Martedì 9 febbraio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 febbraio 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
DALL'IDEA ALL'IMPRESA: FABIO ARU
TESTIMONIAL DI CONTAMINATION LAB 
Al via la terza edizione del progetto promosso dall'Università per studenti e laureati
 
Partenza, scalata, fuga di gruppo. E poi la vittoria. La metafora del ciclismo accompagna Contamination Lab, il percorso interdisciplinare che l'Università ha pensato per gli studenti che vogliono creare una nuova startup e gettarsi a capofitto nel mondo del lavoro. Appunto dell'impresa. Testimonial d'eccezione, Fabio Aru, il giovane campione di Villacidro, vincitore della Vuelta di Spagna, che partito dalla Sardegna ha bruciato le tappe per approdare ai successi internazionali.
LA FATICA Sulla scia di questo grande successo, dell'impegno e della fatica, dovranno inserirsi gli studenti e i neolaureati, ripercorrendo le tappe ideali che separano la frequentazione universitaria dagli sbocchi nel mondo del lavoro. «Il ciclismo è considerato, a torto, uno sport individuale. Nulla di più errato. Il ciclista ha invece bisogno del gruppo, della cooperazione. Così andare veloci diventa più facile», ha spiegato la rettora Maria Del Zompo per raccontare l'anima del progetto di promozione d'impresa (l'Ateneo cagliaritano è stato il primo, in Italia, tre anni fa, ad accogliere le indicazioni del ministero) in cui «innovazione ed economia, grazie alla cultura, trovano un tempo e un luogo importanti».
LE DIFFICOLTÀ Insomma, fare impresa non è, non sarà un percorso facile ma è comunque possibile. Lo è anche in Sardegna senza essere costretti ad emigrare, fuggire. I risultati ottenuti durante le due prime edizioni sono stati soddisfacenti e lusinghieri. Il premio nazionale attribuito a Intendime , la startup vincitrice l'anno scorso, è soltanto la punta di diamante di un progetto che ha coinvolto fino ad oggi ben trecento studenti e laureati e ha fatto nascere 15 startup, alcune finanziate da investitori privati e oggi assolutamente avviate.
LE TECNOLOGIE Contamination lab Unica è un'iniziativa che sfrutta le nuove tecnologie e vuole spingere i giovani nel mondo del lavoro valorizzando quanto appreso negli anni di studi. «Perché questa iniziativa funzioni - ha ribadito Del Zompo - i ragazzi devono essere preparati bene». Dietro lo slogan, “CLab, una vera impresa” c'è l'impegno di un intero Ateneo e ancora di più degli studenti che durante questo «percorso di vita e di studio» si allenano per affrontare le difficoltà ed evidentemente risolverle, scoprendo le proprie attitudini con l'aiuto reciproco dei colleghi e dei compagni di team, «esattamente come in una gara ciclistica», è stato ribadito ieri mattina durante la conferenza di presentazione di Contamination Lab Unica.
«L'Università - ha ricordato la professoressa Annalisa Bonfiglio, prorettora all'innovazione - vuole agire nei confronti del territorio con diverse modalità. Intanto in contatto con le imprese e con un suo coinvolgimento diretto nella promozione di nuove imprenditorialità».
IL PODIO Chiara Di Guardo, direttrice del CLab, ha ribadito il concetto che alla fine del percorso «ci sarà la possibilità di finire sul podio». Venerdì 19, al teatro del Conservatorio, davanti a una giuria di investitori, giornalisti specializzati e rappresentanti di imprese multinazionali saranno proclamati i vincitori. Cinque i premi da 15mila euro ciascuno per consentire alle idee di trasformarsi in attività reali. Pochi giorni prima, domenica 14, in piazza Yenne al mattino, «ci sarà - lo ha ricordato Di Guardo - una sorpresa legata alla campagna».
Andrea Piras
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
È GRANDE FUGA DALL'ISOLA, L'EMORRAGIA NON SI FERMA
Emigrazione e natalità ridotta: 160mila abitanti in meno nel 2050
 
Nel 2050 la Sardegna avrà 160mila abitanti in meno e assomiglierà a una grande “ciambella” in mezzo al mare con le coste popolate e il deserto in mezzo. Le previsioni, rafforzate dagli ultimi dati Istat e dal recente rapporto delle Acli, non fanno sperare in un'inversione di tendenza. Pochi nuovi nati, troppi anziani e molti emigrati: un unico effetto devastante. Così da qui ai prossimi cinquant'anni scompariranno decine di piccoli paesi, già sacrificati sull'altare di una “razionalizzazione” che si traduce in tagli ai servizi e mancanza di investimenti indispensabili per salvare i “campanili” dai rintocchi a morte.
I PAESI A RISCHIO Fabrizio Mereu, sindaco di Ortacesus e presidente regionale dell'Anpci (l'associazione dei piccoli Comuni), non lascia spazio all'ottimismo: «Alla Camera c'è una proposta di legge del Pd per cancellare i Comuni con meno di 5 mila abitanti. In altri Paesi, come la Germania, finanziano interventi a favore dei piccoli comuni per far crescere anche le grandi città». In Italia, invece «abbiamo fatto il contrario. E ora con le città metropolitane e le aree vaste stiamo creando cittadini di serie A, di serie B e pure di serie Z, come quelli dei piccoli Comuni». Le conseguenze sono inevitabili, secondo Mereu: «Anche in Sardegna ci sarà uno spopolamento maggiore. E le unioni di Comuni saranno inutili perché i servizi, dalle scuole alle poste, resteranno solo nelle città».
LE CAUSE Gianfranco Bottazzi, ordinario di Sociologia economica, ha curato con altri colleghi il rapporto della Regione sui Comuni in estinzione. «Ci sono due fenomeni distinti», spiega Bottazzi. «Il primo è che la Sardegna nel suo complesso ha dinamiche anche peggiori di quelli di Italia ed Europa sulla diminuzione di natalità e l'aumento dell'invecchiamento». Cioè, si fanno pochi figli e la tendenza nazionale è stata un po' mitigata dall'arrivo degli immigrati, con famiglie più numerose. «L'altro aspetto - aggiunge Bottazzi - è che si stanno svuotando le zone interne creando un “effetto ciambella” con le coste dell'Isola che si riempiono. Un circolo vizioso che si autoalimenta: più un paese si spopola più la gente va via, in particolare i giovani». Difficile invertire la rotta. «Nel futuro della Sardegna da qui al 2050 c'è un calo del 10% della popolazione, con un'alta quota di over 65. A quel punto sarà una situazione irreversibile». Quindi, «bisogna intervenire prima» e cercare rimedi. «L'immigrazione in certi casi può essere un problema ma in altri la soluzione, facendo politiche adeguate e non aprendo le porte indiscriminatamente. Ricordiamoci che più della metà delle nostre aziende pastorali si affida a lavoratori stranieri».
LA FUGA DEI GIOVANI E i numeri, dice Michele Carrus, segretario della Cgil sarda, non raccontano tutta la realtà. «Sfugge l'emigrazione intellettuale delle nuove generazioni, con elevati titoli di studio e competenze utili per lo sviluppo della nostra economia». Molti giovani «vanno via perché qui non trovano sbocco ma restano ufficialmente residenti in Sardegna, magari nel loro iniziale nucleo familiare. Ecco, nei dati manca il loro apporto numerico». Per tutti i “disoccupati intellettuali”, secondo Carrus, «servono atti di indirizzo che puntino sui fattori più innovativi. Non basta inseguire lo svantaggio sui sistemi tradizionali, ma investire nei settori della rivoluzione industriale 4.0, ad esempio green economy, biomedicale, meccanica di precisione». Nuove tecnologie «in cui la componente del sapere è un elemento vincente in un moderno processo di sviluppo».
Alessandro Ledda
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società (Pagina 41 - Edizione CA)
ISRE. Nuoro, venerdì la presentazione
La Sardegna raccontata in sei cortometraggi
 
Istituto etnografico e cinema, un connubio che si rinsalda.Venerdì all'auditorium Giovanni Lilliu di Nuoro verranno presentati sei cortometraggi di altrettanti filmmaker che raccontano la Sardegna, la rassegna Moving docs, il concorso AViSa e infine il Festival cinematografico di aprile.
Si inizia con gli artisti-cineasti ai quali è stato chiesto di realizzare dei brevi filmati che rappresentassero e promuovessero l'Isola. Progetto e film saranno presentati alle 19 nell'auditorium dal presidente dell'Isre Bruno Murgia, da Antioco Floris, membro del Comitato Tecnico Scientifico e docente dell'Università di Cagliari e da Ignazio Figus, responsabile del settore produzione Audiovisuale. Sempre in via Mereu, ogni giovedì, dal 18 febbraio al 17 marzo, sbarca la rassegna MovingDocs organizzata in partnership con Moving Docs, Creative Europe Media, Doc/it Associazione Documentaristi italiani, Il Mese del Documentario. Ad aprile, infine, si terrà la prima edizione del festival Isreal, dedicata al cinema del reale diretta dal critico Alessandro Stellino. (Luca Urgu)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Incontri fra esperti
FONDO AMBIENTE. Lunedì prossimo Mediterraneo
 
Il Mediterraneo: un ponte tra popoli. Lunedì 15 febbraio, alle 16, nella sala del Comando Marina militare (piazza Marinai d'Italia al molo Ichnusa), la presidenza regionale Fai e la delegazione Fai di Cagliari promuovono il ciclo di tavole rotonde “Il mediterraneo: ponte tra i popoli”. I lavori tratteranno i riverberi locali dei recenti accadimenti nel Mediterraneo e nel Medio Oriente dal momento che la Sardegna è centrale geograficamente e politicamente. l'ammiraglio Mario Rino Me parlerà di Mediterraneo e “l'arco di crisi”. Poi tavola rotonda su “Cagliari. Una nuova centralità nel Mediterraneo” con Nicolò Migheli, Paolo Fadda e don Ettore Cannavera (voordina Luca Foschi). A seguire “Mediterraneo – Europa. Rimescolamenti epocali” con Bachisio Bandinu, Pietro Ciarlo e Giuliana Perrotta Prefetto (coordina Umberto Cocco).
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 38 - Edizione CA)
Parco senza pace:
una denuncia su Porto Conte
ALGHERO. Incarichi e stipendi
 
Prima l'incarico da 80mila euro all'Università senza bando di gara, poi la proroga di un anno e mezzo al direttore uscente che avrebbe così percepito ulteriori 150 mila euro. E' di nuovo bufera sul parco di Porto Conte al centro di polemiche su incarichi e poltrone. A segnalare le presunte anomalie è stato un ex consulente del Comune, Raffaele Cadinu, prima in un esposto in Procura e, quindi, in una lettera al segretario comunale Angelo Canessa e, per conoscenza, pure all'Autorità nazionale anticorruzione. Sotto la lente la redazione del Piano del parco affidato direttamente al Dipartimento di Scienze Botaniche sotto la direzione del professore Nicola Sechi, quando invece, sempre secondo Cadinu, sarebbe dovuta essere materia per architetti o ingegneri da individuare tramite concorso pubblico. E non è la sola perplessità sollevata dall'ex consulente del Comune, il quale getta ombre pure su uno dei manager più stimati del parco, il direttore Vittorio Gazale. Quella proroga concessa alla scadenza del mandato da direttore, secondo Raffaele Cadinu, non sarebbe stata lecita. «Il parco non ha nulla da nascondere», ribatte Antonio Farris, presidente dell'azienda speciale di Porto Conte da circa un anno. «Il professor Sechi è solamente il coordinatore del gruppo di lavoro sul Piano del parco - tiene a precisare - e per quanto riguarda la proroga all'incarico del direttore - aggiunge - è stato il direttivo, a suo tempo, ad approvare la delibera. E' tutto negli atti, alla luce del sole. Dispiace vedere che intorno al parco vengono montati problemi che non esistono». ( c. fi. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Cagliari – pagina 7
UNIVERSITÀ, FABIO ARU TESTIMONIAL
Il ciclista vincitore della Vuelta 2015 promuove il laboratorio delle start up
 
CAGLIARI Il ciclista Fabio Aru, vincitore della Vuelta 2015, è il testimonial della campagna di promozione del Contamination Lab dell’università di Cagliari, il percorso interdisciplinare offerto agli studenti che intendano creare start-up innovative. «È una delle iniziative più stimolanti e interessanti nel nostro ateneo – ha sottolineato il rettore Maria Del Zompo – in cui l’innovazione e l’economia, grazie alla cultura, sono in grado di realizzare risultati concreti, sotto gli occhi di tutti».
Il CLab che su input ministeriale è nato per la prima volta a Cagliari, è la dimostrazione di come la cultura utilizzata con mezzi appropriati possa diventare impresa. Nel ricordare che l’ateneo del capoluogo sardo si è classificato al primo posto nazionale per i risultati raggiunti, Del Zompo ha messo in evidenza come questo risultato dipenda dal fatto che si tratti di un ateneo multidisciplinare, con studenti che provengono da vari ambiti.
Il CLab dell’università di Cagliari, che l’anno scorso ha vinto il Premio nazionale dell’Innovazione, ha coinvolto in tre anni circa 300 studenti e fatto nascere una quindicina di start-up, alcune delle quali finanziate da investitori privati. Una sfida che l’ateneo sardo vuole ampliare, come ha sottolineato il prorettore all’Innovazione e Territorio, Annalisa Bonfiglio, illustrando la campagna di promozione avviata quest’anno. «I video che la compongono descrivono le quattro fasi di un percorso di formazione interdisciplinare del CLab», ha spiegato, «raccontato utilizzando termini e tecnicismi che rimandano al mondo del ciclismo: partenza, scalata, fuga e vittoria».
Chiara Di Guardo, direttore del Contamination Lab, ha poi ricordato che la finale della terza edizione del CLab si svolgerà il 19 febbraio 2016 al Conservatorio di Cagliari dove sette team presenteranno le loro idee a una giuria di investitori qualificati per aggiudicarsi uno dei cinque premi da 15mila euro messi a disposizione. Un’iniziativa promozionale a sorpresa si svolgerà in piazza Yenne.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 6
FINANZIARIA, LA VERITÀ SUL DEFICIT DELLE ASL
In commissione Bilancio il confronto fra i consiglieri, l’assessore Arru e gli undici manager
 
CAGLIARI Finanziaria e sanità: è il giorno della verità. Oggi le commissioni Bilancio e Sanità del Consiglio regionale, impegnate nell’istruttoria della Manovra 2016 presentata dalla Giunta, cercherà di sapere nel dettaglio qual è il disavanzo di Asl e ospedali. Tutti parlano di 400 milioni da ripianare entro il 218 anche con l’aumento delle tasse regionali, Irpef e Irap, ma forse il deficit potrebbe essere più alto. A essere convocati nell’aula della commissione – presieduta da Franco Sabatini del Pd – sono stati l’assessore alla Sanità Luigi Arru e gli undici commissari delle Aziende sanitarie e universitarie. L’obiettivo dei consiglieri non sarà solo mettere in chiaro i conti del sistema, ma sapere anche ogni particolare del piano di rientro proposto dalla Giunta. Piano di rientro che dovrebbe riportare in pareggio i bilanci attraverso la riorganizzazione degli ospedali (la proposta è stata appena licenziata dalla Giunta), i risparmi nella spesa e infine l’aumento delle addizionali regionali per i contribuenti che dichiarano più di 28mila euro. Il monitoraggio. Prima di qualsiasi decisione sulle tabelle Irpef e Irap, resta ancora in piedi l’ipotesi che siano congelate con parte delle riserve erariali, intorno ai 200 milioni, la commissione sarebbe intenzionata a proporre una sorta di percorso per verificare ogni tre mesi l’efficacia del piano di rientro. È probabile che proprio su questo punto finisca per essere incentrato il confronto fra i commissari e l’assessore. È sempre probabile che oggi, stavolta nel con gli undici commissari Asl, finiscano per essere esaminati anche i primi dati raccolti dalla commissione d’inchiesta sulla spesa sanitaria, presieduta da Attilio Dedoni dei Riformatori. L’attesa. Sono due gli appuntamenti. Uno è legato al giorno in cui il Governo ratificherà la chiusura della Vertenza entrate. Se il sì alle norme di attuazione dello Statuto dovesse arrivare prima del voto del Consiglio sulla Finanziaria, l’ipotesi di utilizzare le riserve erariale per evitare le super tasse, potrebbe essere applicata. In caso contrario, la maggioranza di centrosinistra dovrà cambiare strategia. Il secondo appuntamento è a ridosso del 29 febbraio: entro quel giorno sarà sempre il Governo a decidere se impugnare o meno la legge con cui il Consiglio ha approvato, a dicembre, l’aumento delle aliquote. Se Palazzo Chigi non dovesse dare il via libera, gli scenari diventerebbero molto complicati. L’opposizione. Forza Italia è tornata alla carica: «Basta con questi balletti, la stangata va abrogata». I Riformatori sono stati più diretti: «Gli aumenti delle tasse metteranno in ginocchio famiglie e imprese».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 6
CENTO MILIONI PER LA SANITÀ PRIVATA
Firmato il contratto: confermati per le Asl i tetti di spesa dell’anno scorso
 
CAGLIARI La sanità privata avrà dalla Regione gli stessi soldi del 2015: poco più di 99 milioni. Il contratto è stato firmato, in questi giorni, fra l’assessorato alla Sanità e le associazioni delle case di cura, dopo il via libera della Giunta. Ognuna delle quattro Asl, in cui sono presenti strutture private accreditate, o meglio ancora convenzionate, avrà a disposizione un tetto massimo di spesa per i rapporti con le cliniche. L’Asl 1 di Sassari non potrà superare gli 8 milioni e 900mila euro nei rapporti con il Policlinico sassarese. Quella di Lanusei poco meno di 5 milioni e mezzo col «Tommasini».
Intorno ai 10 milioni sarà il budegt dell’Azienda di Oristano per le prestazioni fornite dalla casa di cura «Madonna del Rimedio». La fetta più grande è stata assegnata all’Asl 8 di Cagliari, con ben 41milioni destinati al gruppo Kinetika Sardegna, che gestisce il Policlinico e la Casa di cura Sant’Elena, a Quartu, la clinica San Salvatore, appena riaperta, e la «Lay», a Cagliari. Il resto dell’accreditamento dovrà essere suddiviso fra le strutture private Sant’Anna (5 milioni e 700mila), Sant’Antonio (9 milioni), Villa Elena (6 milioni e 600mila), e Decimo (12 milioni). Va detto che i tetti di spesa – com’è scritto nella delibera – dovrebbero rimanere gli stessi fino al 2018. «Perché preso atto che è in corso la riorganizzazione della rete ospedaliera – si legge – è stato ritenuto opportuno confermare i criteri dell’anno precedente». E in effetti è la tabella allegata conferma che il 95 per cento del «tetto» è «stato calcolato sullo storico», cioè sui vecchi pagamenti. Solo il 5 per cento è vincolato alla cosiddetta appropriatezza: sono i controlli che, di mese in mese, saranno effettuati dalle Asl soprattutto sui ricoveri nelle cliniche private. In altre parole, dovrà essere più stringente la verifica sulle spese di cui è chiesto il rimborso al sistema sanitario regionale.
Stando alle mappe del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, la sanità privata dovrà garantire una dotazione massima di 1.146 posti letto, con 697 per gli acuti e 449 destinati alla riabilitazione. Bisognerà vedere, alla fine, quale resterà il peso della sanità privata sul sistema con l’inaugurazione del Mater Olbia e cosa accadrà nei prossimi due anni che dovrebbero essere decisivi per riportare in equilibrio i conti delle Asl. Stando a una recente indagine, le strutture private incidono per poco più del 15 per cento sul costo totale della spesa sanitaria per quanto riguarda i ricoveri. Con questo particolare: i sardi preferiscono ancora la sanità pubblica, liste d’attesa a parte.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
LE NOSTRE VITE HANNO ANCORA BISOGNO DI REGOLE?
Oggi persino le pareti domestiche sono diventate porose ai diktat dell’economia globalizzata, che spinge al superamento di ogni barriera
di GIACOMO MAMELI
 
La domanda cruciale se la pone lo stesso autore di “Limite”, Remo Bodei, tra i massimi filosofi contemporanei. Al telefono, in treno fra Berlino e Lugano, si chiede: «Non si stanno forse erigendo nuovi muri, visibili e invisibili, per separare fra loro individui e popoli, stabilendo rigidi criteri di esclusione e d'inclusione? La cronaca quotidiana è lì a testimoniare migrazioni inarrestabili che dureranno ancora mezzo secolo, come mai è avvenuto nella storia dell'umanità. E davanti a questo cataclisma sociale bisogna evitare di aggrapparsi ai soli due scogli davanti a noi». Quali sono? «Quello dell’assimilazione da una parte e quello della ghettizzazione dall’altra. La convivenza deve essere reciproca ma dettano legge gli egoismi. La politica - dovunque - ragiona a breve, ha il timer elettorale a quattro anni quando va bene. E sbaglia. Occorrono visioni lunghe che mancano ovunque, Europa in prima fila». Restano i muri nel Medio Oriente, con la tragedia palestinese che dura quasi da mezzo secolo. «Infatti. Dopo quello di Berlino, quando saranno abbattuti i muri che separano Israele dalla Cisgiordania e la Corea del Sud dalla Corea del Nord? Quando verrà tolta la barriera di filo spinato appena finita di costruire fra la Serbia e l’Ungheria o abolito il dispositivo in via di completamento per bloccare l’ingresso di migranti indesiderati attraverso la lunga frontiera fra Stati Uniti e Messico? Non si capisce che anche i muri sono come i vasi comunicanti, chiudi da una parte e l’acqua scorrerà da un’altra, spesso provocando catastrofi. Vanno migliorate, non a parole, le condizioni di vita in tutto il mondo. Noi siamo l'Occidente felice che fa colazione pranzo e cena. Altre zone muoiono di fame e di sete. E i residenti scappano dalla morte incivile. Nessuno li può fermare. Si prevede che 200 milioni di africani cambieranno luoghi di vita. E che si fa? Blocchetti, cemento e filo spinato? Le invettive della Lega in Italia, dei filonazisti a Dresda o dei movimenti xenofobi sparsi in ogni dove? No, la risposta non è né il buonismo né i cavalli di Frisia. Andiamo verso una società ibrida e la soluzione, che non è facile, non può che essere politica. La xenofobia è una patologia della politica. L'accoglienza è fisiologia, ma va governata». Sono destinati a saltare i limiti tramandati dalla storia. «Di fronte alla complessità di simili questioni è diventato urgente ripensare l’idea di limite, di cui si è in parte persa la piena consapevolezza, normale in altri tempi. Dobbiamo definire meglio l’estensione della nostra libertà e va calibrata meglio la gittata dei nostri desideri. A questo scopo sarà utile conoscere i molteplici e concreti aspetti dei singoli limiti, riscoprirne di volta in volta le ragioni, stabilirne i criteri di rilevanza e compiere un’attenta mappatura». In questo scenario lei dice che le religioni stanno prendendosi la loro rivincita sulla modernità. «È nelle cose. Guardiamo al successo e alla popolarità di Papa Francesco. Non parla ai romani di Trastevere, parla al mondo. I regimi cadono, le religioni no. L’uomo smarrito si rifugia nell'idolo. Nessuno crede più al “sole dell’avvenire”, i paradigmi diventano Padre Pio o la Madonna di Medjugorje. Anche nel passato centinaia di milioni di ex contadini - mossi da forme di religiosità arcaiche - hanno rovesciato le mentalità urbane formando sterminate megalopoli, modificando quindi i limiti, i confini delle civitates. Gli Stati, dal loro canto, non sono più in grado né di tutelare in misura sufficiente il benessere e la sicurezza promessi ai propri cittadini né di migliorare le condizioni generali di vita. Il capitalismo, che ha accresciuto le disuguaglianze sociali, ha deluso. Si assiste alla restaurazione dogmatica di fedi, mentalità e comportamento del passato, come nel caso dell'applicazione letterale della sharia che significa, appunto, ritorno alla strada battuta». Scompare anche un altro limite: quello dell'età: vivremo fino a duecento anni? «La morte progressiva delle cellule - e dunque la nostra - è dovuta al loro progressivo accorciarsi. Portiamo in noi vere e proprie bombe a orologeria, forse paradossalmente spontanee di suicidio programmato dell’organismo. Nel 1989 - l'anno del muro caduto a Berlino - è stato individuato l'enzima telomerasi che rallenta la progressiva riduzione dei telomeri. In seguito sono state avviate serie ricerche per introdurre questo enzima nelle nostre cellule in vista dell'accrescimento della durata media della vita umana. A partire dallo slogan “l'invecchiamento curabile” nel dipartimento di Genetica dell'università di Cambridge, Aubrey De Grey ha ideato ed elaborato un complesso insieme di procedure capaci di sconfiggere la vecchiaia mediante la riparazione del degrado cellulare, usando per esempio cellule staminali dalle quali siano stati tolti i telomeri. Secondo le ipotesi di De Grey, entro questo secolo, si potrebbe giungere a vivere duecento e più anni. Certo: vorrei sapere in quali condizioni questo avverrebbe. Però, dati i precedenti e lo status quo, la Sardegna e l'Ogliastra potrebbero diventare un ottimo laboratorio per la Long Life o il limite-età». Ma i limiti non sono sono solo quelli rappresentati dalla frontiere fra gli Stati? «Avete pensato alla soglia di casa? A sa làcana che in Sardegna fissa i confini della proprietà o dei territori comunali? Al limite invalicabile degli insediamenti militari? Alla linea gialla quando siamo in fila alla posta o in banca? Oggi anche le pareti domestiche sono diventate porose e la politica è entrata nel nostro limite privato. Ha invaso? No. È entrata. Come dicevo: è nelle cose. I migranti escono ed entrano, torniamo ai vasi comunicanti. Le migrazioni sono entrate nella globalizzazione che è diventata una delle principali cause di abbattimento dei limiti». Tutto ciò avviene non con una crescita ma con quella che lei definisce l’infantilizzazione del pubblico. «Basta vedere alcune fiction, alcuni programmi tv, anche i giornali talvolta. Non c'è qualità. Non c'è selezione. Non c'è approfondimento. Spesso emerge la banalità non la complessità. Siamo in un mondo complesso ma si tiene conto del semplice sponsor che compare ogni 15 minuti. La regola è divertire, distrarre, non informare, non formare. Eppure ci sono le eccezioni. I forum della poesia negli States sono sempre più seguiti. Alcuni serial tv sono fatti meglio di certi film. E la risposta c’è. Un limite al populismo c'è. Anche davanti alle migrazioni occorrerebbe dare più spazio a chi ragiona anziché a chi blatera».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 34
FILM AL MUSEO DEL COSTUME, LA SARDEGNA NEI DOCUMENTARI
All’Isre di Nuoro proiezioni e concorsi legati all’antropologia visuale
di Paolo Curreli
 
NUORO Il nuovo “Museo della vita e delle tradizioni popolari” di Nuoro, aperto nel dicembre scorso al pubblico e agli studiosi con un nuovo allestimento, propone nei prossimi mesi un ricco calendario di eventi legati all’antropologia visuale. Una lunga tradizione quella del “Museo del Costume” nuorese legata agli audiovisivi – tra concorsi e rassegne – che parte dalla ricchissima collezione fotografica con autori come: Pablo Volta, Franco Pinna, Andreas Bentzon, Jean Dieuzeaide, Wolfang Suschitzky, fino ai filmati firmati da Vittorio De Seta, Fiorenzo Serra, Jean Rouch, Asen Balicki, David Mac Dougall e Diego Carpitella. Un patrimonio, che oltre agli abiti tradizionali, strumenti, oreficeria, pani, tessuti e la ricchissima biblioteca, conferma il museo sul colle di Sant'Onofrio, non solo una spettacolare esposizione di reperti, ma un centro della cultura antropologica, un laboratorio di studio e osservazione anche dei mutamenti della società contemporanea. Un'impostazione che porta la firma del lavoro pluridecennale come direttore di Paolo Piquereddu e l'imprimatur di Cristiana Collu direttrice nei mesi precedenti alla riapertura. Una visione che si discosta, o che forse non si è mai troppo avvicinata, dalla descrizione di una civiltà agricola oleografica dei “vecchi tempi andati” un po’ favolistici e consolatori, ma piuttosto un impegno nella raccolta dell'enorme e originale bagaglio identitario che i sardi hanno portato fino alle soglie della modernità – gli anni '50 del Novecento nella timeline che il museo si è data – continuando ad osservare e registrare i mutamenti di un popolo in risposta ai cambiamenti epocali che la Sardegna ha vissuto a cavallo dei due secoli. In questo spirito si pongono le prossime iniziative dell'Isre. A partire da questo mese di febbraio e fino ad aprile il museo mette in campo una serie di appuntamenti dedicati al cinema in tutte le sue declinazioni. Si inizia venerdì 12 con la presentazione dei cortometraggi realizzati nell'ambito del progetto “Un'isola in movimento – 6 filmmaker raccontano la Sardegna”, che ha visto coinvolti 6 artisti-cineasti, molto differenti tra loro per formazione e approccio narrativo, ai quali è stato chiesto di realizzare dei brevi filmati in grado di rappresentare e promuovere l'isola seguendo percorsi non convenzionali.
Le parole chiave sono state “sperimentazione” e “libertà creativa”, questo ha permesso ai filmaker di dare una forte impronta personale ai propri lavori. I film in cartellone sono: “Fizos” di Francesco C. Pirisi, “Maialetto della Nurra” di Marco A. Pani, “Duty of Revenge” di Simone Cireddu, “Transumanze” di Paolo Bianchi, “Nodi” di Giuseppe Casu, e “Cagliari Rock” di Michele Mossa. Il progetto e i film saranno presentati alle 19 nell'auditorium “Giovanni Lilliu” del museo dal presidente dell'Isre Bruno Murgia, da Antioco Floris, membro del comitato tecnico scientifico dell'Isre e docente dell’università di Cagliari, e da Ignazio Figus, responsabile del settore produzione audiovisuale dell'Isre.
Sempre nello storico auditorium in via Mereu, ogni giovedì, dal 18 febbraio al 17 marzo, sarà protagonista il cinema documentario con la rassegna “MovingDocs”in partnership con Moving Docs, Creative Europe Media, Doc/it Associazione Documentaristi italiani, Il Mese del Documentario. La manifestazione rientra nel progetto di realizzazione del circuito europeo di film documentari “Moving Docs”, una rete nata per sostenere il cinema documentario indipendente. Ad aprile, infine, avrà luogo la prima edizione del festival IsReal, manifestazione dedicata al cinema del reale diretta da Alessandro Stellino, critico cinematografico, programmer e studioso di cinema. La rassegna presenterà le opere più interessanti realizzate in ambito documentario nell'ultima stagione, accanto ad anteprime e omaggi dedicati ai maestri del genere. Per cinque giorni Nuoro si farà crocevia di autori e visioni, articolando una riflessione a più voci intorno al potere del cinema di raccontare e interpretare la contemporaneità. A tutto questo vanno ad aggiungersi i progetti della nuova edizione (l'ottava) del concorso Avisa (Antropologia visuale in Sardegna) che un'apposita commissione riterrà meritevoli di finanziamento e che vedranno la luce entro il 2016. Vale la pena di ricordare che questa nuova edizione ha proposto una rilevante novità in ordine al limite di età per l'ammissione: da under 40 si è passati a under 30. Un cambiamento che rappresenta un concreto segnale di attenzione per quei filmmaker realmente giovani che hanno poche opportunità di realizzare i propri progetti.
 

Questionario e social

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