Martedì 8 marzo 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 marzo 2016
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

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L’UNIONE SARDA

 
1 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 marzo 2016 / Provincia di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
PULA
La costa sud occidentale premiata a Bruxelles per la tutela dell'ambiente

Pula e la costa sud occidentale dell'Isola si confermano meta ideale per le vacanze anche per gli sforzi nella salvaguardia ambientale. La Commissione europea ha premiato la costa meridionale dell'Isola, compresa fra Chia e Costa Rei, come «prima destinazione sostenibile d'Europa». Un importante riconoscimento ottenuto grazie all'Ateneo di Cagliari, che ha portato avanti il progetto “Visit South Sardinia, Destination Management Organization”. (i. m.)
 
 


 
2 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 marzo 2016 / Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
IL TRADUTTORE NELLA FILIERA DEL LIBRO
“La mediazione linguistica incontra il mondo del lavoro”: primo appuntamento, alle 16 nell'Aula magna del Campus Aresu, in via San Giorgio 12, di un ciclo di iniziative proposto dal Dipartimento di Filologia.
 
 


 
3 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 marzo 2016 / Provincia di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
SAN SPERATE
Le donne sarde e i loro linguaggi non verbali nel libro di Giancarlo Casula

“Desula, i linguaggi non verbali delle donne sarde”. Oggi sarà presentato il libro di Giancarlo Casula. La Fidapa, con la scuola civica di musica e la consulta delle donne ha organizzato una serata culturale. Presenta l'incontro Duilio Caocci, docente universitario. Si parlerà anche di cucina delle donne sarde, saranno lette poesie e poi un concerto di launeddas con Nicola Agus. La serata, inizio alle 18.30, sarà ospitata in via Sassari, nella sede della scuola di musica. In chiusura è stato organizzato un aperi-libro. «Abbiamo organizzato l'incontro per parlare delle donne della nostra Isola», ha detto la presidente Fidapa di San Sperate Carmen Campus, «ci saranno numerosi ospiti». ( m. p. )
 
 


 
4 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 marzo 2016 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Alle 18 sala L'Unione Sarda
LA “SARDEGNA AL FEMMINILE” PER L'8 MARZO

Questo pomeriggio, con inizio alle 18, nella sala convegni de L'Unione Sarda, in piazza L'Unione Sarda a Santa Gilla, sarà presentato il volume dal titolo “Sardegna al femminile. Storie di donne speciali”, la nuova proposta della Biblioteca dell'identità diretta da Gianni Filippini.
Con il coordinamento della giornalista Maria Paola Masala, a presentare “Sardegna al femminile. Storie di donne speciali” saranno Francesca Columbu, editrice del magazine online “La Donna Sarda” e Gianni Filippini, direttore editoriale de “L'Unione Sarda”.
“Sardegna al femminile. Storie di donne speciali” propone le biografie di oltre trenta figure davvero speciali. Gli scritti sono firmati (in ordine alfabetico) dalle giornaliste del magazine Annachiara Atzei, Morena Deriu, Matilde Gianfico, Federica Ginesu, Serena Guidoni, Ilaria Muggianu Scano, Cristina Muntoni, Valentina Orgiu e Virginia Saba.

 


 
5 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 marzo 2016 / Provincia Sulcis (Pagina 30 - Edizione CA)
IGLESIAS
Otto marzo, fitto programma di “Io non ho paura”

S'intitola “Non c'è niente da festeggiare”, la manifestazione organizzata per oggi, 8 marzo, dall'associazione “Io non ho paura”, al teatro Electra dalle 19. Si inizierà con il ricordo delle 11 donne e bambine morte in miniera, a Montevecchio nel 1871 e poi con “Nessuno”, reading teatrale di Artemisia Piera Bua. Ancora, la coreografia “Mad company crew” di Milena Perra, l'intervento della Fidapa e una performance musicale di Christian Castangia. La serata si concluderà con la premiazione della donna dell'anno: Celestina Sanna. (c.s.)
 



 
6 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 marzo 2016 / Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
8 MARZO La battaglia per il diritto di voto in Gran Bretagna ricostruita in un film
Suffragette, le donne che cambiarono il mondo

È stato il coraggio delle donne a cambiare il mondo, in nome di giustizia, rispetto, diritti per chi non ne aveva neppure una briciola. A ricordarcelo, l'8 marzo, giornata che ha perso molto del suo valore, è un sincero film appena uscito nelle sale italiane, “Suffragette”, della britannica Sarah Gavron. «È incredibile - ha spiegato la regista - che una storia come questa non fosse mai stata raccontata». L'ambiente è quello delle umilianti e durissime condizioni di lavoro delle donne in una lavanderia industriale di Londra, nella quale arriva l'eco della battaglia di altre donne per il diritto di voto. È il primo decennio del secolo scorso, il 1912. Giovedì, il 10 marzo, sarà anche il settantesimo anniversario del giorno in cui, dopo la fine del fascismo, le donne votarono per la prima volta in Italia per elezioni amministrative. Replicarono il 2 giugno del 1946, esprimendo la loro preferenza su monarchia o repubblica. Due passaggi, oggi scontati, ovvi, ma in buona parte figli del movimento delle suffragette britanniche.
Che ben poco hanno a che fare con la paciosa signora Banks del film “Mary Poppins”. Bionda e sorridente marcia per casa cercando di reclutare alla causa tata e bambinaia, e si preoccupa di far sparire la fascia verde e viola, prima che mister Banks torni per la cena. Nella lotta delle suffragette ci sono le cariche della polizia, il carcere, il digiuno per protesta, la disobbedienza civile, la tortura dell'alimentazione forzata, la violenza come forma di protesta con lanci di sassi contro le vetrine o attentati alla rete elettrica e alle cassette postali. C'è soprattutto quello che la signora Banks declamava allegramente in musica: «...Siam pronte al peggio, anche a morire ormai».
Emily Davison, attivista interpretata nel film da Natalie Press, paga davvero, nel 1913, per il voto alle donne, e lo fa platealmente durante il derby di galoppo Epsom Downs, travolta da un cavallo di re Giorgio V. Il film si chiude con le immagini storiche del suo partecipatissimo funerale (oltre seimila persone): la morte pubblica segnò il punto di svolta di una battaglia non più ignorabile. E nel 1918 arrivò il primo parziale diritto di voto, completato nel 1928. Sulla figura della Davison, gli storici si sono a lungo divisi tra chi sosteneva che la suffragetta (termine dispregiativo coniato dalla stampa) si immolò volontariamente, diventando una martire, e chi, facendo leva sul fatto che aveva in tasca un biglietto di ritorno per Londra, volesse solo agganciare il vessillo alle briglie del cavallo della scuderia reale. Accurati studi sui filmati d'epoca hanno permesso di riabilitare la sua persona, nel centesimo anniversario della tragedia. Sulla lapide che la ricorda c'è il credo “Deeds not words” (azioni non parole), per il quale ha dato la vita.
Dopo anni di manifestazioni pacifiche, era stata Emmeline Punkhurst (Meryl Streep), la fondatrice nel 1903 del WSPU (Women's Social and Political Union), che paga con 13 arresti le sue battaglie, a indicare la nuova strada di lotta delle suffragette: «Non sottovalutate mai il potere che abbiamo di essere artefici del nostro destino. Non ci hanno lasciato alternative. Ribellatevi a questo governo», grida in una breve apparizione: «Noi non siamo contro la legge. Noi vogliamo fare la legge».
Saldamente ancorato alla storia - sono autentiche le figure della Davison e della Punkhurst, come quella del politico David Lloyd George (primo ministro britannico dal 1916 al 1922) - il film si affida all'invenzione per delineare le altre figure femminili: come la protagonista, la giovane lavandaia Maud Watts (Carey Mulligan), una donna di 24 anni, che dall'età di 7 lavora nella lavanderia con un padrone che la molesta da bambina, e la farmacista Edith Ellyn (Helena Bonham Carter) che prepara il materiale per le bombe.
Il film merita perché restituisce alle suffragette il valore delle loro conquiste. Una curiosità: è il primo film della storia a essere girato nel Palazzo di Westminster. Piccolo risarcimento.
Caterina Pinna




 
7 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 marzo 2016 / Economia (Pagina 11 - Edizione CA)
CONFINDUSTRIA
Donne digitali in prima fila: domani un convegno

Una su cento: è la percentuale in Europa delle donne assunte nel settore informatico. In Italia nelle facoltà scientifiche il 63% degli iscritti è di sesso maschile, e solo il 15,55% sono studentesse iscritte in informatica. Il gap di genere nel settore dell'information technology resta ancora uno scoglio da superare nelle politiche di genere. Nasce così a livello nazionale il movimento Rosa Digitale, con l'obiettivo di informare contro il divario in ambito tecnologico e che, in occasione della Festa della Donna, organizza una serie di eventi, chiamati “Petali rosa”, per sensibilizzare sulle tematiche legate alle difficoltà delle donne a farsi largo nelle professioni tecnico-informatiche. A Cagliari l'appuntamento è per domani, all'Istituto europeo di design alle 10. All'incontro “Donne digitali”, promosso da Confindustria giovani, parteciperanno tredici relatrici, in rappresentanza del mondo dell'imprenditoria e della ricerca. Tra le relatrici Alice Navarino (Videolina), Alice Soru (Open Campus Tiscali), Angela Cotza (Ied), Antonella Arca (Make Tag), Antonella Fancello (Aica e Formez Pa), Carole Salis (Crs4), Eleonora Caddeo (giornalista), Emanuela Zoncu (Abbanoa), Ketty Corona (imprenditrice), Katia Marcias (Vediamo Creativo), Gabriella Musio (J-Service) e Monica Scanu (Ied). Moderatore è la vicepresidente regionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Sardegna, Clara Pili.
( mar. pi. )
 
 


 
8 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 marzo 2016 / Provincia Ogliastra (Pagina 37 - Edizione CA)
PERDASDEFOGU
Il paese dei centenari da record fuori dall'osservatorio sulla Blue Zone

Fuori dai sei comuni della blue zone. Il paese dei celebri fratelli Melis, longevi da Guinness dei primati, del minestrone elisir di lunga vita elogiato negli States, dei numeri schierati a difesa di una qualità della vita finita perfino sotto inchiesta. Perdasdefogu non fa parte, almeno per il momento, del Sardinia Blue Zone, osservatorio della longevità in Sardegna. Il club include Arzana, Baunei, Talana, Urzulei Villagrande e Seulo. Questi paesi possono subito fregiarsi della denominazione Blue Zone, marchio spendibile sul piano scientifico, ambientale ma soprattutto turistico. In paese, in attesa delle spiegazioni ufficiali, non l'hanno presa benissimo. «Quasi davamo per scontato di essere inclusi nella blue zone, invece abbiamo saputo solo dalla stampa di essere rimasti fuori - spiega l'ex amministratore Tore Mura - vorrei ricordare che a Perdasdefogu si vive in media tre anni in più che nel resto d'Italia e il tasso di mortalità è tra i più bassi d'Italia». Mura ha seguito personalmente le pratiche per il Guinness Word Record, i cui riflessi hanno portato Foghesu all'attenzione benefica dei media di mezzo mondo. Per quale motivo Perdasdefogu non sia subito stata inclusa nel club lo spiega il ricercatore Gianni Pes. «C'è stato un fraintendimento. Questi sei comuni sono i primi che entro un certo margine di tempo hanno fornito i dati. Nella presentazione abbiamo spiegato come il discorso dovesse necessariamente essere allargato agli altri paesi». ( si. l. )
 
 


 
9 - L’UNIONE SARDA di martedì 8 marzo 2016 / Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
FESTIVAL. Biblioteca provinciale
Tagliagambe giovedì spiega Italo Calvino
Giovedì 10 marzo alle 18 secondo appuntamento della rassegna “Scienza e fantascienza” promossa dalla Biblioteca Provinciale nell'ambito dei programmi di promozione della lettura. Da T con zero a Le città invisibili, dal Cavaliere inesistente alle Lezioni americane, Italo Calvino, oltre a essere uno dei maggiori scrittori del secolo scorso è anche un autore che può essere considerato un punto di riferimento e un bagaglio di stimoli per gran parte della ricerca scientifica più avanzata (dalle neuroscienze alla teoria della complessità, dalla cosmologia alla sociologia). Si affronteranno questi temi col filosofo della scienza Silvano Tagliagambe, studioso che ha sviluppato un'importante e originale riflessione sui confine delle scienze e sugli spazi di intermediazione interni al nostro vivere sociale e quotidiano. L'incontro-dibattito si terrà presso la sala conferenze Giovanni Lilliu della Biblioteca Provinciale, parco di Monte Claro, ingresso in auto da via Mattei.
 
 
 


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LA NUOVA SARDEGNA
 
 
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 8 marzo 2016 / Ediz. Oristano
SALUTE Risparmi e tagli
La sezione oristanese dell’associazione dei pazienti attacca l’assessore Arru
«Le sue azioni penalizzano l’ospedale Binaghi, polo di eccellenza internazionale»
SCLEROSI MULTIPLA E FARMACI
PROTESTE CONTRO LA REGIONE
di Michela Cuccu wORISTANO Parte da Oristano la protesta contro i tagli sulla spesa sanitaria deliberati dalla Regione che deve far fronte a risorse sempre più ridotte. «Fino a quando l’assessore alla Sanità, Luigi Aru, non chiarirà la vicenda della delibera che impone l’adeguamento delle spese alle strutture di riferimento per la cura della sclerosi multipla, imponendo risparmi improponibili a centri d’eccellenza di livello internazionale come il reparto dell’ospedale Binaghi di Cagliari, chiediamo che i rappresentanti dell’Aism regionale e nazionale escano dal tavolo dei Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali», dichiara Bruno Palmas, presidente della sezione oristanese dell’Associazione italiana sclerosi multipla. «Siamo pronti ad occupare, con pazienti e familiari, la sede dell’assessorato alla Sanità – prosegue Paola Manconi, tesoriere dell’associazione – quella delibera va ritirata». Le delibera contestata risale al 10 novembre, quando, la Giunta regionale si è trovata a varare tagli alla spesa sanitaria. «Nella delibera – spiega Palmas – c’è scritto che il reparto del Binaghi, dovrà, entro l’anno, avviare un piano di risparmio sui costi delle terapie di 741mila euro, con specifiche azioni sui farmaci. Cifra che si riferisce alla comparazione con i costi affrontati dall’ospedale Brotzu. Peccato che al Brotzu i pazienti in terapia per la sclerosi multipla siano 257, contro gli oltre 3mila del Binaghi». Per l’Aism di Oristano quella delibera ha rappresentato una mazzata. «Quando l’abbiamo letta siamo trasecolati – dice ancora Bruno Palmas – non si possono fare conti ragionieristici sulla pelle di pazienti gravi come quelli colpiti dalla sclerosi multipla. Da subito abbiamo chiesto chiarimenti, l’assessore si è limitato a farci sapere che la delibera da noi contestata non è esecutiva, ma non esiste nessun atto ufficiale che lo dimostri». Paola Manconi è durissima: «In Sardegna l’incidenza della sclerosi multipla è elevatissima, si contano oltre 4mila pazienti. Inutile domandarsi per quale motivo la stragrande maggioranza ricorra alla cure del Binaghi. Ora la Regione dice che quel reparto, al quale si rivolgono anche pazienti provenienti da oltre Tirreno, spende troppo per le medicine. Non scherziamo su queste cose: la sclerosi multipla è malattia molto grave».
 
 
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 8 marzo 2016 / Cultura e spettacoli - Pagina 33
L’8 MARZO
Movimento femminista e comunicazione visiva: un saggio curato da Lucia Cardone e Sara Filippelli
LO SGUARDO DELLE DONNE NEL CINEMA E NEI MEDIA
SASSARI È possibile raccontare storie del femminismo attraverso le immagini in movimento? Quello della macchina da presa è un occhio sufficientemente perspicace per vedere e mostrare la politica delle donne di ieri e di oggi senza tradurla in apparato ideologico, senza cadere nello stereotipo? I pensieri elaborati dal femminismo hanno in qualche misura intercettato lo schermo e segnato la produzione audiovisiva? Le non poche donne attive in ambito cinematografico e mediale hanno fatto la differenza? Sono queste, come spiegano nelle note introduttive le curatrici Lucia Cardone e Sara Filippelli dell'università di Sassari, le domande dalle quali sono partite le autrici del volume “Filmare il femminismo. Studi sulle donne nel cinema e nei media”, di recente pubblicato da Edizioni Ets. Un libro costruito con diversi interventi e che rientra nella collana FAScinA, dedicata ai women’s studies di ambito cinematografico, nata dal desiderio di costruire uno spazio editoriale capace di valorizzare le ricerche delle donne che studiano le donne. Quattro i focus attorno ai quali si muovono i vari ragionamenti. Il primo, “Vite da pioniere”, guarda al cinema delle origini, partendo dalle ricerche del gruppo Women Film Pioneers Project mirate alla mappatura di tutte le donne che, in vari comparti, hanno lavorato nel cinema muto. La seconda parte, “Filmabili differenze”, mira invece a esaminare il lavoro delle donne all’interno della produzione filmica e audiovisiva, sia come autrici fuori dal canone, sia come fautrici di una diversa modalità di sguardo e di racconto. Tra i saggi di questa parte del libro si possono ricordare le pagine dedicate alla grande regista belga Chantal Akerman, scomparsa qualche mese fa. Il terzo focus, “Tv, media, femminismi”, punta l'attenzione sul contributo delle donne alla produzione mediale, guardando alla contaminazione avvenuta in Italia negli anni Settanta tra femminismo e media: un incontro dal quale si sono originate alcune pionieristiche produzioni radiofoniche e televisive. La quarta parte “Femminismi di confine: video, arti, performance” sonda invece il multiforme panorama delle arti visive e audiovisive contemporanee, al confine fra video, performance e fotografia. (fabio canessa).


 


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