UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 3 febbraio 2016

Mercoledì 3 febbraio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
03 febbraio 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Università
Per le strade di Cagliari coccodrilli “virtuali”
Finanziato il progetto dell'Università
 
Teste di coccodrilli, il dente di uno squalo gigante, tartarughe fossili, straordinari reperti di ere lontanissime catologati dal paleontologo-naturalista Domenico Lovisato, il profugo garibaldino che insegnò a Cagliari, dal 1884 fino al 1916, e custoditi nel museo di via Trentino a lui dedicato, diventano ora “vituali”.
Il ministero dell'Istruzione e della Ricerca ha premiato il progetto presentato in tandem dal dipartimento di Storia, e da quello di Scienze (responsabili i docenti Giancarlo Nonnoi e Gian Luigi Pillola), assegnando il finanziamento di 40 mila euro per la realizzazione, attraverso la Sardoa d-library (la biblioteca digitale dell'Università), di un itinerario multimediale che si snoderà tra testimonianze a cielo aperto della storia geologica e paleontologica della Sardegna, ancora osservabili nelle vie cittadine, e i documenti storici e i reperti del museo Lovisato. Dove ora c'è terra, una volta c'era mare. Il progetto - rivela Chartabianca - è l'unico finanziato per l'Isola ed è al primo posto tra quelli nell'elenco stilato dal Miur per il concorso nazionale “Progetti didattici nei musei, nei siti di interesse archeologico, storico e culturale o nelle istituzioni culturali e scientifiche”.
Nell'arco di sei mesi, sarà realizzato un itinerario tematico virtuale e un e-book interattivo, che partendo dai reperti più noti ed esotici della collezione del museo Lovisato, ripercorrerà le storie dei fossili restituiti dal sottosuolo di Is Mirrionis e della area urbana cagliaritana. L'itinerario virtuale sarà accessibile online nella biblioteca digitale storico-scientifica dell'Università di Cagliari, la Sardoa d-library (www.sardoa.eu) e dal sito web del museo. Al progetto partecipano due scuole pilota, il liceo Euclide di Cagliari e il liceo Pitagora di Isili e Laconi che potranno costruire un loro percorso.
Questa è l'occasione per scoprire anche come la Sardegna non sia sempre stata solo periferia nel campo della storia della scienza e della cultura scientifica. Il prezioso materiale racconta in buona parte l'avventura umana e storica di un personaggio eclettico come fu l'istriano Domenico Lovisato.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Il dibattito
«Aboliranno l'archeologia» 
A confronto gli addetti ai lavori, gli studiosi e i docenti universitari sardi Riforma Soprintendenze:
 
Il rumore suscitato dalla polemica sull'uso della ruspa a Mont'e Prama, ha fatto passare sotto silenzio la riforma radicale con cui il Ministero dei beni culturali si sta apprestando a «smantellare», assieme alle Soprintendenze archeologiche d'Italia, anche la Soprintendenza archeologia della Sardegna. Il virgolettato non è tratto dal comunicato con cui il ministro Franceschini ha reso nota la firma del decreto. È la definizione che tanti archeologi, soprattutto i dipendenti dell'ufficio di cui si decide il futuro, usano per sintetizzare i rischi che l'accorpamento con le Soprintendenze ai Beni architettonici e storico-artistici determinerebbe. Dirigenza unica (che potrebbe essere assegnata a architetti e specialisti di altre discipline), accentramento della tutela nelle mani del prefetto, tempi di riorganizzazione, eterogeneità di metodi e specializzazioni produrrebbero burocratizzazione, scollamento dal territorio e scomparsa dell'archeologia preventiva, riducendo l'efficacia degli interventi ed aprendo pericolosi spiragli alle speculazioni.
In base a quanto stabilito dalla riforma avviata nel 2014 e di cui è previsto il varo definitivo a marzo, sull'Isola opereranno due Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio, una a Cagliari, l'altra a Sassari. Divideranno la gestione del patrimonio culturale col già istituito Polo museale regionale competente per i Musei archeologici nazionali di Cagliari, Sassari e Nuoro, l'Antiquarium turritano, i siti di Su Nuraxi (Barumini) e Monte d'Accoddi, la basilica di San Saturnino e il chiostro di San Domenico (Cagliari), il Compendio Garibaldino di Caprera e le Pinacoteche di Sassari e Cagliari.
Alessandro Usai e Giovanna Pietra, funzionari con altri nove colleghi della Soprintendenza archeologia Sardegna, hanno partecipato alla manifestazione che il 28 gennaio si è svolta davanti alla sede del Mibact a Roma per chiedere la revoca del decreto. Sono voci di un dibattito nazionale vivace. «La riforma equivale ad abolire l'archeologia», avvertono. «Saremo trasformati in burocrati. Oggi esercitiamo un'azione rigorosa e già improntata all'interdisciplinarietà. Restituiamo le scoperte in forme diverse, ma documentiamo tutto, senza distinzioni».
Tra i sostenitori della protesta Fulvia Lo Schiavo , per 30 anni alla guida della Soprintendenza per Sassari-Nuoro. È tra i firmatari della petizione on line che ha finora raggiunto diecimila consensi. «La riforma è rovinosa. Impone un mescolamento delle competenze che inficia i processi di tutela». L'ex dirigente fa l'esempio del procedimento di vincolo archeologico: «Potranno architetti o ingegneri senza conoscenze specifiche assumersi la responsabilità di decisioni lesive della proprietà privata?». Sulla stessa linea Vincenzo Santoni , già Soprintendente per Cagliari e Oristano: «Si sancisce il passaggio da una direzione tecnico-scientifica al dirigismo tecnico-amministrativo».
Le ragioni della contestazione sono condivise da Alfonso Stiglitz , archeologo dipendente del Comune di San Vero Milis. «Le fasi di riforma del Mibact, la contemporanea approvazione della legge Madia e la possibile riduzione delle attività preventive sono una soluzione quasi finale a tutto ciò che sa di gestione sostenibile del territorio, di salvaguardia dei paesaggi e della nostra identità».
Le Università sarde (a livello nazionale lo hanno fatto le Consulte di alcune discipline) non hanno espresso una posizione unitaria. I docenti non mancano, se richiesto, di evidenziare criticità della riforma. «Il rischio è di far entrare specifiche competenze in un grande calderone», sottolinea Rossana Martorelli , presidente della facoltà di Studi Umanistici a Cagliari. «La riforma - osserva Attilio Mastino , già rettore di Sassari - non risponde ai bisogni di penetrazione nel territorio. Tiene una Soprintendenza a Sassari, ma non restituisce quella archeologica di cui si accettò la cancellazione». «Mi piace l'idea della gestione integrata della tutela», sottolinea Marco Milanese , direttore del Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e formazione a Sassari, «mi preoccupa la frettolosità con cui la si vuol tradurre in pratica. Restano da chiarire competenze della figura del super-sovrintendente, ruolo dei prefetti e rapporti tra Mibact e Università». Non una bocciatura assoluta quindi, ma la richiesta «di una pausa di riflessione e di una concertazione allargata».
Manuela Arca
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Agenda Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
In Breve
San Giovanni di Dio, disagi in Oculistica
 
Da un mese e mezzo nel reparto di Oculistica del San Giovanni di Dio non funziona l'apparecchio Oct che serve per la tomografia dell'occhio. A causa della mia patologia, la maculopatia, sono stata costretta a rivolgermi a un centro privato: 70 euro. Spero che non sia vero quello che ho captato in ospedale: il tomografo sarebbe stato riparato ma non è stata ancora pagata la fattura e quindi l'apparecchio non è stato consegnato.
Lettera firmata
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 2 - Edizione IN)
«La scelta dell'Università, disposti a varcare il mare»
L'INTERVISTA. Chiara Murgia, studentessa a Bologna dopo il Classico
 
Da sempre è uno dei limiti degli studenti sardi, ma l'insularità può diventare anche stimolo per vincere le distanze. Come è accaduto a una diciannovenne oristanese, Chiara Murgia che, dopo il diploma al liceo De Castro, con caparbietà e determinazione è riuscita a superare i confini del mare. Ora studia Scienze internazionali e diplomatiche all'Università di Bologna.
Cosa ti ha spinto ad allontanarti dalla Sardegna per intraprendere gli studi universitari?
«Quando ho scelto la facoltà, mi sono informata su quali atenei in Italia offrissero maggiori opportunità. E Bologna era quella che maggiormente rispondeva a questi requisiti così ho deciso di partire anche perché in Sardegna non ci sono facoltà simili».
Questa scelta inciderà sul tuo futuro lavorativo?
«Per parlare di lavoro è ancora presto, ma di sicuro il nome dell'Università in cui si consegue la laurea conta. Studiare in una realtà diversa da quella in cui si è cresciuti aiuta a maturare, a creare nuovi collegamenti con persone o progetti».
Le Università fuori dall'Isola danno una migliore offerta formativa?
«Per studiare bene non è necessario andare via dalla Sardegna, dove ci sono facoltà di tutto rispetto. Nella mia facoltà ogni aspetto didattico è ben pianificato, e spesso vengono proposti conferenze ed eventi, occasioni di scambio tra studenti e docenti».
Trovi difficoltà nei collegamenti con la Sardegna?
«Per spostarmi uso sempre l'aereo. Con i voli low cost, prenotati per tempo, i biglietti non costano eccessivamente e questo mi permette di tornare relativamente spesso a casa. Mi sono ambientata subito nella città dove studio, e questo è dovuto al fatto che ho un sacco di colleghi fuori sede come me».
Cosa consiglieresti ai maturandi che devono scegliere un nuovo corso di studi?
«Suggerisco di studiare ciò che piace e per cui si è portati. Ci sono un'infinità di opportunità che ogni giorno ci vengono date dalle regioni, dalle facoltà italiane, sta a noi cercarle e usufruirne. Studiare, oggi, è fondamentale e farlo nelle modalità migliori, che ci si trovi nella nostra Isola o meno, è possibile».
Paolo Carta, Giacomo Soru, Martina Corrias, Martina Panetto, Martina Flore.
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 6
Sanità, c’è il riordino degli ospedali
Via libera della Giunta al Piano. L’assessore Arru: «È una riforma indispensabile»
 
CAGLIARI La riorganizzazione degli ospedali non è più solo una bozza. Dopo aver chiarito, chissà se fino in fondo anche le ultimi perplessità dei sindaci, la Giunta ha approvato il testo definitivo, ci sono voluto diversi mesi, che ora dovrà essere votato dal Consiglio regionale. Il riordino dei posti letto (diminuiscono quelli per gli acuti, aumenta la riabilitazione) è parte fondamentale del Piano sanitario regionale. È uno dei pilastri – come ripetuto più volte dall’assessore alla Sanità Luigi Arru – «per ridurre i costi e aumentare la qualità dell’offerta». Gli altri sono le cure territoriale (è ancora fermo in commissione Sanità, che non vuol dare solo un parere ma discuterlo in aula) e l'Azienda dell'emergenza-urgenza.
Le stime. Secondo la Giunta, la riorganizzazione permetterà un risparmio di 134 milioni in tre anni e il trasferimento di 250 milioni da parte dello Stato per l'edilizia ospedaliera.
«Dopo l'approvazione di sei mesi fa - ha detto l'assessore - abbiamo promosso una larga consultazione e oggi la riorganizzazione attribuisce un ruolo preciso a ogni ospedale».
La scheda. I due ospedali regionali saranno il polo del Brotzu, compreso l’Oncologico e il Microcitemico, a Cagliari e l’Azienda mista di Sassari, che nel frattempo ha incorporato il Santissima Annunziata. Secondo il Piano e la classificazione del ministero della Salute, alle due maxi strutture saranno collegati gli altri ospedali. All'hub di Sassari, quelli di Olbia e Nuoro (entrambi sono un primo livello) e quelli di base con sede ad Alghero- Ozieri, Tempio, La Maddalena e Lanusei. C'è poi il San Francesco di Nuoro che sarà uni primo livello rinforzato, mentre il San Camillo di Sorgono avrà la qualifica di «ospedale in zona disagiata» All'hub cagliaritana faranno riferimento gli ospedali Santissima Trinità di Cagliari, il Sirai di Carbonia, Nostra Signora di San Gavino, il San Martino di Oristano e quello di base Nostra Signora di Lanusei. Poi altri tre casi: Mastino-Bosa, Delogu-Ghilarza, Isili e il San Marcellino-Muravera saranno ospedali di zona disagiata. Il Policlinico di Monserrato sarà infine un presidio di primo livello.
Le novità. Per Alghero-Ozieri c’è ancora un giudizio sospeso e dipenderà «dalle esigenze demografiche», con la possibilità del passaggio a ospedale di primo livello. Saranno due le Breast Unit (sono le unità operative per la cura dei tumori): una al Brotzu, la seconda nell'Azienda universitaria di Sassari. L'ospedale di Lanusei sarà inserito nel rete traumi e ictus. Per quanto riguarda i punti nascita, faranno fede «le disposizioni nazionali sulle aree montane».
L’appello. «Questa riforma – ha detto Arru – è stata rimandata per troppo tempo, non possiamo più permetterci di ignorare gli indicatori nazionali che ci vedono agli ultimi posti per ricoveri e sicurezza. Vogliamo riqualificare l'assistenza, senza tagli né chiusure». Ma l’ultima parola spetterà al Consiglio regionale fra almeno due-tre mesi. (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 16
Banda ultra larga, l’isola mette il turbo
Il governo loda la tempestività degli interventi della Regione. Ma per gli obiettivi 2020 servono 184 milioni di euro
di Salvatore Santoni
 
SASSARI La Sardegna balza in testa alle regioni italiane nella corsa alla banda ultra larga. È emerso dalla conferenza stampa che si è svolta ieri a Roma, al ministero dello Sviluppo economico, alla presenza del sottosegretario con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, e dell’assessore regionale degli Affari generali, Gianmario Demuro. Pronti a partire i cantieri finanziati con i fondi regionali della precedente programmazione. L’avvio dei primi cantieri è previsto a marzo, mentre la fine dei lavori è prevista per la primavera del 2017. In 15 Comuni verrà realizzata una rete FTTB/H, la fibra ottica che arriva direttamente dentro le abitazioni.
I fondi. L’intervento diretto in Sardegna ha un costo di 56 milioni di euro, cifra raggiunta grazie al lavoro dell’assessorato dell’Agricoltura che ha rimodulato i fondi destinati allo sviluppo rurale. «La Sardegna – ha dichiarato il sottosegretario Giacomelli – ha utilizzato al meglio le risorse disponibili e meritoriamente si colloca in cima alla classifica delle regioni italiane per la tempestività degli interventi». I numeri. Secondo i dati diffusi dalla Regione, gli interventi nell’isola interesseranno 324 Comuni per un totale di 507.577 cittadini e 278.768 unità immobiliari. Le previsioni dicono che entro il 2018 in Sardegna la copertura dalla banda ultra larga sarà dell’87%. Un numero ricavato dalla somma tra il 50% di copertura che sarà realizzata con investimenti privati e il restante 37% con fondi pubblici.
Mentre le unità immobiliari a fallimento di mercato – quelle che rimarranno disconnesse dalla fibra perché non appetibili economicamente – saranno pari al 13% (la media nazionale è pari al 26,2%). «Portare la banda ultralarga in centinaia dei nostri piccoli centri – ha commentato il presidente della Regione, Francesco Pigliaru – significa creare collegamenti digitali che sono fondamentali per garantire gli stessi servizi e gli stessi i diritti a tutti i nostri cittadini, così come per offrire a tutti i nostri giovani strumenti essenziali per la loro formazione».
Orizzonte 2020. Il fabbisogno totale di investimenti per spingere la Sardegna verso il traguardo degli obiettivi 2020 – impressi nell’agenda digitale europea – sfonda i 279milioni di euro. Le risorse disponibili a livello regionale per il raggiungimento del traguardo sono circa 95 milioni di euro. In sostanza, affinché le previsioni siano rispettate, è necessario che lo stato copra i 184 milioni di differenza con dosi massicce di contributi. «Il piano per la banda ultra larga – spiega l’assessore degli Affari generali, Gianmario Demuro – rafforza il valore della rete pubblica e garantisce l’uguaglianza dei diritti dei cittadini nei 324 comuni in cui non ci sarebbe stato l’intervento dei privati. In questo modo anche i cittadini e le imprese che vivono e operano lontano dalle città avranno accesso a infrastrutture per beneficiare di servizi sempre più evoluti di connessione».
 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie