lavori affidati, fuori dalla concessione, al solito raggruppamento: oltre 4 milioni.
ALTRE VARIAZIONI Viene bruciata anche la nuova data di fine lavori, prevista per l’8 agosto 2010. E il 27 aprile 2011 arriva un’ulteriore integrazione del contratto, «giustificata con imprevedibili necessità et similia per il sesto piano del Businco e la Radiologia del Microcitemico». La scadenza è spostata al 31 dicembre del 2011. Ma nel 2013 spunta la terza variazione. Con un’intesa preliminare. La clinica Macciotta, ospedale dei bambini, è stata smobilitata, al Microcitemico cambiano ancora le esigenze. Il nuovo intervento costerebbe 39 milioni di euro. Ma le critiche dei professori di Bologna sono feroci.
E. F.
Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
Milioni di euro usciti senza giustificazione dalle casse della Sanità
MICROCITEMICO E BUSINCO
Il buco nero della Asl 8
Un buco nero che da oltre dieci anni inghiotte una valanga di denaro: la spesa è stimata in 156 milioni di euro. Ma tanti, troppi soldi sarebbero usciti senza apparente giustificazione dalle casse della sanità sarda. Doveva trasformare due ospedali cagliaritani, il Microcitemico e il Businco, in strutture all’avanguardia, gioielli di edilizia e tecnologia medica. Invece il gigantesco contratto di project financing che dal 2003 lega l’Asl 8 - e ora il Brotzu - alle società Siemens e Tepor viene stroncato da un dossier riservato dell’Università di Bologna.
LE CRITICHE I documenti rivelano che la ristrutturazione dell’Antonio Cao è costata più del doppio dei normali prezzi di mercato: 3.335 euro al metro quadro «contro un range stimato per questo tipo di opere che va dai 960 ai 1.440 euro al metro quadro». I costi si sono gonfiati a dismisura a colpi di varianti - una addirittura da 32 milioni, ma non è l’unica - con lavori affidati sempre alle stesse concessionarie «senza ricorso ad alcuna procedura competitiva di mercato». Per farlo bastava dichiarare l’urgenza e imprevedibilità dei nuovi lavori e stanziare i fondi. I piani economico-finanziari alla base dell’intera operazione sono bollati come «insufficienti quali strumento di informazione su struttura, equilibrio, sostenibilità di investimenti e gestione del progetto». E la «determinazione della congruità di valori fondamentali come il costo del contratto appare incerta». Insomma: il pasticcio risalirebbe agli albori dell’accordo - nato nel 2003 e revisionato nel 2005 - perché «nessun contratto di tali dimensioni può essere così poco descritto in ordine a certi costi». Ma, anche dopo, con gli atti integrativi, il sistema non migliora. E nemmeno i controlli. Vengono definite «oscure» le basi per i calcoli dei canoni annuali da versare alle ditte: sono due serie da 53,5 e 13,2 milioni in dieci anni. Spuntano voci come “Altre spese per 5,7 milioni non adeguatamente specificate” o come “Costi finanziari, da 14,5 milioni, senza possibilità di comprenderne modalità di determinazione e quindi appropriatezza”. Le apparecchiature mediche, inoltre, dovevano essere di ultima generazione: sarebbero state consegnate già obsolete, senza che fosse possibile stabilirne il reale valore - «non è fornito un computo metrico estimativo» -, con costi di manutenzione «superiori al normale range», mentre «non è previsto alcun adeguamento tecnologico». Per alcuni apparecchi, che risulterebbero consegnati, non esiste alcun verbale che ne accerti l’esistenza: è successo con un apparecchio per le mammografie. Ovvio che i tassi di rendimento per le società raggiungano «un valore assai elevato e non giustificato dalle caratteristiche del progetto».
IL DOSSIER La relazione del dipartimento di Scienze aziendali dell’ateneo emiliano è di circa 150 pagine, zeppe di pesanti rilievi alla gestione del contratto, dal 2003 al 30 giugno 2015. Il lavoro è stato sollecitato dalle commissarie dell’Asl 8, Savina Ortu, e del Brotzu, Graziella Pintus. In vista del passaggio di gestione del Microcitemico e dell’Oncologico, avvenuto il primo luglio, volevano chiarezza sul maxicontratto di project financing che pesa sulle due strutture. Chiedevano di capire come sono stati spesi i soldi per ampliamento, ristrutturazione e adeguamento tecnologico del polo sanitario di via Jenner: sulla carta erano previsti nuovi padiglioni, reparti da rimettere a nuovo, nuove apparecchiature. I risultati del lavoro dei professori bolognesi sono arrivati tra il 18 dicembre e il 16 marzo. Con tempi più lunghi del previsto. Perché molte carte richieste alle aziende, nonostante numerosi solleciti e riunioni, non venivano spedite. O, se c’erano, erano incomplete e lacunose. Fin dall’inizio. Tanto che le analisi bolognesi sentenziano che «le incertezze sono sostanziali e impattano le valutazioni di equilibrio e convenienza dell’intero progetto».
Enrico Fresu


L’UNIONE SARDA

7 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 maggio 2016 / Cronaca di Nuoro (Pagina 42 - Edizione CA)
Nuoro
Conferenza di Guido Ferilli nella sede universitaria
Oggi, alle 17, nell’aula magna dell’università nuorese in via Salaris la conferenza con Guido Ferilli, docente di Economia della cultura allo Iulm di Milano, dal titolo “Lo sviluppo economico su base culturale: teorie e pratiche”. Introduce Domenico D’Orsogna, dell’ateneo di Sassari e direttore scientifico del Deca master e dell’osservatorio Diritto ed economia della cultura.


 
L’UNIONE SARDA
 
8 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 maggio 2016 / Provincia di Sassari (Pagina 45 - Edizione CA)
Alghero
Manager cinesi in Riviera
Una delegazione di imprenditori cinesi oggi girerà tra Alghero e Sassari per una serie di appuntamenti in ambito universitario, politico e imprenditoriale. Il tour sardo dei manager orientali è organizzato dal gruppo Link Consulting Partners Spa e Link Shangai Company Ltd su un progetto di Roberto Sechi e Laura Luiu. Il programma della giornata inizia con una tappa al Centro Ricerche di Porto Conte, cui seguirà un incontro con i vertici del Pd locale, nel primo pomeriggio la delegazione cinese si sposterà a Sassari presso la Camera di Commercio e, infine, visita all’Università di Sassari ricevuta dal rettore Massimo Carpinelli. L’obiettivo è definire importanti progettualità già avviate e discutere di nuovi accordi «che possano permettere di realizzare - si legge in una nota - iniziative di sviluppo e imprenditoria di livello internazionale». ( c. fi. )


 
L’UNIONE SARDA
 
9 - L’UNIONE SARDA di giovedì 26 maggio 2016 / Cultura (Pagina 49 - Edizione CA)
Libri Mem: oggi Liliana Dell’Osso presenta il volume scritto con Riccardo Dalle
Luche L’ultimo mistero di Marilyn: «Era autistica e sociofobica»
Sono trascorsi 54 anni dalla scomparsa di Marilyn Monroe, icona senza tempo di femminilità e seduzione. La complessa storia personale e il profilo psicologico della diva di Hollywood non smettono di suscitare curiosità e interesse. L’attenzione si ridesta ogni qualvolta, soffocata dal peso del successo e dal disagio esistenziale, muore una stella. Prince è l’ultima in ordine di tempo, ma la lista, passando per Jim Morrison, Kurt Cobain e Amy Whineouse, comprende 27 precedenti illustri. «Marilyn è stata il primo caso di morte per suicidio/overdose nel mondo dello spettacolo, ad avere risonanza mediatica mondiale; dopo di lei (...) numerosissime sono state le morti in circostanze analoghe di giovani popstar». È quanto scrivono nel libro “L’altra Marilyn. Psichiatria e psicoanalisi di un cold case” (Le Lettere editrice) Liliana Dell’Osso, docente ordinario di Psichiatria e direttore della Clinica psichiatrica dell’Università di Pisa, e Riccardo Dalle Luche, psichiatra e psicoterapeuta. L’autrice del volume che, visto il successo, è stato ristampato ad aprile, un mese dopo la prima edizione, sarà stasera a Cagliari, ospite dell’Inner Wheel club. Appuntamento (ore 18) alla Mediateca del Mediterraneo. Nel corso della serata, condotta dal giornalista Giancarlo Ghirra, interverrà anche Bernardo Carpiniello, direttore della Clinica psichiatrica dell’Università di Cagliari.
Liliana Dell’Osso tratteggerà la personalità dell’attrice, ipotizzando per la prima volta che Marilyn Monroe (Norma Jeane all’anagrafe, figlia di una madre «frigorifero» e di padre incerto, forse vittima di abusi infantili e certamente di traumatici abbandoni), fosse affetta da una lieve forma di autismo. L’incontro sarà anche l’opportunità per riflettere su una società psicotica che fabbrica maschere e falsi sé ed usa Facebook come mezzo privilegiato per esaltare l’ambizione alla perfezione e alla bellezza e celebrare il culto narcisistico dell’io. «Ho tante Marilyn tra le mie clienti, figlie di una società borderline», dice la specialista.
Qual è la prospettiva con la quale ha riletto la personalità della diva?
«Abbiamo fatto su di lei un’autopsia psichiatrica. È una novità rispetto allo storia degli studi: su di lei venne effettuata la prima autopsia psicologica della storia. Quattro anni prima della morte dell’attrice a Los Angeles nacque la suicidiologia. A quegli specialisti si rivolse il povero coroner che, alle prime ore dell’alba, dovendo misurarsi col cadavere eccellente e scomodo di Marilyn (vicina ai Kennedy, com’è noto) voleva disfarsi del “gobbo nero”. Chiese in particolare di fare un’indagine nell’entourage della diva, interrogando le persone che l’avevano frequentata per capire quale fosse la sua condizione psichica al momento della morte. Se ci fossero elementi che suffragassero l’ipotesi che si fosse tolta la vita. Archiviò il caso come “probabile” suicidio».
L’autopsia psichiatrica cosa ha rilevato?
«Un assetto autistico di base. La sua personalità mostra tratti socialfobici. Dietro la maschera e dietro il falso sé bellissimo, smagliante, vincente, prodotto dell’ambizione esasperata alla perfezione e al consenso del pubblico, si nascondeva un’altra Marilyn, profondamente vulnerabile, vittima di attacchi di panico, dedita a macroabusi di alcol e, in un tempo in cui ancora non esistevano gli psicofarmaci, da dosi massicce di barbiturici. Incapace di relazionarsi ed ipersensibile al giudizio degli altri, veniva puntualmente abbandonata da tutti. La difficoltà di lavorare con lei, aveva indotto ad allontanarla dal set nonostante producesse incassi consistenti. Pur coi tentativi di dissimulazione in cui era abilissima, la profonda sofferenza emerge nell’intervista concessa due giorni prima della morte».
Su quali fonti ci si è bassati per tentare di tracciare una diagnosi?
«Abbiamo lavorato su cinque “psicobiografie” realizzate da psicologi clinici, sui drammi di Arthur Miller che parla male di Marylin, sua ex moglie, e sui documenti contenuti nel libro “Fragments” (2010). L’attrice era grafomane: scriveva ovunque, su ricevute e biglietti di alberghi. Di nessun paziente ho avuto tanto materiale come per Marylin».
Manuela Arca

redazioneweb@unica.it

 

LA NUOVA SARDEGNA
 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 maggio 2016 / Pagina 28 - Edizione nazionale
I cinesi alla conquista della Riviera
di Gian Mario Sias
ALGHERO Arrivano da una delle province più ricche e avanzate della Cina, credono fermamente nello sviluppo e investono in ricerca, stringendo alleanze in giro per il mondo con l’obiettivo di coinvolgere le eccellenze dei territori con cui entrano in contatto in progetti di innovazione sia in campo scientifico e tecnologico che industriale e produttivo. Sono i componenti della nutrita delegazione mista di imprenditori, rappresentanti istituzionali e ricercatori della provincia di Huayan, oggi ad Alghero per un fitto calendario di appuntamenti e di incontri dedicati alla Riviera del corallo, al Nord Ovest Sardegna e alle sue potenzialità. Si tratta di un’occasione straordinaria, resa possibile dalle relazioni stabilite con la Cina dall’imprenditore algherese Roberto Sechi e dalla dottoressa Laura Luiu attraverso la Link Consulting Partners e la sua propaggine in terra cinese, la Link Shangai Company. Per intenderci, si tratta dello stesso gruppo industriale che da alcuni anni si è fatto promotore del progetto di rilancio e di riqualificazione del porto di Alghero attraverso un partner di livello internazionale come Marinedi e il suo avamposto cittadino, Marina di Alghero. Con i membri della delegazione cinese esistono già i presupposti necessari per suggellare una partnership che potrebbe portare al territorio notevoli benefici in termini di investimenti e nel campo della ricerca. Tutto nasce grazie alla collaborazione che gli organizzatori della visita di oggi hanno già instaurato attraverso le relazioni già stabilite tra l’università di Sassari, e in particolare il Dipartimento di Chimica e Farmacia, con la Normal University di Huaiyan, prestigiosa università cinese con cui è in fase di sviluppo un progetto di ricerca che mette in connessione la medicina tradizionale cinese e lo studio delle piante officinali presenti in Sardegna. Al momento non si tratta che di una ipotesi di studio, ma è evidente che le potenzialità potrebbero essere straordinarie e darebbero ulteriore slancio a una partnership tra i due territori fondata sulla basilare alleanza tra istituzioni, sistema economico e mondo della ricerca, dalla cui capacità di operare sinergicamente dipende la possibilità di ricreare condizioni stabili di sviluppo ad Alghero e nel territorio. Gli ospiti arrivati all’aeroporto internazionale “Riviera del corallo” direttamente da Roma, dove ieri hanno avuto alcuni incontri a livello diplomatico e istituzionale con i rappresentanti del governo e del Parlamento italiani, questa mattina visiteranno la sede del Porto Conte Ricerche. Avranno occasione di conoscere di persona uno dei centri di eccellenza per la ricerca in Sardegna e di confrontarsi con i responsabili e con i ricercatori della struttura di Tramariglio. La visita a tappe forza proseguirà con un pranzo di lavoro in compagnia dei vertici del Partito democratico di Alghero, che hanno manifestato grandissima attenzione all’opportunità di partnership promossa dal gruppo di imprenditori cittadini cui si deve questa giornata. Nel pomeriggio la delegazione si trasferirà a Sassari per incontrare il presidente della Camera di Commercio, Gavino Sini, e alle 17 concluderà il suo tour all’università, dove discuterà col rettore Massimo Carpinelli dei progetti giù avviati e di nuovi accordi che permettano di realizzare nuove iniziative comuni.

 

LA NUOVA SARDEGNA

11 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 26 maggio 2016 / Pagina 20 - Nuoro
IN BREVE
UNIVERSITÀ Conferenza al Decamaster
Domani, giovedì 26 alle ore 17, nell’aula magna dell’Università in via Salaris, si terrà la conferenza a cura del professor Guido Ferilli, docente di Economia della cultura nell’Università Iulm di Milano, dal titolo “Lo sviluppo economico su base culturale: teorie e pratiche”. Introdurrà l’incontro il professor Domenico D’Orsogna, ordinario di Diritto amministrativo nel Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Sassari e direttore scientifico del Deca Master. L’iniziativa rientra nell’ambito del laboratorio di Diritto ed Economia della Cultura, organizzato da Giurisprudenza in collaborazione con UniNuoro e Deca Master. 




LA NUOVA SARDEGNA.it

12 - LA NUOVA SARDEGNA ONLINE del 25 maggio 2016
Voli ipersonici, test possibili nel corridoio aereo Sardegna-Campania
Presentato alla presidenza del consiglio dei ministri il lavoro di diversi enti tra i quali il Distretto aerospaziale sardo che partecipa al progetto anche attraverso la produzione nell'isola di materiali resistenti alle altissime temperature
CAGLIARI. "Il volo ipersonico tra competizione tecnologica e cooperazione. Il ruolo dell’Italia": è questo il titolo della presentazione, effettuata il 23 maggio 2016 nella sala funzionale della presidenza del Consiglio alla presenza del sottosegretario di Stato alla Difesa, Domenico Rossi, del lavoro svolto sull’argomento dai principali attori italiani del settore tra i quali, tra gli altri, il Distretto AeroSpaziale della Sardegna (DASS) Scarl, l’Agenzia Spaziale Italiana, il Cluster Tecnologico Nazionale Aerospaziale, il Distretto Aerospaziale Piemontese, il Distretto Tecnologico Aerospaziale della Campania e il Distretto Aerospaziale della Puglia, Finmeccanica, Thales Alenia Space Italia, sotto il coordinamento del Centro Studi Militari Aeronautici (Cesma).
L’intento del Gruppo di lavoro nazionale è stato quello di approfondire la riflessione sulla possibilità, sempre più concreta, di ridurre drasticamente i tempi per raggiungere punti agli antipodi sulla superficie terrestre (Roma – Sydney in due ore) ed esplorare il potenziale italiano del settore.
Sono intervenuti, oltre al sottosegretario di Stato alla Difesa, Domenico Rossi, Giovanni Sciandra e Giuseppe Cornacchia del Cesma, Eutimio Tiliacos di Anesti, Fabrizio Cobis del Miur e Vincenzo Camporini dell’Istituto Affari Internazionali.
La definizione di una visione strategica unitaria sul posizionamento del Paese nel campo del volo ipersonico e sul correlato impegno a mettere in campo le necessarie risorse è stato il filo conduttore della presentazione. “Per quanto riguarda la Sardegna, riferisce il presidente del Dass, Giacomo Cao, presente all’incontro – è emersa chiaramente la possibile fruibilità del corridoio aereo tirrenico Tortolì – Grazzanise (Campania) quale infrastruttura viaria imprescindibile per le valutazioni di fattibilità della tecnologia ipersonica italiana. Anche i materiali Uhtc (Ultra High Temperature Ceramics) prodotti in Sardegna da soci del Dass potranno giocare un ruolo rilevante non solo nel settore dei voli ipersonici ma anche per il lanciatore italiano Vega”.

 

 


 


redazioneweb@unica.it

RASSEGNA QUOTIDIANI NAZIONALI

Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie