Sabato 30 gennaio 2016

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 gennaio 2016

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
Cronache dall'inverno arabo: disillusione, economia a pezzi 
Alla Fondazione del Banco di Sardegna il “Quartetto” tunisino premio Nobel
 
La primavera araba? «Non c'è stata». Non c'è stato neppure l'autunno. Solo «un inverno duro». Parole di Houcine Abassi. E se lo dice il segretario dell'Unione generale del lavoro tunisina, parte del “Quartetto” Nobel per la pace, il valore sale. Anche la Tunisia paga il conto: le aspettative erano alte e altre, mentre «è venuta a mancare persino la sicurezza». In poche parole, «viviamo un periodo di transizione che ci mette ansia e paura». Nella sala conferenze della Fondazione del Banco di Sardegna, a Cagliari, il dramma della riva sud del Mediterraneo affiora interamente. La Tunisia «è un'eccezione virtuosa», ricorda il presidente della Fondazione, Antonello Cabras: una democrazia solitaria fra caos e regimi, ma a conti fatti un Paese tutto da costruire. E senza cedere troppo all'ottimismo.
Il convegno è una storia recente: i cinque anni di una speranza che traballa ma «non si arrende». Abassi ci tiene a precisare che quella tunisina è stata una rivoluzione del popolo. E se questa parola suona retorica diciamo «della società civile». A cominciare dai giovani. Una rivoluzione che è andata avanti, ma «non è arrivata alla primavera araba», stereotipo dal sapore occidentale: «Negli altri Paesi purtroppo sono riusciti a contenerla, con conseguenze anche per noi». Alimentando il terrore, innanzi tutto. Il concetto è molto chiaro: «Quello che accade attorno a noi incide su di noi». Sul fronte nordafricano e fino al Libano si vince e si perde insieme.
Eppure Abassi rivendica i successi del “Quartetto”. Della popolazione, anzi: «La vera rivoluzione è stata l'unità». Il dialogo trasversale. E anche queste parole hanno un significato particolare in una sala riempita dagli studenti della riva sud arrivati nell'Isola con le borse di studio della Fondazione. I «risultati ci sono stati» e non di poco conto: libertà di stampa, parità uomo-donna, per restare al campo dei diritti. «Ma siamo deboli» e l'economia è il punto chiave. Qui Abassi alza il tiro: «Ci amareggia che alcuni Paesi europei invitino i loro cittadini a non venire in Tunisia». Non è questione di sentimenti: «Per noi il turismo è il terzo settore». Dopo gli attentati in Francia «forse qualcuno ha chiesto che i turisti non andassero a Parigi?». Altro nervo scoperto: «Non ci può essere pace senza una soluzione alla causa della Palestina». Il tono è più alto quando il segretario dell'Ugtt sottolinea che «l'Europa ha il dovere morale di sostenere la Tunisia». In fondo è questo il senso della visita del “Quartetto” in Sardegna.
La Ue, dunque. L'europarlamentare Salvatore Cicu, ex sottosegretario alla Difesa, traccia un quadro Paese per Paese del fronte mediterraneo. Cosa si è fatto e cosa bisognerebbe fare («Non favorire le divisioni, intanto»). E approda al problema profughi, che «non si risolve con la ripartizione di quote». Così proliferano i muri e «l'Unione europea fallisce». Si scoperchiano altri bidoni di benzina: «Sento dire che l'Europa ha dato tre miliardi alla Turchia», uno stato che «porta avanti una politica ipocrita in Siria e in Iraq», dice Tahri Sami, segretario aggiunto dell'Ugtt. E politiche altrettanto ipocrite sono quelle di Paesi «come l'Arabia Saudita». Domanda fondamentale: per l'Europa «la democrazia costa più della guerra?».
Interrogativo «cruciale» anche per il presidente della Regione, Francesco Pigliaru: «La risposta è ovvia», ma è ugualmente importante la domanda successiva: «Come si fa vincere la democrazia?». Magari con la cultura: «Ci hanno chiesto aiuto sul piano della scuola e noi ci siamo. Pensiamo anche a gemellaggi fra istituti». Agli scambi in generale: «Purché non si gridi allo scandalo se la Tunisia esporta olio in Italia». Pigliaru sottolinea che le Regioni possono avere un ruolo e quella sarda, nella Conferenza Stato-Regioni, guida un insieme di interventi in Tunisia, dall'agroalimentare al welfare.
Parlano anche gli studenti degli atenei di Cagliari e Sassari. E parla il rettore dell'Università di Tunisi, Hmaid Ben Aziza, che propone un'altra domanda: quanto durerà il viaggio disperato dei migranti? «Almeno venti milioni di anni, fino a quando non ci sarà più il Mediterraneo». Dunque la questione vera: «Come si possono mantenere le persone a casa loro?». Una prima risposta è «sviluppo», un'economia decente. La Tunisia, dice il rettore, «fa la sua parte e non tornerà indietro» ma deve essere accompagnata, anche perché nel suo patrimonio «è radicata l'idea della tolleranza e del dialogo». Ben Aziza cita Cartesio: “Quando siete in un Paese non cercate di cambiarlo”. Aggiunge che «troppa identità non va bene. Ci sono differenze mortali. E ci vuole anche simbiosi». Non sembra il tempo della fiducia, «ma io sono ottimista».
Roberto Cossu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
App, incontri, documentario e libro
La periferia riprogettata “dal basso” 
SANTA TERESA. Il progetto del collettivo di architetti Sardarch: «Non solo edifici, ci interessa la vita»
 
Per ora, di concreto, ci sono un'app, una mostra fotografica, un documentario e un libro. Primi passi di un cammino che porterà alla riqualificazione urbana e sociale di Santa Teresa, quartiere di Pirri. È questa la scommessa di tre giovani architetti cagliaritani del collettivo Sardarch: Matteo Lecis Cocco-Ortu (consigliere comunale, quota Pd), Nicolò Fenu e Francesco Cocco. Hanno idee innovative e un approccio diverso da ciò che ci si potrebbe aspettare. «L'urbanistica - sentenziano - non è solo la costruzione di edifici ma anche di un diritto alla città che porta al coinvolgimento attivo delle persone. Sino a oggi l'urbanistica ha ragionato sulla carta, senza tener conto dell'aspetto umano e delle esigenze di chi abita gli spazi».
Sono queste le premesse del loro sogno: ridisegnare i rioni periferici, degradati e dimenticati di Cagliari, portando i residenti a riappropriarsi dei loro spazi e rendendoli protagonisti attivi di un processo di rigenerazione che, chiarisce Nicolò, «non si ferma all'urbanistica, ma va oltre: siamo tutti bravi a fare le linee e a immaginarci gli spazi, ma il problema è che l'architettura e la città sono per le persone, non per chi le progetta».
MODELLO Tutto inizia nel luglio del 2014: da un lato due sviluppatori e un illustratore di Tiscali (Ernesto Puddu, Sergio Picciau e Riccardo Atzeni) dall'altro i tre architetti. «Ci siamo resi conto che, pur non conoscendoci, stavamo lavorando a due progetti dal modello simile», racconta Nicolò. «Abbiamo deciso di unire le nostre forze per dare vita a un unico progetto. Così è nata una collaborazione finalizzata al miglioramento della qualità di vita e ad azioni concrete da cui partire per cambiare il territorio in cui si abita», spiega. «Concentrarci sul digitale per poi creare situazioni reali», interviene Francesco.
Così è nata Mano, una piattaforma online e mobile dedicata ai residenti di Santa Teresa. “Hai bisogno di una mano per il tuo trasloco, o per curare il giardino? Potrebbe dartela il tuo vicino, ma tu non lo sai! Usa Mano per inviare una richiesta d'aiuto geolocalizzata: le persone attorno a te la vedranno, e insieme potrete risolvere il problema”, si legge sulla pagina principale. E ancora: “Fai amicizia con i tuoi vicini, e costruisci attorno a te una rete consapevole e attiva: fate squadra e rendete il vostro quartiere più vivibile”. Ma le finalità sono tantissime.
INCONTRI Dal mondo virtuale a quello reale. «Non ci siamo fermati all'app», chiariscono. «A fine agosto dell'anno scorso abbiamo organizzati una serie di incontri con gli abitanti del quartiere, per testare la app. Abbiamo iniziato a ragionare con le persone, così ci siamo resi contro che certe dinamiche erano già presenti nel territorio», sottolinea Francesco. «A Santa Teresa era già in corso uno scambio di favori tra le persone, ad esempio c'è una sarta che da sempre offre le sue competenze ai vicini». Ne è nato un documentario: “Santa Teresa - Una mano tira l'altra”, un viaggio di pochi minuti tra le case popolari e le strade del quartiere, diretto da Massimo Gasole. E anche un libro: “Verso un'urbanistica della collaborazione”, a cura dello stesso collettivo Sardarch. Al suo interno il rione viene raccontato con le parole e immortalato nelle foto di Stefano Ferrando: «Mi sono soffermati sui micro-dettagli, che spiegano il quartiere e il tipo di società. Santa Teresa è un rione molto particolare, ha una grandissima carica umana».
PROSPETTIVE «Il progetto va avanti. E speriamo di poterlo estendere a tante altre zone di Cagliari», annunciano gli architetti. «Certo è difficilissimo arrivare a una rigenerazione urbana e sociale, il cammino è sicuramente lungo e difficile. Noi abbiamo iniziato dalla base, lavorando sulle persone, ascoltandole e facendo emergere le loro esigenze», precisa Francesco. «Non siamo per la costruzione di qualcosa di nuovo, ma per il riuso degli spazi non sfruttati come dovrebbero o addirittura abbandonati. Per esempio la scuola di Santa Maria Goretti, o la biblioteca», aggiunge Nicolò. «In questi mesi sul campo, ci siamo resi conto che a Santa Teresa c'è pochissimo verde e mancano spazi pubblici. Un altro problema è la parrocchia: dà le spalle, sia fisicamente che spiritualmente. L'abitante è di fatto escluso». Mettono in chiaro di non voler fare alcuna polemica all'amministrazione: «I cittadini dovrebbero iniziare a capire che ognuno di loro può contribuire a migliorare il proprio quartiere», osservano, così come sta capitando a Pirri. Dove è già nata un'associazione composta da un gruppo di donne residenti che stanno portando avanti laboratori di cucito e di cucina.
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Paziente sballottata da un ospedale all'altro
SAN GIOVANNI DI DIO. Il reparto di Otorino trasferito al Policlinico
 
È dovuta correre di notte al pronto soccorso del San Giovanni di Dio per farsi fare un foglio di accettazione e poi tornare al Policlinico di Monserrato per essere visitata dall'otorino di turno.
La disavventura è capitata a una giovane donna residente nel Cagliaritano che, dopo essersi sentita male nel cuore della notte, era andata all'ospedale universitario per un controllo. «Sono dovuta andare al San Giovanni», racconta la giovane, «farmi fare un foglio di accettazione poi tornare al Policlinico dove sono stata visitata». Naturale il disagio e la percezione di aver ricevuto un disservizio da parte della paziente, ma in realtà tutto si è svolto nel rispetto delle regole visto che, almeno sino a maggio, il reparto di otorino dell'Azienda mista universitaria è al Policlinico mentre il pronto soccorso è rimasto ancora a Cagliari. Questo perché la norma chiarisce che nei reparti o negli ambulatori si può accedere solo passando per il pronto soccorso o prenotando la visita. «Non si può accedere direttamente ai reparti», spiega il direttore sanitario Oliviero Rinaldi, «il paziente in urgenza, perciò, deve recarsi per forza al pronto soccorso dove la sua condizione viene verificata e deciso il corretto intervento. In caso di particolare gravità si dispone il trasferimento in reparto, altrimenti viene chiamato lo specialista o, se non è grave, si consiglia la visita ambulatoriale».
Francesco Pinna
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
«Studenti esclusi dal Pd»
UNIVERSITÀ. Diritto allo studio, critica Unica 2.0
 
Quasi 1500 esclusi dalle graduatorie relative al bando “borse e alloggi” per via dell'introduzione dei nuovi parametri di calcolo dell'Isee. E mentre le richieste e le contestazioni di “Unica 2.0”, l'associazione studentesca che conta rappresentanti in tutti gli organismi dell'Ateneo cagliaritano, vengono ignorate dalla politica regionale, i consiglieri del Partito democratico hanno organizzato una conferenza per illustrare e discutere una mozione che sarà presentata nell'Aula di via Roma.
«Con nostra grande sorpresa - scrive l'associazione in una nota - a presentare la mozione davanti a una platea di pochi componenti di Comunione e liberazione è stato un giovane investito dal Pd quale rappresentante degli studenti, questo nonostante non rivesta alcun ruolo e non abbia mai partecipato alle numerose assemblee e ai momenti di elaborazione promossi dalla rappresentanza dell'Ateneo. Crediamo sia grave che i consiglieri del Pd mortifichino il voto studentesco e i rappresentanti legittimamente eletti. Uno schiaffo a un'organizzazione che da anni si batte per il diritto allo studio senza mai ricevere risposte concrete e una visione chiara del futuro».
Insomma, gli studenti sono spaccati sui grandi temi che, invece, avrebbero richiesto compattezza e unità d'intenti. «Nessuno - si legge nel comunicato - dell'associazione “Unica 2.0” ha ricevuto una convocazione né è stato invitato a prendere parte all'incontro per discutere della mozione. Il Consiglio degli studenti non è stato coinvolto in alcuna attività relativa alla mozione sul diritto allo studio».
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 53 - Edizione CA)
AGENDA. Il libro di Acquas a Ussana
“Contro le guerre” stasera al Lazzaretto
 
Questo pomeriggio alle 17, si terrà nella sala convegni del Lazzaretto, a Cagliari la conferenza “Combattiamo contro le guerre” con la partecipazione di Marco Guadagnino, Content and Communication Manager - International Programs | Save the Children Italia Onlus; Luca Foschi giornalista free lance, corrispondente di guerra per diverse testate giornalistiche; Patrizia Manduchi, docente di Storia e istituzioni dei paesi arabi e musulmani dell'Università degli Studi di Cagliari; Giulio Barrocu, artista e ideatore del progetto Our Genocides, il viaggio nella memoria. L'ingresso è gratuito, fino a esaurimento posti.
PENSIERI OLTRE IL CARCERE Oggi alle 17 l'associazione Nilde Iotti Onlus di Ussana presenta “Pensieri e parole oltre il carcere”, l'incontro con lo scrittore-poeta Bruno Acquas. Detenuto nel carcere di Buoncammino prima, in quello di Uta ora, Acquas racconta come ha ritrovato la “libertà” interiore attraverso la scrittura.
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Cagliari – pagina 7
UNIVERSITÀ
I rettori incontrano i Nobel
 
No alla guerra e sì al dialogo. Un messaggio chiaro ribadito nel corso dell'incontro nel capoluogo fra i rettori delle Università di Cagliari e Sassari, Maria Del Zompo (foto) e Massimo Carpinelli, e il «Quartetto per il dialogo nazionale tunisino», costituito dai rappresentanti delle organizzazioni insignite del Nobel per la Pace 2015.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
FONDI EUROPEI
In arrivo un miliardo e mezzo sino al 2020
 
CAGLIARI Un miliardo mezzo da investire (194 milioni quest’anno) fino al 2020. Sono i finanziamenti in arrivo da Bruxelles e su cui la Sardegna ha da tempo un’idea: «Se prima la partita era sulla quantità, o meglio ancora sulla velocità nella spesa, ora si è sposta sulla qualità dei progetti e su ottenere risultati duraturi». Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru al convegno sui fondi comunitari organizzato dagli eurodeputati del Pd. È stato il padrone di casa, Renato Soru, a dire per primo: «Uno degli obiettivi dell’Europa deve essere la formazione diffusa. Siamo indietro rispetto agli altri Continenti ma proprio grazie ai fondi europei possiamo recuperare terreno, ritornare a essere gli innovatori e puntare subito al mercato comune della digitalizzazione». Argomento che poco prima era stato ripreso dall’ex ministro Maria Chiara Carrozza: «Dobbiamo credere in quei grandi progetti territoriali capaci di mettere assieme i localismi e poi puntare a una visione di sviluppo oltre i confini finora conosciuti». È di fatto il progetto della giunta Pigliaru: «Oltre a ridurre lo storico divario nelle infrastrutture, con la programmazione unitaria fra fondi europei, statati e regionali – ha detto il governatore– abbiamo ristretto gli investimenti a delle macro-aree in cui le risorse umane sono al sempre al centro della scena, nella scuola nel lavoro e nel’agenda digitale ad esempio». Sono due i pilastri. . Il primo, evitare la parcellizzazione degli interventi che «in passato è stata una delle cause di fondi utilizzati male e spesso anche per colpa di un’Europa troppo incentrata sulla velocità della spesa». Il secondo è l’efficacia degli investimenti: «Dobbiamo far sì che la gente si accorga, tocchi con mano gli effetti dei bandi nei territori». Secondo il governatore, «ora è chiaro dove vogliamo andare e saremo rigorosi nel controllo della spesa». È una Sardegna che sempre più vuole integrarsi con le istituzioni europee, come tra l’altro ha ribadito a Bruxelles l’assessore al Lavoro Virginia Mura nel seminario sulle strategie per una maggiore qualità della macchina amministrativa. «È fondamentale – ha detto – muoversi come una squadra e solo così ritorneremo a essere competitivi», anche grazie ai fondi europei.

Questionario e social

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