UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 10 febbraio 2016

Mercoledì 10 febbraio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 febbraio 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Palazzo Belgrano
Master in turismo sostenibile: oggi i diplomi
 
Si conclude oggi alle 10 con la consegna dei diplomi nell'aula magna di palazzo Belgrano (via Università 40), il master di secondo livello in management delle Organizzazioni turistiche sostenibili. La consegna delle pergamene ai 14 partecipanti chiude il percorso formativo e certifica formalmente la preparazione raggiunta ma è anche un momento di inizio di nuove attività e di nuove prospettive per molti di loro. I progetti imprenditoriali che hanno predisposto al termine del master sono tutti realizzabili ma sarà necessaria forza di volontà e determinazione per renderli operativi. Saranno presenti alla cerimonia la rettora Maria Del Zompo, l'assessore al Turismo Barbara Argiolas, il vice-direttore del dipartimento di Scienze economiche Alessandro Spano, il presidente della facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche Stefano Usai. Interviene anche Mario Cioffi, presidente della Sezione turismo Confindustria Sardegna meridionale.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 39 - Edizione CA)
I tesori musicali di Aggius vivono una nuova primavera
Ricerca L'etnomusicologo Marco Lutzu riporta alla luce registrazione degli anni '60
 
Per gli amanti dei suoni e dei canti della tradizione rappresenta da sempre una sorta di isola nell'isola. Lo sapevano bene anche i ricercatori del Cnsmp, il Centro nazionale Studi di Musica popolare, guidati da Giorgio Nataletti che in un arco di tempo a cavallo tra il 1950 e il 1962 effettuarono una serie di registrazioni a Aggius, dove documentarono diversi aspetti di un patrimonio musicale unico.
Quei materiali oggi rivedono la luce grazie a un lavoro curato dall'etnomusicologo Marco Lutzu, che ha pubblicato “Musiche tradizionali di Aggius” per le edizioni SquiLibri. Allegati al volume ci sono anche due compact disc: cento minuti di musica che raccontano in modo esaustivo tutto il repertorio di Aggius.
«Quello del Cnsmp – spiega Lutzu - è senza dubbio il più importante archivio di documenti sonori relativi alle musiche tradizionali italiane. Nel corpus di documenti raccolti nell'Isola, Aggius ha un ruolo di primo piano, in virtù del ricco repertorio di questo piccolo centro della Gallura, e della notorietà che a partire dagli anni 50 gli seppero conferire cantori dalle straordinarie doti vocali e umane come Salvatore Stangoni e Matteo Peru».
Nell'introduzione del libro Ignazio Macchiarella ricorda che le registrazioni interessano pratiche musicali trasmesse oralmente.
«Non dei modelli musicali ideali, ma delle fotografie sonore – scrive l'etnomusicologo – relative a momenti passeggeri in cui si manifesta l'unicità di ciascun esecutore, frutto di esperimenti musicali in continuo trasformarsi con il mutare delle persone che li condividono e li mettono in pratica»,
Marco Lutzu ha coinvolto nel progetto anche Roberto Milleddu, che ha curato il capitolo “Il canto di Aggius fuori da Aggius” e il chitarrista Paolo Angeli.
«Lavorare su documenti d'archivio vecchi di oltre mezzo secolo – spiega Lutzu - permette a noi etnomusicologi di storicizzare le musiche di cui ci occupiamo e ci pone davanti a nuovi interrogativi. Registrazioni come queste ci ricordano che non bisogna guardare alle musiche tradizionali come qualcosa di immutabile nel tempo, ma piuttosto come qualcosa che cambia continuamente. Ho deciso di curare questo libro dopo essere rimasto affascinato dalla straordinarie registrazioni custodite presso l'archivio dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ma allo stesso tempo, è stato un atto d'amore verso Aggius, il paese di mio padre e dei miei affetti. Riascoltare quei canti negli stessi luoghi in cui sono stati raccolti in compagnia degli amici del coro Galletto di Gallura e di Giuseppe Peru, mi ha aiutato a vederli sotto una luce nuova».
“Musiche tradizionali di Aggius” è il primo volume della collana Archivi di Etnomusicologia della casa editrice SquiLibri dedicato alla Sardegna.
Il comitato scientifico diretto dal professor Ignazio Macchiarella dell'Università di Cagliari sta già lavorando alle successive pubblicazioni. Il prossimo volume, curato da Sebastiano Pilosu, sarà dedicato ad Orgosolo.
Francesco Pintore
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Exmà La tesi diventa una mostra
Dal 14 “Imago Karalis, Imago Mundi”,
il lavoro del fotografo Stefano Martinelli
 
Domenica aalle 11, nella sala conferenze dell'Exmà (via San Lucifero 71), si inaugura con un dibattito pubblico la mostra “Imago Karalis, Imago Mundi”. L'autore delle immagini è il fotografo Stefano Martinelli (in arte Stefano Non), neodottore in Scienze della comunicazione. Martinelli, seguito dal docente nel corso di laurea in Scienze della comunicazione, Emiliano Ilardi, ha elaborato la propria tesi sul tema “Cagliari metropolitana fra progetto e rappresentazione”. Flash che raccontano trasversalmente la città e la "comunicano" con un approccio e punti di vista di forte interesse. La mostra - gratuita e aperta al pubblico - può essere visitata dalle 12.30 di domenica sino al 9 marzo.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Emigrati con la laurea:
vanno via a migliaia e ritornano solo d'estate
 
Se ne sono andati in 7200 nel giro di un anno, età media 33, il 75% con una laurea o un diploma. Vanno a studiare, a cercare lavoro, oppure ad arricchire il curriculum, a fare esperienze e liberare la mente, a guadagnare di più, perché sono bravi e se lo meritano. E se anche guardano con nostalgia l'Isola lontana, casa, amici, sole e mare, tornare indietro non fa parte dei loro piani, non conviene.
Mancano gli incentivi a far sì che i cervelli fuggiti invertano la rotta. «Tanti ragazzi che hanno fatto il master and back sono rimasti fuori, hanno trovato subito un'opportunità professionale, uno stipendio adeguato al livello d'istruzione, agevolazioni per l'alloggio. Se dovessero rimpatriare, purtroppo, non avrebbero le stesse condizioni», sottolinea Mauro Carta, presidente provinciale delle Acli, curatore, insieme con il ricercatore del Crenos Marco Sideri, dello studio annuale sui flussi migratori.
E il discorso vale anche per liberi professionisti, ricercatori, imprenditori, bancari, manager. «Diverse persone che hanno fatto fortuna in Italia e all'estero, soprattutto nella ristorazione, vorrebbero tornare e investire il denaro che hanno guadagnato fuori, ma non trovano le condizioni giuste», prosegue Carta. «In Albania, per dire, agli emigrati di rientro stendono tappeti rossi, perché il mestiere che hanno imparato, la specializzazione acquisita, è considerata un valore, una forza economica e culturale per il paese d'origine. Qui non accade. Ogni tanto c'è qualche bando spot ma nessuna programmazione in questo senso».
È d'accordo Serafina Mascia, presidente della Fasi (Federazione dei circoli dei sardi emigrati): «Non sono in grado di dare numeri precisi, ma sì, l'impressione forte che abbiamo anche noi è che a casa non si torni. Perché in Sardegna non ci sono condizioni concorrenziali e si dovrebbe accettare una retribuzione più bassa».
Dunque, l'emigrazione del Terzo millennio è cambiata. Un tempo si andava nelle zone minerarie e industriali, oggi le mete sono, oltre l'imprescindibile Londra, sempre Germania, Francia e Belgio, ma nelle città dove ci sono le istituzioni europee, le grandi multinazionali e gli istituti di credito, il terreno fertile per l'hi-tech. Oltre l'Europa, ci sono l'Australia, il Canada, il Sud Africa, gli Emirati arabi. «Non è facile andare a lavorare fuori, eppure ce lo presentano come una gita, una parentesi, ma il più delle volte non è così», avverte Sandro Mongili, cagliaritano, laurea a Urbino, dottorato a Parigi, relazioni accademiche in California, cattedra di Sociologia a Padova. «Tornare? Purtroppo non è possibile. L'Università è un sistema chiuso».
Sul sito della Regione, la descrizione dei luoghi dove stanno gli emigrati è degna del catalogo patinato di un tour operator: «Dai caldi territori del Sud America ai ghiacci del Canada, dal frastuono delle metropoli a quello delle cascate del Niagara, dall'Amazzonia a Yellostone (sic), la Sardegna da grande gemma del Mediterraneo si insinua come un piccolo diamante in territori talmente vasti che potrebbero fagocitarla senza lasciare alcuna traccia, invece grazie al lavoro degli emigrati le distanze si accorciano e quasi si annullano grazie al senso di appartenenza che chiunque conserva nei confronti della terra d'origine». Legami sì, ma esclusivamente affettivi, si rientra soltanto in estate e per le feste comandate, lavoro, carriera e successo stanno altrove.
Cristina Cossu
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
Sanità, il deficit si allarga
Fondi insufficienti in bilancio. Ma nell'ultimo trimestre 2015 si è risparmiato
 
Nel 2016 altri 172 milioni. E forse aumenterà ancora VEDI LA FOTO È una coperta sempre troppo corta quella che deve coprire il deficit della sanità sarda. Per il 2016 è in arrivo una nuova tegola da 172 milioni di euro di ulteriore disavanzo. Nella Finanziaria, infatti, è previsto uno stanziamento inferiore rispetto alle richieste dell'assessorato, sia per il sistema sanitario sia per il ripiano del disavanzo. Il rischio è che a questa cifra si sommino ulteriori 50 milioni dei farmaci ad alto costo.
IL CONFRONTO Dopo l'audizione dell'assessore Luigi Arru davanti alle commissioni Bilancio e Sanità, si crea il più classico dei casi di una notizia buona e una cattiva: nell'ultimo trimestre del 2015, infatti, il sistema sanitario ha risparmiato 50 milioni di euro che riducono la cifra del disavanzo da 399 a 349 milioni.
Dopo l'assessore è stato il turno dei commissari delle otto Asl e delle Aziende ospedaliero-universitarie, chiamati a garantire un risparmio di 62 milioni nel 2016, ma che dovranno fare i conti con un esborso maggiore a causa dell'aumento dell'Irap. L'assessore Arru evidenzia il «dato positivo sul risparmio di 50 milioni. Serve quindi grossa responsabilizzazione sui conti, contemporaneamente un miglioramento dei servizi e una riduzione delle inefficienze e degli sprechi».
Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), annuncia la volontà di «monitorare ogni tre mesi il controllo del budget delle Asl».
I CONTI Per quest'anno il fabbisogno dell'assessorato è stato quantificato in 3,280 miliardi ma lo stanziamento è stato di 3,127, quindi 152 milioni in meno. Altri venti milioni di differenza si sono aggiunti sulla cifra per la copertura del disavanzo perché l'assessorato ha chiesto 300 milioni ma ne sono stati stanziati solo 280.
Lancia l'allarme l'opposizione: «Questi 172 milioni potrebbero anche aumentare perché non è sicuro che le Asl riescano a risparmiare 66 milioni di euro e bisogna vedere se la Regione riuscirà a ottenere il rimborso dei farmaci per l'epatite C».
I TAGLI In questa situazione di emergenza, la conseguenza è la riduzione dei finanziamenti per alcune voci di spesa rispetto a quanto richiesto dell'assessorato.
Si tratta, infatti, di voci sottostimate, come quella delle politiche sociali che subiscono una riduzione di 32 milioni di euro o i 17 milioni in meno per le leggi di settore. Forbice anche sulla legge 162 che ottiene 10 milioni in meno, rispetto a quanto richiesto dall'assessorato.
LE AZIENDE Per tutti l'obiettivo è risparmiare 330 milioni nel prossimo triennio. Ma sul bilancio delle aziende, ha ricordato il presidente della commissione Sanità, Mondo Perra (Psi), «potrebbe pesare l'aumento dell'Irap». Il vice presidente della commissione Bilancio, Paolo Truzzu (Fdi), attacca la maggioranza: «Non si possono aumentare le tasse e poi scoprire che ci sarà un nuovo disavanzo».
Matteo Sau
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
La museografia che non c'è
 
È possibile la storia senza la geografia che ne delinei le declinazioni materiali? No, secondo Patrick Geddes. Questa non sarebbe che una metafora «della storia materiale dell'umanità e delle corrispondenti tipologie di utilizzo del suolo». L'urbanista, nell'evoluzione, colloca il contadino e il suo paesaggio come il momento della divisione in classi. Mentre il pescatore sarebbe evoluto in viaggiatore e mercante per inventare la città portuale che continuerà ad avere a monte attività minerarie, foreste, allevamenti. L'interdipendenza avrebbe reso interdipendenti le persone. Chissà cosa avrebbe detto Geddes dei voli low-cost e delle sue disavventure nell'isola? O peggio del presunto antagonismo con l'urbano o dell'assenza di pianificazione nella Sardegna contemporanea. Necessaria questa perché non si pianificano luoghi ma la vita delle genti che li abitano. Per attuarla si richiedono conoscenze e competenze. Quanti sanno che la Sardegna e Cagliari ebbero precoci antropizzazioni e gli insediamenti sul mare, fondanti le città, consentirono ai nostri progenitori relazioni con le terre che si affacciavano sul Mediterraneo e con i loro retroterra. La scuola e il museo sono i luoghi deputati per creare coscienza storica e identità future. Al Museo delle Civiltà d'Europa e del Mediterraneo di Marsiglia, oltre alle sezioni didattiche, colpiscono quelle che tematizzano l'antropizzazione dell'Europa e della Francia, la storia della città e della sua portualità. Molto presenti la Sardegna e Cagliari. Ci interpella tutti l'assenza a Cagliari del Museo della città o al Museo Nazionale una museografia che ricostruisca agevolmente la storia della Sardegna e della città piuttosto che perdersi cercando il bandolo tra gli strepitosi tesori.
Maria Antonietta Mongiu
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 42 - Edizione CA)
Una patologia che ha una durata mediamente alta
Naso chiuso e mal di testa: questi i sintomi della sinusite
 
Peggiora la qualità della vita, arrivando a comprometterla nelle forme più gravi e resistenti. La sua durata è mediamente alta, e in alcuni casi può risultare particolarmente frustrante per il malato. Infine, è eccezionalmente diffusa: interessa fino al 15% della popolazione. La sinusite è tanto nota quanto temuta. Roberto Pusceddu, professore e direttore del dipartimento di Otorinolaringoiatria dell'Università di Cagliari, ne dà una definizione clinica dettagliata: «La sinusite è un'infiammazione della mucosa di uno o più seni paranasali, ed è conosciuta con il termine di rinosinusite poiché l'infiammazione della mucosa nasale generalmente accompagna la sinusite. Questa può presentarsi a seguito di una varietà di cause, ma il momento fondamentale è l'ostruzione delle cavità sinusali».
Quali sono i sintomi ricorrenti della malattia? «Negli adulti è caratterizzata dalla presenza di ostruzione nasale con o senza abbondante secrezione nasale chiara o giallastra, associata a dolore facciale o mal di testa, che in casi estremi può essere irradiato anche alla nuca. Può essere presente, inoltre, una riduzione del senso dell'olfatto. Nei bambini i sintomi appaiono molto simili, ma spesso sono associati a tosse».
Anche Pusceddu pone l'accento sulla - potenziale - lunghissima durata della patologia: «È classificata come acuta se dura da una a quattro settimane, subacuta se non si risolve tra le quattro e le dodici settimane e cronica se i sintomi persistono per più di dodici settimane».
Quali sono le cause scatenanti della sinusite? «Solitamente è generata da un'infezione virale delle vie aeree superiori, spesso seguita da sovrainfezione batterica». Va sottolineato che esistono numerosi fattori esterni che possono facilitarne l'insorgenza. A volte sfuggono al nostro controllo e ci lasciano poco margine di intervento, come nel caso di «particolari stati immunodeficienza, di stati allergici e della gravidanza», che comporta alterate condizioni ormonali. In altre circostanze, però, possiamo contribuire a prevenire la malattia col nostro comportamento, ad esempio evitando di fumare o di inalare sostanze irritanti. Altri fattori predisponenti sono «eventi traumatici a carico del naso o del massiccio facciale e patologie dentali».
La terapia della sinusite acuta presenta diverse sfaccettature: «L'obiettivo è alleviare il sintomo del dolore con l'uso di antinfiammatori e decongestionanti nasali per ristabilire la pervietà degli osti sinusali», chiarisce lo specialista, «integrato da irrigazioni delle fosse nasali con soluzione salina al fine di rimuovere meccanicamente le secrezioni. Nel caso in cui le secrezioni siano chiaramente infette bisognerà prendere in seria considerazione l'impiego di antibiotici». Piccolo ma interessante dettaglio: è stato accertato che, per i pazienti con sinusite batterica acuta non complicata, il trattamento antibiotico di breve durata (in media 5 giorni) risulta tanto efficace quanto il trattamento di lunga durata, in media 10 giorni. (mat.bor.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sardegna –pagina 8
SANITÀ, IL 2016 SARÀ IN ROSSO IL BUCO È DI 170 MILIONI
Le spese sono superiori alle entrate. Alla fine del 2015 risparmio di 50 milioni
L’assessore Arru: «Puntiamo a un servizio pubblico efficace ed efficiente»
di Umberto Aime
 
CAGLIARI Prima la buona notizia: negli ultimi tre mesi del 2015, la sanità ha risparmiato 50 milioni. Evviva, ha del miracoloso. Subito dopo quella cattiva: nonostante gli sforzi, il bilancio della salute quest’anno partirà con un handicap intorno ai 170 milioni, per colpa di «stanziamenti che non coprirebbero tutte le spese previste». È davvero strano il mondo delle Asl e dintorni: far quadrare i conti sembra essere sempre un’impresa disperata. Ma la maggioranza di centrosinistra vuole riuscirci anche senza aumentare le tasse ai sardi, sarebbe il secondo miracolo, e, nell’istruttoria sulla Finanziaria, ha chiesto a chi di dovere, l’assessore Luigi Arru, lumi sul percorso. La relazione. Di fronte alle commissioni Bilancio e Sanità del Consiglio, riunite insieme, chi non vuole essere crocifisso ma neanche santificato, Arru appunto, è stato preciso: «Non può più passare il messaggio che la sanità sarda sia un buco nero, mentre è vero che costa e il mio compito è quello di migliorare la spesa di un ritrovato servizio pubblico efficace ed efficiente». Per questo, all’inizio, ha voluto dire che «l’anno scorso, abbiamo risparmiato grazie alle regole rigide applicate con rigore dalle aziende sanitarie». Certo, il futuro lo preoccupa, come gli ha ricordato l’opposizione di centrodestra dopo aver evocato il debito già per l’anno in corso, ma Arru ha replicato. «Se è vero che la sanità pesa fino al 50 per cento sul bilancio della Regione», è innegabile anche questo: «Avevo chiesto come fabbisogno 2016 quasi 3,3 miliardi, ma in Finanziaria sono stati contabilizzati 152 milioni in meno e quindi sappiamo di dover vivere un’altra stagione difficile, in apnea». Insomma, chi ha in mano la cassa non gli ha dato certo una mano. Il vecchio debito. La sanità si trascina da tempo un rosso di quasi 400 milioni (sceso a 354 con i risparmi fine 2015) ed «è quello che vogliamo aggredire», ha detto Arru. Nel rispondere alle domande dei presidenti delle commissioni (Francesco Sabatini e Raimondo Perra), della maggioranza – che non è stata tenera – e dell’opposizione – sempre molto dura – l’assessore è stato deciso nel proporre la strategia in cui crede come fosse un mantra. «Con la riorganizzazione della rete ospedaliera, senza più doppioni, e la messa sotto controllo di quella farmaceutica – sono state le sue parole – possiamo fare un primo passo decisivo per riportare in pareggio il sistema e far sì che le buone pratiche appena introdotte diventino durature». L’impresa. La strada è in salita e lui lo sa bene. «Però – ha aggiunto – possiamo farcela con l’impegno di tutti». Con un chiaro riferimento alle resistenze che il suo piano di rientro («C’è e siamo pronti ad accettare ogni suggerimento») continua a trovare nella stessa maggioranza, Soldi in meno. Arru ha detto che in Finanziaria sono «diverse le voci sottostimate». Ad esempio il taglio per le politiche sociali sarà di 32 milioni, ma «sappiamo che quei finanziamenti sono attesi e ce li chiederanno». Dunque, i risparmi interni «dovranno continuare a essere la strada maestra se vogliamo migliorare la qualità del sistema ed evitare contraccolpi sulle entrate della Regione». Non c’è dubbio: al momento del confronto sulla Finanziaria, sarà la sanità il terreno di scontro fra maggioranza e opposizione. Dalle super tasse per passare agli ospedali e poi tutto il resto, a cominciare dal costo del personale: ogni manciata di euro finirà sotto osservazione, Le verifiche. Dopo aver ascoltato le relazioni degli undici commissari delle Asl, tutti abbastanza fiduciosi sulla possibilità di contenere i costi, è stato il presidente della commissione Sanità, Franco Sabatini, a presentare una prima proposta operativa. Con un emendamento, chiederà che i controlli siano trimestrali («Dobbiamo aver la certezza dei passi in avanti») e poi «fra sei mesi l’assessore dovrà dirci a che punto siamo». Luigi Arru si è alzato in piedi e ha detto: «Sono pronto».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Alghero – pagina 28
Tedde: «Architettura fuori dai fondi per le decentrate»
Il consigliere regionale di Fi al sindaco che ha dato per certo il finanziamento
Cecchini: «Creiamo un polo di alta formazione nella futura rete metropolitana»
di Gian Mario Sias
 
ALGHERO «Il Dipartimento di Architettura continua a rimanere fuori dal fondo per l’Università decentrata«». A denunciarlo è Marco Tedde, che risponde così in maniera neanche troppo indiretta al sindaco di Alghero, Mario Bruno, che una settimana fa aveva indicato l’inserimento del Dipartimento algherese tra le sedi finanziate dalla Regione con legge ad hoc. Interpellato sulla questione, Arnaldo Cecchini, storico docente del Dipartimento, uno di quegli uomini al quale si deve la crescita esponenziale di Architettura ad Alghero, sorvola con grande abilità sulle beghe politiche della Riviera del corallo, ma indirettamente dà ragione allo scetticismo del vicecapogruppo di Forza Italia in consiglio regionale. «Quella è una nostra battaglia e sarei ben contento di portare a casa il risultato – dice Cecchini – ma ad oggi non mi risulta che sia stato compiuto alcun passo lungo quel percorso di condivisione progettuale che doveva coinvolgere la Regione, i Comuni che ospitano le sedi universitarie e, ovviamente, i due atenei». Secondo Tedde la speranza di Cecchini è mal riposta perché «il fondo è stato addirittura ridotto di 140 mila euro». Cecchini guarda oltre.
Nella sua prospettiva i soldi sono sicuramente importanti. «Il finanziamento di 300mila euro che abbiamo ricevuto dalla quota spettante all’ateneo di Sassari del fondo indistinto per le Università sarde, basta a malapena ad attendere alle spese di gestione della struttura amministrativa e burocratica – spiega – ma ci mancano i soldi necessari per parlare di tutto il resto, che mi pare essenziale». Da qui parte la richiesta che Cecchini rivolge alla Regione, ma anche all’Università di Sassari e a tutto il territorio. «Esattamente come è stato fatto per Olbia, dove si è investito per il polo universitario, bisogna capire che cosa si vuole fare di Alghero – afferma –:da questo punto di vista più che economico il problema è politico». Nel senso che per Cecchini «si tratta di decidere se questa sede decentrata di Alghero ha un senso oppure no». La sua idea da questo punto di vista, è chiarissima, come la proposta che lancia. «L’ho detto mille volte e lo ripeto, non c’è futuro per Architettura se non ad Alghero – premette – ma avere una sede decentrata che fa una didattica e produce un’attività culturale di qualità richiede che tutti facciano la loro parte». Per Cecchini, ragionarci sopra «sarebbe di interesse della nascente “rete metropolitana”, che dovrebbe avere un suo punto di forza e una ragione d’essere nel disegnare un sistema di alta formazione, distribuito nel territorio, che faccia perno su tre poli – propone – perché ai due poli di Alghero e Sassari si potrebbe aggiungere un polo a Porto Torres sulle tecnologie delle bonifiche e della green economy». Il dibattito è aperto.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 31
«MANDATEMI I LIBRI IN CARCERE PER LAUREARMI»
L’ergastolano Marcello Dell’Anna ha rivolto un appello al sindaco, al rettore e al presidente dell’Ersu
 
NUORO «Ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Lettere con indirizzo filosofico del Dipartimento di storia di scienze dell’uomo dell’università di Sassari per conseguire un’altra laurea, ma il mio sogno si sta infrangendo sugli ostacoli della burocrazia che per me che sono in carcere sono ancora più difficili da superare, per questo motivo rivolgo un appello al sindaco di Nuoro, al Rettore dell’università di Sassari, ai docenti della facoltà e al presidente dell’Ersu affinchè mi permettano di studiare». Sono le parole riportate in un lunga lettera dell’ergastolano Marcello Dell’Anna, 45 anni, esponente di spicco della Sacra corona unita, detenuto da oltre 27 anni e con una triste sentenza scritta sul suo fascicolo processuale: “fine pena mai”. Ma da quando è arrivato a Badu ’e Carros, la sua vita ha subito un cambiamento radicale. Marcello Dell’Anna ha intrapreso la strada della redenzione, che l’ha portato al conseguimento della laurea in giurisprudenza, con il massimo dei voti e la lode, con una tesi sul Diritto penitenziario. «Un obiettivo che mi ha gratificato sotto l’aspetto professionale e personale – ha sottolineato l’ergastolano, che durante l’estate adva ottenuto un permesso premio per lasciare il carcere e sposarsi in una chiesa di Nuoro come un qualsiasi cittadino, grazie al suo comportamento esemplare all’interno del penitenziario –. Per questo motivo, ho deciso di intraprendere una nuova nuova esperienza universitaria». E poi Marcello Dell’Anna nella sua lettera ha spiegato quali siano i problemi che stanno ostacolando il suo sogno. «Da quando mi sono iscritto, sono già trascorsi tre mesi – ha sottolineato – avrebbero dovuto fornirmi i libri di testo, ma ancora non ho ricevuto nulla su cui studiare. Ritengo che il diritto allo studio valga per tutte le persone, indipendentemente dal loro status e anzi penso che una maggiore attenzione dovrebbe essere prestata agli studenti più svantaggiati, soprattutto se sono particolarmente motivati nello studio. Nel mio caso, vorrei poter dimostrare alla società perbene che dentro il carcere c’è sempre “l’elemento imprevisto” che si “sgancia” dallo stereotipo immaginario collettivo e dimostra che decenni di prigionia possono cambiare e migliorare le persone. Anche i detenuti – ha continuato Dell’Anna – sono tenuti a pagare una tassa aggiuntiva di 140 euro all’Ersu per usufruire di vari servizi, tra i quali i libri di testo. Ma non ho visto ancora nulla. Non poter sostenere gli esami mi ha procurato il “fuori corso” con la conseguente sicura perdita della borsa di studio e dei premi scolastico e di rendimento previsti dall’ordinamento penitenziario. Allora perché sborsare una tassa aggiuntiva se il servizio non viene erogato? Chiedo che vengano rimossi gli ostacoli che violano il diritto allo studio e l’istituzione di un collegamento tra la facoltà e l’Area educativa del carcere di Nuoro – ha concluso – E, se possibile, di assegnarmi un tutor». (plp)

Questionario e social

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