Giovedì 4 febbraio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 febbraio 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
VIA MARENGO. Allarme tagli
Senato accademico e cda dell'Ateneo:
domani l'incontro
 
Una seduta congiunta pubblica del Senato accademico e del Consiglio di amministrazione dell'Ateneo è stata fissata per il 5 febbraio, a partire dalle 16 nell'Aula Magna della Facoltà di Ingegneria e Architettura (ingresso da via Marengo 2, a Cagliari). L'iniziativa nasce dall'allarme tagli lanciato dai vertici dell'amministrazione universitaria. Alla riunione sono stati invitati tutti i parlamentari sardi e tutto il mondo politico dell'Isola. Alle 16: Costo standard per studente Interventi del rettore Maria Del Zompo, Beniamino Cappelletti Montano (Matematica). Alle 17: Diritto allo studio. Interventi di Pietro Ciarlo, prorettore all'Innovazione e semplificazione amministrativa; Luca Santus (rappresentante degli studenti). Segue l'accreditamento di Ateneo con gli interventi di Francesco Mola (prorettore vicario); Elio Usai (professore ordinario della Facoltà di Ingegneria e Architettura). Alle 19, il nuovo sistema di valutazione della qualità della ricerca. Interventi del rettore, di Guido Mula (Fisica).
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
I maghi del tumore intestinale
Il reparto del Policlinico è ai vertici delle classifiche italiane
Prestigioso riconoscimento per l'équipe: a 30 giorni dall'intervento la mortalità è bassa
 
Altro che viaggi della speranza negli ospedali della Penisola. Per il trattamento del cancro del colon-retto, il reparto più virtuoso in Italia è a Monserrato, nel Policlinico dell'Azienda mista ospedaliero-universitaria che comprende anche il “San Giovanni di Dio”. Secondo i dati di Agenas, l'agenzia governativa che raccoglie e compara i dati di tutti i reparti ospedalieri italiani, con la sua più bassa mortalità entro 30 giorni dopo il trattamento del tumore del colon la Chirurgia generale e Coloproctologica del Policlinico ha il dato più basso, cioè il migliore. In particolare, su 71 intervento al colon per rimuovere il cancro, lo 0,54 per cento dei pazienti è morto entro un mese dall'intervento, cioè - di fatto - quando ancora erano in ospedale. Di meglio, certificano i dati, non ha fatto nessuno.
I TUMORI Un ottimo risultato, quello del reparto diretto dal professor Francesco Scintu, professore associato dell'Università cittadina. Per quanto riguarda il cancro del retto, detiene anche il record degli interventi in Sardegna: nel 2014 sono stati 54, cioè un quarto esatto, con molti buoni esiti: «Ma per carità, non parlate di eccellenza», ammonisce Scintu. «Consideriamo», aggiunge, «questo risultato come il riconoscimento del lavoro di una squadra affiatata di medici e infermieri, che lavora per raggiungere il miglior risultato per i pazienti». Si opera e si fa ricerca, al Policlinico: una, condotta da Angelo Restivo sugli aspetti benefici dell'aspirina nel trattamento del cancro del retto, è stata pubblicata sul “British journal of cancer”, una specie di bibbia della sanità internazionale.
LE STATISTICHE Quella contro i tumori, si sa, è una gara in cui la velocità non è tutto, ma comunque moltissimo: «La sopravvivenza media per il cancro al colon è di circa il 50 per cento», spiega Scintu, «ma se si interviene allo stadio iniziale si va oltre il 90 per cento. Stesse percentuali per quello del retto, che però ha maggiori recidive». Al di là dei tumori, in generale le patologie del colon e ancor più del retto sono spesso invalidanti e fonte di sofferenza, e la chirurgia può incidere moltissimo sulla qualità della vita delle persone. Vale per i tumori, ma anche per altre patologie, la capacità del chirurgo di salvare lo sfintere, quindi la sua funzionalità, se è possibile. In Sardegna il prolasso del retto si tratta solo nel reparto di Scintu, dove si curano anche le malattie infiammatorie croniche dell'intestino: su tutte, la malattia di Crohn (autoimmune) e la colite ulcerosa. Ottimi i risultati delle ecografie endoanali: «Consentono di stabilire in che fase è il tumore», spiega il direttore del reparto, «e di studiare le fistole anali». Se ne occupa il professor Luigi Marongiu.
LA SQUADRA Otto chirurghi (metà provenienti dall'Asl, metà dall'Università), due endoscopisti, 18 letti, la Chirurgia generale e Coloproctologia dell'Azienda mista fa passi in avanti nelle classifiche nazionali. C'è insomma un pezzo di sanità sarda nell'elenco dei migliori in Italia.
Luigi Almiento
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Un centro  voluto
dall'ex direttore
 
Era stato Giuseppe Casula, ex direttore, ad avere l'intuizione di concentrare la maggior parte degli sforzi della Chirurgia generale sulle patologie del colon e del retto, con particolare riferimento ai tumori. È nato così il Centro di chirurgia colo-rettale dell'Università cagliaritana, dove la superspecializzazione continua a essere il motore. È stato sufficiente importare un modello anglosassone e nord-europeo, che già negli anni Ottanta considerava la chirurgia colo-rettale una specializzazione a se stante, distinta dalla Chirurgia generale.
È ciò che ha consentito all'ottima équipe di medici e infermieri di acquisire una formazione che ora primeggia a livello nazionale. Il reparto è stato anche inserito nei principali protocolli di studio multicentrici nazionali.
Nel reparto si trattano anche i casi di endometriosi pelvica con interessamento anale: in sala operatoria si va con i ginecologi. (l. a.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Ospedali, bisturi su posti letto e primari
REGIONE. Rivoluzione nella sanità sarda. Il mistero del Mater Olbia
 
Cambia la geografia delle cure sanitarie in Sardegna. La nuova rete ospedaliera prevede la riduzione dei ricoveri, e dei posti letto e il taglio di 64 primari. Individuati due grandi poli sanitari a Cagliari e Sassari, punto di riferimento per cure di alta specializzazione. Nella maggioranza, però, è polemica tra l'assessore agli Enti locali Paolo Maninchedda e il capogruppo del Pd Pietro Cocco sul passaggio dell'Ipab di Ploaghe all'Asl 1 di Sassari. Intanto è mistero sull'accreditamento del Mater Olbia alla Regione.
FRESU, SAU A PAGINA 5
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Meno primari e ricoveri mirati
La geografia della salute: i poli principali a Cagliari e Sassari
LA RETE OSPEDALIERA. Ipab di Ploaghe, tensione in maggioranza: scontro Maninchedda-Cocco
 
Riduzione dei posti letto, razionalizzazione delle cure e un risparmio di 134 milioni di euro nel triennio 2016-2018. Alcuni degli obiettivi basilari della nuova rete ospedaliera, destinata a cambiare la geografia e l'utilizzo delle cure sanitarie in Sardegna. Si cerca di stabilire definitivamente il ruolo per ogni singolo presidio in base alle funzioni e al bacino d'utenza di riferimento. Previsto anche il taglio di 64 primariati che passeranno da 372 a 308.
SECONDO LIVELLO Gli ospedali di secondo livello si trovano nei due poli di Cagliari e Sassari con un bacino d'utenza di minimo 600mila abitanti. Questi presidi garantiscono cure e assistenza di alta specializzazione. Il presidio di secondo livello di Cagliari accorpa all'interno dell'Azienda Brotzu, il Microcitemico e il Businco. Il primo è l'ospedale di riferimento regionale per le patologie pediatriche mentre il secondo lo è per le patologie oncologiche. A Sassari il polo è all'ospedale Santissima Annunziata accorpato con l'Azienda ospedaliero-universitaria.
PRIMO LIVELLO A questi due poli fanno riferimento diversi ospedali, classificati come presidi di primo livello che devono avere un bacino di riferimento almeno di 150 mila abitanti. Devono garantire alcune specialità tra cui medicina, chirurgia, anestesia e rianimazione, ostetricia e ginecologia, cardiologia e oculistica.
OSPEDALI DI BASE In un bacino di almeno 80mila abitanti, saranno dotati, tra le varie cose di servizio di Pronto soccorso e chirurgia generale. Tra questi ci sono l'ospedale Civile di Alghero e il Segni di Ozieri che verranno monitorati per un'eventuale passaggio a presidio di primo livello.
ZONE DISAGIATE Per questi presidi la situazione deroga anche se non vengono raggiunti gli standard numerici minimi per tenere in piedi le strutture. Soprattutto per le isole minori (La Maddalena e San Pietro) l'obiettivo è riuscire a garantire il trasporto e l'assistenza in caso di emergenza anche attraverso l'attivazione del servizio di elisoccorso. Questi ospedali potranno avere un'organizzazione che prevede funzioni chirurgiche che verranno decise quando verrà predisposto l'atto aziendale.
BREAST UNIT Saranno tre, i punti di riferimento per la cura del tumore al seno: Cagliari, Sassari e Nuoro. Si tratta di strutture altamente specializzate che garantiscono alle donne che hanno il tumore al seno, l'accesso alle migliori cure.
LA POLEMICA Intanto proprio sul tema sanità esplode una polemica tutta interna alla maggioranza. Il nodo è il passaggio del personale dell'Ipab di Ploaghe alla Asl 1 di Sassari, causa di scintille tra l'assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda e il capogruppo del Pd, Pietro Cocco. L'esponente della Giunta ha attaccato il provvedimento del Consiglio regionale, suscitando la reazione di Cocco. «Sarebbe opportuno il rispetto dei reciproci ruoli perché la procedura seguita è stata indicata dalla Giunta di cui l'assessore Maninchedda dovrebbe ricordarsi di far parte e non controparte». L'assessore ribatte sottolineando che «il provvedimento è in contrasto con i principi del programma elettorale». Poi, aggiunge: «Da questo momento ogni società in perdita ha un precedente per accollare le perdite al Consiglio regionale. Non vogliamo lasciare a terra i lavoratori, ma i metodi per farlo non sono questi e soprattutto devono essere uguali per tutti». Netto anche il capogruppo di Sdl che invita Cocco a «non giudicare l'operato degli altri».
LE CRITICHE Non mancano le critiche alla rete ospedaliera. Franco Meloni (Riformatori) la definisce «un disastro che crea problemi ai sardi. Il Consiglio regionale dovrà cambiarla». Ignazio Locci (Forza Italia) sostiene che «trascuri le condizioni di assistenza sanitaria». Polemico anche il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis sulla Breast Unit a Nuoro, inserita dopo l'approvazione: «È una dimenticanza non da poco che evidenzia l'atteggiamento pressapochista della Giunta».
Matteo Sau
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
Posti letto nelle cliniche, mistero sul Mater Olbia
Il sindacato: una spada di Damocle sull'accreditamento
 
Nessuna richiesta di accreditamento all'assessorato alla Sanità. Non c'è alcuna pratica avviata dal nucleo tecnico di valutazione delle strutture ospedaliere, pubbliche e private. Il Mater Olbia non esiste negli iter burocratici degli uffici regionali che dovrebbero autorizzare le attività mediche in convenzione. La conferma arriva dal braccio della giunta che si occupa della salute dei sardi guidato da Luigi Arru: non è nemmeno partita la lunga trafila che dovrebbe portare all'accreditamento dei posti letto del maxi ospedale passato nelle mani del Quatar dopo il disastro economico del San Raffaele di Don Verzè.
Un bollino di ufficialità che arriva dopo le denunce sui ritardi e sugli annunci di avvio di attività poi traditi lanciate nei giorni scorsi prima da Giorgio Oppi, uno di che di sanità se ne intende, e poi da Guido Sarritzu, responsabile regionale della Uil-Fpl per la sanità privata. Il leader sardo dell'Udc aveva segnalato la mancata partenza della Telemedicina, prevista per il primo dicembre. Il sindacalista invece, in una nota diramata due giorni fa, ha sollevato due problemi. Il primo: la Regione non ha ancora stabilito i tetti di spesa delle Asl per i fondi da destinare alle cliniche private.
Ma la soluzione è arrivata a stretto giro: poche ore dopo la giunta ha preso atto dell'accordo siglato a dicembre con Aiop e Aissp (sigle che rappresentano le cliniche private) e imposto i tetti. Ora bisogna solo firmare i contratti: le cifre non dovrebbero discostarsi troppo da quelle dell'ultimo anno: una torta da 100 milioni per tutte le strutture della Sardegna. Sarritzu guardava anche alla Gallura: «C'è da sottolineare come, inspiegabilmente ad oggi, nonostante i tanti annunci, non vi sia alcuna pratica riguardante l'accreditamento per il Mater Olbia». Che viene definito «una spada di Damocle» su tutta la sanità sarda. Non solo quella privata. «In effetti», spiega Andrea Pirastu, presidente dell'Aiop e guida di Villa Elena, a Cagliari, «la riorganizzazione della rete ospedaliera appena approvata in giunta sembra buona. Ho letto però troppi riferimenti al Mater Olbia che, allo stato, non esiste».
Non pesa, sulle case di cura private, nemmeno un eventuale taglio dei loro punti nascita. Ce n'è uno a Villa Elena e un altro a Sant'Anna, nel capoluogo: in due ormai non arrivano a 500 parti all'anno.
Così la commissaria della Asl 8, Savina Ortu, a gennaio ha scritto alla Regione auspicando che vengano soppressi. Il dialogo con l'assessorato è aperto per il recupero di quei posti letto accreditati, già in quota delle due cliniche, in altre branche della medicina. Se alla cancellazione non seguisse la riorganizzazione l'unica strada sarebbe il licenziamento del personale. Le decisioni definitive adesso spettano al consiglio regionale. E per fare i conti esatti servono i numeri del Mater Olbia che, al momento, sembrano esistere solo sulla carta.
Enrico Fresu
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
Innovazione
Un milione di premio
a 2 startup cagliaritane
 
Nausdream e Babaiola sono fra le tre imprese innovative che, all'Investor Day di Roma, hanno ottenuto complessivamente un milione 500mila euro di finanziamento. Le due realtà del ContaminationLab dell'Università di Cagliari hanno raccolto la fiducia degli imprenditori all'evento organizzato da Luiss EnLabs (società quotata in Borsa) di fronte a più di cento investitori, 160 aziende e alla stampa specializzata.
L'importo assegnato, in fase di definizione, corrisponderà a un pacchetto di quote, intorno al 30%, cedute agli imprenditori coinvolti, di fatto, nell'attivazione e nell'evoluzione operativa dei progetti.
Nausdream nasce per ridurre gli alti costi che gravano sui proprietari di imbarcazioni: sono questi ultimi a proporre sulla piattaforma gite per vela, sport acquatici e pesca, con guadagni utili a coprire le spese di gestione e manutenzione.
Opera sempre in ambito turistico Babaiola, sito dedicato all'organizzazione di viaggi per la comunità Lgbt (Lesbian, gay, bisessual e transessual). Digitando l'attività desiderata e il budget, il software suggerisce le destinazioni.
Dopo la vittoria del premio nazionale per l'innovazione 2015 (Pni) conseguito dalla startup Intendime, le due nuovi imprese confermano la bontà del progetto ContaminationLab che, con direzione scientifica di Maria Chiara di Guardo, trasforma in realtà e tecnologia le idee e i talenti degli studenti dell'ateneo cagliaritano. ( cl. m. )
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 9 - Edizione CA)
Lo Stato in fuga
è la vera offesa 
 
E perché, invece di gridare allo scandalo, non siamo andati a rileggerci serenamente le pagine più o meno lontane della nostra storia? Dopo le parole pronunciate incautamente dal procuratore generale di Cagliari durante la cerimonia d'apertura dell'anno giudiziario, l'aria nel Nuorese ancora puzza dell'odore di bruciato delle code di paglia.
Il dottor Roberto Saieva evoca «l'istinto predatorio tipico della mentalità barbaricina» in fatto di rapine ai portavalori, e mentre sui social network e poi sulle strade della vita reale l'indignazione pelosa è montata come panna - viene da chiedersi perché, invece, tanto clamore di popolo e di sinapsi intellettuali non seguono le offese ben più gravi subite in silenzio dal Nuorese (e per certi versi pure dal resto della Sardegna).
Forse la mannaia sui servizi come la continuità territoriale, la scuola, gli uffici postali, l'Università, non vale un'onda di protesta e di rabbia? Ci stanno levando la terra da sotto i piedi, eppure si vede il volto cattivo dello Stato solo nell'analisi incauta, e occorre dire assai fuori tempo (i barbaricini predoni lo sono stati, eccome, nell'Ottocento), di un alto magistrato? Sicché magari occorre fare una bella psicoterapia di popolo, e vedere perché la Barbagia - ma tutte le zone interne - ha perduto la coscienza e la spina dorsale.
«Il problema è che questa è ormai una zona annullata, un territorio allo sbando dal punto di vista economico, culturale e delle istituzioni». Bachisio Porru, una vita dedicata alla scuola (è stato anche presidente del Consorzio universitario di Nuoro) e alle politiche contro lo spopolamento delle zone interne (a metà dei Novanta, da sindaco di Olzai, fu il primo presidente dell'associazione dei piccoli comuni della Sardegna) dice che sì, «si strepita per un'uscita infelice, ci si preoccupa per dichiarazioni inattuali e poi si fanno passare provvedimenti che azzoppano ulteriormente questi territori». Avvisa che «non c'è solo un attacco dello Stato, ma pure della Regione», e di più «una collaborazione dall'interno, un fuoco amico».
Non c'è, puntualizza, «un intellettuale che interpreti le esigenze di questi territori, né sindacati, e partiti, e istituzioni». Fa l'esempio della riforma degli enti locali, e dell'articolo sul polo culturale del Nuorese che finisce per essere governato da Cagliari. «Una norma del genere sarebbe forse passata solo quindici, vent'anni fa? Si procede così, in una logica anche autodistruttiva, e nel silenzio più totale. Intanto, con la morte delle aree industriali, stiamo tornando, salvo rarissime eccezioni di paesi come Fonni, Oliena, Dorgali, al ciclo eterno della pecora». E quanto alla storia dell'istinto predatorio, «basta vedere le statistiche che classificano la provincia di Nuoro come una tra le più sicure d'Italia. Lo Stato non considera più il Nuorese zona delinquente, sicché dice: non avete più bisogno di niente». Ma di niente proprio, apposta sta smobilitando. «E questo è diventato un territorio senza voce, senza volto e senza nome».
Un malessere spirituale che rammollisce il carattere. «È vero che i cittadini non s'indignano più per le cose importanti, ma - avvisa Priamo Cottu - questo è anche dovuto all'impotenza alla quale sono stati ridotti i sindaci, primi fautori delle scelte politiche nelle comunità come le nostre». Lui, allevatore di Ollolai, è in prima linea nelle battaglie del Movimento pastori sardi. «I comuni non hanno più soldi in cassa, di conseguenza agli amministratori viene levata la possibilità di fare programmazione e di decidere quale futuro si vuole per il proprio paese. È vero - sottolinea -, è la sorte di tutti i municipi, ma nelle zone interne questo pesa ancora di più perché pian piano lo Stato, e anche la Regione, stanno tagliando i servizi».
I barbaricini non esistono più, avverte il sindaco di Ollolai Efisio Arbau. Avvisa che «non mi sono sentito toccato dalle parole del procuratore Saieva: da sempre nel mondo agropastorale sentiamo affermazioni del genere, fatte ad esempio da esponenti delle forze dell'ordine». Il problema vero è che, puntualizza, «qui si finisce per indignarsi sul niente e poi sopportiamo che la piana di Ottana sia ancora carica di veleni e che tuttora ci siano imprenditori che ci ricattano con la promessa di posti di lavoro». È l'effetto di una diaspora, avverte. E non si riferisce solo a questioni demografiche, al deserto che avanza per gli effetti dello spopolamento, dell'emigrazione, delle nascite ai minimi storici. «Siamo una società più debole, economicamente e quindi socialmente. L'esercito è esiguo, sfiduciato e demotivato». Nel buio, però, dice che un lucore lontano lo vede. «Sono ottimista. Almeno voglio restarlo».
Non è mica questione delle sole zone interne, dice il sindaco di Fonni Stefano Coinu. «Se in Sardegna non nasce un movimento identitario possente, non si va da nessuna parte. Abbiamo tanti partiti, ma senza un'unica direzione». E allora sì, «ci sono questioni fondamentali, come quella dell'insularità, che non riusciamo a farci riconoscere. Non riusciamo a dire a voce alta che, se veniamo interpellati dallo Stato come contribuenti, non è che siamo meno cittadini degli altri per quanto riguarda ad esempio il diritto ai servizi».
E c'è magari quella storica tendenza a piangersi addosso. «Direi un'assuefazione a subire», puntualizza il sociologo Gianfranco Oppo, che a Nuoro è anche il garante dei detenuti. «Il fatto è che il nostro sta diventando un territorio sempre più periferico, con un centralismo che ci domina». L'atteggiamento giusto dovrebbe essere invece, «il non subire passivamente, tenere la schiena dritta e levare la fronte». Dice che lo strepitare intorno alle dichiarazioni sull'istinto predatorio dei barbaricini gli sembra un po' «come la reazione di certi sindaci che, quando vengono intervistati per fatti brutti accaduti nel loro paese, mettono le mani avanti dicendo: eh, ma voi vedete solo le cose negative. Ecco, così si vuole prendere le distanze dai problemi. Ed è una questione di identità, che è pure l'accettazione delle cose negative».
Piera Serusi

Questionario e social

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