Venerdì 6 maggio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 maggio 2016
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RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA


1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 maggio 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
IMAM ALL'ATENEO
Il dialogo fra religioni può fermare il terrorismo. Ne parlerà Ataul Wasih Tariq, l'Imam per l'Italia della comunità islamica dell'Ahmadiyya, che conta dieci milioni di fedeli. Appuntamento oggi alle 16.30 nell'aula Arcari in via Sant'Ignazio 86. Interverranno i docenti universitari Annamaria Baldussi, Patrizia Manduchi e Vinicio Busacchi.
 
 
2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 maggio 2016 / Cronaca di Nuoro (Pagina 36 - Edizione CA)
NUORO
Concorso Avisa, l'Isre premia i progetti di Perra, Cau e Diana
La commissione giudicatrice del concorso AViSa dell'Isre, per la promozione dell'antropologia visuale in Sardegna, ha assegnato 50 mila euro a tre progetti: La civetta e i barbagianni di Silvia Perra; Dissì di Stefano Cau; Fango rosso di Alberto Diana. Ne fanno parte Antioco Floris, dell'università di Cagliari, il regista Salvatore Mereu, la scrittrice Antonia Iaccarino e Ignazio Figus.
 
 
3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 maggio 2016 / Cronaca di Nuoro (Pagina 36 - Edizione CA)
Nuoro
Femminicidio tema di un convegno oggi all'Università
La convenzione di Istanbul sul “femmincidio” è il titolo della conferenza che si terrà oggi dalle 15,30 nell'aula magna del Consorzio per la promozione degli studi universitari della Sardegna centrale, in via Salaris, a Nuoro. Iniziativa che rientra nel quadro delle attività del Laboratorio di Fondamenti del diritto europeo in tema di “Archetipi e stereotipi dell'identità femminile: la condizione giuridica della donna tra storia, comparazione e attualità”. Interverrà la professoressa Rosanna Ortu docente di diritto privato romano, del dipartimento di Giurisprudenza dell'Universita' di Sassari. ( f. le. )
 
 
4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 maggio 2016 / Cronaca di Nuoro (Pagina 36 - Edizione CA)
Nuoro
Università, appello di 165 studenti al sindaco: basta col commissariamento
«Chiediamo il celere ripristino della democrazia del sistema decisionale in materia di università che metta a confronto la politica, i due atenei convenzionati e la componente studentesca al fine di stabilizzare e migliorare l'esperienza nuorese. Chiediamo che si riconsideri lo strumento giuridico della Fondazione quale soluzione immediata a tale scopo». Parole sottoscritte da 165 studenti dei corsi universitari che firmano una lettera al sindaco Andrea Soddu. Obiettivo smuovere la situazione attuale, con una Fondazione parcheggiata e il Consorzio in liquidazione ora rinato. Il 10 marzo il sindaco incontra gli studenti che nella lettera esternano preoccupazione per l'attuale situazione. «L'università non può essere ridotta a strumento di sfogo delle lotte e dei malumori politici», sottolineano gli studenti. «Il Consorzio è commissariato da sei anni, è segno di una grave debolezza istituzionale».
 
  
5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 maggio 2016 / Provincia di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
SEUI
Una giornata per l'orientamento riservata agli studenti che stanno per finire il corso liceale
«Dopo il diploma che fare?» Un aiuto a tutti gli studenti delle scuole superiori arriva da “Orienta Studenti 2016”, in programma a Seui oggi. L'iniziativa è organizzata dal liceo scientifico “Fratelli Bissiri”.
Dalle ore 10 sino alle 14, nelle aule dell'istituto “Filiberto Farci” e all'interno di musei e cantine del centro storico saranno aperti numerosi stand, dove saranno illustrate le varie opportunità post diploma, i singoli corsi universitari e i possibili sbocchi occupazionali.
Prevista la partecipazione degli studenti di Senorbì , Isili , Laconi , Jerzu , Perdasdesfogu e Tortolì . (giu.dep.)
 
  
6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 maggio 2016 / Cronaca di Sassari (Pagina 39 - Edizione CA)
SASSARI. Salute e igiene
Corsie infette: flash mob all'ospedale
L'aumento delle infezioni batteriche nelle strutture sanitarie è ormai un'emergenza. Il ministero della Salute stima che in Italia ogni anno si verifichino dalle 450 alle 700 mila infezioni in pazienti ricoverati: complessivamente il 4,5-7% dei ricoveri, il 30% circa delle quali prevenibili. Tra le misure preventive nella pratica assistenziale, l'igiene delle mani è la più importante. Nella giornata mondiale dedicata a questa buona pratica, l'Aou di Sassari ha organizzato un flash mob e un desk informativo. Davanti alle cliniche universitarie il gruppo operativo del comitato di controllo delle infezioni ospedaliere ha illustrato le procedure di un corretto e efficace lavaggio della mani. «Troppi trascurano l'igiene pur lavorando in strutture sanitarie e negli ospedali in particolare - spiega Sabrina Porcheddu, Dirigente medico del presidio - Oggi siamo a un punto di non ritorno. Ci sono batteri divenuti ultraresistenti agli antibiotici, come la klebsiella pneumoniae, che possono essere letali». I nostri vecchi ospedali sono più facilmente aggredibili. La parole d'ordine quindi è massima igiene. Lavarsi le mani bene e spesso è la prima misura che va presa. Nelle stanze di degenza sono stati collocati dei dispenser contenenti una soluzione idroalcolica. I pazienti vengono costantemente invitati a seguire i consigli degli operatori e a fare a loro volta opera di sensibilizzazione verso amici e familiari. All'iniziativa, favorita dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia, hanno collaborato studenti dei corsi di medicina, odontoiatria e infermieristica.
 Gibi Puggioni
 
  
7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 maggio 2016 / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
ISCOL@. Approvata la delibera finale, istituti più piccoli per la contrarietà dei sindaci
LE SCUOLE DEL NUOVO MILLENNIO
Decolla il progetto per realizzare 5 campus intercomunali
Le “scuole per il nuovo millennio” - tra cui i moderni campus che raccolgono tutti assieme i bambini e i ragazzi di vasti territori - nascono più piccole del previsto. Non tutti hanno accettato pacificamente la visione strategica della Giunta Pigliaru, diversi sindaci si sono opposti, perché pensano che lo spopolamento si combatta nella maniera contraria, cioè tenendo aperti i presìdi e difendendo i servizi fino alla morte, nelle Unioni dei Comuni si sono avute discussioni e lotte, dunque alla fine si parte con un disegno «aggiornato», rivisitato sulla base delle «esigenze» espresse dagli amministratori. Comunque si parte, e alla fine del 2018 - è la promessa - ci saranno le prime inaugurazioni.
Piano straordinario regionale di edilizia scolastica Iscol@, asse 1: sono in fase di decollo quattordici progetti (più altri quattro del programma “scuole innovative” del ministero), tra questi cinque campus intercomunali anziché gli iniziali nove, e ognuno con un numero di paesi ridotto. Chi non ha accettato di entrare proverà a difendere la sua piccola scuola dalla chiusura, se ce l'ha ancora, oppure proporrà un futuro alternativo, il “polo diffuso”, come ad esempio sperimenteranno Scano Montiferro, Tresnuraghes, Sagama e Sennariolo, che sono vicinissimi e si divideranno le competenze.
«L'uguaglianza delle opportunità si può raggiungere con l'istruzione di qualità, senza condizionamenti legati al luogo in cui si è nati, al reddito della famiglia, al livello di istruzione dei genitori, o al tipo di scuola che si frequenta». Così, il presidente Pigliaru ha preso l'impegno di «fare di più e meglio per migliorare i livelli di apprendimento degli studenti, per combattere la dispersione scolastica e aumentare in modo significativo il numero dei laureati» e ha avviato un anno fa il programma straordinario sulla scuola, articolato su tre linee: edilizia scolastica, incremento delle competenze e lotta alla dispersione scolastica. L'edilizia è stata la prima azione, l'obiettivo quello di costruire edifici che guardano alla qualità architettonica, alla sostenibilità ambientale e sociale, alla didattica e a tutte le attività formative, ricreative, sportive e culturali in una struttura aperta tutto il giorno.
Sono stati considerati prioritari i progetti che prevedono l'accorpamento di edifici scolastici e la soppressione di scuole sottodimensionate o a rischio di sottodimensionamento. «Poli territoriali scolastici», con un sistema di premialità - spiega la delibera di Giunta - per gli interventi «caratterizzati da una dimensione sovraterritoriale e/o da un decisivo processo di accorpamento degli edifici, con la relativa diminuzione del numero degli stessi presenti nell'area».
Per portare a termine questo piano, che viene rivisto annualmente, è stata creata una Struttura tecnica di missione ad hoc, che gestisce in una cassa unica i fondi a disposizione per le scuole, da qualsiasi fonte arrivino (europea, statale, regionale). La Struttura fa un lavoro enorme e delicatissimo. «Abbiamo incontrato tutti i sindaci della Sardegna prima di concludere questo processo negoziale. In alcuni casi è successo che molti che inizialmente erano d'accordo sui campus poi si sono tirati indietro», sottolinea una delle responsabili del team, Alessandra Berry. «Dato che i numeri ballavano, che le risorse sono limitate e che gli importi di finanziamento sono commisurati alla dimensione della scuola, abbiamo chiesto, per un'adesione formale, sia una delibera dell'Unione dei Comuni, sia quella dei rispettivi consigli comunali». È successo di tutto, infine c'è stata una scrematura notevole, che ha portato al risultato attuale. «Noi abbiamo proposto un modello, chi ha voluto ci ha seguito, chi era contrario ha scelto altre strade». In Marmilla ad esempio, il progetto originario racchiudeva 17 centri del territorio, poi l'opposizione di sette primi cittadini ha portato al ridimensionamento dell'opera e del finanziamento (da 9 a 6,4 milioni). Insomma, il campus si farà - a Villamar - ma più piccolo.
«Entro la fine di maggio verranno avviati i concorso di progettazione, ogni ente proponente il suo, con la regia della Regione», spiega Berry, «poi saranno selezionati i migliori progetti e a quel punto i Comuni faranno partire le gare d'appalto. Nel giro di due anni i nuovi edifici saranno funzionanti».
 Cristina Cossu
 
   
8 - L’UNIONE SARDA di venerdì 6 maggio 2016 / Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
Critica la Cisl
«Lavoro, la nuova legge sta nascendo debole»
«La proposta di legge “disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro” è un colosso con i piedi d'argilla». Lo dice la Cisl, che spiega: «Senza alcuni correttivi, che avremmo sicuramente segnalato se la competente commissione consiliare non avesse dimenticato di convocare le segreterie confederali, la legge sarà l'ennesima occasione sprecata».
Le motivazioni sono ben spiegate in una nota firmata dalla segretarie generale del sindacato, Oriana Putzolu. «La legge in fase di elaborazione, al momento, esclude i principali attori del mercato del lavoro dalla possibilità di partecipare alla governance dei servizi per il lavoro attraverso un Comitato ad hoc, presieduto dall'assessore, e composto da rappresentanti degli imprenditori, del sindacato, delle autonomie locali, del sistema scuola, università, formazione professionale». Ancora: non si prevede «la possibilità di accesso e fruizione dei dati del sistema informativo regionale a tutti i soggetti», inoltre, «è necessaria l'integrazione dell'Osservatorio del mercato del lavoro col sistema statistico regionale» e si trascurano «alcuni adempimenti organizzativi, senza i quali la paralisi delle attività è certa».
 
 
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LA NUOVA SARDEGNA
  

9 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 6 maggio 2016 / Ediz. Oristano - Pagina 34
Nuoro, assegnati dall’Isre i premi dell’AviSa
NUORO Tramite lo stesso progetto sono stati prodotti nel corso degli ultimi anni oltre venti lavori. Il concorso AviSa è una delle pratiche più vive con le quali l'Isre (Istituto superiore regionale etnografico) conferma l’impegno nella promozione dell’antropologia visuale in Sardegna, finanziando giovani registi sardi. Cinquantamila euro la somma a disposizione, tre i progetti premiati dalla commissione giudicatrice formata da Antioco Floris, docente di Linguaggi del cinema, della televisione e dei new media all’Università di Cagliari, dal regista Salvatore Mereu, dalla sceneggiatrice Antonia Iaccarino e da Ignazio Figus, documentarista e responsabile del settore produzione audiovisuale dell’Isre. A vincere sono stati la cagliaritana Silvia Perra con “La civetta e i barbagianni” (commedia agrodolce ambientata a Osidda), Stefano Cau, di San Gavino, con “Dissì” (elaborato su un breve film di finzione sullo spopolamento dei paesi sardi) e Alberto Diana, di Iglesias, con “Fango rosso” (un documentario che racconterà il recente passato industriale del Sulcis). I tre progetti, che saranno prodotti e distribuiti dall'Isre, verranno realizzati nei prossimi mesi e proiettati, in prima assoluta, entro il 2017 con un’apposita iniziativa dell'Isre. (f.c.)
 
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 6 maggio 2016 / Ediz. nazionale - Pagina 34
“Novecento” pop-up La memoria del male
di Grazia Brundu
SASSARI Confinata in un sottoscala c'è una figurina di carta dentro un bidone di ferro arrugginito. Raffigura Hitler. Forse, come un demone della crudeltà, è «imprigionato definitivamente lì dentro, oppure sta per venire fuori da un recesso profondo», spiega Antonello Fresu, psichiatra di scuola junghiana oltre che artista e curatore. Il suo "Novecento", fino al 20 di questo mese all'Università centrale di Sassari –a cura di Giannella Demuro e Ivo Serafino Fenu per la sezione arti visive di Time in Jazz– ripercorre cent'anni di guerre. Dalla prima mondiale all'avvento dell'Isis. Ma soprattutto riflette sul «male e la rimozione della memoria» lasciate in eredità dal secolo scorso. Viene da pensare che il Novecento non sia stato che una lunga sequenza di orrori. È così? «Ho scelto un titolo provocatorio, perché un secolo che doveva essere quello del progresso culturale, scientifico, finalizzato al bene dell'umanità, in realtà è stato il secolo che ha prodotto la pianificazione del genocidio. Oltre che il maggior numero di morti in guerra di tutta la storia. A partire dalla prima guerra mondiale». Alla quale dedica una serie di gigantografie di scatti originali dell'epoca, resi tridimensionali con la tecnica del pop-up? «Sì, è una tecnica usata nei libri di fiabe per bambini ma io la adopero per raccontare agli adulti una tragedia costata la vita a venti milioni di persone. All'inizio temevo che potesse risultare un approccio "leggero", invece il pop-up costringe chi guarda ad entrare nella storia e accresce la drammaticità delle fotografie già viste sui testi di scuola». Come mai per ricordare i caduti sardi della Grande Guerra, invece, ha scelto una tecnica meno d'impatto? «Con nomi e date che scorrono su semplici monitor neri? Mi sono limitato a digitalizzare i nomi dall'Albo d'oro dei caduti della prima guerra mondiale, pubblicato Mussolini. La nostra regione è una di quelle che ha avuto il maggior numero di morti e nel titolo dell'installazione riprendo quella cifra: “13.800”. Mi sono tenuto lontano dalla retorica. Per chi legge, quei nomi possono evocare eroi, come per la retorica ufficiale, o povere vittime strappate dai campi». Nell'installazione "L'ombra della memoria", lei affronta il tema dell'impunità per chi si è macchiato di crimini atroci... «Nel '47 avviene il primo grande insabbiamento della nuova Repubblica Italiana. Duemila processi istruiti a carico di fascisti responsabili di stragi di civili, tra cui Marzabotto e Sant'Anna di Stazzema, vengono archiviati con la dicitura "archiviazione provvisoria". Mettendo a disposizione dei visitatori le fotocopie di quelle carte, fatte desecretare pochi mesi fa dal Presidente della Camera Laura Boldrini, voglio dire che la negazione della memoria è un'ombra che determina tutto ciò che succede nella seconda parte del secolo». E a proposito di quella parte del Novecento lei dedica un posto importante alla guerra del Vietnam, con due installazioni in parallelo, dedicate alla Tv e alle copertine di "Life" modificate con il pop-up... «La pubblicità, negli anni del Vietnam, diffondeva una mitologia positiva sulla guerra. Gli americani hanno visto per la prima volta cosa succedeva ai loro ragazzi solo grazie agli articoli pubblicati da "Life". Però, anche allora, il tempo dei civili e quello dei soldati è rimasto inconciliabile. Perfino dopo il ritorno dei reduci: dopo un po' la gente non voleva più stare a sentire i loro racconti. Un po' quello che mostra con gli otto monitor che trasmettono nel vuoto una raffica di immagini sulle guerre in America Latina, Irlanda, Libia, Bosnia, Cecenia. In realtà lì dentro ci sono anche filmati di questo secolo, che non riuscivo più a distinguere da quello passato. È come se il primo partorisse il secondo con immagini che purtroppo finiscono per essere sempre uguali».
 
 
 
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